GUBBIO Il nuovo sito web di informazione sull’attualità eugubina
Giovedì 28 Febbraio 2019 Anno VII Numero 103
quindicinale d’informazione www.15giorni.it
GEOVA SI FERMA A GUBBIO SONO IN CORSO I LAVORI PER REALIZZARE IL LUOGO DI CULTO IN VIA DELLA PIAGGIOLA VERSO CIPOLLETO. PREVISTO UN AUDITORIUM DA 90 POSTI, ALTRI SPAZI E UN’AREA VERDE. IMPEGNATE TRE AZIENDE LOCALI ED UNA ESTERNA OLTRE AI VOLONTARI. IL MOVIMENTO LOCALE CONTA 130 ASSOCIATI
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IN ARRIVO UNA CASA PER I TESTIMONI DI GEOVA COPERTINA
IN VIA DELLA PIAGGIOLA VIENE REALIZZATA UNA STRUTTURA DI 250 METRI QUADRATI CHE OSPITERÀ L’ASSOCIAZIONE RELIGIOSA CON GLI EVANGELIZZATORI E GLI ADERENTI. SONO CONSIDERATI LA SECONDA RELIGIONE CRISTIANA IN ITALIA, PRESENTI DA OLTRE UN SECOLO CON CIRCA 450MILA ASSOCIATI. QUESTA CONFESSIONE RELIGIOSA È STATA RICONOSCIUTA DALLO STATO ITALIANO NEL 1986 CON DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA di MASSIMO BOCCUCCI
Un luogo di culto per i Testimoni di Geotelefono 06872941). Anche nella Sala va. Sono in corso i lavori per costruire la del Regno di Gubbio si svolgono riunionuova sede dell’associazione religioni cristiane due volte a settimana: serve sa eugubina, con committente la concome base per l’attività di evangelizzagregazione nazionale. Lasceranno l’atzione e sono luoghi di culto in cui ventuale quartier generale in via Benedetto gono celebrati matrimoni cristiani con Croce per spostarsi in via della Piaggiola effetti civili. Il progettista della struttura verso l’area della Protezione Civile su un eugubina è l’ingegnere Fabrizio MarIl rendering della nuova costruzione terreno di proprietà comunale conceszano, il direttore del cantiere Stefano so in uso gratuito per 99 anni con le opere di urbanizzazione Seu con assistente Francesco Napolitano, direttore dei lavori a carico dell’associazione. La struttura sarà di 250 metri quae coordinatore per la progettazione Massimiliano Chiocci, il drati su un piano unico con uno stile semplice. Sono previsti responsabile dei lavori Francesco Pesci. un auditorium con 90 posti a sedere, un’altra sala con 16 posti, LA DIMENSIONE I Testimoni di Geova, considerati la seconda uno spazio multifunzione uso ufficio, una zona a verde pubblireligione cristiana in Italia, sono presenti da oltre un secolo sul co completa di viabilità pedonale e 7 parcheggi pubblici. Sarà territorio nazionale con circa 450mila associati, di cui 252mila pronta in 6 mesi con un investimento di circa 360mila euro. Vi evangelizzatori. Questa confessione religiosa è stata riconolavorano tre imprese di Gubbio (Tecnoservice Costruzioni Gesciuta dallo Stato con decreto del presidente della Repubblica nerali srl per scavi e movimento terra, Cer Costruttori Edili del 31 ottobre 1986. “Proveniamo da centinaia di realtà etniche Riuniti srl per realizzazione di fondazioni e capriate e Pierini e linguistiche - viene spiegato nel sito ufficiale www.jw.org -, ma Costruzioni srl per installazione ponteggio) siamo uniti perché abbiamo obiettivi comuni. e una esterna (Itel Service di Verdelli di SubCiò che desideriamo di più è onorare Geova, biano, in provincia di Arezzo per installazione il Dio di cui parla la Bibbia, il Creatore di ogni e certificazione impianti). Si occupano infine i cosa. Ci sforziamo di imitare Gesù Cristo e per volontari della responsabilità dei lavori e delnoi essere cristiani è un onore. Ciascuno di le rifiniture esterne e interne. noi dedica del tempo a insegnare la Bibbia e a LA COMUNITÀ Sono coinvolti in zona nel parlare del Regno di Dio. La nostra è un’opera movimento circa 130 associati con 87 evandi testimonianza con la quale facciamo conogelizzatori, per larga parte residenti a Gubbio, scere Geova Dio e il suo Regno, e per questo ci e una piccola comunità di lingua russa (per inchiamiamo Testimoni di Geova”. La posa in opera delle fondamenta formazioni è a disposizione l’ufficio di Roma,
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Primarie PartitoDemocratico
3marzo‘19
Nicola Zingaretti
segretario nazionale
COME SI VOT A
re ta vo a mo ia nd A o it t r a p n u in o m ia d e r C ro tu fu un e em si as e ir o it n pesrtrriutcotustrru u a g n e t e h c o t a chile Pteangesae unritidoanildoPuaen'seaneimria dia un’aanillmaa palollaiticPaolitica di tutti i giorni MAURIZIO MARTINA
NICOLA ZINGARETTI
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Zingaretti
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POLITICA
LOGORATI ALLA MÈTA
PER ORA SOLO UN RICANDIDATO SINDACO E TANTA INCERTEZZA SUL RESTO DELLO SCENARIO. IL PD RINCORRE LA COALIZIONE DI STIRATI CHE PRENDE TEMPO DOPO AVER MESSO I PALETTI COME LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E L’AZZERAMENTO DELLA CLASSE DIRIGENTE PIDDINA. GRILLINI E GORACCIANI AL LAVORO PER CERCARE I CANDIDATI. NEL CENTRODESTRA FRATELLI D’ITALIA SCEGLIERÀ LO SFIDANTE di MASSIMO BOCCUCCI Non si mette fretta la coalizione del ricantra l’attuale unico consigliere comunale didato sindaco Filippo Mario Stirati che Massimo Ceccarelli e il trentaduenne aslascia scorrere il tempo, forte di essere sessore Gabriele Damiani. I socialisti sono l’unica al momento sulla scena in vista anche pronti a perfezionare l’accordo, già delle elezioni Comunali di maggio. Quein piedi a livello regionale, con Alternativa sto accade mentre il Pd si danna