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GIL SCOTT-HERON, The Bluesologist – Storia e discografia del ...
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LIBRI black music, Soul →
30 gennaio 2012
Antonio Bacciocchi GIL SCOTT-HERON, THE BLUESOLOGIST – STORIA E DISCOGRAFIA DEL PADRE DEL RAP 2012 - Vololibero Edizioni/Nda distribuzione
"Non so come e non ricordo bene quando, ma so perché ho incominciato ad amare Gil ScottHeron". Con queste appassionate parole Antonio Bacciocchi, batterista veterano della scena mod che può vantare di aver aperto ai Clash, Siouxsie e Manu Chao, nonchè produttore discografico e giornalista musicale, ci introduce al suo lavoro su uno dei più grandi artisti della musica black dei '70 e non solo. Oltre ad essere ricordato come un cantante carismatico dotato un timbro di voce magnetico e caldo, Gil è stato anche e soprattutto un poeta. Ed è proprio sulla sua poeticità, ricca di sarcasmo ed invettive sulla società ma densa anche di profonde riflessioni sulla propria vita, inevitabilmente contraddistinta dalla coscienza di appartenere ad una comunità (afroamericana) in lotta, che Bacciocchi pone l'accento più volte nel tracciare la parabola artistica ed umana di un personaggio che, pur lasciando un vuoto davvero incolmabile, sembra poter trascendere addirittura dalla propria morte, avvenuta il 27 maggio dello scorso anno. La sua opera mantiene intatta una potenza comunicativa poliedrica e ad ogni nuovo ascolto i numerosi masterpieces sembrano arrichirsi (ed arricchirci) anzichè sfiorire col tempo. Sarà perchè Gil Scott-Heron, oltre ad essere uno dei progenitori del rap e ad avere indiscutibilmente influenzato schiere di artisti, ci permette di entrare in contatto con noi stessi sotto una luce diversa, una luce che nel bene e nel male non risparmia niente delle nostre esperienze, mantenendo sempre uno sguardo lucido e critico sul mondo in cui stiamo vivendo. "The Bluesologist" è scritto con la dedizione di chi davvero conosce e stima l'opera del Black Poet pur conservando la capacità critica necessaria a guidarci attraverso quelle che sono le testimonianze migliori in ambito discografico. Questo piccolo tomo è diviso in due parti. Innanzitutto la vita di Gil Scott-Heron viene raccontata attraverso il suo rapporto con la scrittura, i suoi dischi, il sodalizio artistico con Brian Jackson, i suoi successi, i suoi eccessi e, pur se alle volte riportate con una certa morbidezza, le sue contraddizioni. Nella seconda parte viene presa in esame in maniera più approfondita la discografia degli album registrati in studio, per ognuno dei quali Bacciocchi scrive una sorta di recensione collegata con le altre attraverso una linea che segue la traiettoria della maturazione artistica prima, di un certo calo poi e della caduta negli inferi con le lunghe assenze tra un disco (di pregio) e l'altro nell'ultima fase della sua vita. Bacciocchi contestualizza e non si lascia sedurre da semplicistiche classifiche, anche se le proprie preferenze traspaiono in maniera più o meno evidente. E del resto non gli si può certo dar torto quando, tra gli altri, elogia dischi come "Pieces of a Man" oppure ci permette di riscoprire perle come "It's Your World" (da me colpevolmente sottovalutato fino ad oggi). "The Bluesologist" offre alcuni spunti per un approfondimento a chi conosce magari solo superficialmente l'opera di Gil Scott-Heron, ma anche i connoisseurs potranno trarre piacere nel leggere questo breve saggio che per il sottoscritto è servito ad inabissarsi nuovamente dentro una musica ed una poetica uniche. Aldo De Sanctis
Gil Scott-Heron, The Bluesologist
http://italia.allaboutjazz.com/php/article.php?id=7461
Gil Scott-Heron, The Bluesologist Pubblicato: February 2, 2012
di Enrico Bettinello Antonio Bacciocchi Gil Scott-Heron, The Bluesologist Vololibero Edizioni, 95 pp., 10 euro Uno degli effetti più interessanti del web sull'editoria musicale, è stato notato con acutezza, è certamente quello di permettere di svincolarsi più o meno parzialmente dalla sola funzione informativa [che internet svolge ormai con varietà di fonti e rapida accessibilità] per dare all'analisi prospettive più originali e approfondite. Non sempre questa possibilità viene colta appieno dall'editoria di casa nostra [anche quella più diffusa] e anche questo pur amorevole libretto dedicato a Gil Scott-Heron non fa eccezione. A scriverlo Antonio Bacciocchi, batterista, produttore e organizzatore particolarmente attento alla scena mod e black, che in un centinaio di pagine attraversa rapidamente la vita e la discografia del musicista; la suddivisione in due parti è funzionale alla consultazione - specie della discografia - ma porta con sé qualche ripetizione. Dall'infanzia nel Tennessee alla scomparsa subito dopo l'ultimo tour europeo seguito al rilancio con I'm New Here, la carriera sregolata di questo indimenticabile poeta delle contraddizioni del vivere afroamericano urbano