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Al Salone del Libro di Milano con Andrea Labanca e Lele Battista

“Re Nudo Pop e altri Festival” vince “Note di Carta”

All’interno di “Un Libro a Milano”- Fiera nazionale della piccola e media editoria (26-27-28 novembre) premiazione con showcase di Andrea Labanca e Lele Battista

Giunti alla fase finale delle selezioni, “Re Nudo Pop e altri Festival” di Matteo Guarnaccia (VOLOlibero Edizioni) si aggiudica la vittoria del Premio Note di Carta 2010 come miglior libro musicale dell’anno. Il premio è stato indetto da L’Isola, la principale rivista dedicata alla musica italiana, che si è avvalsa della partecipazione e delle votazioni di oltre 70 collaboratori attivi sul territorio nazionale, oltre ad una giuria esterna composta da autorevoli personaggi legati al mondo musicale e letterario italiano.

Il riconoscimento ha preso in considerazione tutte le pubblicazioni di editoria musicale uscite nel periodo compreso tra ottobre 2009 e settembre 2010, dando concreta possibilità ad ogni libro, autore ed editore (senza distinzioni tra gruppi editoriali e/o produzioni indipendenti) di poter risultare tra i potenziali candidati alla vittoria. Ecco la cinquina dei libri musicali selezionati dai redattori e dai collaboratori della rivista:

Musica sulla carta (di Enrico de Angelis) - Zona Editore

Il mio Piero Ciampi (di Gianni Marchetti) - Coniglio Editore

Effetto Tenco (di Marco Santoro) - Il Mulino

Re Nudo Pop e altri festival (di Matteo Guarnaccia) - Vololibero Edizioni

Odio l’estate (di Paola De Simone) - Donzelli Editore

La fase finale ha coinvolto una Commissione esterna che ha affiancato L’Isola nel compito di decretare il titolo vincitore tra i cinque finalisti. Questi i nomi della Giuria esterna:

Mauro Ermanno Giovanardi (artista) - Emidio Clementi (artista) - Cristina Donà (artista) - Dario Zigiotto (operatore culturale) - Max Pirotta (giornalista Il Mucchio) - Guido Giazzi (direttore Buscadero) - Niccolò Vecchia (giornalista Radio Popolare) - Alessandra Marchese (giornalista Radio1 Svizzera Italiana)Valerio Corzani (artista, giornalista Radio3Rai; Il Manifesto) - Marco Lodoli (Scrittore) e Paolo Jachia (scrittore e coordinatore Giuria).

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“Re Nudo Pop e altri Festival”
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vince “Note di Carta” - L'Isola del... http://www.lisolachenoncera.it/rivista/primi_piani/re-nudo-pop-e-al...

Matteo Guarnaccia Re nudo pop & altri festival (LIBRO

+ DVD + CD - VOLO LIBERO – 2010)

Il fenomeno dei festival pop negli anni ’70 non fu solo un fatto musicale ma anche e soprattutto di costume. Nato negli Stati Uniti culminando con gli storici eventi di Woodtsock, Monterey e il tristemente noto Altamont, proseguito in Inghilterra con l’Isola di Wight (e non solo) prese poi vita anche in Italia con il solito lustro di ritardo. Uscito dalla cronaca il fenomeno oggi è ricordato solo per il suo drammatico epilogo al Parco Lambro nel 1976 ma la storia documenta ben altro. Questo libro, completato da un DVD e da un CD da ritenersi parti integranti del lavoro, riesamina il periodo che andò dal 1968 al 1976 abbracciando tutta la parabola della vicenda italiana. Lo scritto ci pare sostanzialmente articolato in quattro parti. La prima è un’introduzione, breve ma lucida, di Majid Valcarenghi che fu protagonista ed oggi testimone dell’autentico spirito del tempo. Segue il corpo dell’opera, scritta in stile sobrio e chiarissimo da Matteo Guarnaccia, che propone una sezione sulle vicende d’oltre oceano e d’oltre Manica alla quale segue la terza parte dedicata a quelle di casa nostra. Si conclude con il quarto intervento di alcuni autorevoli personaggi quali Claudio Rocchi, Claudio Fucci, Bruno Casini, Enzo Gentile e Massimo Pirotta. Non si tratta né di un romanzo né di un trattato storico; siamo davanti ad un saggio che, evitando prolissità ed inutili resoconti di cronaca, rilegge i fatti con i vantaggi dell’esperienza diretta e del disincanto del tempo trascorso dando una prospettiva interessante del fenomeno. Il primo elemento, non così scontato, che emerge è la correzione della classica idea per cui Woodtsock fu l’acme di una traettoria alla quale seguì un declino rapido ed improvviso; il libro chiarisce che anche prima del celebre festival si ebbero momenti di dubbia “integrità” ed in definitiva Woodstock fu in buona parte una fortunata coincidenza di elementi positivi. Il secondo contributo riguarda le caratteristiche del fenomeno in Inghilterra, piuttosto lontano dalla retorica tramandata dalle canzoncine beat degli anni ’60 sull’isola di Wight. Il terzo elemento, forse il più importante, è relativo alla precisa ricapitolazione dei festival organizzati in Italia con un elenco completo e, soprattutto, con una lettura equilibrata e a tratti cruda dei momenti principali, dal sogno dell’Alpe del Viceré al dramma del terzo Parco Lambro. Il pregio principale ci pare il linguaggio chiaro e senza retorica che rende il lavoro accessibile anche a chi non visse in prima persona quei tempi; nessuna apologia, nessuna nostalgia, nessun crucifige, solo una semplice e chiara sintesi con opinioni di quello che accadde. Il DVD allegato è un documentario relativo all’evento presso l’Alpe del Viceré (1973) con scene del raduno, della costruzione delle tende, di un acid trip e di qualche scampolo musicale; a questo seguono le interviste a Massimo Villa, Eugenio Finardi, SimonLuca e Andrea Majid Valcarenghi, piuttosto rievocative ad eccezione dell’ultima, tagliente e lucida come l’introduzione al libro. Il CD è molto fresco con brani dei principali artisti undergorund del periodo tratti da incisioni dell’epoca, come quella commovente di Donatella Bardi o dei sempre presenti Come Le Foglie, o da session più recenti, come quella di Riccardo Zappa, de I Cancelli della Memoria, dei Jumbo e degli Yu Kung. Uno raggio di luce su di un momento importante del costume italiano, concentrato ma senza distorsioni ; certamente consigliato.

Recensione di: Vittorio Formenti
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Esce oggi in libreria la prima pubblicazione di una nuova casa editrice, la VoloLibero, che già ha annunciato la prossima emissione di altri nuovi interessanti volumi. "Re Nudo Pop e altri festival - Il sogno di Woodstock in Italia 1968-1976” di Matteo Guarnaccia (che presto troverete recensito nell'apposita rubrica dei libri di Rockol) ricostruisce la storia dei festival pop in Italia, ed esce a 39.90 euro con allegati un DVD e un Cd. Nel DVD è documentato, con immagini amatoriali ma che costituiscono una preziosa testimonianza dell'epoca, il festival dell'Alpe del Vicerè del 1973.

Per gentile concessione dell’editore, Claudio Fucci, che ringraziamo, pubblichiamo un estratto dal DVD: si tratta di una libera improvvisazione con cui Franco Battiato apriva i suoi concerti del tempo (con lui Gianfranco D’Adda alla batteria, Mario Ellepì Dalla Stella alle chitarre e Gianni Mocchetti al basso). Le immagini sono state girate da Angelo Verderio.

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Tag: Angelo, DVD, Franco Battiato, libri, Matteo Guarnaccia, musica italiana, Verderio, Woodstock
1 di 2 01/11/10 07.37

Libri musica

Matteo Guarnaccia

Re Nudo Pop & altri festival (VOLOLibero Edizioni, 126 pagine + Cd e DVD, euro 39,90)

Tag: Matteo Guarnaccia, Re Nudo Pop & altri festival 2 Mi piace

Una nuova casa editrice debutta con un libro che mancava, ed è buona cosa che adesso ci sia: una piccola storia dei festival pop, all’estero ma soprattutto in Italia, nel periodo “magico” che va dal 1968 al 1976: il tempo che da noi “Il sogno di Woodstock” (è il sottotitolo del libro) sbocciasse e si spegnesse schiacciato dal piombo - metaforico e reale - degli anni Settanta. Matteo Guarnaccia, classe 1954, quindi testimone del tempo, ricostruisce le vicende di quella stagione con appena un filo di nostalgia ma con il corretto distacco dello storico - o del cronachista, dato che di molte delle vicende narrate fu testimone oculare quando non diretto protagonista - e senza alcuna retorica, anzi con un certo qual disincanto. Certo è difficile oggi spiegare cosa davvero fu quel transito di tempo, soprattutto a chi è troppo giovane per poter capire quanto diversi fossero quegli anni da quelli che stiamo vivendo oggi - e quanto diversa fosse l’Italia. E il libro - il libretto - sarà una lettura emozionante soprattutto per chi può dire “io c’ero” (ad esempio, io ho finalmente scoperto, leggendolo, cosa ne fu del famigerato Festival Pop di Santa Monica, annunciato poi annullato nel 1974). Chi non c’era può provare a capirne qualcosa dal DVD allegato, che per quasi mezz’ora documenta - su riprese di Angelo Verderio, finora inedite e realizzate con una telecamera Sony Portapack AVC3400 - il festival che la rivista Re Nudo organizzò nel 1973 all’Alpe del Vicerè. Il DVD contiene anche interventi di altri testimoni dell’epoca: Massimo Villa, Eugenio Finardi, Simonluca e Andrea Valcarenghi (il migliore, e più lucido, è quest’ultimo). Il progetto, curato da Claudio Fucci, si completa con un Cd audio in cui i musicisti di allora ripropongono, in registrazioni più recenti o recentissime, musiche e canzoni d’antan: ingenue nei testi, spesso derivative nei suoni, ma che hanno il sapore delle madeleines proustiane per chi ha l’età per averle ascoltate da ragazzo. Fra i nomi presenti nel Cd, i Garybaldi, Simon Luca, gli Yu Kung, i Jumbo, Riccardo Zappa, i Come le Foglie (presenti anche con un brano d’epoca), Alberto Camerini, Ricky Gianco e i Cancelli della Memoria (tribute band di cui fanno parte Gianfranco D’Adda e Mario “Ellepì” Dalla Stella, già collaboratori di Battiato negli anni Settanta: prendono il nome da una canzone di “Clic” e ripropongono “Plancton”, uno dei brani di “Pollution”). Dal punto di vista strettamente documentale, le tre tracce più significative sono una

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“Improvvisazione” di Franco Battiato al synth (la potete vedere in un video sul nostro canale MusicVideos), registrata dal vivo nel 1970, “Sotto i portici di marmo” di Claudio Rocchi, registrata dal vivo nel 1972, e “Incoscienza”, registrata dal vivo a Catania, probabilmente nel 1974, dalla non dimenticata Donatella Bardi (scomparsa nel 2009, della quale la VOLOLibero sta per ripubblicare l’unico album, “A Puddara è un vulcano”). (fz) (17 nov 2010)

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La Musica di Twilight

Ornette Coleman - Free

Sonny Rollins - St. Thomas

Marlene Kuntz - Orizzonti

Baby Blue - I don't know

Clifford Brown - Autumn in New York

Piero Umiliani - Take The A Train

Ella Fitzgerald e Louis ArmstrongSummertime

Chet Baker - Arrivederci

Skiantos - Mi piaccion le sbarbine

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Le foto di Twilight

Niccolò Ammaniti 9/11/2009

Cosimo Messeri 27/10/2009

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I Perturbazione 28/05/2010

Ultimo giorno di scuola 30/07/2010

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I dischi di Twilight

Il buongiorno di Twilight del 25/11/2010

La musica indipendente torna, ancora una volta, a Faenza per la 14° edizione del MEI. Un'occasione unica in Italia, per far circolare liberamente nuove idee, sonorità e progetti musicali.

