La Colata

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Luca Mercalli, meteorologo

Antonio Massari, quarantuno anni, barese, scrive per “il Fatto Quotidiano” e ha collaborato con “la Repubblica”,“La Stampa”, “il manifesto”, “l’Unità”, “L’espresso”. Ha pubblicato IL CASO DE MAGISTRIS (Aliberti 2008) e CLEMENTINA FORLEO, UN GIUDICE CONTRO (Aliberti 2009).

Giuseppe Salvaggiulo, trentatré anni, pugliese, ha lavorato nelle redazioni di “Libero” e “Il Giornale”. Dal 2008 si è trasferito a Torino e lavora a “La Stampa”, dove si occupa di cronaca, politica e società. Nel 2009 ha pubblicato FLOP. BREVE MA VERIDICA STORIA DEL PD (Aliberti Castelvecchi).

“INDIGNATEVI, RAPIDAMENTE. NON LASCIATE CHE DETURPINO IL VOSTRO BENE PIÙ PREZIOSO, IL TERRITORIO... CHIAMATE A RACCOLTA TUTTI.”

Marco Preve, quarantasei anni, è nato a Torino ma vive e lavora a Genova da quasi vent’anni come giornalista de “la Repubblica”. Cura quotidianamente su internet un blog dal titolo “Trenette e mattoni” all’indirizzo www.preve.blogautore.repubblica.it.

Andrea Garibaldi, cinquantacinque anni, romano, ha lavorato per vent’anni a “Il Messaggero”. Dal 2004 è inviato speciale per il “Corriere della Sera” e si occupa prevalentemente di politica nazionale. Ha pubblicato QUI COMINCIA L’AVVENTURA DEL SIGNOR con Roberto Giannarelli e Guido Giusti (La Casa Usher 1984), la biografia di Enrico Lucherini e Matteo Spinola C’ERA QUESTO C’ERA QUELLO (Mondadori 1984) e PIOMBO E CARTA, CRONACHE DA SARAJEVO ASSEDIATA (Protagon 1994).

Garibaldi Massari Preve Salvaggiulo Sansa LA COLATA

Ferruccio Sansa, quarantuno anni, giornalista a “Il Messaggero”, “la Repubblica”, “La Stampa”, è ora inviato de “il Fatto Quotidiano”. Con Luigi Offeddu ha scritto i libri-inchiesta RAGAZZI DI SATANA (Rizzoli-Bur 2005) e MILANO DA MORIRE (Rizzoli-Bur 2007). Con Marco Preve IL PARTITO DEL CEMENTO (Chiarelettere 2008).

15,60 Progetto grafico: David Pearson www.davidpearsondesign.com

www.chiarelettere.it I S B N 978-88-6190-108-7

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788861 901087

LA

COLATA

IL PARTITO DEL CEMENTO

CHE STA CANCELLANDO

L’ITALIA E IL SUO FUTURO Garibaldi Massari Preve Salvaggiulo Sansa •

L’Italia è uno dei paesi più belli al mondo. Ha la maggiore concentrazione di beni culturali e centri storici, le più famose città d’arte. Tutto questo è la nostra ricchezza. Rischiamo di perderla, per sempre. Il PARTITO DEL CEMENTO avanza e non lo ferma più nessuno. Dal nord al sud la febbre del mattone coinvolge banchieri, cardinali, sindaci, deputati di destra e di sinistra. Tutti vogliono guadagnarci, a partire dai Comuni. Così la ricchezza degli italiani vola via. Pensate che tra il 1990 e il 2005 sono stati divorati 3,5 milioni di ettari, cioè una regione più grande di Lazio e Abruzzo messi insieme (la Liguria tra il 1990 e il 2005 si è mangiata quasi la metà del territorio ancora libero!). Il tutto a un ritmo di 244.000 ettari all’anno (in Germania 11.000 all’anno). Ciò nonostante troppi italiani sono senza casa perché mancano gli alloggi “sociali” (solo il 4 per cento sul totale contro il 18 per cento della Francia, il 21 per cento del Regno Unito). Intanto 5500 comuni su 8000 sono a rischio di dissesto idrogeologico. I soldi per il ponte di Messina ci sono, per le frane no. Gli autori di questo libro sono andati a vedere l’ITALIA COM’È e la raccontano: la SARDEGNA di nuovo in mano agli speculatori, le LANGHE trasformate in shopville, l’invasione di seconde case sulle ALPI (costruiscono persino sulla Marmolada!), il BRENTA violentato, gli affari della CHIESA nelle CITTÀ LIGURI, le grandi operazioni di Ligresti e dei soliti noti a MILANO, di Caltagirone e dei soliti noti a ROMA, la storia triste di BAGNOLI. Neanche SIENA e FIRENZE vengono risparmiate. E ritorna la febbre da stadi e autodromi, nuove occasioni per ulteriori speculazioni. Ma cosa gliene viene agli italiani di tutto questo? Meno male che non tutti abbassano la testa. COMITATI DI CITTADINI si stanno formando in Veneto, Toscana, a Milano, in tanti centri grandi e piccoli. La legge del 1986 che stabilisce le norme per danno ambientale è dalla loro. Per questo adesso molti la vogliono cambiare.



