mensile di cultura cinematografica
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Una settimana di Muta Passione Al via la 38ma edizione de Le Giornate del Cinema Muto
Dal Generalissimo al Malkovichissimo Corrispondenze dal 67 Festival di San Sebastiàn
Il ritorno della FANTASCIENZA! A Trieste è tempo di Science+Fiction Festival
Il piacere della visione Un percorso tra sala e Mediateca per riscoprire il cinema dei maestri
Alla scoperta del nuovo cinema con la SIC La Settimana Internazionale della Critica di Venezia in sala il 15 ottobre Spedizione in abbonamento postale POSTE ITALIANE SPA L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone. Pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. e i.r. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Ottobre
Ritratto di una grande donna del nostro tempo Benedetta Bardini protagonista di un film tenero e impetuoso
19 2019 numero 9 anno XXXIX
È solo una questione di numeri...o no? È necessario allargare lo sguardo per interrogarsi sul (nostro) sul futuro
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E’ il momento di ampliare la riflessione per interrogarsi sul futuro del cinema
Marco Fortunato
Editoriale
È solo una questione di numeri.. o no? Mancano pochi mesi alla fine del 2019, un momento decisivo per CinemazeroNotizie che si appresta a sbarcare sul web, aprendosi così alla possibilità di allargare ulteriormente i propri contenuti ma con l'obiettivo di non tradire la propria natura di strumento di promozione, valorizzazione e approfondimento della cultura cinematografica. In un passaggio così delicato mi trovo, temporaneamente, ad essere investito della funzione di direttore, con la responsabilità che ciò comporta ed un'eredità troppo importante per essere sintetizzata in poche righe. Impossibile infatti, per me, rendere il dovuto merito a chi ha fondato, diretto e animato questa testata per oltre trent'anni, Andrea Crozzoli, giornalista, critico cinematografico, profondo conoscitore e cultore del cinema e, prima di tutto, amico. Per evitare l'imbarazzo della banalità scelgo, e spero non me ne vorrà, di provare a dare continuità a questo spazio - l'editoriale - che lui ha saputo rendere, negli anni, preziosa occasione per riflettere, sul passato, il presente e il futuro del cinema, sempre cercando di suscitare in chi legge quella curiosità e quella passione che hanno animato la sua penna. E’ il caso dell‘evento più visto dell’anno, Unposted il film di Elisa Amoruso su Chiara Ferragni che ha letteralmente sbancato il boxoffice, monopolizzando il dibattito sullo stato di salute del mercato cinematografico italiano. È questo dato, molto più di quello economico, che a nostro avviso merita una riflessione. Che un film incassi di più o di meno del previsto è nella logica delle cose, che un mercato lo prenda a riferimento per misurare il suo stato di salute, decisamente no. E non parliamo del film in sé, ma della logica che sta dietro a un ragionamento che vediamo riproporsi ciclicamente, a ogni fine stagione e, appunto, ogni volta che un film realizza un risultato significativo, sia in senso positivo che negativo. Davvero l’unico termometro dello stato di salute della settima arte sono i biglietti staccati? Può sembrare una domanda retorica ma di fatto sono poche le voci che cercano di alzare lo sguardo e portare il dibattito oltre le somme di spettatori ed euro incassati. Siamo convinti che tempo ed energie per discutere e confrontarsi non manchino ma sono ben altri i temi da affrontare. Da pochi mesi la nuova legge cinema sta dispiegando concretamente i suoi effetti, è nato il progetto Moviement, la prima iniziativa concreta volta a superare la stagionalità della distribuzione, partita questa’estate dopo una lunghissima attesa ma di cui non sono ancora chiari gli esiti, almeno per il comparto d’essai. Di tutto questo si è parlato e si continua a parlare poco, troppo poco. E invece siamo convinti che sia proprio da lì, e forse ancora da prima, che bisogna ripartire. In un contesto di grande cambiamento per il nostro mercato, quello cinematografico in generale e quello d’essai in particolare, crediamo che sarebbe molto utile fermarsi a riflettere sul proprio ruolo e sulla propria mission. Cosa significa oggi essere operatori culturali, promuovere e diffondere la cultura cinematografica, che responsabilità comporta ricevere dei contributi pubblici per la propria attività e come si traduce ciò nelle scelte operative, ovvero nella programmazione e nel rapporto con il proprio pubblico? Cinemazero ha scelto di mettere al centro del suo pensiero questi temi e di farlo, come tradizione, con un serie di progetti concreti, che partiranno proprio questo mese con una serie di incontri tra le più importanti realtà dell’esercizio cinematografico indipendente. Per provare a ipotizzare non un circuito, non una nuova associazione, ma un manifesto culturale che, in chiave propositiva, possa contribuire a garantire un futuro al cinema di qualità anche oltre il dato del box office.
In copertina il manifesto della 38a edizione delle Giornate del Cinema Muto che ritrae Marion Davies sul set di Beverly of Graustark (Il principe azzurro, 1926) di Sidney Franklin. Da una fotografia di Ruth Harriet Louise. Elaborazione grafica di Giulio Calderini e Carmen Marchese [Margaret Herrick Library - Academy of Motion Picture Arts and Sciences, Los Angeles / Le Giornate del Cinema Muto]
cinemazeronotizie mensile di informazione cinematografica Ottobre 2019, n. 9 anno XXXIX ISSN 2533-1655 Direttore Responsabile Marco Fortunato Comitato di redazione Piero Colussi Riccardo Costantini Andrea Crozzoli Sabatino Landi Tommaso Lessio Silvia Moras Maurizio Solidoro Collaboratori Lorenzo Codelli Luciano De Giusti Manuela Morana Elisabetta Pieretto Segretaria di redazione Elena d’Inca Direzione, redazione, amministrazione Via Mazzini, 2 33170 Pordenone, Tel. 0434.520404 Fax 0434.522603 Cassa: 0434-520527 e-mail: cinemazero@cinemazero.it http//www.cinemazero.it Progetto grafico Patrizio A. De Mattio [DM+B&Associati] - Pn Composizione e Fotoliti Cinemazero - Pn Pellicole e Stampa Sincromia - Roveredo in Piano Abbonamenti Italia E. 10,00 | Estero E. 14,00 Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981 Questo periodico è iscritto alla: Unione Italiana Stampa Periodica
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Benedetta Barzini protagonista di un film tenero e impetuoso
Riccardo Costantini
