GALVANIZE Novembre 2017 n° 1
GALVANIZE / EDITORIALE
GALVANIZE n° 1 Novembre 2017 Editore
Redazione Claudia Giannotti Isabella Lo Duca Christian Magon Camilla Manna Serena Milesi Greta Superbi Barbara Zilli
Realizzazione e progetto grafico
Via G. Candiani, 72 20158 Milano
Editoriale GALVANIZE è entusiamo, è energia, è voglia di fare ma anche e soprattutto voglia di far fare, GALVANIZE è uno stimolo, è un invito a prendere parte a qualcosa perchè crede nelle potenzialità di ogni individuo. Focalizzando l’attenzione su scoperte o idee spontanee che nella loro semplicità sono espressioni di creatività ed energia, in grado di creare un cambiamento, all’interno di Galvanize ci sono persone, idee e realtà emergenti che attraverso la creatività hanno dato vita a nuove espressioni artistiche in diversi contesti, come il design e l’artigianato o piccole imprese che hanno saputo allargare i propri orizzonti con ambizione e cura per il prossimo, diventando un punto di riferimento per la comunità. Con tutte queste iniziative, finalizzate a creare coinvolgimento e consapevolezza sociale, GALVANIZE vuole ispirarvi e motivarvi , a fare, a liberare la vostra energia, a mettervi in gioco.
Politecnico di Milano - Scuola del design Corso di laurea in Design della comunicazione Laboratorio di Metaprogetto A.A. 2017/2018 Docenti: P. Ciuccarelli, F. Piccolini Cultori della materia: G. Brusadelli, C. Zenocchini
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Contenuti
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10 Craftivismo 16 Socialize! 16
24 Maya Penn 30 Hilde Lysiak 32 Are you kidding? 39 Inventors! 44 The Diana award 46 Smog free tower
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48 Craftsmith 52 10A Alabama
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arah Corbett è cresciuta in una famiglia attivista e ha lavorato come attivista professionista per 6 anni, più recentemente con Oxfam. Ha iniziato a fare craftivismo nel 2008, e dopo varie richieste Sarah ha avviato Il Collettivo Globale Craftivista nel 2009, che ha come scopo quello di procurare progetti, strumenti e servizi agli individui e organizzazioni che avevano il desiderio di imparare qualcosa a riguardo del lavoro effettivo del Craftivismo. È una dei portavoce leader all’interno del movimento, e Corbett ha organizzato più di 300 workshops e eventi per oltre 11.000 persone in tutto il mondo. Lavora con istituzioni artistiche come la Southbank & National Portrait Gallery e con organizzazioni benefiche come Save the Children & Unicef. Ha collaborato con gioiellieri di fama internazionale e ha appena finito la sua prima mostra da solista, chiamata “Gentle Protest”, a Stoccolma.
«Se vogliamo che il nostro mondo sia imparziale e giusto, allora il nostro attivismo non dovrebbe essere anch’esso imparziale e giusto?» Questa è la domanda che secondo Sarah Corbett tutti noi dovremmo porci nel momento dell’approccio al Craftivismo. In questa breve intervista ci spiega che cosa significa per lei il movimento, come è nato e a che cosa può portare: Che cos’è per lei il Craftivismo e perché si differenzia dal semplice attivismo? La parola “attivismo” evoca nella mente delle persone connotazioni negative come le rapide firme di petizioni o le rumorose e aggressive modalità utlizzate per domandare giustizia. Ma l’attivismo può essere differente. «Sono una craftivista dal 2008. Il mio approccio al Craftivismo è evitare di affrontare i problemi con rabbia, prediligendo modi più riflessivi e atteggiamenti gentili verso l’altro.»
La gentilezza non è debole, richiede autocontrollo di fronte alla rabbia, le ingiustizie e la tristezza. Le proteste gentili, d’altro canto, ci lasciano avere conversazioni invece che discussioni, dibattiti invece che urla e collaborazioni invece che opposizioni. prima riga titolo
L’arte della «protesta pacifica»
distanza titolo-sottotitolo prima riga sottotitolo
Imparare a fare attivismo in modo pacato, gentile e affascinante utilizzando l’arte
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Sarah ha portato il suo approccio al Craftivismo come insegnamento ad alcune università, tra cui la Bauhaus University in Germania e la Parsons New School a New York City. Il suo primo libro “A little Book of Craftivism”, che tratta della nascita del movimento e dei valori a cui fa riferimento, fu pubblicato nel 2013. Ora Corbett è in procinto di pubblicare il suo nuovo libro dal titolo “How To Be A Craftivist: the art of gentle protest”, descritto da lei in anteprima per noi come “innovativo” e “in grado di spingere le persone a far sentire la propria voce”.
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Sarah Corbett, fondatrice della “Craftivist Collective”.Nata a Everton, Liverpool.
Come mai ha scelto di intraprendere questa strada? Sono diventata Craftivist perché ero oramai un’attivista la cui fiamma era stata consumata. Sono cresciuta in una zona a basso reddito di Liverpool, e a soli tre anni iniziai ad unirmi ai miei genitori e alla comunità in varie campagne sociali. E così decisi di diventare un’attivista professionista. L’unico problema è che sono una persona introversa, e molte delle forme tradizionali di attivismo mi avevano letteralmente prosciugata. Inoltre, c’erano aspetti della professione che non mi piacevano, come demonizzare le persone o dire a tutti che cosa dovevano fare. «Cucire mi calmò immediatamente.»
Vi fu un momento preciso in cui comprese che questa era la sua strada? Un giorno portai con me un kit creativo per passare il tempo durante un lungo viaggio in treno. Cucire mi calmò immediatamente. Mi aiutò a pensare in modo chiaro e mi fece sentire subito più sicura, e le persone intorno a me iniziarono a farmi domande riguardo a cosa stessi facendo.
Il suo nuovo libro “How To Be A Craftivist” da che punto di vista affronta il movimento e i suoi scopi? Non volevo creare solo un libro contenente progetti craftivisti. Volevo che il mio libro andasse nel profondo di che cos’è il Craftivismo, di cosa parla, il suo scopo, il suo processo e le sue insidie. Voglio che leggendo questo libro i miei lettori possano imparare qualcosa sulla creatività, su loro stessi e magari su altri modi di divertirsi (ride, ndr). Ad esempio come usare il processo creativo per attirare e coinvolgere la comunità nei problemi che ti interessano. Come vedere ogni dettaglio delle tue creazioni come importante: dai colori che usi ai i font, le grandezze e i messaggi che scegli di veicolare. Come il Craftivismo può coinvolgere persone online e offline in tutto il mondo. E come può creare conversazioni e azioni in posti dove la giustizia in ambito sociale non è solitamente discussa. Cosa ho imparato dalle sfide che ho affrontato. Come, da degli esempi di esperienze che ho vissuto, puoi trasferire abilità creative in altre parti della tua vita.
In seguito, iniziai a lasciare alcuni piccoli pezzi di street art nel mio quartiere, in modo che potessero provocare qualche reazione; e infatti furono in grado di far nascere un dialogo. Ricamai un fazzoletto come regalo per un politico locale lasciandogli un messaggio personale, e questo gesto mi sembrò molto più rispettoso del tradizionale gridarsi addosso. Diventammo amici disposti ad avere un confronto critico invece che nemici predisposti solo all’aggressività. Nel 2009 ho dato il via al Colletivo Craftivista dopo molte richieste per aiutare le persone a diventare Craftivisti effettivi e cittadini con uno scopo attivo e positivo.