IL DISCO DEL GIORNO "Free", Ornette Coleman, da"Change Of The Century" del 1960, Atlantic Ornette Coleman è uno dei veri rivoluzionari del jazz, capace di sovvertire tutte le regole musicali del genere. Nonostante sia stato a lungo reputato, a seconda dei casi, un pazzo, un incapace, un fallito, un truffatore, a lui, come a pochi altri, si deve l'invenzione del free jazz. La sua musica utilizza la tecnica solo come mezzo e non come fine, è lontana da ogni struttura preconcetta, libera di seguire qualsiasi intuizione: insomma, emozione allo stato puro. Il suo carattere timido, le sue "stranezze" (il sassofono di plastica bianca, la passione per il violino, l'abbigliamento spesso e volentieri bizzarro) hanno sicuramente incontrato più di qualche resistenza tra gli appassionati più tradizionalisti di jazz. Coleman, invece, ha solo una sensibilità musicale e personale diversa, tanto da affascinare anche John Coltrane, sebbene all'inizio non lo capisse. Solo dopo qualche anno di frequentazione e di pratica, anche lui si convertirà al verbo "free", tanto da spedire a Ornette un telegramma con dentro trenta dollari, segno tangibile di riconoscenza. Coleman ha oltrepassato anche i confini del jazz, suonando con musicisti tanto diversi tra loro: ad esempio Jerry Garcia e i Grateful Dead, Lou Reed, e The Roots. Innumerevoli protagonisti della scena musicale contemporanea, jazz, rock e d'avanguardia, come Keith Jarret, Joshua Redman, Sonic Youth, Patti Smith e John Zorn, gli riconoscono un'influenza centrale nel loro modo di comporre e di suonare.

IL LIBRO DEL GIORNO

"Re nudo pop & altri festival. Il Sogno di Woodstock in Italia 1968-1976", Matteo Guarnaccia, Vololibero, pp. 96 + DVD + CD Questo è un libro sull'esperienza dei Festival in Italia negli anni '70, scritto da Matteo Guarnaccia con prefazione di Majid Valcarenghi e interventi di Enzo Gentile, Eugenio Finardi, Bruno Casini, Massimo Pirrotta e Claudio Fucci. "Re nudo pop & altri festival. Il Sogno di Woodstock in Italia 1968-1976" racconta la stagione dei raduni pop nostrani, la storia di un periodo musicale ricco di contraddizioni e di tensioni politico-sociali. Il volume analizza, però, anche il ritardo culturale e musicale dell'Italia nei confronti dei Paesi stranieri (alcuni capitoli, infatti, sono dedicati a Woodstock, Monterrey e Wight), recuperato solo attraverso la passione di chi lavorava alla storica rivista "Re Nudo", che riuscì a trasportare l'atmosfera dei maggiori festival internazionali grazie a un'organizzazione fatta di professionalità e grande passione. L'opera è arricchita da un CD contenente 16 brani (molti dei quali inediti) dei musicisti cult di quel periodo: Franco Battiato, Garybaldi, Come le foglie, Analogy, Donatella Bardi, Ricky Gianco e tanti altri. A completare l'elegante cofanetto, un DVD con immagini originali ed esclusive del festival dell'Alpe Del Vicerè del 1973.

L'EVENTO DEL GIORNO: "14° MEI – Meeting degli Indipendenti ” (26 –28 novembre 2010, Faenza)

Torna a Faenza il MEI, il primo festival in Italia della produzione musicale, video-cinematografica, letteraria e culturale indipendente, e la più grande kermesse di musica live italiana. Sarà un omaggio a Fred Buscaglione, a cinquant'anni dalla sua scomparsa, ad aprire oggi questa quattordicesima edizione. La manifestazione, però, partirà ufficialmente venerdì 26 con la proclamazione dei vincitori del Premio Italiano Musica Indipendente (PIMI), che vedrà salire sul palco del Teatro Masini numerosi ospiti: Paolo Belli, Simona Gretchen, Andrea Chimenti, Marco Fabi e Renzo Arbore. Sempre nella serata del 26 la rock band alternativa, Il Teatro degli Orrori, riceverà il premio come migliore album indipendente per "A sangue freddo". Tra gli eventi di sabato segnaliamo: la presenza di Francesco e Federico Zampaglione per il film "Shadow"; l'evento "Un Palco per l'Omsa", concerto per il lavoro con Omar Pedrini e Khorakhane'; la serata "Babel-L'Italia dei mille colori", nell'ambito delle iniziative del MEI legate all'incontro tra le diverse culture; la Notte Bianca del Mei, con musica live in 50 punti diversi della città. Ad aprire la giornata di domenica sarà la presentazione del libro-cd "Terra in bocca", all'interno del convegno "Musica contro le mafie", e il concerto de I Giganti che, proprio tra il 1970 e il '71, pubblicavano l'opera "Terra in bocca: poesia di un delitto", su un omicidio di mafia intorno alla lotta per l'acqua in un paese siciliano. Il disco, ingiustamente censurato, viene riproposto per intero dal vivo solo dopo 40 anni. Sempre il 28, si terrà il Premio Italiano Videoclip Indipendente 2010 (PIVI), con oltre

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ha
un riconoscimento speciale per il libro: RRee NNuuddoo PPoopp && aallttrrii FFeessttiivvaall di cui parleremo anche nel nn..6611
XXLL, tra qualche giorno in edicola. Ecco la sua presentazione. Scritto sabato, 27 novembre, 2010 alle 16:43 nella categoria MEI musica. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento, o fare un trackback dal tuo sito.
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Rispetto alle precedenti puntate dove vi proponevamo decine e decine di recensioni, questo appuntamento di Bookit è da considerarsi in pillola: solo quindici titoli. Era, però, d'obbligo: non potevamo lasciarvi senza qualche consiglio per i regali di Natale. Torna Bookit, la nostra rubrica letteraria. A cura di Renzo Stefanel e Stefano Fanti.

MATTEO GUARNACCIA

"Re Nudo Pop & altri festival. Il sogno di Woodstock in Italia 1968-1976"

128 pp. - 39, 90 € - Volo Libero - 2010 39, 90 € ? Sì, ma ci sono anche un dvd e un cd. E poi c'è il libro: una pietra miliare per tracciare la storia, ancora tutta da scrivere, dal rock italiano. Che tra 1968 e 1976 visse un stagione intensissima di Festival Pop che non erano semplici raduni musicali, ma progetti di vita alternativa, separata dalla società, comunista in senso tribale e non marxista. Guarnaccia, uno che c'era, ricostruisce il fenomeno festival per festival (ci sono quasi tutti), con tanto di giglist, raccontando l'ascesa e la caduta del sogno hippy italiano. Ci si mise di mezzo la politica, ovvio, anche se non quella corrotta di oggi, ma quella ideologica e violenta di allora: e rovinò tutto. Indispensabili il volume e il dvd, con tanto di immagini rarissime dell'Alpe del Viceré (1973) con un Battiato nel delirio, meno efficace il cd, ma dai. Qualche opinione discutibile di Guarnaccia, ma grande libro. Per sapere cos'era il rock vero nell'Italia dei 70. // Renzo Stefanel

BOOK-IT Appuntamento #16 16/12/2010

ANGOLO DEI GIORNALISTI

Iniziamo con due libri: "La storia del metal" raccontata dai fumetti di Enzo Rizzi della Aaron works del 2009, ma in ristampa e "Re Nudo Pop & altri festival" di Matteo Guarnaccia della Vololibero Edizioni da poco uscito, racconta la stagione dei raduni pop nostrani. Quindi due dvd, un dvd per la passione rockettara: "The Judas Priest Story" e un dvd perchè mi ricorda la recensione di un suo lavoro in cui il giornalista diceva "compratelo per sentire come non riuscirete mai a suonare la chitarra" "Frank Zappa. The Torture Never Stops". Quindi due cd postumi di due artisti andati via troppo presto: il cd triplo "Ritratto" di Ivan Graziani con pezzi famosi e alcuni inediti. il doppio "AT DONINGTON UK: LIVE 1983 & 1987" per quanto riguarda Ronnie James Dio. scritto da I consigli di SpaceMax 10/12/2010 17:39

With a little help from my friends (consigli per gli acquisti natalizi)
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26.NOV.11 - ANCHE MUSICISTI LEGNANESI NEL LIBRO "RE NUDO POP"

Re Nudo Pop & altri Festival - Il sogno di Woodstock in Italia 1968-1976" è un libro sull’esperienza dei Festival in Italia negli anni 70, scritto da Matteo Guarnacia con interventi di Enzo Gentile, Eugenio Finardi, Bruno Casini, Massimo Pirrotta e Claudio Fucci.

DVD con il documentario inedito di Alpe del Vicerè, e intervista a Massimo Villa.

CD con inediti di artisti legati al movimento dei festival e a Re Nudo con inediti, tra gli altri, di Franco Battiato, Garybaldi, Come le foglie, Analogy, Donatella Bardi.

Tra tante "firme" e tanti "mostri sacri" della canzone, anche un video dei "Cancelli della memoria", girato a Rescaldina nel 2008, tre due musicisti del Legnanese ovvero Gianfranco D'Adda (ex batterista di battiato), Carlo Cilibrasi (Parabiago) e Stefano Vietta (basso).

CANCELLI DELLA MEMORIA -

Live teatro Dante Castellanza 26 novembre

La band ha suonato i brani del periodo "sperimentale" del cantautore catanese, ovvero album come "Fetus", "Pollution", "Clic" o "Sulle corde di Aries". Sul palco ci saranno proprio due ex musicisti di quegli epici album sospesi tra rock, progressive e sperimentazione, cioè il batterista rescaldinese Gianfranco D'Adda e il chitarrista Mario "Ellepi" Dalla Stella. La voce è affidata a Roberta Pagani. Compongono il gruppo il tastierista Poalo Botta, il bassista Mauro Galbersanini, ed il percussionista Carlo Cilibrasi. Le coreografie sono affidate ad Elena Lago, con gli intermezzi teatrali di Paolo Raimondi e la direzione artistica di Valentino Flesca.

Notizia inserita venerdì 26
2010
novembre
- 22:52:39

presentazione libri MERCOLEDI 22 DICEMBRE 010, ore 19,30

Re Nudo pop & altri festival libro e dvd di Matteo Guarnaccia (VOLOlibero edizioni)

incontro con Matteo Guarnaccia e l'editore Claudio Fucci

Re Nudo Pop e altri Festival ¨¨ un cofanetto composto da un libro, un DVD ed un Cd che analizza il fenomeno dei Festival Pop in Italia nel periodo dal 1968 al 1976, molti dei quali organizzati dalla rivista Re Nudo (stagione conclusosi con le edizioni del Festival di Parco Lambro Milano). All'interno del DVD immagini inedite del Festival dell'Alpe Del Vicer¨¦ (Co) del 1973 ed interviste ai protagonisti dell'epoca (Eugenio Finardi, Massimo Villa ed altri). Sul CD una compilation con inediti di musicisti del giro di Re Nudo.

A scrivere il testo di questo libro ¨¨ stato Matteo Guarnaccia, quotato artista ed autore di molte pubblicazioni, che ha svolto il doppio ruolo di ricercatore e protagonista. Matteo infatti ¨¨ stato testimone diretto della stagione dei Pop Festival raccontata in questo libro, oltre a questo ha svolto un minuzioso lavoro di ricerca ed uno studio approfondito di quegli eventi. Inevitabile il paragone con l'altrettanto fortunata stagione dei grandi raduni d'oltreoceano e d'oltremanica. Oltre al testo di Guarnaccia ci sono scritti di altri giornalisti e musicisti protagonisti di quel periodo (Massimo Pirotta Enzo Gentile, Majid Valcarenghi, Bruno Casini Claudio Rocchi e Claudio Fucci).

Re Nudo Pop e altri Festival sta raccogliendo consensi di pubblico e riconoscimenti. Recentemente si ¨¨ aggiudicato la vittoria del Premio Note di Carta 2010 come miglior libro musicale dell¡ anno. Il premio, organizzato nell'ambito di ¡°Un Libro a Milano¡±- Fiera nazionale della piccola e media editoria, ¨¨ stata indetto da L¡ Isola che non c'era, la principale rivista dedicata alla musica italiana, che si ¨¨ avvalsa della partecipazione e delle votazioni di oltre 70 collaboratori attivi sul territorio nazionale, oltre ad una giuria esterna composta da autorevoli personaggi legati al mondo musicale e letterario italiano.

