Metaprogetto

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Metaprogetto di un lunch box per studenti universitari

progettista: Claudia Bessi committente: Sanctus Mundo



INDICE

Introduzione

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1. Lo scopo del progetto

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2. Stilema

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3. Corpus d’analisi

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3.1 Kids Konserve

3.2 Planet Box

4. Utente modello

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4.1 Claudia, studentessa universitaria

5. Valori da comunicare

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6. Percorso narrativo possibile

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7. Strategie enunciative

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8. Prove di commutazione

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Conclusioni

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INTRODUZIONE Per il lavoro finale di Metaprogetto del corso di Semiotica, ho scelto di dedicarmi ad un progetto che non rientrasse nelle attività curriculari degli altri corsi, ma che appartenesse ai miei interessi personali. Essendo io stessa il classico esempio di una studentessa universitaria pendolare, mi trovo a consumare almeno un pasto al giorno fuori casa. Ho quindi scelto di dedicarmi alla metaprogettazione di un oggetto che da sempre mi affascina molto per il suo valore di praticità: il lunch box. Sul mercato esistono svariati tipi di lunch box con altrettanta varietà di materiali e forme. Ne troviamo per bambini o per adulti, lunch box usa e getta o lavabili, grandi o piccoli, scomponibili o semplici vani contenitore... Perché quindi progettare un oggetto che esiste già e in numerose e differenti proposte? Proprio per il fatto che il lunch box è un oggetto che ultimamente ha ispirato molto il campo del design, non vorrei rischiare di ideare un prodotto già visto. Perciò per cercare di lavorare al meglio possibile ed evitare di cadere nella banalità, il modo migliore è affidarsi ad un lavoro di metaprogetto, perché permette di mettere in fila tutto il materiale e gli spunti progettuali di cui disponiamo. In questa fase preliminare di lavoro, cercherò di allontanare per un po’ tutti i colpi di genio e le idee immediate che mi vengono in mente, per lasciar spazio alla ricerca e alla fase più astratta della progettazione. E’ in questa fase di metaprogetto che potrò trarre le linee guida del lavoro e verificare eventualmente se le mie idee di partenza erano giuste o meno. Attraverso il metaprogetto riuscirò a capire come comunicare nel migliore dei modi le mie intenzioni progettuali. Sicuramente non si può partire senza avere in mente qualcosa che dà la spinta al proprio progetto: l’intenzione. La mia intenzione è quella di creare un lunch box per studenti universitari che abbia come punti di forza l’economia di spazio e il materiale facilmente lavabile. Su queste linee di partenza, inizio la mia fase di metaprogettazione. Nel capitolo 1 tratterò dello scopo del progetto, cioè il perché della mia scelta progettuale. Cosa voglio comunicare, quali sono i valori che dovranno accompa-

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gnare il mio lunch box e quali saranno i punti di forza del progetto. Nel capitolo 2 inizierò la mia ricerca, scegliendo un committente esterno per cui realizzare il mio prodotto. Verrano riportate le caratteristiche principali dell’identità e dell’immagine di questo committente e il perché della mia scelta. Nel capitolo 3 continuerà la mia ricerca, gettando uno sguardo su quella che è la concorrenza. Quali sono i prodotti già esistenti e in che modo il mio lunch box si distingue da essi. Nel capitolo 4 creerò il mio utente modello, delineando i suoi bisogni, comportamenti e stile di vita. Questo passaggio serve a capire come dovrà essere strutturato il prodotto in modo da soddisfare il proprio fruitore. Nel capitolo 5 inzierà a prendere forma la definizione del progetto, quali sono i suoi valori e usi da comunicare e in che modo questi si ritroveranno nella struttura dell’oggetto. Nel capitolo 6 descriverò il percorso narrativo possibile del mio lunch box, perché verrà scelto e dove, come verrà utilizzato dall’utente possibile e in che modo. Nel capitolo 7 passerò invece a definire a livello concreto la struttura, la forma, le dimensioni reali dell’oggetto. Inizierà quindi la vera e propria fase di progettazione che porterà a definire il lunch box in maniera dettagliata. Nell’ultimo capitolo, l’ottavo, attuerò due prove di commutazione, fornendo due prototipi alternativi al mio progetto. Questo servirà a rafforzare i tratti distintivi del mio lunch box e a giustificare determinate scelte del progetto.

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1. LO SCOPO DEL PROGETTO Quando progettiamo pensiamo al fatto che il nostro prodotto servirà ad indirizzare un comportamento nell’utente che ne farà uso. Quindi l’approccio che si crea tra soggetto ed oggetto non è dato per scontato nella fase di progettazione. Infatti se abbiamo in mente l’idea di un oggetto, di conseguenza avremo anche in mente il suo modo d’uso. In realtà, non si tratta soltanto di capire come il nostro utente modello utilizzerà il prodotto, ma anche perché lo farà, cioè per quale scopo. In questo caso, il progetto di un lunch box prevede una serie di modi di utilizzo che cambiano in base al luogo in cui l’utente utilizza l’oggetto, in base al tipo di cibo che esso andrà a contenere, oppure in base alla quantità di tempo che l’utente avrà a disposizione per consumare il suo pasto... Ma soffermiamoci per ora sullo scopo, appunto, del progetto, o meglio del prodotto. Il lunch box che mi propongo di ideare è pensato per un fruitore giovane, in particolare per uno studente universitario, che si trova spesso a consumare il pranzo fuori casa e vuole portarsi dietro il cibo. Quindi lo scopo di questo oggetto è permettere all’utente di utilizzarlo dove e quando vuole, con il solo ausilio di un qualsiasi piano d’appoggio. Ma questo progetto si pone l’obiettivo anche di educare in qualche modo i giovani ad un’alimentazione consapevole dal punto di vista dell’inquinamento e dello spreco di rifiuti. Un lunch box permette di consumare il proprio pasto fuori casa, ma con del cibo preparato a casa. Proprio per questo, esso apporterà all’utente prima di tutto un risparmio economico (che non dovrà comprare il pranzo, ma lo avrà già con sé), poi potrà assicurare un pranzo più sano e, sopratutto, garantirà una diminuzione di rifiuti e quindi un valore di ecologia, poiché il lunch box non è usa e getta e quindi non comprende materiali di scarto, che si hanno invece con i cibi confezionati o espressi acquistati in negozio (involucri di carta, involucri di plastica, posate di plastica, ecc...). Sicuramente un altro scopo del progetto di un lunch box è quello di pensare alla 3