principio attivo Inchieste e reportage


Michele Ainis, Avventura Urbana Torino, Andrea Bajani, Bandanas, Gianni Barbacetto, Stefano Bartezzaghi, Oliviero Beha, Marco Belpoliti, Daniele Biacchessi, David Bidussa, Paolo Biondani, Nicola Biondo, Tito Boeri, Caterina Bonvicini, Beatrice Borromeo, Alessandra Bortolami, Giovanna Boursier, Dario Bressanini, Carla Buzza, Andrea Camilleri, Olindo Canali, Davide Carlucci, Luigi Carrozzo, Andrea Casalegno, Antonio Castaldo, Carla Castellacci, Massimo Cirri, Fernando Coratelli, Carlo Cornaglia, Roberto Corradi, Pino Corrias, Andrea Cortellessa, Riccardo Cremona, Gabriele D’Autilia, Vincenzo de Cecco, Luigi de Magistris, Andrea Di Caro, Franz Di Cioccio, Gianni Dragoni, Giovanni Fasanella, Davide Ferrario, Massimo Fini, Fondazione Fabrizio De André, Goffredo Fofi, Massimo Fubini, Milena Gabanelli, Vania Lucia Gaito, Pietro Garibaldi, Claudio Gatti, Mario Gerevini, Gianluigi Gherzi, Salvatore Giannella, Francesco Giavazzi, Stefano Giovanardi, Franco Giustolisi, Didi Gnocchi, Peter Gomez, Beppe Grillo, Dalbert Hallenstein, Ferdinando Imposimato, Karenfilm, Giorgio Lauro, Alessandro Leogrande, Marco Lillo, Felice Lima, Stefania Limiti, Giuseppe Lo Bianco, Saverio Lodato, Carmelo Lopapa, Vittorio Malagutti, Antonella Mascali, Giorgio Meletti, Luca Mercalli, Lucia Millazzotto, Alain Minc, Angelo Miotto, Letizia Moizzi, Giorgio Morbello, Loretta Napoleoni, Natangelo, Alberto Nerazzini, Gianluigi Nuzzi, Raffaele Oriani, Sandro Orlando, Antonio Padellaro, Pietro Palladino, Gianfranco Pannone, David Pearson (graphic design), Maria Perosino, Simone Perotti, Roberto Petrini, Renato Pezzini, Telmo Pievani, Paola Porciello (web editor), Mario Portanova, Marco Preve, Rosario Priore, Emanuela Provera, Sandro Provvisionato, Sigfrido Ranucci, Luca Rastello, Marco Revelli, Piero Ricca, Gianluigi Ricuperati, Sandra Rizza, Marco Rovelli, Claudio Sabelli Fioretti, Andrea Salerno, Laura Salvai, Ferruccio Sansa, Evelina Santangelo, Michele Santoro, Roberto Saviano, Matteo Scanni, Roberto Scarpinato, Filippo Solibello, Riccardo Staglianò, Luca Steffenoni, theHand, Bruno Tinti, Marco Travaglio, Elena Valdini, Vauro, Concetto Vecchio, Carlo Zanda, Carlotta Zavattiero.

Autori e amici di

chiarelettere


Prima che il degrado diventi irreversibile

“ Il cemento, piĂš di ogni altro affare, mette insieme tutto e tutti. Ed espelle i pochi corpi estranei.â€?

pretesto 1 f pagina 26

iii


iv

La colata

“ L’unico modo per farmi tacere è ammazzarmi.” Peppino Basile, consigliere comunale e provinciale per l’Italia dei valori a Ugento. Ucciso con 19 coltellate nel 2008. Si batteva contro la speculazione edilizia sulle coste salentine.