A Cinemazero, giovedì 17 ottobre alle 20.45, ci sarà un'ospite davvero eccezionale, per presentare il film a lei dedicato da suo figlio: Benedetta Barzini, notissima modella e icona degli anni ’60. Musa di artisti come Andy Warhol, Salvador Dalì, Irving Penn e Richard Avedon. Negli anni ’70 abbraccia da militante la causa femminista, diventando scrittrice e docente acuta e controcorrente di Antropologia della moda (all'Università di Urbino, al Politecnico di Milano e alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano), in eterna lotta con un sistema che per lei significa sfruttamento del femminile. A 75 anni, stanca dei ruoli e degli stereotipi in cui la vita ha cercato di costringerla, desidera lasciare tutto, per raggiungere un luogo lontano, dove scomparire. Turbato da questo progetto – radicale quanto indefinito – suo figlio Beniamino decide di filmarla, determinato a tramandarne la memoria. Ecco come nasce The Disappereance of My Mother, di Beniamino Barrese, in cui racconta la storia di sua madre. Barrese intraprende la carriera di fotografo, filmmaker e direttore della fotografia, ma sua madre non smette mai di mettere in discussione questa sua passione, spingendolo a ragionare sul valore e il potere delle immagini – un veicolo di conoscenza ma anche di manipolazione, un codice che spesso rischiamo di subire perché ci mancano gli strumenti per leggerlo, decifrarlo e criticarlo. Fra i due si instaura un dialogo – a volte silenzioso, a volte esplicito e “visivo” – in cui la volontà di Benedetta Barzini di “scomparire” arriva come una battuta finale, la boutade che scompagina tutto. “Che cosa ti resta da fare quando tua madre ti dice di volersene andare per sempre? Decidere di fare questo film è stato il mio tentativo di trovare una risposta. Ho ricominciato a filmare mia mamma come facevo da bambino, partendo dalle sue lezioni e guadagnando piano piano terreno, fino ad arrivare in quello spazio intimo in cui da sempre l’avevo conosciuta. L’ho fatto con e contro mia madre, sostenuto dalla fiducia che l’esposizione del nostro conflitto (personale ma anche politico) potesse essere un modo, per quanto paradossale, di celebrare quelle domande che non aveva mai smesso di pormi.” Il progetto, nato appunto col tentativo di “trattenere un'immagine efficace” di una grande protagonista dei nostri tempi, si è invece trasformato in un’intensa battaglia da parte della madre per il controllo della sua immagine, uno scontro personale e politico fra opposte concezioni del reale e della rappresentazione di sé, ma anche un dialogo intimo, struggente, in cui madre e figlio scrivono insieme le ipotesi di una separazione, difficile da accettare e forse impossibile da raffigurare. Barrrese, in un rapporto filiale molto stretto, ha sempre sentito l'esigenza di filmarla e l'ha ritratta fin da ragazzino, ma ha sempre riscontrato notevoli difficoltà: “metterla di fronte ad un obiettivo non è mai stata un'impresa facile. Provavo una sorta di riverenza nei suoi confronti. Mi sembrava impossibile contenerla in un’immagine. Era troppo di tutto: troppo bella, troppo intelligente, troppo carismatica, troppo aggressiva, troppo forte, troppo profonda, troppo speciale. Nonostante fossimo da sempre molto legati (sono il suo ultimo figlio, il suo “beniamino”, come dice il mio nome), è sempre stata un mistero per me. Le poche cose che scoprivo sul suo passato, inconciliabili con la Benedetta che conoscevo, traslavano la sua persona in una nebulosa dimensione di mito”. Ecco che il film si moltiplica, si apre e chiude più volte, come – comprensibilmente, dunque non volesse finire. Ogni volta Benedetta Barzini riappare con la sua forza, e noi spettatori non ci stanchiamo mai di vederla, di conoscerla, di sperare che non sparisca. Un percorso, questo dialogo ininterrotto, ma votato a un “finale”, che fa raggiungere a Barrese una concezione approfondita del loro rapporto solo a film concluso: “Ora, alla fine di questo percorso, so di non essere riuscito, ancora una volta, a racchiudere mia madre in un’immagine capace di raccontarne l’autenticità̀ – il valore per lei più importante tra tutti. Anzi, al contrario, ho capito finalmente che mia madre aveva ragione. Come lei spesso ripete, 'ciò che veramente conta, è sempre invisibile' ”. L’essenza delle cose ha a che fare con la nostra esperienza, e sta sempre al di là di quello che è possibile rappresentare.
La scomparsa di mia madre
Ritratto di una grande donna del nostro tempo...
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Al Verdi dal 5 al 12 ottobre, con preapertura il 4 a Sacile e replica dell’evento inaugurale il 13
Jay Weissberg
Le Giornate del Cinema Muto
Una settimana di “Muta passione” Sono lieto di poter dire che il programma della 38a edizione delle Giornate del Cinema Muto è sbilanciato verso la commedia, il che secondo me è sacrosanto perché abbiamo davvero bisogno di ridere e, anche se non è questa la ragione principale per cui sono così contento della sezione – curata da Ulrich Rüdel e Steve Massa – sulle origini dello slapstick europeo, devo ammettere che si tratta di una coincidenza molto fortunata. Ciò che rende questa sezione così importante è il modo in cui si prefigge di identificare le origini delle gag della commedia classica, dalla loro iniziale comparsa nel music-hall e nel vaudeville al loro proliferare nelle comiche brevi e infine nei lungometraggi, dove queste invenzioni trovano la loro forma più compiuta. Sono convinto che, grazie a questa retrospettiva, potremo meglio comprendere le origini della commedia in Europa, nonché rivelare come lo slapstick si sia sviluppato negli Stati Uniti grazie al contributo determinante di comici francesi, britannici, tedeschi, ungheresi e di altre nazionalità. Lo stesso vale per il felice ritorno delle “nasty women”, ispirate creatrici di pandemonio, la cui sfacciata irriverenza nei confronti dell’autorità in tutte le sue forme fu all’origine di uno dei programmi più innovativi nella storia recente del festival, quando presentammo la prima serie nel 2017. Quest’anno avremo altri cortometraggi che hanno come protagoniste le simpatiche figure anarcoidi di Léontine, Cunégonde, Lea e Rosalie, oltre che alcune loro alleate nell’arte del caos. Altre “nasty women” compaiono nei brevissimi corti ricreati da Rob Byrne, Thierry Lecointe e Pascal Fouché a partire dai flipbooks fin-de-siècle ritrovati in una collezione privata in Francia, alcuni dei quali si presentano anche come la prima occasione che abbiamo di vedere immagini in movimento di alcuni titoli di Georges Méliès considerati perduti. A proposito di resurrezioni: l’incalcolabile contributo di William S. Hart all’evoluzioIta Rina in KIRE LAINED/WELLEN DER LEIDENSCHAFT [Onde ne del western e di Hollywood in generale di passione] (EE/DE 1930) di Wladimir Gaidarow [Vladimir è ormai riconosciuto da tutti, ma quando è Gaidarov]. [Eesti Rahvusarhiivi Filmiarhiivi, Tallinn] stata l’ultima volta che abbiamo avuto l’opportunità di mettere a fuoco l’uomo Hart e la sua opera di attore e di regista? Richard Abel, Diane e Richard Koszarski hanno curato un programma di quindici film realizzati fra il 1914 e il 1918, più due frammenti, grazie ai quali potremo conoscere meglio il lato più autentico di questa personalità iconica della storia del cinema. La sezione dei film sul cinema getta uno sguardo su come il nuovo mezzo di espressione volesse descriversi al pubblico nei primi decenni della sua esistenza, fornendoci così un ritratto senza precedenti sui modi in cui la storia del cinema fosse già scritta e riscritta quando il cinema era ancora in fasce. Per tradizione, le Giornate si preoccupano di esplorare tutte le forme