comodità e al risparmio di tempo del consumatore. Lo studente che lo utilizza dovrà riscontrare una comodità d’uso del prodotto, proprio per il fatto che lo utilizzerà spesso, se non tutti i giorni. La comodità deve consistere, in un oggetto come questo, nella facilità di trasporto prima e dopo il consumo del cibo, nell’ingombro minimo di spazio, nella facile lavabilità del materiale. Il lunch box, essendo un oggetto d’uso che influenza e indirizza le azioni dell’utente, dovrà possedere una fattitività, intesa come il rapporto tra la funzionalità comunicativa e la funzionalità operativa (cfr Michela Deni, 2002). Perciò, un altro scopo del progetto, è quello di lavorare su un oggetto pienamente funzionale ed efficace dal punto di vista comunicativo e di utilizzo. Tutto questo dovrà verificarsi nella forma, nelle dimensione negli eventuali incastri delle parti del lunch box, quindi nelle sue caratteristiche morfologiche, ma di questo ce ne occuperemo più avanti.

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2. STILEMA Una fase importante del metaprogetto è costituita dall’identificazione del committente, in quanto l’identità e l’immagine di un marchio devono rispecchiarsi anche nel prodotto. Il committente può essere esterno oppure può essere rappresentato dal progettista stesso. Nel caso in cui si lavori per una committenza esterna si deve tener conto delle caratteristiche e dei valori su cui giocano l’identità e l’immagine del marchio committente. Nel caso in cui il progettista lavori per sé stesso e il proprio marchio, l’identità del prodotto si delineerà da sé, tenendo comunque conto di quali siano i valori su cui gioca. Sicuramente questa seconda situazione gioca più a favore della libertà creativa del progettista. Per questo progetto è stato ritenuto opportuno scegliere una committenza esterna, in particolare un marchio canadese, il marchio Sanctus Mundo, fondato da Chantal Plamondon e Jay Sinha. Chantal Plamondon ha studiato e avuto esperienza nel campo dell’etica imprenditoriale, dando consulenza e servizi alle aziende. Ha poi deciso di creare una propria azienda, un proprio marchio, insieme al marito e socio Jay, studioso di biochimica, legge ed ecotossicologia. Insieme hanno dato avvio ad un progetto che creasse una valida alternativa all’uso della plastica. Hanno infatti creato prodotti per contenere cibo in materiale alternativo alla plastica: l’acciaio inossidabile. I loro prodotti contengono quantità scarsa o nulla di materiale plastico e sono attentamente selezionati per la loro qualità e durabilità. Un altro aspetto del loro marchio è il fatto di essere attenti al rispetto del lavoratore, della salute e dell’ambiente. Il loro intento è quello di contribuire a offrire prodotti che durino di più nel tempo e che non siano nocivi alla salute. Un’azienda con una chiara e forte identità, volta alla salvaguardia dell’ambiente alla promozione di prodotti consapevoli. Il marchio, puntando il dito contro l’uso dei materiali plastici, fornisce informazioni, dati, per rendere le persone più consapevoli: solo il 5% dei rifiuti in plastica viene riciclato, il resto rimane nell’ambiente per anni. Inoltre, le tossine, emmesse da questi rifiuti, possono colpire in molti modi la salute delle persone. Sanctus Mundo costruisce l’immagine della sua azienda principalmente sul va-

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lore etico dei suoi prodotti. E’ un’azienda con una chiara identità, costruita sui valori che essa stessa promuove: la maggiore durabilità dei prodotti, l’impatto ambientale minimo, l’uso di un materiale alternativo e adatto a contenere alimenti. Lo stilema è la sintesi tra l’identità di un marchio e la sua immagine. La buona immagine di un’azienda è fondamentale affinché ci sia un rapporto positivo con l’utenza, con i clienti. Infatti essa è il modo in cui il brand stesso viene visto dal consumatore. L’identità dell’azienda, cioè come essa si definisce, deve coincidere con l’immagine che ha agli occhi del cliente. Nel caso di Sanctus Mundo, l’immagine coincide perfettamente con l’identità del marchio. Sulla sua pagina web ufficiale, si trova la sezione Media, dove vengono riportati gli articoli di giornale in cui appare il nome dell’azienda e i loro prodotti. Il nome Sanctus Mundo nasce dalla combinazione delle parole “sanctus” che significa “sacro” in latino e “mundo” che significa “mondo” in spagnolo.

2.1 I prodotti Sanctus Mundo Per farci un’idea di quelli che sono i prodotti che progetta quest’azienda, ne sono presentati qui alcuni, utili al mio progetto per seguire lo stilema dell’azienda:

Contenitore compatto per sandwich, in acciaio inossidabile: questo contenitore è di forma rettangolare e delle misure adatte a contenere perfettamente un panino e occupa il minimo spazio. Gli angoli dell’oggetto sono smussati per evitare pericoli con i bambini. Può essere lavato in lavastoviglie e può essere riscaldato in fornino.

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Contenitore ermetico per il cibo, in acciaio inossidabile: questo contenitore ha una chiusura ermetica e non permette di far passare né aria né acqua. E’ una vantaggiosa alternativa alla plastica perché dura molto di più e non disperde prodotti chimici dannosi nel cibo. Può essere usato come un lunch box, per trasportare anche cibo liquido. Può essere lavato in lavastovisglie e riscaldato in fornino. E’ disponibile in diverse dimensioni.

