Gazzettino Mar-Apr 2020

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distribuzione gratuita anno 18 - n. 2/2020 Marzo / Aprile

Allergie

è tempo di precisione L’intervista: Mangia Leggi Dormi Prevenzione: Cuore & Metabolismo

Benessere: Una nuova stagione Hikikomori: I ragazzi “fantasma”


distribuzione gratuita anno 18 - n. 2/2020 Marzo / Aprile

sommario L’intervista

Mangia Leggi Dormi

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Intervista a Massimo Conti di Luisa Castellini

Nelle farmacie Club Salute DieciPiù

Prevenzione Cuore & Metabolismo

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Francesco Saverio Dioguardi

Allergie è tempo di precisione

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Intervista a Giorgio Walter Canonica di Luisa Castellini

Nelle farmacie Club Salute Vitango ®

Benessere Una nuova stagione, un altro ritmo

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Patrizia Mantoessi

Nelle farmacie Club Salute Nutrirsi di salute

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Intervista a Agnese Ricco

Società Hikikomori

Claudia Amato

Bimestrale di informazione al pubblico di Club Salute S.p.A. Anno 18, n° 2 Marzo/Aprile 2020 Reg. Trib. Lecco N. 10/03 del 22/09/2003 Direttore responsabile Luisa Castellini Comitato Scientifico Valentina Guidi, Rosanna Martino Hanno collaborato Claudia Amato, Patrizia Mantoessi Si ringraziano Giorgio Walter Canonica, Massimo Conti, Francesco Saverio Dioguardi, Agnese Ricco Impaginazione Sergio Muratore Moretti Editore - www.morettieditore.com Stampatore BODONIANI – Via Madonnina, 15 – 20814 Varedo (MB) Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata Socio Effettivo

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Vivere bene per vivere meglio Quando il sole inizia a indugiare più a lungo nel cielo, un pensiero immediato ci fa sorridere: sta arrivando la primavera. Iniziamo ad allentare le sciarpe intorno al collo, a dimenticare i guanti, ad assaporare la libertà di una pigra domenica al sole. La primavera è risveglio, ottimismo e positività. Come ogni cambio di stagione è anche un momento delicato per il nostro organismo che, tra aumento delle ore di luce e della temperatura, ha bisogno di riadattarsi. Quale occasione migliore, allora, per riprendere in mano le nostre abitudini? Inizia da qui questo nuovo numero del Gazzettino della Farmacia. Con un semplice invito: Mangia Leggi Dormi perché le abitudini semplici e la regolarità ci mettono al riparo dallo stress e da molti disturbi. Impariamo allora a curare la routine del sonno per assicurarci il giusto riposo e contrastare l’insonnia e l’irrequietezza. Riscopriamo anche le fondamenta del rapporto tra Cuore & Metabolismo per poi soffermarci - tappa obbligata a primavera - sulla questione delle allergie. Insieme al professor Canonica scopriamo le nuove frontiere della Medicina di precisione in Allergologia e Immunologia Clinica, tra diagnosi molecolari e terapie personalizzate. In questo numero ricco di notizie e approfondimenti, ci soffermiamo anche sui rimedi quotidiani con i quali la natura ci accompagna verso il cambio di stagione, per poi scoprire il fenomeno degli Hikikomori. Sono i ragazzi “fantasma” che decidono di chiudere le porte al mondo, alla scuola e agli amici, per vivere nella propria stanza. Un fenomeno individuato nel lontano Giappone ma che sta emergendo anche in Itala e che va compreso per tempo e con sensibilità. Non ultima, una buona ricetta con i carciofi per accogliere questa primavera, pronti a viverla bene. Perché prenderci cura di noi stessi e di chi amiamo è il primo passo per vivere meglio. L.C.

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notte. Nel corso della vita gli equilibri tra questi cicli cambiano: da bambini, il sonno REM rappresenta la metà del totale e le fasi più profonde sono prolungate. Da adulti, in assenza di patologie e con orari regolari, il sonno REM è intorno al 25% e la proporzione di sonno profondo è circa del 20%. Infine, da anziani, il sonno profondo diminuisce, i risvegli sono frequenti e prolungati: la qualità del riposo ne risente, anche se le ore restano le stesse per via dei sonnellini diurni.

