15 Giorni - Numero 67 - 9 Febbraio 2017 by VivoGubbio

GUBBIO quindicinale d’informazione

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Giovedì 9 Febbraio 2017 Anno V Numero 67

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IL MURETTO DEL PIANTO HA SCOSSO LE COSCIENZE LA TRAGEDIA DEL GIOVANE PRECIPITATO NEL VUOTO DA PIAZZA GRANDE IN VIA BALDASSINI: NUOVA MOBILITAZIONE, ANCHE DELL’ASSOCIAZIONE “INSIEME”, PER REALIZZARE IL SISTEMA DI PROTEZIONE PROGETTATO, APPALTATO E POI BLOCCATO. SOLLECITATO L’INTERVENTO DELLA MAGISTRATURA

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COPERTINA

Le tragedie di piazza Grande pesano sulla coscienza IL LUTTUOSO EVENTO DI FINE GENNAIO RIPROPONE IN TUTTA LA SUA DRAMMATICITÀ L’ESIGENZA DEL SISTEMA DI MESSA IN SICUREZZA DEL MURETTO PROGETTATO D’INTESA CON LA SOPRINTENDENZA. TORNA A MOBILITARSI L’ASSOCIAZIONE “INSIEME”, SI VUOLE COINVOLGERE LA PROCURA DELLA REPUBBLICA di MASSIMO BOCCUCCI

Ha un peso sulla coscienza chi non vuole un adeguato, quanto più efficace e discreto, sistema di protezione del muretto di piazza Grande, fin sotto le loggette del palazzo dei Consoli. Basta un po’ di buon senso, che nulla c’entra con la salvaguardia del contesto archettonico. La brutale verità è che purtroppo le tragedie riaprono le ferite, fanno riprendere tristemente il filo del discorso e mettono di fronte la cruda realtà. La morte del giovane che avrebbe compiuto 28 anni il prossimo ottobre, precipitato nella sottostante via Baldassini il 30 gennaio scorso, si porta dietro gli interrogativi e l’anatema verso chi fa finta di non vedere, oppure fin troppo semplicisticamente e senza un briciolo di umanità sostiene che non è una rete a fermare chi decide di fare un gesto estremo. Si continua a dimenticare che ci sono risvolti morali e pratici, come trasformare un luogo di pericolo e morte un simbolo dell’acropoli. Un’altra persona ha perso la vita e – attenzione - si è rischiato che finisse male anche per l’ignaro passante che stava transitando e se l’è visto piombare a due passi. Per non dire dei rischi che si continuano a correre sia quotidianamente (c’è chi si sporge spesso da quel muretto...) e ancor più in occasione dei Ceri dove dal Comune pensano di risolvere tutto con un’ordinanza che resta inapplicata senza controlli né contromisure adeguate. Siamo schietti nell’affermare che può diventare rischioso per la stessa continuità della festa se dovesse succedere qualcosa quel giorno. C’È IL PROGETTO L’ultima vicenda ha riportato alla memoria l’incidente del giugno 2011, costato la vita all’allora ventenne Riccardo Monacelli che perse l’equilibrio sul muretto della piazza precipitando nel vuoto. La famiglia di Riccardo e gli amici che hanno costituito l’Associazione “Insieme” per onorarne la memoria con tante iniziative rivolte ai giovani e alla città, si

sta battendo da allora perché venga messo in sicurezza il muretto. Dapprima il sindaco Diego Guerrini e poi il commissario straordinario Maria Luisa D’Alessandro avevano messo a punto, attraverso l’operatività di una commissione tecnica che ha coinvolto anche la Soprintendenza, un sistema di protezione con una rete speciale offrendo anche altre indicazioni. L’associazione “Insieme” con la famiglia Monacelli ha pure garantito il sostegno economico per concretizzare l’operazione. È stata effettuata la gara d’appalto nel 2014 alla vigilia delle elezioni comunali, con la cooperativa locale Corinzi 13 in grado di presentare l’offerta migliore, ma la Giunta Stirati dopo l’insediamento ha bloccato tutto e l’appalto è stato revocato tra la diffusa delusione e non poche perplessità, anche di ordine burocratico-amministrativo dopo un iter espletato. Ci sono esposti alla Procura della Repubblica di Perugia da cui si attendono pronunciamenti. Laddove fallisce la politica (sempre più spesso) non restano che la coscienza civile e la magistratura. NUOVA MOBILITAZIONE Ha lasciato un altro segno pesante nella comunità eugubina l’ultima tragedia, con lo straziante congedo dal giovane il 3 febbraio scorso nella chiesa di San Francesco con i tantissimi amici che l’hanno ricordato e salutato lanciando al cielo i palloncini colorati. Le reazioni sono state di dolore, sgomento e anche rabbia per quanto piazza Grande e il lungo muretto sono diventati nell’immaginario collettivo. È partita una nuova mobilitazione dell’Associazione “Insieme” che si è riunita tornando a interrogarsi sulla situazione del muretto. È stato chiesto l’accesso agli atti per verificare tutta la documentazione sul lavoro della commissione tecnica, gli atti assunti e poi revocati. Continuano le pressioni affinché intervenga la magistratura togliendo potere e arbitrio alla politica.