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C’è qualcos’altro che vuole far sapere a chi sta pensando di approcciarsi al suo movimento e pensa di farlo attraverso i suoi libri? Credo fermamente che la gentilezza, la capacità di conversare e collaborare possano realmente rendere il mondo un posto migliore, meno arrabbiato, aggressivo e controverso. E lo si può fare anche leggendo questo libro, e aiutando a diffondere i concetti che esprime compiendo i primi passi da craftivista...
“Your Footprint Kit”, compreso di istruzioni e adesivi. “Un aiuto per camminare come un buon cittadino del mondo”.
Insegna ricamata seguendo le istruzioni del "Mini Banner Kit". Acquistabile nel sito ufficiale craftivist-collective.com/shop.
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...un punto di cucito alla volta.
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ccentrico? Effimero? Irriverente? Emozionale? Come sarebbe il design del giorno d’oggi se i designers avessero la libertà di lavorare con approcci più radicali? Questa è la domanda che Stacey Hunter, designer curatrice e fondatrice di Local Heroes si è posta prima di intraprendere il progetto. Stacey Hunter ci introduce in una nuova dimensione esplorativa all’insegna della scultura sociale. Socialize! è un progetto di Local Heroes che crea opportunità per i designers e li invita a considerare l’ambiente esterno come luogo stimolante e di rifugio in cui condividere una visione comunitaria e grintosa della vita quotidiana. L’iniziativa è stata preceduta dal recente lancio all’aeroporto di Edimburgo, di un negozio pop-up con prodotti appositamente creati da un ampio numero di designer scozzesi, con lo scopo di ridefinire ciò che costituisce un souvenir e il volto internazionale del design scozzese in generale. Situato all’interno di un container tra il terminal e la fermata del tram, il progetto Local Heroes ha presentato una proposta audace per visitatori da tutto il mondo, offrendo loro l’opportunità di interagire con il design contemporaneo e innovativo della nazione. Il progetto si basa su una visione improntata a favorire una fertile e vibrante nascita della scena creativa in tutta la Scozia e
Socialize! Un progetto di design dinamico e sociale nel cuore di Glasgow
Giulia Fiorista e Ed White, insieme formano SLAPS.
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Stacey Hunter, designer e fondatrice di Local Heroes.
non solo. “Bisogna sfruttare l’opportunità in questo preciso momento in cui il design è sottovalutato e sottoutilizzato come oggetto culturale. Un’occasione per riflettere su quale sia il nostro linguaggio di progettazione e a che cosa potrebbe somigliare se non ne avessimo uno”. Il nuovo entusiasmante progetto sperimentale è stato realizzato a Glasgow, Stacey ha deciso di spostare leggermente l’attenzione dalla creazione del prodotto destinato alla vendita alla creazione di arredamento per il sociale. Il progetto è attualmente collocato nell’Eastvale Place di Glasgow, all’interno di un cortile destinato all’interazione tra persone, facente parte dello storico complesso industriale della città. Hunter è da sempre impegnata ad incoraggiare un design più indipendente, allontanandosi da un’ortodossia del ‘buon gusto’ per favorire lo sviluppo di nuove idee. “In un design business incentrato sul modello di IKEA, la quantità di creatività è diminuita notevolmente per sottostare alle regole di mercato mettendo in ombra l’intero settore del design espressivo, o per meglio dire, emotivo.” Socialize! cerca di offrire un’alternativa interessante e un nuovo approccio di progettazione. Utilizzando finanziamenti del fondo Creative Scotland and Scottish Enterprise,
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il progetto elimina i vincoli commerciali che molto spesso impediscono al designer di sperimentare liberamente. Il duo di designer che ha intrapreso e realizzato concretamente questo progetto sono l’italiana Giulia Fiorista ed il gallese Ed White, meglio conosciuti come SLAPS. Il tema a cui sono stati invitati a lavorare è stato quello della creazione di progetti per gli spazi aperti, tenendo in considerazione il clima scozzese con una visione intraprendente, unica ed espressiva volta al sociale. The Calm Tree.
Inaugurazione del progetto presso l’Eastvale Place di Glasgow.
di dialogo, se c’è qualcosa di strano... Hanno infatti dichiarato: “Un tema che abbiamo preso in considerazione per la realizzazione dell’“albero” era quello dell’ansia. Abbiamo condiviso le nostre esperienze quotidiane riguardanti l’ansia, dal prendere a pugni i cuscini, al mangiarsi le unghie fino al correre maratone!” The Calm Tree lo si riconosce dall’imponente struttura centrale: un grande sacco morbido imbottito color blu. In cima al “Calm Tree”, un insieme di nastri possono essere afferrati come dei rami di un albero o pettinati come capelli. All’estremità delle sue radici, il “Calm Tree” presenta una zona circolare che può ospitare un massimo di quindici persone sedute molto vicine tra loro, o sei persone sedute un po’ più larghe. La struttura fornisce un punto di dialogo, una posto in cui riposarsi e un’esperienza sensoriale calmante sotto forma di frange appese alla cima che possono essere accarezzate per alleviare lo stress.
Sketch del progetto finale.
I progetti che hanno realizzato per Socialize! sono la Glasgow-Rella e The Calm Tree, che Hunter ama definire come “spazi grintosi di dialogo che punteggiano l’ambiente in modo da poter far parlare la gente di design che non hanno mai visto prima, davvero originali, radicali ed unici”. I livelli di ricerca che sottostanno ai prodotti finiti non devono essere sottovalutati. The Calm-Tree è frutto di una ricerca che hanno condotto riguardante l’ansia. Hanno riflettuto sull’ansia che la gente prova negli spazi sociali: quando arrivi prima dei tuoi amici e ti ritrovi da solo, dove stai? Anche la questione sociale di iniziare una conversazione con un’altra persona; se c’è un punto
Il team di Local Heroes.
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«Una sfida alle norme del nostro settore, una sfida per noi.»
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Il risultato è ottimo perché una delle domande che i designer si facevano era: “Cosa sarebbero gli oggetti se i designer avessero la libertà creativa di fare qualcosa di radicale? Sarebbero irriverenti? Sarebbero effimeri? Sarebbe qualcosa destinato all’esterno e che eventualmente si romperebbe in mille pezzi? Sarebbe fatto di materiali completamente ecosostenibili, o il completo opposto?”. Un tema che abbiamo preso in considerazione, oltre all’ansia è quello del clima di
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Glasgow. Tutti gli oggetti sono costruiti utilizzando materiali come acciaio zincato e plastica, per resistere alle intemperie scozzesi. Inoltre, vengono realizzati dall’officina di fabbricazione di Glasgow, Alien & Daughters; e sono pezzi adatti per ogni attivitò, come sedersi, mangiare e bere. La Glasgow-Rella ne è un esempio. È una struttura che si adatta perfettamente all’ambiente circostante, cercando di rispondere all’eterna questione locale: come possiamo proteggerci dalla pioggia potendo comunque bere all’aperto?
