mensile di cultura cinematografica
€ 1,00
2015 - Giugno CZNotizie_def_01-GENNAIO_2011 01/06/2015 15:30 Pagina 2
Palma d’Oro alla carriera alla regista e fotografa francese
Cine-artisti alla biennale Enwezor
Greenaway, Marker, Straub, Mauri, Goebbels
A colpi di note, musica e cinema per le scuole
Il progetto festeggia la nuova edizione con un bilancio dell’attività
Italia - Francia: sistemi a confronto
Un riflessione sulla capacità di fare sistema nel settore cinema
Venzone come set di Hollywood e Cinecittà In mostra fotografie, manifesti e locandine originali
Giugno
Vive la Varda
15 2015 numero 6 anno XXXV
Il coraggio di rischiare
Malgrado le aspetttive nessuno premio agli italiani sulla Croisette
Cinemadivino, i grandi film si gustano in cantina Grandi film e grandi vini s’incontrano in cantina
Domani accadrà
Ovvero se non si va non si vede spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi
2015 - Giugno CZNotizie_def_01-GENNAIO_2011 01/06/2015 15:30 Pagina 3
Malgrado le aspettative nessun premio per il cinema italiano sulla Croisette
AndreaCrozzoli Crozzoli Andrea
Editoriale Editoriale
Il coraggio di rischiare Ci mancava solo questa! I nostri tre grandi inviati sulla Costa Azzurra - Sorrentino, Garrone e Moretti - ritornano a mani vuote! I cattivissimi Coen hanno preferito premiare i francesi con la Palma d'Oro e altri due premi agli attori, e il cinema che guarda al domani, al futuro. L'aver snobbato le elucubrazioni esistenziali di Sorrentino, il fantasy horror di Garrone e il cinema classico di Moretti ha dato il destro alla stampa italiana (anche qualificata) di avviare il lamento funebre, il miserere, il piagnisteo e il vittimismo lagnoso contro lo straniero complottista. Nonostante al Majestic, mega hotel da 39.000 euro a notte per la suite imperiale, avessimo uno stand galattico, con fontana e screen wall da paura non abbiamo saputo valorizzare il nostro cinema, non abbiamo saputo fare lobbying, non abbiamo saputo fare sistema, non abbiamo saputo esaltare i nostri talenti fuori casa. Come se i Coen, con il loro peso specifico, i premi li assegnassero su pressioni o sotto dettatura! Si fatica ad ammettere che a Cannes c'erano nel concorso titoli
più meritevoli dei nostri, più di ricerca, di innovazione e che i 10 minuti di applausi alla proiezione ufficiale fatta di inviti a un pubblico compiacente non sono il segnale giusto per valutare la bontà di un film e la capacità di portare a casa un premio! In questo non luogo macina eventi che è Cannes, gridare al capolavoro solo per questo significa dare un resoconto distorto della realtà. Sul Corriere della Sera la giurata spagnola Rossy De Palma ha detto chiaramente che i tre film italiani non erano mai stati considerati per il palmarès. La considerazione più tenera è stata fatta dalla giuria sul film Mia madre di Nanni Moretti, definito “una storia che poteva essere girata dieci anni fa”, ovvero datata, mentre “l’orientamento era premiare un cinema che ci ha colpito per novità di linguaggio e per la messa in scena”. In questo senso vanno i film premiati come The Lobster di Yorgos Lanthimos, Il figlio di Saul di Laszlo Nemes e Chronic di Michel Franco, tutti titoli che cercano nuove espressioni e nuove strade per il cinema compreso Deephan di Jacques Audiard incoronato con la Palma d'Oro. Un film asciutto, forte, risolto, coraggioso come è nello stile di questo autore. I film entrati a vario titolo nel palmarès, aprono finestre sul cinema che verrà, scrutano il nuovo e cercano di portare il cinema su nuovi territori. Quanto alla Palma data a Audiard, il suo Dheepan era semplicemente il film migliore, il più risolto, il più compatto. Premiarli è stato quindi un atto di coraggio, altro che giuria venduta ai francesi. Dovremmo quindi in Italia pensare a produrre film migliori, ad osare di più, a lanciare nuovi talenti come Minervini costretto a lavorare all'estero. Ad avere un occhio meno ombelicale è più internazionale. Certo i francesi rischiano su film meno convenzionali e più innovativi dei nostri e raccolgono i frutti. Noi forse dovremmo avere meno stand galattici al Majestic e più sensibilità nei confronti del cinema di ricerca. Questa sarebbe già una buona soluzione. Sulla distribuzione poi del nostro cinema ne parliamo diffusamente nelle pagine che seguono.
In copertina Paolo Fresu, autore delle musiche di Vinodentro di F. V. Orgnani, entrambi ospiti per l’inaugurazione del progetto Cinemadivino.
cinemazeronotizie mensile di informazione cinematografica Giugno 2015, n. 6 anno XXXV Direttore Responsabile Andrea Crozzoli Comitato di redazione Piero Colussi Riccardo Costantini Marco Fortunato Sabatino Landi Tommaso Lessio Silvia Moras Maurizio Solidoro Collaboratori Lorenzo Codelli Luciano De Giusti Manuela Morana Elisabetta Pieretto Segretaria di redazione Marianita Santarossa Direzione, redazione, amministrazione P.zza della Motta, 2 33170 Pordenone, Tel. 0434.520404 Fax 0434.522603 Cassa: 0434-520527 e-mail: cinemazero@cinemazero.it http//www.cinemazero.it Progetto grafico Patrizio A. De Mattio [DM+B&Associati] - Pn Composizione e Fotoliti Cinemazero - Pn Pellicole e Stampa Sincromia Roveredo in Piano Abbonamenti Italia E. 10,00 Estero E. 14,00 Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981 Questo periodico è iscritto alla: Unione Italiana Stampa Periodica
2015 - Giugno CZNotizie_def_01-GENNAIO_2011 01/06/2015 15:30 Pagina 4
Palma d’Oro alla carriera alla regista e fotografa francese. E’ la prima donna a riceverla
Lydia De Martin e Walter Dal Cin
Agnès Varda è stata insignita all’appena concluso festival di Cannes della Palma d’Oro alla carriera. La regista francese è solo la quarta a ricevere il massimo onore del festival, dopo Woody Allen, Clint Eastwood e Bernardo Bertolucci. Il premio è stato asse- Un’immagine della cineasta francese dietro la macchina da presa gnato con - fra le altre - le seguenti motivazioni: “Una figura emblematica, artista diversa da qualsiasi altro, Agnès Varda è un modello per le giovani generazioni: il suo lavoro e la sua vita sono intrisi di spirito di libertà , dell'arte di saper superare i confini, di una feroce determinazione, che non conosce ostacoli. In poche parole, la Varda ci sembra una regista in grado di realizzare davvero tutto quello che vuole" Agnès Varda fa cinema da quasi sessant'anni e lo ha fatto SEMPRE alla sua maniera. Nel suo cinema non ci sono né urla né proclami ma una metodica ed eccentrica manomissione delle convenzioni e delle classificazioni di genere. Nei suoi film la tradizionale prospettiva offerta allo spettatore (un rassicurante punto di vista sul personaggio, una