Avrebbe voluto i Ceri uniti nel chiostro

DIOCESI

L’EREDITÀ DEL VESCOVO PIETRO BOTTACCIOLI STA IN UNA RIFLESSIONE SULL’EPILOGO DELLA FESTA: SI È BATTUTO, SUBENDO ANCHE GESTI SCONSIDERATI NATI DAL FANATISMO CERAIOLO, PER ELIMINARE LA CHIUSURA DEL PORTONE E CONCLUDERE LA GIORNATA SENZA DIVISIONI DAVANTI A SANT’UBALDO

Si è raccontato tanto del vescovo Pietro Bottaccioli. Si è ricordato il lungo percorso di fede e di missione. Se n’è andato il 22 gennaio scorso, alle 7 di una domenica mattina, e due giorni dopo la città e la diocesi lo hanno salutato L’uscita da S. Giovanni PressNews nella sua amata chiesa di San Domenico, dopo la camera ardente allestita a San Giovanni, per accompagnarlo - come da espressa volontà - nel riposo in cattedrale nella cappella dei vescovi lungo gli scaloni accanto a Beniamino Ubaldo, Giuseppe Pecci e Carlo Taccetti. Il suo successore Mario Ceccobelli e il cardinale Ennio Antonelli, dal quale il vescovo Pietro aveva raccolto il testimone, ne hanno tracciato l’alto profilo e il ricordo. C’è un’eredità che non può essere taciuta, specie pensando alla presenza il giorno dei funerali, nella chiesa gremita, dei vessilli delle Famiglie ceraiole, di esponenti della festa e di tanti ceraioli. Avrebbe voluto, e si è battuto con grande onore e profonda dignità per un epilogo diverso della festa, la sera del 15 maggio, all’arrivo in basilica. Avrebbe voluto una conclusione nel segno dell’unità e della coralità, così com’è la festa in ogni passaggio, dalle sfilate all’Alzata fino alla corsa del pomeriggio. Nel 2000, per l’anno giubilare, provò a dare un segno fortissimo: si mise davanti al portone della basilica e quasi implorò di non chiuderlo ma di lasciarlo aperto perché i Ceri potessero passare e concludere la corsa e la festa uniti nel chiostro. Un grande e nobile segno che un certo fanatismo ceraiolo fermò con gesti sconsiderati a cui non venne dato risalto per rispetto nei confronti dell’amato presule e anche per non trascinare la festa su un crinaIl card. Antonelli PressNews le ancora più triste di quanto

di MASSIMO BOCCUCCI

già non fosse l’accaduto in sé. Di quell’episodio deprecabile si vuole, oggi che il vescovo Pietro non c’è più, rilanciare l’essenza per rendergli omaggio sul serio. Troppo facile riempire una chiesa, esternare cordoglio, esibire vessilli, farsi vedere nelle prime file. Molto più importante è capire il messaggio e l’impronta di un L’incensazione PressNews pastore che alla festa dei Ceri ha sempre dato il significato che ha, non certo una corrida o una prova muscolare da esibire negli ultimi cinquanta metri. Il vescovo Pietro ha invitato la comunità a riflettere, a riscopre il valore pieno dei Ceri che si traduce anche nella necessità di riprendere il filo del discorso su un più degno epilogo. Non ha senso farlo alla vigilia e davanti a un bicchiere di vino e alle costarelle, come spesso accade quando si parla di Ceri e di cambiamenti da proporre. Se si vuole veramente rendere omaggio allo spessore di Pietro uomo e vescovo, si abbia il coraggio di raccogliere quel gesto clamoroso del 2000 con il quale provò lucidamente e coraggiosamente a scuotere le coscienze. Quel suo gesto l’avvicinò ancora di più al suo predecessore più illustre, Sant’Ubaldo, che come la storia narra è stato uomo di popolo ma talvolta maltrattato dal suo stesso popolo. Il fanatismo e la miseria umana prendono troppo spesso il sopravvento sui valori della festa dei Ceri che un popolo consapevole e maturo deve preservare nelle sue radici autentiche. Ripensare l’epilogo della festa è un dovere e adesso anche una grande possibilità per onorare al meglio la memoria del Vescovo Pietro. La tumulazione PressNews

NUOVO VESCOVO Potrebbe arrivare presto la nomina del successore di Ceccobelli. Le voci si susseguono

QUANTE ATTENZIONI SU DON PRESCIUTTI

Regionale a Fano sino al 1993 iniziando a svolgere Se ne parla con insistenza in certi ambienti di don anche l’attività di insegnante di teologia dogmatica Marco Presciutti, 56 anni, di Pianello di Cagli, come presso lo stesso seminario. Nell’88 è stato nomipossibile nuovo vescovo di Gubbio. Il suo nome è nato direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano. stato fatto da tempo e in questi giorni, tra le voci Nel ‘93 è stato inviato come missionario “Fidei doche vogliono per imminente la nomina, viene rilannum” in Brasile, nella Diocesi di Salvador, dove fino ciato con forza. Don Presciutti, parroco della Conal 2003 ha operato in parrocchia, ha insegnato, è cattedrale di Cagli, sarebbe entrato nelle grazie di Don Marco Presciutti stato vicario episcopale e direttore della Scuola Papa Francesco, sulla scia delle segnalazioni a livelDiocesana per i Diaconi. Un altro nome che continua a circolare lo di Conferenza Episcopale che sono alla base per la scelta, an(ed è stato il primo a emergere) è quello di don Stefano Brizi, che per l’esperienza da missionario in Brasile per un decennio. 50 anni, originario di Meldola in provincia di Forlì-Cesena, vicaIl parroco cagliese è nato il 26 settembre 1960, ha conseguito rio generale della diocesi di Pesaro e parroco della cattedrale la licenza in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università pesarese. M.Boc. Gregoriana. Nell’87 è stato nominato vicerettore al Seminario