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Dice Hunter, “Quello che emergeva dalla ricerca riguardante il clima a Glasgow era l’impossibilità di utilizzare un ombrello semplicemente perché vengono distrutti dalla potenza del vento. C’è un intero archivio di immagini di ombrelli distrutti in tutta Glasgow!”. La Glasgow-Rella è una struttura multifunzionale: “Puoi usarla come una panchina, un tavolo o un ripiano. Inoltre possiede tettoie in plastica protettive che come un ombrello fuoriescono per offrire all’occorrenza un po’ di ombra o di riparo”.
La Glasgow-rella.
Parte dell’archivio fotografico di ombrelli distrutti a Glasgow.
La struttura di Glasgow combina due telai d’acciaio simmetrici, offrendo un totale di quattro scalette, una per lato, dove le persone possono sedersi, arrampicarsi, appoggiare le loro bevande, cibo e giacche. Tra di loro, si innalza un pilastro più alto dà spazio aggiuntivo per il deposito di oggetti personali e ha anche la funzione di sostenere le due coperture della Glasgow-Rella: una fetta gialla e filante di formaggio e un pezzo di pancetta croccante ondulato.”
La struttura accoglie diverse esigenze.
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Vieni a trovarci per scoprire i prossimi progetti ed entrare a farne parte!
Bozze di progetto.
Socialize! si impegna ogni giorno, attraverso l’organizzazione di eventi pubblici, a promuovere giovani designer dando spazio alla creatività per contribuire a favorire la diffusione di un design che si prende cura delle persone sviluppando una coscienza collettiva.
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L’imprenditrice tredicenne pronta a cambiare il mondo Un Q&A con Maya Penn
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aya Penn è una piccola e frizzante forza della natura. È un’imprenditrice, filantropa, fashion designer, animatrice, blogger, scrittrice ed illustratrice. Gestisce un’impresa di moda ecosostenibile ed un’organizzazione no-profit per la consapevolezza ambientale, e la sua mente elabora costantemente nuovi progetti creativi. E forse dovremmo menzionare il fatto che Maya ha solo 13 anni.
Uno dei capi realizzati da Maya Penn.
La storia di Maya inizia con un modesto pezzo di stoffa trovato in giro per casa. Lo prese e lo trasformò in un accessorio per capelli a trama zebrata, decorato con una farfalla e chiamandolo “Zebra Fly”. Quell’esperimento fu l’avvio per la creazione di numerosi accessori fatti a mano, e ben presto, la gente per strada si fermava per chiederle dove li avesse acquistati. In quel momento Maya capì di aver creato qualcosa di grande. I commenti degli sconosciuti furono terreno fertile per far crescere un’idea brillante nella mente della bambina: a soli 8 anni Maya lancia il suo brand di moda. Cinque anni dopo, le idee di Maya sono fiorenti e lei è rimasta fedele alla sua missione: tutti i prodotti che crea sono eco-friendly. Inoltre il 10-20% dei profitti è destinato alla beneficienza e alle organizzazioni ambientali a lei care, come l’Atlanta Community Food Bank. Da allora, Maya ha ampliato il suo impero creando una no-profit, Maya’s Ideas 4 the Planet, per diffondere consapevolezza sui problemi ambientali ed incoraggiare all’azione. “Ci sono tantissime cause su cui vorrei porre l’attenzione” afferma, “ e ho pensato che il modo migliore per farlo sarebbe stato di aprire una no-profit.” Maya è estremamente equilibrata e mette passione in tutto quello che fa. Con Maya abbiamo parlato delle sue ispirazioni creative, delle lezioni di vita e di attuare cambiamenti reali in tutto il mondo.
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«Senza passione per ciò che stai facendo, tutto crolla.»
Hai sempre così tante idee. In cosa trovi ispirazione? Molte idee mi arrivano dalle altre persone. Da artista, animatrice e filmmaker le mie ispirazioni principali arrivano da George Lucas, Steven Spielberg e Lauren Faust. Nel mondo musicale trovo interessanti le canzoni degli U2 e di Bono. Anche la natura è una mia grande fonte di ispirazione.
You Got This!, copertina del suo primo libro.
Come sei entrata in contatto con il mondo dell’animazione? Tutto è cominciato quando avevo all’incirca 3 anni. Ho iniziato a creare dei piccoli flip-books e mi sono sempre chiesta come fossero realizzati i cartoni animati. Ad oggi, subito dopo aver guardato un film o un DVD, la prima cosa che faccio è andare a vedere il dietro-le-quinte in modo da capire cosa sta dietro a quello che ho visto.
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Da dove arriva quest’idea? Poco tempo fa ho scoperto che molte ragazze in Nepal ed Uganda non possono andare a scuola durante i giorni del ciclo perché non hanno a disposizione gli assorbenti. Quando l’ho scoperto ne sono rimasta davvero scioccata e ho subito pensato a qualcosa che avrei potuto fare per cambiare questa condizione. Ci sono molti altri progetti come questo, altre compagnie donano assorbenti e tamponi a queste ragazze, ma l’unico problema è che non sono né ecosostenibili né riutilizzabili. Una volta ricevuti e utilizzati il problema ricomincia. I nostri assorbenti no-profit, al contrario, dopo svariati utilizzi possono essere gettati: sono biodegradabilibili e sostenibili in modo da non danneggiare l’ambiente.
Su quali altri progetti stai lavorando? L’anno prossimo uscirà “Malicious Dishes”. È una serie animata su piccoli virus in un computer. Una volta trovai un virus sul mio computer e pensai “E se loro avessero un loro piccolo mondo dentro al mio computer? E se avessero addirittura dei ristoranti?” e così ho pensato che avrei potuto farne un cartone animato. Sto anche lavorando ad un’animazione chiamata “Pollinators”, sulle api ed altri impollinatori nel nostro sistema ambientale. Ne ho creato un team di super eroi. Poi ci sono tutti questi altri antagonisti che cercano di distruggere l’ecosistema. Guardandolo, si può imparare a proposito dell’ecosistema in modo divertente. Inoltre sto ultimando un progetto con la mia associazione no-profit sulla creazione di assorbenti eco-friendly riutilizzabili per le ragazze nei Paesi del terzo mondo. Molte di loro non vanno a scuola perché non hanno assorbenti da indossare.
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Hai già fatto tantissimo, è davvero impressionante. Quali sono le lezioni che hai imparato finora? Tutti iniziamo dal basso. Quando avvii una compagnia sai che non diventerà importante subito, e anche se così fosse, necessiterebbe comunque di tanto duro lavoro. Molte persone si sentono sotto pressione
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o intimidite; guardando tutte queste grandi aziende e si chiedono “Come potrei mai competere con loro?” ma tutti iniziano dal basso. La tua compagnia è cresciuta molto. Che cosa hai ottenuto da questa esperienza? Rimani sempre fedele alla tua compagnia. Mentre cresce, chiediti “la mia compagnia è ancora unica? È questo che volevo quando ho iniziato a pensare a questo progetto?”. A volte mi ritrovo a progettare basandomi sugli ultimi trend di moda e poi penso che quella non è la direzione che avrei voluto seguire con la mia impresa. Voglio essere sempre sicura di rimanere fedele al mio brand. Qual è il consiglio che daresti ai giovani che vorrebbero avviare un business? Bisogna sempre, sempre, sempre iniziare con una passione perché senza passione né amore o trasporto per ciò che stai facendo, tutto crolla ed un giorno ti accorgi di non voler più continuare. È molto importante
scegliere di fare ciò che ami perché è così che hai la certezza di andare lontano. Dove pensi che ti porterà la tua passione? Sinceramente non credo di sapere cosa farò un giorno. Non lo so. So che vorrei fare l’animatrice, creare cortometraggi e fare in modo che le mie idee si realizzino, voglio restituire qualcosa agli altri in ogni mio progetto. Cos’è qualcosa che sai e che vorresti tutti sapessero? Tutti possono avviare un cambiamento. Non importa chi tu sia, da dove vieni o quanti anni hai — ogni singola persona può fare la differenza se sono spinti dalla passione. Le persone in generale, e i giovani in particolare, non si rendono conto dei problemi che affliggono il mondo intero. E anche quando ne sono a conoscenza, non sanno come fare a far avvenire il cambiamento. Bisogna fare ricerca ed essere informati.