Contenitore ovale per il cibo, in acciaio inossidabile: questo contenitore ha una forma che ricorda i bento-box giapponesi. E’ utile per portare il cibo dove si vuole, come un lunch box, perché può contenere diversi tipi di cibo: panini, insalate, frutta... Non ha una chiusura emetica per l’acqua. Può essere lavato in lavastoviglie e riscaldato in fornino.

Contenitore thermos, in acciaio inossidabile (anche il coperchio): questo contenitore è ha una parete doppia e si chiude sottovuoto. La sua capacità è di 500 ml e misura 9 cm di altezza e 12 di diametro. Non è raccomandabile lavarlo in lavastoviglie, né riscaldarlo in fornino o in microonde.

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“Tote” contenitore/ciotola: riscalda il tuo cibo usando “Tote”. Questo contenitore è composto da una comoda maniglia, un piatto, una ciotola e un coperchio. Il cibo può essere infatti messo in due diversi ripiani: il piatto e la ciotola, tutti perfettamente impilato e tenuti insieme dal coperchio e la maniglia.

Una volta analizzata bene l’identità del marchio Sanctus Mundo, è utile trarne i valori chiave per costruire i sistemi assiologici che guidano l’identità e l’immagine del progetto. La ricerca progettuale del lunch box posta inizialmente aveva come scopo la creazione di un oggetto comodo per le sue forme e il suo materiale (facilmente trasportabile e di minime dimensioni) e che apportasse valori di ecologia, risparmio di denaro e di tempo, all’utente. Proprio per questo, è stato scelto di lavorare per un committente come l’azienda Sanctus Mundo, che promuove gli stessi valori e produce oggetti utili e intelligenti. In base ai cinque prodotti del marchio, sopra riportati, si possono estrapolare quelle che sono le caratteristiche che li contraddistinguono: - le dimensioni ridotte ed essenziali per contenere quasi tutti i tipi di cibo - le forme compatte e prive di spigoli - il materiale: acciaio inossidabile, senza piombo e BPA-free - la possibilità di essere riscaldati e facilmente lavati - la quantità minima di pezzi

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3. CORPUS D’ANALISI Un’altra importante fase del metaprogetto consiste nel dare uno “sguardo attorno”. Prima di procedere con la fase di ricerca più approfondita verso il progetto, si deve tener conto di ciò che esiste già in commercio (oltre i prodotti dell’azienda committente). Questo è utile per definire ciò che si vuole progettare in più e di diverso da ciò che c’è già. La concorrenza deve essere esaminata per non rischiare di incorrere in prodotti già esistenti o, più importante, in errori progettuali già esistenti. Ovviamente dobbiamo tener d’occhio solo quelle aziende che producono oggetti simili e inerenti al nostro progetto: devono esistere delle isotopie tematiche, pur rimanendo aziende che propongono diverse soluzioni. A dire la verità esistono tantissimi brand che producono lunch box ecosostenibili, in diverse soluzioni. E’ stato difficile selezionare un corpus più ristretto di prodotti “concorrenti”, ma alla fine è stato scelto di focalizzare l’attenzione su aziende che partissero con gli stessi valori promossi dalla Sanctus Mundo, ma che presentassero degli oggetti sostanzialmente differenti in quanto a forme e dimensioni. A questo scopo sono stati scelti Kids Konserve ed il marchio PlanetBox, entrambi statunitensi.

3.1 Kids Konserve Questa azienda è stata fondata da due donne, Lynn Julian e Chance Claxton. La premessa al lavoro del marchio è quella di aiutare l’ambiente e diminuire lo spreco di cibo e l’aumento dei rifiuti, dovuto alla cultura dell’usa-e-getta. Kids Konserve propone l’uso di prodotti riutilizzabili, focalizzando l’attenzione, in particolare, sui programmi alimentari delle scuole, che contribuiscono in modo vertiginoso all’inquinamento e trasmettono un messaggio sbagliato ai giovani. La differenza sostanziale che distingue questo marchio dagli altri lunch box ecofriendly è il fatto di dare importanza anche all’aspetto estetico del prodotto, che deve risultare appetibile sia ai bambini che agli adulti.

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Infatti l’azienda ha due linee di prodotti: quella per bambini (Kids Konserve) e quella per adulti (U-Konserve). Per entrambe il marchio segue uno stile ben preciso. Il lunch box (che è più un kit da pranzo) può comprendere, variando l’assortimento a seconda del modello: uno o più contenitori per il cibo (in acciaio), uno o più contenitori morbidi (in plastica riciclata) per il panino, una borsa per contenere tutto il kit. Di seguito vengono elencati i prodotti dell’azienda che ci interessa osservare.

Kit da pranzo per adulti

Kit da pranzo per bambini

Il kit da pranzo della Kids Konserve è evidentemente contraddistinto da un’attenzione per l’importanza dell’estetica e ne sono testimoni fantasie ed i colori utilizzati per le borse ed i contenitori per cibo. Infatti il lunch box, nel caso di questa azienda, non è inteso come un oggetto compatto e unico, ma come un assemblaggio di vari articoli. Non viene usato un solo tipo di materiale, ma l’azienda utilizza, oltre all’acciaio inossidabile, la plastica LDPE (a bassa densità di polietilene), il polipropilene, cotone riciclato (per le borse), ecc... Vediamo ora alcuni prodotti singoli.

Medium and Small Round

Rectangle

Contenitori cilindrici in due dimensioni,

Contenitore rettangolare in acciaio inos-

venduti in set di due articoli. Il corpo è in

sidabile, il coperchio invece è in plastica

acciaio inossidabile, il coperchio in plastica

atossica.

atossica.

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Mini

Food Kozy

Piccoli contenitori cilindrici per cibo, intera-

Involucri per il cibo. Questo oggetto inno-

mente prodotti in acciaio inossidabile. Il set

vativo è prodotto in plastica riciclabile e ri-

comprende tre articoli.

ciclata e viene proposto in varie dimensioni.

