Senz'anima

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Un ritratto dell’Italia contemporanea, un paese privo di principi, di valori condivisi che non siano il Dio Quattrino, inguaribilmente volgare, senza dignità e onore, spietato senza essere virile, femmineo ma non femminile, corrotto, intimamente mafioso, devastato nel suo straordinario paesaggio, naturale, urbano, artistico, che lo ingentiliva insieme alla sua gente. Una parodia di democrazia sequestrata dai partiti e dai suoi mediocri esponenti che la violentano, la abusano, la stuprano a comodo loro. SENZ’ANIMA fotografa uno spazio, mentale, antropologico, politico, quello dell’Italia degli ultimi trent’anni, seguendo l’avventura giornalistica di Massimo Fini, uomo senza appartenenze, dal mitico “Europeo” all’“Indipendente” fino al “Fatto Quotidiano”. Della penna dissacrante di Fini non potevano mancare le “stroncature” e anche i ritratti (mai disgiunti, questi, da una dolente pietas) dei personaggi – da Craxi a Martelli, da Cossiga a Berlusconi, da Gardini a Scalfari, da Costanzo a Vespa – che hanno contribuito a conciare l’Italia così com’è. Massimo Fini, scrittore e giornalista, è autore di molti libri di successo, ancora oggi ristampati. Tra i più recenti, editi da Marsilio, ricordiamo: IL DENARO. “STERCO DEL DEMONIO” (1998), DI(ZION)ARIO EROTICO. MANUALE CONTRO LA DONNA A FAVORE DELLA FEMMINA (2000), NIETZSCHE. L’APOLIDE DELL’ESISTENZA (2000), IL VIZIO OSCURO DELL’OCCIDENTE (2002), SUDDITI. MANIFESTO CONTRO LA DEMOCRAZIA (2004), IL RIBELLE. DALLA A ALLA Z (2006), RAGAZZO. STORIA DI UNA VECCHIAIA (2008). Nel 2009 è uscito, sempre per Marsilio, il suo primo romanzo, IL DIO THOTH. È stato anche autore e attore della pièce CYRANO, SE VI PARE..., regia di Eduardo Fiorillo.

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Massimo Fini SENZ’ANIMA

“IL DIO FA IMPAZZIRE COLORO CHE VUOL PERDERE.” Euripide

“SONO CONVINTO CHE QUANDO GLI STORICI VALUTERANNO L’ATTUALE ITALIA DEMOCRATICA LA CONSIDERERANNO LA PEGGIORE DELLA SUA PUR LUNGA STORIA.” Massimo Fini

