ITALIA ANNO ZERO
“GLI ITALIANI SI DIVIDONO IN DUE CATEGORIE: QUELLI CHE LAVORANO PER BERLUSCONI E QUELLI CHE LO FARANNO.” The New York Times
“Viene un’inguaribile nostalgia per la mitica Tribuna politica: domanda, risposta, replica, risposta. Oggi sarebbe eversivo.” “Barbara Berlusconi: ‘Sono contraria al falso in bilancio’. Tutta suo padre, anche lui contrarissimo al falso in bilancio, al punto che l’ha abolito per legge.” “Bernard Madoff, ex bagnino ed ex presidente del Nasdaq: ‘Ringrazio la Corte perché mi dà la possibilità di raccontare i crimini che ho commesso e di cui mi vergogno’. Rischia fino a 150 anni di prigione. Il pm Francesco Greco ha spiegato che in Italia non sarebbe finito in galera.” In appendice: Casa Rutelli di Vauro. Tra i più recenti libri di Marco Travaglio, pubblicati da Chiarelettere: MANI SPORCHE (con Peter Gomez e Gianni Barbacetto), SE LI CONOSCI LI EVITI (con Peter Gomez), IL BAVAGLIO (con Pino Corrias, Peter Gomez, Marco Lillo); presso Garzanti: PER CHI SUONA LA BANANA e MONTANELLI E IL CAVALIERE (riedizione aggiornata). Di grande successo il suo spettacolo teatrale PROMEMORIA (testi + dvd, Promomusic). Vauro è scrittore e vignettista. Tra i suoi romanzi più recenti, nel catalogo Piemme: KUALID CHE NON RIUSCIVA A SOGNARE e IL MAGO DEL VENTO. Beatrice Borromeo è laureanda in giurisprudenza ed economia all’università Bocconi. Tra il 2006 e il 2008 ha collaborato ad Annozero. Nel 2009 ha condotto un programma su Radio 105. www.chiarelettere.it I S B N 978-88-6190-051-6
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788861 900516
15,00 In copertina: vignetta di © Vauro
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“MENO PAROLE, PIÙ FATTI: FATTI I CAZZI TOI.” Cetto La Qualunque
“Stasera parliamo di mafia, o meglio: di lotta alla lotta alla mafia.”
Marco Travaglio Vauro ITALIA ANNO ZERO
Dal 2006 al 2009, la storia in presa diretta di quello che siamo stati, e siamo, attraverso gli interventi di Marco Travaglio, le vignette di Vauro e le storie dei giovani intervistati da Beatrice Borromeo nel programma Annozero di Michele Santoro. Dalla stagione del governo Prodi al nuovo governo Berlusconi, con crisi economica (e non solo). Una finestra aperta e libera, che questo libro propone a futura memoria.
Marco Travaglio CON LA PARTECIPAZIONE DI
Vauro Beatrice Borromeo
Pamphlet, documenti, storie REVERSE
Autori e amici di
chiarelettere Michele Ainis, Avventura Urbana Torino, Andrea Bajani, Gianni Barbacetto, Stefano Bartezzaghi, Oliviero Beha, Marco Belpoliti, Daniele Biacchessi, David Bidussa, Paolo Biondani, Tito Boeri, Caterina Bonvicini, Beatrice Borromeo, Alessandra Bortolami, Giovanna Boursier, Carla Buzza, Olindo Canali, Davide Carlucci, Luigi Carrozzo, Andrea Casalegno, Antonio Castaldo, Carla Castellacci, Massimo Cirri, Fernando Coratelli, Pino Corrias, Gabriele D’Autilia, Andrea Di Caro, Franz Di Cioccio, Gianni Dragoni, Giovanni Fasanella, Massimo Fini, Fondazione Fabrizio De André, Goffredo Fofi, Massimo Fubini, Milena Gabanelli, Vania Lucia Gaito, Pietro Garibaldi, Mario Gerevini, Gianluigi Gherzi, Salvatore Giannella, Francesco Giavazzi, Stefano Giovanardi, Franco Giustolisi, Didi Gnocchi, Peter Gomez, Beppe Grillo, Guido Harari, Ferdinando Imposimato, Karenfilm, Giorgio Lauro, Alessandro Leogrande, Marco Lillo, Felice Lima, Stefania Limiti, Giuseppe Lo Bianco, Saverio Lodato, Carmelo Lopapa, Vittorio Malagutti, Antonella Mascali, Giorgio Meletti, Luca Mercalli, Lucia Millazzotto, Angelo Miotto, Letizia Moizzi, Giorgio Morbello, Loretta Napoleoni, Alberto Nerazzini, Gianluigi Nuzzi, Raffaele Oriani, Sandro Orlando, Antonio Padellaro, Pietro Palladino, David Pearson (graphic design), Maria Perosino, Renato Pezzini, Telmo Pievani, Paola Porciello (web editor), Marco Preve, Rosario Priore, Emanuela Provera, Sandro Provvisionato, Luca Rastello, Marco Revelli, Gianluigi Ricuperati, Sandra Rizza, Marco Rovelli, Claudio Sabelli Fioretti, Andrea Salerno, Laura Salvai, Ferruccio Sansa, Evelina Santangelo, Michele Santoro, Roberto Saviano, Matteo Scanni, Roberto Scarpinato, Filippo Solibello, Riccardo Staglianò, Bruno Tinti, Marco Travaglio, Elena Valdini, Concetto Vecchio, Carlo Zanda.