l’anima Popolare del coordinatore comunale RoFilippo Stirati Andrea Smacchi per cercare l’accordo insistendo con la berto Rossi che potrebbe candidarsi dopo proposta di unificare il centrosinistra. Ci sono colloqui in ordine averlo fatto nel 2014 ma in quel caso con la lista di centrodestra sparso tra il segretario regionale piddino Gianpiero Bocci, il seBene Comune. gretario eugubino del partito Andrea Smacchi e lo stesso Stirati, FRONTE ALTERNATIVO Cercano seguaci i 5 Stelle e “Gubbio mentre il tavolo con le delegazioni tarda a insediarsi e a prendere Rinasce Libera” dell’ex sindaco Orfeo Goracci che devono ancouna decisione. Le parti al momento restano distanti poiché i mora però ufficializzare i rispettivi candidati a sindaco. Per i grillini i vimenti “Liberi e Democratici” e “Scelgo Gubbio” si dicono pronti nomi che girano sono i soliti: il consigliere comunale Sara Mariad allearsi coi piddini soltanto in una lista civica senza il simbolo ucci e l’avvocato Paola Nuti. Goracci vorrebbe tre liste civiche: del Pd, oltre a richiedere l’azzeramento della classe dirigente, il no una con ex amministratori (all’ultimo incontro c’era anche Mariall’incenerimento dei rifiuti nei cementifici, il mea culpa pubblico no Cernicchi), una di liberi pensatori senza legami partitici e una sulla mozione di sfiducia a suo tempo presentata nei confronti terza ambientalista con i giovani. Goracci potrebbe ricandidarsi e di Stirati, che si aspetta dallo stesso Pd anche un riconoscimento resta sullo sfondo come potrà eventualmente conciliarsi lo status della bontà del lavoro portato avanti nel quinquennio. di imputato con quello di candidato, ricordando come nel solco ideologico della sinistra un semplice avviso di garanzia dovrebbe NODI DA SCIOGLIERE I due nodi più grossi sono il simbolo indurre all’esclusione. Sarà interessante vedere quanti coinvolti e l’azzeramento della classe dirigente, compresi i candidati al nel processo Trust, dagli arresti al patteggiamento di Cernicchi, consiglio comunale, pur se Virna Venerucci (peraltro contraria faranno parte di questa operazione politico-elettorale. all’accordo) e Marco Cardile attualmente in carica sono Nel centrodestra è stato per ora deciso, salvo ripensaorientati a ritirarsi. Viene interpretata in più modi la menti, che sarà Fratelli d’Italia del neo coordinatore lopresenza istituzionale di Stirati a un incontro pubblico cale Antonio Manzo a esprimere il candidato a sindaco promosso all’hotel “Beniamino Ubaldi” per sostenere la nel puzzle delle spartizioni delle varie zone nella geocandidatura di Nicola Zingaretti a segreterio nazionale. grafia regionale tra i partiti della coalizione. Si muove il Psi che, confermando il sostegno a Stirati, Gianpiero Bocci va verso un avvicendamento per le candidature in lista
L’APPALTO Gli 8 addetti lamentano che gli emolumenti sono fermi a dicembre. Il Comune prende tempo
SERVIZIO PULIZIE AL COMUNE STIPENDI BLOCCATI
L’appalto delle pulizie al Comune è diventato un problema. Gli otto addetti al servizio sono fermi allo stipendio di dicembre, che devono ancora ricevere oltre a quello di gennaio, dopo aver esercitato infinite pressioni per avere le spettanze economiche precedenti. I sindacati fanno pressione mentre dal Comune prendono tempo. Per garantirsi l’attività di un’impresa esterna che provveda a tenere in ordine gli uffici comunali, l’ente ha espletato nel giugno dello scorso anno la gara di affidamento del servizio. Se l’è aggiudicata una ditta di Padova, subentrando a chi c’era prima, con l’appalto per due anni e la garanzia di riassorbimento degli addetti che erano già in servizio. Qualcosa però ha cominciato a scricchiolare, poiché la ditta esterna ha onorato il pagamento degli stipendi a singhiozzo. Sono cominciate le grane e gli addetti si sono rivolti al dirigente comunale del settore finanziario Vincenzo Russo. È stato applicato un articolo del contratto di appalto che permette al Comune di subentrare nell’espletare i pagamenti e questo si è tradotto, d’intesa con i sindacati, nell’assicurare gli emolumenti agli otto dipendenti. TUTTO BLOCCATO Il Comune ha smesso di erogare gli stipendi, valutando anche la revoca dell’appalto senza però ri-
schiare contenziosi legali, ed è evidente il disagio per gli operatori del servizio. Ora è tutto bloccato. Sarebbero sorte delle problematiche con la ditta di Padova, che gli addetti sostengono di aver contattato ripetutamente ma invano. Le buste paga ci sarebbero ma i soldi al momento non vengono erogati. Emergerebbero per la ditta veneta difficoltà legate al Durc (Documento unico di regolarità contributiva), che qualora non abilitato impedisce di fatto la possibilità di ottemperare, compresa l’impossibilità di ricevere pagamenti dalla pubblica amministrazione. FORME DI PROTESTA Sono preoccupati gli otto addetti al servizio, che stanno portando avanti regolarmente l’attività attraverso la turnazione. Non si escludono forme di protesta per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione che stanno vivendo e che determina insicurezza oltre che apprensione per il futuro. L’appalto è in vigore fino al 2020 e questa situazione sta registrando problemi sin dalla sua attivazione con conseguenze al momento difficili da decifrare. Dal Comune cercano il modo per uscire dall’impasse e dall’imbarazzo di un appalto che sembra nato male. M.Boc.
