CinemazeroNotizie Gennaio 2019

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€ 1,00 mensile di cultura cinematografica

F for Fake

Un anno di cinema e non solo

365 giorni di Cinemazero per un anno da ricordare

Uniti contro la violenza

Un concorso tra i ragazzi per dire NO alla violenza di genere

Napoli, Roma, Mestre,

3 expo 3 per un grande viaggio nel cinema

Tales of Europe - Racconti d’Europa

Cinemazero ospite della conferenza internazionale sul futuro del cinema

Perchè parlare ancora di Shoah?

2019 numero 1 anno XXXIX

Voices for empty cinemas

L’installazione sonora di Michele Spanghero a Bologna

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Gennaio

Cultura e discernimento

Una riflessione sull’importanza di non dimenticare la Storia spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. e i.r. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi


F for Fake

Andrea Crozzoli

Editoriale

Cultura e discernimento

Secondo un recente studio del Sole 24ore Pordenone (che vorrebbe candidarsi a capitale della cultura) e la sua provincia, pur occupando nella classifica generale l’ottava posizione per qualità della vita, alla voce “Cultura e tempo libero” precipita dal 14mo al 79mo posto. Non proprio una parabola felice. Ma la cultura a che cosa serve? Serve, ad esempio, ad avere quel tanto di spirito critico per discernere una fake news da una notizia vera. Cosa che non hanno saputo fare in quasi 500mila, tanti infatti, sono caduti nel gioco messo in essere dagli informatici di Ars Digitalia, con sede a Napoli. Questi hanno creato un sito con «... un po’ di Pd con le foto ispirazionali e rassicuranti, un po’ di disinformazione leghista sugli immigrati, sgravi fiscali per loro e reddito di cittadinanza più alto se irregolari, e la promessa madre del Movimento 5 Stelle (un reddito per tutti)...», ingredienti sapientemente shakerati e serviti online su un portale fasullo (“Redditodicittadinanza2018.it”) che imitava l’INPS ma con la “M” al posto della “N”. Il miraggio del reddito di cittadinanza è diventato così una fake news alla quale moltissime persone hanno creduto, iscrivendosi per prenotare il sussidio. La provocazione goliardica, condita dalla satira del gruppo napoletano, ha assunto, quindi, contorni inquietanti sulla capacità di discernimento degli utenti della rete (perlopiù giovani). Un campanello d'allarme suonato anche da Bergoglio che recentemente ha affermato: «L’epoca in cui viviamo ci chiede di sviluppare una profonda capacità di discernere…». Capacità che inevitabilmente si coniuga con istruzione, cultura e scolarizzazione. Ma il capitale umano sembra scarseggiare in Italia se stiamo ai dati diffusi da Eurostat. Siamo il penultimo Paese dell'Unione Europea per la percentuale (26,9% nel 2017) di persone tra i 30 e i 34 anni che hanno conseguito una laurea. Anche sulla dispersione scolastica non siamo messi bene: il tasso di abbandono più elevato è in Sardegna (33%), seguita dalla Campania (29,2%), il più basso in Umbria (16,1%). Il Nord ha la stessa dispersione del Sud (25%). Siamo, insomma, la maglia nera con oltre 3 milioni di studenti persi in 20 anni, secondo un recente dossier di Tuttoscuola. Dati inquietanti, se si pensa che in Giappone, Norvegia e Corea hanno un tasso di dispersione pari allo zero. Non sarà facile risalire la classifica di questi tempi, anche se una parte dei nostri giovani hanno capito perfettamente l’importanza della cultura ed hanno immediatamente protestato appena si era sparsa la notizia che Palazzo Chigi avrebbe voluto ridurre l’operatività del bonus di 500 euro per i diciottenni escludendolo dai settori teatro, cinema e concerti. Intenzione subito rientrata dopo la ferma levata di scudi. La cultura si trasmette anche attraverso le immagini come ha scritto Gianni Canova: “A differenza di quanto accade in quasi tutti i paesi europei un ragazzo italiano attraversa tutto l’iter scolastico senza che nessuno gli faccia incontrare 2001: Odissea nello spazio (1968) o La dolce vita (1960) o gli faccia apprezzare la bellezza o la potenza (emozionale, estetica e cognitiva) di un film di Hitchcock o di Francesco Rosi. In tutto il mondo occidentale il cinema si studia nelle scuole e fa parte del patrimonio culturale, è momento di crescita e strumento di analisi del mondo e di sè.”. Una ricerca della Fondazione Rosselli ha calcolato che, nel Medio Evo, un qualsiasi contadino nel corso della vita incontrava 40 immagini (affreschi nelle chiese e poco altro). Oggi lo stesso uomo medio intercetta al giorno migliaia di immagini. Che ne facciamo, come le selezioniamo, come le metabolizziamo, come costruiamo il nostro immaginario? È da questo vuoto che escono quei 500 mila click?

In copertina Wiliam Dafoe, Coppa Volpi come miglior interprete maschile alla Mostra del Cinema di Venezia per Van Gogh alle soglie dell’eternità in programmazione a Cinemazero in gennaio.

cinemazeronotizie mensile di informazione cinematografica Gennaio 2019, n. 1 anno XXXIX ISSN 2533-1655 Direttore Responsabile Andrea Crozzoli Comitato di redazione Piero Colussi Riccardo Costantini Marco Fortunato Sabatino Landi Tommaso Lessio Silvia Moras Maurizio Solidoro Collaboratori Lorenzo Codelli Luciano De Giusti Manuela Morana Elisabetta Pieretto Segretaria di redazione Elena d’Inca Direzione, redazione, amministrazione Via Mazzini, 2 33170 Pordenone, Tel. 0434.520404 Fax 0434.522603 Cassa: 0434-520527 e-mail: cinemazero@cinemazero.it http//www.cinemazero.it Progetto grafico Patrizio A. De Mattio [DM+B&Associati] - Pn Composizione e Fotoliti Cinemazero - Pn Pellicole e Stampa Sincromia - Roveredo in Piano Abbonamenti Italia E. 10,00 Estero E. 14,00 Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981 Questo periodico è iscritto alla: Unione Italiana Stampa Periodica