Marco Travaglio Vauro
Italia Annozero con la partecipazione di Beatrice Borromeo in appendice le vignette di Casa Rutelli
chiarelettere
Š Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede: Via Guerrazzi, 9 - Milano ISBN
978-88-6190-051-6
Prima edizione: maggio 2009 www.chiarelettere.it BLOG / INTERVISTE / LIBRI IN USCITA
Si ringrazia la Rai per aver concesso il permesso di riprodurre i testi e le vignette della trasmissione Annozero 2006-2009
Sommario
13
Premessa di Marco Travaglio PRIMA STAGIONE 2006-2007
Milano e l’immigrazione
17
O’ Sistema
22
Le due guerre
29
Mafie
38
Bologna: il lavoro e i precari
45
La Calabria e la ’ndrangheta
51
Vicenza: piove governo ladro
57
Processo Mills-Berlusconi
63
Padova: figli del Dio maggiore
73
Palermo: meglio dentro che fuori
78
Napoli: delitto e perdono
84
Berlusconi se ne va?
90
Roma: guerrieri della libertà
95
Vallettopoli
101
Orgoglio e pregiudizio
109
Posta prioritaria a Giulio Andreotti
Vicenza: casalinghe alla riscossa
114
Posta prioritaria a Romano Prodi
Amore mio
118
Posta prioritaria a Francesco Rutelli
Chi decide per me?
123
Posta prioritaria al Partito democratico
Afghanistan: e io pago!
128
Posta prioritaria dal mullah Omar
Vado al minimo
133
Posta prioritaria a Luca Cordero di Montezemolo
Patrioti
138
La legge Mastella sulle intercettazioni Generazione Zero: Andrew
Baroni si nasce
147
Posta prioritaria a Paul Wolfowitz Generazione Zero: Amelia
Dio salvi la famiglia
155
Posta prioritaria al cardinale Camillo Ruini
La casa è un sogno
160
Posta prioritaria a Letizia Moratti Generazione Zero: Mario Staderini
Troppo buoni?
167
Posta prioritaria a Giuliano Amato
Non commettere atti impuri
171
Posta prioritaria a Indro Montanelli
Telecom
177
Posta prioritaria a Massimo D’Alema
Cavalli di razza Posta prioritaria a Bertinotti e Marini
184
198
Dimenticare il futuro Posta prioritaria a Prodi e Berlusconi
SECONDA STAGIONE 2007-2008
Tsunami
205
Arrivano i mostri: Clemente Mastella Generazione Zero: Gianni
Va’ da’ via el cu
211
Arrivano i mostri: Giuliano Amato
A ciascuno il suo
216
Arrivano i mostri: Licio Gelli e i suoi fratelli
Ordine!
221
Arrivano i mostri: Graziano Cioni
I perdenti
225
Arrivano i mostri: Luca Cordero di Montezemolo Generazione Zero: Rosanna e Federica
A viso aperto
233
Arrivano i mostri: le Quattro Madri
Profondo Rosso
238
Arrivano i mostri: Cesare Geronzi
Il partigiano Biagi
242
Arrivano i mostri: quelli dell’estremo oltraggio Generazione Zero: Lucia, Rachele, Marina. Nipoti di Enzo Biagi
Attenti ai nostri
255
Arrivano i mostri: le commissioni d’inchiesta
Che casino?