ATTUALITÀ

È TORNATO IL GIUDICE DI PACE

LA TERNANA CRISTIANA CRISTIANI HA PRESO POSSESSO DELL’UFFICIO NELL’EX SEMINARIO A SAN MARTINO. È PRESENTE UNA O DUE VOLTE A SETTIMANA, MENTRE LA CANCELLERIA È APERTA AL PUBBLICO DI MATTINA DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ Si chiama Cristiana Cristiani e ha 50 anni. Ha assunto l’incarico di giudice di pace dopo aver ricoperto lo stesso ruolo a Perugia per un decennio compreso un biennio da reggenCristiana Cristiani te ad Assisi fino al 2014. È il riferimento per l’intero comprensorio eugubino-gualdese coinvolgendo anche l’area di Pietralunga. La sede è nei locali dell’ex seminario a San Martino, al secondo piano degli uffici comunali alla galleria del donatore nel sottopassaggio verso via Cavour. È presente una-due volte a settimana, mentre la cancelleria resta aperta al pubblico nei giorni feriali dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 12.30. L’apertura dell’ufficio del giudice di pace riporta a Gubbio, e per tutta l’area territoriale del comprensorio dell’Alto Chiascio fino a Pietralunga, i contenziosi al momento fino al 20 mila euro ma presto destinati a salire fino a 50 mila. “Sono consapevole che si va verso un incremento di competenze e responsabilità - spiega il neo giudice di pace Cristiani - visto il prospettato aumento del tetto economico delle controversie. Il plafond che salirà a 50 mila euro rappresenta circa l’80 per cento del contenzioso”. L’assegnazione è stata disposta dal presidente del tribunale di Perugia, Aldo Criscuolo, che ha nominato la più giovane tra i candidati che si erano resi disponibili. Si concretizza il decreto ministeriale che fin dal maggio scorso stabiliva la riapertura dell’ufficio del giudice di pace dopo la soppressione della sede eugubina in via XX Settembre. La riattivazione del servizio non è a spese dello Stato, come in precedenza, ma delle amministrazioni comunali che hanno concordato la ripartizione delle quote, con i locali messi a disposizione dal Comune di Gubbio e il personale appositamente previsto. Il giudice di pace ha una vasta possibilità d’intervento nei contenzioni, per un corrispettivo economico contenuto, con una funzione preminente di mediazione oltre che di valutazione. “È un traguardo importante e significativo - dicono il sindaco Filippo Mario Stirati e l’assessore Lorena Anastasi - raggiunto da Gubbio e dai Comuni della fascia appenninica, unitamente a Pietralunga, e assicura un importante presidio per l’intero territorio. È il risultato di un lavoro politico e organizzativo costante”. R.Bar.

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POLITICA

PD, SEGRETERIA E CONGRESSO RESTANO CONGELATI

ORIELLA PASSERI AVEVA ANNUNCIATO LE DIMISSIONI DA SEGRETARIA DOPO IL REFERENDUM PER APRIRE LA FASE CONGRESSUALE, IL SEGRETARIO REGIONALE GIACOMO LEONELLI HA BLOCCATO TUTTO PRENDENDO TEMPO MENTRE CONTINUANO LE LOTTE INTERNE. IL GRUPPO SMACCHI RIVENDICA LA GUIDA DEL PARTITO

Doveva azzerarsi tutto nel Pd subito dopo il referendum costituzionale. Già, questo era stato annunciato ma la situazione è bloccata. Aveva annunciato le dimissioni Oriella Passeri da segretaria per aprire raOriella Passeri pidamente la fase congressuale tenendo conto che a Gubbio il partito è all’opposizione in Comune ed è caratterizzato da correnti, gruppetti e continue liti interne che non conoscono tregua. La segreteria resta invece congelata in attesa di schiarite sul fronte perugino perché il segretario regionale Giacomo Leonelli ha chiesto tempo invitando piazza Oderisi a soprassedere, almeno per ora. Il caso Gubbio non è isolato, visto che Leonelli ha ricordato come ci sono dimissionari anche a Perugia, Temi, Spoleto, Bastia Umbra, Todi e Castiglione del Lago. Ma il caso del Pd eugubino è più complicato perché, a parte il biennio al potere con Diego Guerrini nel 2011, si è sempre spaccato tra quanti si sono messi in proprio salendo su qualche carro, come al tempo di Orfeo Goracci, o costruendosene uno come con Stirati. SMACCHI RIVENDICA Ora tutto ruota attorno alla corrente del consigliere regionale Andrea Smacchi, che fa capo al sottosegretario Gianpiero Bocci. Ormai da mesi è accerchiata la Passeri per sostituirla con un esponente del gruppo Smacchi, preparando così il terreno alla corsa elettorale del 2019 con il consigliere comu-

nale Virna Venerucci in rampa di lancio per candidarsi a sindaco, aprendo così la strada a Smacchi per il ruolo di assessore esterno della giunta regionale nel 2020. Nel piano per prendere in mano il Comune, il gruppo Smacchi si fa forte dell’accordo con il giovane consigliere Luca Barilari della corrente di Gianni Pecci. TUONA CASOLI È uscito allo scoperto il veltroniano ed ex consigliere regionale Ubaldo Casoli che nel 2014 si è schierato al fianco di Stirati e che rivolgendosi al segretario regionale Leonelli gli ha rammentato come c’è chi ha detto no “a un partito telecomandato da padroni e padrini, e malato di tutte le degenerazioni che questi fenomeni comportano, facendo una scelta dolorosa nell’uscire e stravincerele elezioni con Stirati. Ogni volta che il segretario regionale è venuto a Gubbio, l’ha fatto sulle ali delle correnti. Lo sa il segretario regionale in quali condizioni versa il Pd a Gubbio? Lo sa che per veti incrociati è completamente inesistente, non dà segni di vita se non quando c’è da glorificare i vari padrini? Lo sa che non è nemmeno percepito dalla società eugubina e che forse un gruppo dirigente regionale o provinciale che così si definisce, avrebbe dovuto quantomeno commissariarlo da due anni? Se il segretario regionale fa sul serio, io e altri siamo disposti a dargli una mano, non per fare una corrente più forte delle altre ma Ubaldo Casoli per fare un altro Pd”. M.Boc.

