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1.4. Il benchmarking con le Agende per lo sviluppo sostenibile delle altre Città metropolitane

grande piano di investimenti mai realizzato dall’Unione europea e dai suoi Stati membri che è nato in risposta alla grave crisi da Covid-19 ed è orientato al Green Deal e allo sviluppo sostenibile. La Regione Emilia-Romagna nel dicembre 2020 ha sottoscritto il Patto per il lavoro e per il clima31 con 55 soggetti (associazioni, organizzazioni economiche e sociali, enti locali, Università, Camere di commercio e banche).Il documento è orientato al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 attraverso una strategia di pieno sostegno all’economia e alla società che riduca le fratture economiche, sociali, ambientali e territoriali, per accompagnare la Regione nella transizione ecologica verso il raggiungimento di un fattivo sviluppo sostenibile declinato nelle sue tre componenti inscindibili: ambientale, sociale ed economica. Il Patto si fonda su quattro Obiettivi strategici - conoscenza e saperi; transizione ecologica; diritti e doveri; lavoro, imprese e opportunità - e altri quattro Processi trasversali - trasformazione digitale, semplificazione, legalità e partecipazione. La Città metropolitana nel gennaio 2021 ha sottoscritto il Patto metropolitano per il lavoro e per lo sviluppo sostenibile32 con 51 soggetti , principalmente articolato in tre cluster (Filiere produttive, qualità del lavoro, formazione e competenze, giovani, donne; Una nuova sfida di sostenibilità: il territorio si rigenera e si muove; Benessere, inclusione e contrasto alle fragilità) intesi come motore della crescita sostenibile del territorio, in una visione integrata di economia, benessere sociale e tutela ambientale che possa poi tradurre in investimenti la strategia europea del Next generation EU, in stretta coerenza con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

1.4. Il benchmarking con le Agende per lo sviluppo sostenibile delle altre Città metropolitane

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Il Ministero della transizione ecologica, che sostiene anche finanziariamente le Strategie regionali e le Agende metropolitane, nella Relazione 2020 sullo stato di attuazione della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS)33 fornisce ulteriori informazioni che aggiornano il Rapporto pubblicato dal ministero nel maggio 202034. Altre notizie sono contenute nel Rapporto ASviS I territori gli obiettivi dello sviluppo sostenibile (2020)35 . Come nel caso delle Regioni e Province autonome, l’Avviso del ministero del luglio 201936 prevedeva che le proposte progettuali fossero orientate su almeno due delle seguenti categorie di intervento: • Categoria A. Costruzione della governance delle agende metropolitane per lo sviluppo sostenibile:

Istituzione e funzionamento di una cabina di regia istituzionale (A1); Coinvolgimento delle istituzioni locali (A2). • Categoria B. Coinvolgimento della società civile:

Attività di coinvolgimento della società civile, anche in relazione con i fora regionali per lo sviluppo sostenibile (B1); Attività di informazione e sensibilizzazione sullo sviluppo sostenibile (B2). • Categoria C. Definizione delle agende metropolitane per lo sviluppo sostenibile e integrazione con il piano strategico metropolitano: Definizione dei contenuti delle agende e integrazione con il piano strategico metropolitano (C1); Disegno e attivazione di azioni pilota integrate per l’attuazione degli obiettivi di sviluppo (C2). Per quanto riguarda la sottocategoria di intervento A1, relativa alla definizione delle strutture di governance delle Agende e all’individuazione di forme di raccordo con i Piani strategici metropolitani, in 8 Città metropolitane sono incluse anche attività di raccordo tra la governance metropolitana e quella della Regione di riferimento e in 5 Città metropolitane sono previste sinergie tra le città stesse, nell’ambito dei percorsi di definizione delle Agende. In tutte le 14 Città metropolitane sono previste sinergie tra l’Agenda e il Piano strategico metropolitano, attraverso la condivisione e integrazione tra gli obiettivi, le azioni, le modalità di lavoro e le strutture esistenti.

31. file:///C:/Users/walte/Downloads/PattoLavoroClima.pdf. 32. https://www.cittametropolitana.bo.it/portale/Engine/RAServeFile.php/f/news/PATTO_metropolitano_per_il_lavoro_e_lo_sviluppo_sostenibile.pdf e https://www.cittametropolitana.bo.it/portale/Engine/RAServeFile.php/f/news/PATTO_metropolitanao_per_il_lavoro_e_lo_sviluppo_sostenibile_I_Cluster.pdf. 33. https://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/sviluppo_sostenibile/snsvs_relazione_attivita_2020.pdf , pp- 59-70. 34. https://www.minambiente.it/pagina/il-contributo-dei-territori-regioni-province-autonome-e-citta-metropolitane-agende. 35. https://asvis.it/public/asvis2/files/Pubblicazioni/RAPPORTO_ASviS_TERRITORI_2020.pdf , pp. 16-17. 36. Cit, cfr. nota 21.