260
Arrivano i mostri: la Tolleranza Zero
Libera o occupata Arrivano i mostri: la cosiddetta informazione
265
Un Paese senza
270
Arrivano i mostri: i controllori che non controllano Generazione Zero: Carlo
I buoni e i cattivi
277
Arrivano i mostri: tutti contro Clementina
Chi di Mastella ferisce
284
Arrivano i mostri: il complotto anti-Clemente
Ancora tu
289
Arrivano i mostri: il Contraddittorio Generazione Zero: Vittorio Emanuele
San Valentino da soli
297
Arrivano i mostri: Silvio e Walter a Porta a Porta
Tutta colpa dei verdi
303
Arrivano i mostri: Er Monnezza e i suoi fratelli Generazione Zero: Raffaele Del Giudice
Liste pulite
310
Arrivano i mostri: i diversamente onesti
Basta un poco di zucchero?
316
Arrivano i mostri: quelli che promettono la luna
Sprechi con le ali
321
Arrivano i mostri: Alitalia e Malpensa
Nel nome della Madre
326
Arrivano i mostri: camici sporchi Generazione Zero: Anita
Io voto casa
334
Arrivano i mostri: il partito Casa Nostra Generazione Zero: Oscar
Un Paese in bilico
340
Arrivano i mostri: le quinte colonne del Cavaliere
Una storia italiana Arrivano i mostri: la sinistra suicida
345
350
Ritorno a Gomorra Arrivano i mostri: la scomparsa dei fatti
355
La peggio gioventù Arrivano i mostri: quelli che il vilipendio Generazione Zero: Filippo Tommasoli
362
Se li conosci, li eviti? Arrivano i mostri: scusate la notizia
367
Un Presidente spazzino Arrivano i mostri: il cavalier Ghe Pensi Mi Generazione Zero: Augusto
TERZA STAGIONE 2008-2009
Il ritorno dei Caimani Italiani «brutta» gente I soldi sono nulla Crisi, chi paga? Le mani sul futuro Io non ho paura Domani Fannullone a chi? Il futuro che mi merito Pane e ottimismo L’isola di Obama Aiuto, la crisi! Questione morale La guerra dei bambini Giulietta chi è? Io non ti salverò Il silenzio degli innocenti
377 382 386 391 396 401 406 411 415 419 424 429 434 438 442 446 451
Eluana e Napoleone Quando finirà Arrivano i mostri Il partito che non c’è Il rosso e il nero Tutti a casa! Lacrime e rabbia
455 460 465 469 474 479 484
Casa Rutelli
491
i ta l i a a n n o z e ro
Premessa di Marco Travaglio
Questo libro nasce dalle continue richieste che abbiamo ricevuto in questi quasi quattro anni di vita di Annozero. Intorno al programma di Michele Santoro s’è creato (anzi, ricreato) un pubblico di telespettatori affezionati, quasi un club di tifosi aggrappati a una delle ultime oasi di libertà nella marea montante del regime. Un programma sgradito ai partiti di destra e di sinistra (infatti va in onda grazie a una sentenza del Tribunale del Lavoro di Roma, recentemente confermata dalla Corte d’appello che ha respinto il ricorso della Rai) e, dunque, molto gradito a una fascia sempre crescente di cittadini liberi. «Dove possiamo trovare i reportage degli inviati, le vignette di Vauro, i testi delle tue copertine, le storie dei giovani di Generazione Zero?», è la domanda ricorrente che mi sento continuamente rivolgere nei tanti incontri in giro per l’Italia. I reportage sono disponibili sul sito www.annozero.rai.it e in un libro+dvd pubblicato da Rizzoli-Bur con il meglio della prima stagione. Le vignette, i testi e le storie di Generazione Zero, eccoli raccolti in questo libro. Abbiamo iniziato a prepararlo oltre un anno fa, con Vauro e Beatrice Borromeo (che ha fatto parte della squadra nelle prime due edizioni del programma). Poi i ritardi nell’ottenere la liberatoria dalla Rai l’hanno fatto slittare a oggi. Italia Annozero raccoglie tutte le rubriche delle prime due stagioni al completo e della terza fino alla ventiquattresima puntata, l’ultima andata in onda prima che il testo fosse dato alle stampe (avvertenza: in alcune puntate ero ospite a tutti gli effetti del dibattito e dunque non tenevo la consueta rubrica); un’ampia antologia della produzione satirica di Vauro; e una selezione delle migliori testimonianze di Generazione Zero, lo spazio dedicato ai giovani nelle prime due edizioni della trasmissione.