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POLITICA

Relazione di fine mandato, chiesti 5.000 euro a Guerrini L’EX SINDACO NON HA SOTTOSCRITTO UN DOCUMENTO. CORTE DEI CONTI E COMUNE GLI HANNO PRESENTATO IL CONTO. IL DIRETTO INTERESSATO NON CI STA: RICORSO AL GIUDICE DI PACE. UDIENZA IL 6 MARZO E INGIUNZIONE DI PAGAMENTO SOSPESA di MASSIMO BOCCUCCI

C’è un conto da pagare ma l’ex sindaco Diego Guerrini, al quale sono stati chiesti 5.000 euro per non aver sottoscritto la relazione di fine mandato, si oppone rivolgendosi al giuL’ex sindaco Diego Guerrini dice di pace. A Guerrini è arrivata dal Comune una notifica con l’ingiunzione di pagamento, dietro un atto del dirigente Raoul Caldarelli del 21 dicembre scorso, con cui si raccoglie una disposizione della Corte dei Conti e si richiede il pagamento. Per tutta risposta Guerrini si oppone e ricorre al giudice di pace Cristiana Cristiani appena insediata e pronta a occuparsi del caso. L’udienza è fissata per il 6 marzo con l’ingiunzione di pagamento sospesa. La faccenda è decisamente singolare. Guerrini è stato eletto nel 2011 alla guida di una coalizione di centrosinistra dal Pd a Rifondazione Comunista ed è rimasto in carica sino a fine maggio del 2013 quando ha perso la maggioranza e si è dimesso. Gli è subentrato il commissario straordinario, Maria Luisa D’Alessandro, che ha traghettato il Comune fino al ballottaggio tra Filippo Mario Stirati ed Ennio Palazzari del giugno 2014. È stata lei a firmare la relazione di fine mandato inoltrandola, come da prassi, alla sezione controllo della Corte dei Conti secondo quanto previsto da una legge statale del 2011. Qui è scoppiato il caso ed è intervenuto l’organo supremo della Corte dei Conti che nel 2015, sollecitato a esprimersi su come si debba procedere in caso di commissa-

PARCHEGGI ALTERNATIVI...

In tempi di lavori in via Perugina succede anche questo: una vettura è rimasta per diversi giorni in sosta in questa posizione, cioè nei pressi del semaforo davanti ad alcune attività commerciali, senza che nessuno provvedesse alla sua rimozione. Un lettore l’ha immortalata chiedendosi due cose: come avrebbe fatto ad uscire (visto che è contromano) e perché mai nessun vigile avesse provveduto a rimuoverla tempestivamente. Domande che ci facciamo anche noi...

riamento del Comune, ha precisato che la relazione di fine mandato non possa essere sottoscritta dal commissario straordinario ma dal sindaco. Di conseguenza la Corte dei Conti dell’Umbria ha informato il Comune di Gubbio, che ha avviato le procedure per assumere l’atto dirigenziale con cui sono stati richiesti i Il dirigente Raoul Caldarelli soldi all’ex sindaco Guerrini. Il giudice di pace si appresta a esaminare l’incartamento e a pronunciarsi sul ricorso di Guerrini. Per la Corte dei Conti un sindaco è comunque obbligato a sottoscrivere la relazione di fine mandato anche se decaduto precedentemente, ricordando che il commissario straordinario gli è subentrato e ha firmato anche per il biennio in cui non c’era.

PASSIONI

Vela, la nuova sfida della famiglia Malingri VITTORIO E NICO PREPARANO LA PROSSIMA IMPRESA: BATTERE IL RECORD SULLA TRATTA DAKAR-GUADALUPA DOPO AVER ABBASSATO IL LIMITE DELLA MARSIGLIA-CARTAGINE. PADRE E FIGLIO SONO AL LAVORO, PRONTI A STUPIRE IL MONDO ANCORA UNA VOLTA

Nati per le imprese, più difficili che facili. È il destino di chi pioniere della vela lo è da sempre e l’acqua del mare gli fa da sangue. Vittorio Malingri e Nico Malingri, padre 55enne e figlio di 25 anni, sono dei lupi di mare che con la vela hanno conquistato il mondo. Si stanno preparando Vittorio e Nico Malingri per battere un altro record, sulla tratta Dakar-Guadalupa di 2.545 miglia. Il tempo ufficiale da limare è 11 giorni, un’ora e 25 minuti detenuto dai francesi Pierre-Yves Moreau e Benoit Lequin. I Malingri si portano dietro la straordinaria carica per aver abbassato quest’anno il limite sulla Marsiglia-Cartagine, altra impresa di livello internazionale. “In Grecia abbiamo preparato la barca per questa nuova avventura - dice Vittorio Malingri - e ci sono una serie di impegni raggiungendo il Senegal per avvicinarci all’appuntamento. Aspetteremo il vento buono, credo che ci spingeremo fino a marzo con le condizioni meteo migliori. Per noi è la prova più importante, vogliamo battere anche questo primato con il duplice scopo di superare i limiti e diffondere la vela in Italia. L’Umbria resta la mia terra adottiva: a Gubbio passo ogni tanto perché è sempre la base, anche di famiglia”.

di MASSIMO BOCCUCCI

UN ANNO INTENSO La traversata atlantica che li aspetta, con onda lunga e temporali in un clima tropicale, prevede tre fasi di navigazione: uscita dall’Africa fino a oltre le isole di Capoverde, navigazione negli alisei e approdo ai Caraibi. È questo il pezzo forte degli impegni per il 2017, un anno che si annuncia intenso e che vedrà ad agosto anche la partecipazione alla regata di flotta Centomiglia del Garda, in un confronto diverso dal solito visto che alla barca e l’equipaggio non sono congeniali questo tipo di competizioni. Si lasciano alle spalle Vittorio e il secondogenito Nico la linea di arrivo a Portofino dopo aver tentato, a metà novembre, di battere il record in mare aperto sulla tratta Portofino-Giraglia-Portofino di 148 miglia, a bordo del catamarano sportivo di 6 metri Feel Good-Citroen, considerato il più veloce e innovativo della sua categoria con una velocità di punta di quasi 25 nodi e percorrenze di oltre 300 miglia al giorno. I Malingri, con un tempo di 19 ore, 4 minuti e 52 secondi non sono riusciti ad abbassare il limite realizzato il giorno precedente da Ambrogio Beccaria e Bernardo Zin su una rotta affrontata per la prima volta dalle classi Formula 18 e I Malingri su Feel Good Citroen Formula 20.