I kit da pranzo offerti da questa azienda sono di scarso interesse per il progetto che ci siamo posti, in quanto sono oggetti molto ingombranti e quindi difficilmente trasportabili per uno studente universitario. Al contrario sono interessanti i prodotti singoli che il marchio produce, in particolare il Food Kozy, un oggetto riutilizzabile ed innovativo in quanto elimina lo spreco di involucri di plastica o carta.

3.2 PlanetBox Questo marchio nasce in Northem California, grazie a due genitori, Caroline e Robert Miros, un’esperta di educazione alla salute dei bambini e di programmi ambientali e un ingegnere. Entrambi condividono la passione per la salute e per l’ambiente. I loro valori non sono dissimili dall’azienda che abbiamo precedentemente analizzato: incentivare l’alimentazione salutare, diminuire la produzione di rifiuti, promuovere prodotti non nocivi e dal design elegante, per bambini ed adulti. Planet Box Il marchio offre un unico tipo di prodotto che può contenere tutto il cibo necessario per il pranzo. Ha la forma di una valigetta e misura circa 25 cm per 20 cm. Questo oggetto è un pezzo singolo, in quanto non presenta parti estraibili, ma singoli scomparti.

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L’azienda produce anche delle borse per portare il lunch box a scuola o a lavoro e due contenitori più piccoli, sempre in acciaio, di forma cilindrica. Il Planet Box comprende al suo interno cinque scomparti separati, di diverse dimensioni, in cui è possibile riporre diversi tipi di cibo. Questo oggetto può però contenere solo cibi solidi, in quanto non si chiude ermeticamente.

Questo lunch box nasce, come la maggior parte dei prodotti di questo tipo, per un utente bambino, che porta il pranzo a scuola, secondo una cultura tipicamente americana, come l’azienda del prodotto, ma il Planet Box può anche essere utilizzato da adulti o studenti più grandi. Proprio per il fatto di essere un oggetto indirizzato ad un bambino, questo marchio ha scelto di creare un oggetto costituito da un pezzo unico e facilmente utilizzabile.

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4. UTENTE MODELLO

In questa fase di metaprogetto si individua quello che sarà il fruitore modello del nostro prodotto. Definiamo quindi un utente modello per il lunch box che vogliamo progettare, tenendo conto del fatto che questo tipo di oggetto costruisce già di per sé un utente modello, poiché lo indirizza verso certi modi d’uso, certe azioni e manipolazioni. Intanto dobbiamo distinguere l’utente modello dal target; quest’ultimo indica l’utenza in termini più strettamente sociologici, un bersaglio che esiste davvero e non viene creato o pensato dal progettista. L’utente modello invece è ipotetico e riguarda lo stile di vita della persona, i suoi bisogni, i suoi modi di comportarsi, i gusti, ecc... Definire un utente modello in questi termini sicuramente aiuta la fase di progettazione, poiché vengono a delinearsi delle informazioni e delle linee guida che permettono al progettista di concretizzare maggiormente la sua idea iniziale. Il lunch box che vogliamo progettare sarà indirizzato ad un utente giovane, in particolare ad uno studente universitario che pranza spesso fuori casa, probabilmente tutti i giorni e che preferisce portarsi il cibo da casa anziché comprarlo o frequentare una mensa universitaria. Questo tipo di utente può corrispondere a gran parte degli studenti universitari, sarà opportuno dunque andare più nello specifico e scegliere un tipo ideale. La scelta ricade su una studentessa pendolare dell’ISIA, ma è indifferente la scelta di un utente modello maschio o femmina, ai fini del progetto.

4.1 Claudia, studentessa universitaria Claudia è una studentessa che frequenta il secondo anno di un’università di design a Firenze, l’ISIA. Vive con i genitori, il fratello e un cane. Abita in un piccolo paese in provincia di Siena, perciò deve spostarsi per arrivare alla sua università, prendendo ben due autobus e facendo un tratto di strada a piedi. La sveglia di Claudia suona ogni mattina prima delle sei, eccetto ovviamente il sabato e la domenica, gli unici giorni in cui finalmente può dormire fino a tardi e 13


dedicarsi ad un’unica attività: il riposo. La nostra utente modello deve prepararsi velocemente la mattina o altrimenti perde il suo autobus, che passa una volta sola. Claudia vive in campagna, quindi non ci sono molte corse che la portano in città a prendere la coicidenza con il bus per Firenze. Così una volta vestita e lavata, deve preparare il suo pranzo al sacco, perché anche oggi pranzerà a Firenze. Circa tre giorni su cinque, la nostra studentessa pranza all’università. Claudia sta attenta al risparmio e all’alimentazione corretta, due valori che gli sono stati trasmessi dai genitori: la sua casa ha due pannelli solari e il suo frigo e le sue dispense contengono solo alimenti provenienti da agricoltura biologica e a km 0. Claudia non è estremista come i suoi genitori, ma condivide anche lei la preferenza di prodotti più genuini e a basso impatto ambientale. Per preparare il suo pranzo quindi Claudia ha in casa quasi esclusivamente prodotti naturali e biologici. Di solito si prepara una porzione di pasta che, insieme ad un panino o una fetta di pizza, costituirà il suo pranzo. Predilige cibi solidi e che non debbano essere riscaldati, perché sono più facili da trasportare e mantenere. Deve scegliere sempre dei contenitori abbasanza piccoli, perché devono entrare nella sua borsa, che è già troppo pesante di per sé contenedo anche il computer portatile. Riempie la sua bottiglietta d’acqua alla cannella di casa (non compra quasi mai bottigliette nuove) e si avvia verso la fermata dell’autobus. Alle tredici sono finite le lezioni e Claudia inizia la pausa pranzo, tirando fuori dalla borsa i contenitori con il cibo. Finito il pranzo lava la forchetta (se l’ha portata) e la ripone in una tasca della borsa. Sistema i contenitori sporchi, ben chiusi, dentro la borsa, che occupano lo stesso spazio di prima, ma almeno sono più leggeri. Alle quattordici e trenta iniziano le lezioni del pomeriggio, che durano fino alle diciotto circa. Claudia arriva esausta alla fine della giornata universitaria e si avvia verso la stazione, dove prendere l’autobus che la riporterà verso casa sua. Non aspetta altro che sistemarsi sul suo sedile ed addormentarsi per tutta la durata del viaggio. Arrivata a casa, Claudia cena con i suoi genitori e suo fratello e, se non ha da completare qualche progetto per l’università, guarda un film prima di addormentarsi oppure interagisce su facebook con qualche amica/o. Poi final14