contemporaneo è qui scandita principalmente dalle produzioni discografiche e manca quasi del tutto quel riferimento un po' più ampio al contesto musicale generale in cui si inserisce [i percorsi della black music negli anni Settanta ad esempio] che ne avrebbe fatto risaltare maggiormente l'originalità espressiva. Alla fine una guida onesta e godibile, ma che non dice tanto di più di quello che un navigatore un po' curioso - e con un pomeriggio di pioggia a disposizione - può raccogliere incrociando wikipedia, AllMusic e qualche intervista. Peccato, perché la figura di Scott-Heron meriterebbe di venire sottoposta a riflessioni più ampie, in cui le tematiche care al poeta/musicista si muovano in un terreno di confronto privo dei soliti luoghi comuni e dinamicamente intrecciate con le tendenze della musica nera degli ultimi trent'anni. P.S. Una nota personale: chi scrive, insieme al direttore di AllAboutJazz Italia Luigi Santosuosso, ha avuto la fortuna di assistere nel 2003 all'S.O.B.'s di New York alla reunion in concerto di GIl Scott-Heron con il compare Brian Jackson [ne accenna anche Bacciocchi nel libro]. Una intensa pagina musicale tra una detenzione e l'altra per il musicista e un momento di grande intensità specie per molti spettatori afroamericani non più giovanissimi che erano al nostro fianco sotto il palco. Non dimenticarsi di Gil Scott-Heron [ed è questo certamente un merito del libro] rimane un vero e proprio dovere!
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Cultura e spettacoli
PIACENZA - Per il Milestone feb-
braio è solitamente mese intenso, lo è pure quest’anno. E, in attesa sia di conoscere i vincitori del sempre più prestigioso concorso nazionale “Chicco Bettinardi. Nuovi talenti del jazz italiano” sia di apprezzare i big dell’imminente Piacenza jazz Fest, il noto locale ha ripreso la normale programmazione a cadenza bisettimanale. Non a sorpresa ma quasi: gli organizzatori hanno previsto per il primo venerdì del mese una jam session, aperta l’altra sera dal Silvia Tamborlani Quintet, composto dalla voca-
LIBERTÀ Martedì 7 febbraio 2012
Tamborlani Quintet, da Gershwin a Ellington con brio al Milestone list di Cremona, per alcuni anni residente a Cortemaggiore, da Mauro Bonfanti (trombone), Luca Mariani (batteria), Stefano Scariot (chitarra) e Franz Valcanover (basso). I brillanti musicisti hanno proposto, per scaldare l’ambiente, un excursus jazzistico con alcuni swinganti motivi dimostrando di essere band ben
rodata. Ricordiamo Whisper not, Like someone in love, I got rhythm, del mitico Duke Ellington due hit come Take the A train, In a mellow tone e altri. Buone vocalità e timing di Tamborlani per cui «la musica è sempre stata forte passione, c’è sempre stato un percorso di studio in cui mi sono ispirata ad Anita O’-
Il Tamborlani Quintet in concerto al Milestone (foto Franzini)
Day il cui stile ha avuto forte impronta su di me». Per i suoi colleghi - tutti esperti e molto attivi -
LIBERTA' (QUOTIDIANO DI PIACENZA) Martedì 7 febbraio 2012
Escono due volumi dell’autore e curatore del fortunato volume “Le storie dal rock piacentino
Bacciocchi in volo dallo ska al rap Ha tradotto l’autobiografia di Staple e scritto la storia di Scott-Heron
Meditazione silenziosa da Cassiano a John Main Lorella Fracassa ripercorre in un libro vicende umane e spirituali tra primo e terzo millennio
A sinistra Staple insieme ad Antonio Tony Face Bacciocchi,che ha tradotto la sua autobiografia.Qui sopra la copertina del volume che ha scritto l’autore piacentino su Scott-Heron
ghilterra proletarizzata e sull’orlo della più cupa depressione economica, l’arrivo dello Ska ha rappresentato per molti la scoperta di una gioiosa colonna sonora della propria identità. Nella biografia tradotta da Bacciocchi, Neville Staple, il frontman di colore della band di culto degli Specials, racconta la sua vita in un’autobiografia - con il valido aiuto del giornalista McMahon - che è anche quella di un genere musicale. Affidato alle cure di un padre il cui criterio di disciplina familiare rasentava in molti casi l’abuso, Staple ha trascorso gli anni Settanta nel Midland inglese tra continue risse con le bande di Skin, taccheggi nei negozi, furti con scasso e riformatorio. Fino al momento in cui ha trovato finalmente la sua strada con la musica e la cultura ska e l’organizzazione del
leggendario 2 Tone Tour assieme a gruppi come Selecter, Madness e Dexys Midnight Runners, e gli scontri con i militanti fascisti del National Front. Un volume da leggere tutto d’un fiato, non solo rivolto agli appassionati di musica ma a chiunque voglia leggere un’appassionata storia umana, sociale e musicale. Una storia che gronda simpatia, suggellata anche dall’atteggiamento particolarmente disponibile e simpatico che Staple ha avuto nei confronti del traduttore piacentino del suo volume, la cui edizione italiana si avvale di molte illustrazioni e delle prefazioni di Alioscia dei Casino Royale e Oscar Giammarino degli Statuto. Di importanza tutt’altro che relativa il volume su Gil ScottHeron. Per chi non lo conoscesse, o volesse comunque ap-