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LA PROVINCIA RIPARTE TRA GLI INCIUCI
POLITICA
SI È INSEDIATO IL NUOVO CONSIGLIO PROVINCIALE CON I GIOCHI DI PALAZZO, GLI ACCORDI TRASVERSALI E LE ALLEANZE RITROVATE COME QUELLA TRA IL PD E LA COALIZIONE DI STIRATI CHE A PERUGIA HA MANDATO STEFANO CECCARELLI. INSEDIATE LE COMMISSIONI CON IL VALZER DELLE POLTRONE
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“Stiamo lavorando per voi, lo facciamo per voi”: eccolo qua il messaggio d’amore dell’ennesimo carrozzone politico, il Consiglio Provinciale, che si è insediato dopo essersi autoproclamato con l’elezione in famiglia tra i politici, tra accordi trasversali e occasioni per sanare vecchi conti. Doveva essere chiusa la Provincia, quella di Perugia come le altre in tutta Italia. E non c’era bisogno di un referendum per svuotarle. Ora la Lega le vuole addirittura potenziare sapendo che al nord ne controlla parecchie. Invece, il Consiglio Provinciale è diventato il teatro di giochi e giochetti. Dopo aver assistito a Gubbio al voto per sostenere alla presidenza il tifernate Luciano Bacchetta, quando notoriamente c’è una disputa tra Gubbio e Città di Castello sulla sanità e la gestione dei rifiuti, ecco che è arrivata un’altra perla: la coalizione del sindaco Stirati ha candidato Stefano Ceccarelli in quota Sinistra Italiana, che ha preso pure qualche voto dall’opposizione (un po’ come a Città di Castello hanno fatto con Bacchetta), per andare a braccetto a Perugia con il Pd che invece a Gubbio sta all’opposizione, ricordando come proprio una parte del Pd si è staccata nel 2014 per proporre un progetto civico. GLI INCIUCI In Provincia si è consumato il ritorno alla vecchia politica con le trasversalità, registrando voti nelle direzioni opposte. Diciamo pure che gli inciuci si sono sprecati tra beghe di Palazzo e convenienze varie, alla faccia dei cittadini. Tutto questo perché i politici nell’ente non vengono eletti dai cittadini ma dagli stessi politici, che attraverso i consiglieri comunali mandano un sindaco a fare il presidente della Provincia, il quale si porta dietro inevitabilmente gli interessi di bottega tanto da raccogliere i con-
sensi della stessa opposizione nel proprio Comune. Un imbroglio colossale. Bacchetta nell’atto di insediamento ha fatto sapere di auspicare un ritorno delle Province come istituzione eletta dai cittadini e che “dopo un periodo di tagli alle risorse, negli ultimi tempi stiamo assistendo a un’inversione di tendenza”. Un rilancio, dunque, dell’ente cuscinetto tra Comuni e Regione che lascia l’assetto istituzionale a consumare risorse economiche mentre la crisi morde e tutti gli indicatori sono in profondo rosso, dalla crescita alla produzione, dagli investimenti per le infrastrutture all’occupazione. La politica continua a succhiare soldi mentre i cittadini restano impotenti e soprattutto inconsapevoli. ELETTI E COMMISSIONI Il Consiglio Provinciale di Perugia risulta così composto: Roberto Bertini (Socialisti Riformisti); Erika Borghesi, Federico Masciolini, Letizia Michelini, Gino Emili e Sandro Pasquali (Pd); Stefano Ceccarelli (Sinistra italiana); Jacopo Barbarito e Claudia Luciani (Forza Italia); Andrea Lignani Marchesani e Piero Sorcini (Fratelli d’Italia); Marcello Rigucci (Lega). Ed ecco, per non farsi mancare niente, anche le commissioni. Commissione Statuto, regolamenti, controllo e garanzia: Erika Borghesi, Letizia Michelini, Sandro Pasquali, Giovanni Andrea Lignani Marchesani, Federico Masciolini, Claudia Luciani, Marcello Rigucci. Commissione Bilancio e Affari Generali: Roberto Bertini, Erika Borghesi, Gino Emili, Stefano Ceccarelli, Jacopo Barbarito, Andrea Lignani Marchesani, Piero Sorcini. All’eugubino Ceccarelli è toccata la presidenza della Commissione consiliare permanente Bilancio e affari Istituzionali. M.Boc.
CI TROVI A GUBBIO IN VIA CAIROLI E PRESSO IL CENTRO COMMERCIALE “LE MURA”
POLITICA
“È l’ora del cambiamento con la Lega trainante” INTERVISTA A STEFANO PASCOLINI, GIÀ LEADER DELLA DESTRA EUGUBINA E OGGI CON SALVINI: “IL VENTO NAZIONALE SOFFIERÀ FORTE ANCHE A GUBBIO. LA SINISTRA HA IMPOVERITO LE FAMIGLIE. I GIOVANI SE NE VANNO E IL LAVORO È UN’EMERGENZA ASSOLUTA. STIRATI NON HA DATO RISULTATI” di MASSIMO BOCCUCCI
Stefano Pascolini si riprende la scena. L’ex alfiere della destra eugubina, oggi è con la Lega pronto a spingere Salvini anche alla conquistato di Gubbio. Il centrodestra è pronto a sfidare Stirati e i 5 Stelle alle prossime elezioni? “Per la prima volta dal dopoguerra il centrodestra sarà protagonista con forti probabilità di governare Gubbio per le spinte della politica nazionale sommate con una forte voglia di cambiamento per il malgoverno che non ha saputo dare le minime risposte alle esigenze e le criticità cittadine. Spinto da una Lega che farà da traino, il centrodestra è pronto a questa sfida avendo a disposizione professionalità e competenze di rilievo capaci di risolvere gli atavici problemi e affrontare le nuove sfide che i rapidi cambiamenti economici-sociali prospettano”. Quanto potrà pesare a maggio il 17% preso dalla Lega nel marzo scorso alle Politiche? “Il peso della Lega sarà fondamentale, ma determinante sarà il progetto di cambiamento che passa per soluzioni con approcci completamente nuovi e diversi abbandonando le logiche clientelari e assistenzialiste che hanno connotato tutti i governi cittadini dal dopoguerra a oggi”. L’accordo Lega-5 Stelle per il governo del Paese può essere una formula anche per la città? “L’accordo con il 5 Stelle non è possibile nè consentito. Il centrodestra si presenterà come tale con le forze storiche che lo compongono Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, così come avverrà in tutte le città d’Italia che vanno al voto. L’accordo Lega-5 Stelle è frutto per il governo del Paese di una risposta di responsabilità assunta dai due partiti in assenza di alternative, e il collante sta tutto nel programma. Vista la voglia di cambiamento degli eugubini, sono sicuri che al ballottaggio la gran parte dei voti dei 5 Stelle confluirà sul candidato e sul programma del centrodestra”. Perché tanta attesa nel centrodestra per ufficializzare il candidato a sindaco? “Semplicemente perché, essendo l’obiettivo così importante, si stanno valutando diversi candidati, quello più idoneo e vincente”.