“ Noi, con il nostro studio, ogni anno rinunciamo a due, tre progetti. Meglio lavorare meno, ma essere fedeli al proprio spirito … L’interesse di cui l’architetto deve tenere conto è quello pubblico, della città.” Renzo Piano, architetto.

pretesto 2 f pagine 370, 67


Prima che il degrado diventi irreversibile

“ Il 20 per cento del patrimonio edilizio è fatto di seconde e terze case, tirate su a spese della natura per restare vuote dieci-undici mesi l’anno.”

“ Mi sembrano matti tutti… per vincere le elezioni si parla dello stadio a Castello… cazzo, e mandiamo lì 1500 appartamenti… boh…” Andrea Bottinelli, presidente del Consorzio Castello, sul nuovo stadio di Firenze voluto da Della Valle e dall’ex sindaco Domenici all’interno di un progetto che comprende la costruzione di appartamenti, alberghi, uffici. L’area viene sequestrata dalla magistratura nel 2008.

pretesto 3 f pagine 8, 429-430


vi

La colata

“Evitiamo di dire che si fa una speculazione edilizia. Le aziende per sopravvivere devono guadagnare. Non siamo la Banca d’Italia…” Salvatore Ligresti, che sta costruendo il centro d’eccellenza Cerba di biotecnologie nel Parco Sud di Milano e punta attraverso le sue società alla valorizzazione di cascine e aree verdi alla periferia della città.

“Uno dei fini dell’istituto è di produrre il maggior reddito possibile … Ecco perché l’istituto ha avviato in questi anni alcune operazioni immobiliari.” Pietro Tartarotti, soprannominato “don cento milioni”, il sacerdote che presiede l’Istituto di sostentamento del clero di Savona.

pretesto 4 f pagine 172, 224


Prima che il degrado diventi irreversibile

vii

“ Negli ultimi dieci anni in Campania sono state realizzate 60.000 case abusive, alla media di 6000 ogni anno, 16 al giorno … A Ischia ci sono 120.000 vani abusivi su una popolazione di 60.000 abitanti.” Fonte: Legambiente.

“Da Totò Riina e Bernardo Provenzano ai casalesi. Chi aveva in mano il calcestruzzo ha vinto la lotta per il potere.”

pretesto 5 f pagine 178, 84


Š Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede: Via Guerrazzi, 9 - Milano isbn 978-88-6190-108-7 Prima edizione: giugno 2010 www.chiarelettere.it blog / interviste / libri in uscita


Andrea Garibaldi Antonio Massari Marco Preve Giuseppe Salvaggiulo Ferruccio Sansa