Maya Penn mentre tiene un discorso al TED.
Creazioni di Maya Penn.
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GALVANIZE / HILDE LYSIAK
Hilde Lysiak: Orange Street News
U Hide Kate Lysiak con in mano il suo giornale.
n altro esempio di bambini che decidono di prendere le loro passioni e trasformarle in qualcosa di concreto è quello di Hilde Kate Lysiak. Hilde, da Selinsgrove, Pennsylvania, ha nove anni e una passione bruciante ed esclusiva: quella per il giornalismo. Infatti, a soli sette anni decise di iniziare un giornale locale: l’Orange Street News, che raccoglie notizie sia locali che internazionali, e che viene pubblicato sia su carta che online. Dall’inaugurazione del giornale ad oggi, Hilde ha pubblicato centinaia di storie, occupandosi dei temi più disparati, come un omicidio, la bestia misteriosa che terrorizzava i residenti e la corruzione alla stazione locale dei vigili del fuoco.
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avrebbe dovuto trattare, che cosa avrebbe dovuto fare o chi avrebbe dovuto essere. Hilde ha dichiarato di non aver voluto iniziare il suo giornale perché la gente pensasse che lei fosse “carina”, ma con l’intento di dare alle persone le informazioni necessarie. Inoltre, Hilde ha preso una posizione importante contro gli adulti che non lasciano spazio decisionale ai bambini, dichiarando che se gli adulti solitamente credono che i bambini non siano in grado di fare niente di speciale, come possono i bambini stessi crederlo? Perciò, dopo averla incontrata nella sua cittadina Selinsgrove, le abbiamo chiesto cosa pensasse di tutte le critiche nate in seguito a queste tematiche delicate che lei ha scelto di affrontare. E se pensasse che queste critiche fossero causate principalmente da alcuni elementi, per esempio il fatto che lei sia una femmina e non un maschio, dato che molti utenti le hanno consigliato di lasciar perdere l’attività da giornalista e di tornare a giocare con le bambole.
Hilde ci ha risposto così: “Il fatto è che mi piace giocare con le bambole e giocare a prendere il tè. Mi piacciono molto anche le macchinine. Credo che gli adulti non dovrebbero presumere che un bambino – maschio o femmina – dovrebbe fare una cosa o l’altra. I bambini possono fare cose eccezionali e rimanere bambini. A tutti quelli che mi hanno supportato (e sono stati numerosi): un grandissimo grazie! A quelli di voi che preferirebbero che restassi a casa a giocare con le bambole dico questo: Sì, sono una bambina di nove anni. Ma sono una reporter per prima cosa. Riporto e racconto notizie. E fino a quando ci saranno notizie da raccontare a Salinsgrove, continuerò a provare a fare del mio meglio per dare alla gente i fatti di ciò che accade. E per quelli che pensano che dovrei starmene al mio posto, vi propongo un accordo. Voi vi scollegate dal vostro computer e fate qualcosa per fermare il crimine nella mia città e io smetterò di raccontarlo nel mio giornale.”
Schermata del sito online dell’Orange Street News.
Hilde si ritiene una giornalista seria e si è dimostrata tale in questi due anni in cui l’Orange Street News ha acquistato sempre più importanza. Molte persone hanno avuto opinioni e reazioni contrastanti nel vedere una bambina alle prese con tematiche importanti e di un certo peso come un omicidio, ma la giovane giornalista è stata in grado di difendere prontamente sé stessa e l’attività da lei creata. È stato proprio il caso dell’omicidio a Selinsgrove che ha portato l’attenzione su questa ragazzina grintosa e piena di inventiva. Hilde e la sua famiglia erano stati avvertiti che parlando di questa notizia il suo giornale avrebbe smesso di essere “carino”. Ma la giovane reporter si è imposta e ha deciso di non farsi dire dagli altri quali argomenti
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GALVANIZE / ARE YOU KIDDING?
GALVANIZE / ARE YOU KIDDING?
Rachel, che aveva ampie connessioni in Sud America per via del suo lavoro da dirigente editoriale, decise di accontentare il figlio provando a trovare un modo in cui il bambino potesse realizzare le sue idee. Dopo qualche ricerca, la donna riuscì a mettersi in contatto con un fabbricante in Guatemala che poteva produrre dei campioni.
Are You Kidding? L’impresa di calzini fondata dai giovani fratelli Martinez
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re You Kidding? È una compagnia che si occupa della produzione di calzini, fondata da Sebastian Martinez quando aveva solamente cinque anni con l’aiuto della sua famiglia. Sebastian, che si faceva chiamare “il bambino dei calzini” dai suoi amici, ha sempre amato e indossato calzini vistosi. La nonna lavorava in un negozio di abiti e gliene dava qualche paio ogni volta che lei andava a trovarlo; in questo modo Sebastian a soli cinque anni arrivò a possedere più di 100 paia di calzini. Questo grande amore per i calzini spinse sua madre Rachel Martinez a chiedere a suo figlio se volesse provare a disegnare i propri calzini. La domanda della madre di Sebastian segnò l’inizio dell’avventura, con il piccolo Martinez che si lanciò subito a capofitto sull’idea, creando numerose proposte di design per calzini, decidendo poi di volerle realizzare concretamente.
A maggio del 2014, Are You Kidding? diventò una vera e propria compagnia, e Sebastian, a soli sei anni, prese il posto di CEO e sua madre quello di presidente. Il mese precedente, il primo carico di calzini arrivò e centinaia di scatole riempirono la casa dei Martinez, fino ad invadere le case dei loro parenti. Per la prima vendita, Rachel e Sebastian avevano organizzato uno stand al Sesame Step Children’s Shoes a Miami, Florida. Sebastian però si dimostrò timido e in soggezione nel dover parlare con molti sconosciuti, ma le capacità brillanti di socializzazione e persuasione del fratello maggiore Brandon furono di grande aiuto e fecero colpo su tutti i clienti. Quel giorno Brandon si guadagnò il titolo di “Direttore delle Vendite”, o come lui si fa chiamare, il “DDV”. Inoltre, Brandon e la sua energia aiutarono ad accelerare l’inte-
resse dei clienti, e così il ragazzino diventò anche un modello d’esempio per il suo fratellino Sebastian. Ad oggi, i due fratelli hanno costruito un business d’ispirazione che non solo ha venduto decine di migliaia di calzini, ma che crea anche collaborazioni con organizzazioni no-profit, come la Live Like Bella Foundation, SLAM ALS, Autism Speaks, Breanna Vergara Foundation e l’American Cancer Society, disegnando e vendendo calzini specifici che supportino la missione di ogni organizzazione. Per i fondi e la consapevolezza che hanno raccolto per il cancro infantile, Sebastian e Brandon hanno ricevuto un riconoscimento dal sindaco della città di Miami, una delle tante onorificenze di cui sono più orgogliosi. Sono stati addirittura nominati Vigili del Fuoco Onorari dall’unità di Miami! I due fratelli hanno fatto anche apparizioni televisive, scegliendo trasmissioni importanti come Good Morning America, The Harry Show e Noticiero Univision, e continuano tutt’oggi ad ispirare un largo pubblico con la loro storia. Are You Kidding? Offre calzini sia per bambini che per adulti che includono design disparati e una scelta di calzini i cui ricavati vengono donate in beneficenza.
