Il cavaliere nero nuova edizione

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principio attivo Inchieste e reportage


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Š Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede: via Guerrazzi 9, 20145 Milano isbn

978-88-6190-793-5

Prima edizione: novembre 2013 Nuova edizione ampliata: ottobre 2015 www.chiarelettere.it blog / interviste / libri in uscita Progetto grafico di copertina: David Pearson www.davidpearsondesign.com

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Legenda delle immagini sul retro di copertina 1 Bonifico da 293.000 dollari della Silvio Berlusconi Finanziaria, la tesoreria estera del gruppo Fininvest, a favore della società anonima panamense New Amsterdam. 2 Il piano con lo schema societario disegnato dall’avvocato David Mills, su richiesta di Berlusconi, per donare due società offshore ai figli Marina e Pier Silvio. 3 L’atto fondativo del trust (società fiduciaria) costituito dall’avvocato Mills per assegnare a Marina Berlusconi il controllo della società offshore Century One. 4 La lettera indirizzata allo studio Mills che designa gli amministratori della società offshore Principal Network Communications: sono tutti top manager del gruppo Fininvest. 5 Il bonifico di 2 milioni 732.000 dollari partito il 14 febbraio 1991 dal conto della società offshore All Iberian: è la tangente per corrompere il giudice della sentenza Mondadori. 6 Una fattura da 9 milioni di dollari versati al Milan, nel 1992, da una misteriosa società maltese, in realtà controllata dallo stesso gruppo di Berlusconi. 7 L’atto di apertura del ricchissimo conto svizzero di All Iberian: la banca elvetica certifica che appartiene al «gruppo Fininvest». Da quel conto sono uscite tangenti milionarie. 8 La tangente di 5 miliardi di lire (2,5 milioni di euro) versata dal gruppo Berlusconi, attraverso la offshore All Iberian, sul conto svizzero Northern Holding di Bettino Craxi. 9 La lettera originale in inglese con cui l’avvocato Mills confessa al suo commercialista di non aver dichiarato la verità su Berlusconi in cambio di un «regalo» (gift) di 600.000 dollari. 10 La lettera del mediatore americano Frank Agrama, che nel 2003 reclama 40 milioni di dollari l’anno dal vertice di Mediaset: per i giudici è un messaggio «ricattatorio».


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© 2015 Chiarelettere editore srl Questo libro

“Silvio Berlusconi è l’ideatore, l’organizzatore e il beneficiario finale di una colossale e sistematica frode fiscale.” Sentenza Mediaset, 1° agosto 2013.

pretesto 1 f pagina 1

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“Dell’Utri è stato l’anello più importante di una catena che ha consolidato e rafforzato Cosa nostra... Un decisivo intermediario tra gli interessi della mafia e quelli di Berlusconi.” Dalla sentenza di condanna di Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa.

pretesto 2 f pagina 192


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“ Non credo che occorrano molte parole: io sono stato sentito più volte in indagini e processi che riguardavano Silvio Berlusconi e il Gruppo Fininvest… ho tentato di proteggerlo nella massima misura possibile e di mantenere, laddove possibile, una certa riservatezza sulle operazioni che ho compiuto per lui.” David Mills, 18 luglio 2004.

“ Era un’area di attività assolutamente chiusa e impenetrabile… dava conto direttamente a Silvio Berlusconi e non riferiva al consiglio d’amministrazione.” Franco Tatò, all’epoca amministratore delegato di Fininvest, 1994.

pretesto 3 f pagine 92, 114


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“ Berlusconi è stato condannato a rimborsare allo Stato 10 milioni di euro. Meno di un trentaseiesimo dei profitti che ha potuto nascondere all’estero.”

“ Solo dal 1991 al 1994 i soldi in nero versati ai giocatori delle varie squadre di Berlusconi hanno raggiunto l’importo complessivo di 122 miliardi 552 milioni di lire (oltre 61 milioni di euro).” Atto d’accusa sistema Fininvest-All Iberian, 2001.

pretesto 4 f pagine 126, 20


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“ Nel giro di un anno la società personale di Berlusconi compra dalla Fininvest 767 film, pagandoli poco più di 22 milioni di dollari, subito dopo rivende 702 film a Mediaset, incassando oltre 60 milioni di dollari.” Si tratta della Mercurio Srl, società personale di Berlusconi che acquista i diritti dei film Fininvest poco prima della quotazione in Borsa e della nascita di Mediaset.