profondire la conoscenza con l’insegnamento - ancora attualissimo - di questo artista, il libro ricorda il suo essere stato poeta, musicista, cantante, autore e cantore dell’America del Vietnam, dei diritti negati ai neri e delle loro lotte, ma anche dei meandri più oscuri e maledetti dell’animo umano, quello minato da disperazione, povertà, alcolismo, droga, emarginazione. Gil ha sempre saputo raccontare in musica tutto questo con estrema lucidità, linguaggio crudo ma sempre ironico e pungente, accompagnato da una miscela musicale originale e personale, che ha saputo pescare dalle radici della black music, rinnovandola e modernizzandola, ma soprattutto rimettendosi costantemente in gioco, contro ogni ostacolo, anche quelli più alti. Eleonora Bagarotti
le con Gesù” e di trasformazione cerca Dio, “come un cane da dell’esistenza. “Dio non è lontacaccia che ha nelle narici la trac- no e irraggiungibile. Dio è dencia della lepre”, ha scritto il be- tro ciascuno di noi, è parte di noi nedettino tedesco Anselm Grün. e la meditazione silenziosa rapPartendo proprio da questa ine- presenta il modo per maturare sauribile ricerca sulle tracce di questa consapevolezza e contiDio che Lorella Fracassa, nel suo nuare la ‘caccia’ secondo un avvincente libro A caccia della nuovo percorso, luminoso e aplepre - La meditazione silenziosa pagante” spiega la stessa autridella tradizione crice. stiana (edizioni Lorella Fracassa, Lindau) ripercorre religiosa delle Suouna vicenda umare Maestre di Sanna e spirituale dei ta Dorotea, è nata nostri tempi, quela Roma nel 1960. la di un altro moHa conseguito il naco benedettino, dottorato in LetteJohn Main, svelanre cristiane e clasdo, pagina dopo siche presso la pagina, i fili che la Pontificia Univercollegano a un’e- San Macario in preghiera in un sità Salesiana appoca molto remota arazzo egiziano del IV-V secolo profondendo in della storia cristia- ripreso nella copertina del libro particolare la stona e a pratiche spiria del cristianesirituali che oggi si tende ad ac- mo antico e la spiritualità del creditare alla sola cultura orien- deserto. Interessata al dialogo tale. Si tratta della riscoperta interreligioso e in particolare aldella meditazione silenziosa cri- le religioni asiatiche, attualmenstiana, le cui origini risalgono al te vive a Padova. monachesimo egiziano e di cui “La meditazione è uno struGiovanni Cassiano (vissuto tra il mento utile allo scavo interiore e 360 e 432) fu un significativo e permette di tornare alla radice determinante interprete. profonda comune agli esseri uUna pratica che è presente mani” scrive l’autrice nell’intronelle filosofie e nella spiritualità duzione del suo saggio attraverdi ogni epoca e cultura: dall’in- so il quale sviluppa un percorso duismo al buddhismo, dal cri- spirituale che è anche di stimostianesimo al sufismo islamico. lo ad aprirsi verso un dialogo tra L’uomo che medita in silenzio differenti culture e differenti creritrova la condizione primordia- di religiosi basato sulla preghiele del suo essere, quella eternità ra. silente che ha lasciato entrando A questo proposito scriveva nel tempo ma che lo accompa- padre Main: “L’incontro tra Ogna lungo tutta la sua esistenza. riente e Occidente nello Spirito, Per il “segugio” cristiano la che rappresenta uno dei grandi meditazione silenziosa (e la pre- avvenimenti del nostro tempo, ghiera ripetuta intorno alla qua- può dare frutti soltanto se si reale essa ruota) rappresenta uno lizza sul piano della preghiera strumento di approfondimento profonda”. Carlo Francou spirituale, “di incontro persona-
Cézanne, l’arcana armonia tra pittura a natura
Due nature morte di Paul Cezanne in mostra a Palazzo reale a Milano
Prosegue fino al 26 febbraio la mostra dedicata all’artista al Palazzo Reale di Milano MILANO - “Devo sempre lavorare, non certo per giungere al ‘finito’, che suscita l’ammirazione degli imbecilli. E questo, che normalmente si apprezza tanto, non è che il risultato d’una abilità da artigiano, e rende ogni opera inartistica e banale. Non devo cercare di portare a termine se non per il piacere di far cose più vere e più sapienti”. Così scriveva Cézanne alla madre nel 1874. Non trovava più pace tra i pittori impressionisti che lo circondavano, allora i migliori artisti. Non li “sentiva” più. Altro richiamo per la sua tormentata anima. Rifiutava, forse unico a quel tempo, la poetica impressionista, ossia il cogliere retinico delle impressioni della vita: nuvole, nebbie, fumi, giochi variati d’acque… No, no, sembrava affermare con energia Cézanne, si tratta d’impressioni superficiali, forse anche sincere, ma nulla a che vedere con la pittura della verità. Cercava una pittura delle cose solide, dei rapporti tonali eterni, com’era spesso suc-
Fabio Bianchi
PIACENZA - Da sempre l’uomo