Ha inoltre ricevuto una menzione speciale da parte del MEI sempre tra i libri musicali.

presentazione disco

LUNEDI' 20 DICEMBRE 2010, ORE 18,30

Der Maurer vol. 1 un progetto di Enrico Gabrielli

presentazione libri

MARTEDI 21 DICEMBRE 010, ore 21,00

Maledetti francesi canti ribelli e vite da chansonnier

presentazione libri

MERCOLEDI 22 DICEMBRE 010, ore 19,30

Re Nudo pop & altri festival libro e dvd di Matteo Guarnaccia

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Matteo Guarnaccia (Milano 1954), figura di riferimento della cultura visionaria contemporanea, ¨¨ attivo nel campo dell¡ arte (mostre internazionali, installazioni alla Triennale di Milano e alla Hall of Flowers di San Francisco); della moda (Biba, Corso Como 10, Vivienne Westwood, Malo) del design (Bruno Munari, Atelier Mendini, Italo Rota & Partners, Yoox, Coin); della scrittura (saggi dedicati alle avanguardie/controculture del Novecento); del giornalismo (Vogue, Rolling Stone, Abitare, Zoom, Gap Japan, Wired, D©\La Repubblica, Alias); dell¡ insegnamento (visiting professor alla NABA, Domus Academy, Accademia di Carrara, IUAV); della curatela (mostre dedicate alla Skate Art, al movimento Provos, alla Psichedelia, Vivienne Westwood, a Giorgio Gaber); della musica (Byrds, Donovan, Timoria).

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STRENNE INTELLETTUALI

Non esiste giornale, periodico, bollettino che sotto le festività non dedichi una pagina ai «libri strenna». Peccato che gli autori consigliati siano sempre gli stessi. Best seller per tutte le occasioni e i gusti, preferibilmente non impegnativi, divertenti o che rappresentino lo stato sociale di chi li regala: anni fa andavano i romanzi rosa, poi è stata la volta dei comici, poi dei gialli. Ultimamente sono saltate tutte le barriere: può essere comico regalare un giallo (si prenda Giorgio Faletti...) o essere un giallo regalare un comico (si prenda Umberto Eco, il quale sotto le feste firma copie nei centri commerciali).

Ma tentiamo di sfatare la tradizione. Prima regola: regalate solo libri che avete amato. Regalare un libro è come regalare una parte di se stessi. Se regalate un libro, dietro la copertina ci siete voi, la vostra storia, il vostro io d’inchiostro: potete esplicitarlo nella dedica o lasciarlo intuire, ma ricordate che un libro è per sempre. Qualunque prezzo abbia non avrà mai il costo del tempo di chi l’ha scritto e di chi l’ha letto. Non riciclatelo perché commettereste un delitto contro l’ambiente (il vostro).

A molti potrà pare offensivo presentarsi al cenone della Vigilia con il nuovo Devoto Oli 2011, ma potete sempre trovare un’ottima scusa spiegando che è l’unico Dizionario di Italiano con l’applicazione per l’iPad (è edito da Le Monnier, 82 euro). Per restare ai classici, ecco Moby Dick o La Balena (Utet, euro 22) di Herman Melville, che per la prima volta in Italia viene presentato in un unico volume nella doppia versione: quella inglese e quella americana completamente differenti perché in Inghilterra molte parole vennero censurate. Un altro classico, ma del pensiero, è Carl Gustav Jung. Il suo Libro rosso, pubblicato per la prima volta in Italia da Bollati Boringhieri da poche settimane, è già in via di esaurimento (seconda ristampa annunciata per il 30 gennaio). Occasione da prendere al volo a dispetto del costo (150 euro), essendo l’evento editoriale dell’anno. Apparso l’anno scorso in Inghilterra, Il libro rosso (così chiamato perché l’originale fu scritto nel 1913 su fogli rilegati in pelle rossa) ci porta tra i «luoghi oscuri» del fondatore della psicologia analitica, i suoi incubi e le sue visioni più inquietanti. Il suo lavoro è stato «tradurre le emozioni in immagini» descrivendo «il sottosuolo». Un assoluto capolavoro arricchito dalle straordinarie illustrazioni del poeta inglese William Blake.

Se alle immagini dell’inconscio preferite la forza bruta e raffinata dell’argot, della spietatezza di essere (umani) in una società che sembra non lasciare scampo ai geni, non fatevi sfuggire il primo volume delle Opere narrative di Jean Genet (Il Saggiatore, euro 55), una sorta di «Meridiano» che, a parte una sovraccoperta di cartonaccio che si rompe appena estraete il volume, è molto elegante. Dal Miracolo

articolo di giovedì 23 dicembre 2010
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della rosa a Pompe funebri, da Notre-Dame des Fleurs a Querelle de Brest a Diario del ladro sono raggruppati i maggiori romanzi dello scrittore francese: un genio che, insieme a Céline, ha davvero reinventato il linguaggio della letteratura moderna. Altro cofanetto, altro classico: lei è Rebecca West, purtroppo non ancora conosciuta in Italia come dovrebbe, e i suoi romanzi più riusciti sono raccolti nella Trilogia degli Aubrey (Mattioli 1885, euro 60). Virginia Woolf la definiva «più tenace di un terrier» per il suo stile di vita a dir poco anticonformista nell’Inghilterra dei primi ’900 che la West descrive con la penna di una femminista ante litteram e lo sguardo di chi non ama il conformismo borghese di quegli anni. Una scrittrice (edita in Italia anche da Neri Pozza) raffinata senza essere snob, avventurosa senza essere spericolata, oltre che donna fatale capace di far innamorare gli uomini più diversi, dal padre della fantascienza H.G. Wells a Charlie Chaplin. Lontano dal ruolo di «scrittore per ragazzi» è il Robert Louis Stevenson più sconosciuto, quello che fu anche poeta sin dall’infanzia. Per la prima volta Il giardino dei versi (Nutrimenti, euro 18) raccoglie poesie inedite, con la traduzione d’autore di Raul Montanari e l’introduzione di Filippo Tuena, che molto raccontano di quella dimensione apparentemente fanciullesca che troveremo in tutte le sue opere. Più che una strenna, un bijoux. E sempre tra i gioielli sommersi dalle strenne segnaliamo Be a nose, la riproduzione dei taccuini di Art Spiegelman, Premio Pulitzer e disegnatore americano riconosciuto come il padre delle graphic novel oggi tanto di moda. Questi scritti, composti tra il ’79 e il 2007, sono l’officina creativa di uno dei più importanti artisti contemporanei. Da non mancare è anche il catalogo della mostra Love and Death (al Museo dell’Arte di Lugano fino al 20 febbraio) di Araki, fotografo conosciuto per le sue immagini estreme. In questo volume (Silvana editoriale, euro 40) basterebbero gli scatti dedicati alla morte della moglie per valere il regalo. Sono immagini di un amore inimmaginabile: tenero, estremo, sussurrato e gridato nella poesia che alcune volte solo le immagini riescono a darci. Per un Natale alternativo, consigliamo Re Nudo pop & altri festival che, come recita il sottotitolo, racconta in un libro e in un dvd Il sogno di Woodstock in Italia 1968-1976. Dal Festival del Parco Lambro al documentario sino a oggi inedito sul mitico concerto del ’73 all’Alpe del Vicerè. A un prezzo non proprio pop (euro 39,90 per VoloLibero Edizioni) un ricordo per nostalgici ma anche il ritratto (tele)visivo di quando cantautori come Franco Battiato erano «Artisti nudi davanti al Re». Buon Natale.

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Cosa regalarvi tra Biondi e Jacko

Sarà ancora il caso, varrà ancora la pena? Sopraffatti dal come, si dimentica il cosa: così la musica popolare svanisce troppo spesso in un formato o in una canzoncina masticata in fretta, cancellando con la memoria anche il senso del presente. Giova una carezza al nostro inconscio con la scusa del Natale.

Evergreen di oggi

Mario Biondi, Yes You. Il successo intergenerazionale del crooner catanese testimonia che il vintage non muore. Qui la cronaca di un concerto estivo con un’orchestra jazz e una funky-soul elettrica. Da Art Blakey a Gino Vannelli, dai Weather Report a Charlie Parker, è tutto una cover firmata.

Piero Ciampi live, E continuo a cantare (due cd). Nessuno è più moderno di quest’artista che trent’anni fa annegò dentro le proprie sofferenze. La sua irridenti verità in rari spezzoni di concerti, le rielaborazioni live di Morgan o La Crus, Cristicchi o la magica Nada o Capossela al Regio di Parma.

Sagi Rei sings Michael Jackson. È cantabile, il repertorio del povero Peter Pan del pop, anche da artisti non imitatori o suoi parenti? L’israeliano Sagi Rei, con violini e violoncelli e la produzione di Enrico Caruso, ci mostra che c’è una vita oltre la famiglia, per I’ll be There, Billy Jean o Black or White

Di moda

Modà, Le origini (cd più dvd). Band del 2010 grazie alla canzone dell’estate Sono già solo, fa pienoni in concerto e in radio, andrà a Sanremo a tentare di vincere con Emma. Guidata da un Kekko pieno di «k», ci mostra con il suo stile l’Italia com’è oggi, un po’ strappona e kitsch, ossessionata dalle tinte forti. Niccolò Fabi, Parole di Lulù (dvd). Dopo la scomparsa della sua piccola Olivia di due anni, il cantautore romano ha tentato di sublimare il dolore immenso in un concerto con colleghi come Baglioni, Jovanotti, Morandi, Gazzé, Elisa e non solo. La sua tragedia lo ha fatto conoscere a più persone e ora è uscita la cronaca in dvd della giornata, con in più Parole parole in duetto con Mina (e con i proventi si ristruttura un ospedale pediatrico in Angola).

Il presente è donna

Janelle Monae, Archiandroid. Il fenomeno dell’anno, amata da Prince, multiforme artista dai riferimenti ampii e sorprendenti per una di 25 anni. Dall’hip-hop al soul, dall’ambient all’orchestra al r&b, un cocktail che riscatta una generazione.

Robyn, Body Talk. Siamo già al dopo Lady Gaga (e al dopo-dopo Madonna) con questa bionda svedese androgina non di primo pelo ma assai cool negli Usa. Una regina della dance cibernetica, il cui inno tutto synth è Dancing on my own, ballando da sola (anche stavolta, autosufficienza...).

Esperanza Spalding, Chamber Music Society. Limpida bellezza armata di contrabbasso, voce argentina e suadente, è la risposta colta alla prima Norah Jones. Fa musica da camera contemporanea, mescolando il jazz con altre suggestioni. Intrigante e senza riverenza (Milton Nascimiento fra gli ospiti).

Che la memoria ci aiuti

Passione, colonna sonora del film di John Turturro. Un «buena vista» alla napoletana: il regista yankee appassionato delle proprie radici ha prodotto una deliziosa antologia di classici rivisti con profondità da Mina, Avion Travel, Senese, Raiz, Cosmo Parlato, Ranieri, Montecorvino, Peppe Barra, Angela Luce, Pino Daniele e altri.

Roberto De Simone, Son sei sorelle (volume e sette cd). Robe da Anni Settanta. Operazione tosta del più grande affabulatore campano, dove la tradizione palpita a ritmo di tamburello, fra lamentatrici funebri e autenticità espressiva, in rituali e canti registrati con i veri protagonisti della storia.

Re nudo pop & altri festival (libro più cd e dvd). Che facevamo qui, quando altri cantavano a Woodstock? I festival, pure noi (molti più di ora). Uno spericolato racconto, con il canto degli alternativi d’epoca: Franco Battiato, Claudio Rocchi, Garybaldi.

ConJovanottieJacquesBrel

= «Nonavreimaipensato,nellamiavita,diessereun cantanteromantico,unaspeciedicroonerper coppiette...».Lamiavitaèunalunghissimae-mail.Un dialogoquotidiano,lungonovemesi,fraLorenzo «Jovanotti»CherubinieFrancoBolelli,cantanterap l’uno,filosofol’altro.Edecco Vivatutto!,peritipidi Addeditore(pp.479, €16),ovveroparliamodi:come nasceundisco,ilmaschile,ilfemminile,laculturapop, comeeravamo,comesiamodiventati... Scomparsoprematuramente, HerbertPagani èrievocato nell’omonimovolumeperBarbèsEditore(pp.286, €25,a

curadiRosannaCastellani,cdallegato):canzoni(da Albergoore a Ahi,leHawaii),scritti,disegni,sculture. UnsecolodimusicafranceseloripercorreGiangilberto Montiin Maledettifrancesi (NdApress,pp.316, €15), ovvero«cantiribellievitedachansonnier»,chepolveredi stelle:CharlesTréneteEdithPiaf,YvesMontandeJuliette Gréco,GeorgesBrassenseJacquesBrel,BorisVianeLéo Férré,GeorgesMoustaki,Dalida,Barbara,Hallyday... GliAnniSettantaitalianisognandoWoodstockrivivono nelcofanettocuratodaMatteoGuarnaccia ReNudo pop&altrifestival, librocondvdecd(Vololibero Edizioni, € 39,90).Tuttiifestivalchelarivista ReNudo pop promossefrail1968eil1976,«storico»quelloal parcoLambrodel‘74.