Cos’è cambiato da quando nel 2001 lei si presentò candidato dell’allora Casa delle Libertà? “Moltissimo, allora vincere era una chimera poiché i tempi non erano ancora maturi. Cambiare colore alla città più rossa d’Italia era pressoché impossibile. Oggi a Gubbio e in Italia spira un vento diverso. La sinistra ha messo in ginocchio l’economia e impoverito le famiglie, facendo precipitare Gubbio al primo posto dei Comuni più poveri dell’Umbria”. Come se la passa Gubbio in questo momento storico? “Viviamo una situazione drammatica per le difficoltà economiche dovute alla crisi dei due cementifici e della Merloni che per lunghi anni hanno sostenuto l’economia cittadina, insieme alla moltitudine di imprese edili oggi al lumicino. Non c’è nulla all’orizzonte, fatta eccezione di qualche azienda tessile che si sta riaffacciando e due-tre aziende meccaniche a Umbertide che stanno riassorbendo una piccola parte dei disoccupati. Questa situazione porta i nostri giovani a emigrare, facendoci rivivere lo spettro della grande emigrazione del dopoguerra. Una piccola ripresa del turismo è l’unica luce in questo tunnel. Mentre altri Comuni sono ripartiti dopo la crisi del 2008, Gubbio è rimasta al palo. La statica amministrazione Stirati non ha saputo agganciare il treno della ripresa: la mancata revisione della macchina amministrativa e la stantia mentalità politica, non lo hanno permesso”. Il tema centrale della campagna elettorale quale dev’essere? “Sono tanti i problemi e l’emergenza è il lavoro. Occorre tamponare il fenomeno della nuova emigrazione giovanile e la perdita di occupazione dei meno giovani. Per un eugubino la scelta di lasciare la città è obbligata e drammatica: se ne vanno le forze migliori. Senza i giovani una comunità muore. Si sta ultimando il programma elettorale con le risposte ai problemi e la consapevolezza delle sfide e responsabilità”. La sorprende il ritorno sulla scena politica di Orfeo Goracci imputato nel processo Trust? “Conoscendolo non mi ha sorpreso, ma non voglio commentare una vicenda che ha colpito profondamente lui, la sua famiglia e l’intera comunità. La sfida a Goracci è sui temi politici, non su altri terreni”.
VIABILITÀ Varchi elettronici e autovelox sono un toccasana per le disastrate casse comunali: incassi in aumento
LE MULTE AIUTANO A RISANARE IL BILANCIO
Le tasse aiutano, le multe ancora di più. Per provare a risanare i conti stanno venendo in soccorso al Comune le multe incassate dagli accessi vietati ai varchi elettronici e dai pattugliamenti dei vigili urbani con l’autovelox. C’era da aspettarselo, al di là delle manovre di contenimento e razionalizzazione della spesa pubblica. Siamo di fronte a un vero e proprio finanziamento diretto di cui la Giunta Stirati beneficia con cifre largamente superiori al previsto. L’IMPENNATA L’impennata delle sanzioni c’è stata a dicembre dove sotto la tagliola delle telecamere sono finite le auto e i ciclomotori per il mancato rispetto degli orari di ingresso e di uscita dal centro storico. Violazioni registrate dal sistema dei vachi elettronici, entrato in vigore dal giugno scorso con la
grana delle multe irregolari ai ciclomotori per un errore nella segnaletica (a proposito: il sindaco Filippo Mario Stirati aveva annunciato di approfondire la questione per risalire ai responsabili ma da allora è calato il silenzio). Nel mese delle festività le multe sono quasi raddoppiate raggiungendo la cifra di 1.114, oltre il 65% delle quali (ossia 737) registrate nei giorni festivi. Sono stati quelli di via Fonte Avellana, in uscita e quindi in senso vietato, di via dei Consoli e via della Repubblica, anche in questo caso contromano rispetto alla direzione di marcia consentita, i varchi che hanno rilevato le maggiori infrazioni. Il record è stato registrato il 23 dicembre con 104 transiti non consentiti tra le ore 23 e le 3. Giunta e cassieri comunali stanno ancora gongolando. M.Boc.