Voices for empty cinemas

Riccardo Costantini

A Bologna, in Piazza Maggiore, c'è un luogo di assoluto fascino, il Cinema Modernissimo, che ha vissuto la sua storia ininterrottamente dai primi anni del '900 fino al 2007. In un paio di anni tornerà a nuova vita, recuperando il suo stile originario Belle Epoque, dimenticato nel tempo. Ora, grazie a un progetto di Cinemazero, in occasione di Arte Fiera – Bologna a fine gennaio 2019, il Modernissimo rivivrà temporaneamente in una suggestiva esperienza artistica. Protagonista un artista friulano di eccellenza internazionale, Michele Spanghero, che da anni – fra i suoi molti progetti che indagano le frontiere delle sperimentazioni sonore – registra le “voci” dei teatri storici, vuoti, perchè (come ogni cosa) caraterizzati da un proprio suono, una propria frequenza, una propria vita, che Spanghero è in grado di far vivere e risuonare. Il luogo ha delle caratteristiche importanti, fondamentali per la caratterizzazione del progetto. Agli inizi del Novecento Bologna - tradizionalmente 'La Turrita', ma proiettata verso il futuro - cambia il suo assetto urbanistico. Su Piazza Maggiore, dove sorgeva il medievale Palazzo Lambertini, si costruisce Palazzo Ronzani: un edificio polifunzionale in cemento armato - baluardo tecnico della modernità bolognese - che ospita un teatro sotterraneo e uno dei migliori cinematografi della città, il Modernissimo, inaugurato nel 1915. Tra gli anni '50 e '60, un ampio programma di ammodernamento porta alla completa riconversione degli spazi del teatro in cinema. Rimodulato su due sale, rimarrà si chiamerà Cinema Arcobaleno, tra i cinema più frequentati in città. In controtendenza rispetto alla logica del multiplex, la Cineteca di Bologna – come Cinemazero - sposa la nuova sensibilità internazionale per il recupero dei cinematografi di inizio secolo, ed affronta la sfida culturale e imprenditoriale di ridare vita al Modernissimo, riportandolo al suo originario splendore Liberty e proponendo un'esperienza di visione di massima qualità. Nel cuore del centro storico, il 'nuovo' Cinema Modernissimo sarà luogo ideale di diffusione della cultura cinematografica, in continuità con la proposta del festival “Il Cinema Ritrovato”, che ogni estate anima anche l'attigua Piazza Maggiore. Il cantiere non è ancora partito, ma già la rimozione di molte delle strutture (cartongessi, coperture, intonaci...) stratificati nel tempo hanno rivelato la belleza della sala. Michele Spanghero, che già con Cinemazero aveva lavorato per il quarantenale della morte di Pasolini, con l'installazione sonora PPP-Piano Pianissimo a Casa Colussi (Centro Studi Pasolini) a Casarsa della Delizia, ora su input della Cineteca di Bologna e su progetto di Cinemazero, realizzerà un nuovo lavoro attingendo ai vasti archivi sonori pordenonesi. Protagoniste le registrazioni audio di Gideon Bachmann, che durante tutta la sua vita intervistò e documentò la voce dei più grandi protagonisti della storia del cinema. Con a tracolla il suo fedele registratore magnetico Nagra, Bachmann ha attravesato la storia del cinema, dagli anni '60 fino a tutti gli '80, dialogando con Pasolini, Fellini, Tarkovskij, Polanski, Scola, Cavani, Zeffirelli, solo per citarne alcuni. Con e sul suo materiale si sviluppa “fisicamente” l'usuale lavoro di Spanghero, che nella sua opera combina il suono e le arti visive con un'approfondita ricerca concettuale, sempre con un approccio traCINEMA MODERNISSIMO | PIAZZA RE ENZO 3 sversale e un'estetica essenziale. Al Modernissimo Spanghero cercherà di stimoMICHELE SPANGHERO INSTALLAZIONE SONORA SITE SPECIFIC lare il coinvolgimento del pubblico alterandoA CURA DI RICCARDO COSTANTINI ne sottilmente la percezione. Il silenzio, la risonanza acustica e le variazioni impercettiPROMOSSO DA FONDAZIONE CINETECA DI BOLOGNA bili del suono nello spazio e nella materia IN COLLABORAZIONE CON CINEMAZERO / PORDENONE faranno “rivivere” il Modernissimo, ammanIN OCCASIONE DI ARTE -FIERA / BOLOGNA, VISITABILE tandolo dell'emozione di un cinema che conDAL 27 GENNAIO AL 4 FEBBRAIO 2019 cretamente “canta” e dialoga con la voce dei INAUGURAZIONE DOMENICA 27 GENNAIO, ORE 17 suoi solisti, i più grandi registi della storia.

La voce del cinema

L'installazione sonora di Michele Spanghero dialoga con gli archivi di Cinemazero

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Un anno di cinema... e non solo

Marco Fortunato

365 giorni di Cinemazero

Cinemazero allarga i suoi orizzonti, partendo dal positivo bilancio del 2018

L’inizio di un nuovo anno è, tradizionalmente, il momento per mettere in atto nuove strategie, basate sul bilancio dell’annualità appena conclusa. E lo è anche per chi, come un cinema (e Cinemazero in questo non fa eccezione), proprio a Natale e nel periodo delle festività immediatamente successive vive il cuore della sua stagione. Ma Cinemazero non è solo un cinema e dunque, anche se alcuni dati possono essere ancora incompleti, l’occasione è ottima per una riflessione su un anno davvero ricco di novità. Partiamo dai numeri che non sono tutto, ma hanno una loro importanza. Se dovessimo sceglierne uno come simbolo dell’anno appena concluso sarebbe sicuramente il “quattro”, come le sale dell’Aula Magna, struttura che grazie all’investimento concluso alla fine del 2017 ha aumentato del 25% la sua capacità di ospitare la proposta culturale dell’Associazione che si è così fatta più ricca, in quantità e qualità. Quasi 300 i film proiettati, l’80% dei quali d’essai, accuratamente selezionati tra il meglio della produzione nazionale ed internazionale, con particolare attenzione a quella italiana, più di 20 contenuti alternativi (in particolare eventi musicali e artistici), ma anche restauri, opere in lingua originale e tantissimi eventi speciali. Ricchissimo l’elenco degli ospiti: registi, attori, produttori, che condividono la passione per il loro lavoro e si spingono “ai confini dell’impero” consapevoli di trovare una realtà che difende e valorizza le loro opere. Nanni Moretti, Atiq Rahimi, Valerio Mastandrea, Marco Tullio Giordana, Gipi, Costanza Quatriglio, sono solo alcuni degli oltre 70 AMICI di Cinemazero molto spesso ci piace definirli semplicemente così, che sono venuti a trovarci quest’anno, per portare la loro testimonianza ma soprattutto per incontrare il nostro pubblico (lo diciamo con grande orgoglio) che li sorprende ogni volta per preparazione e capacità critica, che lo porta ad essere molto selettivi. Non è certo un caso che tra i film più visti ci siano i pluripremiati The post di Steven Spielberg, La forma dell’acqua di Guillermo Del Toro, Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson e Ella e John di Paolo Virzì, seguiti a ruota da L’ora più buia di Tim Bevan e da Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh. Posizioni quest’ultime insidiate però dalla new entry di fine 2018 Bohemian Rapsody di Bryan Singer - dedicata alla leggenda dei Queen - che ha letteralmente scalato la classifica a ritmo di musica. Insomma quello di Cinemazero si conferma un pubblico cinephile (difficile definire “commerciali” le prime posizioni della classifica appena citata!) i cui gusti spesso rispecchiano quelli delle giurie dei più importanti premi nazionali ed internazionali. Un pubblico fedele, molto affezionato ad alcuni autori (non è raro in cassa sentir chiedere informazioni sull’opera di determinato regista), ma non per questo disposto a facili concessioni. Capita così che il doppio film di Paolo Sorrentino (Loro 1 e 2) sia andato ben al di sotto delle aspettative – con più di un terzo degli spettatori della prima parte che non sono andati a vedere il secondo capitolo – ma anche che altri registi, prima scarsamente apprezzati, come Luca Guadagnino, abbiano raccolto un exploit di presenze, che avrebbe potuto essere ben maggiore se il film fosse uscito in un periodo meno congestionato (il film è uscito in febbraio, insieme a molti altri titoli che potevano interessare ad un pubblico simile). Il 2018 conferma, in generale, anche il gradimento per il cinema italiano (con Muccino e la Golino nelle prime venti posizioni) con la sorpresa negativa Garrone, il cui splendido film Dogman è stato probabilmente penalizzato dalla crudezza della storia (peraltro assente nel film) a cui è ispirato. Scorrendo le prime posizioni salta all’occhio anche l’ottimo risultato di Menocchio di Alberto Fasulo, autore di un superbo film in costume sulla figura di Domenico Scandella, originario proprio del Friuli Venezia Giulia, che ha raccolto quasi 2mila spettatori, e quello di Santiago, Italia di Nanni Moretti, intimo racconto del ruolo dell’ambasciata italiana durante il golpe cileno, che ha staccato oltre 700 biglietti. In sintesi, il risultato? Un numero: 107.000 per essere precisi, tanti sono i biglietti staccati a Cinemazero, oltre 7mila in più rispetto all’anno precedente. Una cifra davvero eccezionale se rapportata alle dimensioni della città, che conferma una passione e una fedeltà che ha pochi eguali a livello nazionale, ma che ancora non basta a definire il mondo Cinemazero. Perché oltre allo sbigliettamento le sale di Piazza Maestri del Lavoro continuano ad ospitare numerosi even-