e i generi del cinema muto; dopotutto, come si farebbe altrimenti a conoscere un periodo storico – e soprattutto una forma d’arte in divenire – se guardassimo soltanto i capolavori riconosciuti? Questo intento di indagare più in dettaglio un particolare periodo e un particolare contesto sociale ha ispirato la sezione sui cortometraggi di Weimar. Documentari scientifici, cortometraggi di avanguardia e di attualità, film di educazione all’igiene e pubblicità: ecco un programma dedicato alla marginalità, ma è proprio guardando ai margini che si possono trovare gli strumenti necessari a comprendere un’età così complessa come il periodo di Weimar. Non solo certi tipi di cinema sono spesso rimasti fuori dai libri di storia, è accaduto a volte a interi paesi. Prendiamo l’esempio dell’Estonia, una nazione con una piccola ma vivace eredità cinematografica, per lo più ignorata a causa dei disastri della guerra, dell’occupazione, e della scomparsa delle copie dei film. La direttrice del Filmimuuseum estone e la direttrice del Rahvusarhiivi filmiarhiiv (la sezione cinematografica dell’Archivio Nazionale dell’Estonia) hanno messo insieme un piccolo ma eccezionale programma di cortometraggi comici, di animazione e documentari, insieme a due lungometraggi, grazie ai quali avremo modo di ripensare ai pregiudizi che impediscono una visione più completa della storia del cinema. Siamo entusiasti di iniziare la nostra collaborazione con il Musée Albert Kahn di Parigi, che pre-
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senta la prima di una serie di film dalla straordinaria ma ancora poco nota collezione di questa istituzione. Famoso per il suo ineguagliabile patrimonio fotografico, il museo è il frutto di un visionario filantropo, Albert Kahn, spinto dal desiderio di intraprendere un dialogo fra le culture a inviare fotografi e operatori in tutte le parti del globo. La maggior parte dei film non sono mai stati proiettati fino ad ora; questa cooperazione può dunque trasformarsi in un vero e proprio sodalizio culturale ed è nostra speranza che questa prima tranche possa segnare l’inizio di una sezione permanente che ci consentirà di esplorare sempre nuove direzioni tematiche. Come molti altri, ho cominciato a interessarmi agli studi di cinema perché ero un grande ammiratore delle personalità che hanno illuminato il grande schermo, e anche quest’anno non vogliamo ignorare questo aspetto vitale della cinefilia. Reginald Denny, emblematica stella degli studi Universal, riceve quest’anno un dove- Ivor Novello in THE LODGER: A STORY OF roso tributo, che coincide con la pubblicazione di un THE LONDON FOG (GB 1927) di Alfred affascinante volume a firma della nipote di Denny, Hitchcock. [Per gentile concessione di Park Circus/ITV Studios] Kimberly Pucci, in cui si narra la vita eccezionale di un uomo che non fu solo un campione della commedia leggera ma anche – come è stato scoperto da poco – un inventore aeronautico, la cui attività segreta per il governo statunitense durante la seconda guerra mondiale è all’origine della tecnologia dei droni. Chi l’avrebbe mai detto? Una sezione sulle vedettes francesi getta nuova luce sull’incantevole Suzanne Grandais, tragicamente scomparsa a soli 27 anni, e su Mistinguett, una delle personalità più celebri dell’epoca. Poi c’è Marion Davies, l’attrice sul nostro manifesto di quest’anno, nel film Beverly of Graustark, nonché la fascinosa e ingiustamente negletta diva italiana Elettra Raggi in La morte che assolve, in uno strepitoso restauro della Cineteca Italiana di Milano. Alcuni temi del festival proseguono un percorso tracciato lo scorso anno: ecco dunque un altro lungometraggio di John M. Stahl, The Woman Under Oath, insieme all’unico rullo sopravvissuto di The Wanters. La seconda parte del tributo a Mario Bonnard approfondisce la nostra conoscenza di questo importante attore e regista italiano. La rassegna dello scorso anno sui film pubblicitari era incentrata sul tema del genere; il prosieguo è disseminato nelle varie sezioni del festival e osserva il modo in cui i cortometraggi pubblicitari giocavano con le formule narrative, spesso con risultati esilaranti. Ma non ho ancora menzionato gli eventi orchestrali! In apertura The Kid (Il monello) con la partitura di Chaplin diretta da Timothy Brock è uno spettacolo capace di infondere una speciale felicità, mentre la composizione di Neil Brand per The Lodger di Hitchcock (in chiusura), condotta dal maestro Ben Palmer, suggellerà la nostra ammirazione per il musicista e per il maestro della suspense. Mercoledì sera avremo la “prima” internazionale della musica orchestrale di Vladimir Deshevov, da poco ritrovata, per il capolavoro di Fridrikh Ermler’s Oblomok Imperii (Un frammento d’impero), sotto la guida di Günter Buchwald. Tutte e tre le composizioni orchestrali saranno eseguite dall’Orchestra San Marco di Pordenone, che annoveriamo da tempo fra i nostri più valenti collaboratori. L’edizione 2019 è dedicata alla memoria dell’animatore Richard Williams. Dick occupa un posto speciale nel cuore di tutti noi alle Giornate, non solo per la splendida sigla del festival che ci ha regalato, e non Charles Chaplin con Jackie Coogan sul set di THE KID (Il monello) (US 1921) di solo per l’ormai leggendaCharles Chaplin. [The Kid © Roy Export S.A.S] ria Masterclass sull’animazione che ha tenuto a Sacile nel 2003, ma anche e soprattutto per l’irresistibile sorriso che illuminava il suo volto quando, seduto al Verdi, era deliziato dalle immagini che passavano sullo schermo. Il suo attaccamento al festival era per noi fonte di grande orgoglio, la sua amicizia un dono gioioso. Per info: www.giornatedelcinemamuto.it
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67 Festival di San Sebastián
Lorenzo Codelli
Cinemaoceano
Dal Generalissimo al Malkovichissimo Surfeando y surfeando sulle onde oceaniche delle sue stupende spiagge, in 67 procellosi anni il Festival Internazionale di San Sebastián è balzato dall'era più buia del franchismo a quella luminosissima di istituzione avveniristica attiva tutto l’anno sotto la guida dell’intraprendente José Luis Rebordinos. Un esempio, la Zine Eskola Elías Querejeta: «La escuela de los tres tiempos del cine. Centro internacional de investigación, innovación pedagógica y experimentación cinematográfica». Secondo esempio, la digitalizzazione, a fini di ricerche storiche, dell'intero patrimonio del Festival. Terzo esempio, Cine en Construcción, il mercato progettuale che permette a numerosi giovani dell'America Latina di portare a termine i film e presentarli l'anno successivo al festival basco. È il caso di Agosto del cubano Armando Capó, un impressionistico, lirico ritratto dello sfacelo del regime castrista in seguito al crollo dell'URSS. Uno scolaro in vacanza assiste alle fughe dall'isola su imbarcazioni precarie del padre, dell'innamorata e di tanti altri disperati morti di fame. Mano de obra, satira macabra del messicano David Zonana, racconta la vendetta d'un gruppo di operai che restaurano la villa d'un nababbo, lo fanno fuori e vi