“ Mi si accusa di qualcosa che non esiste. Ve lo giuro sui miei cinque figli.” Silvio Berlusconi, 20 giugno 2008.

pretesto 5 f pagine 138, 198


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Paolo Biondani Carlo Porcedda

Il Cavaliere nero

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Paolo Biondani, giornalista, sposato con Stefania, detta quella santa donna, e padre di due ragazzi meravigliosi, Andrea e Marco. Assunto nel 1990 al «Corriere della Sera», ha seguito per anni come cronista giudiziario le inchieste e i processi milanesi: Tangentopoli, Toghe sporche, indagini su Berlusconi, scandali economici, bancarotte, caso Formigoni, omicidi, terrorismo internazionale, mafia al Nord. Dal 2007 lavora come giornalista d’inchiesta nel glorioso settimanale «l’Espresso». Con Mario Gerevini e Vittorio Malagutti ha pubblicato per Chiarelettere il libro Capitalismo di rapina sulle scalate bancarie del 2005. Paga le tasse. Carlo Porcedda, giornalista freelance. Dopo dodici anni da cronista politico all’Ansa di Milano, dal 2001 sceglie la libera professione firmando articoli, reportage, videoinchieste e documentari per «D-la Repubblica delle Donne», «Quark», «El Mundo», «il venerdì di Repubblica», «l’Espresso», «il Fatto Quotidiano», Discovery Channel International. Tra i suoi recenti lavori il libro-inchiesta Lo sa il vento. Il male invisibile della Sardegna (con Maddalena Brunetti, Edizioni Ambiente 2011) dedicato alle emergenze ambientali dell’isola.


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Sommario

il cavaliere nero

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1

Prima parte. Il tesoro nascosto di Berlusconi Il tesoro rossonero

7

Dove tutto comincia 7 – I soldi nel pallone 8 – L’affare Lentini 9 – Una valigia di contanti 11 – Un forziere chiamato New Amsterdam 14 – Un fiume di denaro liquido 17 – Nero rossonero 18 – Il dream team dell’evasione 19

Nero Fininvest

22

Il fantastico mondo delle offshore

43

Tutti i soldi di Berlusconi a Craxi

54

Nero Mondadori

61

Il forziere occulto di B.

74

Paradisi offshore 22 – Il primo governo Berlusconi 23 – Fiamme gialle a Telepiù 25 – Fininvest, un’azienda innominabile 28 – Conti svuotati per sfuggire all’antimafia 30 – Governo salvaladri 32 – Tangentopoli Fininvest 34 – Mani pulite addio 36 – Il tesoro di Telepiù 40 Conti svizzeri, regia inglese 43 – Le carte segrete di mister Mills 44 – La fabbrica del nero 47 – Una Borsa parallela 50 – Pennine dei misteri 52 Una grassa risata 54 – Una tangente da 11 milioni e mezzo di euro 56 – Craxi legalizza le tv Fininvest 58 I magistrati che piacciono al Cavaliere 61 – Maxicorruzione Mondadori 64 – L’inchiesta Toghe sporche 65 – Com’è andata a finire 70 Il ritorno di mister Mills 74 – I conti spariti delle offshore 76 – Il ruolo di Paolo Del Bue 78 – L’imputato David Mills 80 – I soldi


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di famiglia 84 – Il dividendo nero della Horizon 87 – Le telefonate tra Arcore e Londra 88 – L’avvocato e il commercialista 90 – La confessione segreta 91 – La sentenza e la prescrizione «salva Mills» 93

Il sistema del nero

Il gioco delle tre carte 96 – Un tesoro da 368 milioni di dollari 99

96

Gli uomini del nero

103

Le leggi vergogna

117

I numeri della frode

126

Il grande cinema di Berlusconi

135

Seconda parte. Nero mafia L’isola del tesoro

145

La corte del Cavaliere nero 103 – Frank Agrama, l’intoccabile 104 – Lorenzano, Giraudi, Cuomo: gli intermediari 109 – Silvio Berlusconi, il «dominus» 113 – La macchina del nero 115 Al di sopra della legge 117 – Falso in bilancio addio 118 – Le norme ammazzarogatorie 119 – La ex Cirielli e gli scudi normativi 121 – La sentenza Telecinco 122 – La buccia di banana 123 – La catechesi dell’innocenza 124 Una condanna da 10 milioni 126 – I numeri del nero 126 – Tesoretto alle Bermuda per la figlia Marina 127 – Miliardi al portatore 129 – L’inarrestabile Agrama 131 Silvio l’acchiappafilm 135 – Il grande cinema della Mercurio 136 – Nasce la Videodue Srl 139