RicordandoWanda

= Quando l’Italiatollerava...LeEdizioniKurumuny (www.kurumuny.it)contribuisconoulteriormenteallaricerca deltempochefuconun Prezzariodellarinomatacasadel piacere (pp.93, €11),acuradiAnnaChiriattieStefano Donno.Unagalleriaillustratadi femmesdejoie,ciascuna onoratadiunversod’autore,daVerlaineaGozzano,daLorca aiTuareg.Reginatraleregine,Wandadi Addio,Wanda!,il libelloprocasechiusediMontanelli(1956).Lastoriadi Wanda.l’ultimamaîtresse èraccontatadaClaudioBernieri (Memoranda,pp.300, €15).Unviaticoperlamostra«Mi piaceuncasino»,aPrarolo(Vc),finoal31dicembre.

Unafotoda«Prezzario»

GIOVEDI’23DICEMBRE2010 LASTAMPA IX
Tuttolibri

Riportando tutto a casa

Coraggio, una settimana e tornano presentazioni e appuntamenti culturali. La settimana dopo Natale è sempre “di fiacca”, tra librerie alle prese col cambio regalo (quel libro di cui avete detto “volevo comprarmelo io!”), e pubblico e autori alle prese con digestioni infinite, o a riposarsi, o a prepararsi per l’ultimo.

Qualcosina c’è, per adulti e soprattutto per bambini, ma questa breve pausa permette di ripensare ad alcuni incontri appena passati, nell’abbuffata prenatalizia. Anche perché magari qualcuno di voi deve ancora cambiare il libro ricevuto da Babbo Natale. E allora perché non fare un tuffo in un passato molto chiacchierato, ma poco noto?

Mercoledì scorso, orario aperitivo, una quindicina di persone alla Modo Infoshop. I divani della saletta in fondo ospitano uno dei nomi più noti dell’underground italiano: Matteo Guarnaccia, artista, protagonista dei movimenti controculturali dagli anni ’60, testimone e attore di fatti oggi dai più dimenticati, o rimossi.

Con lui Claudio Fucci, cantautore, poeta e oggi editore, con VOLOlibero. Insieme a presentare un cofanetto con libro, cd e dvd: “Re Nudo Pop e altri Festival”, sul fenomeno dei Festival Pop in Italia dal 1968 al 1976, con immagini inedite del Festival dell’Alpe Del Vicerè (Co) del ’73, interviste a protagonisti come Eugenio Finardi e Massimo Villa, una compilation con inediti di musicisti del giro di Re Nudo, e una storia del periodo raccontata da Guarnaccia.

Matteo, seduto in poltrona, racconta: un mondo che scopre la musica rock, un nuovo modo di stare insieme, festival di tre giorni come il periodo canonico del trip (ascesa, volo, down e ripresa), organizzati in tutta Europa, creando una “trasumanza pop” di ragazzi e gruppi. Anche in Italia, dove i giovani prendono carta e penna e invitano a suonare musicisti come Area, Pfm, Finardi, Battiato in posti improbabili. “Momenti di intesa col pubblico, senza palco, senza servizi d’ordine, in cui i musicisti sperimentavano”, spiega Guarnaccia, ricordando come la politicizzazione del movimento ha segnato la fine dello spirito originario dei festival pop, portando settarismi e violenza.

“Erano momenti di libertà, piccole repubbliche autonome in un’Italia in cui non ci si poteva sdraiare nei parchi o baciarsi in pubblico”, e “in cui i festival pop gratuiti, scoperti dai più al cinema con il film di Woodstock, sono durati a lungo, finché non si sono infiltrati gli agenti a promuovere i loro talenti”. Il mercato era fuori dai festival, “non si andava là per sentire star, ma per vivere insieme. A Rubiera, per contestare le grinfie del mercato, si organizzò addirittura un festival pop senza musica. In quegli anni è successo di tutto, e tutto è stato rimosso, una storia cancellata perché poco ‘compagna’, che cerco di far rivivere nel mio libro”, conclude Guarnaccia, alimentando curiosità e nostalgia nel pubblico, brizzolato o no.

Ps.

Al solito, i chi dove e quando della settimana li trovate negli appuntamenti qui a fianco, quelli che mancano me li segnalate voi qui sotto, e – come sempre – rinnovo l’invito a raccontarci quelli che vedete. E a raccontare, come Guarnaccia, ricordi di questi festival… Magari qualcuno è stato a quello di Rubiera!

27/12/10 11.16
•••••• – !gennaio!2011

SPAGHETTI WOODSTOCK

«Non ho nostalgia per quei tempi. Neanche un po’». Franco Battiato non rinnega le sue partecipazioni, nella prima metà degli anni Settanta, ai festival pop organizzati da «Re Nudo» (storica rivista di controcultura e spiritualità, tuttora in edicola, fondata tra gli altri da Andrea “Majid” Valcarenghi). Semplicemente, com’è sua abitudine, valuta gli episodi del proprio passato con lucido distacco, senza ammantarne il ricordo con la stucchevole patina del rimpianto per la giovinezza trascorsa. «Prendevo parte ai raduni organizzati da Valcarenghi essenzialmente per due ragioni: la prima è che erano una delle poche occasioni in cui, a quel tempo, mi veniva data la possibilità di suonare; la seconda è che il pubblico degli eventi legati a “Re Nudo” era, in media, di qualità migliore rispetto a quello che prendeva parte a iniziative analoghe».

La stagione dei festival pop si apre in Italia nel 1968, con un primo e poco riuscito esperimento tenutosi al Palazzetto dello Sport di Roma, ma è a partire dal primo Re Nudo Pop Festival svoltosi nel settembre 1971 a Ballabio, nei dintorni di Lecco, che nel nostro Paese si cerca di riprodurre le situazioni e le atmosfere che, nel bene e nel male, hanno reso immortali i raduni di Monterey in California (1967), di Woodstock (presso la cittadina di Bethel nello Stato di New York, 1969) e dell’Isola di Wight in Inghilterra (1970). Alle numerose “Woodstock italiane”, imperniate, come i modelli anglosassoni, soprattutto su musica rock, sostanze psicotrope e misticismo orientale, le Edizioni Vololibero hanno ora dedicato un pregevole cofanetto curato da Matteo Guarnaccia e Claudio Fucci: “Re Nudo Pop & altri festival” (libro, dvd e cd, euro 39,90). Se il libro ripercorre, recuperando anche del raro e prezioso materiale iconografico (foto, locandine, poster, ecc.), tutte le principali tappe della breve storia dei festival pop nostrani (dal 1968 al 1976), il cd propone una selezione di brani d’epoca di artisti e gruppi quali Claudio Rocchi, Alberto Camerini, Donatella Bardi, SimonLuca e Garybaldi, tutti nomi di spicco della scena underground italiana di allora. Ma il pezzo forte del cofanetto è sicuramente il dvd, che, oltre a ospitare interessanti testimonianze videoregistrate di Eugenio Finardi, Massimo Villa e dei già citati Valcarenghi e SimonLuca, contiene ben 25 minuti di riprese in bianco e nero realizzate da Angelo Verderio durante il terzo Re Nudo Pop Festival, tenutosi nel giugno 1973 all’Alpe del Viceré (Como). Tra gli artisti ripresi mentre si esibiscono davanti (anzi, mescolati) a un pubblico composto da giovani non di rado sconvolti e seminudi, figura anche un Franco Battiato con occhialoni, capelli afro e maglietta vistosissima. «Arriva Battiato con un fantastico look glam stellato che mette a disposizione il suo impianto e invade lo spazio con le sue frequenze elettroniche stregate. Il suo synth è sistemato su una pila traballante di cassette di acqua minerale!», ricorda divertito Guarnaccia all’interno del libro. «Spesso l’avere fatto uso di qualche stupefacente affinava la sensibilità di spettatori e ascoltatori. Una volta, a un festival di Re Nudo tenutosi al Parco Lambro di Milano», racconta Battiato, «è successa una cosa bizzarra: sono salito sul palco intorno all’una e mezza e ho iniziato a produrre delle fasce sonore senza ritmo. Dopo un paio di minuti, dai sacchi a pelo hanno fatto capolino decine e decine di teste, catturate da quei suoni». Ma nella ricostruzione che ne fa Guarnaccia, quel festival di Re Nudo al Parco Lambro, datato 1975, segna anche il declino della formula dei raduni alternativi di massa: «Il pubblico è conformista e pieno di pregiudizi, accetta la musica di consumo (Venditti) e rifiuta rumorosamente i nobili tentativi di sperimentazione (Battiato). Comunque basta che un artista sollevi ruffianamente il pugno chiuso dal palco per ottenere un’ovazione». Di pari passo con il dilagare del settarismo ideologico, i festival cominciano a politicizzarsi e, inesorabile, fa la sua comparsa la violenza, che si esprime nei modi brutali di alcuni servizi d’ordine autorganizzati, nella prepotenza di chi, in nome del proletariato, si rifiutava di pagare la quota d’ingresso a un raduno e in alcune feroci contestazioni rivolte ad artisti ritenuti non abbastanza “allineati”. «A un altro festival», rammenta ancora Battiato, «ho visto con disgusto alcuni miserabili fischiare e interrompere il povero Leo Ferré mentre leggeva una sua poesia. Dei raduni degli anni

Settanta apprezzavo i tratti libertari, la condivisione di esperienze di crescita interiore, la possibilità di produrre musica e, in generale, di fare arte. Il lato politico-ideologico, che si è manifestato quasi subito, l’ho sempre considerato pessimo, fin dal primo momento». Si arriva al 1976. La sesta edizione del Festival di Re Nudo, ormai divenuto Festa del Proletariato Giovanile, è il capitolo finale nella vicenda dei festival pop italiani, quello che rivela la profonda crisi in cui era piombato il movimento, privo di direzione e ormai assediato dalle nefaste sirene della lotta armata e dell’eroina. «Contro il palco», rievoca Guarnaccia, «si scarica, a ondate, la rabbia del pubblico incattivito, formato in gran parte da lumpenproletari repressi e affamati, pieni di risentimento verso gli avidi organizzatori che offrono cibi e bevande di dubbia qualità a prezzi gonfiati». Il cantautore e scrittore Gianfranco Manfredi, praticamente in tempo reale, dedicherà a questa cupa ultima edizione del festival di Re Nudo un brano dal titolo “Un tranquillo festival pop di paura”. Alcuni versi della canzone recitano: «E siamo tutti insieme ma ognuno sta per sé, la ricomposizione si sogna ma non c’è. Ognuno nel suo sacco o nudo tra il letame, solo come un pulcino, bagnato come un cane». Le parole di Manfredi, oltre a costituire una fotografia di efficace spietatezza, fanno comprendere per quale motivo i grandi raduni giovanili siano stati, ovunque e non solo in Italia, un fenomeno effimero e fallimentare: perché alimentavano l’idea, illusoria, che l’evoluzione personale, l’affrancamento da frustrazioni e nevrosi, la saggezza, la felicità, si possano ottenere per mezzo di un annullamento di sé nella folla, per mezzo di una fusione mistica, gioiosa e spensierata con il proprio prossimo, magari favorita dal ricorso alle droghe o al sesso. Laddove a simili traguardi si perviene, quando ci si riesce, solo attraverso un lungo (e spesso doloroso) percorso individuale.

8 febbraio 2011 |

Festival di Re Nudo, Parco Lambro, Milano 196

“Finalmente!”. Ecco cosa ho pensato quando ho avuto tra le mani il cofanetto Re Nudo Pop e Altri Festival – Il Sogno di Woodstock in Italia 1968-1976.

Fino a qualche mese fa, chi si fosse interessato alla storia dei festival musicali pop nell’Italia degli anni Settanta, avrebbe trovato solo qualche informazione frammentaria sui quattro o cinque libri “fotocopia”

Autore Andrea Zampieri
Il Sogno di
http://www.cinemartmagazine.it/wordpress/?p=4275 4 di 8 05/03/11 11.56
Woodstock in Italia 1968-1976:Per chi non c’era, diventa re...

dedicati rock progressivo italiano, il film documentario sull’ultimo disastroso raduno di Re Nudo al Parco Lambro di Milano del 1976 e, come pietra tombale di quel misero pozzo quasi del tutto prosciugato, il DVD del concerto per Demetrio Stratos del 1979.

Toccato il fondo, però, invece di risalire, può capitare di iniziare a scavare in profondità. Almeno se si è dotati di coraggio e buona volontà.

