VivoGubbio
Quindicinale di informazione del territorio eugubino
Quindicinale di informazione del territorio eugubino
La
I LeD (Liberi e Democratici) pensano al ticket Filippo Mario Stirati-Alessia Tasso, uniti nella stessa doppia campagna elettorale. Sono convinti di fare Bingo mandando uno in Regione e l’altra alla guida del Comune. C’è chi all’interno del movimento civico teme che così facendo si rischia di perdere capra e cavoli.
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IL PUC DI SAN PIETRO TRA SPERPERI E DEGRADO.
C’È IL BANDO DELLA GIUNTA STIRATI PER APPALTARE
ALTRI 2 , 5 MILIONI DI LAVORI SU UNA STRUTTURA
RIBATTEZZATA DAI PIÙ COME L’ECOMOSTRO
I POLITICI NON TORNANO INDIETRO PER PAURA
DI DOVER RESTITUIRE LE RISORSE ECONOMICHE
PUBBLICHE BUTTATE DAL 2007 A OGGI.
LA MAGISTRATURA ORDINARIA E LA CORTE DEI CONTI
POTREBBERO INTERVENIRE PER CHIARIRE TUTTO
di MASSIMO BOCCUCCI
Il Gabibbo e tutti gli inviati di Striscia la notizia, così come il team de Le Iene, potrebbero passare qualche giornata a occuparsi di un’opera pubblica orrenda come il parcheggio multipiano di San Pietro. Struttura indecente, sopraffatta dal degrado irreversibile, vergognosamente costosa nel pozzo senza fondo dei finanziamenti pubblici spesi per vedere quello che i più (anche da sinistra) hanno ribattezzato come l’ecomostro. L’operazione più fallimentare della storia eugubina contemporanea, partita nel 2007 quando a volerla ed aprirla fu l’allora sindaco Orfeo Goracci. I risvolti tecnici, operativi e contabili attorno al Puc di San Pietro potrebbero interessare la magistratura ordinaria e la Corte dei Conti che vengono invocate da più parti affinché si faccia chiarezza su cosa è realmente successo nei quasi 16 anni passati attorno a questo Piano urbano complesso inizialmente finanziato dalla Regione e poi diventato un pozzo di soldi senza fine.
STRATEGIA ASSURDA. Gli esperti in materia con imprenditori e tecnici fin dal 2007 mostrarono forti perplessità sull’operazione e reputarono assurda la strategia decisa dall’Amministrazione Comunale guidata da Goracci, che pensava di poter cedere in affitto i box auto chiedendo in pratica l’anticipazione della somma per usufruire per trent’anni di ciascun box, oltre a gestire direttamente parte dei restanti spazi a pagamenti. Quel modus operandi venne definito d’ispirazione comunista con effetti devastanti nell’immediato e in prospettiva, visto tutto quello che ne è scaturito. Un fallimento, appunto, che ha investito perfino taluni imprenditori coinvolti. Goracci ha lasciato un’eredità pesantissima che ha “contaminato” i successori ed è diventata un peso morto per la comunità con spese incontrollate e la sostanziale inutilità, oltre a una bruttura estetica allucinante figlia evidentemente di
un progetto mai discusso e condiviso dalla comunità.
IL MUTUO. La Giunta Stirati oggi continua a percorrere quel progetto assurdo. Il sindaco in carica dal 2014 ha deciso di continuare a spendere soldi per provare a salvare il salvabile, con il bando inserito nel bilancio di previsione 2023 per procedere ad appaltare 2,5 milioni presi con un mutuo che la collettività pagherà nel tempo, interessi compresi. L’ennesima vergogna di una storia sempre più imbarazzante. Non si ha il coraggio di azzerare tutto, non si torna indietro di fronte a questo scempio: c’è la netta sensazione che i politici locali - i quali a turno hanno preso decisioni e assistito alla voragine apertasi sull’operazione - possano ritrovarsi tremendamente spaventati dalla possibilità che un’inchiesta approfondita rischia di portare a dover restituire, magari di tasca propria, i soldi spesi in tutti questi anni. I costi sono lievitati a dismisura. Un’illuminante drammatica dimostrazione di come si possano sperperare le risorse pubbliche, coi cittadini spesso ignari delle manovre che vengono condotte ma che sono comunque consapevoli dell’orrore che si vede transitando lungo via di Fonte Avellana. Quel parcheggio è orrendo, perlopiù in mano ai vandali e agli incivili anche perché le amministrazioni comunali nel tempo non hanno avuto neanche il buon senso di installare un impianto di videosorveglianza per contrastare gli istinti peggiori.
DEGRADO ASSOLUTO. Quel che si vede è alluccinante, le condizioni in cui versa il parcheggio peggiorano progressivamente. Ormai è una devastazione continua, come testimonia anche l’ultimo atto vandalico della lunga serie all’ascensore al piano -2, dov’è stato asportato il bottone per la chiamata. L’episodio s’inserisce in un quadro allarmante per le pessime condizioni che sono anche a livello igienico-sanitario, visto che lì si trova ormai di tutto e di peggio, dagli escrementi ad altri segni di inciviltà totale senza alcun controllo. Il degrado deprecabile è senza freni, ogni giorno che passa nel disinteresse e abbandono nonostante le continue segnalazioni e denunce che sono già sfociate in esposti e denunce.
Che le strade eugubine non fossero tra le più sicure e moderne non era certo un mistero, ma il bollettino degli incidenti del mese di marzo (anzi, della prima metà) ha offerto dati oltremodo allarmanti. Mentre nel tratto Est di Mocaiana è partito l’iter che porterà alla realizzazione del tratto di circa 4 chilometri della Pian d’Assino (costo dell’operazione 108 milioni di euro), tra San Marco e Branca gli automobilisti continuano a vivere spesso nel terrore che qualcosa possa accadere: solo un miracolo ha impedito che potesse scapparci il morto nella tremenda collisione che ha coinvolto ben sei autovetture all’altezza dello svincolo per Padule lo scorso 9 marzo, con l’alta velocità e l’imprudenza alla base della carambola (per fortuna senza grosse conseguenze).
Pochi giorni prima però a perdere la vita sulla vecchia statale all’altezza della rotatoria di San Marco era stata una donna di 77 anni, per la quale non è stato sufficiente il trasporto d’emergenza al “Silvestrini”. Ma a riprova del fatto che il più delle volte è la scarsa attenzione dei conducenti a provocare le collisioni si può prendere a pretesto anche l’incidente avvenuto al semaforo installato temporaneamente dagli operatori stradali per riposizionare il guard rail divelto nella carambola del 9 marzo scorso, con una ragazza soccorsa dal 118 per aver tamponato la vettura che la precedeva. Distrazioni che si uniscono a una pericolosità innata di un’arteria che, come disse l’allora vescovo Mario Ceccobelli nel 2005 nel giorno dell’inaugurazione, “è nata vecchia” R. BAR.
di MASSIMO BOCCUCCI
Tenetevi forte, Stirati potrebbe fare una sorpresona e virare tutto a sinistra con gli ex di Rifondazione Comunista per farsi candidare alla presidenza della Regione, che per un socialista di grandi tradizioni come lui, già craxiano, si rivelerebbe una bomba ancor prima di una prospettiva politica. Il piano dei LeD (Liberi e Democratici) lo spinge verso il cosiddetto “Coordinamento 2050, civico, ecologista e di sinistra” che coinvolge attivisti dell’estrema sinistra, amministratori locali, società civile e Terzo settore verso il Polo progressista e che vuole provare a creare un ponte con il Movimento 5 Stelle. La candidatura alla presidenza gli darebbe un seggio sicuro a palazzo Cesaroni se scatterà almeno un eletto: la sua eventuale lista dovrà in quel caso superare la soglia di sbarramento del 2,5%. Esempio pratico: nel 2019 ha votato il 64,66%, ovvero 453.228 elettori. Per la legge elettorale, scritta nel 2014 dall’eugubino Andrea Smacchi quando vennero ridotti i consiglieri regionali da 30 a 20, si deve tenere conto di uno sbarramento minimo del 2,5%e dunque Stirati e la sua lista dovrebbero prendere almeno 10.000 voti sulla base di un’affluenza di almeno il 64% come quella del 2019.
LE STRATEGIE. Il Pd e il centrodestra provano a fare le proprie scelte in vista del 2024 ma sono divise al proprio interno. In piazza Oderisi c’è un tentativo per lanciare in pista Leonardo Nafissi sotto le insegne del partito da parte di Ubaldo Casoli, che ha rappresentato la mozione Schlein per la segreteria nazionale pur se a Gubbio ha prevalso Bonaccini. I due, legati da una lunga amicizia fin dagli anni della scuola (entrambi classe 1960), hanno partecipato in tandem all’incontro del Coordinamento 2050 dove hanno cercato agganci e relazioni per seminare. L’ala di Bonaccini, di cui fa peraltro parte Nafissi che si è esposto fin dall’inizio per il presidente della Regione Emilia Romagna, avrebbero però altri piani: comincia a girare il nome dell’architetto Virna Venerucci, ex consigliere comunale, che però è assorbita da molti e qualificati impegni professionali e potrebbe entrare in gioco soltanto in
PARTITI DIVISI SUI NOMI DEI CANDIDATI
A SINDACO, MENTRE STIRATI PENSA A CANDIDARSI
ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE. NELLA LOTTA
TRA CORRENTI PIDDINE SPUNTA VIRNA VENERUCCI CENTRODESTRA NON COMPATTO SU VITTORIO FIORUCCI
un progetto di coalizione e non come nel 2019 quando il Pd restò solo dopo il tiramolla nel cercare l’alleanza con Stirati.