ti gratuiti in un dialogo costante con il tessuto culturale locale. Innumerevoli collaborazioni – dal Festival Dedica alla sezione del CAI di Pordenone, dall’Associazione Neda Day alla Fondazione Bambini e Autismo, passando per moltissime altre realtà della città – che ci hanno permesso di condividere il nostro percorso culturale radicandolo sempre di più al territorio senza per questo perdere la capacità di una visione d’insieme. Ed è proprio questa capacità, che si traduce nello sforzo di leggere ed anticipare i cambiamenti, spesso improvvisi, di un settore in grande fermento, e motiva la scelta strategica di allargare i propri orizzonti. Se finora abbiamo parlato dell’Aula Magna va ricordato infatti come oggi essa sia solo una, seppure la più importante, delle strutture gestite da Cinemazero che prosegue nel suo impegno anche a Sacile e a Lignano Sabbiadoro. Nel primo caso con la stagione del cinema teatro Zancanaro dove, grazie alla sinergia con l’Amministrazione Comunale e l’Ente Regionale Teatrale da diversi anni Cinemazero è incaricato di seguire la programmazione cinematografica che, raccoglie una media di 16mila presenze all’anno. Nel secondo una sfida ambiziosa e particolarmente complessa, quella di rivitalizzare una struttura – quella del cinema City – chiusa da oltre dieci anni con l’obiettivo di restituire alla comunità lignanese un luogo di cultura e un’occasione di aggregazione sociale capace di intercettare le esigenze dei turisti e della popolazione residente. Un progetto, gestito insieme al Centro Espressioni Cinematografiche di Udine, che si è rivelato particolarmente impegnativo ma è stato anche foriero di grandi soddisfazioni e che oggi, a tre anni dal suo avvio, ha permesso una valorizzazione dell’intera città che può contare su una struttura che ospita, oltre ad una stagione cinematografica, anche una stagione teatrale, diversi appuntamenti musicali e un’attività convegnistica in costante crescita, sviluppando un’attività articolata che ha consentito a Cinemazero di incrementare il proprio know-how e la propria visibilità in un contesto nuovo, ricco di sfide stimolanti, come quella della realizzazione di un’arena estiva sulla spiaggia. In tutto il 2018 sono stati quasi in 20mila, tra lignanesi e turisti, ad affollare il Cinecity e la sua versione “on the beach” Cinema come attività culturale ma anche sociale dunque, come luogo e occasione d’incontro e socializzazione. Con questo spirito il 2018 è stato caratterizzato anche dall’avvio di un’altra importante attività, la riapertura del cinema Don Bosco, situato a pochi passi dall’Aula Magna. Grazie ad un accordo di ampio respiro che ha visto coinvolti, oltre a Cinemazero, anche la Fondazione Well Fare, l’Istituto Don Bosco, l’Azienda Sanitaria e l’Amministrazione comunale è stato realizzato, a tempo di record, l’adeguamento tecnologico della struttura e il trasferimento della stagione cinematografica dedicata ai più piccoli curata da Cinemazero, arricchita dai laboratori didattici e dalle Cinemerende. Un progetto, multifunzionale di animazione e promozione della partecipazione della comunità che ha permesso anche la contestuale attivazione di una serie di percorsi di reinserimento di una ventina di volontari che afferiscono ai servizi sociali e che ha coinvolto finora oltre 2mila giovanissimi spettatori. E a tutto questo si aggiungono Cinemadivino, l’arena sotto le stelle di Piazzetta Calderari e le altre iniziative (impossibile citarle tutte) che arricchiscono l’attività soprattutto nel periodo estivo. Insomma anche il 2018 è stato per Cinemazero un anno ricco di sfide, traguardi - in totale, tra le diverse attività Cinemazero ha raggiunto oltre 150mila persone - e progettualità, affrontate con la consapevolezza del proprio ruolo di operatore culturale, soggetto attivo e propositivo della vita culturale della comunità. Perché il numero “quattro”, da cui siamo partiti, in inglese si legge “fôr” come “per” e su questo gioco è nato lo slogan “Cinemazero FOURYOU” che ha contraddistinto il lavoro di quest’anno a voler indicare in maniera sempre più chiara l’obiettivo di un progetto culturale definito e organico che mette al centro lo spettatore. Per offrire un programma di qualità, calibrato sulle esigenze di visione di ciascuno (sono allo studio strumenti di personalizzazione delle comunicazioni sulla base dei gusti di ogni spettatore) con l’obiettivo di alzare sempre un po’ l’asticella, rischiare di più, mostrare quel che normalmente non si riesce a far vedere perché stritolati dalle logiche distributive di breve periodo che spesso valutano i film come “prodotti” pesandone il valore solo in termini economici. Dunque un percorso in controtendenza con il frettoloso e disordinato consumo di audiovisivo di oggi, che nel 2018 e nei suoi straordinari risultati ha un punto di partenza e non di arrivo, per vedere meglio, di più e con maggiore qualità.


Un concorso per promuovere la sensibilizzazione contro la discriminazione di genere.

Silvia Moras

Uniti contro la violenza

Giovani contro la violenza sulle donne Carta di Pordenone, protocollo d'intesa tra diversi soggetti istituzionali, enti e associazioni nata da un’idea all’avanguardia sul nostro territorio tre anni fa, ha come finalità quella di promuovere un’ immagine equilibrata e plurale di donne e uomini superando e contrastando gli stereotipi di genere nei media. Tra i media il cinema è sicuramente quello più efficace e privilegiato per veicolare informazioni, sensibilizzare e diffondere una nuova cultura del rispetto di genere fin da piccoli. Per crescere e imparare sono importanti le competenze verbali ma anche quelle visive, infatti, il vedere precede il parlare. Il bambino guarda e riconosce prima di usare le parole, viviamo in un mondo di immagini e queste ci aiutano a rappresentare, raccontare, spiegare, indagare la realtà attivando emozioni e riflessioni. Cinemazero, come sottoscrittore della Carta in sinergia con altri partner, in primis le associazioni Voce Donna, in Prima Persona oltre che Coop Alleanza 3.0, e in attuazione del protocollo dei 50 Comuni, ha pensato di promuovere un concorso rivolto agli studenti delle scuole secondarie, per sensibilizzarli ma soprattutto per renderli protagonisti di questo processo di cambiamento. “Uniti contro la violenza sulle donne” è stato il motto delle iniziative svoltesi sul territorio pordenonese durante lo scorso novembre in occasione della giornata contro la violenza di genere e da qui è nata la volontà di impegnarsi concretamente per educare, cambiare una mentalità, incidere positivamente sulla formazione delle nuove generazioni. Il concorso vuole innanzitutto Intendere i giovani non come destinatari passivi ma come protagonisti di questo cambiamento, fornire le competenze e gli strumenti per utilizzare al meglio i media e trasmettere un messaggio forte ai coetanei e alla società tutta, creare rete con le scuole per lavorare sul territorio con un progetto condiviso al fine di coinvolgere i giovani come promotori di una campagna mediatica efficace. Il progetto vuole inserirsi in quella rosa di azioni che puntano alla prevenzione e al contrasto della violenza sulle donne e all'educazione dei giovani a un rapporto rispettoso e paritario tra donne e uomini, alla definizione di nuovi modi di relazione. Il concorso rivolto alle scuole secondarie di primo e secondo grado verrà lanciato lunedì 7 gennaio 2019, i partecipanti avranno tempo fino all' 8 marzo 2019 per consegnare gli elaborati. I gruppi classe appartenenti alle secondarie di primo grado potranno partecipare con un elaborato grafico (disegno, fumetto, quadro, fotografia) con oggetto la discriminazione di genere. Gli studenti delle secondarie di secondo grado invece potranno aderire all'iniziativa scrivendo un soggetto della lunghezza massima di 1000 battute, con non più di tre elaborati che verranno valutati da una giuria di qualità. Quest’ultima annuncerà il miglior soggetto durante un evento dedicato in occasione del Festival di Cinemazero “Le Voci dell’Inchiesta” ad aprile 2019. Dal soggetto verrà realizzato a cura di un giovane Filmmaker uno spot che sara’ il protagonista della campagna di comunicazione per tutte le iniziative contro la violenza sulle donne della provincia di Pordenone per l'anno 2019-2020. Il giovane filmmaker potrà anche essere uno dei ragazzi dello YoungClub, un'esperienza pilota della Mediateca Cinemazero di assoluta eccellenza, unica a livello nazionale, volta a fornire ai ragazzi (dai 18 ai 30 anni) del territorio interessati ai vari ambiti legati al mondo del cinema tutto quello di cui possono avere bisogno, senza però interferire nelle scelte di organizzazione, né di contenuti. In palio premi, una mostra con gli elaborati delle classi secondarie di primo grado ed un evento dedicato per quelle di secondo. Per tutte le info: Mediateca Cinemazero 0434520945 Mail elaborati: mediateca@cinemazero.it