Il ricavato di ogni linea di calzini viene interamente devoluto ad associazioni benefiche.
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Do something BIG.
GALVANIZE / INVENTORS!
Inventors! Idee di piccoli inventori e designer realizzate per stimolare la loro creatività
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o minic Wilcox, designer e inventore, è l’ideatore dell’iniziativa “INVENTORS!”, un progetto che ha coinvolto numerosi bambini del Regno Unito, spingendoli a trovare nuove idee per delle invenzioni. Dominic Wilcox si occupa di condurre workshop in cui bambini e ragazzi vengono coinvolti e stimolati a produrre idee per nuove invenzioni. Il designer, proprio durante uno di questi workshop, notò quanto interessanti e ricchi d’immaginazione fossero i loro progetti, e così decise di avviare il progetto “INVENTORS!”. Gli obiettivi del progetto sono di ispirare e incoraggiare i bambini a credere nel potere della loro immaginazione, a trovare idee grandiose e creare oggetti meravigliosi. Dominic, dopo aver contattato oltre 450 bambini, ha raccolto più di 600 schizzi per delle invenzioni, dalle più strane e assurde a quelle più brillanti. Dopo averli letti e esaminati, ne ha scelti circa 60 che lui pensava avessero grande potenziale, e li ha mostrati a degli artigiani locali che volevano essere inclusi nel progetto e, dopo varie discussioni, ogni artigiano ha deciso quali idee realizzare. In seguito, i giovani inventori sono stati invitati per incontrare la persona che avrebbe realizzato la loro idea e descrivere in dettaglio il disegno e l’idea. Dopo questo step, gli artigiani hanno avuto 4 settimane per lavorare ai progetti dei giovani designer. Per accogliere la mostra di INVENTORS! e tutte le meravigliose idee e creazioni, Do-
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minic ha affittato un largo spazio e ha disegnato e progettato le vetrine all’entrata e la segnaletica, entrambe capaci di attrarre l’attenzione da parte dei cittadini del luogo. L’esibizione ha attratto un ampio numero di persone, di ogni tipologia e provenienza. Gli organizzatori hanno ricevuto anche i consigli di tante persone che hanno voluto proporre nuove idee, ispirati da qualcosa che avevano precedentemente visto alla mostra. Nonostante tutta l’affluenza e gli apprezzamenti ricevuti, secondo Dominic Wilcox la cosa più emozionante è stata vedere l’eccitazione dei bambini nel vedere le loro idee realizzate concretamente. “I bambini sono stati al centro dell’attenzione e io sono stato contentissimo nel vederli eccitati ed emozionati per le loro idee e quelle altrui”, ha affermato il designer. “Invece di appendere i disegni sull’anta del frigorifero, come molti adulti fanno con i disegni dei loro bambini, perché non spingerli ad andare oltre, a stimolare sempre più la loro creatività? È importante prendere sul serio il potere d’immaginazione dei bambini e vedere dove porta.” Questa è la dichiarazione presente sul sito di INVENTORS!, che, dopo la fiera, rimane attivo come organizzazione che si impegna a portare la cultura e la creatività, soprattutto per i più giovani, nel Nord-Est dell’Inghilterra. Nelle pagine seguenti trovate alcuni esempi delle invenzioni realizzate per l’esibizione.
A sinistra: Fotografia sul luogo dell’esibizione di INVENTORS! “Children’s invention ideas”, alcuni dei disegni delle idee per la realizzazione di invenzioni arrivati agli organizzatori.
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Tooth-o-Matic
Idea di Henry Hughes, 12. anni. “Metti il dentifricio all’interno del portello e quando premi il pulsante, il dentifricio viene premuto sul tubo e sullo spazzolino. Penso che le persone che hanno fretta lo useranno.”
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Pringles Hook Idea di Georgia Dinsley, 11 anni. “Faccio fatica a far uscire le Pringles dal contenitore a tubo. Questo è un uncino che va inserito nel tubo e tirato fuori per prendere più patatine alla volta.”
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Life Band, swimming life saver
Idea di Danny Sarsfield, 9 anni.
“La mia invenzione è una fascia che indossi quando nuoti. Se stai affogando puoi premere il bottone e un pallone si gonfia di aria grazie ad un motore, così rimanendo a galla. Il motore ha un sensore che smette di gonfiare quando il pallone è pieno d’aria.”
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Creakless Slippers Idea di Sally O’Hara, 11 anni. “Questa è un’invenzione per le persone che vivono in case con pavimenti scricchiolanti. Premendo un pulsante sulle pantofole, uscirà un cuscino attaccato alla parte inferiore. Disponibile in diverse fantasie.”
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GALVANIZE / THE DIANA AWARD
The Diana Award Giovani motivati che si impegnano nel sociale
The Diana Award logo
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l The Diana Award è un’eredità che Lady Diana ha deciso di lasciare in beneficienza. La principessa del Galles aveva la ferma convinzione che i giovani potessero cambiare il mondo.
loro capacità con dei modelli da seguire, che possano motivare e nello stesso tempo aiutare i giovani a costruire la loro persona, che sta alla base del successo nella vita. Un esempio concreto ci viene fornito con il racconto di Nikhiya Shamsher, la giovane quindicenne che ha vinto il premio nel 2017 per aver fondato la Bags Books and Blessing. Nikhiya frequentava la scuola superiore di Bangalore, in India, quando un piccolo evento l’ha ispirata per lanciare il suo progetto. Casualmente regalò a Roja, la figlia della propria domestica il suo vecchio zaino scolastico, non sapendo che la ragazza non ne aveva mai posseduto uno. Dopo qualche giorno le arrivò un biglietto con i ringraziamenti da parte di Roja, entusiasta perché Nikhiya era riuscita inconsapevolmente a renderla più sicura e un po’ “più fortunata” degli altri ragazzi della sua scuola. Questo avvenimento ha fatto scattare in Nikhiya la voglia di sentirsi nuovamente solidale, perché ha capito che bastava davvero poco. Così con l’aiuto delle sue professoresse, del preside della scuola, dei suoi amici e di altri giovani volontari ha fondato la Bags Books and Blessing: un’associazione di raccolta di materiale scolastico da donare a giovani studenti meno fortunati.