Cyan Magenta Giallo Nero

SENZ’ ANIMA ITALIA 1980--2010

Massimo Fini



Pamphlet, documenti, storie REVERSE


Autori e amici di

chiarelettere Michele Ainis, Avventura Urbana Torino, Andrea Bajani, Bandanas, Gianni Barbacetto, Stefano Bartezzaghi, Oliviero Beha, Marco Belpoliti, Daniele Biacchessi, David Bidussa, Paolo Biondani, Tito Boeri, Caterina Bonvicini, Beatrice Borromeo, Alessandra Bortolami, Giovanna Boursier, Carla Buzza, Andrea Camilleri, Olindo Canali, Davide Carlucci, Luigi Carrozzo, Andrea Casalegno, Antonio Castaldo, Carla Castellacci, Massimo Cirri, Fernando Coratelli, Carlo Cornaglia, Roberto Corradi, Pino Corrias, Andrea Cortellessa, Riccardo Cremona, Gabriele D’Autilia, Vincenzo de Cecco, Andrea Di Caro, Franz Di Cioccio, Gianni Dragoni, Giovanni Fasanella, Davide Ferrario, Massimo Fini, Fondazione Fabrizio De AndrÊ, Goffredo Fofi, Massimo Fubini, Milena Gabanelli, Vania Lucia Gaito, Pietro Garibaldi, Claudio Gatti, Mario Gerevini, Gianluigi Gherzi, Salvatore Giannella, Francesco Giavazzi, Stefano Giovanardi, Franco Giustolisi, Didi Gnocchi, Peter Gomez, Beppe Grillo, Dalbert Hallenstein, Ferdinando Imposimato, Karenfilm, Giorgio Lauro, Alessandro Leogrande, Marco Lillo, Felice Lima, Stefania Limiti, Giuseppe Lo Bianco, Saverio Lodato, Carmelo Lopapa, Vittorio Malagutti, Antonella Mascali, Giorgio Meletti, Luca Mercalli, Lucia Millazzotto, Angelo Miotto, Letizia Moizzi, Giorgio Morbello, Loretta Napoleoni, Natangelo, Alberto Nerazzini, Gianluigi Nuzzi, Raffaele Oriani, Sandro Orlando, Antonio Padellaro, Pietro Palladino, Gianfranco Pannone, David Pearson (graphic design), Maria Perosino, Simone Perotti, Roberto Petrini, Renato Pezzini, Telmo Pievani, Paola Porciello (web editor), Marco Preve, Rosario Priore, Emanuela Provera, Sandro Provvisionato, Luca Rastello, Marco Revelli, Piero Ricca, Gianluigi Ricuperati, Sandra Rizza, Marco Rovelli, Claudio Sabelli Fioretti, Andrea Salerno, Laura Salvai, Ferruccio Sansa, Evelina Santangelo, Michele Santoro, Roberto Saviano, Matteo Scanni, Roberto Scarpinato, Filippo Solibello, Riccardo Stagliano, Luca Steffenoni, theHand, Bruno Tinti, Marco Travaglio, Elena Valdini, Vauro, Concetto Vecchio, Carlo Zanda, Carlotta Zavattiero.


PRETESTO 1

f a pagina 123

“Non c’è niente da fare, oggi per vivere un po’ bene bisogna vendere l’anima.” Ignazio Silone, Vino e pane.


PRETESTO 2

f a pagina 79

“Vorrei essere un talebano, un kamikaze, un afghano, un boat people, un affamato del Darfur, un ebreo torturato dai suoi aguzzini, un bolscevico, un fascista, un nazista. Perché più dell’orrore mi fa orrore il nulla.”


f a pagina 212

“Svegliati, lettore, svegliati! Alza la testa dalla tua scrivania, dalle scartoffie, dal computer, dalle presse, dalle merci della tua bottega. Spegni l’assordante fracasso dei televisori... e ascolta le parole di un antico ribelle: Il mio animo va sempre più fremendo quando penso al genere di vita che ci aspetta se non ci rivendichiamo da noi in libertà (Sallustio, La congiura di Catilina).”

f a pagina 75

“Mio figlio era andato in Iraq per raggranellare qualche soldo. Qui in Sardegna non c’è lavoro. Io non piango un figlio donato alla Patria. Piango un figlio.” Il padre di Alessandro Pibiri, giovane militare italiano ucciso in un agguato in Iraq.


PRETESTO 3

f a pagina 5

“È un’Italia ipocrita, pronta a commuoversi su tutto, solo per potersi autocompiacere della propria commozione... Un’Italia senza misericordia.”


f a pagina 70

“Guardo alla Tv i nostri uomini politici e mi chiedo perché mai questi personaggi da avanspettacolo devono comandarci.”

f a pagina 56

- Che cosa può fare il cittadino per cambiare questo stato di cose? - Niente. In democrazia niente... la vera scelta del cittadino è fra queste due possibilità: o si infeuda in qualcuna di queste oligarchie, partiti, lobbies, mafie, promettendo l’obbedienza in cambio di vantaggi, oppure la sua sorte è di vivere ai margini rinunciando a realizzare le proprie legittime ambizioni.