ATTUALITÀ

UFFICI COMUNALI E SERVIZI SANITARI NELL’EX OSPEDALE: SERVONO I SOLDI LA GIUNTA STIRATI HA DECISO DI PORTARE AVANTI UN’OPERAZIONE TUTTA PUBBLICA. PRESSING SULLA REGIONE PER AVERE I FONDI. SI TORNA A PARLARE DELLA RIQUALIFICAZIONE DI PIAZZA QUARANTA MARTIRI Il trasferimento degli uffici comunali e la riunificazione dei servizi sanitari del territorio nella Casa della Salute prevedendo spazi per la farmacia comunale, gli ambulatori associati dei medici e le associazioni di volontariato: questo è il destino dell’ex ospedale di piazza Quaranta Martiri con la ricerca di soldi pubblici per finanziare l’operazione. Ci si pone anche la questione di ripensare la piazza, per renderla moderna rispetto alle attuali condizioni di inadeguatezza e degrado. La Giunta Stirati ha intanto esperito la gara per assegnare la redazione del progetto per il riutilizzo del vecchio nosocomio, sul quale poi indire l’appalto dei lavori. Il grande complesso, per buona parte settecentesco, è oggi in parte occupato da alcuni servizi sanitari e per il resto vuoto dopo l’attivazione, nel marzo 2008, dell’ospedale a Branca. Si

sono susseguiti i dibattiti e le proposte, tra le promesse a ogni scadenza elettorale e le aspettative deluse. Per l’edificio si era parlato di attività ricettive, negozi e appartamenti. Ora niente di tutto questo. I privati sono stati messi da parte e il Comune ha deciso, dopo che la Regione ha revocato i fondi del Puc 2, di andare avanti con la collocazione dei servizi pubblici. Non è un mistero che le casse del Comune sono piene di buchi tra le eredità del passato e i paurosi ammanchi sulla riscossione delle tasse locali (oltre cinque milioni per Ici, Imu e rifiuti). Il quadro generale rende complicato il reperimento dei fondi pubblici, oltre alle discussioni e analisi se di questi tempi sia saggio monopolizzare con il marchio del Comune un edificio di quel livello e non farne invece un elemento di attrazione coinvolgendo i privati. R.Bar.

IL CASO Continua la battaglia legale per un posto in Consiglio Regionale: ora si rivolge ai giudici europei

BIANCARELLI NON SI DÀ PER VINTO: C’È IL RICORSO ALLA CORTE DI STRASBURGO

Una poltrona che scotta: la chiama così il Messaggero, nell’arguta rubrica quotidiana delle Foglie che in prima pagina regionale non le manda a dire, la querelle tra la piddina Carla Casciari che ha scalzato Giuseppe Biancarelli dalla poltrona di consigliere regionale. Persa la battaglia nei due tribunali italiani, il presidente del Consiglio Comunale ha deciso di non fermarsi. Ne fa una questione di principio e perché è convinto - non soltanto lui in verità - che il Pd si è fatto una legge per governare a piacimento prendendosi baracca e burattini (è rimasto uno strapuntino per il Psi). La rivendicazione sul diritto al posto in Consiglio Regionale approda così, con un ricorso, alla Corte di Giustizia di Strasburgo. Saranno i giudici europei a dire se l’ultima legge elettorale

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della piccola Umbria, da oltre settant’anni in mano ai soliti noti, ha ripartito in modo corretto i seggi dell’assemblea di palazzo Pretorio. Biancarelli è stato dapprima eletto e poi estromesso perché il calcolo della lista “Umbria più uguale” andava fatto tenendo conto che lo sbarramento del 2,5% non dovesse riguardare, come logica vorrebbe, soltanto i voti delle liste ma anche quelli riportati dai candidati alla presidenza. Un mostro elettorale-giuridico che la Commissione Statuto presieduta da Andrea Smacchi, alla vigilia del voto del 2015, ha adottato per garantire al Pd il maggior numero di poltrone. E ci ha rimesso Biancarelli, pur se la lista che lo ha espresso è risultata determinante per la vittoria della Marini e del Pd.

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DALL’APOSTASIA ALLA PERSECUZIONE: IL PERICOLOSO CAMMINO NELLA CHIESA DEI DUE PAPI

L’excursus sulle inquietanti visioni della beata Anna Katharina Emmerick (nella foto) ci porta nei testi del 1820 che vanno sotto il nome di “profezia dei due papi” e che sembrerebbero, fin nei dettagli, riguardare i nostri tempi. In effetti, è bene ricordare che mai nella bimillenaria storia della Chiesa si sono avuti due papi. Molti affermano che in realtà anche nei secoli passati ci sono stati momenti in cui c’erano addirittura tre papi. Il parallelismo però è improprio e decisamente sbagliato, perché nel passato si trattava sempre di personaggi in lotta tra loro. Essendo chiaro che la Chiesa può avere, per espressa volontà di Gesù Cristo, un solo e unico papa, ogni “presunto” papa del passato considerava l’altro “pretendente” un impostore, ossia un “antipapa”. Solo in questi nostri anni (e questo la dice lunga sullo stato di crisi drammatica in cui versa il mondo cattolico) sembra normale che esistano due pontefici che si riconoscono vicendevolmente il titolo di “papa”, seppure per Benedetto XVI si usa anche aggiungere l’aggettivo “emerito”. Una follia nella follia, quest’ultima, perché anche un bambino sa che “emerito” può essere solo un vescovo, in quanto dopo il pensionamento mantiene comunque l’episcopato (che è un sacramento e quindi è incancellabile), mentre il papato, essendo un incarico, decade al momento della rinuncia. È per questo che quando la beata Emmerick, una religiosa che sapeva bene che la Chiesa può avere un solo papa, parla di “due papi”, il pensiero corre inevitabilmente ai nostri giorni, anche alla luce di un particolare che era impensabile all’inizio del XVIII secolo (la Emmerick è famosa, come già abbiamo avuto modo di sottolineare, per le visioni precise fin nel dettaglio): “La Messa era breve. Il Vangelo di san Giovanni non veniva letto alla fine”. Nella messa di sempre, restata in vigore fino alla drammatica riforma liturgica del 1970, la celebrazione si concludeva proprio con la lettura del prologo del Vangelo di Giovanni. All’epoca della Emmerick era impensabile che la messa venisse stravolta e quel particolare sulla mancata lettura del vangelo risulta drammaticamente chiaro solo oggi. Ma ecco come la mistica tedesca descrive con angoscia le conseguenze dramma-