Napoli, Roma, Mestre 3 expo 3

Lorenzo Codelli

De Filippo, Mastroianni, '900

Tre mostre per un grande viaggio nel cinema

Il 15 dicembre se n'è andato verso lidi celesti il nostro carissimo amico Giuseppe Lippi, grande cinéphile oltre che massimo esperto di fantascienza, fantastique, gotico, horror, superheroes, fumetti e tante altre cose. Frequentatore assiduo, tra l'altro, delle Giornate del Cinema Muto. Tre sono state le tappe del mio «viaggio in Italia alla ricerca delle mostre genuine», rifacendomi a https://www.m9digital.it/it/benvenuti-m9 quelli di Mario Soldati per la Rai. Son partito dalla patria natìa di Giuseppe, il porto dei Borbone, attualmente in pieno rilancio culturale. Ho attraversato poi il caput mundi, ove Giuseppe ed io, nella lontana primavera 1976, intervistammo l'irresistibile Mario Bava al caffé Rosati. E sono approdato infine alla rinascente mecca del Nordest, a poche insenature di distanza dall'ex porto degli Asburgo ove Giuseppe s'era laureato sull'amata sci-fi con Gillo Dorfles, e ove aveva mosso i primi passi come studioso, curator & editor. Ad ogni tappa gli riferivo via whatsapp e mail le mie scoperte, pizze incluse. A Castel dell'Ovo, la fortezza che domina il lungomare di Mergellina, si entra a proprio rischio. Rischio di perdersi nei suoi meandri tenebrosi dopo il tramonto. Di giorno, rischio d'esser colti sugli spalti da un attacco di sindrome di Stendhal, a causa delle bellezze accecanti a 369 gradi. Come non bastasse, negli immensi stanzoni e corridoi interni disposti su vari piani, ecco la straordinaria mostra temporanea dedicata alla più popolare dinastia di «guitti» di tutti i tempi: I De Filippo. Il mestiere in scena. Eduardo, Titina, Peppino, Luigi, Luca De Filippo, e i loro troupiers, «spalle», cavalli di battaglia, trucchi, maschere, amori e dolori. Dai lazzi del Sarchiapone fino a «adda passà a' nuttata». Ambedue tornati d'attualità. Curata da Carolina Rosi, Tommaso De Filippo e Alessandro Nicosia - sgargiante catalogo edito da Electa -, l'expo offre un'infinità di delizie di primissima mano agli appassionati di teatro, cinema, tv, letteratura, arte e costume. Sia esposte sotto le tradizionali bacheche, sia riflesse tramite scenografie avvolgenti, batterie di schermi, apparizioni improvvise di «questi fantasmi». Due secoli di storia dello spettacolo, partenopeo e universale. Le pièces di Eduardo continuano ad essere rappresentate in tutte le lingue. In un'eccezionale trasmissione del 1973, visibile anche su You Tube, ecco Franco Zeffirelli - il regista che nel 1977 avrebbe diretto magistralmente a Londra Laurence Olivier e Joan Plowright in Filumena Marturano - mentre interroga il saggio Eduardo sui segreti di... Pulcinella, e su quelli della sua vis comica comprensibile ovunque. Il pater familias dell'intera dinastia, il geniale mimo Eduardo Scarpetta, si affermò nel 1871 grazie al personaggio di Felice Sciosciammocca. Lo stesso pazzo scatenato che Totò avrebbe incarnato in tre memorabili farse cinematografiche. Tra pochi mesi l'instancabile Mario Martone porterà sullo schermo la biografia di Scarpetta, affidandone il ruolo all'unico «divo» contemporaneo di statura comparabile: Toni Servillo. Ho avuto la fortuna di conoscere e di veder recitare, sui set e in teatro, Marcello Mastroianni, diretto da Dino Risi, Mario Monicelli, Ettore Scola, Giulio Bosetti, Amanzio Todini ecc. Ho anche cenato con Marcello una sera a Trieste. Lui scherzando mi chiamava «il figlio di Callisto Cosulich» (il noto critico triestino suo vecchio amico). Quindi su di lui e sul suo mito credevo di saperne praticamente tutto recandomi all'Ara Pacis, sul Lungotevere, per visitare la mostra Marcello