FRATELLI D’ITALIA. Nel centrodestra invece è ormai deciso che il cavallo di punta sia il dirigente di banca Vittorio Fiorucci, già candidato alle regionali del 2019 nelle liste di appoggio alla Tesei. C’è però un problema: Lega e Forza Italia non hanno problemi a sostenere Fiorucci, che scenderebbe in campo con una lista civica su cui far convergere il centrodestra (come fecero Marzio Presciutti Cinti nel 2019 e Pio Francesco Baldinelli nel 1997). I vertici regionali di Fratelli d’Italia però avrebbero altri piani e potrebbero percorrere una strada alternativa, un po’ come stanno facendo a Terni, dove non vogliono la conferma di Latini. Della candidatura eugubina si occuperà soprattutto il senatore Franco Zaffini, uomo di fiducia in Umbria della Meloni, e sul nome potrebbe tirare fuori una sorpresa.
IL TANDEM. I LeD (Liberi e Democratici) sono convinti di rinnovare la coalizione con i Socialisti Civici Popolari e Scelgo Gubbio, così come di imbarcare i Democratici per Gubbio nati durante il mandato proprio da una costola degli stessi LeD. Il piano dei fondatori del movimento civico, con in testa Claudio Tasso, è presto detto: costituire un tandem con l’attuale vicesindaco Alessia Tasso candidata alla guida di palazzo Pretorio e Filippo Mario Stirati candidato alla Regione, il quale ha già incassato il sostegno dei Socialisti. I due dovranno fare campagna elettorale insieme e tirarsi a vicenda? Nei LeD c’è chi teme che mossa sia pericolosa e a rimetterci potrebbe essere Alessia Tasso perché la continuità assoluta con Stirati avrebbe molti rischi viste le grane costanti.
Una seconda strada alternativa alla statale numero 452 della Contessa, oltre alla vecchia che si snoda a valle ed è già stata sistemata con l’asfalto da Anas per un investimento di oltre 300mila euro. Si tratta di un percorso di circa cinque chilometri che, arrivando da Pontericcioli, si apre sulla sinistra dopo il ristorante San Bartolomeo con accanto bar e tabaccheria risalendo per poi discendere attraverso la Troppola fino a Lanciacornacchie sul valico di Madonna della Cima fino alla Gola del Bottaccione. Pure questo tratto eviterebbe di dirottare sulla vecchia Flaminia transitando verso Scheggia dove pesano l’allungamento di chilometraggio e quindi le tempistiche. Questa strada di campagna è stata interessata da movimenti franosi per i quali la Regione ha accordato i contributi.
SISTEMAZIONE. Gli operatori commerciali lungo la Contessa suggeriscono una sistemazione, anche senza bisogno di asfaltarla, per agevolare il flusso veicolare, senza peraltro alcun problema a livello di doppio senso di circolazione viste le dimensioni. Sistemando tale bretella si avrebbero così due strade alternative e potrebbero consentire l’accesso di auto, mezzi leggeri e moto. Serve comunque un altro intervento anche sulla strada a valle, ovvero la vecchia Contessa che è stata ripristinata ma risulta troppo stretta senza aver previsto piazzole. Operatori e residenti chiedono di favorire la doppia circolazione da e per Pontericcioli. È stato anche ipotizzato il semaforo che richiederebbe intervalli di transito di circa 12 minuti.
PRESSIONI PER COMPLETARE E APRIRE LO SNODO TRA VIA PERUGINA E VIA PARUCCINI, IMPORTANTE PER ALLEGGERIRE IL TRAFFICO
IL SINDACO STIRATI SCARICA LE RESPONSABILITÀ SULLE SETTE IMPRESE CHE HANNO SPESO
200 MILA EURO SEBBENE IL TRATTO SIA COMUNALE
Resta lì sbarrata e abbandonata la bretella dei Perugini, sebbene possa alleggerire il traffico. C’è lo sbarramento con una cancellata da via Perugina entrando dalla rotonda sotto il distributore Esso verso la zona residenziale dove c’è un complesso di abitazioni, mentre dalla parte opposta in via Paruccini lo scenario è indecente perché è stata approntata una rotonda con supporti colorati in plastica, che poi ostruiscono il transito quando si svolta per la bretella. Quel che si vede è davvero desolante, indice di degrado e trascuratezza in una zona peraltro di transito dei veicoli anche a livello turistico. L’anello viario di collegamento trasversale tra via Perugina e via Paruccini era diventato a maggio-giugno 2021 uno snodo centrale per i lavori di Anas sulla variante della strada statale Pian d’Assino.
AZIENDE IN CAMPO. Quel tratto di meno di un chilometro era stato realizzato con la disponibilità e soprattutto i soldi (200mila euro) delle imprese eugubine Barbetti, Colacem e loro collegate, Cereria artigianale umbra, Comef, Cvr, Siami, Autotrasporti Mori con tempi record per metterlo nelle condizioni di essere fruibile ed evitare che i mezzi pesanti transitassero in pieno centro abitato. Da quel momento risulta però abbandonato e inutilizzato, chiuso al traffico e incompleto. Questa strada è nata per fronteggiare quell’emergenza ma anche con la prospettiva di offrire un importante alternativa di transito dei veicoli, ricordando il protocollo firmato nel maggio 2021 dall’amministrazione comunale con le aziende coinvolte che prevedeva la successiva possibilità di completare l’intervento, visto che la bretella si era comunque deteriorata. Questo non è mai avvenuto.
SCARICABARILE. Il sindaco Filippo Mario Stirati scarica ogni responsabilità sulle aziende, sebbene certe scelte di contrasto alle cementerie hanno inasprito i rapporti e quel tratto è comunque pubblico comunale e non privato oltre che previsto dal Piano regolatore. È rimasta fin qui lettera morta l’interpellanza della Lega, con i consiglieri comunali Michele Carini e Sabina Venturi che nel giugno 2022 hanno chiesto al sindaco “se c’è l’interesse a completare la bretella e in che modo l’amministrazione comunale intende restituire alla cittadinanza questo asse viario strategico per la città, soprattutto per snellire il traffico nella parallela via Beniamino Ubaldi. Il completamento della strada è di competenza comunale, pertanto servirebbe una Giunta propositiva e pragmatica e non attendista e in affanno nel chiudere le partite che contano”.
IL SILENZIO. Sulla bretella è calato il silenzio, con le pressioni che vengono dall’opinione pubblica e raccolte di tanto in tanto dai consiglieri comunali del tutto impotenti di fronte a questa situazione. Intanto, c’è chi comunque tenta di usufruire in qualche modo della bretella, tra chi la percorre a piedi e chi cerca di rimuovere gli ostacoli per transitarci lo stesso. Stirati e la maggioranza ormai da mesi non ne parlano più, anche perché sulle questioni della viabilità ci sono già le grane con polemiche della Contessa destinata alla chiusura e la Pian d’Assino che registra continui incidenti senza alcun intervento per contenere il fenomeno.
INTERVISTA ESCLUSIVA ALL’ASSESSORE
AI LAVORI PUBBLICI . SI CHIUDE CON LUI LA SERIE
DI SERVIZI CHE HANNO COINVOLTO I MEMBRI
DELLA GIUNTA STIRATI. NON HANNO ACCETTATO
L’INVITO DI COMUNICARE AI CITTADINI IL PROPRIO
OPERATO E LE PROSPETTIVE GABRIELE DAMIANI , ASSESSORE ALLO SPORT, CHE GARBATAMENTE HA
INFORMATO DI VOLER CONCLUDERE DIETRO LE QUINTE
LA SUA MISSIONE DANDO SEGUITO ALL’INTENZIONE
ESPRESSA DI NON RICANDIDARSI, E SIMONA MINELLI , ASSESSORE AI SERVIZI SOCIALI E SCOLASTICI, CHE HA RITENUTO DI NON RILASCIARCI ALCUNA INTERVISTA
di MASSIMO BOCCUCCIAssessore Piergentili, quante segnalazioni ricevete ogni giorno su strade dissestate e problemi vari?
“Una media di quattro-cinque al giorno”.
Quali sono le più ricorrenti?
“La manutenzione stradale è la più ricorrente. Fino all’autunno del 2022 erano ricorrenti anche quelle relative alla pubblica illuminazione, ma ora con l’esternalizzazione del servizio abbiamo alleggerito il carico del settore manutenzioni”.
Come si gestisce un territorio di 525 chilometri quadrati?
“Con grande difficoltà il settimo Comune più grande d’Italia per estensione che ha circa 680 chilometri di strade comunali. L’investimento fatto a inizio mandato con l’ammodernamento di alcuni mezzi del magazzino ci ha fatto migliorare la risposta al territorio”.
Ci sono i soldi per le manutenzioni ordinarie e straordinarie?
“Non sufficienti se consideriamo la densità di 58 abitanti per chilometro quadrato. È un rapporto molto basso per il tipo di territorio, abbiamo bisogno di risorse extracomunali. Aver ricevuto risorse tramite fondi Psr per la viabilità rurale ci ha dato un piccolo aiuto, ma comunque non pienamente sufficiente per il nostro tipo di necessità. È necessario che si prenda consapevolezza del bisogno di misure straordinarie governative per territori come il nostro altrimenti in futuro le difficoltà saranno sempre più consistenti”.
Cosa succede quando un cittadino segnala un problema?
“Viene preso in consegna dall’ufficio manutenzioni e poi si cerca
sempre di trovare la soluzione, talvolta con tempistiche diverse dalle attese dei cittadini”.
Luci e ombre del secondo mandato di Stirati?