distanza dagli eventi narrati che permette di identificarvisi, una lineare costruzione della trama...) viene disattesa, modificata e ridefinita con coerente ed inesausta ricerca espressiva. Il suo cinema, sfuggente a qualsiasi classificazione, è stato ignorato dal sistema produttivo e distributivo perché incompatibile con le omologanti esigenze del mercato. La sua libertà compositiva trova una precisa formulazione nella teoria della cinécriture: un procedimento di lavoro, che coinvolge tutte le fasi di realizzazione del film. Cinécriture, secondo Agnès Varda, «significa che il film si scrive dal momento in cui si trovano i posti, le persone, le idee giuste, fino a montaggio finito. Lo stile del film non dipende dalla sceneggiatura. La cinécriture è un commento e una sceneggiatura che si scrivono senza interruzione per tutta la durata delle riprese. [...] Il gioco consiste nell'inventare una forma che è già il film». Il cinema di Agnès Varda ha spesso avuto la donna, il mondo visto da una donna, al centro delle sue rappresentazioni e delle sue riflessioni. La sua originalità sta nell'aver sempre proposto punti di vista dichiaratamente personali, autoriali e non ideologici. Ciò accade fin da Cléo de 5 à 7, del 1962, nel quale la protagonista si muove sapendo di essere guardata. Il desiderio dello sguardo altrui è un elemento necessario per renderla sicura, per acquisire solidità ma ... qualcosa accade e pian piano ruota il senso del suo sguardo. Cléo si ritrova a vedere, a scrutare nei volti, nei gesti... per capire, per capirsi. Se Cléo è il primo dei personaggi femminili di Agnès Varda che rovesciano le convenzioni, che dal “dovere” passano al “volere”, Monà, la protagonista di Sans toit ni loi, del 1985, abbandona radicalmente il mondo della definizione, del lavoro, delle relazioni e vaga incontrando altre persone che tentano di darle un contenitore e un contenuto. La sua estraneità la porta in un mondo desolato, sempre più lontano dalla possibilità di incontrare gli altri. Qui, AgnèsVarda riduce ogni senso di redenzione, ogni meccanismo di immedesimazione, lasciandoci soli a dare un posto alle immagini-vicende. Monà, protagonista di Sans toit ni loi Tra Cléo e Monà ci sono tante altre: Émilie e Thérèse, Pomme e Suzanne, Jane B., ancora un'altra Émilie ... Agnès Varda stessa e innumerevoli donne che prendono immagine, che prendono voce. Molte riflessioni sullo stato dei rapporti sociali e sulle relazioni tra donne e uomini, dagli anni '60 ad oggi; molte domande e risposte possibili le troviamo nei lavori di Agnès Varda. Di quanti altri autori cinematografici possiamo oggi dire la stessa cosa? Per questo il suo cinema ed il suo punto di vista ci sembrano sempre più necessari e attuali: Agnès Varda ha 86 anni, e li porta benissimo!
Agnès Varda
Vive la Varda
2015 - Giugno CZNotizie_def_01-GENNAIO_2011 01/06/2015 15:30 Pagina 5
Greenaway, Marker, Straub, Mauri, Goebbels
Lorenzo Codelli
I misteri dei Giardini 2015
Cine-artisti alla Biennale Enwezor Talora scarsa, talora abbondante, la presenza di cineasti internazionali più o meno noti alle Biennali veneziane non fa quasi più notizia. Così come alla Mostra del Lido non fa più notizia quando avviene che un pittore o uno scultore proiettino un loro parto cinematografico. Peter Greenaway, che si merita il foyer d'honneur al padiglione italiano della Biennale 2015, ricordiamo d'averlo scoperto proprio al Lido, nel 1982, grazie al suo straordinario I misteri del giardino di Compton House. Nel corso dei decenni il poliedrico autore plurimediale ha plasmato mirabili installazioni in mezzo mondo, e in particolare sulla Laguna, da Palazzo Fortuny all'Isola di San Giorgio. Magari a causa della carenza luminosa, o dei In alto il padiglione coreano, sotto quello giapponese video "low definition", il suo frettoloso spottone concepito per celebrare millenni di Ars Italica dubitiamo che verrà annoverato tra i suoi massimi capolavori. Accanto a quell'atrio sepolcrale, Paolo Gioli propone alcune sue "decomposizioni fotografiche". Ricordiamo che il giramondo artista veneto fin dagli anni '70 s'era affermato come il più indipendente esponente del cosiddetto "cinema indipendente italiano", liberandosi genialmente della macchina da presa di cui profetizzava la decrepitudine. Rarovideo ha pubblicato recentemente un imperdibile cofanetto contenente 14 pellicole gioliane create tra il 1972 e il 2002. Jean-Marie Straub espone sì nell'ambito del Padiglione Italia, ma al suo esterno, ai limiti dell'Arsenale cioè, ove s'è fatto costruire un mini-cinema tutto per sé. Vi proietta estratti dei propri film girati nel nostro Paese. Nel vedere quasi sempre - coerentemente con i propri ben noti principi - 00 spettatori in sala, Straub chissà come se la gode... L'immaginifico Chris Marker non so se avrebbe accettato, in vita, di venire espropriato d'uno spazio personale ad hoc. Infatti, due sue opere vengono "appese" a distanza, in mezzo ai labirinti con/fusionari del "Padiglione Centrale" ai Giardini. Il curatore della Biennale Okwul Enwezor l'ha battezzata All the World's Futures (in inglese senza traduzione, ignoranti!), per farci intendere che tutto il peggio è ancora di là da venire. Vedi ad esempio "Das Kapital Oratorio", declamato no-stop (in inglese senza traduzione, ignoranti!) da anonimi attori nell'arena interna. Passeggiando per i padiglioni nazionali ai Giardini (sprangato quello russo, per invasioni in corso), sprazzi folgoranti di settima arte li ritroviamo qua e là. Nell'affascinante pagoda giapponese Chiharu Shiota fa penzolare migliaia di minuscole chiavi da budelli sanguinolenti (omaggio a Tinto Brass?). Nell'astronave coreana, Moon Kyungwon e Jeon Joonho proiettano sequenze da una specie di Odissea nello spazio staticamente asettica. Chissà se il compianto Fabio Mauri - l'iconoclasta ludico e engagé che, nel 1975 a Bologna, proiettò il Vangelo pasoliniano sopra la camicia del consenziente Pasolini - avrebbe accettato d'essere "reinterpretato", nonché esposto tramite frammenti piuttosto sconnessi, da Enwezor al fine di sostenere delle tesi tardo-terzomondiste? Comunque rimane un bel pugno nello stomaco il suo beffardo complesso I numeri malefici (1978 - http://www.fabiomauri.com/it/installazioni/i-numeri-malefici.html). Tra l'altro, tramite la gigantografia del ministro Joseph Goebbels che visita a Berlino nel 1937 la mostra di "arte degenerata" (vedi foto sopra), Mauri evoca coscientemente la visita che lo stesso Goebbels - padre dell'industria del cinema nazista, tra gli altri "meriti" - ha fatto in pompa magna alla Biennale, e alla Mostra del Cinema, nel 1942.