Ringrazio – anche a nome di Vauro e di Beatrice – Michele Santoro per averci offerto questa straordinaria opportunità professionale e umana, chiamandoci a partecipare a un’avventura avvincente e arricchente su Rai2; tutti i dirigenti, i colleghi e gli amici che fanno e hanno fatto parte della squadra di Annozero; e soprattutto i milioni di telespettatori che ci hanno seguiti fedelmente in questi quattro anni: senza di loro il nostro lavoro, e quindi questo libro, sarebbero stati impossibili. P.S. In appendice troverete l’intera sequenza di «Casa Rutelli», la fortunata serie nata dal pennarello velenoso di Vauro (insieme ad altre, come la saga di «Dalemik» e di «Madre Mastella di Calcutta»). Sparpagliarla qua e là nelle varie pagine del libro ci pareva delittuoso. Molto meglio concentrarla in uno spazio tutto suo. Non s’interrompe un’emozione.
PRIMA STAGIONE 2006-2007
Milano e l’immigrazione
Gli extracomunitari che arrivano in Italia, a parte i rifugiati politici, si dividono in due categorie. Quelli che vengono per lavorare e quelli che vengono per delinquere. Lo Stato italiano questa distinzione l’ha ben presente: infatti, grazie alla legge Bossi-Fini, punisce chi viene per lavorare e premia chi viene per delinquere. George e sua moglie Ileana, romeni, vengono per lavorare. Ma, per venire, devono già avere un lavoro. Un paradosso: per trovare un lavoro bisognerebbe prima venire in Italia a cercarlo, ma la Bossi-Fini vieta di entrare in Italia a chi non ha un lavoro. Un controsenso. Per George è più facile: fa il muratore e trova lavoro a distanza, grazie a un connazionale che sta già qui. Per Ileana è impossibile: vorrebbe fare la badante, ma nessuno si mette in casa una badante per farle assistere un anziano o un disabile, senza prima averla vista in faccia e averla
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Italia Annozero
messa alla prova per un po’. Puta caso che sia la nipote di Dracula, non si sa mai. Ma la Bossi-Fini non prevede periodi di prova. Lei tenta di entrare lo stesso: supera il «collaudo», assiste per mesi una teologa paralizzata dalla sclerosi multipla nella sua casa sulle colline di Orvieto. I carabinieri vengono avvertiti, il contratto e il nullaosta sono pronti, pare che si possa mettere tutto in regola. Ma non è così: una mattina la portano via e la rimpatriano. È entrata da clandestina, non importa se poi ha trovato lavoro. Se ne deve tornare in Romania. Per questo, molti che vorrebbero entrare regolarmente per lavorare sono costretti a entrare clandestinamente: c’è una legge che li costringe a violare la legge.
Mohamed, marocchino, fa parte di una gang di spacciatori di droga. L’organizzazione gli pianifica il viaggio in Italia. Lui dovrà distruggere il passaporto, se ce l’ha, e la carta d’identità, inventarsi un falso nome e una falsa nazionalità: così, se lo fermano, nessuno saprà chi è né da dove viene. In questo modo sarà molto più difficile espellerlo, visto che nessun paese lo rivorrà indietro. Da anni i giudici chiedono pene severe per chi dà false generalità: è gravissimo che decine di migliaia di persone circolino per l’Italia senza che si sappia chi sono e da dove vengono. Bisognerebbe spaventarli con pene pesanti per costringerli a dire la verità. Oggi invece rischiano fino a tre anni di reclusione, che in concreto, col patteggiamento o col rito abbreviato, si riducono a pochi mesi, che non si scontano
Prima Stagione. 2006-2007
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in carcere. L’arresto non è consentito, e nemmeno la custodia cautelare. Insomma, fornire false generalità conviene. La polizia ferma Mohamed per un controllo: «Documenti?». «Non li ho.» Lo denunciano: la Bossi-Fini punisce con l’arresto fino a sei mesi chi non esibisce i documenti «senza giustificato motivo». Ma il giovanotto resta a piede libero, perché il reato non prevede la custodia cautelare. E non si può accompagnarlo subito alla frontiera, perché ha diritto a una serie di ricorsi. A questo punto, o sparisce, o va al processo. Se ci va, quando il giudice gli chiede se avesse un giustificato motivo per non esibire i documenti, risponde: «Certo: non li ho esibiti perché non li ho, mi pare un motivo più che giustificato». Di solito il giudice non può obiettare nulla e l’assolve. A volte lo condanna, ma la sanzione è irrisoria ed esce subito: c’è la sospensione condizionale della pena, e comunque le pene si scontano in carcere solo se superano i tre anni. A questo punto, o lo liberano, o lo portano in un Cpt per identificarlo e poi espellerlo. Intanto gli prelevano le impronte digitali: così, se lo riprendono, si sa che è lui e, se lo fermano una seconda volta senza documenti, rischia fino a cinque anni. Cioè di andare in carcere. Così fa come fanno in tanti: si brucia i polpastrelli delle dita con l’acido, per cancellare le impronte, e cambia città: da allora sarà impossibile identificarlo.