Š Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede: Via Melzi d’Eril, 44 - Milano ISBN

978-88-6190-107-0

Prima edizione: maggio 2010 www.chiarelettere.it BLOG / INTERVISTE / LIBRI IN USCITA


Massimo Fini

Senz’anima Italia 1980-2010

chiarelettere


Massimo F ini è nato a Cremeno (Lecco) da padre pisano e madre russa, di Sakatov sul Volga. I suoi genitori si erano conosciuti a Parigi sul finire degli anni Venti. Lui fuggiva dal fascismo, lei dal bolscevismo. Studi classici, laurea in Giurisprudenza a pieni voti e lode con Gian Domenico Pisapia, ha fatto vari mestieri (impiegato di seconda alla Pirelli, copywriter pubblicitario in prova, giocatore di poker) prima di approdare, nel 1970, al giornalismo, all’«Avanti!» di Milano dove segue i più importanti fatti di cronaca nera e di politica di quegli anni: l’omicidio del commissario Calabresi e il caso Feltrinelli. Alla fine del 1971 passa, come inviato, all’«Europeo» di Tommaso Giglio e vi rimane fino al 1979 quando il prestigioso settimanale viene appaltato ai socialisti e la Rizzoli era in mano a Bruno Tassan Din che due anni dopo risulterà essere la «longa manus» della P2 all’interno dell’Azienda. Finito volontariamente a spasso per un paio di anni vive di collaborazioni saltuarie e al «Lavoro» di Genova, diretto da Ugo Intini, fa le sue prime prove come editorialista e polemista con la rubrica Contropiede. In quegli stessi anni è animatore, con Aldo Canale, del mensile di politica e cultura «Pagina» dove si sono formati o hanno transitato alcuni dei più importanti giornalisti e intellettuali italiani di oggi, da Paolo Mieli a Galli della Loggia, da Giampiero Mughini a Giuliano Ferrara a Pierluigi Battista. Nel frattempo viene assunto, come editorialista e inviato, dal «Giorno» di Guglielmo Zucconi e Pier Luigi Magnaschi. A metà degli anni Ottanta rientra all’«Europeo» dove tiene per undici anni la principale rubrica del settimanale (Il Conformista). Nel 1992 lascia «Il Giorno» per partecipare all’avventura dell’«Indipendente» di Vittorio Feltri. Quando Feltri lascia per andare a dirigere «il Giornale» si rifiuta di seguirlo al quotidiano berlusconiano. «L’Indipendente» avrà ancora una buona stagione sotto la direzione di Daniele Vimercati. Terminata definitivamente l’avventura dell’«Indipendente», chiuso «L’Europeo», Zucconi lo riprende al «Giorno» poi diventato «Quotidiano Nazionale» (Il Giorno, La Nazione, Il Resto del Carlino) dove resta fino allo scorso anno. Attualmente lavora per «Il Fatto Quotidiano» e «Il Gazzettino di Venezia» e dirige un mensile, «La Voce del Ribelle», in versione sia cartacea che web, totalmente autogestito, cioè senza finanziatori, né palesi né occulti, e senza le agevolazioni che lo Stato concede all’editoria. Dal 1985 scrive libri (La Ragione aveva Torto?) il cui filone principale, salvo qualche divagazione in campo esistenziale o biografica, è una contestazione radicale del modello di sviluppo, sia liberal-liberista che marxista, partorito dalla rivoluzione industriale. Divorziato, ha un figlio trentenne, Matteo, assegnista di Scienze economiche alla Statale di Milano.


Sommario

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Breve introduzione Nota dell’autore PA RT E P R I M A

Apertura Milano Due 1980 All’alba di un mondo nuovo Capitolo I Un paese senza Dignità 23 - La retorica del 25 aprile 24 - Italiani, «brava gente» 26 - Pietà l’è morta 28 - I vecchi sono considerati soltanto dei relitti 31 - Quando il medico era un missionario 32 - La folla indecente alla casa degli orrori 33 - Commozione indotta 35 - La Tv al servizio del vuoto 37 - Il mostro in Tv è chi la fa 38 - C’è una nuova mafia in agguato. È quella della Tv-tribunale 40 - Va in scena il processo mediatico 42 - Morte in Tv 44 - Uno spot sul dolore 46 - «GF»: il cieco in arrivo nel circo-reality e l’ipocrisia di chiamarlo non vedente 47 - Il connubio innaturale tra show e beneficenza 48 - Delirio di onnipotenza 50 - C’era una volta la Tv di Ettore Bernabei 51 - Il crepuscolo degli intellettuali 53 - L’Italia della cultura debole fra cantanti, calciatori e veline 55 - Nella società del «proibito» dove tutti si dichiarano liberali 57 - Lo Stato non può toglierci il diritto di morire in santa pace 58 - Tra corpi perfetti e de-