PIACENZA - Lo scrittore e musicista
piacentino Antonio “Tony Face” Bacciocchi ha prodotto due nuovi libri: il primo è la traduzione da lui curata di Original rude boy. Dalla Giamaica agli Specials, l’autobiografia dello Ska inglese di Neville Staple e Tony McMahon (Shake edizioni, 256 pp, 17 euro). Il secondo, da lui scritto, è Gil Scott Heron - The bluesologist. Storia e discografia del padre del rap (Vololibero edizioni, 96 pp, 10 euro). Una prima presentazione letteraria dell’autore piacentino è prevista alla “Santeria” di Milano, giovedì 16 febbraio, e successivamente a Piacenza. Bacciocchi è anche curatore del volume Le storie dal rock piacentino, pubblicato di recente da Grafiche Lama grazie al Comune di Piacenza - nella persona dell’assessore al Futuro, Giovanni Castagnetti - in collaborazione con l’Associazione 29100 di Nicola Curtarelli e col sostegno di vari sponsor, «che ha ottenuto in pochissimo tempo un tale successo di vendite che si profila all’orizzonte una seconda edizione» anticipa l’ideatore. Tradurre un volume è un’opera complessa e delicata, specialmente se si tratta di un libro che parla dello Ska, un genere musicale che, tra le sue principali caratteristiche, annovera l’utilizzo di Slang difficili da comprendere e da trasmettere in un’altra lingua. Ma il risultato è sorprendente e Bacciocchi ha anche avuto la “benedizione” dello stesso Staple, incontrato dopo un concerto. Ma veniamo agli Specials: indubbiamente sono stati i leader incontrastati dello Ska inglese. All’alba dell’era Thatcher, in piena esplosione punk, in una In-
suonare al Milestone è un’occasione «perché - secondo Scariot ci sono pochi posti come questo
per confrontarsi e imparare». E lo spirito che ha animato la seguente jam session è stato divertirsi, misurarsi amichevolmente sulla base di standard famosi: sul palco si sono alternati giovani e meno giovani spinti dal desiderio di esibirsi liberamente. Queste simpatiche reunion, oltre ad intrattenere piacevolmente il pubblico, permettono poi ai vari interpreti di scambiarsi idee e spunti e, proprio da questi improvvisati interplay, sono alla lunga partite validissime e durature collaborazioni.
cesso ai grandi pittori del passato che per istinto andavano ben oltre la levigatezza ed il brio della superficialità, insomma Giotto, Masaccio, Michelangelo, Tintoretto, Caravaggio… Scrive il critico Voxcelles: “La grandezza di Cézanne, che degli impressionisti era contemporaneo, amico e compagno di lotta, consiste nell’aver avvertito immediatamente che la sua missione era quella di procedere oltre, utilizzando a fini di sintesi ciò che essi avevano ricercato analiticamente”. Cèzanne, alla ricerca di “un’armonia arcana parallela a quella della natura” soffrì tutta la vita nel dipingere. Ne fa un ritratto il poeta R. M. Rilke: “Essere un buon operaio, far bene il proprio mestiere era per lui la chiave, la base di tutto… Dava tutto se stesso, si calava con tutta la forza in ogni colpo di pennello. Bisogna averlo visto dipingere, dolorosamente teso, la preghiera nel volto, per immaginare quanto della sua
anima si mettesse al lavoro. Tremava tutto. Esitava, la fronte congestionata quasi enfiata da invisibili pensieri, il busto raggomitolato, il collo incassato nelle spalle e le mani frementi fino al momento in cui, solide, volitive, tenere, posavano il tocco, sicure, e sempre da destra a sinistra. Allora indietreggiava un po’, e i suoi occhi si posavano di
nuovo sugli oggetti”. Cos’è, dunque la gran novità di Cézanne, che apre la strada alle successive correnti di pittura, quella che lo fa anello della catena che collega i grandi classici con i veri moderni? E’ la ricerca dell’essenza della visione. Egli guarda intenso, senza farsi abbagliare dal superficiale, dalla disinvoltura, dall’otti-
mismo, perfino dal lirismo che entrerà nella sua pittura dopo, dopo la fondamentale scoperta. Vuole, in definitiva, scoprire con rigore ciò che la natura possiede di permanente, di perenne, d’essenziale. Lo scarno vero, spoglio d’orpelli fuorvianti, struttura nuda della visione. “Una cosa solida e durevole come l’arte dei musei”, in definitiva. Scrive il critico R. Huygue: “Nessuno, nella storia dell’arte, si è mai aggrappato all’immutabile più inesorabilmente di Cézanne. Sulle rovine del gran sogno di stabilità del pensiero classico, la scienza ha costruito
la nozione dell’eterna trasformazione di tutto. L’impressionismo… accetta questa rivelazione… Cézanne resiste… Tenta di ristabilire quella sicurezza mandata all’aria fin dal Seicento. Pazientemente, appassionatamente, ricerca il solido, il durevole, il permanente: la forma, le infrastrutture, le basi eterne del reale e del pensiero della vita esteriore e di quella interiore”. Le troverà. Si può costatarlo a Milano. Luigi Galli
Paul Cézanne, mostra a Palazzo Reale, Milano, fino al 26 febbraio
Gil Scott-Heron, “The Bluesologist”, il libro | Kalporz
http://www.kalporz.com/2012/04/gil-scott-heron-the-bluesologist...