Se invece lo portano in un Cpt e alla fine lo espellono, può rientrare con un’altra identità e ricominciare da capo. Come se fosse sem-
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Italia Annozero
pre la prima volta. Ma c’è una terza possibilità: lo espellono, ma lui non se ne va. In questo caso, commette un reato: mancata ottemperanza al provvedimento di espulsione senza giustificato motivo. Ma, se lo scoprono, lui può farsi assolvere sostenendo che, non avendo una lira, non può pagarsi il viaggio e questo è un motivo giustificatissimo. Se invece il giudice non gli crede e lo condanna, la pena è talmente bassa da non prevedere il carcere. Comunque, tutti i clandestini che hanno commesso delitti fino a maggio di quest’anno, quelli già condannati, quelli imputati e quelli ancora da scoprire, beneficiano dell’indulto di tre anni: come se non avessero fatto nulla. Possono ricominciare da zero. L’indulto, votato dal centrosinistra meno Di Pietro più Forza Italia e Udc, ha già liberato 21mila detenuti: da riempirci uno stadio di serie A. Ottomila sono extracomunitari, quasi tutti clandestini, rimessi a piede libero con il loro sacchetto di plastica vuoto. Nessuna alternativa se non tornare a delinquere. Le forze dell’ordine che avevano speso energie enormi per scovarli e identificarli dovranno ricominciare tutto da capo. Fra i miracolati dall’indulto c’è anche la signora eritrea Ganet Tewide Bahare, meglio conosciuta come «Madame Gennet», la regina dei mercanti di schiavi dall’Africa: il 20 agosto 2006 è uscita dal carcere di Agrigento dov’era reclusa da due anni e sei mesi e doveva rimanere altri due anni e otto mesi. Era descritta dalle sue vittime come una «donna dagli occhi di ghiaccio e senza scrupoli». Era accusata di gestire il traffico di immigrati in partenza dalla Libia, che tante centinaia di morti è costata sulle zattere nel Mediterraneo. Potrà ricominciare indisturbata. L’indulto ha pensato anche agli stranieri vittime del razzismo: infatti sono esclusi dallo sconto di pena i reati a sfondo razziale. L’omicidio, invece, è compreso. Risultato: per chi ha insultato uno straniero dicendogli «sporco negro», niente indulto. Per chi invece lo straniero l’ha ammazzato direttamente, l’indulto c’è eccome. Il 7 ottobre 2003 Gianfranco Fini aveva avuto una buona idea: concedere il diritto di voto, almeno alle elezioni amministrative, agli immigrati col permesso di soggiorno anche prima che diventino cittadini italiani. Non se n’è più saputo nulla. Comunque Ignazio La Russa aveva precisato che la proposta riguardava solo gli immigrati senza condanne e senza processi in corso. Giusto. Però nel
Prima Stagione. 2006-2007
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Parlamento italiano ci sono ottantaquattro fra condannati, imputati, indagati e prescritti. Il messaggio è chiaro: l’extracomunitario dev’essere incensurato per avere l’onore di eleggere dei pregiudicati. In quale lingua gliela spieghiamo, una stranezza del genere? E poi dicono che la satira è morta. (14 settembre 2006 )