s'installano formando una comunità proletaria non proprio stile Ken Loach. Il più scaltro fotte gli altri e scappa col malloppo. Un'altra parabola sociale tragicomica ne La odisea de los giles dell'argentino Sebastián Borensztein. Il grande attore Ricardo Darín capeggia un manipolo di vittime della crisi finanziaria decisi a farsi giustizia da soli. Talmente tanti i temi d'attualità, idem i fondi produttivi a sostegno dei cineasti, dal Cile al Brasile, al Messico, che pure certi furbetti occidentali abboccano. Vedi il francese Olivier Assayas con il mediocre faux-cubain Wasp Network, o l'americano Paxton Winters con il folk favelas Pacificado, immeritato vincitore della Concha de Oro 2019. Il cinema spagnolo ha proposto un duetto speculare di epopee sulla guerra civile scoppiata nel 1936 e sull'avvento del generalissimo Franco. La trinchera infinita del terzetto basco Aitor Arregi, Jon Garaño e Jose Mari Goenaga, Concha de Plata per la migliore regia; e Mientres dure la guerra del cileno-madrileno Alejandro Amenábar. Nel primo un rosso ricercato dai fascisti si rifugia in cantina per oltre un trentennio assistendo tramite gli occhi della consorte a crimini e misfatti della dittatura. Nel secondo, il celebre scrittore e docente Miguel de Unamuño appoggia il reazionario Franco fino a pentirsene amaramente. Toni da fiction tv annacquano qua e là le buone intenzioni. Non sorprende che ogni anno a San Sebastián sia la retrospettiva a sorprenderci. Dopo la scoperta nel 2018 della britannica Muriel Box, un ennesimo choc: l'opera del genialissimo autore messicano Roberto Gavaldón (1909-1986). Una metà circa dei suoi 55 film hanno fatto scalpore. Tra i suoi sceneggiatori, Carlos Fuentes, Gabriel García Márquez e il mitico B. Traven, e tra i suoi direttori della fotografia Gabriel Figueroa e Alex Phillips. Ai suoi comandi dal pugno fermissimo, un parco attori messicani di fama internazionale; dalle divine María Félix, Dolores Del Rio, Ariadna Welter, ai divi Pedro Armendáriz, Ricardo Montalbán, Cantinflas. Qualunque sia il genere affrontato, Gavaldón va fino in fondo, spinto da un'assenza di censura e auto-censura che tarpavano invece le ali ai cineasti hollywoodiani suoi contemporanei. Eros e civiltà si scontrano nel conradiano Sombra verde (1954). Machismo e femminismo nel cupissimo La noche avanza (1952), dal finale iperbunueliano. Capitalismo statunintense e idealismo azteco in Rosa Blanca (1972), un pamphlet politico attualissimo. Imperdibile il catalogo Roberto Gavaldón (in inglese e castigliano), a cura di Ana Cristina Iriarte e Quim Casas. Ai musei di San Sebastián traboccano le mostre. Una per tutte: Malkovich Malkovich Malkovich. Homage to the Great Masters of Photography. Il camaleontico fotografo americano Sandro Miller ha immortalato in una quarantina di pose John Malkovich, il quale meglio di Fregoli reinterpreta una parata di icone novecentesche.
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Dal 29 ottobre al 3 novembre la 19ma edizione del Trieste Science+Fiction Festival
Gianluca Guerra
TS+FF19
Il ritorno della FANTASCIENZA!! La 19a edizione di Trieste Science+Fiction, che si terrà dal 29 ottobre al 3 novembre, esplorerà le mille vie del fantastico in un programma dinamico e ad ampio raggio che incorpora le ultime tendenze cutting edge assieme ai capolavori della fantascienza. Anteprime cinematografiche internazionali e nazionali nei tre concorsi con registi e attori da tutto il mondo, avveniristici documentari scientifici, focus sull’Intelligenza Artificiale, Spazio Italia con i migliori autori del fantastico nazionale e i corti sci-fi compongono la mappa del Trieste Science+Fiction 2019. Parallelo al festival, giunge alla 4 edizione il Fantastic Film Forum per i professionisti del settore con un programma dedicato alla coproduzione internazionale, alla diffusione e alla distribuzione cinematografica ampliato a tre giorni di incontri, eventi di networking e workshop ad alta formazione professionale con Claudia Tosi, Todd Brown, Dario Vecchiato e Timo Vuorensola, regista di Iron Sky. Scienza e letteratura saranno le protagoniste degli incontri di Futurologia, che con le esposizioni, i workshop e le iniziative per i ragazzi e i dj set renderanno il Trieste Science+Fiction Festival una meravigliosa immersione nel futuro per gli appassionati di fantascienza. Il primo ospite annunciato è il celebre documentarista Alexandre O. Philippe, specializzato in indagini sul cinema come il recente 78/52, sulla famosa scena della doccia di Psycho; Doc fthe Dead, sui film con gli zombi; “The Life and Times of Paul the Psychic Octopus”, biopic sul polpo Paul; ed il celeberrimo The People vs. George Lucas sui fan di Star Wars. Alexandre O. Philippe presenterà a Trieste in anteprima italiana il nuovo documentario Memory: The Origins of Alien. Grazie a materiali inediti appartenuti allo sceneggiatore Dan O'Bannon e al designer H.R. Giger, Memory svela le inquietanti origini del capolavoro di Ridley Scott, dalla mitologia greca e egizia ai fumetti underground, dalla letteratura di H.P. Lovercraft e l'arte di Francis Bacon alla allucinazioni oscure di O'Bannon e Giger. Annunciati anche i primi 5 film della selezione ufficiale, tutti in anteprima italiana, pronti ad esplorare le infinite declinazioni del fantastico, in un’eclettica selezione che va dalla commedia nera all’horror, passando per il monster movie, senza dimenticare gli immancabili viaggi fantascientifici attraverso lo spazio profondo. Iron Sky - The Coming Race di Timo Vuorensola, il secondo capitolo di una delle commedie fantascientifiche più apprezzate degli ultimi anni. Ghost Town Anthology di Denis Côté, presentato in concorso alla Berlinale, affronta il tema degli Altri e della paura che ispirano. Extra Ordinary di Mike Ahern & Enda Loughman, è una commedia romantica che gioca con maestria con i topoi dei film di possessione. After midnight di Jeremy Gardner e Christian Stella, monster movie insolito e originalissimo, arriva come la vera rivelazione del Tribeca, prodotto da Aaron Moorhead e Justin Benson, già a Trieste con Resolution e The Endless. Aniara di Pella Kågerman e Hugo Lilja, racconta la storia di un naufragio spaziale, metafora stessa del passaggio effimero dell’uomo sulla Terra. Sci-Fi Classix regala il piacere di vedere e rivedere i classici della fantascienza su grande schermo in nuove edizioni restaurate o in proiezioni vintage in pellicola. Ecco allora il ritorno di Alien di Ridley Scott che festeggia i 40 anni come Star Trek: The Motion Picture di Robert Wise, e di Matrix delle sorelle Wachowski a vent’anni dalla sua uscita. In tema di anniversari, il regista fiumano Aldo Lado presenterà la proiezione in 35mm del suo L’umanoide, uscito nel 1979 come risposta italiana a Guerre stellari e diventato negli anni un piccolo oggetto di culto. Le proiezioni e gli eventi del Trieste Science+Fiction Festival si terranno al Politeama Rossetti, al Teatro Miela, al Cinema Ariston e alla Casa del Cinema. Informazioni, accrediti e biglietti su www.sciencefictionfestival.org.