La colata a cura di Ferruccio Sansa

chiarelettere


Ferruccio Sansa, quarantuno anni, dopo la laurea in legge e la scuola di giornalismo di Milano è approdato a «Il Messaggero». Dal 2000 è passato a «la Repubblica», prima a Roma poi a Milano. È stato quindi inviato de «Il Secolo xix» e «La Stampa», e dal 2010 de «il Fatto Quotidiano». Ha pubblicato la raccolta di racconti Se ci fossimo parlati (De Ferrari 2001). Ha collaborato ad «Airone», «Bell’Italia», Radiopopolare, «The Guardian» e «Micromega». Con Luigi Offeddu ha scritto i libri-inchiesta Ragazzi di Satana (Rizzoli-Bur 2005) e Milano da morire (Rizzoli-Bur 2007). Infine è arrivato Il partito del cemento (Chiarelettere 2008), scritto con Marco Preve, che ha rivelato l’intreccio perverso tra politica e finanza intorno al mattone. La prima reazione è stata di rabbia, di dolore di fronte al degrado dell’ambiente, non solo naturale, ma anche civile. Il libro è stato però anche l’occasione per incontrare quegli italiani che si impegnano per salvare il loro paese. La colata nasce da questa speranza. La gratitudine degli autori va anche a chi, dopo Il partito del cemento, ha cercato di ostacolare il loro lavoro, spingendoli così ad andare avanti. Andrea Garibaldi, cinquantacinque anni, romano. Laureato in lettere moderne, ha lavorato per vent’anni a «Il Messaggero», dove è stato cronista, inviato speciale e vicecapo della cronaca di Roma. Come inviato ha seguito fra l’altro il terremoto dell’Irpinia, la strage alla stazione di Bologna, l’evoluzione politica dei paesi dell’Est dopo la caduta del muro di Berlino e le varie fasi della guerra nella ex Iugoslavia. Nel 1998 è stato chiamato al «Corriere della Sera» per dirigere la cronaca di Roma. Dal 2004 è inviato speciale per il «Corriere» e si occupa prevalentemente di politica nazionale. Ha pubblicato Qui comincia l’avventura del signor (con Roberto Giannarelli e Guido Giusti, La Casa Usher 1984), la biografia di Enrico Lucherini e Matteo Spinola C’era questo c’era quello (Mondadori 1984) e Piombo e carta, cronache da Sarajevo assediata (Protagon 1994), con testimonianze dirette di quattordici giornalisti. Marco Preve, quarantasei anni, è nato a Torino ma vive e lavora a Genova da quasi vent’anni come giornalista di «la Repubblica». Ha iniziato come corrispondente di provincia, poi come cronista di nera e da tempo si occupa principalmente di giudiziaria e inchieste tra affari, politica, speculazione edilizia e urbanistica. Ha seguito i delitti del serial killer Donato Bilancia, poi le giornate del G8 del 2001 e i processi che ne sono seguiti, e ancora i principali scandali in Liguria, specialmente quelli legati al porto di Genova e al casinò di Sanremo. È interessato, anche come fenomeno sociale, alle battaglie dei comitati e delle associazioni ambientaliste. Collabora con «Micromega» e «L’espresso». Per Chiarelettere ha scritto nel 2008 assieme a Ferruccio Sansa Il partito del cemento. Cura quotidianamente su internet un blog dal titolo «Trenette e mattoni» all’indirizzo www.preve.blogautore.repubblica.it, diventato luogo di denuncia e approfondimento di questioni legate alla devastazione del territorio della Liguria e alle malefatte di amministratori, banchieri e imprenditori. Giuseppe Salvaggiulo, trentatré anni, pugliese. Nel 1998 ha vinto il concorso de «Il Foglio» per aspiranti giornalisti. Primo articolo sul «Corriere del Mezzogiorno»: un’inchiesta sulla speculazione edilizia attorno alla valle dei dinosauri di Altamura. Ha scritto anche per «Diario», «Internazionale», «Controcampo». Dopo la laurea in giurisprudenza a Roma, si è specializzato all’Istituto per la formazione al giornalismo di Milano. Ha lavorato nelle redazioni di «Libero» e «Il Giornale». Dal 2008 si è trasferito a Torino


e lavora a «La Stampa», dove si occupa di cronaca, politica e società e ha seguito, tra l’altro, gli scontri etnici di Rosarno. Con un’inchiesta sull’inquinamento in Abruzzo provocato dalla discarica abusiva più grande d’Europa ha vinto nel 2008 il premio Paone per il giornalismo ambientale. Nel 2009 ha scritto il suo primo libro: Flop. Breve ma veridica storia del Pd (AlibertiCastelvecchi). Antonio Massari, quarantuno anni, barese. Scrive per «il Fatto Quotidiano» e ha collaborato con «la Repubblica», «La Stampa», «il manifesto», «l’Unità», «L’espresso», «Diario» e «Micromega». Ha seguito le principali inchieste giudiziarie degli ultimi anni, dalla vicenda De Magistris ai coinvolgimenti di Berlusconi nel caso D’Addario, pubblicando in esclusiva, con il settimanale «L’espresso», i nastri delle conversazioni tra il premier e la donna barese. Si è occupato di varie vicende di attualità, dagli scandali sulla Protezione civile legati agli appalti alle pressioni di Berlusconi sulla Rai per chiudere Annozero, pubblicate in esclusiva su «il Fatto Quotidiano». Ha pubblicato due libri per la casa editrice Aliberti: Il caso De Magistris (2008) e Clementina Forleo, un giudice contro (2009).


Avvertenza Tutte le persone citate a vario titolo nel libro sono da ritenersi non colpevoli fino a sentenza definitiva. Nel caso sopraggiungessero nuovi riferimenti e precisazioni sulle vicende e le persone citate nel libro, l’editore è disponibile ad apportare eventuali modifiche al testo sul sito della casa editrice www.chiarelettere.it.