“È stato un mandato condizionato da pandemia, alluvione, crisi energetica e aumento dei prezzi che per il settore lavori pubblici hanno creato non pochi problemi. Nonostante ciò stiamo portando avanti le sfide che ci eravamo posti, come l’adeguamento sismico delle scuole e le grandi opere pubbliche. La mole di finanziamenti reperiti fanno sì che il Comune possa contare su risorse straordinarie. Rilevo in questo un’ottima collaborazione con i nostri uffici, che rappresentano una ricchezza per lo stesso Comune”.
Si è pentito di aver accettato questa delega?
“No, assolutamente no. Anzi, pur essendo una delega molto complicata, fare l’assessore per questa Amministrazione è stato un onore per me”.
Conferma l’intenzione di uscire di scena l’anno prossimo?
“Cosa ci riserverà il 2024 sarà tutto da vedere. Di certo c’è che la politica mi piace e continuerò a farla. Ciò non significa che per farla si debba per forza stare in prima fila. Oggi penso a portare a termine tutta quella serie di impegni che come assessore e come Amministrazione ci siamo dati”.
I LeD si preparano a lanciare Stirati per le elezioni regionali nel ticket con il nuovo candidato sindaco?
“Stirati non ha bisogno di essere lanciato. Siamo poi ancora lontani da questi due appuntamenti. Sta di fatto che dobbiamo ragionare su un progetto e un programma che possano racchiudere un’idea progressista e di centrosinistra, che guardi con attenzione al lavoro, alle classi più deboli e che possa rimettere in piedi la sanità regionale, in forte crisi, nonché cercare di venire incontro alle esigenze delle famiglie e dei cittadini che soffrono la grave difficoltà economica. Credo che un tema forte per le prossime regionali sia l’autonomia differenziata. Per la nostra Umbria rischia di essere il colpo di grazia finale per tutti i servizi pubblici”.
Quale scenario politico prevede su alleanze e nomi per Gubbio nel 2024?
“Se penso alle ultime politiche, dove Calenda di Azione e Letta del Pd il giorno prima si stringevano la mano per la stessa coalizione e il giorno dopo volavano gli stracci e tutto questo in un tempo molto ravvicinato al voto, nella politica contemporanea purtroppo le cose possono cambiare fino all’ultimo secondo. Ecco, a questo estremo spero di non arrivare mai, anche perché ne perdono di credibilità la politica stessa e soprattutto chi la fa. I prossimi mesi serviranno per arrivare al 2024 con una coalizione e una candidatura che racchiudano e rappresentino un’idea di politica e di città, come ha fatto in questi due mandati Stirati”.
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Non si sa quale fine faranno i bambini rimasti alla scuola primaria di Carbonesca che verrà chiusa alla fine di questo anno scolastico per il drastico calo di iscritti tra nessuna iscrizione e i bambini in uscita per le scuole medie. Questo è ciò che lascia di più pesante la situazione venutasi a creare, con i genitori che valutano il da farsi compresa la possibilità di portarli dalla frazione eugubina nella vicina Casacastalda, a Valfabbrica e dunque in un altro Comune, se non verranno dirottati a Padule che fa parte del terzo circolo San Martino. Il sistema eugubino della scuola primaria gestito dal Comune continua ad avere problemi, dopo la bocciatura da parte della Regione con il parere negativo dell’Ufficio scolastico regionale sull’accorpamento tra il primo circolo “Giacomo Matteotti” e il secondo “Aldo Moro”, perché la legge non lo consente invitando a costituire gli istituti comprensivi. Questa è un’altra mazzata che si è materializzata in un incontro a Carbonesca con le famiglie, presenti il dirigente scolastico reggente del secondo circolo, Maria Marinangeli, l’assessore all’Istruzione Simona Minelli, il presidente della Pro Loco Simone Paciotti, il vicario del secondo circolo Isabella Martinelli e il responsabile del patrimonio e del servizio istruzione Beatrice Menichetti.
I RIMPIANTI. “Chiudere una scuola è sempre un dolore - dice Maria Marinangeli -, l’ultima cosa che un dirigente vorrebbe mai fare. Ma le condizioni logistiche e il calo demografico ci stanno imponendo scelte che vanno in questa direzione, è un vero peccato, perché la realtà educativa e formativa della scuola di Carbonesca è senza tema di smentita una realtà, un presidio culturale di grande impatto e di grande fascino. L’ultima prova è stata la scelta del Wwf di costruire l’aula natura, unica in Umbria proprio a Carbonesca. Tutto questo patrimonio educativo non andrà disperso grazie al lavoro dei docenti che continueranno ad esercitare la loro professione e a co -
MANCANO GLI ALUNNI AL PLESSO DELLE FRAZIONE E I POCHI CHE RESTANO POTREBBERO ANDARE A CASACASTALDA . SONO GIÀ UN RICORDO
LE INAUGURAZIONI DELL’EDIFICIO RISTRUTTURATO AD APRILE 2022 E DELL’AULA NATURA
DELLO SCORSO NOVEMBRE. UN’ALTRA MAZZATA SUL SISTEMA DELLE SCUOLE PRIMARIE EUGUBINE DOPO LA BOCCIATURA DELL’ACCORPAMENTO TRA DUE CIRCOLI QUANDO LA LEGGE PREVEDE GLI ISTITUTI COMPRENSIVI
struire progettualità innovative all’interno del circolo”. Marinangeli spera che comunità di Carbonesca possa continuare a usufruire degli spazi scolastici per attività utili alla crescita dei bambini della frazione e poter ancora attivare percorsi che mettano al centro dell’azione culturale e formativa i bambini e le loro famiglie. “Si chiude una pagina di bella e buona scuola - aggiunge - rimangono le cose belle che in tanti anni i bambini di Carbonesca, hanno potuto vivere”.
SOLDI E INAUGURAZIONI. Il primo aprile 2022 è stato inaugurato il plesso ristrutturato dopo quattro anni di lavori tra il consolidamento statico e il miglioramento sismico per una spesa di 669.900 euro. La Giunta Stirati si presentò in pompa magna con gli assessori evidenziando come quello di Carbonesca fosse il primo cantiere partito in Umbria nell’ambito del Programma straordinario per la riapertura delle scuole nei territori delle regioni interessate dagli eventi sismici del 2016. “La scuola di Carbonesca - disse Stirati in quell’occasione - torna a essere il baricentro per le attività, non solo scolastiche, di tutto il territorio. Un baricentro che è di nuovo sicuro, efficiente e a misura di bambine e bambini”. Altra operazione è stata l’aula natura del Wwf, salutata come la prima in Umbria e inaugurata l’11 novembre 2022 anche in questo caso con il sindaco Stirati e l’assessore all’Istruzione Simona Minelli che sottolinearono come l’obiettivo fosse promuovere e valorizzare spazi verdi nelle scuole, con l’obiettivo di educare le nuove generazioni a rispettare l’ambiente. Ora il peggior epilogo.
Ripartire dalla storica rete dei gemellaggi per l’Europa del futuro attraverso iniziative come Democracy Action Plan, European Panel of Citizens e la Conferenza sul futuro dell’Europa. Dal 19 al 22 aprile a Gubbio si svolgerà un evento con rappresentanti istituzionali, studenti, associazioni culturali e sportive, artisti, politici locali e delle città gemellate. Previsti laboratori, dibattiti ed espressioni artistiche sul futuro del vecchio continente. Nella fase preparatoria è stato predisposto un questionario sulla conoscenza dei rapporti di gemellaggio o amicizia con le altre città, destinato a varie componenti delle comunità di ciascuna delle città coinvolte. I risultati di questa indagine saranno il punto di riferimento per la programmazione delle attività previste dal progetto. Nell’ultimo incontro online tra le città gemellate, che risale al dicembre 2021, era stata rimarcata la necessità di nuove iniziative per la crescita della consapevolezza e partecipazione dei cittadini e in
particolare dei giovani, oltre a nuove modalità di comunicazione e scambio di informazioni, con proposte quali l’inserimento del tema dei gemellaggi nei curricula delle scuole secondarie, appuntamenti da remoto, la creazione di una piattaforma comune per pubblicare eventi e aggiornamenti sulla vita nelle città gemellate. Il Comune di Gubbio, in collaborazione con l’associazione Gubbio Gemellaggi, ha presentato l’anno scorso un progetto nell’ambito del programma Europeo Cerv (Citizens, equality, rights and values), settore TownTwinning, dal titolo Twinners for Tomorrow con gli obiettivi di rafforzare l’integrazione europea sulla base dei valori comuni, Le esperienze acquisite serviranno per progettare un futuro più coeso e inclusivo, strutturare sui media iniziative per lo scambio continuo di comunicazioni, per creare un evento in presenza che costituisca un momento di ripartenza con nuova consapevolezza e rinnovata energia. MA. GI.
GIACOMO MANUALI E MONIA COCCIARINI
HANNO VINTO IL CONCORSO . INTANTO IL COMANDO
È ALLE PRESE CON LE NOVITÀ INTRODOTTE
SUI PERMESSI PER LE ZONE ZTL
Via libera alle nuove assunzioni alla Polizia Locale dopo la pubblicazione della graduatoria finale del concorso per agenti scaturita dalla selezione pubblica per titoli ed esami per l’assunzione a tempo pieno e indeterminato di due unità con profilo professionale categoria C e posizione economica C1. I vincitori, piazzati ciè ai primi due posti, sono nell’ordine Giacomo Manuali e Monia Cocciarini. Seguono in graduatoria Alice Bovesecchi, Luca Mischianti, Tiziano Scarponi, Alessio Branco e Alessandro Tiberi.