2015 - Giugno CZNotizie_def_01-GENNAIO_2011 01/06/2015 15:30 Pagina 6
Il progetto festeggia la nuova edizione con un bilancio dell’importante attività svolta
Foto di gruppo per i giovanissimi musicisti protagonisti del progetto A colpi di note (foto di Elisa Caldana)
Maria Luisa Sogaro, Emanuela Gobbo, Patrizia Avon
Il progetto speciale “A colpi di note” ha visto la nascita nel 2006, da un’idea di Maria Luisa Sogaro, docente di musica alla secondaria di primo grado dell'istituto comprensivo “Centro Storico” di Pordenone, nonché appassionata di cinema e, da sempre, affezionata sostenitrice de Le Giornate del Cinema Muto. Il suo progetto trova subito il sostegno di Cinemazero, della sua Mediateca (con partner progettuale FriulAdria Crédit Agricole) e de La Cineteca del Friuli che da nove anni ne curano insieme la realizzazione. L’intenzione che dà vita al progetto è quella di avvicinare i giovani al cinema delle origini, facendoli diventare protagonisti con la realizzazione di accompagnamenti musicali originali. Nell'ambito di un percorso di studio che dura tutto l'anno scolastico, i ragazzi coinvolti acquisiscono conoscenze sul cinema e sul linguaggio cinematografico, imparano ad analizzare le sequenze del film, le immagini e a riconoscere i legami tra le stesse e la musica che le accompagna. Successivamente viene scelto un film, tra i tesori della comicità del cinema muto, e con l'aiuto e la direzione dell'insegnante di musica, i ragazzi si cimentano nella elaborazioen di una colonna sonora originale. In questi nove anni sono state proposte le rimusicazioni dal vivo di Buster Keaton, Charlie Chaplin, della coppia Laurel & Hardy, delle comiche “Our Gangs” (conosciute in Italia come “Le simpatiche canaglie”) e di altri nomi importanti. La felice conclusione del progetto vede l'esibizione delle orchestre di ragazzi sul palco internazionale del Teatro Verdi, a ottobre, in occasione de Le Giornate del Cinema Muto, quale evento speciale della manifestazione. All'iniziale coinvolgimento del solo istituto “Centro Storico” è seguita quindi negli anni la partecipazione di altre scuole: sono così subentrate, nelle varie edizioni, la secondaria di Sacile, la primaria “Collodi” di Pordenone, la secondaria “da Vinci” di Cordenons. Quest’anno, il team composto da "Centro Storico" e "da Vinci" ha accolto i ragazzi della secondaria "Pasolini" dell'istituto comprensivo Rorai Cappuccini. I film sono tutti cortometraggi di animazione e sono: Koko Back Tracks e Cartoon Factory con protagonista Koko Il Clown di Max Fleischer per la scuola secondaria del "Centro Storico" diretta da Maria Luisa Sogaro; Alice In The Wooly West (1926) e Alice Baloon's Race (1926) della serie Alice Comedies di Walt Disney per la “Pasolini” diretta da Patrizia Avon; “All Wet” e “Great Guns" entrambi del 1927 con protagonista Oswald the lucky rabbit di Walt Disney della secondaria “da Vinci” diretta dalla prof.ssa Emanuela Gobbo. La prima esibizione delle orchestre di fronte al pubblico è avvenuta il 22 maggio scorso presso l'Auditorium del Centro Culturale “A. Moro” di Cordenons nel corso di una bella serata che ha visto la partecipazione e il sostegno di Lions Club Pordenone Naonis, che ha voluto adottare con entusiasmo il progetto. In questa occasione si è inoltre esibito l'artista e musicista Luca Grizzo dando vita a una straordinaria lezione sull'uso delle percussioni nella rimusicazione dal vivo di film e a uncoinvolgente spettacolo .
A colpi di note 2015
A colpi di note, nuova tappa per il progetto per le scuole!
2015 - Giugno CZNotizie_def_01-GENNAIO_2011 01/06/2015 15:30 Pagina 7
Al di là di vincitori e vinti, da Cannes una riflessione sulla capacità di fare sistema
Marco Fortunato
Sistemi a confronto
Italia - Francia, sistemi a confronto “Continuiamo così, facciamoci del male!” Non c’è davvero battuta migliore della celebre frase di Michele Apicella in Bianca (1984) per descrivere la situazione attuale della distribuzione del cinema (italiano e non solo) nel nostro Paese. E non è un caso che a pronunciarla sia proprio uno dei personaggi inventati da Nanni Moretti, autore tra i prescelti – insieme a Matteo Garrone e Paolo Sorrentino – per rappresentare l’Italia al Festival di Cannes. La riflessione che segue però, ed è bene precisarlo fin da subito, non ha nulla a che vedere con l’assenza di premi sulla Croisette che, come ha ricordato proprio Sorrentino sulle pagine del Corriere della Sera, non è necessariamente un termometro affidabile dello stato di salute di una cinematografia, o perlomeno non l’unico. Il problema vero è un altro, al di là delle singole eccellenze – e i tre cineasti rientrano sicuramente nella categoria – manca la capacità del cinema di casa nostra di fare sistema, sia a livello generale che particolare. In senso ampio manca un sistema Paese che, a differenza ad esempio della Francia, creda nel cinema ed investa in maniera stabile e costante su un comparto che potrebbe essere un eccezionale strumento di valorizzazione del territorio e un volano economico di proporzioni notevoli. A dimostrarlo ci sono da anni gli eccellenti risultati raggiunti dalle Film Commission regionali (tra cui spicca proprio quella del FVG) e, più recentemente, l’ottimo riscontro che ha portato l’accoglimento di una proposta caldeggiata da anni dal settore come la stabilizzazione del tax credit, ovvero il sistema attraverso il quale un’azienda privata che investe in un film può recuperare una quota dell’investimento sotto forma di bonus fiscale. Scendendo ad un livello più specifico, del quale abbiamo esperienza diretta nella nostra duplice veste di esercenti come Cinemazero e distributori cinematografici – cofondatori della TuckerFilm insieme al C.E.C. di Udine – la mancanza di un sistema organico è un problema che riguarda da vicino il meccanismo di promozione, diffusione e circuitazione dei film nelle sale cinematografiche, in altre parole: di distribuzione. E Cannes diventa in questo senso una situazione paradigmatica. Era facilmente previdibile, ed è effettivamente accaduto, che i tre film italiani in concorso a Cannes avessero un ampio riscontro in termini di visibilità e in termini mediatici. Riscontro che andava adeguatamente sfruttata per promuoverli in maniera coordinata, evitando di “bruciarli” in così poco tempo, uno sull’altro. Complice la positiva esperienza de La grande bellezza nel 2013 (che fu di fatto il primo film a uscire in sala in contemporanea al passaggio al festival, ma era l’unico italiano) quest’anno due dei tre film italiani sono stati distribuiti in coincidenza con il passaggio in concorso sulla Croisette: Il racconto dei racconti il 14 maggio e Youth – La giovinezza il 20 maggio, a meno di una settimana di distanza. Facile immaginare le conseguenze. Sovrapposizione della comunicazione, suddivisione (anziché moltiplicazione) degli spazi per la promozione ed enormi difficoltà La serata inaugurale dell’68 edizione del Festival di Cannes nella gestione per gli esercenti, in particolare coloro che lavorano in strutture con sale di capienza molto diversa tra loro, stretti da contratti con sale bloccate e impossibilitati, di fatto, a sfruttare adeguatamente i diversi titoli se non addirittura, a dover scegliere tra l’uno o l’altro. Un disagio che, inevitabilmente, si traduce in un disservizio agli spettatori che, dopo settimane di scarsità di film di qualità dalle sale, si sono trovati con due proposte rivolte grossomodo allo stesso target, nel giro di pochi giorni. In un paese i cui cittadini vanno mediamente al cinema due volte all’anno abbiamo chiesto al pubblico di farlo per due volte nel giro di un paio di settimane - dopodichè i due film spariranno dagli schermi – e per di più nel periodo maggio/giugno, tradi-