Sommario

la colata Questo libro

3

Prima che il degrado diventi irreversibile

7

un modello italiano Un milione di stanze in più. La ricetta fantasma di Berlusconi contro la crisi Sardegna 1. Il partito del cemento, Soru sconfitto Sardegna 2. Bertolaso e il Cavaliere Maledette archistar. Grandi firme, grandi speculazioni Il calcestruzzo. L’oro grigio delle mafie

15 17 25 53 67 83

le mani sulle città e l’assalto alla campagna

105

Roma 1. I nomi che contano e i nuovi non luoghi Roma 2. La città dello sport e la maledizione del nuovo piano regolatore Milano. Ligresti alla conquista del Parco Sud Napoli. La piaga degli abusi e la bonifica di Bagnoli rimandata Crotone. La città-discarica Genova. Gli affari della Chiesa nelle città liguri Siena. Le contrade del cemento Veneto. La bolla di cemento del Brenta Ivrea. L’invasione di Mediapolis

107 123 155 177 209 213 233 249 277


i luoghi del dissesto

285

L’Aquila. Lezioni da un terremoto Sanremo. Il miracolo della frana edificabile Toscana. Le campagne cementificate Cavallerizzo. La frana e la new town

287 297 303 311

il cemento delle vacanze

319

Le Langhe. I signori dell’outlet Le Alpi. Seconde case offresi Marmolada. Il resort sul ghiacciaio Puglia. L’assalto a Santa Maria di Leuca Marsala. Un albergo di lusso nella riserva dello Stagnone La Corsica contro il cemento di Sarkozy

321 331 349 359 377 383

con la scusa dello sport

389

L’Italia scende in pista. I nuovi autodromi Da Salerno a Torino. La febbre da stadio

391 419

il partito unico dell’asfalto

439

Autostrade. Nel dubbio si inaugura Lombardia. Una ragnatela di nuove strade Mestre-Civitavecchia. L’autostrada che piace a tutti (i partiti) Livorno-Civitavecchia. Autogrill al posto delle cascine maremmane Piemonte-Liguria. L’autostrada di Scajola

441 447 463

epilogo

495

Opzione zero cemento

497

indici

507

Indice dei nomi Indice dei luoghi

509 517

475 483


Ho sempre pensato, come qualsiasi persona normale, che dietro a chi scrive ci debba essere necessitĂ di scrivere, libertĂ , autenticitĂ , rischio. Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari



la colata



Questo libro

Questo libro è un viaggio attraverso l’Italia, ma anche dentro di noi che ci viviamo. Dal Nord al Sud, dalla rabbia alla speranza. È vero, il titolo La colata può far pensare a un’inchiesta che non lascia spiragli di luce. Forse davvero questo era il nostro stato d’animo al momento della partenza. Ma dopo migliaia di chilometri, dopo aver toccato centinaia di paesi in tutte le regioni, ci siamo resi conto della straordinaria ricchezza – ambientale, ma anche umana – ancora viva nel nostro paese. Un viaggio cominciato nel 2008 in Liguria con Il partito del cemento e continuato in seguito nel resto d’Italia. Nel nostro zaino c’era La lunga strada di sabbia, il diario che Pasolini scrisse nel 1959 seguendo sulla sua Millecento le coste italiane. E poi Viaggio in Italia, il volume di Piovene che ne scattò un’immagine negli anni straordinari del secondo dopoguerra. Ma anche oggi l’Italia attraversa un momento decisivo, incerta com’è su che cosa voglia essere e dove voglia andare. E il paesaggio, l’ambiente sono lo specchio in cui si riflette questa confusione. L’Italia, come mai forse prima d’ora, è a un punto di non ritorno. È ancora uno dei luoghi più belli del mondo. Ma il legame con questa terra non deve farci tacere la realtà, anzi, ci impone di denunciarla: la colata di cemento che sta per riversarsi sul paese rischia di rovinarlo per sempre. Se tacessimo di fronte allo scempio ne saremmo complici, come popolo e come singoli individui. È il momento di dire «no», adesso o mai più, perché presto, nel giro di una manciata di anni, sarà davvero troppo tardi. Il danno sarà definitivo, irreversibile. E non riguarderà soltanto il patrimonio naturale. Perché, lo abbiamo toccato con mano nel nostro viaggio, il degrado ambientale si accompagna sempre a quello umano. Difficile dire quale sia la causa e quale la conseguenza.