MODIFICHE SUI PERMESSI. Il comando della Polizia Locale ora è alle prese con le novità introdotte sui permessi per le Ztl. Si procede con l’attuazione dei nuovi provvedimenti sulle modalità di rilascio decise dal Consiglio Comunale all’unanimità dei presenti. La revisione del regolamento voluta dalla Giunta Stirati e la maggioranza, a cinque anni dall’introduzione dei varchi elettronici, si è resa necessaria - è stato spiegato - al fine di limitare il traffico di automobili e grandi mezzi e la sosta parassitaria, riducendo il numero di permessi concedibili. “L’obiettivo è tutelare la qualità della vita nel centro storico, il suo decoro, la qualità dell’aria e l’utenza de-
ha detto il vicesindaco
Alessia TassoCOSA CAMBIA. Le principali novità consistono nella riduzione dell’orario di carico e scarico nella zona monumentale alla fascia oraria 7-10 e nella possibilità di effettuare accessi giornalieri di due ore solo previa richiesta, presentandosi al front office della polizia locale, per un massimo di tre ingressi settimanali. La richiesta di permessi tramite e-mail resta possibile solo per i disabili e per quanti dovessero avere necessità di accesso urgenti, opportunamente documentate, che si verifichino in orario di chiusura degli uffici. Le modifiche relative ai permessi permanenti riguarderanno solamente i permessi rilasciati a proprietari di immobili e domiciliati non residenti e alcune categorie di residenti che abbiano più di un permesso con tre targhe ciascuno, essendo prevista la riduzione del numero dei veicoli inseriti in un singolo permesso. Vengono, inoltre, eliminati i permessi della tipologia Uffici Comunali in uso ai vari settori dell’ente. Coloro che siano in possesso di permessi soggetti a modifiche saranno contattati dal comando Polizia Locale attraverso i recapiti forniti al momento della precedente istanza. A. PET.
L’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE HA INDICATO
IL MODO PER POTER RIORGANIZZARE LA RETE SCOLASTICA DOPO LA BOCCIATURA DELL’ACCORPAMENTO PENSATO DI DUE
DEI TRE CIRCOLI DIDATTICI. CI SONO I NUMERI PER LA NUOVA FORMULA
dell’Ufficio scolastico regionale, Sergio Repetto, l’ha messo su un piatto d’argento al Comune nel riferire che la legge non prevede l’accorpamento tra circoli didattici - sconfessando così la strada intrapresa dalla Giunta Stirati che evidentemente per accorpare i circoli “Giacomo Matteotti” e “Aldo Moro” non si è prima consultata con lui - ma gli istituti comprensivi che possono conglobare scuola dell’infanzia, primaria e scuola media. La norma esplicita che ogni istituto comprensivo può orientarsi tra 600 e massimo 900 studenti. Gubbio ha le potenzialità per esprimere tre istituti comprensivi, tenendo conto del possibile riassetto fra i tre circoli didattici (contano complessivamente circa 1.700 alunni) e la scuola media “Mastro Giorgio-Nelli” che ne conta circa 900.
OPERAZIONE FUNZIONALE. La Giunta Stirati ha tutto il tempo, in questo ultimo anno del secondo mandato dell’attuale sindaco, per fare l’operazione più sensata e funzionale, anche per evitare altre figuracce, come la bocciatura dell’ultima proposta dopo le solite baruffe interne di politici perlopiù ignari e incon-
sapevoli di quel che parlano e votano, e lo svuotamento dei plessi, come nel caso di Carbonesca che chiuderà per mancanza di alunni. L’ultima riorganizzazione, ai tempi di Diego Guerrini sindaco, si preoccupò soltanto di accorpare le due scuole medie, “Mastro Giorgio” e “Ottaviano Nelli”, per alcuni veti incrociati e senza avere una visione strategica di prospettiva. Con Filippo Mario Stirati la prospettiva dei tre circoli didattici è rimasta sospesa per aria mentre in due stavano calando inesorabilmente gli iscritti, fino all’ultima scellerata decisione di proporre l’accorpamento dei due circoli che, al di là delle diatribe e polemiche cittadine, non era e non è fattibile nonostante il parere eminentemente politico e non tecnico della Provincia di Perugia.
NUOVA MAPPA. Si può ripartire dal ridisegnare tutto con tre istituti comprensivi che possano dividersi in modo razionale ed efficace la popolazione scolastica dall’infanzia alla scuola media passando per le elementari, con la possibilità di ripartire gli studenti delle medie partendo dall’assetto attuale dei plessi di via Parruccini, l’Edificio Scolastico di via Perugina e le sezioni periferiche di Branca e Mocaiana. M. BOC.
DIECI DOMANDE ALL’EX SINDACO SU POLITICA E VICENDA GIUDIZIARIA. POTRÀ RISPONDERE NELLE FORME CHE VORRÀ
di MASSIMOFa sempre tutto da solo, tra gli attacchi a quelli che di volta in volta sceglie come nemici e che magari sono stati precedentemente amici. Gli piace il vittimismo in politica. Orfeo Goracci ha un modo tutto suo di fare politica. Oggi più che mai tiene alto il morale delle truppe scegliendo temi e spiegazioni senza confronto. VivoGubbio rivolge all’ex sindaco 10 domande per chiarire tante cose. Potrà rispondere nella modalità che preferisce.
1. Se davvero è convinto che il Css sia il male assoluto perché non fa esposti giudiziari e non investe soldi privati per i ricorsi in ogni sede?
2. Esterna spesso di aver governato bene e di essere concreto: può dire cosa ha lasciato in eredità su Puc di San Pietro, discarica di Colognola e Gubbio Cultura sui quali i suoi avversari politici la criticano ripetutamente?
3. Lei si è schierato al fianco di Stirati sulla difesa degli stipendi ai politici: può dire quanto ha ricavato dalla politica, quanto percepisce di vitalizi e se ne percepirà altri?
4. Cosa pensa dei politici che come lei maturano la pensione anche per i lunghi anni in cui non hanno esercitato di fatto la professione quando avevano ruoli istituzionali altamente remunerati?
5. Come mai ha rinunciato all’appello della sentenza di primo grado che ha respinto la sua richiesta al Comune di risarcimento per 18mila euro delle spese legali legate all’inchiesta Trust e non ha atteso di impugnare l’eventuale provvedimento di decadenza da consigliere comunale?
6. Nel 2024 si candiderà a sindaco nuovamente?
7. Processo Trust: conferma la non rinuncia alla prescrizione annunciata in aula dal suo legale Franco Libori il 25 ottobre scorso?
8. Perché secondo lei gli altri imputati hanno rinunciato alla prescrizione?
9. Il patteggiamento del suo assessore braccio destro Marino Cernicchi è una conferma che c’è stato un sistema Goracci al di là di come finirà il vostro processo?
10. Lei attacca sempre il magistrato Antonella Duchini per le vicende personali: cosa c’entra con l’inchiesta Trust condotta insieme al pubblico ministero Mario Formisano?
Da https://www.centralmente.com/2023/03/05/regni-97/ scopriamo una “perla“ del professor Raniero Regni che dà lezioni di giornalismo in un articolo dal titolo “L’informazione/conoscenza come bene comune: inquinamento della biosfera e inquinamento della infosfera?”.
Nel disquisire sui massimi sistemi, tra citazioni e slalom dialettici, colpisce il passaggio sulla diffusione di contenuti che il professore chiama “semi-conoscenze, semiverità, o fakenews, conoscenze e slogan che sono false ma che hanno tutta l’apparenza delle verità”. Il professor Regni scrive che “uno delle più terribili affermazioni sull’uso dei media e della censura delle informazioni l’ha formulata il ministro della propaganda nazista, Goebells, ‘una menzogna ripetuta più volte diventa una verità’. E anche oggi se ne può fare spesso esperienza. Chi, come il sottoscritto, si è trovato impegnato in una battaglia ambientale nella sua città, ha sperimentato sulla sua pelle, le diverse forme di censura e di uso distorto delle informazioni. I due gruppi industriali cementieri presenti nella sua città, Gubbio, possiedono anche il giornale locale, Il giornale dell’Umbria, e la radio locale, Tele Radio Gubbio, in più finanziano una specie di giornaletto che finisce nella cassetta delle lettere di tutti i cittadini ogni quindici giorni”.
È noto ai più come la propaganda nazista sia stata raccolta e rilanciata in modo pratico e mirabilmente dal sistema comunista, specialmente a Gubbio da “talebani” arricchiti senza scrupoli con-
dannati dalla storia e dalla cronaca. Certe esternazioni del professor Regni sembrano più un condensato di vittimismo, come se ci fosse un brutto anatroccolo oscurato censurato dalla stampa asservita. Un concetto mistificatorio che tanto assomiglia a quanto per anni abbiamo sentito e che non ha portato molta fortuna a chi impartiva lezioncine salvo poi combinarne di tutti i colori con taluni risvolti che ben conosciamo.
Sorprende che il professor Regni non sappia che Il Giornale dell’Umbria è chiuso, purtroppo, da 6 anni. E non fa onore a un uomo di scuola e di cultura definire “una specie di giornaletto” un periodico regolarmente registrato e con giornalisti anche professionisti che vi collaborano. L’espressione è irriguardosa e testimonia scarsa sensibilità verso la libertà d’informazione e di pensiero sancite dall’articolo 21 della Costituzione Italiana di cui oltretutto taluni si ergono spesso a paladini - guarda caso a sinistra - riferendosi evidentemente soltanto a ciò che gli piace.