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Al via venerdì 11 un nuovo percorso sotto il marchio de Lo sguardo dei maestri
Elena D’Inca
In un’epoca in cui la visione di un film è sempre più in streaming e un film lo posso vedere device ovunque, in qualunque momento e su qualunque device … In un’epoca in cui parlare di ‘Cineforum’ o di film in pellicola sembra solo un lontano ricordo.... In controtendenza Cinemazero ripropone il marchio Lo sguardo dei maestri per riscoprire il piacere di assistere ad una proiezione in pellicola o di un film restaurato, e di ascoltare un approfondimento sui grandi registi che hanno fatto la storia del cinema, o, ancora, anche solo per il piacere di incontrare altri appassionati cinefili e dedicare del tempo a discutere di un’arte meravigliosa: il cinema. Il marchio Lo sguardo dei maestri ritorna a Cinemazero con una nuova veste. Infatti la rassegna cinematografica Lo sguardo dei maestri, promossa da Cinemazero, Centro Espressioni cinematografiche e dalla Cineteca del Friuli, nata nel 1998 ed interrotta nel 2012, viene riproposto a distanza di anni, ricordando come era diventato “simbolo” di un certo modo di vedere il cinema per il nostro pubblico. Oggi, “segnala” - in nuova forma - incontri di approfondimento critico e proiezioni di classici restaurati e in pellicola, che si alterneranno nel corso dell'anno per delineare una carrellata delle migliori opere che hanno segnato la storia del cinema internazionale. Ogni mese infatti avremo l’occasione di assistere alla proiezione di due grandi classici della storia del cinema uno dei quali in pellicola e di partecipare a due incontri di approfondimento sui registi che li hanno realizzati. Il primo appuntamento sarà venerdì 11 ottobre alle ore 19,00 presso la Mediateca di Cinemazero con un approfondimento critico su Francis Ford Coppola a cura di Paolo D’Andrea, cultore della materia presso l’Università degli Studi di Trieste e docente/formatore di Cinemazero. Seguirà lunedì 14 ottobre la proiezione del film Apocalypse now – Final cut, film di Francis Ford Coppola del 1979 che, in occasione del 40° anniversario del film, viene presentato dalla Cineteca di Bologna nell’ambito del ciclo Il cinema ritrovato al cinema in versione restaurata dall’American Zoetrope al laboratorio Roundabout. Apocalypse now è tra i film più iconici della storia del cinema, sul quale il regista Francis Ford Coppola è tornato più volte, fino ad arrivare a quella che ora considera la “versione perfetta” “Dato che l’originale di Apocalypse Now non era solo lungo ma anche insolito nello stile e nella sostanza per un film dell’epoca, abbiamo pensato di tagliare ove possibile non solo per questioni di tempo ma anche per tutto ciò che poteva sembrare strano”, racconta lo stesso Coppola. “Una quindicina di anni dopo lo davano alla TV mentre mi trovavo in albergo, e dato che mi è sempre piaciuto l’inizio mi sono messo a guardarlo e ho finito per vedermelo tutto. Mi sono reso subito conto che il film non era strano come pensavo, ed era diventato più contemporaneo. Aggiungiamoci che molti (compreso il distributore) pensavano che fosse stato scartato tanto ottimo materiale. Tutto questo ha condotto a quello che e stato poi chiamato Apocalypse Now Redux. In quella versione veniva ripristinato tutto ciò che era stato tagliato. In seguito, quando mi chiedevano quale versione preferissi vedere in circolazione, mi capitava spesso di pensare che l’originale del 1979 fosse stato accorciato troppo brutalmente e che Redux fosse troppo lungo, così mi sono deciso a favore di quella che mi sembrava la versione perfetta, che è intitolata Apocalypse Now – Final Cut”. L’appuntamento con la rassegna Lo sguardo dei maestri continuerà venerdì 25 ottobre in Mediateca, con un approfondimento critico, e lunedì 28 ottobre, con la proiezione in Sala a Cinemazero di un altro grande classico in pellicola. Non vi sveliamo quale sarà il prossimo classico che avremo il piacere di riscoprire, vi lasciamo con la curiosità di consultare l’intero programma sul sito di Cinemazero (www.cinemazero.it).
Lo sguardo dei maestri
Il piacere della visione al Cinema e in Mediateca
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Martedì 15 ottobre a Cinemazero una selezione di film in concorso alla SIC di Venezia
Settimana Internazionale della Critica
Alla scoperta del nuovo cinema In un mercato cinematografico sempre più fluido, in continua e costante evoluzione e spesso ingolfato dalla sovrabbondanza dell’offerta esiste uno spazio privilegiato dedicato agli amanti della scoperta del nuovo cinema d’autore. E’ la Settimana Internazionale della Critica, sezione indipendente della Mostra del Cinema di Venezia che grazie all’impegno del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), che ne cura in autonomia l’organizzazione nell’ambito della Mostra propone da diversi anni soltanto opere prime, ovvero film di autori ancora sconosciuti, che vengono proposti all’attenzione di cinefili, di addetti ai lavori e, si spera, di un pubblico sempre più ampio. Ogni anno una commissione, composta da cinque membri, seleziona sette film che con corrono al Premio. Ed è proprio uno dei membri della commissione, la critica e giornalista Beatrice Fiorentino, che ci racconta di una “selezione figlia del suo tempo, in linea con il caos che agita il mondo, osserva le inquietudini del presente sfidando comunque e sempre la forma, ripudiando il banale grazie allo sguardo illuminante di cineasti e cineaste pronti a fare breccia nella settima arte” regalando - anche a chi non era al Lido - l’occasione di ripercorrerla. “Apre un sorprendente lavoro di animazione indiano, Bombay Rose, fedele alla tradizione di Bollywood ma rivoluzionario nei contenuti, mentre la chiusura (Sanctorum) è affidata al talento di Joshua Gil, che nel lontano Messico mette in scena un Narcos apocalittico e visionario, immerso nel mistero della Natura. Sette i titoli in gara: film radicati nella Storia e nella concretezza del reale, ma anche disponibili ad avventurarsi nella dimensione del racconto fantastico. All This Victory si proietta nell’inferno della Guerra del Libano declinandone la paura anche in senso teorico, Parthenon sovrappone in una vertigine visiva i destini di tre personaggi che si muovono tra Sudan, Grecia, Ucraina e Turchia; El Principe, ambientato nel Cile del 1970, esplora corpi, desiderio e dinamiche di potere in un dramma carcerario di richiamo genettiano, mentre Psykosia, raffinato thriller psicologico interpretato da un magnifico tris di attrici, si addentra nei labirinti della mente, tra senso di colpa, eros e morte. Con Rare Beasts, Billie Piper esordisce alla regia ribaltando i canoni della rom-com, Scales denuncia la condizione femminile nel mondo arabo grazie a una “sirenetta” eroina di una insolita fiaba in bianco e nero. A rappresentare l’Italia è Tony Driver, film antiTrumpiano che ribadisce l’assurdità dei muri, dei fili spinati e delle frontiere, oltre ai nove corti di Sic@Sic, sezione nella sezione che da quattro anni scommette sul cinema italiano del futuro. Giovedì 15 ottobre, grazie al progetto di decentramento, organizzato dalla FICE e sostenuto, tra gli altri, anche dalla Regione FVG, la SIC sbarca a Cinemazero, per una serata - ad ingresso libero - che permetterà al pubblico di vedere due film in concorso. Si tratta di Sayidat Al Bahr di Shahad Ameen (in programma alle 19.00) e di Rare Beasts di Billie Piper (alle ore 21.30). Entrambi saranno preceduti da due cortometraggi, rispettivamente Amateur di Simone Bozzelli e Destino di Bonifacio Angius. Ambientata in un paesaggio distopico, Sayidat Al Bahr è la storia di una ragazzina caparbia, Hayat, che vive in un povero villaggio di pescatori governato da un’oscura tradizione, per la quale ogni famiglia deve sacrificare la propria figlia femmina alle creature del mare. Queste, a loro volta, vengono cacciate dagli uomini del villaggio. Sottratta a questo destino dal padre, Hayat viene emarginata e considerata una disgrazia, eppure non si arrende e lotta per trovare il suo posto nel villaggio. Quando la madre dà alla luce un figlio maschio, Hayat deve scegliere se accettare la brutale usanza e sacrificarsi al mare, o cercare una via di salvezza. In Rare Beasts Billie Piper ci porta a conoscere Mandy,una madre, una sceneggiatrice, una nichilista. Mandy è una donna moderna in crisi. Cresce un figlio nel bel mezzo di una rivoluzione femminile, combatte il dolore per la separazione dei genitori e si trova a scrivere per lavoro di un amore che non esiste più. Si imbatte anche in Pete, un uomo pieno di problemi in cerca della propria autostima, del proprio senso di appartenenza e di un’identità maschile da ricostruire.