A Matteo Guarnaccia, che abbiamo già conosciuto in qualità di disegnatore e pittore psichedelico sulle pagine del compianto Cinem’Art cartaceo, il coraggio, la forza di volontà e una buona dose di sana curiosità non sono mai mancati; e nemmeno a Claudio Fucci, all’epoca dei fatti protagonista musicale di grande talento, ed oggi anche audace editore di tesori perduti grazie alla sua nuova avventura il cui nome è già in sé un manifesto programmatico: Volo Libero Edizioni (http://www.vololiberoedizioni.it).

Così, lasciati per un certo periodo i pennelli appesi al chiodo ad asciugare, lo sciamano psichedelico ha deciso di ritornare alla sua seconda passione, quella per la documentazione dei fenomeni contro culturali e di costume, ed ha iniziato l’ennesimo sporco, meraviglioso lavoro, che qualcuno come sempre doveva pur fare!

Chi meglio di lui avrebbe potuto affrontare questa nuova avventura scoperchiando il pozzo dove giacevano sepolte le informazioni, i ricordi, gli aneddoti dei festival pop italiani? Forse nessun altro in Italia, visto che Matteo, molte di quelle situazioni le ha vissute in prima persona all’epoca dei fatti, insieme ad alcuni altri nomi di spicco del movimento che ha attraversato la storia dell’underground italico fino ai giorni nostri.

Svuotato il pozzo delle poche tracce già note, e scavato il fondo arido, Matteo ha iniziato a trovare e mettere insieme tanti piccoli frammenti, articoli, immagini, locandine, poster, ritagli di giornale, racconti e memorie d’epoca, fino a comporre il prezioso tesoro che è questo cofanetto.

Il prodotto è molto accattivante, perché completo e ricco di differenti sfaccettature, tutte brillanti a loro modo.

Il DVD riporta alla luce una trentina di minuti girati nel 1973 da Massimo Verderio durante il festival di Re Nudo all’ Alpe Del Viceré, più una serie di riflessioni e racconti di Massimo Villa, Andrea Majid Valcarenghi, , SimonLuca ed Eugenio Finardi. Quelli che all’epoca c’erano, ed erano al centro del movimento, chi come giornalista, chi come intellettuale ed agitatore, chi come musicista, autore e interprete di tanta buona musica.

Va detto che la qualità del video d’epoca è abbastanza buona se si considerano gli strumenti tecnici di ripresa e montaggio che all’epoca poteva avere a disposizione chi non avesse bazzicato i meandri di mamma RAI e dintorni.

Festival di Re Nudo, Milano, Parco Lambro 1975
Il Sogno di Woodstock in Italia
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1968-1976:Per chi non c’era, diventa re...

Quello che si vede sono piccoli stralci delle esibizioni musicali, tra le quali spicca un fenomenale Franco Battiato in piena fase sperimentale a livello compositivo, sonoro e tricologico (!) più una serie di riprese effettuate tra il pubblico dell’evento.

Chi cucina, chi costruisce cupole geodetiche, chi danza, chi suona, chi medita, chi ascolta la musica del palco, chi quella improvvisata in ogni angolo della valle piena di migliaia di giovani accorsi all’appello del tam tam underground da ogni angolo d’Italia.

Alla evidente carenza di documentazione sonora sulle esibizioni che si susseguirono per giorno all’Alpe Del Viceré, il cofanetto sopperisce con un CD allegato, composto da 16 tracce audio di altrettanti artisti che furono parte integrante di numerosi festival pop dell’epoca, non solo nell’ambito di Re Nudo.

Sul CD possiamo ascoltare pezzi live e in studio, inediti d’epoca e recenti, di artisti quali SimonLuca, Come Le Foglie, Donatella Bardi, Garybaldi, Yu Kung, Jumbo, Battiato, Claudio Fucci e Claudio Rocchi.

Ma il pezzo più pregiato, che dona un senso compiuto all’intero tesoro dello scrigno, è il libro di 130 pagine di Guarnaccia, dove si sviluppa il tema dei festival pop italici con una visione a trecentosessanta gradi.

Infatti l’instancabile Matteo mette mano a tutte le fonti documentali che ha raccolto nell’arco della sua lunga frequentazione del movimento freak e hippie internazionale, ma lo fa con la giusta misura e l’inconfondibile piglio curioso che lo contraddistingue da sempre nei suoi lavori di saggistica controculturale.

In queste pagine si può trovare un’ottima introduzione sui festival pop in generale, con brevi divagazioni mai banali sugli ormai abusati e consumati temi di Woodstock Monterey e Wight, utilissimi a contestualizzare gli sviluppi nazionali del fenomeno festival pop.

In quegli anni che vanno dalla metà dei sixties alla fine dei seventies, inutile nasconderlo, l’Italia

È sempre stata almeno un passo indietro rispetto alle avanguardie musicali provenienti dall’America, dall’Inghilterra e dalla Germania. Anche se i nostri gruppi erano spesso dotati di talento, buona capacità compositiva e di arrangiamento, solo in pochi rari casi riuscivano ad essere del tutto originali e competitivi con l’invasione anglosassone.

Tuttavia, nell’ambito dei festival pop, che certamente non potevano competere con i fratelli maggiori d’oltre oceano in termini di nomi e numeri, l’Italia pare essere riuscita a realizzare una serie di eventi pienamente riusciti, anche quando gli aspetti organizzativi risultavano piuttosto improvvisati o inadeguati alla risposta del pubblico.

Questo, per lo meno, è quello che si intravede spesso tra le righe, ogni volta che Matteo ci racconta con dovizia di particolari, scalette dei gruppi musicali, dettagli e aneddoti i vari festival nostrani, dai più importanti come quelli di Re Nudo (la più importante rivista underground dell’epoca, diretta da Andrea Valcarenghi), delle terme di Caracalla, di Ballabio, Zerbo e Palermo, fino a più piccoli e meno riusciti, eppure importanti per i giovani capelloni di quegli anni.

Per tutti questi motivi, chiunque fosse curioso di conoscere in modo completo il tema dei festival pop, non potrà fare altro che acquistare il cofanetto e dire tra sé: “Finalmente!”.

Il Sogno di Woodstock in Italia 1968-1976:Per chi non c’era, diventa re... http://www.cinemartmagazine.it/wordpress/?p=4275 6 di 8 05/03/11 11.56

Perché, fino ad oggi, soprattutto in ambito di documentazione video, quello che si poteva trovare erano i DVD dei grandi festival anglo-americani, ed il documentario sull’ultimo festival di Re Nudo del 1976, considerato da sempre, non a torto, il canto del cigno del movimento underground italiano. Ecco, ora quel cigno possiamo vederlo nascere, crescere cantare e danzare felice, prima della prematura scomparsa avvenuta nel ’76 al Parco Lambro di Milano, tra infinite furiose discussioni e assemblee sui prezzi politici o meno dei panini e il lancio di centinai di polli surgelati tra una truppa di zombies annoiati in odore di sepoltura definitiva.

Ma questa è un’altra storia, già nota e piuttosto noiosa. A noi interessa quella giocosa, da oggi non più ignota! Grazie a Matteo e Claudio.

Il Sogno di Woodstock in Italia 1968-1976:Per chi non c’era, diventa re... http://www.cinemartmagazine.it/wordpress/?p=4275 7 di 8 05/03/11 11.56

Europa.it quotidiano

Le piccole Woodstock italiane

Dedicato alla storia di un momento significativo della controcultura degli anni Sessanta e Settanta, Re Nudo Pop & altri festival, scritto da Matteo Guarnaccia per i tipi della Vololibero, ripercorre il rapido evolversi di un modo nuovo di stare assieme dei giovani di allora, con cui rivendicare allo stesso tempo la propria diversità dal grigio conformismo che li circondava. Ad indicare la strada, lo storico appuntamento che si erano date le varie “tribù” della comunità hippy di San Francisco sui prati del Golden Gate Park nel gennaio del 1967. Battezzato Human Be-In con un gioco di parole che combinava una rinascita spirituale dell’uomo a termini come sit-in o teach-in, provenienti dalla protesta studentesca e dalla lotta alla segregazione razziale, oltre agli interventi del profeta della rivoluzione psichedelica Timothy Leary, di attivisti politici come Jerry Rubin o dei poeti della beat generation quali Allen Ginsberg e Gary Snyder, accoglieva gratuitamente circa trentamila ragazzi al suono delle principali band di musica rock della città, dai Grateful Dead ai Jefferson Airplane, con tanto di panini al tacchino, fiori e acido lisergico appositamente autoprodotto per l’evento. Sarà subito un modello per i futuri festival pronti a prendere corpo nell’ambito del fermento politico e culturale che attraversava il continente americano, fino al suo apice con i «tre giorni di pace, amore e musica» promessi da Woodstock, entrato presto nella leggenda.

Anche l’Italia viveva con qualche anno di ritardo la sua stagione dei raduni alternativi sparsi lungo la penisola.

Un’escalation a cui Guarnaccia riserva gran parte della sua ricerca, rievocando con l’aiuto di foto e materiale grafico del tempo, atmosfera e difficoltà delle decine di situazioni a cui diedero vita i capelloni nostrani, dai precoci tentativi di sfruttamento commerciale, ai primi pop festival che si allontanavano dalle città, fino al triste epilogo con il caos al Parco Lambro di Milano nel 1976. Un’opera che nel rendere omaggio in particolare alle iniziative promosse da Re Nudo, la principale rivista della controcultura italiana del tempo, non si limita certo al formato libro, allegando un cd con una selezione di vecchi brani musicali mai usciti in commercio e un dvd con le rare immagini del festival che la testata organizzò nel 1973 tra i boschi del comasco; documento unico dove tra i musicisti arrivati ad allietare alcune migliaia di freak, si riconosce un giovane Battiato alle prese con i suoi elettronici esperimenti sonori.

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ARTICOLO Sei in Libri 25 febbraio 2011 Saggistica
Le piccole Woodstock italiane - Europa http://www.europaquotidiano.it/dettaglio/124826/le_piccole_woodstoc... 1 di 1 05/03/11 12.13

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"Re Nudo" al Gloria L'evento pop anni '70

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(g. cas.) Arriva a Como il Festival Pop Anni 70 con la presentazione del libro dvd «Re Nudo Pop & altri festival - Il sogno di Woodstock in Italia 1968-1976» (Vololibero Edizioni). L'appuntamento è fissato per le 21 di questa sera allo Spazio Gloria via Varesina 72. Saranno presenti l'editore Claudio Fucci e Massimo Pirotta, giornalista musicale, testimone dei festival e autore di un intervento nel libro. Ci saranno proiezioni di immagini estratte dal dvd, presentazione dei partecipanti e un intervento musicale acustico del gruppo Come Le Foglie, che ha partecipato a tutte le edizioni dei festival di «Re Nudo» e si è riunito ora per la pubblicazione di un cd con il materiale rimasto inedito all'epoca. La confezione cd+dvd contiene inoltre un libretto di Matteo Guarnaccia con interventi di Majid Valcarenghi, Claudio Rocchi, Enzo Gentile, Bruno Casini e Massimo Pirotta. Un dvd con il documentario inedito del Festival de l'Alpe del Vicerè oltre a un cd con tracce anche inedite di Battiato, Garybaldi, Come le foglie, Analogy, Donatella Bardi, Ricky Gianco e altri.

La copertina di una delle pubblicazioni che riguardano "Re Nudo" (Foto by COLLABORATORI)

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La Provincia di Como Cultura e Spettacoli
Gio 28 Aprile 2011 "Re Nudo" al Gloria L'evento pop anni '70 - Cultura e Spettacoli - La ... http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cultura e Spettacoli/201414_r... 1 di 1 28/04/11 06.56
© COPYRIGHT 2011 - La Provincia S.p.A. Editoriale (p.iva. 00190490136) - E' vietata la riproduzione anche parziale.

