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Atomic Rock – The Crooks: la recensione Pubblicato il 14 dicembre 2012 da Anji Prova Google AdWords ora www.google.it/adwords Raggiungi i tuoi clienti online Registrati oggi: credito di € 75
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Dopo 4 anni dal loro ultimo disco, tornano sulla scena musicale i Crooks. La band è la dimostrazione vivente del famoso detto latino Nemo propheta in patria (Nessuno è profeta in patria, N.d.R.). Infatti, nonostante la band sia originaria di Milano, è famosa soprattutto all’estero (in particolar modo in Germania), e nel corso della loro quindicennale storia, hanno calcato buona parte dei palchi europei con altre band del calibro degli Ash o di Eddie and the Hot Rods. Quest’ultimo album è composto da 10 tracce, tutte molto incalzanti, che svariano dal classico punk rock, (2nd Chance, Victim of the Circumstances) al più ruvido garage rock (F.F. R’n'R, Smash it up, Jupiter’s party), passando anche per l’hardcore anni ’80 (Kneel down). La sopracitata Victim of the Circumstances è anche il primo singolo estratto dall’album, il cui video è stato girato all’interno del locale milanese Surfer’s Den. La versione su cd (l’album è uscito anche su vinile, N.d.R) ha anche 3 bonus track, tra le quali Piccolo Uomo, unica traccia in italiano, cover di un pezzo fine anni ’60 di Paolo Ciarchi. Tutto sommato si tratta di un buon cd e merita di sicuro un ascolto.
" Andrea Bertocchi"
15/11/12
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Atomic Rock Format: CD Label: Dischi Vololibero Spielzeit: 42:52 Webseite Wertung:
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„New York, New York“, wussten schon die DICTATORS zu sagen und auch die CROOKS folgen dem Ruf und musikalischem Erbe des großen Apfels, wobei neben den Herren um Handsome Dick Manitoba vor allem aber längst vergessen geglaubte Tugenden wieder entdeckt werden. Wer erinnert sich nicht mit einer Träne im Revers der speckigen Lederjacke an ruhmreiche Namen im Zeichen der NEW YORK DOLLS-Federboa und im Gedächtnis an Johnny Thunders wie LIBERTINE, REVOLVERS oder D-GENERATION, an die unzähligen Inkarnationen des Sonny Vincent, der immer und wieder und noch mal hinterher die großen Tugenden des Rock’n’Roll ausrief.
MONSTERS OF LIEDERMACHING
THE CROOKS jedenfalls tun es, ohne zuviel Pose, dafür aber mit um so mehr Substanz und Begeisterung, die Gitarre hängt tief, die Schmalzlocke kann mit den DEVIL DOGS mithalten, gekämmt wird auss chließlich 53rd & 3rd.
Die MONSTERS OF LIEDERMACHING sind sechs autarke Songschreiber auf der Bühne im Halbkreis und sorgen mit Lust, Laune und offenem Horizont für entfesselte Konzerte. Fünf Holzgitarren und zahllose Kleininstrumente verwandeln kulturelle Melting Pots in ... mehr
Rock’n’Roll is the answer und diese wird von den CROOKS gegeben, also Lederjacke raus, du alter Lonely Planet Boy, Loch in die zu enge Jeans und rein in die käsigen Treter, denn es besteht dringender Entdeckungsbedarf bezüglich dieser Italiener! Dirk Klotzbach zurück
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“Atomic Rock” contiene dieci (tredici, se consideriamo la versione in cd) tracce al fulmicotone, che pescano nella migliore tradizione del rock'n'roll più lurido e selvaggio: il blues-rock stonesiano del singolo “Victim Of The Circumstances”, o di “989”, la virata hardcore punk di “Kneel Down”, il punk newyorkese dei Ramones in “Piccolo Uomo”, unico brano cantato in italiano, o quello più melodico di “All Right!”, o ancora il viaggio nella Detroit degli Mc5 in “Second Chance”, batteria pestona e riff urticante alla “Kick Out The Jams”, o il raw power stoogesiano di “F.F.R'n'R”.