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Con ottobre ripartono gli appuntamenti in mediateca!
Angela Ruzzoni
Con il mese di ottobre ripartono gli appuntamenti in Mediateca! Incontri, eventi, momenti di condivisione, di svago e di formazione pensati e voluti per fare della mediateca di Cinemazero non solo un archivio, ma un luogo vivo e dinamico, a misura di utente, dal più piccolo al più grande, senza dimenticare quelle fasce di pubblico che spesso vengono penalizzate. Si inizia mercoledì 2 ottobre alle 10.00 con le Cinemamme e i Cinepapà, il ciclo di proiezioni gratuite per neogenitori e i lori bebè in uno spazio confortevole e attrezzato per la cura del bambino. Un’occasione per godersi un bel film e per conoscere altri genitori con la stessa passione per il cinema. A inaugurare la nuova stagione, che prende il via durante la Settimana dell'allattamento al seno, il Consultorio di Pordenone, che sarà presente con alcuni operatori dei Consultori familiari dell'AAS 5 Friuli Occidentale e del gruppo sostegno allattamento al seno UNICEF e mamme alla pari. Cinemamme e Cinepapà ritornerà poi in mediateca ogni venerdì mattina alle 10.00, un appuntamento cadenzato che accompagnerà i neogenitori e i loro piccoli fino ad aprile 2020 con il meglio della programmazione cinematografica. Inoltre, a ogni Cinemamme e Cinepapà, ma anche durante gli orari di apertura della mediateca si può usufruire del Baby Pit –Stop, nato in collaborazione con UNICEF: uno spazio gratuito, riservato e attrezzato, che offre il comfort necessario alla madre e al bimbo nel momento dell’allattamento. Una comoda poltrona, fasciatoio e tutto il necessario per coccolare il proprio bambino. Dopo i neogenitori sono i giovani i veri protagonisti di una delle proposte più formative della mediateca, che nel 2015 ha inaugurato un'esperienza pilota di assoluta eccellenza, unica a livello nazionale, volta a fornire ai ragazzi (dai 15 ai 30 anni) interessati ai vari ambiti legati al mondo del cinema tutto quello di cui possono avere bisogno, senza però interferire nelle scelte di organizzazione, né di contenuti. Una vera novità nell'ambito del cinema di qualità per tutta l'Italia. Parliamo de CinemazeroYoungClub che riprenderà le sue attività il 19 ottobre. Un’opportunità da non perdere per tuttii giovani appassionati di cinema e, perchè no, anche di ragazzi curiosi che vogliono avvicinarsi alla settima arte. Cinemazero mette a disposizione, sempre in maniera gratuita, luoghi in cui riunirsi, Mediateca e cinema, in cui decidere e confrontarsi sulle proprie visioni preferite, per arrivare a organizzarne anche alcune, sia negli spazi della Mediateca che nelle sale. CinemazeroYoungClub non è un luogo dove ricevere qualcosa, ma è il posto dove poter decidere insieme cosa fare, cosa vedere, come e con chi. La parola che meglio descrive questo progetto è sicuramente “laboratorio”. Ogni anno, infatti, i ragazzi progettano e creano, in base alle loro personali curiosità, le varie attività da sviluppare insieme. Nel corso degli anni hanno organizzato workshop, eventi, rassegne cinematografiche e video a 360 gradi. Una palestra unica ed esclusiva, quella offerta da cinemazero, per scoprire non solo la storia del cinema, ma anche i mestieri e le competenze che la caratterizzano. Chiunque fosse interessato può scrivere una mail a mediateca@cinemazero.it e richiedere informazioni, oppure può monitorare il nostro sito www.cinemazero.it, continuamente aggiornato con le attività in corso.
Mediateca Cinemazero
“In Mediateca puoi...” Tante attività in un luogo unico
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i film del mese
Un film di Todd Phillips. Con Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Zazie Beetz. Or.: USA 2019. Dur.: 122’
Un film di Kore'eda Hirokazu. Con Catherine Deneuve, Juliette Binoche, Ethan Hawke. Or.: Francia 2019. Durata: 107’
LEONE D’ORO PER LA STORIA DI UNO DEI PIÙ FAMOSI SUPER-CATTIVI DEL CINEMA
JOKER
DI TODD PHILIPS Arthur Fleck vive con l'anziana madre in un palazzone fatiscente e sbarca il lunario facendo pubblicità per la strada travestito da clown, in attesa di avere il giusto materiale per realizzare il desiderio di fare il comico. La sua vita, però, è una tragedia: ignorato, calpestato, bullizzato, preso in giro da da chiunque, ha sviluppato un tic nervoso che lo fa ridere a sproposito incontrollabilmente, rendendolo inquietante e allontanando ulteriormente da lui ogni possibile relazione sociale. Ma un giorno Arthur non ce la fa più e reagisce violentemente, pistola alla mano. Mentre la polizia di Gotham City dà la caccia al clown killer, la popolazione lo elegge a eroe metropolitano, simbolo della rivolta degli oppressi contro l'arroganza dei ricchi. Si presenta con una carta, il Fleck di Todd Phillips, ma non è una carta da gioco: è il documento di una malattia mentale, che lo rende un emarginato, un rifiuto della società, come ci dice la prima sequenza del film, sovrapponendo al suo volto la cronaca di una città allo sbando, sommersa dalla spazzatura fisica e metaforica. Primo stand-alone sul più famoso villain della DC Comics, il film di Todd Phillips esplora dunque la nascita di un mostro prodotto dalla società stessa, creato e nutrito da illusioni e delusioni, maltrattamenti fisici e psichici, nell'epoca che mescola spettacolo pubblico e degrado morale. [www.mymovies.it]
SPLENDIDO RITRATTO FAMILIARE, TRA INCONTRI, SCONTRI E CONFRONTI
LE VERITÀ
DI KORE’EDA HIROKAZU Diva del cinema francese, Fabienne Daugeville pubblica un libro di memorie e per l'occasione riceve la visita della figlia Lumir, sceneggiatrice che vive a New York con il marito Hank e la piccola Charlotte. Nella villa parigina di Fabienne, le due donne si sforzano di entrare in contatto l'una con l'altra e di fare i conti con il passato, impresa resa tanto più ardua dalla presenza delle famiglie e del maggiordomo Luc, stufo di essere dato per scontato. Fabienne è anche impegnata sul set, recitando in un film che confonde ulteriormente i confini del ruolo materno e di quello filiale. Sull'onda della consacrazione con Un affare di famiglia, Palma d'oro a Cannes e grande successo internazionale, l'autore giapponese si cala nel contesto alto-borghese della vecchia Europa in modo discreto ma decisivo, recando in dote il suo elegante rigore di messa in scena a beneficio di una storia che, lasciata al suo eccesso francese, avrebbe potuto facilmente perdersi. Leggero nel tono ma profondamente funereo nel sottotesto, Le verità è un film che costringe a misurarsi con i fantasmi, in particolare quelli, forse molto veri e personali, di Deneuve. È appropriato che le suggestioni autobiografiche si facciano strada nei personaggi, in un'opera che si accende di passione quando parla del mestiere dell'attore. Kore’eda ne traccia una mappa spirituale, dai gesti sul set alle frustrazioni, dalla vulnerabilità ai capricci, dalla tecnica alla magia. E se queste attrici, celebrate o mancate che siano, non sono in grado di perdonarsi da sole vorrà dire che le perdonerà il pubblico. [www.mymovies.it]