Solo immaginare che un prodotto editoriale debba essere svilito nella definizione e immaginare che a Gubbio vi sia una stampa tutta completamente asservita alle cementerie, è un esercizio a uso e consumo soltanto per le masse ignoranti (nel senso che ignorano) e facilmente suggestionabili oltre che piegabili perlopiù alla politica del “caro compagno te lavora che io magno”, al netto del “marchettificio” che è tradizionalmente caratteristico della politica (molto più che del giornalismo) nel produrre seguito e consenso.
di MASSIMO BOCCUCCI
Si è conclusa senza né reati né danno erariale la vicenda della discarica di Colognola che risale all’autunno 2018 e ha coinvolto gli ingegneri di Cooprogetti Luigino Capponi (58 anni), direttore tecnico del sito, il suo assistente Enrico Minelli (59) e Raffaele Santini (66), all’epoca dei fatti responsabile del settore ambiente del Comune, oggi in pensione. L’ha deciso la Corte dei Conti sezione giurisdizionale regionale per l’Umbria con il presidente Piero Carlo Floreani, il consigliere Acheropita Mondera e il primo refente relatore ed estensore Marco Scogliamiglio, che ha rigettato la richiesta della Procura regionale della stessa magistratura contabile di un risarcimento di 182.938 euro (in subordine 45.734,50 euro) in favore del Comune di Gubbio. Nella sentenza vengono anche accordate le spese legali di 2.000 euro a ciascuno dei tre.
LA STORIA. Questo dispositivo chiude definitivamente la vicenda che lo scorso febbraio aveva visto calare il sipario anche a livello penale per l’inchiesta della Procura della Repubblica di Perugia che, condotta dal sostituto procuratore Carmen D’Onofrio, aveva visto indagati per una serie di reati ambientali anche il sindaco Filippo Mario Stirati e l’ingegnere Valter Fabio Filippetti di Cooprogetti, deceduto il 29 ottobre 2020. La Corte dei Conti si è pronunciata dopo l’udienza del 18 gennaio scorso in cui sono state ascoltate le parti, con il relatore Chiara Lucia Chirienti, il
CHIUSO IL CASO APERTO DA UN’INDAGINE DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI PERUGIA NELL’ AUTUNNO 2018 CHE COINVOLSE
GLI INGEGNERI CAPPONI, MINELLI E SANTINI
relatore Scognamiglio e il pubblico ministero Enrico Amante, sostituto procuratore generale. La Procura regionale sosteneva le irregolarità che avrebbero caratterizzato la conduzione della discarica di Colognola, riscontrate dal Nucleo operativo ecologico (Noe) dei carabinieri, dall’Arpa e dal consulente nominato nell’ambito del procedimento penale. Il presunto danno era stato individuato nei maggiori costi di smaltimento del più elevato quantitativo prodotto di percolato derivante dall’irregolare gestione della discarica.
LE MOTIVAZIONI. Alla base della richiesta di risarcimento c’era, secondo la Procura, la mancata apposizione provvisoria di teli protettivi contro la pioggia. La Corte dei Conti ha osservato che “la produzione del percolato, in generale, non è collegata al solo andamento delle piogge ma anche all’incidenza di altri fattori quali, per esempio, la tipologia dei rifiuti conferiti; non vi era alcuna espressa previsione di un obbligo di copertura provvisoria, laddove l’apposizione definitiva dei teli era invece prevista dall’autorizzazione integrata ambientale per la copertura finale; la discarica non era in esaurimento, in quanto consentiva ancora una significativa capacità residua”. È stato dimostrato che “la quantità di percolato prodotta dalla discarica di Colognola risulta addirittura inferiore alla produzione di percolato di altre discariche che si trovano nella medesima condizione di capacità residua”.
Preoccupano sempre di più le condizioni di parco Ranghiasci, dopo le ripetute denunce dei cittadini tra dossier fotografici e appelli a intervenire. La situazione viene rilanciata sul piano politico da un’interrogazione dal gruppo consiliare della Lega con Michele Carini e Sabina Venturi. La Lega rimarca il di degrado e il fatto che è dimenticato dalla Giunta Stirati, fino a ritenere necessaria una gara di appalto per l’affidamento, a enti o associazioni, della gestione del villino e l’uso dell’area verde per gli eventi estivi del 2023. I leghisti hanno presentato un’interrogazione per avere aggiornamenti in merito alle iniziative da sviluppare per il rilancio e la valorizzazione del sito.
“Il parco Ranghiasci, uno degli angoli panoramici più suggestivi della città - spiegano Carini e Venturi - nonostante le numerose segnalazioni e sollecitazioni pervenute negli ultimi anni all’amministrazione comunale da parte di cittadini e associazioni, continua a versare in stato di abbandono con frequenti incursioni di cinghiali e cancelli perennemente aperti. Già un anno e mezzo e fa avevamo presentato un’interrogazione per sapere se il Comune si fosse attivato per l’affidamento gratuito della gestione del parco e del villino Ranghiasci ad associazioni in grado di sviluppare proposte concrete per il rilancio. Da allora dell’ipotesi di una gara d’appalto prospettata dall’assessore al patrimonio Rita Cecchetti non si è saputo più nulla. Nell’interrogazione presentata chiediamo di sapere e la Giunta ha previsto di usare il Parco Ranghiasci per gli eventi estivi del 2023, se intende procedere ad una gara d’appalto per la gestione dell’area verde e del villino e infine se ascolterà eventuali proposte avanzate da associazioni potenzialmente interessate alla manutenzione dell’area”
Se n’è andato Viero Farneti, classe 1931, terzo figlio di Pio Farneti e Giuseppa Benedetti, popolare per aver gestito a lungo in corso Garibaldi il Circolo Eugubino prima e il bar de la Caterina. Era attaccatissimo alla famiglia, alla città e alla Festa dei Ceri. La sua è una famiglia tutta santantoniara per tradizione, fratello dell’indimenticabile Pietrangelo (il Pacio), Carlo (Carluccio) Carmela, Lamberto e Tullio, è stato Capodieci del Cero Mezzano di Sant’Antonio nel 1951 e negli anni puntualmente sotto la stanga. Alla moglie, ai figli Fabio e Paola, ai familiari sono arrivate le condoglianze della Famiglia dei Santantoniari, che l’ha ricordato con affetto sui propri social.
C’è tutto un mondo che ruota attorno alla scuola, e a quanto pare sembrano essersene accorti anche i giovani. Che dopotutto sono i primi e più diretti interessati quando si parla di sbocchi nel mercato del lavoro, proprio mentre la scuola attuale fatica sempre più a rispondere appieno alle esigenze dell’economia. Un pretesto sufficiente per riunire attorno a un tavolo tante anime pensanti legate al mondo dell’istruzione, a partire dall’ex ministra Valeria Fedeli (che era in carica nel dicastero quando firmò il decreto denominato “La Buona Scuola” nel 2017), ospite principale dell’evento promosso dal Rotaract di Gubbio presso il complesso di San Benedetto lo scorso 17 marzo. “Viviamo una fase nella quale si avverte forte la mancanza di una connessione tra il merito e le capacità di saper educare e coltivare il sapere dei più giovani”, ha spiegato la Fedeli. “La pandemia ha segnato un punto di non ritorno, isolando ulteriormente i ragazzi e portandoli a chiudersi in sé stessi. Per questo la scuola ha oggi una necessità impellente e non più rinviabile, quella di formare persone in grado di saper valorizzare al meglio ogni singolo studente e prepararlo per davvero al mondo che troverà una volta uscito dall’aula. Investire sulle competenze dei docenti è la vera missione che attende questo Paese”.
TROVARE UNA “CONNESSIONE”. Alla tavola rotonda hanno preso parte anche il dirigente scolastico del “Cassata-Gattapone” David Nadery, il professore di filosofia del Polo “Giuseppe Mazzatinti” (e presidente dell’Associazione Benedetto XVI) Luigi Girlanda, l’imprenditrice Dominga Cotarella (che ha avviato una scuola d’alta formazione nell’ambito dell’industria legata al cibo e alla viticoltura) e la psicoterapeuta e scrittrice Agnese Pasquini. Presenti anche il sindaco Filippo Mario Stirati e il consigliere provinciale Erika Borghesi, che hanno portato il saluto delle rispettive istituzioni rappresentate. Al termine delle quasi due ore di dibattito, tutti hanno concordato nella necessità di andare alla ricerca di strumenti in grado di poter stimolare e far innamorare gli studenti delle materie studiate, in modo tale anche da portarli ad avere le giuste motivazioni per affacciarsi poi al mondo del lavoro. Il tema dell’evento promosso dal Rotaract, in particolar modo dalla presidentessa Costanza Tanganelli, ha voluto indagare anche sulla percezione che gli alunni hanno del mondo che li circonda, oltre che sulla necessità di scongiurare in ogni modo e forma l’abbandono precoce degli studi, causato spesso e volentieri dalla mancata “connessione” riscontrata tra ragazzi e insegnanti. “Riteniamo che in questa fase sia fondamentale trovare un punto d’incontro che possa consentire a quanti più studenti di identificarsi nel loro percorso di studi, e poter riunire attorno a un tavolo personaggi che ogni giorno hanno a che fare con il mondo dei giovani c’è sembrato il modo migliore per promuovere un dibattito serio e costruttivo”, ha spiegato Costanza, che ha poi salutato tutti gli ospiti e anche molti soci e collaboratori del Rotary Club Gubbio presso L’Officina dei Sapori per un momento conviviale che ha suggellato una giornata densa di significati e di auspici.