«La nostra missione è di ispirare e riconoscere azioni socialmente utili realizzate dai giovani.» L’ ente ha come missione quella di promuovere e inspirare cambiamenti positivi nella vita dei giovani. Tessy Ojo, CEO del Diana Award, ci illustra come rendere i giovani più motivati nel raggiungere uno scopo. Il programma dell’ente di beneficienza si basa sull’incoraggiare i giovani alla buona condotta, in modo che essi abbiano una vita più mirata; ma anche sul coinvolgerli in azioni per il sociale così che essi abbiano non solo un impatto positivo sulle vite di altre persone ma sviluppino anche nuovi punti di forza. E infine, sul potenziare le
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Nikhiya Shamsher
Tessy Ojo, CEO The Diana Award
GALVANIZE / SMOG FREE TOWER
Smog free tower La torre che trasforma lo smog in diamanti
Nelle due pagine foto della smog tower in diverse parti del mondo.
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n una delle città più inquinate al mondo c’è una torre futuristica che risucchia lo smog dall’aria e lo trasforma in aria pulita e filtra le particelle di smog in modo da trasformarle in diamanti. Sembra fantascientifico? È reale e ci sono diamanti di smog a testimoniarlo. La torre è la creazione dell’artista olandese Daan Roosegaarde che, un giorno, guardando dalla sua finestra d’albergo a Pechino si rese conto che la nebbia di smog era talmente densa da nascondere la città. Bambini di otto anni residenti a Pechino sono stati diagnosticati con cancro ai polmoni e l’aria contaminata ha ridotto l’aspettativa di vita degli abitanti di 15/16 anni. “Non è questo il futuro luminoso che
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ci auguriamo,” afferma Roosegaarde, “questo è un orrore.” L’idea nasce da qui, Roosegaarde e il suo team decidono di costruire il più grande purificatore d’aria nel mondo: la Smog Free Tower. La torre che hanno progettato è alimentata ad energia solare ed è stata utilizzata a Rotterdam, Pechino, Tianjin e Dalian. Assorbe 30mila metri cubi di aria inquinata all’ora, la pulisce fino alle particelle più piccole ed infine rilascia l’aria pulita nell’ambiente urbano. È incredibilmente efficace: l’aria attorno alla torre è dal 55 al 75% più pulita rispetto al resto della città. Dopo che le particelle inquinanti vengono filtrate dall’aria non spariscono, devono necessariamente andare da qualche parte!
“Abbiamo cassonetti pieni di questo disgustoso materiale nel nostro studio” racconta Roosegaarde. Il suo team aveva intenzione di smaltirli quando ebbero una grande idea — il 42% delle particelle raccolte è costituito da carbonio, e cosa si ottiene quando si comprime il carbonio? Diamanti ovviamente! Le particelle di smog filtrate dalla torre sono compresse per 30 minuti e trasformate in piccole gemme nere. I diamanti sono poi utilizzati per la realizzazione di gemelli maschili e anelli, ognuno rappresentante 1000 metri cubi di inquinamento. Roosegaarde racconta che una coppia ha addirittura usato uno “smog ring” come anello di fidanzamento. Ci si trova di fronte alla nuova frontiera della conversione waste-to-wonder: inquinamento tossico trasformato in gioielli. Ma Pechino non è l’unica città inquinata là fuori. Roosegaarde è diretto in India. Egli, infatti, ha intenzione di costruire Smog Free Towers in tutta la nazione in modo tale da aiutare Delhi e altre municipalità a trasformare la loro aria in ricchezza per la comunità. Roosegaarde, inoltre, collabora con ONG, governi, studenti e compagnie tecnologiche per progettare nuove soluzioni per ridurre l’inquinamento nelle nostre città. “Si tratta solo di collegare le nuove tecnologie al pensiero creativo” afferma Roosegaarde. “Se inizi a pensarci, c’è così tanto da immaginare e ancor di più da poter fare.” Smog Free Project è, dunque, una serie di innovazioni urbane condotte da Daan Rooseegarde per ridurre l’inquinamento e creare un’esperienza che sia d’ispirazione per un futuro pulito. Smog Free Bicycle è l’ultim a novità aggiuntiva al progetto. L’idea è stata sviluppata in collaborazione con OFO, la più importante società cinese per il bike sharing. La novità consiste in una bicicletta che assorbe l’aria inquinata, la pulisce e la rilascia al ciclista. Lo scopo è che diventi un mezzo di trasporto per rendere più pulite le città generando aria pulita e distribuendo migliaia di biciclette in ogni città per creare un grande impatto su larga scala urbana.
GALVANIZE / CRAFTSMITH
GALVANIZE / CRAFTSMITH
Craftsmith La vita semplice
L Le due fondatrici di Craftsmith, Mia de Lara e Kitty Bunag.
Dettaglio dell’interno di Craftsmith.
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oro sono Mia de Lara e Kitty Bunag. Mia ha iniziato come graphic designer, indirizzando le aziende alla creazione di una brand identity coerente; ha lavorato come illustratrice per 12 anni e recentemente ha avviato il suo marchio con vendita online di prodotti in carta e tessuto, Mobu Days. Kitty ha sempre lavorato come fotografa e designer d’interni prima di avventurarsi nella creazione di accessori unici realizzati a mano, fondando il brand Kitty Bee. Le co-creatrici di Craftsmith ci raccontano come funziona la loro attività e quali sono le loro aspirazioni e obiettivi futuri. Parlaci del Craftsmith. Qual è il concetto alla base? Craftsmith è un concept store di Manila, nelle Filippine, nato dalla nostra passione per l’approccio semplice, umile e onesto, al design che si riflette in tutto ciò che creiamo e vendiamo. Ogni prodotto sui nostri scaffali ha una storia da raccontare, e tutti sono stati realizzati a mano con cura dei dettagli. Oggetti artigianali d’uso comune, mobili e opere d’arte che aiutano a promuovere la semplicità della vita quotidiana. La nostra area “Lost and Found” è dedicata agli oggetti ritrovati nei vecchi bauli pieni di tesori delle nostre nonne, mentre la linea “Homework” comprende oggetti che usiamo tutti i giorni per aiutarci a lavorare meglio. Tra gli oggetti da noi creati potete trovare tovagliette, grembiuli, cuscini, prodotti in carta, vasi in macramé, borse ed accessori. Per i mobili collaboriamo a stretto contatto con artigiani sia per la parte di progettazione che per lo
Brand logo.
sviluppo. Molti si rivolgono a noi per la realizzazione di pezzi personalizzati. Stiamo lavorando sull’ampliamento della linea di prodotti di Craftsmith anche a candele, saponi e altri oggetti per la casa. Poco a poco vogliamo portare nel nostro negozio anche altri brand locali e globali che condividono la nostra filosofia. A Craftsmith attualmente stiamo lavorando sui prodotti “black label” che sono oggetti sponsorizzati da persone che vorrebbero supportare particolari cause, progetti e organizzazioni. Nonostante sia ancora in fase di sviluppo, ci sentiamo orgogliosi di fornire un mezzo attraverso cui avviare cambiamenti positivi. Mia e Kitty: come avete iniziato a lavorare insieme? Tutto cominciò quando ci fu affidato un progetto di design d’interni al quale lavorare insieme. I nostri clienti ci mandarono in una provincia dell’Indonesia
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GALVANIZE / CRAFTSMITH
per fare ricerche su mobili ed accessori. Ci sentivamo così piccole e perse in tutta quella distesa di mobili bellissimi e oggetti unici. Non avevamo mai pensato prima di metterci in società, ma dopo quel viaggio capimmo d’essere destinate a molto di più di quello che eravamo abituate a fare individualmente. Nella nostra scelta di collaborare e condividere con gli altri le cose che amiamo fare, abbiamo trovato la nostra passione. È per questo che siamo qui. Cosa vi ha fatto decidere di aprire un negozio? Il nostro sogno comune è sempre stato quello di creare una azienda “brick and mortar”. Nonostante la nostra presenza online fosse redditizia, abbiamo capito che era ora di espanderci ed avere anche un punto vendita fisico disponibile per i nostri clienti che avevano bisogno di vedere e toccare i nostri prodotti prima dell’acquisto. Amiamo pensare a Craftsmith come al nostro parco divertimenti, uno spazio in cui creare liberamente e senza regole. Un luogo in cui condividere, collaborare e fare la differenza sia nelle vite di chi ci sta intorno, sia nelle organizzazioni ambientali ed umanitarie che seguono la nostra stessa filosofia.