LA ROCCA

tiche che scaturiranno dall’assurda coesistenza dei due papi: “Poi vidi che tutto ciò che riguardava il protestantesimo stava prendendo gradualmente il sopravvento e la religione cattolica stava precipitando in una completa decadenza. La maggior parte dei sacerdoti erano attratti dalle dottrine seducenti ma false di giovani insegnanti (…). Vidi che molti pastori si erano fatti coinvolgere in idee che erano pericolose per la chiesa. Stavano costruendo una chiesa grande, strana, e stravagante (…). Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti e avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione. Così doveva essere la nuova chiesa… Ma Dio aveva altri progetti” (22 aprile 1823). Sembra la drammatica descrizione di quello che sta avvenendo oggi. Proprio nell’anno del centenario di Fatima, nella stragrande maggioranza delle diocesi cattoliche (purtroppo anche a Gubbio) si sta celebrando non la Madonna ma il cinquecentenario della rivoluzione attuata da Martin Lutero. Va ricordato che da sempre il magistero cattolico ha condannato gli errori di Lutero (san Pio X definì il protestantesimo come “la somma di tutte le eresie”). La Chiesa “stravagante” che avrebbe cominciato a prendere forma nell’epoca dei “due papi” descritta dalla Emmerick sembra oggi essere davanti agli occhi di tutti, con conseguenze drammatiche per i pochi sacerdoti che non vogliono adeguarsi a questa autodemolizione del cattolicesimo. Anche qui la mistica tedesca scrive parole inequivocabili: “Ora vedo che in questo luogo la Chiesa viene minata in maniera così astuta che rimangono a mala pena un centinaio di sacerdoti che non siano stati ingannati. Tutti loro lavorano alla distruzione, persino il clero. Si avvicina una grande devastazione. In tutto il mondo le persone buone e devote, e specialmente il clero, erano vessate, oppresse e messe in prigione. Ebbi la sensazione che sarebbero diventate martiri un giorno” (1 ottobre 1820). Dalla grande apostasia (ossia la perdita della vera fede) alla grande persecuzione (di sacerdoti e laici che non vorranno adeguarsi alla nuova falsa chiesa)? È questo l’ultimo, drammatico monito che emerge dalla profezia della Emmerick. E proprio su questo inquietante aspetto dovremo intrattenerci la prossima volta.

CRONACA

Affari d’oro con la discarica AUMENTATE NEL 2016 LE ENTRATE NELLE CASSE DEL COMUNE GRAZIE A 800 MILA EURO ARRIVATI DALLA GESTIONE DEL DISCUSSO SITO DI COLOGNOLA

Il business della “monnezza” fa ricchi anche i Comuni che nel firmamento delle tasse fanno pure gli imprenditori. Eccoli gli affari d’oro con la discarica di Colognola. Il Comune di Gubbio ha ritrovato entrate cospicue e preziose dal settore dei rifiuti, come hanno rivelato le ultime variazioni al bilancio. Durante il 2016 si è infatti registrato un aumento consistente, per circa 800 mila euro, delle entrare nelle casse comunali derivanti dalla gestione della discarica che, attraverso dei lavori di sistemazione, ha consentito un considerevole aumento del conferimento dei rifiuti nel vecchio sito. Per Colognola è un cambio di rotta dopo gli ultimi anni passati prima a vederla come una gallina dalle uova d’oro (ai tempi di Goracci introitava fino a due milioni l’anno spesi per larga parte per finanziare di tutto meno che i lavori di bonifica e sistemazione) e poi, dopo i casi di inquinamento e saturamento, ridotta ai minimi termini con un crollo verticale degli incassi. Adesso è tornata a produrre soldi freschi tra i carichi di rifiuti che vengono continuamente conferiti. Il 2016 verrà ricordato tanto per la ripresa della produttività, con i relativi ritorni economici, quanto per le feroci proteste degli abitanti

della zona che hanno ripetutamente denunciato le ripercussioni maleodoranti della gestione della discarica. INCHIESTA IN CORSO Si attendono le determinazioni dell’inchiesta da tempo aperta dai magistrati perugini su Colognola, nei vari filoni che coinvolgono con il Comune anche determinate aziende di smaltimento e per quanto attiene l’utilizzo dei soldi ricavati con il sospetto che le risorse economiche siano in passato servite per coltivare il consenso politico-elettorale e che possano servire oggi per sanare debiti su altri fronti. Il Comune è infatti alle prese con il caso della società di proprietà Gubbio Cultura e Multiservizi Srl che ha un deficit di circa 1,5 milioni di euro (si vuole ricapitalizzarla per conservare i 22 posti di lavoro a tempo indeterminato) e rileva minori entrate per circa 100 mila euro dovute a un calo dell’Irpef a causa del perdurare della crisi economica, oltre al mancato incasso di ulteriori 50 mila euro da altre tassazioni locali, tenendo conto che resta sospesa la faccenda della mancata riscossione negli anni di tributi per oltre cinque milioni. L’Amministrazione Comunale ha ufficializzato un utile di 650 mila euro inseriti nella riprogrammazione del piano triennale delle opere pubbliche, con 100 mila stanziati per i lavori di riadattamento ambientale della discarica di Colognola.