La sottocategoria di intervento A2 prevede il coinvolgimento delle istituzioni locali (Comuni, associazioni intercomunali). Tutte le 14 Città metropolitane intendono realizzare azioni per il coinvolgimento degli enti locali con diverse finalità, tra le quali la definizione degli obiettivi strategici e delle azioni, la costruzione e alimentazione dei sistemi di monitoraggio e valutazione, nonché la valutazione della coerenza con il Piano strategico metropolitano e la diffusione di informazioni e aggiornamenti sul processo di definizione e attuazione delle Agende. È anche prevista la creazione e sperimentazione di nuove forme di interazione e consultazione o di nuovi strumenti operativi che facilitino la conoscenza e la diffusione a livello locale di pratiche e azioni concrete per la sostenibilità anche attraverso piattaforme e portali web. Il coinvolgimento della società civile è previsto dalla categoria di intervento B. Le modalità con cui le Città metropolitane intendono realizzare i processi di partecipazione e consultazione sono diverse ma tutte si propongono di farlo. In alcuni casi è prevista la creazione di nuove forme di consultazione istituzionali, come il Forum Metropolitano per lo sviluppo sostenibile o i Tavoli di lavoro tematici, che includono l’elaborazione di contributi da veicolare nel Forum regionale di riferimento. In altri casi si intende potenziare le modalità di coinvolgimento e le strutture già esistenti, al fine di non duplicare gli strumenti già disponibili e consentire la partecipazione diretta dei rappresentanti dei cittadini ai processi decisionali. In alcune Città metropolitane sono previste assemblee pubbliche, convegni, laboratori, workshop, coinvolgimento degli istituti scolastici. Di particolare interesse è la creazione di portali e piattaforme web per la raccolta e condivisione di buone pratiche e di progetti rilevanti per lo sviluppo sostenibile e per le attività di informazione e disseminazione. 8 Città metropolitane si propongono la mappatura degli stakeholder presenti sul territorio. Sono inoltre previste attività di formazione, comunicazione e informazione sui temi dello sviluppo sostenibile rivolte alla società civile, compresa la predisposizione e l’uso di strumenti e materiali informativi (quali social network, newsletter, spot TV, ecc.). La sottocategoria di intervento C1 riguarda l’integrazione dell’Agenda con il Piano strategico metropolitano e tutte le 14 Città metropolitane hanno previsto modalità di raccordo anche con gli altri strumenti di governo del territorio. Nei casi in cui il Piano strategico metropolitano non è presente, le Città metropolitane prevedono di realizzare un’analisi degli altri strumenti di pianificazione e programmazione già in essere sia di livello metropolitano, sia di livello sovra o sotto ordinato (tra cui PAES, PAESC, PUMS, PTM, PUG). Sono state progettate modalità di raccordo che includono, ad esempio, lo sviluppo di un’analisi di contesto comune, la lettura integrata dei due processi e lo sviluppo di metodologie di lavoro condivise che garantiscano coerenza e sinergie. Nei casi in cui il Piano strategico metropolitano è presente, si prevede di partire dall’analisi degli obiettivi e delle azioni del Piano e degli strumenti di pianificazione già in essere anche in rapporto con gli obiettivi strategici di sviluppo sostenibile nazionali e regionali. Inoltre, sono state individuate attività di raccordo tra Agenda e Piano partendo dal presupposto che l’Agenda, in linea con l’Avviso pubblico, rappresenta un dispositivo di orientamento e integrazione degli strumenti di pianificazione e programmazione e non un nuovo piano separato dagli altri. In 11 Città metropolitane è stata inclusa nella proposta di intervento la costruzione e alimentazione di sistemi di monitoraggio. Tale attività è di particolare interesse letta nell’ambito del processo in corso a livello nazionale e regionale per la definizione del sistema di indicatori per il monitoraggio e l’attuazione della Strategia nazionale e delle Strategie regionali, per il quale risulta fondamentale il coinvolgimento e la collaborazione tra i diversi livelli istituzionali. Infine, la sottocategoria di intervento C2 riguarda le azioni pilota integrate per l’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Le azioni devono essere: a) multidimensionali, cioè capaci di integrare diversi settori di politiche; b) sperimentali e innovative, cioè capaci di introdurre metodi, approcci e campi di intervento non già esplorati; c) modellizzabili e potenzialmente trasferibili ad altri ambiti di intervento. Le Città metropolitane hanno incluso nelle loro proposte di intervento 18 azioni pilota, per 16 azioni su 18 è stata evidenziata una sinergia con il Piano strategico metropolitano. I temi prioritari di intervento sono: • economia circolare, forestazione urbana; • rigenerazione urbana; • mobilità sostenibile; • pianificazione strategica; • gestione e monitoraggio dei dati; • istruzione e formazione professionale; • scuole sostenibili; • creazione di comunità energetiche; • procedure amministrative verso la sostenibilità; • sviluppo agro-ambientale. Al momento il processo più avanzato di elaborazione dell’Agenda è quello della Città metropolitana di Bologna. Tra la fine del 2021 e il primo semestre del 2022 è prevista la definizione di tutte le altre Agende, ciascuna delle quali potrà arricchirsi confrontandosi con le esperienze compiute negli altri territori.

La metodologia per l’elaborazione dell’Agenda 2.0 2

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