Dare a Cesare ciò che è di Cesare. Partendo da questo proverbio Antonio Bacciocchi (batterista, scrittore, dj radiofonico, produttore discografico) anticipa i tempi della monumentale biografia “Last Holiday” e ricorda il musicista americano con “The Bluesologist”, piccolo saggio dedicato alla vita e alle opere di Gil Scott-Heron (1 Aprile 1949 – 27 Maggio 2011), poeta e musicista che ha influenzato gran parte della black music dagli anni 70 fino ad oggi e riconosciuto come uno dei padri ispiratori del rap. Dal debutto fulminante “Small Talk at 125th and Lenox” datato 1970, una raccolta di canzoni su substrato minimale che avevano lo scopo di raccontare le angherie subite dai neri d’America fino al testamento di “I’m New Here” (2010), crudo e personale resoconto degli ultimi 16 anni vissuti nella morsa della tossicodipendenza. In mezzo a questi due punti cruciali, la vita musicale di Heron, la sua collaborazione prolifica con Brian Jackson, l’amore per Martin Luther King e per la nonna Lily Scott che lo accudì nell’infanzia passata nel Tennessee, la nomea di Dylan nero che acquistò grazie alle sue canzoni-poesie sagaci e taglienti, ironiche e lucidissime nel fotografare i disagi del popolo nero (famosissima rimase “The Revolution Will Not Be Televised” dalle quale però Heron cercò spesso di tenere le distanze ricercando altre verità), i romanzi “The Vulture” (un thriller brillante e veloce) e “La Fabbrica dei Negri” (le rivolte studentesche per i diritti dei Neri ambientato nell’Università di Sutton, in Virginia) , il periodo creativo, il funk e il capolavoro “Pieces Of A Man”, i live travolgenti
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Gil Scott-Heron, “The Bluesologist”, il libro | Kalporz
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con la Midnight Band, la rottura da Jackson e i dischi successivi alla ricerca di sonorità più delicate.
Tutto ciò raccontato in piccoli ma dettagliati paragrafi utili per recuperare un pezzo di storia Americana. Antipasto quindi, più che minuziosa ricostruzione della vita di Heron, ma fondamentale per approcciarsi alla poetica di colui che, partendo da Malcom X e arrivando a Curtis Mayfield, ha saputo accostare a canzoni meravigliose messaggi “universali” dalla forza dirompente (i temi più ricorrenti sono la lotta al nucleare e l’Apartheid). Rabbia triste, come qualcuno disse, capace di trasformare il messaggio in arte. (Nicola Guerra) Antonio Bacciocchi GIL SCOTT-HERON The Bluesologist Storia e discografia del padre del rap (I Libertini – 2012) 2 aprile 2012 Tags: featured, gil scott-heron, libro
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06/04/12 12.46
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PODCAST di JALLA JALLA del 11 Aprile 2012 SU POPOLARE NETWORK
http://mir.it/servizi/radiopopolare/blogs/jalla/
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registrazione casalinghi, bandcamp, ecc. non ti hanno semplificato la vita: te l’hanno complicata. Oggi è incredibilmente più difficile emergere e farsi notare, fosse solo perché a proporvi siete in milioni, là fuori. Sempre più difficile trovare chi fa schifo davvero. Di conseguenza sempre più difficile notare chi è bravo davvero. Tu volevi solo suonare e al massimo farti qualche tipo/a: e oggi, invece, a differenza di ieri, devi diventare imprenditore di te stesso, esperto massmediologo, p.r. e sarcazzo cos’altro ancora. Non ce la puoi fare. Quindi comprati questo libro e imparatelo a memoria. C’è tutto quello che devi fare e come farlo. Poi non dire che non te l’avevo detto. // Renzo Stefanel ANTONIO (TONY FACE) BACCIOCCHI “Gil Scott-Heron. The Bluesologist” 96 pp., 10 €, Vololibero, 2012 Credo che questo sia il primo libro che in Italia viene dedicato a Gli Scott-Heron, “padre del rap”, “Bob Dylan nero”, poeta che esordisce con un disco di spoken words e poi passa alla musica suonata e cantata, talvolta rappando, più spesso cantando. E cantando a tutti e per tutti, dall’alto di uno stile capace di essere ora lirico, ora caustico e sapido. L’ascesa e la caduta di quest’uomo che nella vita ha voluto provare sulla propria pelle quello di cui cantava, morendo a soli 62 anni, è raccontata dal mod Antonio Bacciocchi in uno stile, però, troppo asciutto e scolastico. La fortuna è che in italiano non si trova molto neppure sul web e, quindi, chi è interessato non può evitare di rivolgersi qui. Troverà di chi sfamarsi. // Renzo Stefanel