Nel numero speciale di marzo della rivista Land dedicato all’evoluzione del paesaggio storico trova spazio un contributo di Corrado Cencetti, Filippo Paciotti, Ettore A. Sannipoli e Ubaldo Emanuele Scavizzi dal titolo “L’approccio multidisciplinare nello studio dell’evoluzione del paesaggio: la cattura fluviale del torrente San Donato (Gubbio, Italia centrale), un esempio di cambiamento del regime idrologico e del rischio idrogeologico”
LE CARTE. La carta della Diocesi di Gubbio disegnata da don Ubaldo Georgi, che raffigura il territorio eugubino alla fine del XVI secolo, evidenzia un disegno della rete idrografica in parte diverso da quello attuale. In particolare, il torrente San Donato, oggi affluente di sinistra del torrente Assino, nella porzione settentrionale della conca di Gubbio, è rappresentato in questa mappa come affluente del torrente Saonda che appartiene a un altro bacino idrografico, quello del fiume Chiascio, che occupa la porzione centro-meridionale della conca stessa. L’indagine condotta attraverso rilievi diretti sul campo, anche con il supporto dell’’osservazione di immagini satellitari, sembra confermare quanto rappresentato dal Georgi. Tale ipotesi è suffragata anche da altri elementi, grazie agli scavi effettuati per la costruzione di un nuovo edificio di culto, la chiesa Madre del Salvatore nei pressi di Madonna del Ponte, proprio nell’ipotetica direzione di flusso del paleoalveo del torrente San Donato. Questi, infatti, hanno portato alla luce un corpo sedimentario di chiara origine fluviale e un reperto archeologico, in particolare un’edicola votiva, risalente al XV secolo, simile a quelle che tutt’oggi sono presenti lungo le sponde dei corsi d’acqua del territorio.
Inoltre, lo studio ha permesso di ipotizzare il periodo in cui possa essersi verificata questa variazione del reticolo idrografico e le cause che possono averla prodotta. In merito al periodo, il confronto tra la Mappa del Georgi e le carte geografiche realizzate successivamente ha permesso di identificare un intervallo di tempo ben preciso, compreso tra il 1571 (data presunta di realizzazione della Carta del Georgi) e il 1582 (data in cui fu terminato il dipinto murale di Egnatio Danti, conservato presso i Musei Vaticani, che rappresenta un disegno della rete idrografica sostanzialmente simile all’attuale).
IL MUTAMENTO. Per quanto riguarda le cause della modifica del tracciato del torrente San Donato, tutto fa pensare a cause naturali, in particolare a una diversione del torrente (cattura fluviale per versamento) indotta da un evento alluvionale. Ciò sembra testimoniato dalle cronache del tempo che evidenziano condizioni di rischio geologico-idraulico più severe, caratterizzate da una frequenza di eventi alluvionali maggiore rispetto alla situazione attuale. Va evidenziata, quindi, una sostanziale evoluzione dei processi morfogenetici (fluviali e di versante) nell’area di studio, dovuta sia ai rimboschimenti effettuati lungo i versanti dei Monti di Gubbio, sia ai numerosi interventi di regimazione delle acque superficiali, entrambi realizzati durante il XX secolo. Questi hanno fortemente ridotto i processi di erosione, l’innesco di colate detritiche e il conseguente trasporto solido dei corsi d’acqua che drenano i versanti dei rilievi eugubini, contribuendo a una decisa mitigazione del rischio geologico-idraulico connesso ai fenomeni di alluvionamento dell’area di pianura.
Passaggio della campana da Donatella Biraschi al dottor Giovanni Battista “Gianni” Pauselli nuovo delegato dell’Accademia italiana della cucina. La cerimonia, all’hotel ristorante Montegranelli, ha visto per l’Accademia la presenza del coordinatore territoriale per l’Umbria Guido Schiaroli, anche in rappresentanza del presidente Paolo Petroni e del segretario generale Roberto Ariani, con il direttore del Centro studi territoriali Giuseppe Fatati. Ospiti i delegati umbri di Foligno Claudia Valentini, di Perugia Massimo Moscatelli e dell’Alto
Tevere Patrizia Periniola Morini. Ha aperto la cerimonia Guido Schiaroli ricordando i due artefici della fondazione della Delegazione di Gubbio, Gianfrancesco Maria Chiocci e Giuseppe Montanari. Dopo i saluti della delegata Biraschi e del nuovo delegato Pauselli, il coordinatore Schiaroli ha sottolineato il significato della campana come simbolo della continuità dei valori dell’Accademia e ha poi appuntato il distintivo al nuovo delegato.
La storia di Uxforkids e Uxforteen mette in risalto l’eugubina Gloria Chiocci in un’intervista sul periodico di Trenitalia. La startup innovativa a vocazione sociale con sede a Milano e Gubbio trova in risalto nell’a tu per tu. “Senza il Frecciarossa Perugia-Milano non sarebbe stato possibile portare avanti questa attività”, evidenzia la dottoressa Chiocci in un post sui social. “Il treno che unisce velocemente questi
due territori per noi, come per tante altre realtà è essenziale per creare connessioni e sinergie. Se ci trovate a bordo taggateci in una story e raccontateci dove state andando di bello”. L’intervista si può leggere anche in versione digitale dal portale Trenitalia o nel sito. “Grazie Alessio Giobbi per l’intervista e Martina per le foto”, evidenzia Gloria Chiocci.
Ci sono alcuni aspetti della dottrina cattolica che tutti, bene o male, conoscono, ma sui quali, purtroppo, non si fa mai abbastanza chiarezza. In questo modo si corre il rischio di banalizzare alcune verità fondamentali senza coglierne più la forza drammatica che è a fondamento della nostra cultura e dei nostri valori più profondi. Proprio a Pasqua sarà utile tornare a riflettere su una di queste verità note a tutti, ma ormai rese sterili dalla banalizzazione che ne viene fatta (purtroppo anche da molti sacerdoti): la morte redentrice di Cristo. Chi ha visto e apprezzato il capolavoro di Mel Gibson, La passione di Cristo, sa bene quale atroce morte ha subito Nostro Signore. Molti si chiedono: ma era proprio necessario che il Figlio di Dio subisse quei tormenti indicibili per salvarci dal peccato? Ebbene, forse molti resteranno stupiti, ma nel mai abbastanza rimpianto Catechismo maggiore di san Pio X ci veniva spiegato che non era necessario. Spiega infatti quel grande papa: “non era assolutamente necessario che Gesù patisse tanto, perché il minimo dei suoi patimenti sarebbe stato sufficiente alla nostra redenzione, essendo ciascun suo atto di infinito valore”. E subito, con una ferrea logica di cui oggi il mondo cattolico non sembra più capace, alla domanda successiva veniva spiegato perché allora volle soffrire in quel modo atroce: “Gesù volle patir tanto per soddisfare più abbondantemente alla divina giustizia, per dimostrarci maggiormente il suo amore, e per ispirarci il più grande orrore al peccato”. Farebbe bene a tutti, soprattutto a Pasqua, tornare a meditare su questi profondi insegnamenti e su quanto il Figlio di Dio ha voluto liberamente subire per amore nostro.
Come molti sapranno Pasqua significa “passaggio”. Nel Vecchio Testamento era il passaggio dalla schiavitù dell’Egitto alla libertà della terra promessa. Gesù ha istituito la nuova e vera Pasqua, di cui l’antica era solo una prefigurazione. Dopo la sua morte e risurrezione, la Pasqua diventa il passaggio dalla schiavitù del peccato e della morte alla libertà della vita. Come hanno denunciato molti grandi intellettuali del Novecento, la società odierna, profondamente anticristiana, ha deliberatamente rimosso il tema della morte. I nemici di Dio avevano capito bene che se la morte viene rimossa, allora l’uomo non avverte più il bisogno di alcun salvatore. Ma come spiegava bene l’insospettabile Freud un problema rimosso non è un problema risolto. Al contrario, la rimozione finisce per generare patologie. E non a caso la depressione è il male oscuro del nostro tempo. Senza dare spazio alla morte, per quanto assurdo possa sembrare, si finisce per togliere spazio alla stessa vita. Inutile banalizzare il saggio e famoso monito “ricordati che devi morire”, con la battutina di Troisi “sì, adesso me lo segno proprio!”. Da qui a qualche anno, e nessuno può sapere quanti, il problema della morte si presenterà in tutta la sua drammaticità, sia per me che scrivo sia per te che leggi. Davanti a quel dramma solo il cattolicesimo ha la risposta vera: il sepolcro vuoto di Gesù. Non è una pia leggenda, non è un mito favoleggiato da alcuni pescatori galilei di duemila anni fa. È un fatto storico realmente accaduto, su cui è possibile indagare e trovare delle conferme (anche se la cultura odierna ha convinto molti del contrario). Ma è anche molto di più. È la nostra unica e sola speranza. A questo dovremmo pensare a ogni Pasqua che ci è dato vivere.
BARBARA SGARZI RACCONTA L’INGRESSO DELLE DONNE IN UN MONDO DI TRADIZIONI ANCESTRALI E TABÙ PATRIARCALI
La raccolta di interviste pubblicata dalla giornalista per il Gruppo del Sole 24 Ore è un susseguirsi di voci e di echi contemporanei che raccontano esperienze intense di rinascita, contatto con la terra, intraprendenza e creatività a testimonianza del prepotente ingresso della leadership femminile in un orizzonte di tradizioni e di riti notoriamente connessi alla dimensione maschile.
Il mondo del vino è storicamente e culturalmente considerato e pensato per gli uomini: alla sua degustazione e, anche solo alla sua presenza sulle tavole di ambasciatori, re, imperatori e uomini di cultura sono legate trattative politiche, evoluzioni storiche, cambiamenti culturali da sempre radicati nel nostro immaginario e difficili da estirpare. Il Churchill grande estimatore del Madeira o i volti degli uomini Florio, famiglia pioniera del commercio del Marsala, li ricordiamo senza difficoltà, ma, difficilmente, ci sovviene alla mente una figura femminile legata, nel corso delle epoche storiche, al mondo del vino nonostante, come osserva Laure Gasparatto, scrittrice di vino, la madre terra sia femmina e, come possiamo dedurre dal grande patrimonio consegnatoci dalla mitologia greca, Dioniso presenti dei tratti femminili molto ricorrenti nelle fonti.