2015 - Giugno CZNotizie_def_01-GENNAIO_2011 01/06/2015 15:30 Pagina 8
zionalmente mesi poco cinematografici rispetto a quelli invernali. Qualcuno potrebbe pensare che si sia trattato di una situazione inevitabile ma non è così. Altre scelte erano possibili, sfruttando – come ha fatto Nanni Moretti – la possibilità di uscire prima del passaggio in concorso a Cannes (Mia madre è in sala dal 16 aprile) oppure, più semplicemente, posticipando la distribuzione di uno dei due titoli italiani all’autunno. Ma quale far slittare? È una domanda la cui risposta è assolutamente irrilevante, quello che sarebbe stato importante era evitare questa insensata sovrapposizione. Sarebbe stato un segnale, nemmeno tanto piccolo, che per il nostro cinema poteva valere più di un premio. Premi che invece continua a raccogliere il cinema francese (da ultimo l’ottimo, quanto inatteso, exploit sulla Croisette) che da sempre rappresenta un modello di “sistema”. Proviamo allora ad analizzarne, brevemente, alcune caratteristiche. Ci concentreremo in particolare su tre aspetti: l’attenzione al pubblico giovane, le azioni di salvaguardia delle sale cinematografiche e l’organizzazione dell’intervento economico statale. Partiamo dall’attenzione ai più giovani. Due i dati che saltano subito all’occhio: in Francia la materia denominata “educazione all’immagine e formazione del pubblico” è parte integrante del sistema dell’istruzione, sin dalla scuola primaria, mentre in Italia, un analogo insegnamento esiste solo nell’ultimo biennio dei licei ad indirizzo artistico. Inoltre i nostri cugini d’Oltralpe sono secondi – dopo la Germania – nella classifica europea della produzione di film per bambini (86 lo scorso anno), mentre noi siamo tra gli ultimi (solo 19 i titoli distribuiti nel 2014). Si tratta di due elementi importanti, collegati tra loro, che traducono in azioni concrete quella che è una delle linee guida del nuovo programma europeo di finanziamento, lo young audience development ovvero le azioni sistematiche per favorire il Una delle tante manifestazioni di solidarietà al cinema America “occupato” rinnovamento del pubblico. Ad essi si aggiunga il fatto che, sempre in Francia, dopo una lunga contrattazione con la distribuzione è stata promossa una politica di prezzo bloccato a 4 euro a biglietto per gli under 14. Soluzione che è stata inizialmente criticata dalle majors ma che, tuttavia, è stata dalle stesse rivalutata in base agli effettivi vantaggi garantiti a lungo termine. Altro aspetto determinante nella creazione di un sistema è la difesa dei suoi “protagonisti”, ovvero nel nostro caso, delle sale cinematografiche. Un problema, quella della salvaguardia delle sale, in particolare di quelle di qualità ubicate nei centri urbani, reso più drammatico dalla digitalizzazione (che ha richiesto agli esercenti ingenti investimenti strutturali obbligando chi non era in grado di sostenerli a chiudere i battenti) e tornato all’attenzione delle cronache nazionali grazie al caso del Cinema America di Roma, il cinema “occupato” (e di fatto salvato) da un gruppo di ragazzi della capitale. Ed ecco un altro aspetto su cui riflettere. Quello che in Italia è rimasto un caso isolato di disobbedienza civile in Francia si è tradotto, qualche anno fa, in una ferma e compatta reazione degli esercenti – che si opponeva alla chiusura di numerose sale del centro di Parigi – che ha permesso negli anni di ottenere dalle istituzioni le risorse necessarie al recupero dei vecchi cinema e all’apertura di nuovi, l’opposizione alla trasformazione dei cinema chiusi in altre attività commerciali, e fissando, nei casi di trasformazione di destinazione d’uso, un tetto massimo al canone d’affitto che non superi un rialzo del 10%. In altre parole soluzioni strutturali. Infine una considerazione sul meccanismo di gestione dell’intervento pubblico a sostegno della filiera produttiva. Un aspetto solo all’apparenza tecnico ma che in realtà funziona in modo abbastanza semplice. Sul biglietto del cinema è applicato un “prelievo di scopo” ovvero una quota dell’introito derivante dallo sbigliettamento viene vincolata ad essere reinvestita a sostegno della filiera produttiva. Con diverse modalità e criteri, tutti i settori coinvolti nello sfruttamento del prodotto cinematografico, benificiano di questa iniezione di risorse, che vale circa 65 milioni di euro l’anno. Un meccanismo rodato che permette di sostenere sia la programmazione di qualità, che la modernizzazione tecnologica delle strutture. In Italia esiste un sistema analago (la tassa di soggiorno) ma non nel settore culturale. Ciascuno di questi singoli aspetti, apparentemente scollegati tra loro, rappresenta in realtà un tassello di un unico, grande sistema. Ed è proprio sull’analisi di un modello che si è dimostrato efficiente ed efficace che si dovrebbe aprire un confronto nei prossimi mesi, quando dovrebbe arrivare ad una svolta la discussione sulla nuova legge cinema.
2015 - Giugno CZNotizie_def_01-GENNAIO_2011 01/06/2015 15:30 Pagina 9
In mostra fotografie, manifesti e locandine originali dalle collezioni della Cineteca del Friuli
Carlo Gaberscek
La Grande Guerra nel cinema
Venzone come set di Hollywood e Cinecittà Il Friuli fu scoperto dal cinema in occasione della prima guerra mondiale, che aveva trasformato questa terra in campo di battaglia, grandiosa zona di operazioni e immensa retrovia. In quegli anni fu girata infatti un'ingente quantità di materiale documentario nelle zone del fronte. Quarant'anni dopo, quando il cinema di fiction approda finalmente in Friuli, il “debutto” avviene alla grande con due grosse produzioni che hanno come soggetto quella guerra: il kolossal hollywoodiano Addio alle armi (A Farewell to Arms, 1957) e La grande guerra (1959) di Mario Monicelli. Il primo film non è però girato nei luoghi descritti da Hemingway nel suo romanzo, ma come location principale viene scelta la storica cittadina di Venzone, che per il suo caratteristico aspetto antico (le mura medioevali, la piazza, le tipiche vie strette) e la sua posizione ai piedi delle montagne era in grado di evocare con immediatezza al pubblico internazionale l’ambiente della prima guerra mondiale in Italia. Quando iniziano le riprese, nel mese di aprile del 1957, Venzone diventa una specie di succursale di Hollywood, con la presenza di una numerosa troupe guidata da David O. Selznick, produttore di film di grande successo commerciale come il celeberrimo Via col vento, la presenza di famosi divi americani (Rock Hudson e Jennifer Jones, moglie del produttore) e italiani (Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Franco Interlenghi) che richiama quotidianamente folle di curiosi nelle vie e nella piazza occupata da circa duemila comparse (tra cui molti ex alpini). In particolare, la piazza del Municipio di Venzone diventa non solo il quartier generale della troupe, ma anche una vera e propria star del film. Due anni dopo il produttore Dino De Laurentiis decide di girare a Venzone La grande guerra (1959), diretto da Mario Monicelli e interpretato da Vittorio Gassman, Alberto Sordi e Silvana Mangano, in cui toni da commedia si intrecciano a momenti di realismo, sottolineato anche dalla fotografia in bianco e nero di Giuseppe Rotunno.