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XII

Senz’anima

naro dimenticata la «cura dell’anima» 60 - I «valori cristiani» che dimenticano Cristo 62 - Il sistema Mastella 64 - La riforma più urgente? Eliminare la partitocrazia 66 - L’Italia perduta degli anni Cinquanta e Sessanta 68 - Volgarità, disonestà e cinismo. Non mi riconosco in questa Italia 69 - L’autodistruzione di un paese 71 - Come una sconfitta diventa un orgoglio nazionale 72 - Troppe lacrime di coccodrillo 74 - Sdegnarsi di che? 76 - Vorrei essere un talebano... 78 PA RT E S E C O N D A

Capitolo II La crisi della partitocrazia (1985-1992)

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I partiti sono ko. Sta nascendo un’Italia diversa 85 - Mal comune non è mezzo gaudio 90 - Umiliati e offesi 92 - Processo in Tv garanzia di giustizia 95 - Sotto la crosta delle Leghe 97 Le astuzie leghiste dell’onorevole Craxi 100 - Padrone d’Italia è Gattopardo 102 - Tutti cercano di riciclarsi tirando sul regime morente. Non sperino di ingannarci 105 - Scalfari cambia pelle: ora è «leghista nazionale». Ma resta quello di sempre 107 Finalmente anche da noi il muro sta crollando 109 - Così finì a Roma la nomenklatura: per colpa della Tv 111

Capitolo III Mani pulite Chi ruba paga. Solo i partiti non pagano mai 117 - Alle soglie della mafia 119 - Caro direttore, ti sbagli su Stefania Craxi 121 Ma Vespa ha detto la verità 122 - Caro Craxi, ti sei venduto anche Nenni 125 - Cardinal Martini, si tenga pure le sue pie illusioni 127 - Ammettiamo pure che lui non c’entri nulla... 129 Caro Ferrara, i ladroni sono a casa tua 131 - Mani pulite oppure mani legate? 133 - Craxi più si agita e più affonda 136 - La morte lo riscatta ma non lo assolve 138 - Bettino Craxi, la tragedia di un uomo ridicolo 140 - Ma non è caduto soltanto il Muro di Bettino 142 - Da noi pentitismo fa rima con trasformismo 143 La Chiesa denuncia ma troppo in ritardo 145 - Cattivi politici, pessimi uomini 147 - Onorevole Presidente 150 - Le prostitute di Tangentopoli 152 - Achille è peggio di Craxi 154 - Ombre ros-

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Sommario

XIII

se sulle toghe 156 - Guarda chi viene a farci la morale 157 - La favoletta del partito duro e puro 160

Capitolo IV La restaurazione

163

«L’Indipendente»: l’occasione mancata 165 - Eppure Mani pulite ci ha liberato dal vecchio regime 167 - Perché diciamo no al decreto 170 - Eravamo sei amici al bar 173 - Un eroe pericoloso 177 - Se queste sono le colpe del «pool»... 180 - Tonino a casa. Ingiustizia è fatta 182 - Soli 184 - Maramaldo dietro l’angolo 187 - Rivoluzione all’italiana 191 - Respinti con perdite 193 - Chi intimidisce chi 195 - Che bel giornale con tre narici 198 - Quando il forcaiolo si scopre garantista 201 - «Uscire da Tangentopoli» 202 - Il Cavaliere dello sfascio 204 - Non confondiamo: lo «strapotere» non è dei magistrati 206 - Caro lettore che paghi di tasca tua i loro lussi... 209 - Fare i processi è l’unica uscita da Tangentopoli 212 - Alla gogna multimediale non i corrotti ma i giudici 215 - Dietro i proclami una truffa linguistica. Così le parole «disarmano» i magistrati 217 - Quella penosa tribuna televisiva 220 - Attenzione: colpo di spugna in agguato 222 - Le vere vittime di Tangentopoli 226 - La gente comune non avrà mai giustizia 228 INTERMEZZO