Questa raccolta di trenta interviste che Barbara Sgarzi propone
è un tentativo di indagare le caratteristiche peculiari della leadership femminile, ormai radicate in molti settori dell’economia globale, in un contesto come quello enologico e della sommellerie, insolito e in passato totalmente precluso alle donne. Immaginare che fino a qualche decennio fa era pressoché impossibile trovare una donna enologa è un’attività che stride paurosamente con le storie esposte nei dialoghi di questo libro: le donne che si raccontano sono imprenditrici, proprietarie di aziende agricole e vitivinicole con una grande tradizione alle spalle che, a volte anche in età molto precoci si sono ritrovate a gestire e a portare avanti, sono scrittrici e comunicatrici del vino e della sua centralità nella storia dell’uomo da millenni, ma hanno tutte un denominatore comune che risiede nell’energia, nella passione, nell’attenzione all’altro e nel forte grado di empatia che contraddistingue le realtà a guida femminile.
L’inversione di rotta in un settore, strategico e determinante, come quello enologico in Italia conferisce una possibilità alla rivendicazione del ruolo delle donne all’interno di un tessuto economico che, in molte occasioni, tende ad escluderle e tenerle da parte proiettando un cambiamento sociale positivo e ricco di speranze e aspettative per il futuro.
Le Fonti del Clitunno, situate tra Foligno e Spoleto, sono la meta perfetta per gli amanti della stagione primaverile ormai alle porte. Un Eden botanico in miniatura che fin dai tempi antichi veniva frequentato per il suo potere catartico e rasserenante sull’animo del turista. Una volta acquistato il biglietto d’ingresso, sarà possibile ammirare le bellezze del Parco in piena libertà. L’elemento più emblematico è il lago cristallino al centro della riserva, abitato da numerose specie di animali e circondato dalla natura rigogliosa che grazie ai riflessi della luce del sole, riflette sull’acqua una tavolozza di colori. Le Fonti oltre a essere un’importante oasi naturalistica, rivestono un ruolo storico significativo che affonda le sue origini ai tempi dei Romani, veneratori del Dio Giove Clitunno, personificazione delle acque del fiume che in
passato era navigabile fino a Roma. Sulle sponde delle sorgenti si può visitare il Tempietto del Clitunno, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, simboleggiava l’adorazione divina e ancora oggi ospita i più antichi affreschi dell’Umbria. Nel corso dei secoli questo paradiso bucolico non è passato inosservato nemmeno agli occhi di numerosi poeti tra cui Byron, Virgilio, Carducci e Plinio il Giovane. Quest’ultimo rimase così sorpreso dalla bellezza del parco che lo descrisse in una lettera indirizzata a un suo amico, invitandolo a sua volta a visitarlo. Tutte le informazioni relative al costo dei biglietti d’ingresso e gli orari di apertura del Parco variano in base al periodo stagionale, è consigliabile dunque informarsi visitando il sito ufficiale delle Fonti del Clitunno.
Le Zeppole di San Giuseppe sono una tradizione secolare di moltissime regioni italiane per il periodo e la giornata del 19 marzo, una data particolare. Oltre a festeggiare San Giuseppe, questo era anticamente il giorno per i tradizionali riti di purificazione contadina e si accendevano dei falò per festeggiare l’equinozio di primavera, usanza ancora in auge in diversi Paesi e anche da noi.
Il nome di questo dolce deriva dal latino “serpula”, probabilmente per la forma di serpente attorcigliato, ma altri sostengono che il nome derivi da “zeppa”, dal latino “cippus”, il fermo di legno usato per i mobili, un chiaro riferimento al mestiere di San Giuseppe. Secondo alcuni, le zeppole sembra siano nate a Roma durante le celebrazioni delle “Liberaria”, feste organizzate dai romani in onore delle divinità dispensatrici di vino e grano. In pratica, delle discendenti delle antiche frittelle romane. Un’altra teoria interessante attribuisce la paternità delle zeppole a Napoli. Si dice che San Giuseppe per mantenere Maria e Gesù dovette affiancare al mestiere di
RICETTA Ingredienti
• Acqua 130 gr
• Olio di semi di girasole
20 gr
• Sale 1 pizzico
• Eritritolo o zucchero di canna 1/2 cucchiaino
• Farina tipo 0 90 gr
• Uova 2
Per la crema
• Latte vegetale o vaccino 300 gr
• Scorza di 1 limone
• Essenza naturale di vaniglia 1 cucchiaino
• Amido di mais 40 gr
• Eritritolo o zucchero di canna 50 gr
• Uovo 2 tuorli
falegname quello di friggitore ambulante di frittelle e a Napoli, per una sorta di devozione al santo, si sviluppò la tradizione degli zeppolari da strada, praticamente dei promotori dei moderni street food. In questa ricetta non friggeremo le zeppole: sarà, cioè, una versione delicata e leggera che vuole mantenere la tradizione senza troppi sensi di colpa.
• Mettere all’interno di una casseruola l’acqua, l’olio, il pizzico di sale e l’eritritolo e accendere la fiamma.
• Attendere che l’acqua inizi a fare le prime bollicine in superficie e aggiungere la farina precedentemente setacciata. • Abbassare la fiamma al minimo e mescolare bene fino a che l’impasto si sarà ben amalgamato e senza grumi • Ora versare l’impasto in una ciotola di vetro per farlo intiepidire. • A questo punto aggiungere il primo uovo e mescolare in modo energico finché l’impasto non l’avrà assorbito completamente.
• A questo punto aggiungere il secondo uovo procedendo nello stesso modo. • Mettere l’impasto in una sac a poche con beccuccio a stella e create le zeppole direttamente sopra il foglio di carta da forno adagiato sulla teglia. • Formare due giri per ogni zeppola e infornare. • Cuocere in forno preriscaldato statico a 200° per i primi 20 minuti, poi abbassare la temperatura a 180° e cuocere per altri 20 minuti, altri 10 minuti a 180° con una fessura aperta del forno e infine 10 minuti a 100°. • Una volta che le zeppole saranno cotte, lasciarle raffreddare completamente all’interno del forno spento con la fessura aperta. • Mentre le zeppole cuociono, si può preparare la crema in un pentolino antiaderente e quindi mettere a scaldare a fuoco basso il latte con la scorza di limone e l’essenza naturale di vaniglia. • Nel frattempo, in una ciotola mescolare con una frusta i tuorli d’uovo insieme all’eritritolo. • Amalgamare bene i due ingredienti fino a renderli leggermente spumosi, poi aggiungere l’amido di mais setacciato. • Mescolare bene fino a quando l’uovo non avrà inglobato l’amido e il composto risulterà omogeneo. • Togliere dal fuoco il pentolino con il latte, rimuovere la scorza di limone e aggiungere il latte all’interno della ciotola contenente i tuorli, l’eritritolo e l’amido.
• Mescolare con una frusta e riportare nuovamente sul fuoco a fiamma medio bassa. • Durante la cottura, mescolare costantemente con un cucchiaio di legno e quando il composto inizia ad addensarsi, continuare con la frusta fino a raggiungere la consistenza desiderata. • Togliere la crema dal fuoco e conservare in frigo.
• Attendere un paio d’ore prima di farcire le zeppole. • Decorare con amarene sciroppate.
Ha trascorso un pezzo di vita coi guantoni dando lustro alla boxe nei primi anni Duemila, vincendo anche titoli importanti anche nella sua Gubbio. Giammario Grassellini, dopo Gianfranco Rosi, è il pugile più titolato dell’Umbria e adesso dopo aver smesso l’attività sul ring, insegna la nobile arte da tecnico federale. “L’obiettivo è riportare il pugilato e le attività federali nel territorio eugubino. In collaborazione con la palestra Kineo Fitness & Welness - spiega Grassellini - che mi ha permesso di svolgere le attività, sta partendo una nuova avventura che mirerà a coinvolgere più atleti possibili. La neonata Grassellini Boxe Gubbio intende infatti promuovere la disciplina anche nelle scuole, poiché credo fortemente nei valori che può trasmettere e perchè nella nostra città negli ultimi anni la boxe ha perso un po’ di appeal”.
PRIMA UOMINI. Grassellini ha fatto suoi i migliori valori di questa disciplina sportiva: “L’etica della nobile arte è il rispetto dell’avversario non solo sul ring, ma anche nella vita. La boxe ha un codice d’onore. Voglio che nella mia scuola le regole e il rispetto vengano prima di tutto. Amo una palestra funzionale a livello sociale, perché le nuove generazioni, quella Zeta per capirci, hanno una bassa percezione del rispetto nei confronti del prossimo. Quindi, il mio obiettivo è in primis trasmettere questi valori ai giovani, essendo convinto che sotto questo punto di vista il pugilato può essere molto d’aiuto. Non allenerei mai chi pensa di utilizzare questo sport per fare del male a qualcuno. Inoltre, è adatto a tutte le età e, oltre a migliorare l’aspetto fisico, ha benefici a livello mentale perché scarica ansie, tensioni e stress”.
MIGLIORI TALENTI. Dopo la pandemia un numero sempre maggiore di ragazzi si è avvicinato al pugilato e alla scuola di Gras-
L’EX PUGILE EUGUBINO , CON UN PASSATO DA PROTAGONISTA, HA APERTO UNA COLLABORAZIONE CON LA PALESTRA KINEO FITNESS & WELLNESS
DOVE CI SONO RAGAZZI AVVIATI AL PUGILATO.