Prodotti Craftsmith per la casa
Volete raccontarci il vostro processo creativo? Non c’è un metodo fisso alla base del nostro processo, creiamo seguendo il nostro istinto ed il nostro cuore. Molto spesso ci troviamo a vagare verso uno stile di design con influenze nordiche. Partecipiamo a molti eventi per lasciarci ispirare da storie e luoghi più disparati, successivamente cerchiamo di portare queste esperienze nella realizzazione dei nostri prodotti. Quali sono i piani futuri di Craftsmith? Nel futuro prossimo abbiamo intenzione di promuovere il concetto di “spirito di condivisione” creando workshop e condividendo le nostre conoscenze pratiche con i partecipanti. Il nostro scopo è di ispirare e spronare gli altri ad intraprendere uno stile di vita semplice, umile, consapevole e determinato. Stiamo lavorando su un paio di progetti d’ interior design e appena saranno vicini al completamento coinvolgeremo tutti.
Dettaglio dell’interno di Craftsmith
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GALVANIZE / 10A ALABAMA
GALVANIZE / 10A ALABAMA
10A ALABAMA Paradiso “handmade”
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0A Alabama è un’oasi nel mezzo
dell’attività frenetica della vita di città. In una delle strade con più confusione di Quezon City, potrai trovare una gemma nascosta che ospita oggetti “ritrovati” e restaurati in una galleria dal grande fascino, considerata una casa per molti artigiani che prosperano grazie al supporto che qui ricevono per il loro amore verso l’arte. Un disegno accurato e fatto a mano di un uccello Adarna blu vi dà il benvenuto al 10A Alabama, la Resurrection Furniture and Found Objects Gallery (Galleria della Ressurrezione di Mobili e Oggetti Ritrovati). La vecchia casa è stata trasformata in una galleria di arte e mobilio, ed è un centro di riabilitazione per mobili o soprammobili abbandonati o lasciati andare in malora, a cui viene data una seconda vita.
I fondatori: Leah Sanchez, Arlene Barbaza, Binggoy de Ocampo e Dianne Omaga
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Locandina realizzata per la fiera dell’handmade
Una regola importante quando si visita il posto è tenere gli occhi e la mente aperte in modo da assorbire tutte le meraviglie che sarete sul punto di scoprire. Nel momento in cui si entra nella galleria, bandierine di tessuto ci accolgono mentre danzano mosse dal vento. Arlene Barbaza, Leah Sanchez e Binggoy de Ocampo, i cervelli dietro la Galleria della Resurrezione, trasformano mobili antichi in pezzi d’arte in grado di creare dialogo. Vecchie sedie di legno sono trasformate in Lamesilyas, una sedia e un tavolo d’appoggio in un solo oggetto. Armadietti con incisioni floreali sono colorati in arancione o blu per aggiungere originalità e personalità; e vassoi di legno sono dipinti con motivi geometrici. Scoprirete anche poster vintage, decoupage e prodotti di ceramica. Come sforzo per supportare il movimento locale manifatturiero, Arlene, Leah e Binggoy organizzano un mercatino Arts and Crafts ogni tre mesi per supportare i loro
Logo 10A Alabama
colleghi artigiani. 10A Alabama diventa ogni volta più vivo grazie ad “artigiani imprenditori” o Alabamers (membri del 10A Alabama) che si riuniscono per offrire pezzi d’arte essenziali e funzionali che siano meticolosamente realizzati a mano, con amore e orgoglio. Ogni prodotto realizzato a mano racconta una storia e gli artigiani che prendono parte al mercatino sono incoraggiati a creare e posizionare i loro banchetti in modo da raccontare la storia dietro le loro creazioni. In un mondo dove la competizione è accesa, questi artigiani non esitano a raccontare ogni loro segreto a chi è interessato. C’è un forte senso di comunità dato dal fatto che tutti gli artisti presenti siano felici di condividere la loro passione con chiunque, che sia un cliente o un loro collega. Molti Alabamers di successo condividono
il fatto di aver iniziato qui perciò tutti sono incoraggiati a dare il via alla realizzazione dei loro sogni, non importa quanto piccoli o semplici essi siano. Se siete alla ricerca di pezzi che non sono prodotti di massa e fortemente dettagliati, vi suggeriamo di visitare il 10A Alabama, specialmente quando potete trovare uno dei loro mercatini. Un modo di supportare la battaglia contro il consumo irragionevole è di sostenere il movimento manifatturiero. Con ogni prodotto di loro creazione che acquisterete, porterete a casa una creazione ben studiata e progettata, e darete il vostro contributo nel sostentamento e nella realizzazione dei sogni di questi artigiani.
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GALVANIZE / 98B COLLAB
GALVANIZE / 98B COLLAB
98B COLLAB Art for all
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8B COLLABoratory è un’iniziativa organizzata e diretta da artisti che cercano di “stabilire una convergenza tra i creativi e il pubblico”. Tra le aspirazioni di 98B c’è quella di fare arte accessibile, coinvolgendo diversi stakeholders per promuovere organicamente una comunità creativa dinamica. 98B è nata nel Gennaio del 2012, creata da Mark Salvatus (visual artist) e da Mayumi Hirano (curatore e ricercatore) come risposta al bisogno di luoghi d’incontro alternativi a Manila, Filippine. Salvatus ha aperto il suo studio e una residenza, dandogli il nome del suo indirizzo: 98B. Marika Constantino (visual artist e curatore) e Gabriel Villegas (magazine art director), insieme ai fondatori di 98B dirigono i vari programmi e le attività, fondate sulla condivisione, discussione e collaborazione. Il team di 98B ha 10 membri fondatori ed è correntemente gestita da sette membri, oltre ai cinque Direttori. Abbiamo chiesto ai suoi membri di condividere con noi la loro missione e i loro pensieri e speranze riguardo alla scena creativa locale: Potete dirci di più riguardo a 98B COLLABoratory? 98B è stata fondata dal visual artist Mark Salvatus e il curatore Mayumi Hirano, che volevano avere uno spazio in cui artisti e altri individui creativi potessero incontrarsi e discutere in un ambiente casual e rilassato. Inizialmente stazionato a Cubao, 98B era
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l’indirizzo della location originale. Ora però la sua sede si è spostata nel quartiere Escolta, sempre a Manila. 98B è una comunità, un network, una libreria, una cucina, un negozio. È nata come risposta al bisogno di arte alternativa e luoghi d’incontro creativi a Manila, 98B è un posto in cui artisti possono interagire e lavorare insieme, presentando arte e altri prodotti creativi in modi diversi – attraverso conversazioni, bazaar, pubblicazioni, pasti o semplici raduni. 98B è un sito per la condivisione creativa, la discussione e la collaborazione. 98B riguarda i collegamenti, le connessioni. I nostri programmi e attività conducono a collaborazioni e affiliazioni. 98B ha lo scopo di stimolare comunicazioni, promuovere diversità e sostenere coinvolgimenti creativi ponendosi al centro di tutto. Cosa vi ha ispirato a iniziare qualcosa come 98B? Volevamo uno spazio dove persone creative e il pubblico potessero interagire. Come artisti, volevamo rendere l’arte più accessibile. Volevamo fare la nostra parte nel superamento della nozione che vede l’arte come intimidatoria o solo per un’élite educata. Per noi, l’arte è ricca di possibilità. È una modalità di comunicare che può condurre a nuove opportunità. 98B è un luogo d’incontro dove artisti e persone creative
Logo di 98B COLLABoratory.