Due modi di intendersi classe dirigente Bettino Craxi Craxi non merita rispetto

237

Giulio Andreotti La lezione dell’imputato Andreotti

241

PA RT E T E R Z A

Capitolo V Sinistra e Destra nel mondo nuovo Sinistra. Che nostalgia per quel Pci tanto diverso Destra. Nove ragioni per dirgli di no

247 249 252


XIV

Senz’anima

Capitolo VI Antropologia di Berlusconi

255

Ma gli italiani hanno votato una favola 257 - Bastava il Milan per capirlo 259 - Ma Berlusconi resta sempre un poveretto (Ancora sul caso Lentini) 261 - Arridatece Forlani 262 - Silvio bambino goloso 264 - L’invidia 266 - L’odio 268 - Onnipotenza 270 - Berlusconi, un delirio che parte da un complesso di inferiorità 272 - Se la nebbia quel giorno a Belgrado... 274

Capitolo VII Crescendo rossiniano

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Antefatto Cari Berlusconi e Previti, siete querelanti o delinquenti?

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Ma Berlusconi pensa solo ai calli suoi 283 - I pasticci della legge Cirami 285 - Il falso in bilancio e il ministro Castelli 287 - Il diritto fatto a pezzi 289 - Una legge che allunga i processi 292 La giustizia ammanettata 294 - Ladropoli per sempre 295 - In Italia il più pulito c’ha la rogna 298 - Ci risiamo, ecco lo scempio delle leggi «ad personam» 300 - La spericolata cavalcata del Cavaliere in lotta contro le Istituzioni 302 - Nel Granducato di Curlandia 304 - La parabola di Mario Chiesa, un ripasso della nostra storia 306 - Berlusconi irriso all’estero ma agli italiani va bene così 308 - Il totalitarismo antropologico di Berlusconi 309 - Il gossip serve a mascherare le vere magagne d’Italia 311 Quel «lodo» incongruente a salvaguardia del premier 313 - Il consenso della gente non autorizza a non rispettare la legge 315 - Riforma della Giustizia, ecco perché Berlusconi non può farla 315 - Ballarò 317 - I garantisti dalla doppia morale 317 - Guerra civile? No, ma uno psicolabile ne ha colto il clima 319 - Silvio Berlusconi e Giustina Putet 321 PA RT E Q U A RTA

Capitolo VIII Stroncature Francesco Cossiga Giorgio Napolitano

325 327 330


Sommario

Renato Schifani Giuliano Amato Emma Bonino Fabrizio Cicchitto Eugenio Scalfari Angelo Panebianco Ernesto Galli della Loggia Bruno Vespa Michele Santoro Fabrizio Del Noce Carlo Rossella Giampaolo Pansa Magdi Allam Antonio Ricci Roberto Benigni Mina Pecorella und Amodio Capitolo IX Visti da vicino e da lontano Bettino Craxi Stefania Craxi Claudio Martelli. Io & Claudio Raul Gardini Sergio Cusani Carlo De Benedetti Maurizio Costanzo Oriana Fallaci In morte di Indro Montanelli Don Giussani Walter Tobagi. Quell’addio sull’uscio di casa Renato Vallanzasca Fabrizio De André. Un uomo con e molti politici senza Capitolo X Sociologia di Berlusconi

XV

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senz’anima



A Daniele Vimercati, bravissimo giornalista, opportunamente dimenticato, col quale ho condiviso, negli anni belli della sua direzione dell’Indipendente, tante, generose e inutili battaglie, alcune qui ricordate.