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braio è solitamente mese intenso, lo è pure quest’anno. E, in attesa sia di conoscere i vincitori del sempre più prestigioso concorso nazionale “Chicco Bettinardi. Nuovi talenti del jazz italiano” sia di apprezzare i big dell’imminente Piacenza jazz Fest, il noto locale ha ripreso la normale programmazione a cadenza bisettimanale. Non a sorpresa ma quasi: gli organizzatori hanno previsto per il primo venerdì del mese una jam session, aperta l’altra sera dal Silvia Tamborlani Quintet, composto dalla voca-
LIBERTÀ Martedì 7 febbraio 2012
Tamborlani Quintet, da Gershwin a Ellington con brio al Milestone list di Cremona, per alcuni anni residente a Cortemaggiore, da Mauro Bonfanti (trombone), Luca Mariani (batteria), Stefano Scariot (chitarra) e Franz Valcanover (basso). I brillanti musicisti hanno proposto, per scaldare l’ambiente, un excursus jazzistico con alcuni swinganti motivi dimostrando di essere band ben
rodata. Ricordiamo Whisper not, Like someone in love, I got rhythm, del mitico Duke Ellington due hit come Take the A train, In a mellow tone e altri. Buone vocalità e timing di Tamborlani per cui «la musica è sempre stata forte passione, c’è sempre stato un percorso di studio in cui mi sono ispirata ad Anita O’-
Il Tamborlani Quintet in concerto al Milestone (foto Franzini)
Day il cui stile ha avuto forte impronta su di me». Per i suoi colleghi - tutti esperti e molto attivi -
Escono due volumi dell’autore e curatore del fortunato volume “Le storie dal rock piacentino
Bacciocchi in volo dallo ska al rap Ha tradotto l’autobiografia di Staple e scritto la storia di Scott-Heron
Meditazione silenziosa da Cassiano a John Main Lorella Fracassa ripercorre in un libro vicende umane e spirituali tra primo e terzo millennio
A sinistra Staple insieme ad Antonio Tony Face Bacciocchi,che ha tradotto la sua autobiografia.Qui sopra la copertina del volume che ha scritto l’autore piacentino su Scott-Heron
ghilterra proletarizzata e sull’orlo della più cupa depressione economica, l’arrivo dello Ska ha rappresentato per molti la scoperta di una gioiosa colonna sonora della propria identità. Nella biografia tradotta da Bacciocchi, Neville Staple, il frontman di colore della band di culto degli Specials, racconta la sua vita in un’autobiografia - con il valido aiuto del giornalista McMahon - che è anche quella di un genere musicale. Affidato alle cure di un padre il cui criterio di disciplina familiare rasentava in molti casi l’abuso, Staple ha trascorso gli anni Settanta nel Midland inglese tra continue risse con le bande di Skin, taccheggi nei negozi, furti con scasso e riformatorio. Fino al momento in cui ha trovato finalmente la sua strada con la musica e la cultura ska e l’organizzazione del
leggendario 2 Tone Tour assieme a gruppi come Selecter, Madness e Dexys Midnight Runners, e gli scontri con i militanti fascisti del National Front. Un volume da leggere tutto d’un fiato, non solo rivolto agli appassionati di musica ma a chiunque voglia leggere un’appassionata storia umana, sociale e musicale. Una storia che gronda simpatia, suggellata anche dall’atteggiamento particolarmente disponibile e simpatico che Staple ha avuto nei confronti del traduttore piacentino del suo volume, la cui edizione italiana si avvale di molte illustrazioni e delle prefazioni di Alioscia dei Casino Royale e Oscar Giammarino degli Statuto. Di importanza tutt’altro che relativa il volume su Gil ScottHeron. Per chi non lo conoscesse, o volesse comunque ap-
profondire la conoscenza con l’insegnamento - ancora attualissimo - di questo artista, il libro ricorda il suo essere stato poeta, musicista, cantante, autore e cantore dell’America del Vietnam, dei diritti negati ai neri e delle loro lotte, ma anche dei meandri più oscuri e maledetti dell’animo umano, quello minato da disperazione, povertà, alcolismo, droga, emarginazione. Gil ha sempre saputo raccontare in musica tutto questo con estrema lucidità, linguaggio crudo ma sempre ironico e pungente, accompagnato da una miscela musicale originale e personale, che ha saputo pescare dalle radici della black music, rinnovandola e modernizzandola, ma soprattutto rimettendosi costantemente in gioco, contro ogni ostacolo, anche quelli più alti. Eleonora Bagarotti
