Giornale di Controinformazione

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Frode e Usura: Normalità Bancaria

L’Italia fornisce parte delle bombe all’Arabia Saudita

L’ISIS è stata partorita dagli Americani: tutte le prove

• Il problema dei banchieri che

• E’ risultato, da alcuni documenti filtrati dall’agenzia, che in Italia si fabbricano parti delle bombe che vengono poi inviate in Arabia Saudita, precisamente nello stabilimento della RWM Italia

• Prima di gridare al “complotto” state fermi: è tutto vero. Le fonti ci sono, sono tante e io ve ne elencherò solo alcune tra le più accreditate. Hillary Clinton, in un’intervista ha ammesso: “L’Isis è roba nostra ma ci è sfuggita di mano“

Della Luna, a pag. 4

Lago, a pag. 7

Mori, a pag. 9

mangiano gli investimenti dei clienti viene presentato dai mass-media in modo deliberatamente fuorviante, da sempre la frode e falsità in bilancio sono tra le più costanti fonti di reddito dei banchieri

QUELLO CHE GLI ALTRI NON DICONO LUNEDI 14 MARZO 2016 Redazione: Via Valadier n° 42 - 00193 Roma

NON RICEVE ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO

EURO 1,20 Quotidiano di Controinformazione

www.controcorrente.info

MATTEO RENZI IN VISITA IN ALCUNE SCUOLE ITALIANE

Il Pentagono detta a Roma la nuova “LISTA DELLA SPESA”

Se la scuola democratica è Renziana, è un fallimento!

di Salvo Ardizzone ………………………

Musolino, a pag. 2

Il Terrorismo come alibi del Potere dominante

Carboni, a pag. 8

Nella turbolenta epoca in cui viviamo, in un mondo dilaniato da conflitti per l’egemonia, accade di frequente che un avvenimento eccezionale catalizzi l’attenzione dell’opinione pubblica e si scateni da questo una campagna mediatica per spiegare e raccontare gli avvenimenti secondo la versione ufficiale dettata in modo uniforme dalle centrali dei media e dalle grandi agenzie di informazione che trasmettono attraverso le reti Tv ed i giornali in tutto il mondo occidentale e non solo di quello. Non esiste dubbio che il maggior numero di avvenimenti che colpiscono l’opinione pubblica, oltre alle calamità naturali, sono quelli che si riferiscono agli attacchi terroristici, avvenimenti che producono nell’opinione pubblica un clima di tensione, di insicurezza e, spesse volte, di panico. Questo e’ stato il caso dell’attentato avvenuto a Parigi contro i vignettisti di Charlie Hedbo e, più’ di recente degli attentati a Tunisi, quello attuato al museo e gli attacchi terroristici contro i bagnati presenti nella spiagge tunisine, frequentate da turisti occidentali. Di fatto abbiamo dei governi che facilitano il lavoro svolto dei terroristi e delle organizzazioni di terroristi che agevolano l’operato dei Governi.

Il 1° dicembre scorso il Segretario alla Difesa Usa, Ashton Carter, ha inviato una lettera riservata al Ministro della Difesa Roberta Pinotti; un appello pressante con una lunga serie di richieste per un maggior impegno dell’Italia al seguito delle iniziative di Washington. Istruttori, consiglieri militari, Forze Speciali, raid aerei, attività di ricognizione e intelligence, armi, supporto logistico: è la lista della spesa intimata dal capo del Pentagono a Roma. Il motivo è che l’Amministrazione Usa vede i suoi progetti franare in Siria ed Iraq, ma non è disposta ad impegnarsi a fondo preferendo quello che Obama un impegno “leggero”, e chiede agli alleati/sudditi di farsene carico. Il fatto che Roma abbia in sostanza risposto picche già in occasione della venuta di Carter a ottobre (quando visitò Sigonella, divenuta la più importante base Usa del Mediterraneo e non solo), e lo abbia fatto ancora a dicembre e fino ad ora, non si deve ad un’improvvisa voglia di riscatto dalla sudditanza verso Washington, quanto dal fatto che semplicemente non può. L’Italia sta già implementando il contingente lasciato in Afghanistan (quello che da tempo sarebbe dovuto già rientrare), assumendosi la responsabilità di altri Paesi che le truppe le hanno già rimpatriate. Inoltre, fra maggio e giugno invierà un reparto nei pressi di Mosul a difesa della diga che sarà riparata dalla Trevi Group di Cesena, e non saranno 450 uomini, come annunciato da Renzi il 15 dicembre; secondo le indiscrezioni trapelate dopo i primi sopralluoghi dei militari, ne serviranno di più, che si aggiungeranno ai 750 istruttori già in Iraq ed alle centinaia di altri avieri e specialisti al seguito di Tornado e droni che sono stanziati in Kuwait. A questo s’aggiungerà il potenziamento del continente che è già in Libano nell’ambito della missione Unifil, per sostituire le truppe che la Francia destinerà ad altre operazioni; un sostegno a Parigi in risposta alla sua richiesta d’aiuto militare in base ai trattati Ue. E non è finita, perché di settimana in settimana sta per prendere il via la nuova avventura dell’Occidente in Libia, in una riedizione della sciagurata missione del 2011. Roma ha troppi interessi laggiù: petrolio e gas da cui gli altri la vogliono estromettere ed i migranti che si riverseranno sulle coste italiane a ondate colossali nel disinteresse di tutti. Per questo è costretta a destinare quello che le resta (francamente poco viste le condizioni generali delle Forze Armate, dissanguate da progetti faraonici quando il resto cade a pezzi) all’operazione che la tocca assai più da vicino, all’unico scopo di limitare i danni che le verranno. Le Forze Armate sono uno strumento strategico che un Governo degno di tale nome può e deve usare a tutela degli interessi del proprio Sistema Paese; Putin ce ne sta dando un esempio da manuale. Senza voler azzardare paragoni improponibili, tuttavia, ciò che si può constatare ad ogni occasione è che l’Italia riesce solo ad andare a rimorchio degli altri Paesi, anche a costo di rimetterci sistematicamente, e tanto. Le forze yemenite che combattono sul terreno, resistendo all’aggressione dell’Arabia Saudita e dei suoi alleati statunitensi e britannici, hanno inflitto ieri un duro colpo all’esercito di mercenari utilizzato dagli USA per venire in aiuto dei sauditi, in forte difficoltà per la resistenza opposta dagli yemeniti, un popolo di guerrieri. Risulta essere stato ucciso infatti, nella provincia di Lahij, sud est del paese, Nicholas Butros, il comandante statunitense dell’impresa privata Blackwater, che ha traferito i suoi reparti di mercenari nella penisola arabica affiancando le forze saudite, il paradosso è stato raggiunto con gli attuali avvenimenti in Medio Oriente.


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