Breve introduzione

Questa non è, o perlomeno non intende essere, una pura e semplice raccolta di articoli scegliendo fior da fiore quelli che paiono migliori. È piuttosto il tentativo di ricostruire, attraverso i pezzi che sono venuto via via pubblicando per vari giornali, la storia dell’Italia degli ultimi trent’anni e anche, ma forse soprattutto, i profondi mutamenti antropologici, sociologici, etici che sono avvenuti nella sua popolazione. Il quadro che ne esce non è confortante. È un’Italia sconciata nel suo paesaggio, naturale e urbano, cosa che ha una certa influenza non solo sul gusto ma anche sul carattere e l’umore dei suoi abitanti, devastata dalla Televisione che sembra aver concentrato in sé l’intera vita nazionale dettando, insieme alla sua gemella Pubblicità che è il motore di tutto il sistema, i consumi, i costumi, la «way of life», le categorie, i protagonisti e che ha finito per distruggere ogni cultura che non sia la sua subcultura. È un’Italia che ha perso ogni freschezza, la sua antica grazia, senza sorriso, cupa, volgare, ossessionata dal denaro, dal benessere, dal corpo, dagli «status symbol», dai gadget, dagli oggetti. Un’Italia ipocrita, pronta a commuoversi su tutto, solo per potersi autocompiacere della propria commozione, ma sostanzialmente indifferente all’altro, al vicino, al prossimo. Un’Italia senza misericordia. Un’Italia ormai inguaribilmente corrotta, nelle classi dirigenti come nel comune cittadino, intimamente, profondamente mafiosa, come sempre anarchica ma senza più essere divertente, priva di regole condivise, di principi, di valori, di interiorità, di dignità, di identità. Un’Italia senz’anima. m.f. marzo 2010


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Un ritratto dell’Italia contemporanea, un paese privo di principi, di valori condivisi che non siano il Dio Quattrino, inguaribilmente volgare, senza dignità e onore, spietato senza essere virile, femmineo ma non femminile, corrotto, intimamente mafioso, devastato nel suo straordinario paesaggio, naturale, urbano, artistico, che lo ingentiliva insieme alla sua gente. Una parodia di democrazia sequestrata dai partiti e dai suoi mediocri esponenti che la violentano, la abusano, la stuprano a comodo loro. SENZ’ANIMA fotografa uno spazio, mentale, antropologico, politico, quello dell’Italia degli ultimi trent’anni, seguendo l’avventura giornalistica di Massimo Fini, uomo senza appartenenze, dal mitico “Europeo” all’“Indipendente” fino al “Fatto Quotidiano”. Della penna dissacrante di Fini non potevano mancare le “stroncature” e anche i ritratti (mai disgiunti, questi, da una dolente pietas) dei personaggi – da Craxi a Martelli, da Cossiga a Berlusconi, da Gardini a Scalfari, da Costanzo a Vespa – che hanno contribuito a conciare l’Italia così com’è. Massimo Fini, scrittore e giornalista, è autore di molti libri di successo, ancora oggi ristampati. Tra i più recenti, editi da Marsilio, ricordiamo: IL DENARO. “STERCO DEL DEMONIO” (1998), DI(ZION)ARIO EROTICO. MANUALE CONTRO LA DONNA A FAVORE DELLA FEMMINA (2000), NIETZSCHE. L’APOLIDE DELL’ESISTENZA (2000), IL VIZIO OSCURO DELL’OCCIDENTE (2002), SUDDITI. MANIFESTO CONTRO LA DEMOCRAZIA (2004), IL RIBELLE. DALLA A ALLA Z (2006), RAGAZZO. STORIA DI UNA VECCHIAIA (2008). Nel 2009 è uscito, sempre per Marsilio, il suo primo romanzo, IL DIO THOTH. È stato anche autore e attore della pièce CYRANO, SE VI PARE..., regia di Eduardo Fiorillo.

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Massimo Fini SENZ’ANIMA

“IL DIO FA IMPAZZIRE COLORO CHE VUOL PERDERE.” Euripide

“SONO CONVINTO CHE QUANDO GLI STORICI VALUTERANNO L’ATTUALE ITALIA DEMOCRATICA LA CONSIDERERANNO LA PEGGIORE DELLA SUA PUR LUNGA STORIA.” Massimo Fini

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Massimo Fini


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