Piccole Woodstock di terra lombarda Sogni di musica e libertà

Fra gli anni 60 e 70 si tentò di importare l’esperienza Usa Le testimonianze nel volume «Nudo Pop & altri festival»

di Giordano Casiraghi

La piccola Woodstock lariana, un sogno di musica e libertà. Ne hanno parlato a Como giovedì allo Spazio Gloria di via Varesina gli artisti Matteo Guarnaccia e Claudio Fucci, rispettivamente curatore e editore del cofanetto (cd, libro e dvd) Re Nudo Pop & altri festival - Il sogno di Woodstock in Italia 1968-1976, con loro il giornalista storico Massimo Pirotta che ha frequentato l’epopea dei Festival Pop. L’argomento è quello celebrato a più riprese dalle generazioni che hanno vissuto gli anni del sogno collettivo, auspicando un mondo migliore che poi non è arrivato. Siamo alla fine degli anni ’60 quando da più parti sorgono spontaneamente ritrovi di massa da ogni parte del globo. Si parte da Woodstock, nei pressi di New York, quando nel 1969 si danno appuntamento un milione di giovani per assistere a quello che verrà ricordato come il Festival dei Festival. Vi parteciparono i migliori artisti in circolazione, da Janis Joplin a Jimi Hendrix e Crosby Stills Nash & Young. Si mise in moto per la prima volta la macchina dello sfruttamento editoriale dell’evento, ne girarono un film, venne fatto un disco dal vivo e successivamente uscirono vari libri che raccontarono l’accaduto. Da quelle parti c’era Simon Luca, artista italiano fino allora conosciuto discograficamente come Alberto Oro: «Erano anni che si andava all’avventura senza pensarci troppo, me ne andai in America per le vacanze estive, completamente solo, spinto da chissà quale vento di rinnovamento. In effetti quello che stavo facendo in Italia come cantante non mi riempiva di gioia. Arrivato là e dopo aver comprato un’auto mi spinsi verso la California fino a incontrare un gruppo di indiani pellerossa, rimasi con loro qualche giorno e prima di tornare in Italia mi fermai a New York e passai da Woodstock. Ne ricevetti una spinta creativa che al ritorno in Italia diedi vita al gruppo L’Enorme Maria dove esordirono Fabio Treves, Eugenio Finardi, Marco Ferradini, Alberto Camerini, Ricky Belloni e molti altri. Era l’idea di una factory che ruotava attorno a Simon Luca e L’Enorme Maria, partivamo in pullman tutti insieme per raggiungere i luoghi dove suonare. Un periodo indimenticabile».

Nel frattempo in Italia c’è chi pensa di imitare Woodstock e a Ballabio, sopra Lecco, viene organizzato il primo Festival di Re Nudo, siamo nel 1971 e Andrea Valcarenghi, in seguito Majid dopo la conversione a Poona con Osho, decide di provare a rilanciare l’evento anche in Italia. Partecipano migliaia di giovanissimi: «A Lecco si era sparsa la voce che lassù a Montalbano di Ballabio girassero i primi nudi e tanti andavano a curiosare, tutto si svolse in perfetta sintonia con gli abitanti del luogo, c’era musica ma soprattutto c’era la voglia di trovarsi insieme e passare delle giornate lontano da casa». Lo dicono i lecchesi Mauro Gnecchi e Baffo Banfi che in quel Festival suonarono come The Gee, un gruppo che avrebbe poi preso il nome di Biglietto per l’Inferno. Lo stesso Valcarenghi così ricorda quel periodo: «La chiave di comunicazione dell’epoca era che se la politica si occupava delle otto ore, noi riempivamo le altre sedici ore, ovvero il tempo libero, la sessualità, la ricerca psichedelica

AMARCORD

A destra Jimi Hendrix, qui sopra copertine di «Re Nudo», storica rivista musicale e culturale.

e ovviamente la musica. Re Nudo si collocava in questa fascia di orario, allora molto sottovalutata dal movimento politico giovanile. A Ballabio preparammo per accogliere un migliaio di persone, ma oltre il migliaio arrivarono già due giorni prima del festival e alla fine eravamo più di diecimila. L’anno dopo a Zerbo sono arrivati in trentamila, con il prete del posto che annunciava l’arrivo di satana sulle rive del

FIGLI DEI FIORI

Po. All’Alpe del Vicerè Battiato ci ha consentito di far suonare i gruppi perché portò la sua amplificazione, il suo generatore di corrente, mentre in quei giorni ci fu negato l’allacciamento Enel». Storie lontane nel tempo, qualcuno ha provato a organizzare in tempi recenti l’anniversario di qualche Festival ma le condizioni non sono più favorevoli, anche il pubblico giovanile oggi non si accontenterebbe di una tenda e un panino per qualche giorno di svago. Perfino l’On The Road Festival di Pelago sulle colline toscane quest’anno viene sospeso dopo ventidue edizioni. Ne è amareggiato il direttore artistico Bruno Casini: «Ne prendo atto ed è un vero peccato, sono passati tanti artisti e tanti buskers, ma anche tanti giovani che ritrovavano per tre giorni l’atmosfera che allora regnava ai Festival Pop di Re Nudo ai quali ho partecipato, da Ballabio a Parco Lambro».

l’autore

critico

au-

libro

Come sottolineano le note di copertina è «un libro da tenere a portata di mano per conoscere,riflettere e ricordare un decennio che ha fatto sognare una generazione».

«Corri, Nadir», il lato oscuro della metropoli

Mondi paralleli nella Milano raccontata dal criminologo Michele Maggi

Emerge il lato oscuro di Milano nel romanzo di Michele Maggi Corri, Nadir! (Modern Publishing House, 13 euro) dove l’intrecciarsi di esistenze e situazioni diverse svela una città dal volto multiforme. L’autore, criminologo clinico e ispettore di Polizia di Stato, segue un filo conduttore che, come nelle indagini di polizia, unisce le esistenze di persone appartenenti a condizioni sociali ed etnie diverse, i cui mondi tuttavia alla fine finiscono per toccarsi: «Come spesso accade nelle indagini - spiega Maggi - i destini di ognuno sono legati ai movimenti degli altri, in un gioco dove ciascuno interpreta diversamente le regole». S’in-

trecciano così i destini di Nadir, un ragazzo tunisino arrivato in Italia da qualche anno, dell’ispettore di Polizia Mario Anselmi, di Andrea e Cristina, una giovane coppia appartenente alla borghesia milanese e di altri personaggi che, con le loro vicissitudini, descrivono i mille lati oscuri di Milano. Vengono così svelati i diversi volti della città: «Non esiste una sola Milano - afferma l’autore - All’interno di una grande città, e sicuramente all’interno del capoluogo lombardo, esistono mondi paralleli, desti-

nati a sfiorarsi e a toccarsi, ma dove tuttavia non c’è scambio e dove chi fa parte di un mondo difficilmente entrerà a far parte di un altro». Il tratto che accomuna esistenze così diverse sembra essere un comune disagio: «Tutti i personaggi del mio romanzo - afferma l’autore - esprimono una serie di dinamiche che portano al disagio: nel caso di Andrea, risiede nel legame irrisolto con i genitori, dove da un lato vediamo un padre deluso da questo figlio incapace e velleitario, dall’altro una madre che non vuole tagliare

il cordone ombelicale con il figlio e lo tiene sotto controllo, mantenendolo in qualche modo legato a sé e non consentendogli di emanciparsi. Il disagio di Andrea è una crisi di identità, ed è la stessa crisi che attraversa Cristina che sente addosso a sé la gabbia delle aspettative altrui, del ruolo che sembrava dover avere nella società, e si emancipa così, mettendosi con uno con cui non ha, di fatto, niente da spartire». Il volume verrà presentato dall’autore e dalla giornalista Paola Pioppi oggi alle 18 alla Libreria Feltrinelli di Como (via C. Cantù 17; ingresso libero).

MASSIMARIO MINIMO a cura di Federico Roncoroni È una ragazza del giorno d’oggi, cioè, pressapoco, un giovanotto di qualche decennio fa.
Manuela Giordano Casiraghi,giornalista e musicale,è tore del «Anni 70.Generazione Rock» (Editori Riuniti, 2005,24 euro).
VENERDÌ 29 APRILE 2011 58

PAVIA

Ritorno a Woodstock, Revival del festival 39 anni dopo

Quando 20mila hippies invocarono la pace al "Re nudo pop festival" sulle sponde del Po

Pavia, 18 settembre 2011 - Un paesino di 579 abitanti sulle rive del Po che improvvisamente viene invaso da 20 mila ragazzi. E non giovani come tanti, ma quegli hippy che non piacevano agli adulti. Maschi con i capelli lunghi, quando era abitudine tagliarli a spazzola per il servizio militare e femmine con le gonne corte, mentre una donna per bene doveva coprire il ginocchio. Hippy sulle sponde di Zerbo in quel 1972 ne sono arrivati tanti. Senza internet, senza Facebook avevano saputo con il passaparola che si stava organizzando la Woodstock italiana, così sono partiti Zaino in spalla, autostop e via. Direzione: il grande fiume, in una località che la maggior parte neanche conosceva perché proveniva da un’altra parte del mondo. Camminavano tutti in fila per le stradine di campagna.

«Erano tantissimi e sarebbero stati pure di più, se ad un certo punto la polizia non avesse bloccato le vie d’accesso — racconta l’attuale sindaco del paese Giovanni Malinverni —. Io stesso, tornando dal lavoro, avevo raccolto qualche autostoppista e l’avevo accompagnato». Il “Re nudo pop festival” organizzato dall’omonima rivista non si poteva perdere, anche se non era raro che si tenessero festival musicali in quell’epoca. «Ma a Zerbo è accaduto un miracolo — ricorda Claudio Fucci, editore di Vololibero, giovanissima casa editrice che ha pubblicato “Re nudo pop & altri festival - Il Sogno di Woodstock in Italia 1968-1976” —. La popolazione non ha osteggiato i ragazzi, anzi li ha aiutati ad organizzare la loro 3 giorni di musica». «In quella fine estate c’era stata una mezza piena — prosegue il sindaco — che aveva separato dal bosco una delle spiagge più belle, larga 400 metri per 3 o 4 chilometri. Per consentire ai ragazzi di raggiungerla, la gente del posto con dei tubi ha realizzato un piccolo ponte, che ancora oggi è noto come il ponte degli hippy».

Amore e comunione con la natura, oltre alla musica, erano gli ingredienti principali del festival. «Oggi lo si potrebbe definire un antenato dei rave — sottolinea l’autore del libro Matteo Guarnaccia — anche se non aveva niente a che spartire con gli incontri di oggi». Infatti, spiega: «Non ci si sconvolgeva allora. C’era la voglia di stare fuori casa con gli amici per qualche giorno e poi lasciare il posto occupato come lo si era trovato o anche meglio. A Zerbo, per esempio, sono state lasciate delle biciclette».

Inoltre, «chiunque avesse qualcosa lo condivideva con gli altri, fosse la tenda o solo uno yogurt. E anche la popolazione donava ciò che aveva ai ragazzi». Nessun controllo delle forze dell’ordine e artisti del calibro di Eugenio Finardi, Alberto Camerini, Come le foglie, Analogy e Lucio Bardi impegnati sul palco con i ragazzi assiepati sotto. Attorno, Isaia che realizzava oroscopi indiani e ragazzi convinti di poter cambiare il mondo. A 39 anni di distanza, in una situazione completamente diversa per i giovani e per chi lo è meno, quei ragazzi del 1972 hanno deciso di incontrarsi di nuovo. Lo faranno in “Ti ricordi Zerbo?” una giornata per ricordare l’evento che segnò il costume e la storia giovanile italiana. L’appello è lanciato: ex hippy, se vi ricordate Zerbo, tornateci, la troverete cambiata, ma la spiaggia e il ponte costruito per voi sono ancora lì e i protagonisti di allora non mancheranno. Porteranno i loro capelli bianchi e la loro musica.

Ritorno a Woodstock, - Il Giorno - Pavia http://www.ilgiorno.it/pavia/cronaca/2011/09/18/583329-ritorno_... 1 di 1 03/02/12 13.50

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Matteo Guarnaccia, rieditato "Re Nudo Pop & altri festival"

Tornainlibrerial'operauscitanel2010

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NOTIZIE - 12/09/2022
"Re Nudo Pop & altri festival - Il sogno di Woodstock in Italia 1968 1976" di Matteo Guarnaccia, già pubblicato nel 2010, torna in libreria il 18 ottobre tramite VoloLibero. Il libro racconta i Festival pop: le origini, il loro approdo e sviluppo in Italia negli anni Settanta, fino al Parco Lambro nel 1976, sino ad arrivare all'attualità dei rave con le loro problematiche. AD
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Rivisto e aggiornato nella parte testuale e iconografica da Matteo Guarnaccia e Claudio Fucci, contiene interventi, estratti dall’edizione 2010, di Bruno Casini, Enzo Gentile, Claudio Rocchi e Majid Valcarenghi. Nel libro sono inclusi collegamenti con QR-code a contenuti video e audio presenti su CD e DVD della prima edizione. Questa nuova edizione è dedicata a Matteo Guarnaccia, scomparso lo scorso 13 maggio

Matteo Guarnaccia (Milano 1954-2022), artista e storico del costume, figura di riferimento della cultura visionaria contemporanea, è stato attivo nel campo della moda, del design, della comunicazione, della musica, docente alla NABA di Milano, autore di numerosi saggi dedicati alle controculture e alle avanguardie, tra cui "Mix & Match" (2021), "Malamoda" (2021), "Il grande libro della psichedelia" (2017), "Pirati" (2015), "Vivienne Westwood" (2015), "Ribelli con Stile" (2009).