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ATTUALITÀ
Testimoni intimiditi, altre accuse sul caso Goracci SOLLEVATA LA QUESTIONE DELLE LETTERE DI RISARCIMENTO E GLI SFOGHI SU FACEBOOK: LE DIFESE DEGLI IMPUTATI MINIMIZZANO. C’È PURE IL NODO PRESCRIZIONI. HA TESTIMONIATO PASQUALE RICCARDO FORNAIA: “LORO CERCAVANO DI FAVORIRE I DIRIGENTI COLLABORATIVI. LA COLPA DI NADIA MINELLI È STATA DI AVERE INTENTATO CAUSA AL COMUNE PER TUTELARE I SUOI DIRITTI. VOLEVANO FARCI ABBASSARE I RISULTATI DELLE NOSTRE VALUTAZIONI PER REVOCARLE L’INCARICO”. SI TORNA IN AULA IL 7 MARZO di MASSIMO BOCCUCCI
Il processo Trust, sui presunti abusi dell’ex sindaco Orfeo Goracci e del suo gruppo di fedelissimi tra ex amministratori e politici con il coinvolgimento di dipedenti comunali, ha questioni sostanziali sullo sfondo. È scattata la prescrizione per alcuni reati: sarà il presidente del collegio giudicante, Mariella Roberti, a gestire tutto e per ora non si è pronunciata nel merito (potrebbe decidere di andare avanti così almeno fino al completamento delle udienze con i teste chiave). Ed è stata sollevata in aula la questione delle intimidazioni ai testimoni: sono state acquisiti agli atti le esternazioni di Goracci su Facebook (per il pubblico ministero Mario Formisano potrebbe prefigurarsi anche l’ulteriore reato di intimidazione ai testimoni in corso di processo) e la questione delle lettere preventive di risarcimento danni inviate da alcuni imputati a vari testimoni. LE UDIENZE Fin qui sono stati ascoltati cinque testimoni (i vigili urbani Patrizio Ceccarelli, Adamo Naticchi e Loredana Volpi, il funzionario comunale Nadia Minelli e Pasquale Riccardo Fornaia come componente all’epoca del Niv, il Nucleo interno di valutazione) in una lista con circa 250 soggetti indicati. L’ultima udienza, lo scorso 18 febbraio, è durata al tribunale di Perugia un’ora e un quarto cominciando in forte ritardo. È stato completato il controesame dell’avvocato Fornaia, già interrogato dall’accusato nella precedenza udienza del 7 febbraio. Le difese degli imputati hanno incalzato provando a
evidenziare le contraddizioni di uno dei testimoni chiave dell’accusa portata avanti da Formisano. VALUTAZIONE DEI DIRIGENTI È stata messa in discussione la ricostruzione delle vicende sulla legittimità operativa del Niv e della Giunta comunale nella ripartizione dei premi ai dirigenti comunali: per Fornaia la Giunta si era appropriata di una parte della valutazione dei dirigenti, per le difese invece era un sistema consolidato e il Niv non aveva mai espresso contrarietà. Fornaia ha ribadito che la valutazione del Niv sugli obiettivi raggiunti dai dirigenti valesse in toto, mentre di contro una parte di valutazione se la riservavano i politici amministratori. “Loro cercavano di favorire i dirigenti collaborativi - ha detto Fornaia -, la colpa di Nadia Minelli è stata di avere intentato causa al Comune per tutelare i suoi diritti e per questo volevano farci abbassare i risultati delle nostre valutazioni al fine anche di avere elementi per revocarle l’incarico”. L’udienza è stata aggiornata al 7 marzo con la convocazione degli altri due componenti del Niv, il senatore Aldo Sartori e Alfredo Brofferio nominati con Fornaia dalla Giunta Goracci. Il processo vede imputati, con Goracci, gli ex assessori Maria Cristina Ercoli, Lucio Panfili e Graziano Cappannelli, il funzionario comunale Lucia Cecili, il tenente della Polizia locale Nadia Ercoli sorella di Maria Cristina Ercoli, l’ex segretario comunale Paolo Cristiano e Umberto Baccarini, ex addetto dell’ufficio protocollo.
IL CASO Nelle celebrazioni per i 500 anni dalla morte del genio di Rinascimento è coinvolta anche Gubbio
SI AGGIRA UNA CERAMICA DI ALDO AJÒ ATTRIBUITA A LEONARDO DA VINCI
Compare in qualche modo anche Gubbio nelle iniziative, tra mostre e giornate di studio con un vero business, ma anche false scoperte e furbe trovate, per celebrare i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci. Il genio del Rinascimento attrae e per fare un po’ di ordine, nelle iniziative programmate in questo 2019, è stato istituito - da parte del ministero dei Beni culturali - un comitato di esperi, italiani e internazionali, che ha vagliato oltre cento domande di patrocinio scegliendo quelle con la maggiore validità culturale o più originali nella loro proposta. Tra le attrazioni in tour celebrativo è stata inserita - come evidenziato in un lungo articolo sul settimanale L’Espresso a firma di Francesca Sironi - a una maiolica raffigurante l’Arcangelo Gabriele, rivelata l’estate scorsa fino a definirla la prima opera in assoluto di Leonardo, da lui realizzata quando era ancora adolescente. FALSA ATTRIBUZIONE L’autenticità è stata perorata dallo storico dell’arte Ernesto Solari, di Como, ma quel manufatto ha trovato la netta contrarietà di Martin Kemp, importante studioso di Oxford esperto leonardiano, del quotidiano britannico The Guardian, secondo cui “le possibilità che si tratti di un Leonardo sono meno di zero”, fino a due esperti di ceramica, il pesarese Federico Malaventura e l’eugubino Ettore Sannipo-
li, che indicano con molti dettagli l’età di produzione della mattonella nel periodo tra il 1920 e il 1930 per mano dell’abile ceramista eugubino Aldo Ajò (nato nel 1901 e morto nel 1982) quando era direttore della fabbrica Scu (Società ceramica umbra) dei fratelli Rubboli a Gualdo Tadino. Subito dopo la pubblicazione della scoperta dell’anno, Malaventura si era già accorto dell’errore e confrontandosi con Sannipoli ha avuto conferma che quella maiolica proveniva dalla mano di Ajò. TOUR ED ESPOSIZIONE Le maggiori incongruenze stilistiche con un’opera rinascimentale, come ha evidenziato Malaventura, sono “il biscotto con cui è fatta la mattonella, ascrivibile proprio agli anni 1920-1930, di produzione industriale”, e ancora “la tecnica pittorica riconducibile proprio ad Ajò, che usava nelle figure un tono aerografato dei visi, l’aureola a rilievo nelle opere più pregevoli, e poi il lustro, che nel 1471 in Italia era sì conosciuto ma non prodotto con efficacia prima del 1490, nelle fornaci di Deruta e Gubbio, che ne fecero largo uso”. Fatto sta che la mattonella è però in tour, inserita nelle celebrazioni di Leonardo, trovando pure una ribalta nell’esposizione di una copia in un museo di Roma che si vanta di ospitare tutti i più celebri dipinti del genio.