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“Atomic Rock” è un disco imperdibile per i fans della band milanese, ma anche per tutti coloro che amano la tradizione del rock più straccione e viscerale, della cui tradizione i Crooks, sono degni depositari. It's only rock n'roll but I like it!
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6.Kneel Down 7.Opportunities 8.F.F.R'n'R 9.Jupiters party 10.Victim Of The Circumstances 11.Piccolo Uomo (bonus track) 12.Smash It Up – vinyl version (bonus track) 13.Victim Of The Circumstances – single edit (bonus track)
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- Sito Ufficiale The Crooks - Sito Ufficiale Volo Libero Edizioni - Sito Ufficiale Alcor Press Giacomo Messina, 05/12/2012
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The Crooks – Atomic Rock Pubblicato da Silvio Don Pizzica 7 gennaio, 2013 Scrivi un commento
Quello che avete davanti e spero tra le mani, non è certo il disco di una band esordiente in cerca di una fetta di pubblico disposta a seguirli in giro per l’Italia e fare guerrilla marketing nel ristretto giro di amici del paese. Loro sono The Crooks, formazione già nota al pubblico Punk’n Roll e Hard Core del tipo non troppo “incazzoso”. Nascono a Milano circa sedici anni fa, dalla mente di Fab O’ Loose che plasma l’asse portante della band, tra rimandi al punk newyorkese old school (New York Dolls, Johnny Thunders & The Heartbreakers, Ramones) ed echi di maleducato Rock’n Roll. Agli albori, la scelta principale ricade nell’esibizione live che regalerà loro la possibilità di condividere il palco e le esperienze, con Libertine, Happy Revolvers e Jackpot, e infine The Datsuns. Grazie alla loro voglia di esprimersi e di imparare, le diverse avventure con le band suddette diventano lo strumento migliore per la ricerca e il miglioramento dello stile del complesso lombardo. Da quel momento, i quattro sono pronti a incidere la propria vita e regalarvi la loro anima attraverso il quarantacinque giri You Make Me Feel So Sick, l’Ep The Dog, gli album Speed Kills, Nothing To Lose e High Society R’n’R, più diversi brani sparsi tra le più disparate compilation. Nel 2012 ecco arrivare il momento di una nuova svolta per Brix (drums and percussions), Ette (guitar, vocal and percussion), Fab o’Loose (vocals and guitar) e Cool J Piteco (bass) che si manifesta con la realizzazione del loro quarto album, il lavoro che avrà l’obiettivo di consacrarne la maturità compositiva.
Ancora una volta tra le loro influenze troviamo il punk a stelle e strisce di 2nd Chance, Victim Of The Circumstances ma il sound, particolarmente ammorbidito in alcuni passaggi, non disdegna rimandi a mostri sacri del Pop e del Blues come Beatles e Rolling Stones. Anche se non espressamente citata dagli stessi The Crooks, particolarmente evidente è anche la similitudine con un’altra grande band del passato, i Social Distorsion di Mike Ness, specie nei canali del Rock’n Roll. In realtà, più che il sound nel suo insieme che avrete capito essere notevolmente derivativo, quello che piace è l’idea di inserire strumenti solitamente non troppo congeniali al genere come fiati, pianoforte e maracas e farlo con naturalezza, senza ridondanti e cacofoniche forzature. Atomic Rock è disponibile nel formato Lp e Cd. In quest’ultimo troverete le versioni Cd e vinile di “Smash It Up”, due versioni di “Victim Of The Circumstances” e l’unica traccia in lingua italiana “Piccolo Uomo”. L’album parte a mille con “2nd Chance”, brano di Punk’n Roll della specie più classica, carico di riff mozzafiato, voce da inni generazionali e coretti coinvolgenti, del tipo che sta facendo la fortuna di un’altra band italiana che possiamo accostare per sonorità e non certo per collocazione territoriale, ai milanesi, gli One Trax Minds di Alex Maiorano, dei quali potete leggere, proprio su rockambula, la recensione al loro ultimo