La colata

Il cemento non devasta soltanto le città, non si mangia soltanto coste incontaminate e boschi secolari. È il catalizzatore di tante passioni e desideri, proprio come scriveva Italo Calvino ne La speculazione edilizia. Non siamo più di fronte alla fame di case che diede impulso alla devastazione del dopoguerra. Oggi il cemento ingrossa le tasche di pochi e impoverisce tutti noi. Ci illude con il miraggio dell’occupazione, tacendo però che si tratta di posti di lavoro poco qualificati e di breve durata. Ci inganna con la promessa dello sviluppo turistico, fingendo di ignorare che un’Italia guastata dal cemento non potrà reggere il confronto con altri paesi ben più attenti a conservare il loro patrimonio. Non sono i posti letto nelle schiere dei condomini ad attirare i turisti, ma le ricchezze culturali e ambientali. Ma il cemento è anche il perno intorno a cui ruota l’alleanza malsana tra imprenditori spregiudicati e politici pronti a tradire la loro fondamentale missione di rappresentanti dei cittadini. È il luogo di scambio dove il bene comune viene barattato con interessi privati e di parte. Troppi, davvero troppi governanti e amministratori di centrosinistra e centrodestra si dimostrano disponibili a svendere la nostra Italia, ignorando le conseguenze – parliamo di vite umane – che il degrado del territorio porta con sé. Ma un ponte sullo Stretto, una nuova autostrada costano più di quei quattro miliardi di euro che basterebbero per mettere in sicurezza tutto il territorio italiano. La parola «ambiente» è sparita dai programmi politici, quasi fosse uno snobistico capriccio di pochi palati fini. Invece ambiente significa qualità della vita, soprattutto per i cittadini più indifesi, gli anziani e i bambini. Le città, i paesi dove viviamo sono il nostro destino comune. Basta viaggiare lungo l’Italia per incontrare storie amare di speculazione. Noi ne abbiamo raccontate decine. Altre centinaia però sono finite nei nostri taccuini. Ma qui è arrivata la sorpresa: ogni progetto disinvoltamente appoggiato da imprenditori e amministratori ha suscitato le reazioni di migliaia di cittadini. Così il nostro viaggio attraverso le devastazioni del cemento è diventato anche un percorso alla ricerca di un’Italia che ha ancora voglia di battersi per la propria identità. Un percorso prima di tutto umano. E di nuovo ci è stato vicino Pasolini, che in quella lontana estate del 1959 descrisse l’Italia partendo dalle persone. «Forìo: ragazzaglia e sole, un bianco che acceca. L’interno, con l’Epomeneo opaco, informe. A Panza


Questo libro

stanno preparando luminarie, archi di lampadine, tra le bicocche di un paese senza villeggianti, beduino. Su ogni muretto c’è qualcuno che dorme, con facce da zingaro». Case, montagne e insieme uomini e donne come elementi di un unico paesaggio. L’ambiente, insomma, si riflette nei nostri occhi. In fondo ne facciamo parte anche noi, insieme alle persone incontrate nel nostro viaggio. Le testimonianze che abbiamo raccolto ci hanno parlato del Veneto che non si arrende alla speculazione, delle Langhe che non intendono cancellare le tracce di Fenoglio, della Liguria e della Toscana dove nascono decine di comitati, della Sardegna che non vuole svendere le coste e la propria identità, della Sicilia che denuncia il dominio della mafia nella produzione del calcestruzzo. Uomini e donne che spesso non hanno trovato sponde nella politica ufficiale, ma che hanno deciso di partecipare alla vita civile e di mettersi in gioco, ben sapendo che dovranno confrontarsi con poteri assai più forti di loro. Persone, insomma, che si stanno riappropriando del loro ruolo di cittadini e vogliono far sentire la loro voce, consapevoli, per dirla con Pasolini, di «non aver alle spalle alcuna autorevolezza: se non quella che mi proviene dal non averla e dal non averla voluta». La colata non è soltanto un libro sul cemento. È anche, lo ripetiamo, un viaggio attraverso l’Italia. Piovene parlava di «speculazioni edilizie nate dal poco amore». Ecco, una cosa speriamo di trasmettere al lettore: questo libro-denuncia non nasce dal disamore per la nostra terra, anzi, è proprio il contrario. E ci auguriamo che chi ci legge arrivi alla fine magari con rabbia, ma anche con speranza. Ma per sperare bisogna sapere.





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