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LA PROPOSTA Mozione del consigliere di minoranza Francesco Zaccagni che esorta la giunta a intervenire
PUNIRE CHI PARCHEGGIA NEI POSTI RISERVATI AI DISABILI
Punire con controlli serrati e maxi-multe chi parcheggia nei posti riservati a disabili nelle aree private a uso pubblico, come supermercati e centri commerciali. Il monito viene lanciato dal consigliere comunale Francesco Zaccagni della lista civica di minoranza “Impegno per Gubbio” che ha presentazione una mozione per impegnare sindaco e giunta a promuovere soluzioni di tutela. Molto spesso questi spazi contrassegnati vengono occupati in maniera abusiva e senza conseguenze per i trasgressori. Solo in pochi casi infatti, le forze dell’ordine, a cominciare dalla polizia municipale, controllano e multano quanti hanno parcheggiato senza averne diritto. L’intervento delle forze dell’ordine è consentito soltanto se la zona dove si trova il parcheggio riservato risulta coperta da ordinanza istitutiva. Zaccagni esorta l’Amministrazione Comunale
a prendere provvedimenti affinché tutti i proprietari delle aree private a uso pubblico facciano apposita richiesta di ordinanza istitutiva per ottenere il controllo da parte delle forze dell’ordine. “Finora - spiega il consigliere comunale - le aree regolamentate sono soltanto quelle del centro commerciale Le Mura, del centro direzionale Prato e dell’ospedale di Branca. Tutti i giorni i parcheggi riservati ai disabili di altre zone vengono occupati da chi non ne avrebbe diritto. Le stesse forze dell’ordine sono costrette purtroppo a manifestare la propria impotenza di fronte a tali violazioni, anche a seguito di chiamate da parte degli stessi disabili che vedono usurpato il proprio diritto. Senza sanzioni è praticamente impossibile ottenere il rispetto di tali sacrosanti diritti”. ANNALISA BOCCUCCI
L’EVENTO Il 9 marzo la città intitolerà una via allo scienziato ed esploratore, pioniere della ricerca di idrocarburi
GUBBIO OMAGGIA GUIDO BONARELLI
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La città di Gubbio renderà omaggio il prossimo 9 marzo a una delle menti più ingegnose che ne hanno fatto conoscere il nome in tutto il mondo. Guido Bonarelli, geologo di fama internazionale, nato ad Ancona nel 1871 ma eugubino d’adozione (la tenuta della sua famiglia si trovava a Montanaldo), si appassionò al mondo dei fossili proprio negli anni della sua adolescenza, pubblicando alcuni scritti relativi al territorio di Gubbio. La fama internazionale la deve principalmente all’individuazione di quello che sarà poi definito dalla comunità scientifica il “Livello Bonarelli”, un “marker stratigrafico” di notevole estensione su scala mondiale, ascrivibile a circa 90 milioni
di anni fa, che nel Cretaceo Superiore segna il limite fra Cenomaniano e Turoniano. Grazie a un’iniziativa promossa da alcuni studiosi locali, sabato 9 marzo la città di Gubbio intitolerà una via a Guido Bonarelli nei pressi della Porta Metauro (o porta di Santa Croce) nel quartiere di San Martino, via d’accesso alla Gola del Bottaccione che fu tra gli scenari di maggior richiamo per il giovane scienziato ed esploratore. A partire dalle 15, dopo una breve cerimonia, la giornata proseguirà con un convegno sulla figura di Bonarelli che si terrà al Teatro Comunale, alla presenza di illustri relatori. ROBERTO BARBACCI
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LA STORIA
UNA ROSA PER TUTTE PER AMORE DI UNA
UN MISTERIOSO CORTEGGIATORE HA FATTO PER SAN VALENTINO UNA SORPRESA A UN’INTERA CLASSE CON UNA ROSA PER CIASCUNA DELLE 22 STUDENTESSE E UN BOCCIOLO PIÙ GRANDE PER UNA RAGAZZA Ne ama una, ne ha scelte ventidue. Effetto della sorpresa di San Valentino da parte di un corteggiatore misterioso che ha fatto colpo facendo recapitare da un fioraio rose rosse per tutta la classe. L’ha pensata proprio bella il giovane che ha deciso che al polo liceale “Giuseppe Mazzatinti” ha omaggiato con una rosa ciascuna delle ventidue studentesse. Una di queste rose, però, si distingueva dalle altre perché era più grande. È stato evidentemente un segnale preciso. Sono rimasti sorpresi i bidelli che si sono visti recapitare il mazzo di fiori voluminoso con tanto di istruzioni per le destinatarie, ma senza alcun biglietto che identificasse chi aveva deciso di fare questo omaggio collettivo. Un modo così originale per esternare un sentimento non può certo passare inosservato. È bastato poco, infatti, perché la classe dell’indirizzo scienze umane uscisse allo scoperto con una bella foto postata su Instagram e una frase eloquente per sottolineare il gesto più unico che raro.
UN BELL’INVESTIMENTO Quanto sarà stato anonimo il misterioso romantico che ha scelto di fare questo costoso regalo? Intanto, l’iniziativa gli è costata almeno 130 euro, confidando magari nello sconto dal fioraio per l’acquisto in blocco e al quale ha dovuto magari raccontare tutto per non sembrare un marziano. L’indizio principale si è concentrato sulla prescelta alla quale è stata consegnata la rosa diversa dalle altre. Il rossore sulle guance della ragazza è stato pari a quello di tutte le rose che hanno invaso la classe, in un clima generale tra il sorpreso e il divertito che ha inevitabilmente coinvolto anche gli insegnanti. La singolare iniziativa ha fatto il giro della scuola e gli studenti l’hanno commentata nei modi più disparati, strappando qualche sorriso e al contempo anche la considerazione che le vie dell’amore sono infinite, così come che per il trionfo dell’amore ogni gesto si carica di significati ed è bello per quello che è. Nelle scuole è ormai un classico far pervenire i fiori e il rito si ripete puntualmente ogni anno. M.Boc.
IL POKER DI CLAUDIA FOFI E PEPITA
Claudia Fofi è nata per la musica. Ha fatto un suo percorso con un talento naturale espresso in tante occasioni. Stavolta si è messa in gioco con la figlia Pepita. Lei cinquant’anni, la figlia ne ha tredici. In coppia protagoniste della sesta puntata di Italia’s Got Talent, in onda su Tv8 il 22 febbraio scorso tra i numerosi talenti che si sono esibiti davanti ai
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Giornata dedicata alla visita Un tour di 6 giorni che mette del capoluogo emiliano, amato insieme tre grandi capitali della dal pubblico per i suoi tesori Mittle Europa. Eleganza, storia, (patrimonio Unesco) e per la sua arte, cultura, gastronomia e tradizione culinaria. Pranzo in ri- benessere: questi gli ingredienti storante e nel pomeriggio visita salienti di un tour che da Vienna della Abbazia di Nonantola, vi condurrà a Budapest complesso monastico dove si attraversando Bratislava. può toccare in modo mirabile Il tutto in pullman, per tornare a il Medioevo europeo. A seguire scoprire il vero spirito del viaguna visita e degustazione gio che non è arrivare in fretta, presso una acetaia ma arrivare... viaggiando.