Per Volibero Edizioni ha pubblicato anche: "Psychedelic Heroes" (2010), "Alphabeat e Bob Dylan Fun Book" (2011), "Dreamers & Dissenters" (con Giulia Pivetta, 2012). Un suo saggio appare su "Rock Poster" scritto da Martina Esposito (2021).

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Re Nudo Pop & altri festival: un viaggio nei festival degli anni Settanta

I Festival pop: le origini, il loro approdo e sviluppo in Italia negli anni Settanta, fino al Parco Lambro nel 1976, sino ad arrivare all'attualità dei rave con le loro problematiche.

Rivisto e aggiornato nella parte testuale e iconogra1ca da Matteo Guarnaccia e Claudio Fucci, con interventi, estratti dall’edizione 2010, di Bruno Casini, Enzo Gentile, Claudio Rocchi e Majid Valcarenghi: torna con una nuova edizione, dedicata a Matteo Guarnaccia, il libro Re Nudo Pop & Altri festival.

Nel 2010 hanno scritto di questo libro: Che ci piaccia o no è la nostra storia - Rumore Una storia indimenticabile e stramba - XL- La Repubblica

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Matteo Guarnaccia foto di Renzo Chiesa
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Vincitore nel 2010 del premio “Note di carta” come Miglior libro musicale, menzione speciale al MEI 2010.

Matteo Guarnaccia (Milano 1954-2022), artista e storico del costume, 1gura di riferimento della cultura visionaria contemporanea. Attivo nel campo della moda, del design, della comunicazione, della musica, docente alla NABA di Milano,

autore di numerosi saggi dedicati alle controculture e alle avanguardie, tra cui Mix & Match (2021), Malamoda (2021), Il grande libro della psichedelia (2017), Pirati (2015), Vivienne Westwood (2015), Ribelli con Stile (2009). Per Volibero Edizioni ha pubblicato anche: Psychedelic Heroes (2010), Alphabeat e Bob Dylan Fun Book (2011), Dreamers & Dissenters (con Giulia Pivetta 2012). Un suo saggio appare su Rock Poster scritto da Martina Esposito (2021)

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Il sogno di Woodstock in Italia

RECENSIONI - LIBRI AD «RE NUDO POP E ALTRI FESTIVAL - MATTEO GUARNACCIA» la
recensione di Rockol
VOTO 8/10 Classifiche Podcast Video Soul Playlist NOTIZIE RECENSIONI CONCERTI MUSICBIZ
1968-1976 Una riedizione in memoria dell'autore Recensione del 18 ott 2022 a cura di Franco Zanetti VoloLibero, 224 pagine, 20 euro

Nel2010,questolibroinauguròilcatalogodell'allora

neonata casa editrice VoloLibero di Claudio Fucci. Quellaprimaedizioneerauncofanettocostituitodalibro + cd + dvd.

L'autore e Claudio Fucci stavano lavorando alla riedizionequandoMatteoGuarnaccia,loscorsomaggio, èimprovvisamentescomparsoasoli67annidietà.

Fuccihacompletatoillavorodiriedizione,cheinclude unanuovaprefazionescrittadaGuarnacciaeinterventi diBrunoCasini,EnzoGentile,ClaudioRocchieMajid Valcarenghi;noncisonopiùilcdeilDVD,sostituitida QR Code che rimandano ai contenuti musicali e visuali dellaprimaedizione. QuidiseguitoriproponiamolarecensionediRockol uscitainoccasionedellaprimapubblicazionedellibro.

Una nuova casa editrice debutta con un libro che mancava, ed è buona cosa che adesso ci sia: una piccola storia dei festival pop, all’estero ma soprattutto in Italia, nel periodo “magico” che va dal 1968 al 1976: il tempo che da noi “Il sogno di Woodstock” (è il sottotitolo del libro) sbocciasse e si spegnesse schiacciato dal piombo - metaforico e reale - degli anni Settanta.

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Matteo Guarnaccia, classe 1954, quindi testimone del AD
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tempo, ricostruisce le vicende di quella stagione con appena un filo di nostalgia ma con il corretto distacco dello storico - o del cronachista, dato che di molte delle vicende narrate fu testimone oculare quando non diretto protagonista - e senza alcuna retorica, anzi con un certo qual disincanto. Certo è difficile oggi spiegare cosa davvero fu quel transito di tempo, soprattutto a chi è troppo giovane per poter capire quanto diversi fossero quegli anni da quelli che stiamo vivendo oggi - e quanto diversa fosse l’Italia. E il libro - il libretto - sarà una lettura emozionante soprattutto per chi può dire “io c’ero” (ad esempio, io ho finalmente scoperto, leggendolo, cosa ne fu del famigerato Festival Pop di Santa Monica, annunciato poi annullato nel 1974). Chi non c’era può provare a capirne qualcosa dal DVD allegato, che per quasi mezz’ora documenta - su riprese di Angelo Verderio, finora inedite e realizzate con una telecamera Sony Portapack AVC3400 - il festival che la rivista Re Nudo organizzò nel 1973 all’Alpe del Vicerè. Il DVD contiene anche interventi di altri testimoni dell’epoca: Massimo Villa, Eugenio Finardi, Simonluca e Andrea Valcarenghi (il migliore, e più lucido, è quest’ultimo). Il progetto, curato da Claudio Fucci, si completa con un Cd audio in cui i musicisti di allora ripropongono, in registrazioni più recenti o recentissime, musiche e canzoni d’antan: ingenue nei testi, spesso derivative nei suoni, ma che hanno il sapore delle madeleines proustiane per chi ha l’età per averle ascoltate da ragazzo. Fra i nomi presenti nel Cd, i Garybaldi, Simon Luca, gli Yu Kung, i Jumbo, Riccardo Zappa, i Come le Foglie (presenti anche con un brano d’epoca), Alberto Camerini, Ricky Gianco e i Cancelli della Memoria (tribute band di cui fanno parte Gianfranco D’Adda e Mario “Ellepì” Dalla Stella, già collaboratori di Battiato negli anni Settanta: prendono il nome da una canzone di “Clic” e ripropongono “Plancton”, uno dei brani di “Pollution”). Dal punto di vista strettamente documentale, le tre tracce più significative sono una

simpatici”

Il sogno di Woodstock in Italia 1968-1976 - Voto 8/10

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“Improvvisazione” di Franco Battiato al synth, registrata dal vivo nel 1970, “Sotto i portici di marmo” di Claudio Rocchi, registrata dal vivo nel 1972, e “Incoscienza”, registrata dal vivo a Catania, probabilmente nel 1974, dalla non dimenticata Donatella Bardi (scomparsa nel 2009, della quale la VoloLibero sta per ripubblicare l’unico album, “A Puddara è un vulcano”). .

Re Nudo pop & altri festival. Il sogno di Woodstock in Italia. 1968-1976. Nuova ediz.

19,00 €

LIBRO - COPERTINA FLESSIBILE

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Ristampato Re Nudo Pop & Altri festival, nelle immagini e racconto di Matteo

Guarnaccia

Una nuova e aggiornata edizione del libro Re Nudo Pop & Altri Festival, uscito in origine qualche anno fa e curato da Matteo Guarnaccia (Volo Libero edizioni, 224 pagg, 20€), riaccende la voglia di tornare a ricordare una stagione che sembra lontanissima. Al libro contribuiscono a dire la loro Claudio Rocchi che è stato uno dei cantautori protagonisti di vari Festival targati Re Nudo, Enzo Gentile che negli anni ha raccontato con libri e articoli svariati stagioni di musica pop rock blues e tanto altro. Gentile in quegli anni Settanta iniziava il suo percorso giornalistico, mentre Bruno Casini, scrittore, organizzatore e agitatore, era uno dei protagonisti in campo, era già stato in giro per itinerari che l’hanno portato in Afghanistan quando ancora si poteva andare e non ha mancato le edizioni dei Festival di Re Nudo.

Al giro dei contributi non poteva essere escluso Andrea Majid Valcarenghi che ha fondato e diretto la rivista Re Nudo e ha dato corso ai vari festival pop. Festival dove stazionava anche Matteo Guarnaccia che in quelli fatti al Parco Lambro animava la radio del festival. Matteo è scomparso il 14 maggio 2022 e per qualche edizione ha partecipato al festival di Pelago, diretto da Bruno Casini, dove per certi versi si respirava un po’ l’aria dei festival di Re Nudo, non a caso era spesso presente Valcarenghi.

Personaggi che si intersecano e che hanno attraversato la cultura giovanile dai Sessanta/Settanta in poi. Guarnaccia è poi diventato uno dei disegnatori più affermati, capace di trasmettere attraverso fantasiose immagini un mondo che andava via via scomparendo.

Il libro si muove con capitoli dedicati a San Francisco, la culla di tutto quello che poi verrà messo in pentola. Un’ebollizione di buoni propositi che si espande oltre oceano, ma prima è sempre l’America che lancia il segnale con un mega festival pop, quello di Woodstock, e ancor prima quello di Monterey, già con tanti artisti. C’è movimento, c’è qualcosa che comincia a circolare, ovvero la possibilità di radunare migliaia e migliaia di persone in nome della musica, dello stare bene insieme, ballare, danzare, fare musica. Già nel 1968 qualcosa si muove anche a Roma e Guarnaccia ne parla nel libro, di un festival di più giorni dove si mischiano gruppi come i Pink Floyd e i Ten Years After con Camaleonti e

I Giganti. E siamo solo nel 1968.

Ci si sposta in Europa e viene subito L’Isola di Wight e poi Palermo Pop e Viareggio Pop e anche qui Guarnaccia racconta, fino al primo festival di Re Nudo a Ballabio sopra Lecco nel 1971, a seguire Zerbo (Pavia) e l’Alpe del Vicerè, dove nella prima versione del libro era stato inserito un dvd con le immagini di quel festival che un appassionato aveva girato e che aveva decenni dopo fatto avere a Valcarenghi. Tutto si evolve e Re Nudo pensa sia arrivato il tempo di approdare in città e organizza nel 1974 il primo festival al Parco Lambro. Forse il più riuscito della triade, che l’anno dopo replica, fino a quello del 1976 segnato da disordini e tensioni. Ancora tanta musica ma era tutto quello che girava attorno che interessava le cronache dei giornali come «LA Notte» e «Corriere d’informazione».

Tante le foto che rendono piacevole lo scorrere delle pagine, a pag.150 si nota Alberto Radius e un componente de Il Volo che ebbero occasione di presentarsi in un tour al fianco degli Area, altra formazione sempre presente ai festival di Re Nudo, anche per la storica intesa tra la Cramps di Gianni Sassi e Re Nudo, al punto che la stessa rivista veniva stampata nella Tipografia La Monzese che era parte del gruppo Al.Sa. di Albergoni e Sassi. Guarnaccia non trascura il resto dei festival italiani, da Villa Pamphili a Villa Borghese e Piazza Navona a Roma. Il libro è anche un omaggio alla memoria di Matteo Guarnaccia, una ristampa che arriva nel mentre anche il marchio Re Nudo passa di mano, da Valcarenghi a Luca Pollini con Stefano Piantini che annunciano la ripresa editoriale con libri e numeri da portare in edicola.

Re

Woodstock in Italia

È un libro dedicato al suo autore, Matteo Guarnaccia, questo ‘Re Nudo pop & altri festival (il sogno di Woodstock in Italia 1968-1976)’, che viene rieditato e rinnovato partendo dal primo, ed introvabile, volume che diede vita all’avventura di ‘Vololibero’, una stra-ordinaria casa editrice che fin dagli esordi vede il suo cuore pulsante in Claudio Fucci (che di festival ne ha vissuti molti: da musicista e da spettatore). La dedica non poteva essere più affettuosa visto che Matteo (qui sotto nella foto), un artista poliedrico, grande divulgatore di cultura musicale, di competenza grafica, disegnatore psichedelico e sopraffino con immagini che lo hanno contraddistinto come uno tra i migliori illustratori italiani, è prematuramente scomparso nell’anno in corso.