Mastroianni. Mi sbagliavo. Il percorso espositivo, concentrato e caloroso, mi ha regalato retroscena inediti, illuminando di nuova luce l'arco creativo del più amato nonattore di fama internazionale. Mario Monicelli, che lo diresse in ruoli sublimi, così lo definiva: «Luoghi, cose, persone, li assorbiva come una spugna. È così che aveva acquisito la sua cultura - vivendo. Come tutti i grandi attori, Marcello aveva la missione di curare il mondo. La sua silhouette così discreta, senza parole inutili, così autoironica, ha portato nel mondo intero un'idea della nostra civiltà, della nostra cultura, che ben pochi altri hanno saputo offrire con la stessa eleganza». Nella mostra curata da Gian Luca Farinelli utilizzando reperti prestati dai familiari di Mastroianni e materiali provenienti dagli archivi di Cinemazero, ammiriamo Mastroianni mentra passa dal borgataro romano, grezzo e sempliciotto, all'international latin lover de La dolce vita, ai personaggi ammalianti e/o repellenti per Marco Ferreri, Pietro Germi, Ettore Scola, John Boorman, Vittorio De Sica, Luigi Comencini e tanti altri cineasti. Sempre uguale, sempre diverso. Due i cataloghi editi per l'occasione dalla Cineteca di Bologna. Un collage biografico tascabile, e la riedizione, illustratissima ed ampliata, di Mi ricordo, sì, io mi ricordo. Ovvero il testo integrale delle sue confessioni, filmate nel settembre 1996 in Portogallo da Anna Maria Tatò con la complicità di Peppino Rotunno e Manoel de Oliveira. Eccoci approdare a Mestre, caro Giuseppe. Il 1 dicembre nel centro storico è stato inaugurato l'M9, cioè Museo del '900, una struttura avanzatissima destinata ad innovare nel panorama dei musei internazionali. Concentra in un vasto edificio a quattro livelli l'intero '900 del nostro paese. Non solo le arti figurative d'un intero secolo, com'è il caso ad esempio del mirabile Musée d'Orsay di Parigi dedicato all'800. Non solo le guerre, come a Trento o a Caporetto. Non solo lo sport, come a Basilea o a Chicago. Non solo la storia patria, come a Berlino o a San Pietroburgo. Non solo le automobili, come a Torino o a Montecarlo. Tutto quanto e ancor di più, dipanato in una cittadella di nuova concezione. Attorno all'edificio principale, tre piazze per il relax, i giochi, lo shopping, la gastronomia. Una meraviglia architettonica concepita dal tedesco Matthias Sauerbruch e dall'inglese Louisa Hutton. I due archistar sono attualmente impegnati ad erigere una gigantesca torre di babele nella berlinese Alexanderplatz. I giochi di colore delle pareti esterne si basano sulle cangianti cromie veneziane, mattone, grigio, bianco. Il compianto Cesare De Michelis, grande intellettuale veneziano e presidente del comitato scientifico, firma il catalogo pubblicato dalla sua prolifica casa editrice Marsilio. «Un intervento urbano metropolitano di grande respiro destinato all'edutainment, come ancora raramente avviene in Italia», spiega De Michelis. Marco Biscione, udinese, direttore di M9: «È il primo grande museo totalmente multimediale in Italia. Un museo immersivo ed esperenziale. Non guarderà solo al passato, ci parlerà anche del presente. M9 guarderà al mondo». Giuseppe Saccà che ne ha curato i contenuti mi ha accompagnato in giro per i meandri di questo labirinto alla Shining. Al sommo kubrickologo Giuseppe sarebbe piaciuto molto. Il 15% di marchingegni digitali, virtual reality, robot, videogames, blue screen, pulsanti interattivi e altre «diaboliche invenzioni» hi-tech con cui ci divertiamo lungo il percorso verranno sostituiti annualmente, prima cioè che diventino dei «pezzi da museo». Elena Dekic, dirigente della compagnia Polymnia Venezia che ha coordinato gli allestimenti, mi ricordava che nel vasto auditorium sotterraneo con 200 posti, già da un paio di mesi Gian Piero Brunetta, il noto storico del cinema, ha introdotto le proiezioni di capolavori di Francesco Rosi, Pietro Germi, Federico Fellini, Ettore Scola, Tinto Brass, Ermanno Olmi. Dire che il cinema sia onnipresente a M9 è un'ovvietà. Dai reperti d'epoca dell'Istituto Luce, ai cinegiornali della grande guerra della Cineteca del Friuli, agli incunaboli tv di Teche Rai, ai frammenti di classici provenienti da centinaia di altri archivi pubblici e privati, fino alle icone più popolari di Cinecittà, Dinocittà, Hollywood, Shepperton. Si rimane letteralmente avvolti nella pellicola, un po' come succedeva spesso ai proiezionisti dei tanti Nuovo cinema Paradiso sparsi per la penisola. Né potrà mancare il coinvolgimento della 7a Arte nelle mostre temporanee in arrivo all'ultimo piano di M9, il cui tetto a lamine di cristallo dà sul cielo della laguna veneta.


Cinemazero parteciperà al meeting internazionale sul futuro del cinema

Marco Fortunato

Best of Cinemazero

Tales of Europe Racconti d’Europa Raccontare l’Europa fuori dai suoi confini, far conoscere la cultura, la storia ma soprattutto l’attualità del vecchio continente anche a chi non può raggiungerlo, attraverso il linguaggio universale del cinema. È questo l’ambizioso obiettivo del progetto Tales of Europe – Racconti d’Europa lanciato quest’anno da Europa Cinemas, il primo network europeo di sale cinematografiche d’essai che sostiene i cinema che si impegnano a programmare un numero significativo di film europei non-nazionali e ad organizzare attività promozionali rivolte al pubblico giovane, insieme a Europa International, la giovane (è nata nel 2011, quasi vent’anni dopo Europa Cinemas) associazione dei distributori europei. Il primo passo è stato selezionare 10 titoli da diverse nazioni la maggior parte dei quali protagonisti nei più importanti festival internazionali come Berlino, Cannes e Toronto, ma ancora privi di distribuzione in America, che sono stati messi a disposizione degli esercenti americani per singole proiezioni o “pacchetti”. Una selezione mirata, che si è concentrata su talenti emergenti e giovani generazioni (metà del programma è di autori al primo o secondo lungometraggio) e all’interno della quale 4 film su 10 sono diretti da donne e raccontano storie di personaggi femminili forti, (interpretate da attrici come Catherine Deneuve, Diane Kruger e Sandrine Bonnaire) per capire la reazione del pubblico americano ad una proposta d’essai di stampo europeo. Da lì il passo è stato breve: nell’attesa di poter vedere i primi risultati di questo esperimento è emersa la volontà comune degli esercenti delle due sponde dell’oceano di incontrarsi per scambiarsi le best practices e condividere le riflessioni sulle strategie da mettere in atto per affrontare i problemi comuni, in particolare la valorizzazione del cinema d’autore e il tanto desiderato “rinnovamento del pubblico”. Obiettivo tentare di capire come cambieranno le modalità distributive dei film con la progressiva affermazione delle piattaforme SVOD (quanti e quali film arriveranno in sala e con quali tempistiche) e quali strumenti utilizzare per intercettare il pubblico giovane sempre più abituato ad un consumo massivo e spesso acritico di immagini e come “educarlo” alla visione cinematografica. L’occasione sarà la prossima edizione di Art House Convergence, il più grande raduno annuale di professionisti del settore che coinvolge esercenti, distributori e fornitori di servizi per il cinema (e non solo) che, per la prima volta, ospiterà una delegazione di Europa Cinemas composta da alcuni dei più importanti esercenti europei, tra i quali anche Cinemazero chiamato a portare la sua esperienza innovativa soprattutto per quanto riguarda l’attività dello YoungClub e del servizio MyCinemazero, che entrerà a regime il prossimo anno. Da una parte quindi ci sarà l’occasione di promuovere un’iniziativa già collaudata, come appunto lo Young Club, l’esperienza (non c’è termine più adeguato per definirla) nata in Mediateca nel 2015 con l’obiettivo di fornire ai ragazzi (dai 15 ai 25 anni) interessati ai vari ambiti legati al mondo del cinema un’occasione per mettersi alla prova e diventare spettatori attivi. Un’opportunità per confrontarsi e fare gruppo attorno ad una passione comune ma anche per svolgere attività pratiche, laboratori, rassegne, incontri dove Cinemazero mette a disposizione tutto il materiale necessario (sia in termini tecnici che di know-how) ma dove spetta ai ragazzi mettere le idee. Dall’altra quella di presentare un progetto pilota, la piattaforma MyCinemazero che rappresenta in sostanza un servizio di profilazione dei gusti degli utenti basato sul loro “visioni”. Grazie ad un nuovo database, che permetterà, nel rispetto della normativa sulla privacy e ovviamente previo consenso dell’utente, di tenere un diario delle proprie esperienze cinematografiche e delle visioni private (attraverso i prestiti offerti dalla Mediateca) sarà infatti possibile costruire un proprio profilo come spettatore che sarà la base per ricevere una comunicazione personalizzata sui propri gusti. Comunicazione che, in futuro, potrebbe essere la base per un’iterazione (per esempio dando la possibilità di votare i film e attraverso la condivisione delle proprie preferenze organizzare delle proiezioni collettive, ecc..)


Perchè, oggi, parlare della Shoah?