UN PADRE, UN FIGLIO, UN ROAD MOVIE POTENTE ED EMPATIC, A BRIGLIA SCIOLTA Un film di Gabriele Salvatores. Con Claudio Santamaria, Valeria Golino, Diego Abatantuono,. Or.: Italia, 2019. Dur.: 97’
TUTTO IL MIO FOLLE AMORE
DI GABRIELE SALVATORES Trieste. Vincent ha 16 anni e un grave disturbo della personalità, con il quale sua madre Elena si confronta da sempre. Col tempo ad aiutare Elena nell'impresa è sopraggiunto suo marito Mario, che ha imparato a voler bene a Vincent come ad un figlio e l'ha adottato legalmente. Ma quando sulla scena irrompe Willi, il padre naturale del ragazzo che ha abbandonato lui ed Elena alla notizia della gravidanza, quel poco di equilibrio che si era instaurato con un figlio gestibile a stento si rompe, e Vincent trova la via di fuga che cercava: si infila nel furgone di Willi, cantante da matrimoni e da balere soprannominato "il Modugno della Dalmazia", ora diretto verso una tournée nei Balcani. Tutto il mio folle amore colpisce nel profondo. Il nuovo film di Gabriele Salvatores è un atto d’amore verso la diversità, verso la bellezza di intraprendere un viaggio per strade deserte, lunghe lingue d’asfalto e terriccio informe dove calpestare certezze, dispiaceri, trascinando con sé la consapevolezza che è normale essere diversi, non è normale temere la propria diversità. Salvatores ha annodato i fili di una storia meravigliosa, che racconta in maniera semplice la potenza della diversità e l’importanza delle affinità. Ciò che colpisce è come il rapporto padre figlio fiorisca nelle avversità, fino a creare uno spazio tra loro dove possono fare i conti, con le proprie sventure, con una realtà che non sempre ha gli strumenti per poterti comprendere, aiutare, in cui pochi fortunati hanno l’opportunità di poter mordere la vita. Vincent e Willi partono per un viaggio e disegnano la loro idea di vita, una vita che dovrebbe sempre essere all’altezza delle proprie aspettative. Willi vorrebbe rimanere in viaggio per sempre con lui, perché insieme il mondo è un po’ meno crudele. [www.cinematographe.it]
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DOPO “LA RAGAZZA NELLA NEBBIA” IL NUOVO LAVORO DI DONATO CARRISI
L’UOMO DEL LABIRINTO
DI DONATO CARRISI «Questo è un gioco, vero?» Samantha Andretti è stata rapita una mattina d'inverno mentre andava a scuola. Quindici anni dopo, si risveglia in una stanza d'ospedale senza ricordare dove è stata né cosa le è accaduto in tutto quel tempo. Accanto a lei c'è un «profiler», il dottor Green: sostiene che l'aiuterà a recuperare la memoria e che insieme cattureranno il mostro. Ma l'avverte che la caccia non avverrà là fuori, nel mondo reale. Bensì nella sua mente. «Questo è un gioco, vero?» ripete, dubbiosa, la ragazza. Bruno Genko è un investigatore privato. Quindici anni prima è stato ingaggiato dai genitori di Samantha per ritrovare la figlia. Adesso che la ragazza è riapparsa, sente di avere un debito con lei e proverà a catturare l'uomo senza volto che l'ha rapita. Ma quella di Genko è anche una lotta contro il tempo. Perché un medico gli ha detto che gli restano due mesi di vita. E, per uno scherzo del destino, quei due mesi sono scaduti proprio nel giorno in cui Samantha è tornata indietro dal buio. Chi giungerà prima alla verità: l'investigatore o il profiler?... Ma siamo sicuri che, alla fine di tutto, ci sia un'unica verità? Perché questa non è un'indagine come le altre... Qualcuno ha un segreto, qualcuno sta mentendo. E da qualche parte, là fuori, c'è un labirinto pieno di porte. E dietro ognuna si nasconde un enigma, un inganno. Bisogna avere un sacrosanto timore dei conigli, soprattutto se giganti, come aveva già dimostrato il bellissimo Donnie Darko e come conferma L'uomo del labirinto. Nel nuovo film di Donato Carrisi i mostri prendono la forma del simpatico animaletto per condurre lo spettatore in un labirinto che è sia fisico che mentale. Lo scrittore e sceneggiatore dopo il successo del suo film d'esordio La ragazza nella nebbia, torna dietro la macchina da presa proponendo un altro suo inquietante thriller. A caratterizzare la sua seconda opera è la scelta del cast, perché se trovare Toni Servillo nei panni dell'investigatore privato non è una sorpresa visto che con questo straordinario attore aveva già lavorato, rappresenta uno straordinario successo avere nella partita un mostro sacro come Dustin Hoffman. Ma L'uomo del labirinto da questo punto di vista è un esempio di incroci perché per il terzo ruolo importante della pellicola è stata chiamata Valentina Bellè che ha lavorato nella prima stagione della serie I Medici di cui Hoffman era uno degli attori principali.
LA SCUOLA AL CINEMA | OTTOBRE 2019 Al prezzo di € 3,00 a studente (gli insegnanti non pagano), salvo diverse indicazioni, è possibile partecipare alle proiezioni mattutine presso le sale di Cinemazero di Pordenone e dello Zancanaro di Sacile. Ogni proiezione è accompagnata dal commento critico di un esperto. E' obbligatoria la prenotazione scrivendo a didattica@cinemazero.it. Scuole e insegnanti possono richiedere una o più proiezioni garantendo una quota minima di 100 studenti a proiezione. Ogni mese le segreterie didattiche ricevono la newsletter che informa dei film e degli eventi in sala. Per essere inseriti nella mailing list, inviare il proprio contatto a didattica@cinemazero.it
Con Le Giornate del Cinema Muto tornano anche le matinée per studenti e insegnanti di Pordenone e della regione organizzate da Cinemazero, che coniugando spettacolo e didattica intendono avvicinare il pubblico dei più giovani al cinema muto. Il primo appuntamento, destinato alle scuole secondarie di primo e secondo grado, è per lunedì 7 ottobre nelle sale di Cinemazero (Piazza Maestri del Lavoro). In questa giornata ci saranno ben due proiezioni-evento: la prima alle 09.00 con A lezione di paura: piccolo viaggio tra fantasmi e mostri del cinema delle origini, a cura del pianista e maestro Ian Mistrorigo. La seconda, alle ore 11.00 con The Lodger: A story Of London Fog (Il Pensionante: una storia della nebbia di Londra), thriller ispirato al personaggio di Jack lo Squartatore, ricco di innovazione, atmosfera e di scene memorabili: un classico del terrore, dunque, che rivivrà sul grande schermo per gli studenti più grandi, musicato dal vivo dallo stesso Mistrorigo (costo biglietto per studenti Euro 4,00). Il secondo appuntamento è fissato per mercoledì 9 ottobre alle ore 11.00 all'Auditorium Concordia di Pordenone. Si svolgerà lo speciale cineconcerto dal titolo GENIUS IL LEONARDO RITROVATO dedicato a Leonardo da Vinci. La Zerorchestra musicherà dal vivo il film Leonardo da Vinci (1919) di Mario Corsi e Giulia Cassini Rizzotto (costo biglietto per studenti Euro 5,00). Il commento sarà a cura del prof. Sabatino Landi. Per prenotazioni: didattica@cinemazero.it
i film del mese
Un film di Donato Carrisi. Un film con Toni Servillo, Dustin Hoffman, Valentina Bellè. Or.: Italia 2019.