mente va a dormire, dopo aver attivato la sveglia per il giorno dopo. Dalla descrizione del nostro utente modello, è chiaro lo stile di vita che conduce praticamente ogni giorno. Il nostro lunch box è pensato per un utente come lei, ma dobbiamo presupporre che verrà anche utilizzato da un utente maschio, con i suoi identici bisogni. Sicuramente uno dei fattori che emerge dalla descrizione dell’utente modello e che dovrà influenzare il nostro progetto, è il fatto di concepire un oggetto principalmente comodo e funzionale per il suo scopo e che non concentri i suoi sforzi sulla ricerca estetica.

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5. VALORI E USI DA COMUNICARE

Dopo tanto lavoro di ricerca, questa tappa ci permette di tirare le fila dei punti che abbiamo toccato nei capitoli precedenti. Ci troviamo adesso a definire in sintesi e collegare tra loro: lo scopo del progetto, lo stilema del committente/progettista e le caratteristiche dell’utente modello. E’ la prima fase in cui inzia a vedere la luce il nostro progetto vero e proprio: un lunch box per studenti universitari. Procediamo dunque tracciando una mappa di quello che abbiamo analizzato finora.

Scopo del progetto : un lunch box per studenti universitari

-comodità d’utilizzo e di trasporto -minore spreco dei rifiuti -risparmio di denaro -alimentazione sana

Stilema del committente/progettista -acciaio inossidabile, come materiale principale -prodotto che duri nel tempo -prodotto facilmente lavabile -prodotto preferibilmente componibile e scomponibile in pochi pezzi, di minime dimensioni

Caratteristiche dell’utente modello -studente universitario -ha poco spazio per portare oggetti con sé -pranza fuori casa -ha un certo interesse per l’alimentazione corretta e per l’ecologia

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Da questi tre insiemi di motivazioni progettuali, estrapoliamo quelli che sono i valori che vuole comunicare il prodotto e che appaiono strettamente collegati tra loro. Parliamo di valori astratti, che si trasformeranno solo successivamente in soluzioni concrete per il progetto, secondo un percorso generativo che va dall’immanenza alla manifestazione.

ECOLOGIA

RIUTILIZZO

RISPARMIO

Questi sono i valori chiave che intende portare avanti il progetto attraverso la creazione di un oggetto come il lunch box. Ma, parlando di concetti più concreti, vediamo ora come le funzionalità operative e le funzionalità comunicative faranno parte del progetto. Le inseriamo in un sistema, denominandole rispettivamente come “funzione” e “comunicazione”, termini strettamente collegati ed interdipendenti. un lunch box

(funzione) semplicità di trasporto

(comunicazione) dimensioni

(funzione) semplicità d’uso

(comunicazione) morfologia

(funzione) semplicità di lavaggio

(comunicazione) materiale

Con questo schema abbiamo definito quali saranno gli aspetti funzionali principali che apparterrano al lunch box e attraverso quali mezzi verranno comunicati (le dimensioni, la morfologia, il materiale). Il termine chiave che ricorre è la semplicità, un aspetto importante che dovrà caratterizzare il prodotto e che si presenterà nei suoi vari aspetti funzionali: il trasporto, l’uso vero e proprio, il lavaggio. 17


Risalendo ancora di più al livello concreto del percorso generativo del nostro prodotto, definiamo meglio come verrà concretizzata la funzionalità comunicativa del prodotto: come sarà fatto e come comunicherà la sua funzione. dimensioni

morfologia

materiale

minime possibili

componibilità

acciaio inossidabile

-Le dimensoni: l’oggetto dovrà soddisfare una certa semplicità di trasporto, proprio per questo le dimensioni saranno le minime necessarie a contenere un pasto composto da massimo tre diversi tipi di portate. Per essere facilmente trasportabile le dimensioni del lunch box dovranno rispettare quelle del suo contenitore: la borsa dello studente (zaino o tracolla, che contiene anche il computer portatile). -La morfologia: un oggetto come il lunch box deve offrire una certa facilità d’uso nel momento in cui dobbiamo sistemare il cibo. Il problema infatti che si riscontra quando utilizziamo un lunch box, non è tanto nell’atto del consumo del pasto, quanto nella sistemazione di quest’ultimo nel contenitore, in modo che entri tutto senza problemi. La proposta di un insieme di pezzi componibili nasce dall’esigenza di contenere più di un tipo di cibo. Attraverso la componibilità dell’oggetto possiamo decidere in quanti scomparti suddividere il nostro lunch box a seconda della quantità e del tipo di pasti che vorremo consumare. -Il materiale: seguendo la linea dei prodotti dell’azienda committente Sanctus Mundo e l’esigenza di utilizzare un materiale facilmente lavabile, scegliamo di usare l’acciaio inossidabile. Questo tipo di materiale non solo soddisfa la funzione di facilità di lavaggio che ci siamo posti, ma accoglie anche i valori portati dal prodotto: ecosostenibilità e salute. L’acciaio inossidabile infatti, come abbiamo già detto, è altamente riciclabile e non disperde sostanze nocive nel cibo con cui è a contatto (al contrario della plastica).