Manuela Morana

“Gli esseri umani sono capaci di conquiste incredibili, se si impegnano seriamente” hanno commentato gli economisti statunitensi William D. Nordhaus e Paul M. Romer in occasione del Nobel per l'Economia ricevuto quest'anno dall'accademia svedese. Loro, che hanno saputo integrare i dati sui cambiamenti climatici con quelli sulle innovazioni tecnologiche nelle analisi macroeconomiche a lungo termine, offrendo così una risposta che spieghi come sia possibile favorire una crescita economica che sia durevole e sostenibile, ci consegnano così un'indicazione operativa quanto mai precisa e assolutamente disarmante nella sua semplicità. Siamo capaci di scoprire nuovi pianeti e di automatizzare il lavoro, di spostarci in auto senza controllarne la guida e di far compiere azioni con la sola forza del pensiero a individui con disabilità, come ci raccontano le scoperte della ingegneria e della biotecnologia. Si tratta di grandi rivoluzioni che lasciano il segno, che fissano tappe, che segnano una direttrice da seguire e lasciano intravedere i futuri possibili. Ma nel nostro piccolo, nel nostro quotidiano, di quali rivoluzioni siamo capaci? Noi, con le nostre competenze cognitive, con la nostra intelligenza, con le nostre abilità nel leggere, scrivere, fare di conto, memorizzare, esercitare il pensiero logico, quali punti di svolta siamo in grado di fissare? Perché le rivoluzione sono inevitabili, sono un cambiamento di strada necessario, per rinnovarsi, per evolvere, per migliorarsi. Con la Legge 211/00, L'Italia ha riconosciuto nel 27 gennaio il Giorno della Memoria della Shoah (lo sterminio del popolo ebraico) e con la Shoah le leggi razziali, la persecuzione contro i cittadini ebrei e tutti coloro che si sono battuti contro queste oppressioni. La conoscenza, la crescita, l'arricchimento cognitivo, emotivo, morale, passano anche attraverso l'esercizio del ricordo, consapevole. La scuola insieme con tutta la comunità educante del territorio ne è responsabile e deve essere indicatrice di modi e prassi del pensiero che puntino all'evoluzione e al rinnovamento. Possono la chiusura all'Altro, l'indifferenza all'Altro, l'assunzione di stereotipi negativi verso l'Altro costituire un modo di agire e pensare in armonia con la conoscenza, la crescita e l'arricchimento cognitivo, emotivo e morale di cui i neoi, i nuovi venuti, hanno bisogno per diventare adulti? La giornata del 27 gennaio serve a questo. Anno dopo anno, suggella l'impegno a ricordare le complesse pagine della storia in cui la catarsi più tragica di un pensiero distorto, condensazione di intolleranza e crudeltà, trova espressione. Cinemazero celebra il Giorno della Memoria dando appuntamento a studenti di ogni ordine e grado dal 21 gennaio all'1 febbraio nelle sue sale. In collaborazione col Comune di Pordenone, in una rinnovata partnership che testimonia di un impegno condiviso e partecipato con speciale dedizione, è proposta una vera e propria rassegna di opere cinematografiche d'autore che tra fiction e non fiction contribuiscono a sollevare interrogativi necessari attorno ai temi della Shoah e anche a uscire dallo specifico storiografico per approdare al presente, sondare l'intensità degli echi del passato e il suo riflettersi sull'oggi. Le prenotazioni sono aperte per le matinée evento con: Il figlio di Saul di László Nemes (Ungheria 2015, 107') dove un uomo, membro ungherese del Sonderkommando, il gruppo di prigionieri ebrei isolati dal campo e costretto ad assistere i nazisti nella loro opera di sterminio, scoperta la moglie del figlio, vuole dargli una degna sepoltura; I bambini di Rue Saint Mart di Ruth Zylberman (documentario, Francia, 2018, 100 minuti), dove il regista va alla ricerca dei vecchi inquilini di un palazzo, che costituiva una piccola comnità ebrea durante l'occupazione nazista; Chi scriverà la nostra storia di Roberta Grossman, (Usa 2018, 96') con sessantamila pagine di diari, manifesti, fotografie e oggetti lascito dell'Oyneg Shabbes Archive ("La gioia del Sabbath"), Otto Frank, padre di Anna di David de Jongh (documentario, Paesi Bassi 2010, 75') sulle vicende di Otto Frank che ad Amsterdam entra in possesso del diario della figlia Anne, morta solo pochi mesi prima; The dead Nation di Radu Jude (Documentario, Romania, 2017, 83'), raffinatissimo film che presenta una sbalorditiva collezione di fotografie di una cittadina rumena negli anni Trenta e Quaranta, prova dell'ascesa dell'antisemitismo e la sconvolgente descrizione dell'Olocausto in Romania. Per le secondarie di primo grado, Un sacchetto di biglie di Christian Duguay (Francia, 2017, 110'), storia di due fratelli ebrei che, bambini, fuggono da Parigi; La signora dello zoo di Varsavia di Niki Caro (USA, 2017, 127'), ritratto esemplare di una coppia che nel '39 resiste alla invasione della Polonia da parte della Germania nazistariuscendo a continuare il proprio lavoro in difesa degli animali, e non solo... Prenotazioni e informazioni didattica@cinemazero.it

Giornata della Memoria

Un ricco calendario di eventi per non dimenticare la Storia


i film del mese

(Tit. Or.: At Eternity's Gate) Un film di Julian Schnabel Con Willem Dafoe, Oscar Isaac, Mads Mikkelsen. Or.: Gran Bretagna, 2018. Durata: 110’

(Tit. Or.: La noche de 12 años) Un film di Álvaro Brechner. Con Antonio de la Torre, Alfonso Tort, Chino Darín. Or.: Spagna, 2018. Durata: 123’

(Tit. Or.: Capharnaüm) Un film di Nadine Labaki. Con Nadine Labaki, Zain Al Rafeea, Yordanos Shiferaw. Or.: Libano, 2018. Durata: 120’

VAN GOGH: SULLA SOGLIA DELL’ETERNITà

PREMIATO AL FESTIVAL DI VENEZIA E CANDIDATO A GOLDEN GLOBES DI JULIAN SCHNABEL Il film si concentra nel periodo più intenso e travagliato della vita dell'artista, quello che va da quando, nel 1888, a 35 anni, si trasferì ad Arles, in Provenza, fino alla morte avvenuta in circostanze ancora poco chiare il 27 luglio 1890 a Auvers-sur-Oise, dove era ospite del dottor Gachet. Ciò che interessa al regista è rendere conto del mondo nel quale viveva van Gogh, dove l'impressionismo era l'arte dominante, perché è in quel mondo che ritroviamo le convenzioni sociali che lo rigettano. Il volto lungo di Willem Dafoe, nei panni di Van Gogh, la sua performance in economia, la sua maniera scostante, gli sguardi scollati, la tensione nervosa dimostrano che il pittore non era né folle né malato. Al contrario Schnabel rappresenta con dolorosa acuità la sua situazione di uomo economicamente dipendente dal fratello. Pittore stimatissimo, uno dei nomi più conosciuti e rilevanti dell'arte contemporanea, Julian Schnabel debuttò nella regia cinematografica nel 1996 con Basquiat. A ventidue anni da quel film, dopo aver girato opere come Lo scafandro e la farfalla, Schnabel torna a raccontare al cinema la vita di un pittore in questo film presentato in prima mondiale e in concorso al Festival di Venezia 2018: dove Willem Dafoe ha conquistato la Coppa Volpi come miglior attore.

