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collagene GESTIONE DEL PESO
gestione del peso
QUANDO IL BENESSERE DIVENTA OSSESSIONE
L’ortoressia è una forma di disturbo alimentare che consiste nel dedicare un’attenzione patologicamente eccessiva verso scelte alimentari il più possibile sane. Intervenendo all’ultima edizione di Nutrimi, il medico dietologo Massimo Labate ne ha elencato i sintomi più comuni: necessità di conoscere ogni singolo ingrediente e di programmare ogni pasto, paura di contaminare il proprio corpo, disgusto di assumere sostanze innaturali, desiderio continuo di depurarsi, severità con se stessi e senso di colpa quando si trasgredisce, disgusto per le persone che mangiano in modo normale e difficoltà di relazione con loro. La dieta finisce per impoverirsi a tal punto da andare incontro a severe carenze nutrizionali. Il relatore ha parlato anche di bigoressia (o anoressia inversa) un altro disturbo ossessivocompulsivo, basato sull’aspirazione ad avere un corpo grande, muscoloso, esteticamente perfetto. Le persone che ne soffrono, quasi esclusivamente di sesso maschile, seguono una dieta rigida iperproteica, praticano esercizio fisico in modo eccessivo, abusano di integratori e spesso assumono steroidi anabolizzanti che, come è noto, hanno effetti collaterali dannosi. Il trattamento di questi disturbi prevede un approccio multidisciplinare, in cui la psicoterapia ha un ruolo importante.
Schemi dietetici: i riflessi sul microbiota
Diete chetogeniche, gluten free e a basso contenuto di fodmap (oligo- di- e monosaccaridi fermentabili e polioli) sono efficaci nel trattare i sintomi di patologie quali epilessia, celiachia e sindrome dell’intestino irritabile. Ci sono però conseguenze a livello di composizione del microbiota intestinale. Al congresso Nutrimi ne ha parlato il gastroenterologo Massimo Vincenzi citando diversi studi scientifici che hanno indagato su tale tematica. Ad esempio, si è visto che il microbiota di bambini epilettici (differente da quello di non epilettici) cambia dopo il trattamento con dieta chetogenica, con una diminuzione di patogeni e un aumento di batteri benefici. Molti studi riportano squilibri nel microbiota intestinale di persone affette da celiachia (aumento di Bacteroides e diminuzione di Bifidobacterium), e alcuni di questi squilibri permangono anche dopo la dietoterapia. Comunque, la dieta senza glutine sembra portare a una diminuzione di batteri benefici e a un incremento di quelli indesiderati, responsabili di infiammazioni dell’intestino. Situazioni simili sono state osservate con diete low fodmap. Per evitare effetti negativi sulla salute, secondo il relatore potrebbe essere utile associare a tutti questi schemi dietetici l’assunzione di probiotici.
L’AVOCADO CONTRO LE ADIPOSITÀ ADDOMINALI
Una recente ricerca condotta presso l’Università dell’Illinois (Usa) apparsa sulla rivista Materials, fa luce sui benefici del consumo quotidiano di avocado nei confronti dei diversi tipi di distribuzione del grasso tra i sessi, fornendo evidenze utili per ulteriori approfondimenti per comprendere il pieno impatto che questo frutto ha sulla salute. Sappiamo che la posizione del grasso nel corpo gioca un ruolo cruciale: quello che si accumula più in profondità nell'addome, noto come viscerale, che circonda gli organi interni, è associato a un rischio più elevato di sviluppare il diabete. Interessati a determinare se il rapporto tra sottocutaneo e viscerale cambiasse con il consumo di avocado, i ricercatori hanno somministrato una dieta con il frutto fresco e un’altra con ingredienti quasi identici e calorie simili, ma senza avocado. Il consumo quotidiano di avocado non ha modificato la tolleranza al glucosio, ma ha avuto un impatto sul modo in cui si immagazzina il grasso corporeo in modo benefico per la salute. I benefici sono stati riscontrati principalmente nelle donne, dimostrando che gli interventi dietetici modulano la distribuzione del grasso.