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6. PERCORSO NARRATIVO POSSIBILE

Siamo arrivati al capitolo in cui ci occuperemo di descrivere la pratica d’uso da comunicare, cioè in che modo sarà usato il prodotto. Per farlo ci serviamo degli strumenti della narrativa, definendo il percorso d’azione, dell’utente modello e del nostro lunch box, come un percorso narrativo. Il percorso narrativo possibile di un lunch box ha inizio con l’acquisto dell’oggetto. Intanto diciamo che l’utente acquisterà il prodotto in un negozio specializzato o su internet, direttamente sul sito web dell’azienda Sanctus Mundo. In entrambi i casi, l’utente si troverà di fronte alla scelta del nostro prodotto, in mezzo a tanti altri modelli. Definiamo precisamente i ruoli dei personaggi di questo percorso narrativo possibile. L’utente modello è il soggetto, disgiunto dal suo oggetto di valore, rappresentato da un lunch box ideale. Una volta trovato l’oggetto (in negozio o su internet), il soggetto si ricongiunge con l’oggetto di valore, che assume adesso un altro ruolo: quello di aiutante modale del soggetto, in quanto offrirà un servizio (contenere e trasportare il cibo). Adesso il nostro lunch box, in qualità di aiutante modale del soggetto, dovrà portare a termine il suo scopo in modo adeguato, affinché venga apprezzato dal suo proprietario. Quando l’attante soggetto (l’utente modello) utilizzerà il lunch box per la prima volta, lo scenario sarà la cucina di casa sua, dove preparerà il pranzo da portare al sacco. Si troverà a dover organizzare lo spazio del contenitore nel modo migliore, per ospitare il pasto che consumerà fuori casa. Poiché il lunch box è componibile di varie parti, l’utente modello potrà sistemare come vuole il suo pranzo, a seconda delle sue necessità. Infatti l’utente modello manipolerà come vuole l’oggetto, condizionando la sua funzione. I programmi narrativi d’uso di questo lunch box consistono nel riuscire a trasmettere il valore di semplicità di utilizzo, di trasporto e di lavaggio, che ci erava19


mo prefissati nel capitolo precedente. Questi valori costituiscono dei programmi narrativi d’uso che vengono realizzati in vari momenti dell’utilizzo del lunch box da parte dell’utente. La semplicità di utilizzo è la sfida principale e iniziale del prodotto. L’utente modello dovrà facilmente sistemare il suo cibo all’interno del contenitore, senza avere problemi. Per questo il lunch box è dotato di scomparti componibili: con l’inserimento di alcuni divisori, esso potrà dividere il suo spazio fino a tre parti e alloggiare diversi tipi di cibo. La semplicità di trasporto si realizza quando l’utente modello infila il lunch box nella borsa, insieme ai suoi oggetti personali, alla sua agenda e al suo portatile. Il lunch box riesce in questa missione grazie alle sue dimensioni ridotte: entra nella borsa senza problemi e riesce quindi ad essere trasportato con facilità. La semplicità di lavaggio avviene alla fine dell’utilizzo del lunch box, quando l’utente modello avrà riportato il contenitore sporco a casa e dovrà lavarlo per riutilizzarlo il giorno dopo. Il materiale d’acciaio, di cui è composto, permette al lunch box di essere lavato velocemente e con una quantità minima di sapone. Una volta definiti i programmi narrativi d’uso, cerchiamo di capire qual è lo scopo finale del progetto, ovvero il suo programma narrativo d’azione. Lo scopo del progetto è quello di creare una buona soluzione per contenere il pranzo al sacco di uno studente universitario, trasmettendo alcuni valori: l’ecologia, il riutilizzo e quindi il risparmio. Nel momento in cui l’utente sceglierà il lunch box di Sanctus Mundo da noi progettato, contribuirà attivamente a portare avanti il valore di ecologia. Come? Acquistando un oggetto dal materiale riciclato e altamente riciclabile. Sempre a favore dell’ecologia, aderirà anche al valore di riutilizzo, perché userà più volte il suo oggetto, evitando l’uso involucri e contenitori usa-e-getta per il suo pranzo. Il valore di risparmio verrà di conseguenza; l’utente infatti non solo risparmierà rifiuti all’ambiente, ma risparmierà anche il suo denaro: non dovrà acquistare il suo pranzo, ma lo porterà da casa. A chiudere il cerchio di questo insieme di valori connessi, sta la salute, che è un’altro scopo dell’oggetto e che sarà favorita dall’uso di un materiale atossico e dalla consumazione di cibo preparato a casa.

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7. STRATEGIE ENUNCIATIVE

Adesso il nostro metaprogetto compie il passo avanti che lo porta a definirsi come progetto. A questo punto dobbiamo iniziare a pensare alle strategie enunciative del prodotto: come sarà fatto concretamente il lunch box. Dobbiamo tenere conto del fatto che il nostro prodotto dovrà assicurare una funzionalità operativa, ma anche comunicativa, ed è proprio qui che entrano in gioco le strategie enunciative. Quest’ultime prendono forma a partire dalle caratteristiche del committente/ progettista e dalle esigenze dell’utente modello. Riassumendo le definizioni già elencate a pag. 16, possiamo dire che il lessema committente/progettista avrà il potere di definire gli aspetti del progetto che riguardano il materiale e la struttura componibile; le caratteristiche dell’utente modello invece serviranno ad indirizzare gli aspetti formali che contribuiscono alla comodità d’uso dell’oggetto e alla sua funzionalità comunicativa. Elenchiamo, nel particolare, quelli che sono gli aspetti morfologici del lunch box, che ci interessa definire: - la forma - le dimensioni - le parti componibili - il coperchio - il materiale La forma Gli oggetti prodotti dal marchio Sanctus Mundo, come abbiamo già visto, sono caratterizzati dalle forme compatte e prive di spigoli. Per il lunch box che andiamo a progettare abbiamo bisogno di una forma che rispetti il bisogno di disporre il cibo in scomparti diversi, ma sullo stesso piano, in modo da non creare uno spessore eccessivo dell’oggetto. La forma ideale è quella rettangolare, perché è quella che si presta maggiormente ad essere inserita in una borsa o in uno zaino, essendo la stessa forma dei libri e del computer portatile. Inoltre, le tasche 21