LA NOTTE DEI 12 ANNI

UN RACCONTO SCHIETTO E INTENSO SULLA FORZA DI RESISTERE DI ALVARO BRECHNER Nel 1972 in Uruguay un colpo di stato da parte delle forze militari, instaura una dittatura che segnerà la fine di molte libertà precedentemente garantite dalla gestione democratica. La rappresaglia dell'oppressore si scaglia con tutte le sue forze a reprimere i moti insurrezionali da parte dei pochi coraggiosi oppositori: tra questi due guerriglieri, Tupamaros José Mujica e Eleuterio Fernandez Huidobro, più un giornalista di nome Mauricio Rosencof, ritenuti tra i personaggi ostili più pericolosi, divengono oggetto di una nuovo sperimentale ed altamente disumano progetto di detenzione, che per ben dodici anni li costringe ad un regime duro ed intransigente ove vengono privati non solo della libertà più comuni, ma anche dei diritti di esseri umani: privati della luce del sole, costretti a vivere col volto perennemente coperto, in condizioni igieniche desolanti, trattati peggio di porci con l'intento di portarli alla pazzia ed annientare quell'anelito di libertà e rivoluzione che li rendeva i principali nemici del sistema. Dodici saranno gli anni, suggeriti pure dal titolo, 45 i luoghi di prigionia che li ospiteranno e che li vedranno costretti a resistere ad un trattamento disumano senza precedenti. Dirige il valido regista uruguayano Alvaro Brechner, di cui apprezzammo tempo addietro il precedente Mr. Kaplan, visto al TFF. Un film schietto e intenso, grazie anche al valido apporto dei tre protagonisti, tra cui spicca per notorietà Antonio de la Torre, coadiuvato dai validi Alfonso Tort e da Chino Darin (figlio di Ricardo). Una pellicola che ha il merito di aprire la mente e di raccontarci o ricordarci l'ennesima vergogna perpetrata da un regime assolutista degenerato, perverso, assassino delle più legittime individualità personali. Una pellicola, quindi, meritevole di attenzione e nota.

CAFARNAO

PREMIO DELLA GIURIA A CANNES PER UN RACCONTO SULL’ESCLUSIONE SOCIALE DI NADINE LABAkI Una ragazzo denuncia i propri genitori per averlo messo al mondo. Non accetta la vita che gli è stata donata. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes. La storia, però, non è solo libanese: è la storia di chi non ha accesso ai diritti più elementari, dall'educazione alla salute all'amore. Per chi non lo ricordasse, il termine cafarnao definisce un luogo pieno di confusione e disordine e tale era la lavagna su cui la regista scriveva i temi che intendeva trattare nel suo film da fare. L'infanzia maltrattata, i migranti, il ruolo genitoriale, i confini tra gli stati, la necessità di avere dei documenti sei si vuole essere considerati come esseri umani a cui si possa dedicare attenzione, la Dichiarazione dei Diritti dei bambini. Da tutti questi elementi è scaturito un film che sembra aver fatto propria la lezione dei Dardenne portandola però alle estreme conseguenze. A partire della scelta degli attori ognuno dei quali, dal più piccolo agli adulti, ha subito nella propria esistenza i colpi avversi di una esclusione sociale. Questa però non vuole essere una cattura del consenso legata al vissuto degli interpreti. Perché Labaki ha saputo trarre dal cafarnao dei temi e dalle vite vissute un film che ci obbliga a confrontarci con gli argomenti trattati obbligandoci costantemente a porci domande. In una città in cui dominano i rumori del traffico e l'indifferenza del prossimo, Zaid si impegna a non cedere escogitando le strate-


Un film di Peter Farrelly Con Viggo Mortensen, Mahershala Ali, Linda Cardellini. Or.: USA, 2018. Durata: 130’

Un film Mike Leigh Con Rory Kinnear, Maxine Peake, Pearce Quigley. Or.: Gran Bretagna, 2018. Durata: 153’

LA FAVORITA

LE LOGICHE DEL POTERE IN UN RITRATTO TUTTO AL FEMMINILE DI YORGOS LANTHImOS La Favorita, il film diretto da Yorgos Lanthimos, è ambientato nell'Inghilterra d'inizio 1700. Mentre imperversa la guerra con la Francia, la fragile e instabile Regina Anna (Olivia Colman) siede sul trono inglese ma il regno è di fatto governato da una persona a lei vicina, Lady Sarah (Rachel Weisz). Quando a corte arriva Lady Abigail (Emma Stone), le due sfrutteranno la situazione politica per diventare la favorita della Regina. Yorgos Lanthimos applica la sua visione nichilista ad un trio tutto al femminile e a una società teatro di sanguinosi conflitti di classe. E proprio perché il contesto e le tre protagoniste hanno motivi condivisibili per essere spietate, la storia esce dall'astrazione metafisica che aveva caratterizzato i lavori precedenti del regista. L'unica donna che conta, qui, è la regina, ma questo non la sottrae alle logiche del potere declinato al maschile, che si esprime al grado zero con l'ennesima guerra. Anna è una bambina mai cresciuta capace di improvvise gentilezze e di altrettanto imprevedibile ferocia. Una creatura sola e malata al crocevia degli interessi degli altri, mascherati da ossequio o da affetto. L'ironia che colora tutta la narrazione è maliziosa e puerile, incline al dispetto più ancora che al sopruso. Il film è stato premiato al Festival di Venezia ed ha ottenuto 4 candidature a Golden Globes.

i film del mese

(Tit. Or.: Zimna wojna) Un film di Yorgos Lanthimos. Con Olivia Colman, Rachel Weisz, Emma Stone. Or.: USA, 2018. Durata: 120’

gie di sopravvivenza più ingegnose. Così come non cede Nadine Labaki il cui cinema di impegno civile rende testimonianza a quegli ultimi in favore dei quali lancia un dolente grido di richiesta d'aiuto concreto.

GREEN BOOk

GENIALE MIX DI COMMEDIA BRILLANTE E TRAGEDIA IN UN ATTUALE RITRATTO SOCIALE DI PTER FARRELLY Green Book, il film diretto da Peter Farrelly, racconta del buttafuori Tony Lip (Viggo Mortensen), un italoamericano con un'educazione piuttosto sommaria che nel 1962 venne assunto come autista da Don Shirley (Mahershala Ali), uno dei pianisti jazz più famosi al mondo. Lo scopo? Guidarlo da New York fino agli stati del Sud, in posti dove i diritti civili degli afroamericani sono ben lontani dall'essere legittimamente acquisiti. Alla regia c'è Peter Farrelly, che ha sdoganato il politically incorrect sul grande schermo con film come Tutti pazzi per Mary e chi meglio di lui poteva attraversare gli stereotipi etnci e razziali senza negarli, costruendo una storia che è per tre quarti commedia esilarante e per il restante quarto dramma ancora attuale? Grazie anche alla forza motrice dei due interpreti: Viggo Mortensen nei panni dell'italoamericano rozzo e refrattario alle regole e Mahershala Ali in quelli del musicista nero colto e misurato. Green Book è un vero spasso, un classico film americano da grande pubblico scritto, diretto e interpretato con tutti gli attributi, e anche ciò che potrebbe sembrare eccessivamente piacione nasconde invece una misura non trascurabile di coraggio e dignità. Il film ha ottenuto 5 candidature a Golden Globes.