LA PROVINCIA SI È RICORDATA DELLA STRADA DI MONTEGRANELLI

Il tratto di strada che collega Ponte d’Assi con Mocaiana, all’altezza di Montegranelli versa in condizioni pietose da una decina di anni. Sono state continue le segnalazioni e pressioni per intervenire su una bretella viaria di collegamento. Le proteste sono rimbalzate su Facebook, in una città solitamente “cloroformizzata” nel porre i problemi confidando nelle soluzioni. La competenza di questo tratto di strada è della Provincia e si è adoperata l’Amministrazione Comunale per farci mettere le mani. La Provincia, che già ha dismesso le scuole, comprese le palestre, restando aperta solo per il carrozzone del presidente, i consiglieri, i ricchi dirigenti e i dipendenti rimasti, stavolta ha avuto un sus-

sulto. L’intervento è stato finanziato, progettato e appaltato. “Ho visto girare tra i miei contatti su Facebook un post - ha esternato l’assessore ai Lavori Pubblici, Alessia Tasso -. È giusto condividere lo sdegno e il disappunto, a me però piace di più condividere le soluzioni e dire le cose come stanno. Questo tratto di strada è di competenza della Provincia di Perugia, ma questo non ci ha impedito di impegnarci per trovare insieme una possibile soluzione. Ora, dopo 10 anni, i lavori di messa in sicurezza della frana, asfalto e barriere metalliche sono stati appaltati. A primavera partiranno i lavori. Nonostante le difficoltà degli Enti pubblici, con un pò di impegno si possono ottenere grandissimi risultati”. È questo sicuramente un buon segnale da raccogliere.

GUBBIO, L’OBIETTIVO ADESSO SONO I PLAY-OFF FONTANELLE BRANCA, SALVEZZA PIÙ VICINA

Le porte girevoli del calcio eugubino. Quelle che hanno condotto lontano da Gubbio il discusso Antonio Narciso, finito al Teramo dopo cinque mesi a dir poco turbolenti, con vivo sollievo di tanFerri Marini Ridolfi ti tifosi da sempre sostenitori del giovane Giacomo Volpe, tornato subito titolare dopo la sosta di inizio anno. Il mercato invernale non ha portato la prima punta tanto decantata, ma in pochi si sono fasciati la testa poiché i rossoblù di Beppe Magi hanno dimostrato di avere ancora molto da dire. La seconda parte di stagione sarà l’occasione buona per vedere all’opera qualche giovane (Conti su tutti) e tentare poi di fare strada nei play-off, traguardo decisamente a portata di mano considerando la formula allargata proposta dalla Lega (anche la decima parteciperà agli spareggi).

BRANCA A TUTTO GAS Ma il calcio eugubino racconta anche il momento d’oro del Fontanelle Branca, tornato protagonista dopo i patimenti di inizio torneo (nelle ultime 17 giornate i brancaioli viaggiano alla media di 1,70 punti Francioni Moriconi a partita). Il girone di ritorno sin qui ha prodotto ben 5 risultati utili consecutivi, con i biancoblù trascinati dai gol di Emanuele Francioni (arrivato a quota 11) che ha saputo colmare l’assenza pesantissima di Marco Gaggiotti, fuori da due mesi dopo l’infortunio al ginocchio. Il discorso salvezza è abbastanza avanzato: le prossime due gare contro il fanalino di coda Torgiano e la Subasio sembrano fatte apposta per incamerare i punti decisivi per chiudere virtualmente i giochi. E poi chissà che non ci scappi pure un pensierino play-off... R.Bar.

Ripensare gli Arconi sotto una nuova luce

L’IDEA

UNA RIFLESSIONE E UNA PROPOSTA DELL’ARCHITETTO MARCO PETRINI PER IMPREZIOSIRE E VALORIZZARE GLI SPAZI INFERIORI DI PIAZZA GRANDE di MARCO PETRINI *

Mi rendo conto, già dalle prime battute, di iniziare una passeggiata in un campo minato. È sempre difficile, proporre un uso diverso degli spazi pubblici utilizzati da una comunità, ma a Gubbio il rischio è ancora maggiore se il discorso tocca la festa dei Ceri o meglio il suo contorno. Tutti noi ammiriamo la straordinaria architettura rappresentata dalla piazza pensile sorretta dai celebri arconi di via Baldassini. La grande bellezza e l’unicità di questi luoghi si fondono poi alla valenza simbolica che assumono in relazione alla festa dei Ceri. Se per un attimo però, almeno solo per il tempo di leggere queste righe, ogni eugubino che ama la sua città provasse con onestà intellettuale a valutare senza pregiudizi lo stato in cui versano questi spazi, forse potrebbe comprendere il mio punto di vista. Se solo ognuno alzasse gli occhi per vedere il sistema di copertura dei singoli spazi capirebbe che qualcosa non va: nel rapporto tra la tanta bellezza che la mente