le con Gesù” e di trasformazione cerca Dio, “come un cane da dell’esistenza. “Dio non è lontacaccia che ha nelle narici la trac- no e irraggiungibile. Dio è dencia della lepre”, ha scritto il be- tro ciascuno di noi, è parte di noi nedettino tedesco Anselm Grün. e la meditazione silenziosa rapPartendo proprio da questa ine- presenta il modo per maturare sauribile ricerca sulle tracce di questa consapevolezza e contiDio che Lorella Fracassa, nel suo nuare la ‘caccia’ secondo un avvincente libro A caccia della nuovo percorso, luminoso e aplepre - La meditazione silenziosa pagante” spiega la stessa autridella tradizione crice. stiana (edizioni Lorella Fracassa, Lindau) ripercorre religiosa delle Suouna vicenda umare Maestre di Sanna e spirituale dei ta Dorotea, è nata nostri tempi, quela Roma nel 1960. la di un altro moHa conseguito il naco benedettino, dottorato in LetteJohn Main, svelanre cristiane e clasdo, pagina dopo siche presso la pagina, i fili che la Pontificia Univercollegano a un’e- San Macario in preghiera in un sità Salesiana appoca molto remota arazzo egiziano del IV-V secolo profondendo in della storia cristia- ripreso nella copertina del libro particolare la stona e a pratiche spiria del cristianesirituali che oggi si tende ad ac- mo antico e la spiritualità del creditare alla sola cultura orien- deserto. Interessata al dialogo tale. Si tratta della riscoperta interreligioso e in particolare aldella meditazione silenziosa cri- le religioni asiatiche, attualmenstiana, le cui origini risalgono al te vive a Padova. monachesimo egiziano e di cui “La meditazione è uno struGiovanni Cassiano (vissuto tra il mento utile allo scavo interiore e 360 e 432) fu un significativo e permette di tornare alla radice determinante interprete. profonda comune agli esseri uUna pratica che è presente mani” scrive l’autrice nell’intronelle filosofie e nella spiritualità duzione del suo saggio attraverdi ogni epoca e cultura: dall’in- so il quale sviluppa un percorso duismo al buddhismo, dal cri- spirituale che è anche di stimostianesimo al sufismo islamico. lo ad aprirsi verso un dialogo tra L’uomo che medita in silenzio differenti culture e differenti creritrova la condizione primordia- di religiosi basato sulla preghiele del suo essere, quella eternità ra. silente che ha lasciato entrando A questo proposito scriveva nel tempo ma che lo accompa- padre Main: “L’incontro tra Ogna lungo tutta la sua esistenza. riente e Occidente nello Spirito, Per il “segugio” cristiano la che rappresenta uno dei grandi meditazione silenziosa (e la pre- avvenimenti del nostro tempo, ghiera ripetuta intorno alla qua- può dare frutti soltanto se si reale essa ruota) rappresenta uno lizza sul piano della preghiera strumento di approfondimento profonda”. Carlo Francou spirituale, “di incontro persona-
Cézanne, l’arcana armonia tra pittura a natura
Due nature morte di Paul Cezanne in mostra a Palazzo reale a Milano
Prosegue fino al 26 febbraio la mostra dedicata all’artista al Palazzo Reale di Milano MILANO - “Devo sempre lavorare, non certo per giungere al ‘finito’, che suscita l’ammirazione degli imbecilli. E questo, che normalmente si apprezza tanto, non è che il risultato d’una abilità da artigiano, e rende ogni opera inartistica e banale. Non devo cercare di portare a termine se non per il piacere di far cose più vere e più sapienti”. Così scriveva Cézanne alla madre nel 1874. Non trovava più pace tra i pittori impressionisti che lo circondavano, allora i migliori artisti. Non li “sentiva” più. Altro richiamo per la sua tormentata anima. Rifiutava, forse unico a quel tempo, la poetica impressionista, ossia il cogliere retinico delle impressioni della vita: nuvole, nebbie, fumi, giochi variati d’acque… No, no, sembrava affermare con energia Cézanne, si tratta d’impressioni superficiali, forse anche sincere, ma nulla a che vedere con la pittura della verità. Cercava una pittura delle cose solide, dei rapporti tonali eterni, com’era spesso suc-
Fabio Bianchi
PIACENZA - Da sempre l’uomo
PIACENZA - Lo scrittore e musicista
piacentino Antonio “Tony Face” Bacciocchi ha prodotto due nuovi libri: il primo è la traduzione da lui curata di Original rude boy. Dalla Giamaica agli Specials, l’autobiografia dello Ska inglese di Neville Staple e Tony McMahon (Shake edizioni, 256 pp, 17 euro). Il secondo, da lui scritto, è Gil Scott Heron - The bluesologist. Storia e discografia del padre del rap (Vololibero edizioni, 96 pp, 10 euro). Una prima presentazione letteraria dell’autore piacentino è prevista alla “Santeria” di Milano, giovedì 16 febbraio, e successivamente a Piacenza. Bacciocchi è anche curatore del volume Le storie dal rock piacentino, pubblicato di recente da Grafiche Lama grazie al Comune di Piacenza - nella persona dell’assessore al Futuro, Giovanni Castagnetti - in