PETERLOO

EPICO RITRATTO DI UNA DELLE PAGINE PIÙ BUIE DELLA STORIA BRITANNICA DI mIkE LEIGH Un ritratto epico degli eventi legati ai fatti di Peterloo, quando nel 1819 un pacifico raduno pro-democrazia si trasforma in uno degli episodi più sanguinosi e tristemente noti della storia britannica. I fatti di Peterloo rappresentano un momento fondamentale nella definizione della democrazia britannica e hanno giocato un ruolo importante anche nella fondazione del quotidiano The Guardian. Di questo parla davvero Peterloo, prima ancora che di un evento storico. Quello che conta, in Peterloo, è il racconto di una serie di figure più o meno illuminate, e più o meno in alto nella scala sociale, che parlano al popolo sostenendo tesi sacrosante, che stanno dalla parte dei più deboli per promuovere la loro coscienza di classe, e poterli mobilitare, ma che non riescono a farsi capire. Forte del budget più consistente di cui abbia mai disposto e dell'esperienza nel campo del film d'epoca accumulata con il biopic su Turner, Mike Leigh inscena un affresco storico e sociale in cui la dimensione epica non è mai afflato superficiale ma affonda nel fango delle strade, nella precisione degli interni domestici, dei gesti della fabbrica, del legno grezzo dei bicchieri di cui pare di percepire il peso e dell'erba alta delle campagne di cui ci fa sentire l'odore. Ma naturalmente, Peterloo parla anche al presente, in più di un modo. È il ricordo del lungo e sacrificale cammino che ha portato alla democrazia contemporanea, alle libertà e ai diritti civili che tutela, ma è anche impossibile non leggere, tra le immagini di piazza di quell'estate di due secoli esatti fa, eventi assolutamente più recenti: ragazzi, ragazze, signore, giornalisti, tutti disarmati, presi a spintoni e bastonate, impossibilitati a mettersi in salvo per il blocco delle vie di fuga.


Domani accadrà ovvero se non si va non si vede

TRIESTE FILM FESTIVAL

Trieste, dal 18 al 25 gennaio 2019 Il Trieste Film Festival, principale appuntamento italiano con le cinematografie dell’Europa centro orientale, che quet’anno compie 30 anni, aprirà l’edizione 2019 con Meeting Gorbachev, il nuovo film di Werner Herzog e André Singer in anteprima italiana; il film offre uno sguardo inedito su alcuni degli eventi più significativi della fine del XX secolo – dal disarmo nucleare all’unificazione della Germania – e allo stesso tempo mette in prospettiva la stagione dei populismi che (non solo) l’Europa sta attraversando. Il film sarà accompagnato a Trieste dal co-regista e produttore André Singer (Night Will Fall) e sarà preceduto dalla consegna, a Mosca, di uno speciale Eastern Star Award a Gorbachev. Nel programma del Festival, inoltre, ci saranno pellicole firmate da grandi maestri che hanno fatto la storia del Festival – e più ampiamente del cinema – accanto a produzioni contemporanee, incontri e numerose masterclass. Info: www.triestefilmfestival.it

THIS IS IT

Trieste, martedì 22 gennaio 2019 When East Meets West e Trieste Film Festival presentano la seconda edizione di This is IT, sezione dedicata esclusivamente a lungometraggi di finzione e opere ibride con un forte approccio visivo e creativo prodotti o co-prodotti sia in quota maggioritaria che minoritaria da società di produzione italiane. L’idea è quella di creare una vetrina unica dedicata al cinema indipendente di qualità dove i team selezionati avranno la possibilità di presentare il proprio progetto e mostrare dieci minuti del loro film ad un esclusivo panel di più di 30 sales agents, programmatori di festival e buyers internazionali. This is IT selezionerà fino a 5 lungometraggi di finzione e una giuria internazionale assegnerà il Laser Film Award, premio speciale di post-produzione video consistente nella realizzazione della color correction di un film (40 ore di lavoro, tecnico compreso) come sponsorship in kind del valore commerciale di circa 10.000 euro. Info: www.triestefilmfestival.it

DA LEONARDO A PICASSO -

VIAGGIO

A FUMETTI NELLA STORIA DELL’ARTE

Pordenone, PAFF - fino al 24 febbraio 2019 Gradimir Smudja, nativo di Novi Sad ma italiano d'adozione, da diversi anni è considerato da molti uno dei più abili e talentuosi autori viventi (anche illustratore e pittore); è ancora poco conosciuto al grande pubblico ed ha un segno eclettico, ironico e sorprendente. Da "Vincent et Van Gogh" ai due sontuosi volumi de "Au Fil De l'Art" fino a "Cabaret des muses", la mostra pordenonese ospita un excursus di oltre cento opere dell'artista serbo che ripercorre - attraverso il virtuosismo, l'ironia, la vivacità e l'incondizionata passione per il racconto - un meta-viaggio dell'arte all'interno della propria storia e degli artisti più importanti. Il tratto tecnicamente elevatissimo di Gradimir Smudja, l'attenzione infinitesimale ai dettagli, l'amore per le citazioni e i tantissimi livelli di lettura delle sue tavole sono sempre accompagnati dalla leggerezza, da una visione affettuosa e profonda dell'arte e delle sue declinazioni. Grazie ai suoi personaggi, Smudja attraversa i secoli più importanti della storia dell'arte europea insegnandone i tratti distintivi e i significati, e sfatandone i miti. Info: www.paff.it

MENT FESTIVAL

Lubiana, dal 30 gennaio al 1 febbraio 2019 Il Ment è uno showcase festival nato quattro anni fa a Lubiana intorno al centro culturale Kino Šiška. Quest’anno si presenta con un programma di una settantina di esibizioni di artisti da tutto il mondo e una serie di performance audio visuali, conferenze e seminari dedicati all’industria musicale e alla creatività. Una rassegna ad hoc sarà dedicata alla visione dei migliori video musicali del 2018. Info: www.ment.sì



I Nostri Viaggi di Gruppo 12/01/19: Faenza e il Presepe galleggiante di Cesenatico 26-27/01:Novità ² Inverno sul Trenino Rosso del Bernina 27/01: Mantova e la mostra di Chagall 08-11/02: In Slovenia tra terme, degustazioni e cultura 16/02/19: Venezia ² ´)RUHVWL D 9HQH]LD¾ /D )RQGD]LRQH %LVD]]D H O¡DUWH GL D 9LFHQ]D 02-03/03: Il Castello di AgliÊ e il Carnevale delle Arance 09-10/03:Novità ² Inverno sul Trenino Rosso del Bernina 16-20/03: Napoli, il 7HDWUR 6DQ &DUOR  23/03: Venezia ² ´6XL SDVVL GL &DVDQRYD¾ 30/03-01/04: Il Lago Maggiore e il Treno delle Cento Valli 03-09/04: Petra, la Giordania e il Mar Morto 07/04: Villa Bolasco e le sculture di Canova a Possagno 12-15/04: Natura e cultura tra Croazia e Bosnia 13/04: Venezia ² I luoghi della musica nella Serenissima ,O &DVWHOOR GL 6WUDVVROGR H O¡$EED]LD GL 5RVD]]R 22/04: Pasquetta al giardino di Sissi a Merano 24/04-02/05: In Spagna, Bilbao e i Paesi Baschi 25-28/04: Vienna all-inclusive 03-05/05: In Toscana, nella Maremma /¡(UHPR GL 6DQ &RORPEDQR H OD FLWWj GL 5RYHUHWR 18-19/05: I luoghi di Santa Rita e la città di Gubbio 25/05: Venezia ² I giardini nascosti della Serenissima 25-30/05: Matera e la Puglia passando per le Marche 01-02/06: Milano tra nuove e vecchie architetture %UHVFHOOR H OD QDYLJD]LRQH OXQJR LO 3R¡ 08-09/06 e 20-21/07: Il Trenino Rosso del Bernina 23- ,Q 3RUWRJDOOR /LVERQD H O¡$UJDUYH 12-19/07: In Scozia, tra leggende e castelli 28/07: La festa del colore a Brunico 08-15: Mosca e San Pietroburgo 21-28/09: Nei Balcani tra Kossovo, Macedonia e Albania 25-27/09: 1HOO¡$QWLFR 'XFDWR GL 3DUPD H 3LDFHQ]D

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