sa e l’immagine che l’occhio vede si crea un cortocircuito. Ognuno dei quattro vani è coperto con teli che nascondono i sostegni soprastanti alla vista e le arcate sono chiuse da reti per evitare l’ingresso dei volatili. Questi teli nascondono completamente alla vista anche l’intradosso delle splendide strutture ad arco realizzate a partire dal 1481 dal perugino maestro Battista. Ogni elemento inserito in questi spazi non ha alcun rapporto con il contesto. Le linee degli impianti e gli apparecchi di illuminazione, logicamente indispensabili, non hanno nessuna qualità e sono appesi alle mura di pietra secolari come potrebbero esserlo in un capannone prefabbricato, gli arredi mobili accatastati sono gli stessi utilizzati nelle sagre delle frazioni. Tutto è finalizzato all’uso che di questi spazi si fa. Da un lato si pensa che l’assoluta unicità degli arconi, testimonianza materiale di una straordinaria civiltà, sia il luogo eletto dove un altrettanto straordinario evento quale la festa dei Ceri possa vivere momenti di grande aggregazione popolare, dall’altro tutto quello che serve per celebrare questa tradizione ne trasfigura l’immagine. Ma anche la sostanza. Recentemente con una studentessa ho potuto fare una ricognizione fotografica con un cestello gru (solo così è possibile) per documentare lo stato dei luoghi al di sopra della copertura e quello che ho visto mi ha fatto molto riflettere. L’intradosso delle volte presenta un avanzato stato di degrado. Quel volume immenso, poi, sia quantitativamente che qualitativamente, completamente inaccessibile così delimitato da coperture posticce e da reti sembra inattuale, come una immagine di repertorio di un luogo abbandonato. Ogni destinazione deve essere compatibile con il luogo e visto lo stato attuale delle cose penso che sia necessaria una riflessione ampia e condivisa per capire come continuare ad usare questi spazi senza deturparli, anzi magari valorizzandoli. La conservazione e l’innovazione non sono termini antitetici, anzi con l’innovazione un progetto colto può valorizzare. Per essere utilizzati i volumi degli arconi devono avere una copertura e l’avevano anche in passato: nelle riprese ad alta definizione che ho fatto, si vedono ancora chiaramente le tracce di queste coperture antiche poi demolite, che non erano visibili dall’esterno. L’architettura ha sempre una risposta: io immagino (probabilmente sogno), che con le nuove tecnologie e le infinite possibilità offerte da materiali innovativi sia possibile realizzare all’interno degli arconi dei volumi autonomi magari su due livelli, completamente distaccati dalle strutture in pietra, rivestiti in vetro e dotati un impiantistica adeguata per ogni funzione liberando tutte le superfici storiche da ogni interferenza, consentendone anzi la visione da una quota più alta. Le volte, illuminate dal basso dalla struttura che sostiene le vetrate di copertura, potrebbero avere un effetto di grande impatto emozionale anche da via Baldassini. Questi sogni, sono diventati la tesi di laurea di una studentessa, seguita dal professor Carlo Pellegrini e dal sottoscritto, e spero che prossimamente possano essere presentati pubblicamente, magari solo per aprire un dibattito costruttivo. * Architetto libero professionista Docente in “Progettazione spazi espositivi” presso la Pareto University

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IL RICORDO

ASSOCIAZIONI

Resta l’immagine della sua festa di compleanno perché Gino Biancarelli aveva da poco compiuto 86 anni, prima di andarsene il primo febbraio scorso circondato dall’affetto dei suoi cari e degli amici. Il figlio Giuseppe, presidente del Consiglio Comunale e uomo di punta della coalizione del sindaco Filippo Mario Stirati che ha avuto parole di profondo cordoglio, ha usato parole piene di commozione, condivise con gli amici di Facebook, nel ricordarne i nomignoli affettuosi di Generale, Testanera, Ginetto. Era una persona d’altri tempi, legata ai valori della terra e della vita. “L’uomo di gran lunga più laborioso e pieno d’entusiasmo che ho conosciuto”: così l’ha definito il figlio Giuseppe. “Ne ricordiamo l’esempio di vita laboriosa, l’entusiasmo nell’affrontare le prove della vita e la profonda dedizione alla famiglia”, ha scritto il sindaco Stirati prima del saluto il 2 febbraio nella chiesa di Mocaiana a due passi da casa.

Si è conclusa la prima fase della raccolta fondi promossa da A.D.A. Gubbio Solidale a favore di un giovane eugubino che nelle scorse settimane s’è recato negli Stati Uniti per una quindicina di giorni, sottoponendosi ad accertamenti medici per tentare di debellare una particolare patologia di cui soffre sin dalla tenera età. L’associazione, che raccoglie numerose associazioni del territorio comprensoriale, ha comunicato il resoconto dell’operazione partita nello scorso mese di ottobre: la spesa complessiva è stata di 57.539,74 euro, mentre il totale dei contributi raccolti nelle varie iniziative ammonta a 50.356,18 euro. La restante somma di 7.183,72 euro è stata coperta con i soldi residui del fondo dell’associazione. È attesa da un momento all’altro le decisione della Commissione Medica degli Stati Uniti sui risultati della cura e sul suo proseguimento terapeutico. A.D.A. Gubbio Solidale ringrazia tutta la cittadinanza per la grandissima e calorosa partecipazione che ha reso possibile tutta l’operazione, nella convinzione che qualora ce ne fosse bisogno in tanti sarebbe pronti a contribuire nuovamente alle iniziative in calendario.

GINO BIANCARELLI SE N’E’ ANDATO

A.D.A. GUBBIO SOLIDALE, LE CIFRE DELLA RACCOLTA FONDI

NELLO ROSSI, UNA VITA SPESA AL SERVIZIO DEGLI ALTRI

Non è semplice ricordare Nello Rossi, non lo è perché molteplici sono state le attività e gli ambiti che lo hanno visto coinvolto durante un’esistenza vissuta sempre in prima linea. “Un uomo d’altri tempi”, l’hanno definito, uno che non si è mai fatto scrupoli nel dire ciò che pensava, per amore della verità e di quel senso di giustizia che troppo spesso non vedeva ricambiato da parte delle istituzioni e della civiltà contemporanea. È andato spesso controcorrente ma lo ha fatto sempre con stile. Ha legato il suo nome a tante iniziative, alcune legate alle sue innumerevoli passioni: dalla bicicletta ai viaggi, dal Cero di Sant’Antonio all’AVIS, fino ala dedizione per il lavoro e verso la famiglia, con tanti nipoti che lo hanno accompagnato nell’ultimo viaggio assieme ai quattro figli, dopo che lui negli ultimi anni s’era preso cura con impareggiabile amore dell’amata Albina. Ha lasciato un segno profondo, Nello, e in molti già lo rimpiangono. Perché al giorno d’oggi la schiettezza è virtù sempre più rara. Nello ne faceva un vanto, oltre che un modo d’essere. R.Bar.

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