Al di là del piano cinematografico, va evidenziato l’eccezionale valore documentario delle sequenze di La grande guerra e di Addio alle armi girate a Venzone, perché costituiscono una preziosa testimonianza di storiche architetture che sarebbero state distrutte dal terremoto del 1976.
2015 - Giugno CZNotizie_def_01-GENNAIO_2011 01/06/2015 15:30 Pagina 10
Film di grande successo di pubblico e di critica, nonché vincitore del Leone d’Oro al Festival di Venezia, La grande guerra di Monicelli pochi anni dopo farà sentire la sua influenza su un altro film italiano ambientato durante la prima guerra mondiale e diretto da Pasquale Festa Campanile che riporta sullo schermo personaggi abili nell’arte di arrangiarsi, opportunisti e pusillanimi, i quali però, in extremis, si dimostrano capaci di gesti di coraggio, diventando “eroi per caso”. Si tratta del film La ragazza e il generale (1967), prodotto da Carlo Ponti, che viene girato quasi completamente in esterni in Friuli Venezia Giulia nell’estate del 1966. È essenzialmente un film d'attori, senza masse o spettacolari scene di combattimento, quasi un “road movie”, nel senso che le avventure e peripezie dei tre protagonisti (Rod Steiger, Virna Lisi e Umberto Orsini) danno modo di percorrere sullo schermo l’intero territorio regionale: dalle montagne carniche ai fiumi della Bassa friulana. Queste tre produzioni, realizzate in un arco di tempo relativamente breve, contribuiscono in maniera determinante a far conoscere le potenzialità del Friuli come set ideale per film bellici, un filone che si affermerà come tipico e caratterizzante nel quadro delle successive realizzazioni cinematografiche nel territorio friulano. I paesaggi, le architetture, gli ambienti utilizzati in questi tre film, scenari che confeAlberto Sordi e Mario Monicelli sul set riscono a tali pellicole una grande forza visiva ed emotiva, contribuiscono dunque a costruire un'immagine cinematografica del Friuli che viene ampiamente veicolata a livello nazionale ed internazionale.
LA MOSTRA 120 tra fotografie, manifesti e locandine originali dalle collezioni della Cineteca del Friuli documentano nella mostra La Grande Guerra nel cinema - Venzone come set di Hollywood e Cinecittà, la straordinaria stagione in cui Venzone fu set privilegiato di Addio alle armi, La grande guerra e La ragazza e il generale. Curata da Carlo Gaberscek e realizzata nell’ambito del progetto europeo Pot Miru / Via di Pace, la mostra si inaugura il 6 giugno (ore 18) a Venzone, Palazzo Orgnani Martina, dove resterà aperta fino al 23 agosto. Orari: da martedì a venerdì, 15-19; sabato e domenica, 9-13 e 15-19). Info: www.cinetecadelfriuli.org, tel. 0432 980458
2015 - Giugno CZNotizie_def_01-GENNAIO_2011 01/06/2015 15:30 Pagina 11
Il grande cinema e i grandi vini s’incontrano in cantina
Massimiliano Zamò
Cinemadivino
Cinemadivino i grandi film si gustano in cantina Arriva finalmente anche in Friuli Venezia Giulia la rassegna cinematografica Cinemadivino, la manifestazione che fa incontrare il grande cinema e i grandi vini in alcune delle location più suggestive della nostra Regione. Ma andiamo con ordine. Cinemadivino – i grandi film si gustano in cantina è un percorso enogastronomico/visionario nato dieci anni or sono in Romagna sulla base di un’idea tanto semplice quanto efficace: proporre la visione di un film tra i filari o nei cortili delle aziende vitivinicole, degustando i vini dell’azienda e i prodotti gastronomici del luogo. L’obiettivo è quello di portare appassionati in cantina per fargli conoscere il lavoro dei produttori colloquiando con loro attraverso i loro racconti, la loro storia e la loro passione, il tutto assaggiando i prodotti del loro lavoro, per diffondere sempre di più la cultura del bere bene e allo stesso tempo avvicinare gli appassionati di cinema al vino di qualità e alla conoscenza del territorio. Cinema, vino e paesaggio sono dunque gli elementi base di una ricetta vincente che ha ormai raggiunto moltissime regioni italiane e che oggi coinvolge più di 150 aziende raggiungendo più di 12.000 spettatori e che da quest’anno, grazie alla collaborazione tra Cinemazero - che curerà la parte artistica - e Discovereat arriva anche in FVG: quella di quest’anno è dunque l’edizione “zero”, ricca di grandi aspettative. Ad inaugurarla sarà un evento davvero eccezionale, in programma giovedì 18 giugno presso la Casa Forte Nussi-Deciani di Manzano, dove verrà presentata una serata tipo della manifestazione. L’appuntamento è fissato alle 19.30 quando, ad accogliere il pubblico saranno gli stessi produttori della cantine partner del progetto per la prima degustazione ufficiale accompagnata da un assaggio di prodotti tipici del territorio. Si proseguirà quindi, accompagnati dai padroni di casa, con visita alla casa e alla tenuta circostante per rientrare poi, al calar del sole, nell’aia dove l’attenzione verrà calamitata dal grande schermo sul quale verrà proiettato il film Vinodentro di Ferdinando Vicentini Orgnani che sarà presente per introdurre il film insieme ad un altro ospite d’eccezione, il musicista Paolo Fresu che ha curato le musiche originali del film e che potrebbe regalare un piccolo fuori programma al pubblico presente. Con questo schema, degustazione seguita da visita in cantina quindi dalla proiezione, la rassegna si svilupperà poi nel mese di luglio nel corso del quale, ogni giovedì, a partire dal 2 luglio, diverse cantine del territorio ospiteranno altrettanti eventi per un vero e proprio percorso enogastronomico e culturale nel quale ciascuna tappa sarà unica: in ogni cantina cambieranno infatti i protagonisti, i vini degustati, i film e ovviamente lo straordinario paesaggio che farà da cornice a queste suggestive serate, tutte da scoprire. Caratteristiche costanti il piacere di stare insieme e soprattutto scoperta del territorio, di alcune sue eccellenze enogastronomiche, a partire dal vino, e di quelle persone che con impegno e dedizione tengono alto il nome dell’enologia locale, e non solo. Il programma completo sarà diffuso nelle prossime settimane, ma l’offerta sarà studiata in modo tale da accontentare tutti i tipi di palati, anche quelli più raffinati, sia dal punto di vista enogastronomico che cinematografico. Su quest’ultimo aspetto in particolare tutti i titoli proposti saranno accomunati da un fil rouge che unisce cinema e cibo, dando spazio alle più divertenti comCinema, vino e paesaggio: gli elementi base del progetto Cinemadivino medie della stagione ma anche a film innovativi, alcuni dei quali inediti in Italia. Per essere sempre aggiornati la prima cosa da fare è cliccare “Mi piace” sulla pagina facebook Cinemadivino Friuli Venezia Giulia e poi venirci a trovare direttamente. Vi aspettiamo già il 18 giugno, quando con un calice di buon vino in mano, sotto un cielo stellato e con i vigneti a fare da sfondo saremo lieti di farvi scoprire Cinemadivino 2015.