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quattro giudici Claudio Bisio, Frank Matano, Mara Maionchi e Federica Pellegrini. Hanno raccontato il loro rapporto tramite il canto che gli permette di comunicare al meglio. Una performance insolita che ha colpito il pubblico per il modo di poter comunicare tra madre e adolescente. I giudici hanno gradito e hanno dato loro quattro sì.
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LA ROCCA
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LE MASCHERE CHE CADONO “Non tutti i mali vengono per nuocere”. Se mai questo detto della saggezza popolare potesse essere applicato all’operato di Bergoglio, forse una qualche verità potrebbe averla nel fatto che almeno, da quando c’è lui, molte maschere sono cadute. In effetti, se preti, vescovi e perfino cardinali eretici un tempo provavano almeno a contenersi nel loro magistero pubblico, ora sembrano non avere più alcun timore nell’esternare le loro idee in netto contrasto con la dottrina cattolica autentica. Per cui ci capita di vedere uomini di Dio che senza avere il minimo fastidio ecclesiale possono indisturbatamente insegnare che Gesù Cristo era un profugo, che tutte le religioni sono uguali, che è meglio essere atei che incoerenti, che l’inferno non esiste e via sproloquiando. Nulla di nuovo sotto il sole: son tutte idee sbalestrate che molti sacerdoti hanno sempre avuto e, se presi a quattrocchi, ammesso di sostenere. Ma fino a qualche anno fa tentavano almeno di equilibrarle e attenuarle quando si trattava di insegnare pubblicamente. Oggi sembra che anche le ultime remore di prudenza siano abbattute, nella consapevolezza che “chi sta in alto in Vaticano” non interviene o, peggio, approva compiaciuto. PILLOLE LETTERARIE & DINTORNI
LAICISTI BACIA PANTOFOLE Anche nel cosiddetto fronte laicista molte maschere sono cadute da quando c’è Bergoglio in Vaticano. Se ne è avuta una prova schiacciante qualche giorno fa quando il prelato argentino è entrato “a gamba tesa”, per usare un’espressione un tempo cara ai laicisti duri e puri, nella politica italiana, facendosi fotografare con una patetica spilletta recante un patetico slogan politico pro-immigrazione. A parte la comicità di vedere il capo del Vaticano, lo stato meno accogliente del mondo, pontificare sull’abbattimento delle barriere, la cosa che più sorprende è che nessun paladino della “laicità dello Stato” si sia minimamente indignato per questa presa di posizione di Bergoglio. Cosa sarebbe accaduto, per esempio, se Benedetto XVI nel 2005 si fosse fatto fotografare con una spilletta contro la procreazione assistita? Apriti cielo! A parte gli scioperi della fame di Pannella e Bonino (non a caso oggi eretti a nuovi santi dalla nuova chiesa), avremmo avuto un coro di indignazione e di protesta da parte di tutta la sinistra laicista ben pensante. La stessa che oggi ha in Bergoglio un esempio e una guida “spirituale”... e che per questo plaude o tace, a seconda della convenienza, su qualunque cosa il vescovo argentino dica o faccia.
a cura di LUIGI GIRLANDA L’UNICO CRITERIO VALIDO Quello che il mondo non riesce mai a capire della Chiesa è che il criterio di giudizio per valutare l’operato di un prelato, fosse anche il Papa, è la fedeltà o meno alla dottrina rivelata. Non quindi la santità di vita, non il consenso del mondo (che è, come è noto, tanto maggiore quanto più si predica una dottrina accomodante), non la simpatia umana o la capacità di comunicare fanno di un papa un buon papa (anche se sono tutte qualità - è bene precisarlo - sempre auspicabili nel vicario di Cristo). Su ordine dello stesso Gesù, il papa ha il compito di “confermare i fratelli nella fede”, ossia di predicare sempre integra la dottrina rivelata dal Figlio di Dio. Non deve predicare le proprie idee, ma essere fedele alla verità di Cristo, anche se questa è scomoda o rifiutata e irrisa dai poteri del mondo. Una dottrina dunque non è vera perché la predica il papa, ma, al contrario, la deve predicare il papa perché è vera. Se per esempio Bergoglio ha davvero detto, come afferma il suo amico e confidente Eugenio Scalfari, che l’anima non è immortale, questa cosa non diventa vera perché “la dice il papa”. Resta un’eresia... e basta un qualunque catechismo o la fede semplice e pura del più umile dei fedeli per rendersene conto.
A cura di ANNALISA BOCCUCCI
Il Primo Re : le origini del potere IL MITO DELLA FONDAZIONE DI ROMA RIVIVE IN UNA MONUMENTALE OPERA DI CINEMA
È un colossal di grande complessità sensoriale, visiva e uditiva. Questo film diretto da Matteo Rovere conserva tutte le caratteristiche delle spettacolari produzioni americane che trasformano scenografia, fotografia e colonna sonora in fondamenta sulle quali poggia la struttura di un grande prodotto. Il valore aggiunto che si rivela in grado di trasformare questa pellicola in qualcosa che va oltre la semplice realizzazione di una ricostruzione storica ben fatta, è l’attenzione e la cura per quei particolari che, inconsapevolmente, si riconoscono e si identificano nella sensibilità delle nostre radici culturali e di un distintivo sistema di valori. Il soggetto sul quale si innesta la riflessione è ovviamente costituito da una pagina di storia, intrecciata alla leggenda, molto conosciuta come quella della fondazione di Roma ad opera dei due mitici fratelli Romolo e Remo, interpretati rispettivamente da Alessio Lapice e Alessandro Borghi, grande nome del cinema italiano di qualità. Questo mito, che fa parte da sempre del nostro bagaglio di conoscenze, affonda le proprie radici in un tempo molto lontano: siamo nel 753 a.C., Roma sta per sorgere dal sangue di uno dei due fratelli come avevano predetto e ordinato gli Dèi. La volontà di focalizzare l’attenzione su questa coesione primitiva con elementi della natura come il fuoco, l’acqua, la terra scopre l’essenza intima e viscerale di un racconto mitico sul quale si innesta l’inesauribile fonte del grande potere
di un Impero destinato a dominare gran parte dei territori allora conosciuti. Non è un caso che, l’origine di una delle città più forti e influenti del mondo antico, venga affidata, come accadde per un’altra grande potenza come Sparta, a due fratelli, prescelti dagli Dèi e costretti a porsi al servizio di un disegno che prevede la morte di uno per mano dell’altro: Romolo e Remo si appartengono in virtù di quel legame di amore e distruzione che caratterizza tutti i fratelli, vivono con lo stesso cuore e con lo stesso sangue e, solo dalla morte di uno dei due può nascere la gloria e la potenza di Roma. Il desiderio di stimolare il dibattito sullo sfaldamento del rapporto fraterno come origine del potere, porta a comprendere la scelta del regista di costruire la pellicola intorno al tumulto interiore di colui che cadrà per dare la vita a Roma: Remo è il fratello sconfitto, destinato a bagnare la terra con il suo sangue dopo un percorso di lenta e sfiancante rivalsa che proprio lui avrà il merito di guidare e che lo porterà a vivere, sempre in difesa di suo fratello Romolo, il tormento della ribellione, della sfida e della superbia nei confronti degli Dèi. L’ultimo dettaglio che è necessario notare quando ci si accinge alla visione di questo film, riguarda la scelta della lingua: i dialoghi tra i personaggi sono interamente in proto latino. Questo permette allo spettatore di calarsi completamente in quella realtà, stimolando l’attenzione per la cura minuziosa e certosina del dettaglio.