Vittorio Mangano, un mafioso ad Arcore 147 – Silvio & Marcello 149 – Cavalli stupefacenti 152 – Il fattore Cosa nostra 154 – L’Anonima sequestri 159 – Un pregiudicato per amico 162 – A nozze con i boss 164 – Soldi in nero da Milano a Palermo 167 – La spartizione con Riina 170 – Le bombe «affettuose» 175 – Carboni, Calò e la Banda della Magliana 179 – La parentesi Rapisarda 181 – Il primo uomo d’onore non si scorda mai 183 – Compleanno con i boss 186 – L’eroe della mafia e le ultime parole di Borsellino 189 – Un’estorsione consenziente 191 – Il mistero delle origini 192

Appendice 1. Sostiene Berlusconi Appendice 2. Raccontano i documenti

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«Io non ho commesso alcun reato, io non sono colpevole di alcunché, io sono innocente. Io sono assolutamente innocente.» Parola di Silvio Berlusconi. Nella più che trentennale parabola che lo ha visto passare da intraprendente costruttore edile a magnate delle televisioni sino a occupare i vertici della politica italiana, il Cavaliere di Arcore ha sempre difeso a spada tratta la propria immagine di imprenditore che ha creato un impero dal nulla. E che nulla di illecito e oscuro ha mai avuto da rimproverarsi. «Io sono assolutamente innocente.» È quello che Berlusconi ha detto e ripetuto anche dopo che, il primo agosto 2013, la Suprema Corte di cassazione lo ha dichiarato colpevole di frode fiscale. Certamente colpevole, oltre ogni ragionevole dubbio. Condanna definitiva. L’evidenza delle prove ha superato tutti i gradi di giudizio. Tre rappresentanti di altrettante procure, il giudice delle indagini e quello dell’udienza preliminare, altri tre giudici del tribunale, tre della Corte d’appello, cinque della Cassazione: sedici magistrati su sedici, a Milano e a Roma. Tutti lo hanno giudicato colpevole di essere stato «l’ideatore, l’organizzatore e il beneficiario finale di una colossale e sistematica frode fiscale». Le motivazioni della condanna definitiva dicono che Berlusconi ha organizzato e strutturato le sue aziende televisive per frodare il fisco italiano. E riversare fiumi di denaro su conti esteri «di sua proprietà personale». Conti mai dichiarati al fisco. La reazione a quella condanna è a suo modo esemplare: «Sfidando la verità, sfidando il ridicolo, sono riusciti a condannarmi a


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quattro anni di carcere, e soprattutto all’interdizione dai pubblici uffici, per una presunta ma inesistente evasione dello zero virgola, rispetto agli oltre dieci miliardi, ripeto dieci miliardi di euro, quasi ventimila miliardi di vecchie lire, versati allo Stato, dal ’94 a oggi, dal gruppo che ho fondato». La riprova del complotto – è il messaggio di Berlusconi agli italiani – sta proprio nella presunta esiguità della frode per cui è stato condannato. Un’evasione fiscale da sette milioni e trecentomila euro. Nulla, per un miliardario come lui. Ma la realtà è molto diversa dalle favole televisive. Quella frode è l’unica parte di processo che è riuscita a sopravvivere alla legge ex Cirielli, approvata nel 2005 dalla sua maggioranza parlamentare, che ha dimezzato i tempi di «prescrizione» delle accuse. Prescrizione significa che il reato c’è, l’imputato lo ha commesso, ma ha diritto a restare impunito solo per scadenza dei termini. È una delle trentotto leggi che nel corso di un ventennio hanno cancellato reati, azzerato prove, inventato scudi e immunità politiche, sospeso processi e ritardato sentenze con norme dichiarate incostituzionali. Fino a quella prima condanna, che per lui rimane «mostruosa e politica», che lo obbliga a lasciare il seggio da senatore e accettare l’affidamento ai servizi sociali in alternativa al carcere. È il 9 maggio 2014 quando, di buon mattino, Berlusconi inizia il suo primo giorno di assistenza agli anziani dell’ospizio Sacra Famiglia di Cesano Boscone. Ma in quella stessa giornata si consuma un’altra storica sconfitta giudiziaria: la Cassazione conferma e rende inoppugnabile la condanna per mafia di Marcello Dell’Utri. Dichiarato colpevole di aver fatto da mediatore, tesoriere e garante di un patto inconfessabile tra Silvio Berlusconi e Cosa nostra. Un patto con la mafia durato quasi vent’anni. Dell’Utri è amico da una vita di Berlusconi ed è stato il suo braccio destro negli affari fin dagli anni Settanta. Tra il 1993 e il 1994 è lui che ha creato e organizzato Forza Italia, il partitoazienda con cui Berlusconi ha conquistato anche il potere politico. Ancora una volta, come per la frode fiscale, sono i soldi a tradire. Pacchi di contanti prelevati dai fondi neri del Cavaliere.




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