2015 - Giugno CZNotizie_def_01-GENNAIO_2011 01/06/2015 15:30 Pagina 12
IN\VISIBLE CITIES - FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA MULTIMEDIALITÀ In\Visiblecities, cinque giorni di workshop, installazioni, live performance e spettacoli per indagare e agire sulla città attraverso le arti digitali e i linguaggi della multimedialità e dell’interattività. Il Festival coinvolge artisti di tutta Europa per esplorare i legami fra città visibili e invisibili attraverso il linguaggio delle arti digitali e della multimedialità. Se da un lato l’arte è in grado di agire direttamente sugli spazi fisici, rendendoli elementi attivi, significativi, capaci di raccontare storie e comunicare emozioni, dall’altro le nuove tecnologie offrono innumerevoli possibilità per esplorare ciò che della città non appare visibile ad occhio nudo: la sua storia, le vicende, i rapporti sociali ed economici, ma anche le possibilità di immaginare e progettare il futuro. La prima edizione di In\Visiblecities dedica alcune sezioni alla riflessione su Le città e la guerra, l’impatto sugli spazi urbani e le persone che li vivono; la storia e le molteplici memorie conservate nelle città, lungo le strade, nei palazzi, ma anche all’interno degli spazi domestici. Un tema che verrà esplorato e raccontato attraverso installazioni, opere e in particolare spettacoli di video-mapping proiettati su edifici storici, nel centro della città. Info: invisiblecities.eu
AVANGUARDIA RUSSA: APPROFONDIMENTI VIDEO
Villa Manin, Passariano (Ud) - i sabati e le domeniche di giugno, ore 17.00 In occasione della mostra Avanguardia Russa, Villa Manin propone due interessantissimi cicli di proiezioni: la rassegna Documentari d'arte che propone inediti opere filmati dedicati ai protagonisti delle avanguardie russe degli anni Venti e al “greco pazzo” George Costakis definito da Bruce Chatwin “il più grande collezionista privato dell’Unione Sovietica” e la rassegna Il cine-occhio delle avanguardie russe, una vasta panoramica sulle tendenze più innovative della "settima arte" dagli anni della rivoluzione fino all’inizio dell’era stalinista. Una schiera di giovani cineasti (tra gli altri Kaufman, Vertov ed Eizenstejn) insieme ai grandi artisti e letterati dell’epoca, esalta le conquiste del “nuovo corso” e sperimenta tecniche e linguaggi di assoluta avanguardia. Info: www.villamanin.it
CONCERTO PER I 40 ANNI DELL'AIED
Pordenone, Teatro Giuseppe Verdi - 13 Giugno 2015 ore 20.45
Per celebrare i primi 40 anni di attività a Pordenone, l’AIED ha deciso di offrire un concerto originale di alto profilo: nella prima parte verrà eseguita musica classica e nella seconda parte musica jazz. Due diverse tipologie musicali eseguite nello stesso concerto rispettando le diversità. Il programma prevede la partecipazione di due quartetti; uno femminile - quattro soliste di livello internazionale insieme per l’occasione - e uno maschile. Una proposta che coniuga l’alto profilo musicale con un messaggio socio-culturale teso a dimostrare che, volendo, si può garantire la parità di genere anche nella musica. Info e prenotazioni: tel. 0434 366114 Aied
PREMIO ERNEST HEMINGWAY LIGNANO SABBIADORO
Lignano Sabbiadoro, Kursaal - 20 giugno 2015
Il premio, ormai arrivato alla XXXI edizione ricorda il legame che che le terre di mare tra Venezia e Trieste hanno avuto nel tempo con questo scrittore, stregato da questi territori e ospite per molti anni di famiglie aristocratiche della zona tra l’isola di Torcello e la laguna di Caorle fu proprio qui che scrisse Di la dal fiume e tra gli alberi. Il premio si articola in quattro sezioni, che ricordano in modo molto semplice il pensiero e il modo di scrivere del autore americano. Cosi troviamo il premio alla Letteratura per chi ha inteso la scrittura in modo semplice e sincero, il premio Reportage assegnato allo scrittore o giornalista che è riuscito ad aprire prespettive su nuove aree del mondo lasciando parlare i fatti e la verità, il premio Avventura e pensiero a chi interpreta in modo originale le contraddizioni del presente e il premio Fotografia assegnato a un fotografo autore di un fotolibro avente come tema il paesaggio. Info: www.premiohemingway.it
Domani accadrà ovvero se non si va non si vede
Gorizia - dal 3 al 7 Giugno 2015
2015 - Giugno CZNotizie_def_01-GENNAIO_2011 01/06/2015 15:30 Pagina 13
i film del mese
Un film di Peter Greenaway. Con Elmer Bäck, Luis Alberti, Maya Zapata, Rasmus Slätis, Olanda, 2015. Durata 110 min
UN FILM CALEIDOSCOPICO PER RACCONTARE L’EISENSTEIN UOMO E ARTISTA
EiSEnSt Ein in MESSiCo
Di PEt ER GREEn AwAy All’apice della sua cariera artistica il regista russo eisenstein decide di girare un film in sud america, piu precisamente in messico, e decide cosi di recarsi presso la citta di Guanajuato nonostante le pressanti richieste del suo rientro in patria. Aiutato dall’assistente Palomino Canedo il regista viene trascinato per le strade e i fantastici paesaggi della città scoprendo nuovi aspetti del suo carattere e della sua sessualità. Il film è un omaggio da parte del regista nei confronti del protagonista, con il quale condivide la stessa professione e per il quale nutre molta stima, e si fa portavoce della maturazione stessa di Greenway. Maturazione che viene richiamata nello stesso film da Eisenstein il quale scopre la sua latente omosessualità nei confronti della qualche si è sempre finto sordo e cieco cosi come lo è il suonatore di campane della cittadina nel qualse si trova, che può permettersi di suonare le campane da in cima al campanile visto il suo handicap. Quest’ultimo personaggio, indossando i panni degli antichi nativi introduce anche il tema della Morte, altra figura con la quale il regista sovietico viene a contatto. Un soggiorno di 10 giorni lontano da casa per girare centinaia di minuti di pellicola la quale non vedrà mai la vita, ma 10 giorni che portandolo a scoprire un nuovo sé e gli cambieranno la vita per sempre
Un film di Anna Muylaert. Con Regina Case, Michel Joelsas, Camila Márdila. Brasile, 2015. Durata 114 min.
IL FILM VINCITORE DEL PREMIO DEL PUBBLICO ALL’ULTIMO FESTIVAL DI BERLINO
Un film di Jafar Panahi. Con Jafar Panahi. Iran, 2015. Durata 82 min.