stesse delle borse sono solitamente di forma rettangolare, perciò il nostro lunch box potrà essere inserito perfettamente in una di esse. La forma del nostro lunch box quindi sarà rettangolare, con gli angoli smussati, come tutti i prodotti dell’azienda committente. Le dimensioni E’ molto importante definire delle misure adeguate per il nostro prodotto, al fine di rispettare il valore di semplicità di trasporto che ci eravamo prefissati. Abbiamo detto che il lunch box è di forma rettangolare e andrà inserito in una borsa o zaino del nostro utente modello con facilità, dove sarà alloggiato tutto il giorno fino al rientro a casa. Pertanto le dimensioni devono essere le minime indispensabili, perché il lunch box occuperà un piccolo spazio tra gli altri oggetti dello studente, contenuti nella borsa. Decidiamo, con queste premesse, di attribuire al nostro prodotto le dimensioni di un foglio A5, con, ovviamente, un differente spessore. Perché uguagliare le dimensioni del lunch box con quelle delle pagine un quaderno piccolo? Per riuscire ad integrare il prodotto con quelli che sono gli oggetti normalmente contenuti nella borsa di uno studente: effetti personali, computer portatile e libri o quaderni. Prendiamo in considerazione proprio i quaderni perché offrono una forma e una dimensione di lunghezza e larghezza che soddisfa anche il nostro progetto. Il lunch box che vogliamo progettare dovrà essere percepito dall’utente, uno studente universitario, come parte del suo bagaglio giornaliero. Definiamo con precisione la larghezza e la lunghezza del nostro prodotto: 21 cm x 15 cm. Ora dobbiamo pensare allo spessore, che dovrà essere idoneo per un contenitore di cibo. Il lunch box conterrà cibi solidi come una porzione di pasta, di insalata, di verdure a pezzi o di frutta a pezzi, di frittata, ecc... Considerando che il Contenitore compatto della Sanctus Mundo per sandwich (riportato a pag. 6) ha lo spessore di 4 cm, rimaniamo all’incirca su questa dimensione, aumentandola di poco, perché il lunch box non conterrà solo panini. Siamo arrivati quindi a definire anche lo spessore del lunch box: 6 cm di altezza.

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Le parti componibili A questo punto è arrivato il momento di precisare la forma componibile dell’oggetto, ovvero la caratteristica che lo contraddistingue dagli altri. Adeguandoci ai requisiti di comodità e facilità d’uso richiesti da questo prodotto, descriviamo ora la struttura componibile. Abbiamo in precedenza accennato che il contenitore del nostro lunch box avrà delle parti componibili, che chiameremo separé e che andranno a dividere in uno, due o tre scomparti il vano contenitore del lunch box. Questi separé sono estraibili e si incastrano nelle pareti interne del contenitore, grazie a delle apposite cerniere, che ne garantiranno l’immobilità. Il lunch box disporrà di due separé da inserire nel contenitore, dello spessore di 3 mm, che divideranno a metà lo spazio, o addirittura in tre parti. Avendo definito i primi tre aspetti morfologici del lunch box (forma, dimensione e parti componibili), illustriamo il progetto con un disegno tecnico al fine di avere una visione più chiara della nostra strategia enunciativa. 21 cm 21 cm

A sinistra, il disegno tecnico del contenitore,

10,5 cm 10,5 cm

con le relative misure e gli angoli smussati. Le linee verdi rappresentano, in vista dall’al-

7 cm 7 cm

to, i due separé che dividono lo spazio in tre settori.

15 cm 15 cm

In basso a sinistra, la vista laterale del contenitore, in cui si percepisce lo spessore. In basso a destra, il disegno dei due separé, 15 cm

4 cm

in una vista principale. 15 cm

4 cm

vista dall’alto

4 cm

4 cm

4 cm 4 cm

10,5 cm

vista laterale

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10,5 cm


Resta da definire ancora la tecnologia delle cerniere per i separé. In tutto le cerniere sono quattro: tre sulle pareti interne del contenitore ed una su un separé (quello più lungo). Poiché lo spessore del separé è di 3 mm, la cerniera che lo accoglie dovrà avere la stessa larghezza del canale. Le pareti della cerniera decidiamo che avranno anch’esse una larghezza di 3 mm. Illustriamo anche questa parte della morfologia del prodotto, con un disegno tecnico. A sinistra, il disegno tecnico del contenitore con la rappresentazione delle tre cerniere e del separé più lungo con la cerniera. Sotto, la vista frontale della cerniera, dove si possono vedere meglio lo spessore del canale (3 mm) e la lunghezza delle pareti (4 cm, come le pareti del contenitore). vista della cerniera dall’alto

In basso a sinistra, il disegno di un separé inserito in una cerniera.

vista della cerniera frontale

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Il coperchio Passiamo ora a definire come funzionerà il coperchio del nostro lunch box. Il coperchio sarà a pressione, con una piccola guarnizione di gomma lungo il perimetro della parete interna. Pensando ad un coperchio così semplice, abbiamo cercato di mantenere minime ed essenziali le parti dell’oggetto. Pertanto abbiamo evitato di pensare ad una chiusura ermetica, che presuppone invece l’uso di una cerniera esterna, troppo grande ed ingombrante per un contenitore dallo spessore di appena 4 cm. Il logo dell’azienda Sanctus Mundo si troverà proprio sopra il coperchio.

Il lunch box con il coperchio a pressione

Il materiale Il materiale che costituirà il prodotto è l’acciaio inossidabile. E’ stato scelto l’acciaio per creare un oggetto conforme alla linea dei prodotti dell’azienda committente (tutti in acciaio). Ma non è l’unico motivo, infatti, per portare avanti il valore di ecologia di questo lunch box, l’acciaio inossidabile è altamente riciclabile e già in parte riciclato, nella sua composizione. Oltre a questo, presenta una certa comodità e facilità di lavaggio, nel rispetto delle necessità dell’utente. Tra le varie caratteristiche dell’acciaio, troviamo l’assenza di dispersione di agenti chimici tossici, una volta a contatto con il cibo. Questo contenitore può anche essere riscaldato in un piccolo forno. Sia il corpo che costituisce il contenitore del cibo, che i separé, che il coperchio, verranno completamente realizzati in acciaio inossidabile stampato (eccetto la guarnizione di gomma del coperchio). Ciò avrà una riduzione dei costi di produzione e anche un minore impatto ambientale.