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MARIO FOFI, SIMBOLO CERAIOLO
Se n’è andato in punta di piedi Mario Fofi “Pinzaja”. Aveva 84 anni e una passione per la sua città, i Ceri, le buone letture tra storia e tradizione. È stato punto di riferimento dei Santantoniari e tra i più giovani Capodieci, ricoprendo anche il ruolo di presidente della Famiglia ceraiola nel 2000 insieme a Elvezio Farneti e Gianfrancesco Chiocci. Faceva parte del “senato” del Cero di Sant’Antonio e il 17 gennaio scorso era stato chiamato da decano a consegnare lo stemma della fiamma al Capodieci Lucio Sollevanti, nella cerimonia di investitura alla Chiesa dei Neri. È stato assessore ai Lavori Pubblici nella Giunta comunale guidata nel 1993 da Paolo Barboni con l’appartenenza al Pci eugubino. In tanti l’hanno salutato alla camera ardente nella chiesa dei Neri e il 18 febbraio scorso ai funerali nella chiesa di Sant’Agostino. Una persona mita e allo stesso tempo determinato, un galantuomo che sapeva trovare sempre le parole giuste e le argomentazioni valide per conciliare tutto.
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PEPPINO FARNETI, INTELLIGENZA E RIGORE
Era bello parlare con Peppino Farneti. Sapevi di avere di fronte una persona molto intelligente e rigorosa nelle idee e nelle convinzioni. Dal confronto si usciva più consapevoli della qualità del confronto dialettico. Aveva una personalità fortissima con la propensione a documentarsi, studiare, informarsi. Amava leggere e approfondire. Aveva un’identità ben precisa che per niente al mondo avrebbe mai nascosto. E mai ci avrebbe rinunciato. La sua appartenenza alla destra era fiera ed orgogliosa in una città complicata dove domina da decenni il pensiero unico che ha visto alternarsi il potere tutto interno alla sinistra con un’impronta comunista particolarmente accentuata. Farneti era un uomo tutto d’un pezzo. Lo accompagnavano i pilastri della destra storica: Dio, patria e famiglia. Si batteva per le proprie idee e amava argomentare con la forza della conoscenza. È stato considerato e rispettato, tanto nell’impegno professionale in banca quanto come cittadino responsabile del suo tempo. L’amore dei familiari, l’affetto diffuso, la considerazione degli amici e di chi anche nella contrapposizione gli ha sempre riconosciuto l’onestà intellettuale. Peppino mancherà alla città per la conoscenza e la libertà delle idee. La famiglia ha voluto ringraziare l’ospedale di Branca, in particolare il responsabile dell’anestesia e rianimazione, dottor Teseo Lazzarini, la dottoressa Michela Grilli e tutta l’equipe per la professionalità, umanità e comprensione nell’assistere il proprio caro. M.Boc.
I PERITI MECCANICI DEL 1971 INSIEME DOPO 48 ANNI
Nel luglio del 1971 a Gubbio escono i primi periti meccanici del quinquennio ITIS. Il 22 febbraio 2019, dopo 48 anni, tutti gi studenti di allora si sono ritrovati presso l’agriturismo “La Cima” di Pietralunga per rivivere assieme un pò’ di sano amarcord attorno a una tavola imbandita. Che bravi questi nonnetti...! In piedi, da sinistra: Amerigo Urbani, Gianni Allegrucci, Guelfo Pierotti, Remo Moriconi, Giuliano Monacelli, Tonino Agostini (Riganello), Firenzo Peri (Purello), Gaetano Pierotti, Alberto Tarquini (Cantiano), Giuseppe Secchi, Franco Parlanti (Scheggia), Roberto Bassi. Seduti, da sinistra: Pietro Pascolini, Giuliano Anastasi, Ferruccio Agostinelli, Giovanni Cacciamani, Lucio Minelli, Loris Ghigi.
NUMERI UTILI
Centralino Comunale Centralino Osp. Branca Pronto Soccorso Numero Verde Farmacie Guardia Medica Sez. Croce Rossa Gubbio Soccorso Misericordia Gubbio Carabinieri Vigili del Fuoco Vigili Urbani Cimitero Civico IAT Servizio Taxi Carabinieri Forestali Guardia di Finanza Centrale ENEL Canile Curia Vescovile ACI Soccorso Stradale
075.92371 075.9270801 075.9270744 800.829058 075.9239468 075.9273500 075.9277779 340.3859797 075.9235700 075.9273722 075.9273770 075.9237690 075.9220693 075.9273800 075.9272585 075.9273789 800.900.800 075.9274963 075.9273980 075.9220795 333.5224537
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GIOVEDÌ 21 MARZO 2019
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