collaborazione con l’Associazione 29100 di Nicola Curtarelli e col sostegno di vari sponsor, «che ha ottenuto in pochissimo tempo un tale successo di vendite che si profila all’orizzonte una seconda edizione» anticipa l’ideatore. Tradurre un volume è un’opera complessa e delicata, specialmente se si tratta di un libro che parla dello Ska, un genere musicale che, tra le sue principali caratteristiche, annovera l’utilizzo di Slang difficili da comprendere e da trasmettere in un’altra lingua. Ma il risultato è sorprendente e Bacciocchi ha anche avuto la “benedizione” dello stesso Staple, incontrato dopo un concerto. Ma veniamo agli Specials: indubbiamente sono stati i leader incontrastati dello Ska inglese. All’alba dell’era Thatcher, in piena esplosione punk, in una In-
suonare al Milestone è un’occasione «perché - secondo Scariot ci sono pochi posti come questo
per confrontarsi e imparare». E lo spirito che ha animato la seguente jam session è stato divertirsi, misurarsi amichevolmente sulla base di standard famosi: sul palco si sono alternati giovani e meno giovani spinti dal desiderio di esibirsi liberamente. Queste simpatiche reunion, oltre ad intrattenere piacevolmente il pubblico, permettono poi ai vari interpreti di scambiarsi idee e spunti e, proprio da questi improvvisati interplay, sono alla lunga partite validissime e durature collaborazioni.
cesso ai grandi pittori del passato che per istinto andavano ben oltre la levigatezza ed il brio della superficialità, insomma Giotto, Masaccio, Michelangelo, Tintoretto, Caravaggio… Scrive il critico Voxcelles: “La grandezza di Cézanne, che degli impressionisti era contemporaneo, amico e compagno di lotta, consiste nell’aver avvertito immediatamente che la sua missione era quella di procedere oltre, utilizzando a fini di sintesi ciò che essi avevano ricercato analiticamente”. Cèzanne, alla ricerca di “un’armonia arcana parallela a quella della natura” soffrì tutta la vita nel dipingere. Ne fa un ritratto il poeta R. M. Rilke: “Essere un buon operaio, far bene il proprio mestiere era per lui la chiave, la base di tutto… Dava tutto se stesso, si calava con tutta la forza in ogni colpo di pennello. Bisogna averlo visto dipingere, dolorosamente teso, la preghiera nel volto, per immaginare quanto della sua
anima si mettesse al lavoro. Tremava tutto. Esitava, la fronte congestionata quasi enfiata da invisibili pensieri, il busto raggomitolato, il collo incassato nelle spalle e le mani frementi fino al momento in cui, solide, volitive, tenere, posavano il tocco, sicure, e sempre da destra a sinistra. Allora indietreggiava un po’, e i suoi occhi si posavano di
nuovo sugli oggetti”. Cos’è, dunque la gran novità di Cézanne, che apre la strada alle successive correnti di pittura, quella che lo fa anello della catena che collega i grandi classici con i veri moderni? E’ la ricerca dell’essenza della visione. Egli guarda intenso, senza farsi abbagliare dal superficiale, dalla disinvoltura, dall’otti-
mismo, perfino dal lirismo che entrerà nella sua pittura dopo, dopo la fondamentale scoperta. Vuole, in definitiva, scoprire con rigore ciò che la natura possiede di permanente, di perenne, d’essenziale. Lo scarno vero, spoglio d’orpelli fuorvianti, struttura nuda della visione. “Una cosa solida e durevole come l’arte dei musei”, in definitiva. Scrive il critico R. Huygue: “Nessuno, nella storia dell’arte, si è mai aggrappato all’immutabile più inesorabilmente di Cézanne. Sulle rovine del gran sogno di stabilità del pensiero classico, la scienza ha costruito
la nozione dell’eterna trasformazione di tutto. L’impressionismo… accetta questa rivelazione… Cézanne resiste… Tenta di ristabilire quella sicurezza mandata all’aria fin dal Seicento. Pazientemente, appassionatamente, ricerca il solido, il durevole, il permanente: la forma, le infrastrutture, le basi eterne del reale e del pensiero della vita esteriore e di quella interiore”. Le troverà. Si può costatarlo a Milano. Luigi Galli
Paul Cézanne, mostra a Palazzo Reale, Milano, fino al 26 febbraio
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http://www.laprovinciadicremona.it/eventi-e-spettacoli/musica/cremona-osteria-del-fico-br-u-lamusica-e-da-sfogliare-con-tony-face-u-1.180603
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http://www.xtm.it/DettaglioLibriDvd.aspx?ID=12832
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http://www.kalporz.com/2012/04/gil-scott-heron-the-bluesologist-il-libro/
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