TOMMASO ZEBI HA GIÀ DISPUTATO SETTE MATCH
MOSTRANDO DELLE QUALITÀ. SI FANNO STRADA ANCHE CARLO GARCIA, ELIA CARTUCCI, EDOARDO PAMBIANCO E LUDOVICO PANDOLFI
sellini: “Ho la fortuna di avere un gruppo di atleti in gamba, disciplinati e che si allenano con costanza e impegno. Ci sono uomini e donne che vanno da 9 a 50 anni. In questo momento c’è in evidenza il diciottenne Tommaso Zebi, un atleta che ha già disputato 7 match, con due sole sconfitte e un pari. Lui è un picchiatore, sempre all’attacco e ha bisogno di allenamenti importanti perché il suo modo di combattere richiede un grosso dispendio di energie psicofisiche. Il ragazzo ha già iniziato la carriera dilettantistica ed è pronto a prendersi le sue soddisfazioni. Posso fare anche i nomi di Carlo Garcia, Elia Cartucci, Edoardo Pambianco e Ludovico Pandolfi. La pandemia ci ha un po’ bloccato ma siamo pronti a tornare presto sul ring con i nostri giovani, compresi quelli della Palestra Popolare di Perugia, dove ho iniziato una collaborazione”.
IL PASSATO. Grassellini, classe 1977, ha fatto la storia iniziando la sua carriera nel ‘93. Dal 1998 al 2002 ha disputato 55 incontri da pugile dilettante con 53 vittorie, un pari e una sconfitta. Poi è passato al professionismo (2002-2015) dove in 31 incontri ha ottenuto 20 vittorie, di cui 10 per ko, 3 pari e 8 sconfitte. Ha conquistato un titolo internazionale del Mediterraneo Ibf, uno internazionale Ibf e un intercontinentale Ibf, oltre a una medaglia di bronzo ai campionati assoluti italiani nel 2000. Ha avuto allenatori di assoluto prestigio come Patrizio Oliva e Biagio Zurlo.
Il dottor Teseo Lazzarini è andato in pensione. Ha lasciato un’impronta importante nel suo lungo e costruttivo percorso professionale in ospedale, prima nella struttura cittadina in piazza Quaranta Martiri e poi in quella comprensoriale a Branca. Nel 1992 ha promosso e realizzato le attività di cure palliative sul territorio eugubino con un progetto che i suoi collaboratori hanno definito pionieristico e lungimirante per andare incontro ai bisogni e alle sofferenze dei pazienti colpiti da malattie oncologiche, garantendo la prossimità delle cure a domicilio. Dal 1995, anno di apertura del reparto di rianimazione a Gubbio, si è dedicato con passione e competenza alla gestione dei pazienti critici contribuen-
do alla crescita di un team medico infermieristico di alto livello professionale. Ha assunto nel 2011 la responsabilità dell’Unità operativa complessa di anestesia e rianimazione presso l’ospedale di Branca, offrendo un contributo fondamentale allo sviluppo del progetto “Ospedale senza dolore” e della partoanalgesia in ambito ostetrico. Il personale del reparto di anestesia e rianimazione ha voluto salutare con gratitudine il dottor Lazzarini “riconoscendo la sua elevata statura umana e professionale con il sincero augurio di poter proseguire lungo la strada tracciata con altrettanta forza e determinazione. Un albero si riconosce per i suoi frutti, un uomo per le sue azioni”
BOC.
Il dottor Teseo Lazzarini in pensione con la gratitudine del reparto di anestesia e rianimazioneTommaso Zebi e Grassellini di FRANCESCO CARDONI
Carbonesca, circa 130 abitanti. Salgo su, entro in chiesa (c’è messa) e trovo presente, in un qualunque pomeriggio di marzo, un 20% della popolazione, di ogni età e censo, uomini e donne. Ho subito la sensazione chiara di una forte religiosità popolare, viva, vissuta. Mi fermo con alcuni degli uomini lì presenti. Altri li vedrò poi. Mi parlano della Compagnia del Santissimo Sacramento, della Processione del Venerdì Santo di Carbonesca e di quella del Corpus Domini; di quanto è accaduto soprattutto dal primo dopoguerra in poi. E ancora, di quante siano le edicole, le sacre immagini, le statuette che inducono la gente in strada allora come oggi a fermarsi per pregare. Alcune di queste sono divenute il ringraziamento per qualche grazia ricevuta, piccole cappelle.
PARTECIPANO TUTTI. Emerge uno spaccato unico, importante, mi fanno notare il crocefisso ligneo del ‘600 appena restaurato: le braccia di Gesù sono snodabili, come quelle del Gesù di Santa Croce della Foce, così da poter essere portato in processione il Venerdì Santo per le vie di Carbonesca. È segno di una tradizione antica, secolare, presente nella frazione, così come in altri luoghi della Diocesi eugubina.Per la Processione del Venerdì Santo e per quella del Corpus Domini - mi dicono - potresti contare la popolazione di Carbonesca, tutti vengono e partecipano. La Processione del Venerdì Santo mantiene ancora oggi lo stesso tracciato, la stessa struttura di sempre. Guidata da due priori, è aperta dalla
croce accompagnata da torce; dietro, le donne posizionate su due file, una a destra e una a sinistra che intonano canti, sacri, propri della religiosità novecentesca; segue il sacerdote, che precede il catafalco del Cristo e la statua della Vergine Addolorata, portati da uomini che indossano sacconi bianchi e mantelline nere, oggi come ai tempi della Compagnia del Santissimo Sacramento; chiudono, la Processione, gli uomini, anch’essi disposti su due file, una a destra e una a sinistra.
ATTIVI TUTTO L’ANNO. I signori incontrati in chiesa mi mostrano, poi, la campana di proprietà della Compagnia (è termine equivalente a Confraternita) del Santissimo Sacramento. Operante fino a qualche decennio fa, la Compagnia non si occupava solo della Processione del Venerdì Santo e di quella del Corpus Domini, ma aveva loculi di proprietà al cimitero, che metteva a disposizione dei parrocchiani. Accompagnava durante l’anno la vita della parrocchia e dei fedeli di Carbonesca, affiancando il parroco nelle sue molteplici iniziative, così come nelle varie ricorrenze religiose, raccogliendo anche denaro, grano oppure quanto fosse necessario per la vita religiosa e quotidiana della parrocchia, andando quindi anche incontro alle singole necessità, ai singoli bisogni di parrocchiani che si trovassero in difficoltà. Uno dei momenti scelti, dalla Compagnia, per raccogliere in paese denaro, suppellettili e generi di prima necessità, era quello della mietitura che avveniva collegialmente ogni anno con la buona stagione ed era caratterizzata pure da momenti di grande convivialità. Quanto emerso dai racconti è uno spaccato veramente particolare nel suo genere, di forte solidarietà. Porta alla mente, in modo unico e originale, lo stile di vita delle prime comunità cristiane, quelle delle origini, del primo secolo dopo Cristo. Porta alla luce un modus vivendi per certi versi diverso rispetto a tante altre Confraternite, senz’altro favorito comunque dal fatto di operare in un piccolo paese, dall’essere piccola comunità.
in varie parti del mondo (Cuba, fra le altre). Ma sarà ad uno dei campi di Mani Tese (Associazione nternazionale di Volontariato, operante fin dagli anni ’60), che incontrerà Laura Delpini, colei che diventerà la compagna della sua vita, portando, così, Gabriele, a fare, di Jerago, paese del Varesotto vicino a Gallarate, il campo base della sua vita (Comune di Jerago con Orago, altro paese lì vicino, di 5.185 abitanti). Gabriele e Laura costruiranno lì la loro famiglia, dandole un’impostazione cristiana. Non poteva essere diversamente, vista la forte connotazione di entrambe le famiglie di provenienza: Gabriele è il fratello di Don Fausto Pan, parroco, per anni, a Cantiano e Custode, a Gubbio, qualche tempo fa, della Basilica di S. Ubaldo; il fratello di Laura, Mons. , è, oggi, Arcivescovo di Milano. La forte frequenza, con il fratello Don Fausto, porterà, spesso, Gabriele a Cantiano e, lì, si innamorerà della Turba, tanto da cominciare a pensare, negli anni, di ripresentarla anche su, a Jerago, che è paese, comunque, non certo distante dalla zona dei grandi
Pasion dul Signur è proposta il pomeriggio-sera della Domenica delle Palme o del Venerdì Santo. E il Miserere? E’ parte importante della colonna sonora della Pasion dul Signur fin dall’inizio, dal 1986, assieme ad altri brani (fra gli altri, ad esempio, di Bach, come avviene, anche a Gubbio, al termine della Processione del Venerdì Santo). È presentato sia in forma cantata, da un Coro, logicamente maschile, di una decina di elementi, sia presentato come musica da banda, come avviene, un po’, in ogni parte d’Italia, per altri brani ed, anche, in altre occasioni (a Gubbio, ad esempio, in occasione del Corpus Domini). Gabriele ha saputo rispettare la tradizione orale del Miserere di Gubbio, senza l’uso di partiture, acquisendo, nel 1982, presso l’Associazione Maggio Eugubino, la copia di una musicassetta, edita, dalla Pro Loco, in quell’anno. Marco Bertona, oggi Direttore del Coro del Miserere di Jerago, ha registrato, in occasione del Venerdì Santo 2019, con strumento più moderno, di nuovo, il Miserere di Gubbio. Marco è, insieme anche ai figli dello stesso Gabriele, uno dei continuatori della sua opera, di quanto, da lui creato, a Jerago. Gabriele è salito in cielo 10 anni fa, nel 2013.
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SABATO 15 APRILE 2023
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