lavoro. In “989”, brano che allenta un po’ il ritmo rispetto all’inizio, ci manteniamo sempre su binari particolarmente classici, evidenziati anche da alcuni piccolissimi omaggi chitarristici ai Sex Pistols. Con “Smash It Up” fa la sua comparsa, il primo ritornello veramente azzeccato di questa prima parte d’album. Poche parole e cori a fare da contraltare bastano a creare un inno garage punk che si rispetti. Passando per “Once Twice Millions Of Times”, ancora carica di distorsioni sociali, ci troviamo nella bellissima e irriverente “It’s Allright”, brano di Ettore ETTE Gilardoni (è lui che si divide con Fabrizio Cimolino per la stesura dei pezzi), che rimanda in alcuni passaggi anche ai padri del Punk Rock, i Ramones. Di forte matrice Hardcore anni ’80 e anche un po’, specie nel cantato, stile Guttermouth, è la feroce “Kneel Down”. Il primo vero gioiello è invece “Opportunities” nel quale si può notare tutta l’influenza del proto punk newyorkese, grazie al sensazionale e preciso inserto del sassofono di Dario Guidotti. Ancora Guidotti, stavolta con l’arpa, è protagonista, nonostante lo spazio limitato, del brano “F.F. R’n R”. Anche qui, è riproposto in maniera originale, un pezzo di storia della musica, che va dal CBGB’s fino alla City. Chitarre taglienti e voce acida, rullate potenti e giri di basso rancidi (in alcuni passaggi, l’accostamento con la band di Tim Armstrong e Lars Frederiksen non è per nulla azzardato). Dopo “Jupiter’s Party” arriviamo all’ultimo brano in scaletta, “Victim Of The Circumstances”, senza ombra di dubbio il massimo dell’intera proposta. Dopo l’intro triste, malinconico che sembra presagire note deprimenti, il Sax di Guidotti inizia un assolo da paura, che in una manciata di secondi riporta i ricordi indietro di decenni. Grazie all’accompagnamento perfetto di tutta la band, il sound spazia dal Glam Rock e il Proto Punk di New York Dolls, T.Rex, Roxy Music, fino al Punk più classico, fatto di jeans e chiodo, e ancora ai più attuali Rancid e Social Distorsion. Il disco sarebbe finito. C’è spazio ancora per le già citate altre due versione di “Smash It Up” e “Victim Of Circumstance” che non aggiungono molto all’opera e l’unica traccia cantata in lingua italiana, “Piccolo Uomo”, che sembra più un semplice divertissement. Oltretutto, se nel complesso il brano potrebbe benissimo essere stato scritto dai primi Punkreas, all’interno troviamo due inserti che non capisco se voluti omaggi o riflessi incondizionati. Al secondo quarantotto (Sex Pistols – Anarchy In The U.K.) e al minuto uno e trentuno secondi e nel finale (Ramones – The K.K.K. Took My Baby Away). Nonostante la natura di The Crooks, il suo habitat, la sua massima espressione sia ancora rappresentata dalle esibizioni live, dove ovviamente meglio si riesce a caricare e coinvolgere il pubblico, devo ammettere che il loro quarto disco, Atomic Rock, è in grado di creare con efficacia la stessa atmosfera di sudore e grida che si respira sotto il palco. Ha un solo enorme difetto, che nulla ha a che vedere con il fatto che ci sia un’infinità di palesi influenze. Esclusa la sola “Smash It Up” nessuno dei brani riesce a mantenere la melodia valida e avvincente per tutta la sua durata. Dove il ritornello è spettacolare, il resto è piatto e viceversa. La stessa “Victim Of The Circumstances”, che per tre quarti non continuativi adoro, presenta strappi che sono addirittura fastidiosi, inseriti nel contesto del pezzo. Senza di questo, sarebbe stato un grandissimo disco Punk’n Roll. Per ora è solo una bellissima conferma. Be Rock, Share!
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http://www.kdcobain.it/tutte-le-recensioni/403-the-crooks--atomic-rock-recensione-.html
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http://www.lamusicarock.com/cantanti-italiani/atomic-rock-the-crooks-la-recensione/
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