Trotsky è molte cose. Non è solo una mente, è anche un corpo, è passione e anche irruenza, raramente senso del limite. Capace di grandi intuizioni – è l’unico tra i rivoluzionari russi a capire, già nel 1906, come la Russia possa fare il salto politico e aprire il ciclo delle rivoluzioni socialiste – ma anche innamorato della sua intuizione al punto da trasformarla in un canone, da ridurla a «regola», smarrendo così quella sensibilità per il concreto, per la realtà reale, che gli aveva fatto comprendere, prima di tutti, le possibilità del futuro.
L’intelligenza alle volte fa velo alle persone, impedisce loro di cogliere ciò che la realtà comunica, perché le lascia imbozzolate nella stima di sé. Anche per questo la vicenda biografica e politica di Trotsky è esemplare e tuttavia anche molto umana. Vera.