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8. PROVE DI COMMUTAZIONE

Quest’ultima fase del nostro lavoro ci serve a capire quali sono i tratti pertinenti del nostro progetto. Vogliamo capire quali sono le parti del piano dell’espressione dell’oggetto che, se cambiate o tolte, modificano il piano del contenuto (il suo modo di utilizzo, il valore e significato del lunch box). Per individuare i tratti pertinenti dobbiamo attuare alcune prove di commutazione e per fare ciò dobbiamo immaginare altri prototipi del prodotto, che differiscano in alcune parti del piano dell’espressione da quello che invece è il progetto che abbiamo proposto nel capitolo precedente. Abbiamo scelto di proporre due prototipi alternativi a quello del nostro progetto. Prototipo 1 Utilizzo di scomparti fissi Per contenere diversi tipi di cibo, tutti all’interno del prodotto, si potrebbe separare il contenitore senza separé estraibili, ma con degli scomparti fissi. In questo modo il contenitore rimarrebbe sempre suddiviso in tre settori (se scegliamo di dividerlo in questo numero di parti). Il lunch box risulterebbe un pezzo compatto, senza nessun accessorio (eccetto il coperchio) e senza alcuna possibilità di componibilità. Conseguenze sul piano del contenuto Realizzando un contenitore a scomparti fissi, veniamo meno al valore di componibilità che ci siamo proposti di mantenere, al fine di fornire una certa facilità d’uso all’utente. Se gli scomparti risultano fissi e prestabiliti, l’utente modello si troverà a dover inserire il cibo, ogni volta che userà il lunch box, per forza in tre o due o un solo scomparto. In questo modo l’utente dovrà anche rinunciare alla variabilità del suo pasto, che ogni giorno dovrà essere costretto nel medesimo sistema di scomparti.

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Prototipo 2 Inserimento di un doppio ripiano Un altro tipo di cambiamento sul piano dell’espressione, potrebbe essere sistemare due ripiani impilati all’interno del contenitore, separando così il cibo secondo un sistema verticale. In questo modo dovremmo aumentare l’altezza del lunch box che, misurando 4 cm di spessore, risulterebbe troppo piccolo, arrivando ad almeno 8 cm. La modifica apportata al contenitore del lunch box prevederebbe anche la fissità dei separé. In questo prototipo siamo costretti ad avere uno spessore maggiore del contenitore, che potrà contenere molto più cibo. Conseguenze sul piano del contenuto Questo

tipo

di

prototipo

risulta

a

favore

di

uno

spazio

maggio-

re per contenere il cibo, ma sfavorisce la facilità di trasporto dell’oggetto. Lo spessore dell’oggetto sarebbe eccessivo e sarebbe difficilmente contenuto all’interno della borsa dello studente, già piena di altri oggetti. In questo modo viene a mancare quindi il valore di facilità di trasporto che deve essere garantito dal nostro lunch box.

Con queste prove di commutazione, che hanno portato a definire due prototipi alternativi al nostro progetto, abbiamo definito quelli che sono i tratti pertinenti del lunch box. Come è stato notato, modificare o togliere questi tratti, appartenenti al piano dell’espressione, comporterebbe delle mancanze importanti sul piano del contenuto. La prova di commutazione è utile per capire quali sono i punti di forza del progetto e a dargli un significato ben preciso, in relazione alla funzionalità operativa e comunicativa dell’oggetto.

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CONCLUSIONI

Devo dire che inzialmente il lavoro di metaprogettazione sembrava una ricerca più che altro astratta anche se fine ad un progetto pratico. Mi sono invece resa conto che, passo dopo passo, la definizione del progetto è venuta quasi da sé. In precedenza, nella mia carriera da studentessa, non ho mai utilizzato il metaprogetto come fase preliminare per la progettazione. Il tempo di preparazione al progetto consisteva in una lunga meditazione su quale potesse essere un punto di partenza per iniziare a lavorare. Invece con l’aiuto degli strumenti semiotici, la ricerca e l’analisi, il progetto acquista delle fondamenta e un valido punto di partenza. Pur non avendo realizzato concretamente il mio lunch box, perché è stato solamente un esperimento utile a provare per la prima volta la metaprogettazione, credo di aver delineato degli spunti progettuali concreti, utili se un giorno vorrò realizzarne il prototipo reale. Questo metaprogetto ha dato valore e importanza allo scopo del mio progetto e questo è essenziale quando si lavora su qualsiasi tipo di progettazione, perché chiarisce le intenzioni del progettista. Spero di essere riuscita a comunicare in modo adeguato il lavoro che volevo affrontare e di aver utilizzato al meglio gli strumenti semiotici.

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BIBLIOGRAFIA DENI Michela 2002 Oggetti in azione, Milano: Franco Angeli DENI Michela , Proni Giampaolo 2008 La semiotica e il progetto, Milano: Franco Angeli Magli Patrizia 2004 Semiotica. Teoria, metodo, analisi, Venezia: Marsilio

Sitografia - Pagina ufficiale del marchio Sanctus Mundo, http://www.sanctusmundo.com/ - The European Stainless Steel Development Association Guida alle finiture superficiali degli acciai inossidabili, http://www.euroinox.org/htm/p_12_IT.html - Pagina ufficiale del marchio Kids Konserve http://www.kidskonserve.com/ - Pagina ufficiale del marchio PlanetBox http://www.planetbox.com/



studente: Claudia Bessi corso di Semiotica docente: Michela Deni a.a. 2011-2012 ISIA Firenze


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