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GALVANIZE / 98B COLLAB
provenienti da altre discipline e percorsi di vita possono imparare gli uni dagli altri espandendo i propri orizzonti. Come ha deciso il gruppo chi reclutare come nuovi membri? Chi sono le persone che al momento lavorano dietro le quinte di 98B? 98B è iniziata come un’idea con degli amici che amano cucinare, bere e mangiare (non necessariamente in quest’ordine). Le persone che dirigono 98B COLLABoratory sono Anjo Bolarda, Con Cabrera, Marika Constantino, Vermont Coronel III, Camz Dagal, Don Dalmacio, Zyrael Fortes, Mayumi Hirano, Mik Laborde, Pau Reyes, Mark Salvatus e Gabriel Villegas.
Due Manifesti per promuovere l’iniziativa del Future Market.
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Cosa vi piace di più del lavorare come gruppo e quali sono le sfide che affrontate? La composizione di 98B è abbastanza diversa. I membri vengono da diverse pratiche creative – visual artists, scrittori, musicisti, graphic designers, curatori, fotografi. E proprio questa è parte della nostra forza. Proviamo a lavorare a progetti con un approccio creativo, dove l’arte diventa parte del nostro processo. Consideriamo ogni progetto in maniera molto seria ma cercando di instillare divertimento e umorismo nel modo in cui li eseguiamo. Tuttavia, siamo anche abbastanza critici con i nostri prodotti, in modo da poterci migliorare e sviluppare. Questo accade perché alcuni dei membri del nostro team lavorano part-time ed altri invece sono artisti full-time.
GALVANIZE / 98B COLLAB
Installazione organizzata da 98B. Nomadic Installation View, Mars Bugaoan, 2015.
Lavorare a Escolta, che una volta era il centro di business e commercio di Manila, ha influenzato i vostri progetti? Escolta ha il suo fascino; ha molti bei ricordi passati. Escolta è come un vecchio amico che vuoi rivedere perché è diventato una parte della tua vita. Ha molta storia. Sfortunatamente, la generazione più giovane non conosce molto quest’area poiché non ha centri commerciali, quindi i ragazzi non la visitano. Ma quando mescoli storia, cultura, arte e commercio, puoi ottenere qualcosa di speciale. Molte “prime volte” sono successe qui: la prima gelateria del paese, Clarke’s Ice Cream, fu aperta qui. Escolta è anche il sito del primo cinema (Cinematografo), e del primo mezzo di trasporto pubblico attraverso cavi elettrici. Escolta è diventato parte di 98B. È un quartiere che ha bisogno del supporto delle persone. È una strada molto piacevole, sicura, affascinante e che sta aspettando di essere riscoperta. Abbiamo iniziato la campagna “Hola! Escolta” per aiutare a crescere la conoscenza della strada, e sotto di esso abbiamo archiviato tutti i progetti che aiutano la rivitalizzazione di Escolta. Inoltre, abbiamo adattato i nostri progetti alla nuova realtà locale. Come gruppo, ci siamo immersi nella comunità osservando, imparando e familiarizzando con l’ambiente
circostante. Siamo anche fortunati ad avere una relazione sana e funzionante con i proprietari dell’edificio, attraverso la Escolta Commercial Association Inc (ECAI). Con l’aiuto di tutti nella comunità, possiamo lentamente iniziare dei cambiamenti. 98B sta aiutando Escolta creando più consapevolezza e interesse per l’area. Voi di 98B siete ispirati da dei collettivi artistici locali o stranieri? C’è un gruppo simile con cui 98B si identifica? Ci siamo ispirati inizialmente al Koganecho Area Management Center a Yokohama, Giappone, dove Mayumi Hirano (uno dei co-fondatori di 98B) ha lavorato come curatore. È un’organizzazione no-profit che ha trasformato case chiuse vecchie e abbandonate in atelier e laboratori artistici, diffondendo diverse attività creative nel precedente distretto a luci rosse. Diteci di più riguardo al Future Market di 98B. Il Future Market è iniziato nello spazio originale di Cubao. È un bazaar, una vendita di oggetti usati, mercato nero e luogo d’incontro. Artisti, artigiani, designers e collezionisti vendono la loro mercanzia: artefatti, edizioni limitate, borse, vestiti, gioielli e accessori fatti a mano, giocattoli, CD, adesivi o vecchi oggetti di cui ci si vuo-
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GALVANIZE / 98B COLLAB
Installazione organizzata da 98B. Failed Attempt on Recreating Memories Installation View, Ferd Failano, Project ESC , 98B Collaboratory, 2015
le sbarazzare. L’idea è di aiutare gli artisti fornendogli un sostentamento e mettendoli in collegamento con altri creativi come loro. L’idea del Future Market nasce dal fatto che Escolta una volta era il distretto principale per il commercio a Manila. Perciò prende forma di un progetto di riuso e utilizza lo spazio del First United Building, che era un grande magazzino in passato. Alcuni consigli o parole d’ispirazione per artisti o chi vuole creare arte e prodotti di questo tipo? Create e condividete! Nella vostra opinione, perché è importante creare? Persone provenienti da diverse discipline dovrebbero collaborare, condividere ed eseguire grandi idee che possano essere benefiche per il pubblico generale, la comunità e il paese. Può sembrare utopico, ma speriamo che i creativi possano lavorare insieme per l’ambiente, per l’educazione, per l’economia e per il benessere di tutti. Qual è il processo creativo che adottate a 98B quando pianificate un progetto? Quando viene convocato un meeting, solitamente per prima cosa cuciniamo. Solo dopo aver mangiato il meeting può iniziare
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ufficialmente. Fra il cucinare, bere e mangiare, si formano diverse idee per possibili progetti. Siamo molto D.I.Y (Do It Yourself) e molto organici. Quali sono i progetti abitualmente intrapresi da 98B? Cosa possiamo aspettarci da voi? Il nostro programma centrale è costituito da conferenze, librerie aperte, internato, KIT (Kitchen) Future Market. Potete informarvi su ognuno di questi nel sito www.98-b.org. Quali sono i vostri sogni per 98B? Speriamo che potremo continuare con i nostri progetti. I nostri supporters, sponsor e amici ci aiutano a tenere questo sogno vivo e alla portata di mano. Infine, vorremmo completare il nostro spazio con tutti gli strumenti ed equipaggiamenti necessari per i nostri progetti. Speriamo anche di avere altre stanze da residenza per ampliare il nostro programma di Internato.
GALVANIZE
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