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Domani accadrà ovvero se non si va non si vede
ZERORCHESTRA PLAYS “WHAT HAPPENED TO JONES” Sacile, Teatro Zancanaro - venerdì 4 ottobre 2019, ore 20.30 La 38a edizione delle Giornate del Cinema Muto, che si svolgerà dal 5 al 12 ottobre a Pordenone, come da tradizione sarà anticipata da un evento pre-inaugurale al Teatro Zancanaro di Sacile, che in passato ha ospitato otto edizioni del festival. Venerdì 4 ottobre alle 20.30 sarà proiettata la commedia del 1926 What Happened To Jones (Cos’è successo a Jones?) di William A. Seiter, con protagonista Reginald Denny, all’epoca star di punta della Universal. Il film sarà accompagnato dal vivo dai musicisti della Zerorchestra diretti da Juri Dal Dan, che ha composto la partitura ispirandosi allo stile jazz americano degli anni ’20, un tessuto perfetto per vestire il ritmo incredibile del film. Lo spettacolo verrà replicato giovedì 10 ottobre al Teatro Verdi di Pordenone. Info: www.giornatedelcinemamuto.it
APPUNTI CORSARI – PRESENTAZIONE DEL LIBRO
Pordenone, Teatro Verdi - lunedì 7 ottobre 2019, ore 18.30 Il “nostro” Andrea Crozzoli, socio fondatore di Cinemazero e infaticabile divulgatore di cultura cinematografica, presenterà il suo ultimo volume Appunti corsari (Marsilio editore) lunedì 7 ottobre all’interno delle Giornate del cinema muto. Come scrive Alessandro Mezzena Lona (che condurrà l’incontro) nella prefazione, il libro ci farà scoprire «il dritto e il rovescio di una pellicola. Andando a sbirciare dietro le quinte, per scoprire le fonti dell’ispirazione che abitano la mente dei registi, e dei suoi collaboratori sul set. Per conoscere i presupposti ideali e le mille, intermittenti variazioni che intervengono nel lavoro di ideazione, scrittura, realizzazione, montaggio delle immagini in movimento». Interviste, recensioni, traiettorie tematiche, faccia a faccia con gli autori, aiutano a capire come il cinema ha raccontato, e continua a raccontare, temi nodali del reale. Info: www.giornatedelcinemamuto.it
NOVELLA CANTARUTTI E PIER PAOLO PASOLINI Casarsa della D., Centro Studi Pasolini - venerdì 18 ottobre 2019, ore 17.00 A dieci anni di distanza dalla scomparsa della poetessa e studiosa delle tradizioni popolari Novella Cantarutti l'Amministrazione comunale di Spilimbergo in collaborazione con il Centro Studi Pier Paolo Pasolini ha promosso una conferenza del prof. Rienzo Pellegrini finalizzata ad indagare sul rapporto fra la poetessa di Navarons e Pier Paolo Pasolini. “Novella Cantarutti e il “ragazzo” di Casarsa - Avvio di una ricerca su un dialogo tra due personalità forti”: questo il titolo dell'incontro che avrà luogo venerdì 18 ottobre alle ore 17.00 presso il Centro Studi Pasolini di Casarsa della Delizia. Info: 0434-870593 o 0427-591170
LAWOL FI DJANGO – SULLA VIA DEL DOMANI Pordenone, Centro Culturale Casa A. Zanussi - fino al 20 ottobre 2019 Lo Spazio Foto del Centro Culturale Casa A. Zanussi ospita fino al 20 ottobre la mostra fotografica Lawol Fi Django – Sulla via del domani, del giovane guineano Mohamed Saliou Balde. È un’anticipazione della XIII edizione de “Gli Occhi dell’Africa”, la rassegna di cinema e cultura africana organizzata dalla Caritas della diocesi di Concordia-Pordenone, Cinemazero e da L’Altrametà. Balde ha 19 anni e il suo lavoro riassume, in maniera simbolica, il viaggio che, nel giro di qualche anno, l’ha portato dalla Guinea Conakry a Pordenone. Il viaggio è stato lungo, difficile, drammatico: attraversando a piedi il deserto del Sahara, è arrivato in Libia, dove non gli viene risparmiata la prigionia, a fronte di un riscatto che non si può permettere. Una volta uscito in maniera insperata, è costretto ad affrontare il mare con altri 162 disperati: così inizia la sua odissea nel Mediterraneo finché arriva la barca della salvezza. La fortuna lo porta a Pordenone, nel progetto Sprar. Frequenta un laboratorio di fotografia, coordinato dalla fotografa e artista visiva Lara Trevisan, che scopre in lui in nuce un talento fotografico. La mostra si può visitare da lunedì a venerdì ore 9.00-19.00, sabato ore 9.00-18.00, domenica 15.30-19.00. Info: www.centroculturapordenone.it
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I Nostri Viaggi di Gruppo 04-06/10: Le meraviglie del Lago di Como 04-07/10: Benessere & Cultura tra Slovenia e Croazia 05/10: La Festa del pane e dello strudel a Bressanone 12/10: Venezia – I Palazzi della Serenissima 12-17/10: Passione Gitana, Andalusia in Tour 13/10: Il Castello del Catajo ed Arquà Petrarca 13/10: Castel Thun e la festa delle mele 19-21/10: La Maremma e la Festa delle Castagne 19-23/10: In Sicilia, nella Val di Noto sulle orme di Montalbano 01-03/11: Il Cinquecentenario di Leonardo da Vinci a Milano 16/11: Venezia – Il Liberty al Lido di Venezia 17/11: Cremona e la Festa del Torrone 17-24/11: Disegni di sabbia, Oman in Tour 24/11: Merano e il giardino delle Orchidee
Anteprima Mercatini di Natale 30/11-01/12: Il Trenino Rosso del Bernina, Como e Chiavenna 01/12: Avvento a Cavalese in Val di Fiemme 07/12: Venezia – Il Guggenheim e il mercatino di San Maurizio 07-08/12: Immacolata in Treno a Vapore da Grosseto a Siena 08/12: Aspettando il Natale a Cividale del Friuli 14-15/12: La Val di Fassa, la Val Gardena e il Lago di Carezza 15/12: Faenza e Cesenatico tra ceramiche e presepi 21/12: I Mercatini di Chiusa e il Monastero di Sabiona 22/12: I mercatini di Bolzano e il Trenatale del Renon 28/12: Il Presepe Vivente alle grotte di Postumia 29/12: La città di Feltre e il Castello di Zumelle
Programmi dettagliati e altre proposte in www.atmanviaggi.it ATMAN VIAGGI – SACILE (PN) – TEL. 0434 71980 – cell.393 9337192