Leggendo le pagine di questo libro è quindi inevitabile imbattersi nelle sue innumerevoli esperienze, vissute con trasporto, a partire dagli albori del movimento Provos, in Olanda, per poi irradiarsi in ogni possibile luogo, con incontri, amicizie, esperienze, contributi, opinioni, raccolte e inserite nel suo archivio, concreto e ‘cosmico’. L’incipit del libro, prima di arrivare ai festival di casa nostra, racconta della genesi dei festival pop a partire da quanto avveniva a San Francisco, ai Be-in (“essere lì”) che volevano essere “solamente” l’occasione di un incontro tra persone “simili nella diversità”, persone stimolate dalle pagine della beat generation e dalla “nuova musica” allora agli albori. Un tentativo che, generando una sorta di comunità riconoscibile (gli hippies) tra i vari “adepti”, cercava di disegnare un nuovo stile di vita, di conoscenza, di società. Tutto ciò si manifestava in un periodo in cui la guerra del Vietnam disseminava frutti avvelenati (o, invece, di consapevolezza) nella società americana. Da quelle esperienze di spontaneismo, ingenue ma sincere, avrebbe dovuto/potuto scaturire una sorta di generazione che, anziché porre al suo centro il consumismo dell’american way of life, avrebbe voluto avere nella solidarietà e nella libertà il proprio punto di riferimento. La musica (e per molti gli allucinogeni) avrebbero dovuto essere “il cibo” con il quale sostentare lo spirito. Ma, ahimè, così non fu e quasi subito prevalse il senso degli affari rendendo possibile l’ascesa di giovani e decisi manager che avrebbero utilizzato il bisogno di musica e comunità per costruire festival certamente di spessore artistico ma, soprattutto, di grandi affari economici. Infatti i grandi Festival di quegli anni sono tutti rimasti nella memoria collettiva: Monterey, Wight, Woodstock, Bath, Miami, Altamont (purtroppo) tra i tanti…

Eventi ciclopici nei quali - brutto da dire ma che ha un suo fondo di veritàciò che maggiormente emergeva era il senso degli affari con il pagamento, per alcuni artisti, in contanti ed in anticipo... In pratica la morte nella culla di

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di ROSARIO PANTALEO IN DETTAGLIO Artista: Matteo Guarnaccia Editore: VoloLibero Edizioni Pagine: 223 Anno: 2022 Prezzo: 20.00 € ALTRI ARTICOLI SU MATTEO GUARNACCIA Re Nudo Pop & altri festival ALTRI ARTICOLI DI ROSARIO PANTALEO Abitare il sogno – Vita e musica di Pippo Pollina
Matteo Guarnaccia
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Nudo pop & altri festival (il sogno di
1968-1976)

un pensiero critico che avrebbe voluto utilizzare la musica come ulteriore strumento di partecipazione, di consapevolezza, di unione, per tutto ciò che fosse riconducibile ad una sorta di nuovo umanesimo. Se non quello “integrale” e religioso di Maritain, almeno quello sociale e solidale di cui i tempi avevano disperato bisogno.

Come sempre in ritardo sui tempi il nostro Paese, rimasto straordinariamente provinciale rispetto a quanto accadeva nel resto del mondo (anche se l’ondata del ’68 stava per arrivare…), ebbe chi raccolse il testimone di quanto stava accadendo altrove (complice il film ‘Woodstock’ e i racconti di coloro che erano stati al festival dell’Isola di Wight) iniziando a concepire la possibilità di importare, anche da noi e con le dovute proporzioni, situazioni (non mega concerti) di libertà espressiva dove l’aspetto musicale avrebbe dovuto essere lasciato alla massima libertà dei partecipanti, scegliendo luoghi di incontri lontani dalle città, cercando di evitare problemi con le realtà locali. Insomma, un timido inizio per cercare di tornare alle origini californiane di cui, forse, si sapeva solo in termini mitici e non reali. La partenza iniziò con il piede giusto con il festival, se così lo si può chiamare, di Ballabio, nel lecchese. Arriveranno poi i festival pop creati soprattutto per lanciare nuovi artisti sotto l’insegna dell’underground. Certamente l’occasione che mai una RAI avrebbe concesso a musicisti sconosciuti ma, in fin dei conti, operazioni di marketing per lanciare nomi nuovi (e anche di valore) che altrimenti non avrebbero avuto la possibilità di essere notati da pubblico e case discografiche. Gli artefici di Ballabio era il gruppo di persone che faceva capo alla rivista ‘Re Nudo’, che proseguì nel suo progetto di “libera musica, liberi incontri in libero Stato” e i successivi passi furono quelli dei festival di Zerbo ed Alpe del Vicerè.

La prima ‘Festa del Proletariato Giovanile’, anno Domini 1974, si tenne al Parco Lambro di Milano, luogo all’epoca poco ospitale, dove si iniziarono a definire i contorni del declino (nel bel mezzo degli anni di piombo…). Di contro molto ricco invece il parterre musicale e, tutto sommato e “nonostante” l’alto numero di partecipanti, il clima complessivo rimase positivo anche se la paranoia cominciava a farsi largo in alcuni settori dei partecipanti (gli attacchi a Gianni Sassi, mentore della benemerita CRAMPS ne furono un preoccupante sintomo). Altra riflessione è che nonostante la tessera per il festival costasse solo 500 lire per 5 giorni molti furono coloro che cercarono (e/o riuscirono) ad entrare a ufo.

Andrà peggio l’anno successivo, sempre a Milano, sempre al Parco Lambro, dove una fumosa ventata ideologica iniziò a prendere piede insieme a quella della maleducazione ed oltraggio nei confronti di femministe ed omosessuali. Ivan Cattaneo, impavido, subirà le conseguenze di comportamenti inaccettabili per un contesto/consesso che si autodichiarava libero e libertario. Segni deteriori di tempi che stavano cambiando. In peggio. Un peggio che si manifesterà in tutta la sua devastante ampiezza nel terzo evento al Parco Lambro, nel 1976, dove la disorganizzazione e l’ideologia faranno scempio anche delle grandi presenze artistiche proposte sul palco. Le contraddizioni tra ideologia, politica, voglia di libertà, sottoproletariato alla ricerca di “prede” e di senso, eroina a go gò, sprangate, espropri, spacciatori, verranno a galla in maniera preponderante relegando in soffitta le migliori utopie. Le immagini dei docufilm di Alberto Grifi e di Angelo Rastelli

documenteranno, per i posteri, una situazione ingestibile che Gianfranco Manfredi, nella sua cinica ma appropriata ironia scolpirà nel testo di Un tranquillo festival pop di paura dell’anno successivo. Ma oramai è scoppiato il ’77 e saranno P38, eroina e sproloqui da insurrezione a dettare la linea. Re Nudo chiuderà l’esperienza milanese trasportando il festival, in silenzio ed in maniera quasi eremitica, in luoghi lontani e disagiati. Il tempo è scaduto, la vicenda del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro (e della sua scorta) ha sconvolto il Paese. Tutto è finito. O, forse, sta iniziando… Nel frattempo, per molti è scoccata l’ora della riflessione e molti saranno coloro che si ritireranno in un ashram di Bhagwan Rajneesh o de devoti al Dio indù Krishna

Chiudono il libro gli interessanti contributi di Claudio Rocchi, Enzo Gentile, Bruno Casini, Majid Valcarenghi. In appendice due codici QR, presenti alle pagine 210 e 214, propongono contributi audio live di alcuni artisti che suonarono nei festival e video con le interviste a Eugenio Finardi, Massimo Villa, Majid Valcarenghi, Simon Luca oltre ad un filmato di circa 20 minuti girato all’Alpe del Vicerè.

Un libro importante ‘Re Nudo pop & altri festival (il sogno di Woodstock in Italia 1968-1976)’, onesto e sincero, perché così è stato, nel corso della sua vita e del suo lavoro, il suo autore, Matteo Guarnaccia a cui la cultura alternativa, ma non solo, deve molto. A mio modesto avviso è uno di quei libri da non perdere assolutamente.

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NUDO POP FESTIVAL: Il racconto di una stagione

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RE NUDO POP FESTIVAL

Un libro racconta e analizza la storia dei grandi raduni degli anni ’60/’70 in Italia e all’estero

Recensione: Marco Rumori Voto: 7,5

Tra la fine degli anni ’60 e la fine dei ’70 il pop e il rock (che spesso si confondevano tra loto) visse la fortunata stagione dei festival. Raduni (anche oceanici) di gente che si riuniva nel nome della musica portando intrisecamente una diversa concezione e visione della vita e della società. Era quello che Matteo Guarnaccia definisce “prove per un mondo diverso” e lo fa nelle pagine di un interessante libro dal titolo “Re Nudo Pop e altri festival – Il sogno di Woodstock in Italia 1968 – 1976”, pubblicato da Vololibero Edizioni.

Questo volume (in una nuova edizione) analizza la storia e l’evoluzione dei festival pop partendo dalle “good vibration” delle esperienze estere (San Francisco, Monterey, Isola di Wight e infine la fine con Woodstock) per arrivare a quelle del nostro Paese.

Molte furono gli eventi nazionali che accompagnarono gli anni ’70 nel campo del festival, esperienze non sempre fortunate o “centrate” ma anche grandi momenti collettivi, in una visione dei live che oggi non conosciamo più, perché un concerto o un festival, pur restando un fatto aggregativo, sono costruiti con una grande macchina organizzativa e ampiamente commerciale.

A dominare la stagione dei festival nostrani furono quelli organizzati dalla rivista di controcultura (parola oggi dimenticata) “Re Nudo”, festival che vissero una grande crescita di pubblico ed una trasformazione anche politica in un periodo in cui tutto era politico. Infatti gli eventi rock mischiarono le cause e le passioni ed entrarono in quella che fu definita la “Festa del proletariato

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giovanile”. La pietra tombale su tutto questo arrivò nel 1976 al Parco Lambro a Milano dove le mutate condizioni interne al “movimento” (quello politico) sfociarono e presero forma plastica (e anche forma di polli) determinando la fine di un’epoca, di un’idea e di quella serie di eventi, proiettandoci in un periodo di buio per la musica live (e non solo) nel nostro paese.

Ma i Festival di Re Nudo non furono la sola occasione del genere e nel libro sono riportate tante altre esperienze sparse in giro per l’Italia. Lo scopo del libro però non è quello didascalico, di riportare una fredda lista di nomi e di eventi. “Re Nudo Pop” analizza, scava, da un senso storico e inquadra anche con poche parole ogni eventi citato.

Lo sguardo di Matteo Guarnaccia è molto severo, a volte critico a volte assertivo ma in ogni caso è sempre un’analisi lucida e rigorosa, soprattutto fatta da un protagonista di quella stagione, uno che a quei festival c’era sia come pubblico che come protagonista in prima persona dal punto di vista artistico. Il risultato alla fine è quello di un libro lucidamente appassionato e appassionate che si legge con piacere, che ci porta in un mondo da (ri)scoprire, che ormai sembra lontano, quasi giurassico, per chi quegli anni non li ha vissuti, mentre chi “c’era” anche solo anagraficamente, rivivrà atmosfere, passioni, utopie e speranze (tante).

Matteo Guarnaccia è uno studioso del costume, delle avanguardie e della controcultura, anche un grafico, un pittore, un artista, attivo nella musica, nella moda e nella comunicazione. Purtroppo Matteo ci ha prematuramente lasciati nel maggio 2022 e questa seconda edizione del libro, da lui scritta e rivista, gli è anche dedicata.

“Re Nudo Pop” è una riedizione effettuata a 12 anni di distanza della prima uscita. Quel libro aprì le attività editoriali di Vololibero Edizioni e fu pubblicata in un cofanetto che conteneva un CD e un DVD con alcune storiche immagini/documento di quei festival e di quella stagione. Mutata la tecnologia la parte multimediale è stata interamente spostata on line raggiungibile tramite QR code. Prima di lasciarci Matteo, insieme all’editore Claudio Fucci (a sua volta protagonista su quei palchi) hanno rimesso mano anche ai testi con Matteo che ha aggiunto un capitolo iniziale e rivisto completamente la parte relativa a Woodstock. Nella ristampa sono stati mantenuti i contributi forniti da Bruno Casini (agitatore culturale fiorentino), Enzo Gentile (giornalista), Claudio Rocchi (musicista) e Majid Valcarenghi (fondatore della rivista Re Nudo). rivista anche la sezione fotografica.

“Re Nudo Pop e altri festival – Il sogno di Woodstock in Italia 1968 – 1976” ci porta con delle parole scritte nella storia di una fetta del mondo del live, ci permette di capire come questa forma di spettacolo, comunicazione e convivialità sociale si sia evoluta di pari passo con lo sviluppo e la mutazione della società, delle idee e della cultura dominante.

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