ORSO D’ORO PER IL FILM DEL REGISTA IRANIANO CONDANNATO DAL REGIME
È ARRiVAt A MiA FiGl iA
Di An n A Mu y l AERt Val fa la governante presso un’agiata famiglia di sao paulo in maniera attenta e premurosa, questo dopo aver affidato la figlia 13 anni prima a dei suoi parenti nel nord del Brasile e avendo dedicato tutto il suo amore materno al figlio dei suoi datori di lavoro fina da quando era in fasce. Per la figlia Jessica però è arrivato il momento di iscriversi all’università ed è cosi costretta a recarsi nella città dove lavora la madre, la quale chiedendo il permesso di accogliere la figlia nella casa padronale riceverà una risposta positiva che stravolgerà i rapporti, i ruoli e gli equilibri creatisi negli ultimi 13 all’interno della famiglia. Val sarà cosi costretta a rivedere il suo atteggiamento da donna di servizio che ha sempre tenuto, per affidare parte della sua lealtà alla figlia della quale non è riuscita ad occuparsi. Dalla regia di Anna Muylaert un film che fa riflettere in modo divertente sui temi della fiducia, della famiglia e del rapporto tra madre e figlia.
t AXi - t EHERAn
Di JAFAR PAn AHi Vincitore dell’Orso d’Oro al festival di Berlino, il film è interamente ambientato in un Taxi per le strade di Teheran, l’autista è il regista stesso che attraverso la videocamera del suo cellulare riprende le storie dei suoi passeggeri di qualsiasi età sesso ed estrazione sociale. Si passa dal simpatico episodio delle donne che salgono sulla vettura con una boccia contenente un pesce rosso alla drammatica deposizione del testamento di un uomo in fin di vita che vuole essere trasportato in ospedale assistito dalla moglie a suo seguito, dalla giovane studentessa che deve svolgere un compito scolastico affidatogli dalla maestra fino agli uomini che esprimono il loro pensiero in favore della pena di morte. Grazie all’incredibile interpretazione degli attori che si fingono passeggeri, tutte le persone che salgono sul taxi sembrano essere veramente ignari cittadini della città di Tehran inconsapevoli di essere ripresi, questo metodo di ripresa permette cosi al regista di trasmetterci le assurde contraddizioni presenti all’interno della capitale iraniana. Il film stesso è una contraddizione o meglio una protesta contro il proibizionismo nei confronti del regista sul quale pende la condanna a 20 anni di divieto di girare film, rilasciare interviste e scrivere sceneggiature pena la condanna a 6 anni di carcere. In occasione della premiazione berlinese il direttore della kermesse Dieter Kosslick ha voluto sottolineare il significato politico del premio dichiarando: “Panahi lo abbiamo atteso quando doveva essere giurato, anche stavolta non ha potuto essere qui ma c'è sua nipote".
2015 - Giugno CZNotizie_def_01-GENNAIO_2011 01/06/2015 15:30 Pagina 14
IL RISCATTO DI UN EX CONTRACTOR
l E REGol E DEl CAoS
Di Al An RiCkMAn Kate Winslet interpreta la bellissima giardiniera Sabine de Barra, una donna in lizza per l’incarico di progetta uno dei giardini dell’enorme villa di versailles per conto di Luigi XIV. Scelta dall’artista di corte Andrè le Notre la donna si ritrova cosi immersa nel nobilissimo ambiente di corte, ambiente nel qale si trovo a dover affrontare la lotta con l’altro sesso non che quella con la nobiltà, classe sociale della quale non fa parte. Sabine si trova presto coinvolta in maniera professionale e sentimentale con Andrè che abbandonato ormai da tempo nell’attività di giardiniere alla moglie sposterà le sue attenzioni sulla nuova giardiniera. La regia di Alan Rickman nel suo secondo film del quale è anche interprete è da considerarsi teatrale e si fa carico di descrivere la sfida sociale di una semplice giardiniera alla corte del Re Sole, in un susseguirsi di apparenti contraddizioni.
(Tit. Or.: Tale of Tales) Un film di Jayro Bustamante. Con María Mercedes Croy, María Telón, Marvin Coroy. Francia, 2015. Durata 100 min.
BUSTAMANTE RACCONTA LE CONTRADDIZIONI DEL MONDO CONTEMPORANEO
Un film di Michael Cuesta. Con Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano. Italia, 2015. Durata 118 min.
LA VERA STORIA DEL GIORNALISTA PREMIO PULITZER WEBB CONTRO I TRAFFICANTI
Vul CAno – iXCAnul
Di JAy Ro Bu St AMAn t E Maria è una ragazza di origine maya, ha 17 anni e lavora in una piantagione di caffe, vive in campagna e sogna di andarsene dal suo paese se non fosse che i genitori le hanno organizzato un matrimonio combinato. Sarà proprio il suo sposo Pepe a darle la possibilità di fuggire dal sud America promettendole l’espatrio una volta che si fosse consumato il matrimonio, ma come nella peggiore delle ipotesi, Pepe mette incinta Maria lasciando il paese senza di lei. Nonostante l’aborto procuratole dalla madre il bambino non perde la vita costringendola a vivere una maternità non desiderata e infelice. Il regista, autoctono delle zone guatemalteche dove viene ambientato il film riesce a portare la narrazione ad un livello diverso rispetto a quello documentaristico che potrebbe risultare dalla visione dei costumi tipici, delle tradizioni e dei paesaggi vulcanici, pur trasmettendo il rapporto ancestrale che lega questi popoli alla terra e li divide dalla civiltà per via delle loro barriere linguistiche. Girato in gran parte nelle aree vulcaniche del Guatemala dove avvengono incontri e riti, la pellicola affronta le contraddizioni del mondo contemporaneo, mostrando non solo le tradizioni di un popolo ma proponendosi anche come strumento di denuncia nei confronti dei terribili traffici illeciti che avvengono in questo angolo di mondo.
l A REGol A DEl GioCo
Di MiCHAEl Cu ESt A Tratto da una storia vera il film tratta le indagini di un navigato giornalista interpretato da Jeremy Renner che trasferitosi da poco con la famiglia in California riceve un biglietto da parte della moglie di un trafficante di droga con una trascrizione del gran giurì che rivela esserci un collegamento tra i servizi segreti americani e i più grandi produttori di cocaina del sud America. Inizia così una grandissima ricerca di informazioni da parte di del giornalista che recatosi in Nicaragua per contattare un narcotrafficante che si trova in galera ottiene informazione chiave per le sue indagini. Gary scopre così che il collegamento tra i narcos e la CIA serve a finanziare i controrivoluzionari nicaraguensi in patria, e sostenuto dalla direttrice del giornale pubblica una serie di articoli che riscontrano un incredibile interesse in tutto il paese, suscitando naturalmente polemiche e scandalo. Ma il giornalista diventa ben presto bersaglio non solo dei giornalisti invidiosi che cercheranno in tutti i modi i screditare e smentire il suo lavoro, ma in particolare dei narcotrafficanti che minacceranno la sua famiglia seguendone ogni suo spostamento, tutto questo con il solo sostegno della moglie in una cospirazione sempre più fitta e imprevedibile. Di Michael Cuesta se ne parlò molto nel 2001, al suo debutto dietro la macchina da presa, quando diresse, cosceneggiò e produsse il film indipendente L.I.E., con Paul Dano e Brian Cox, acclamato al Sundance Film Festival e vincitore agli Independent Spirit Awards e, successivamente, quando lavorò per televisione, dirigendo alcuni episodi di serie tv come “Six Feet Under”, “Dexter”. Questo thriller, ispirato ad una storia vera con protagonista il due volte candidato all’Oscar Renner, segna il suo ritorno al grande schermo.
i film del mese
(Tit. Or.: A Little Chaos) Un film di Alan Rickmanl. Con Kate Winslet, Matthias Schoenaerts, Alan Rickman. GB, 2014. Durata 112 min.
2015 - Giugno CZNotizie_def_01-GENNAIO_2011 01/06/2015 15:30 Pagina 15
i film del mese
(Tit. Or.: Infinitely Polar Bear) Un film di Maya Forbes. Con Zoe Saldana, Mark Ruffalo, Keir Dullea. USA, 2014. Durata 88 min.
(Tit. Or.: 5 Flights Up) Un film di Richard Loncraine. Con Morgan Freeman, Diane Keaton, Carrie Preston. USA, 2014. Durata 94 min.
UN PADRE ALLA RICONQUISTA DLELA MOGLIE E DELLE SUE FIGLIE
t EnERAMEnt E Fol l E
Di MAy A Fo RBES Jim Massachusetts, 1978. Cameron Stuart è un padre affettuoso e un marito innamorato. Purtroppo però è anche maniaco depressivo, non riesce a tenersi stretto un lavoro ed ha appena avuto un esaurimento nervoso. La moglie Maggie, per il bene delle figlie Amelia e Faith, allontana Cameron da casa, ma il poco lavoro che riesce a trovare con il suo titolo di studi non permette a lei e alle bambine di vivere sopra la soglia di povertà. Cam, dal canto suo, riceve un sussidio minimo dalla nonna, la quale gestisce con grande parsimonia (leggi: avarizia) i fondi (multimiliardari) della famiglia Stuart. Per migliorare le proprie chance di ottenere un lavoro remunerativo e quelle di Amelia e Faith di ricevere un'istruzione adeguata, Maggie si iscrive al Master of Business Administration della Columbia University e viene accettata. Peccato che la Columbia sia a New York, e la donna deve decidere se trapiantare la sua intera famiglia o assumersi un rischio molto alto: quello di lasciare le bambine con il padre in Massachusetts. Di comune accordo, i genitori decidono per la seconda soluzione. Riuscirà Cameron a gestire la situazione? Maya Forbes, erede della dinastia editoriale e affermata sceneggiatrice televisiva (sulla base del proprio talento), esordisce (a 45 anni) sul grande schermo con il lungometraggio Infinitely Polar Bear (il titolo fa riferimento all'equivoco della piccola Faith circa il disturbo "polare" del padre). La storia del film è quella di Maya e di sua sorella China, allevate per un lungo periodo dal padre, Cameron Forbes, affetto da disturbo bipolare, mentre la madre studiava per ottenere l'Mba alla Columbia. Forbes narra dunque la sua storia con molte concessioni all'entertainment, dovute probabilmente sia al desiderio di rendere commercialmente appetibile un lungometraggio che affronta lo spinoso argomento della malattia mentale, sia ad una forma di protettività nei confronti del padre, ora deceduto.Ma al cuore del racconto c'è un pathos autentico e una salvifica ironica con i quali è impossibile non entrare in sintonia, e al centro quattro attori irresistibili, a cominciare da Mark Ruffalo nei panni di Cam. L'attore presta il suo carisma personale ad un personaggio complesso e contradditorio che passa da gesti di infinito amore a momenti di intensa violenza verbale e imperdonabili mancanze di responsabilità genitoriale. Accanto a lui, Zoe Saldana è efficace nei panni della madre divisa fra bisogni e sentimenti e le due piccole non-attrici (la più grande è la figlia della regista) sono naturali e spontanee. È attraverso lo sguardo di Amelia (ovvero quello della regista da piccola) che Forbes narra la storia di un uomo meraviglioso e imbarazzante, geniale e ingestibile, con la tenerezza che solo una figlia innamorata del padre sa elargire a piene mani. [www.mymovies.it]
DIANE KEATON E MORGAN FREEMAN PER LA PRIMA VOLTA INSIEME
Rut H & Al EX - l 'AMoRE CERCA CASA
Di RiCHARD l o n CRAin E In quarant’anni di matrimonio una coppia colleziona tanti ricordi. Per Ruth (Diane Keaton) e Alex Carver (Morgan Freeman) quei ricordi si riflettono nel loro appartamento di Brooklyn. Quello che una volta era solo un bilocale malandato in un quartiere periferico, rappresenta oggi non solo la loro amata casa, ma anche una piccola fortuna. Sebbene Ruth, insegnante ormai in pensione, e Alex, che fa il pittore, lo adorino, l’appartamento si trova all’ultimo piano di un edificio senza ascensore; sanno che devono essere pratici e considerare le effettive necessità della loro età. Per questa ragione hanno deciso di permettere alla nipote di Ruth, Lily (Cynthia Nixon), una frenetica agente immobiliare, di mettere in vendita la casa e organizzare delle visite da parte di potenziali acquirenti, ma l’improvvisa minaccia di un attentato terroristico e la malattia del loro amato cagnolino Dorothy li convincerà a guardare alla vita in modo diverso. I premi Oscar Diane Keaton e Morgan Freeman per la prima volta insieme sul grande schermo, in un film che racconta come l’amore possa guidarci attraverso le sfide della vita. “Quando ho saputo che ci sarebbe stato Morgan Freeman, la prospettiva è diventata ancora più irresistibile, e dopo l’adesione di Diane Keaton, è diventato un progetto inarrestabile” – ha dichiarato Richard Loncraine, già vincitore dell’Orso d’Argento per la Miglior Regia al Festival di Berlino 1996 per Riccardo III che in questa occasione, grazie anche alla collaborazione dello sceneggiatore Charlie Peters un film divertente, delicatamente costruito e al tempo stesso commovente. [www.direttanews.it]
2015 - Giugno CZNotizie_def_01-GENNAIO_2011 01/06/2015 15:31 Pagina 16
H LKPaPVUL
:K@>GMH OBOH
9HQHUGu JLXJQR 3DOPDQRYD K 3LD]]D *UDQGH
=(525&+(675$ ( %$1'$ ),/$5021,&$ ', 325'(121( ¸56;, 05 46=04,5;6¹
Z\SSL PTTHNPUP KLS Ä ST )LYSPUV ZPUMVUPH KP \UH NYHUKL JP[[n 7YL]LUKP[L L IPNSPL[[P! ^^^ L\YP[TPJH P[ ^^^ ]P]H[PJRL[ P[ ^^^ [PJRL[VUL P[ L WYLZZV P W\U[P ]LUKP[H HK LZZP JVSSLNH[P 9PK\aPVUP L JVU]LUaPVUP WYLZZV ,\YP[TPJH KHS S\ULKy HS ]LULYKy VYL &RQ LO SDWURFLQLR H LO VRVWHJQR GL
0DLQ VSRQVRU
8GLQ -D]] DGHULVFH D
L\YP[TPJH
IYJ LW ULVPR
WX ZZZ
&RPXQH GL 3DOPDQRYD
HZZVJPHaPVUL J\S[\YHSL ]PH *H[LYPUH 7LYJV[V <KPUL [LS L MH_
^^^ L\YP[TPJH P[