L’intervista

Una notte insonne, quanto è comune? Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo conosciuto il sonno disturbato. E quindi dopo una notte in bianco - per motivi di lavoro, di svago o altre ragioni come una cena pesante o un impegno importante - abbiamo sperimentato gli effetti immediati della carenza di sonno: dalla sonnolenza alla scarsa attenzione con difficoltà a concentrarsi e irritabilità fino all’aumento dell’appetito. Quando si dorme poco e male in modo continuativo gli effetti sulla giornata si amplificano e se ne innescano altri, più profondi, a livello metabolico, ormonale e immunologico.

Mangia leggi dormi Rivedere le proprie abitudini per costruire una migliore routine del sonno ritrovando un’alimentazione leggera la sera e lasciando fuori dalla camera da letto smartphone e tablet con un unico, grande, obiettivo: dormire bene per vivere meglio Intervista a

Massimo Conti

• Specialista in Neurologia e in Statistica Medica • Direttore Sanitario ISCC Istituto Cardiovascolare Camogli, Genova di Luisa Castellini

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uali fattori influiscono sul sonno? Il sonno è una sospensione fisiologica dello stato di coscienza indispensabile all’organismo per sopravvivere. È regolato dal ritmo circadiano, il nostro orologio biologico, e da fattori genetici, ormonali ma anche esterni come la luce e il buio e le

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attività che svolgiamo. Il sonno è anche regolato da un processo omeostatico nel quale subentrano tanti altri fattori come l’umore, lo stress, le influenze socioculturali, le abitudini. Nella nostra esistenza, quanti tipi di sonno conosciamo? Il sonno è composto da una fase non REM (Non Rapid Eye Movements) nella quale non si verificano movimenti rapidi dei globi oculari, caratterizzata da addormentamento e dormi-veglia, una fase di sonno leggera e una più profonda e riposante, e da una fase REM (Rapid Eye Movements) caratteristica per la comparsa dei movimenti oculari rapidi, il tutto per un totale di 4-6 cicli di 90-110 minuti ciascuno ogni

Spesso si dorme male a causa dell’alimentazione, quali sono gli errori più comuni? Essere irregolari e saltare i pasti. Mangiare in fretta e in quantità abbondanti, soprattutto la sera, assumendo magari anche sostanze eccitanti come caffè o peperoncino. Anche l’alcol andrebbe evitato: ha sì un potere sedativo ma induce risvegli frequenti. Lo stesso vale per il fumo. Non ultime le intolleranze alimentari, di cui magari si soffre inconsapevolmente. Quali sono i cibi amici del sonno? Il sonno è regolato da alcuni ormoni della crescita, dalla prolattina, dal testosterone, dalla melatonina e dalla serotonina. Questi ultimi due, in particolare, favoriscono il riposo e si trovano facilmente in latte, banane, fagioli secchi, frumento integrale, fette biscottate, ceci, fave, lenticchie, piselli, spinaci, arachidi, mandorle, nocciole, formaggio, uova, avocado, ananas, carne, pesce. Anche il giusto apporto di carboidrati complessi (pane, riso, patate, pasta), vitamine (soprattutto B1 e B6), calcio e magnesio interferisce con le funzioni di sonno/veglia favorendo la qualità del sonno. Se ci capita di svegliarci nel cuore della notte con un languore, possiamo concederci uno spuntino, ma leggero. Quali altre buone abitudini abbiamo dimenticato? La più semplice e importante: il valore della regolarità. Alzarsi e coricarsi alla stessa ora aiuta il nostro organismo ad essere regolare in tutte le sue funzioni. Se una

Effetto primavera Archiviato l’inverno, l’energia della primavera in arrivo ci rende euforici sulla carta - fatta eccezione, ovviamente, per chi soffre di pollinosi - ma spesso ci troviamo a fare i conti con gli effetti del cambio stagione. Stanchezza, sonnolenza, difficoltà di concentrazione, irritabilità… cosa ci accade? L’aumento delle temperature e delle ore di luce richiede un periodo di adattamento per il nostro organismo. In particolare l’aumento della luce inibisce la produzione di melatonina rendendo più difficile l’addormentamento. A questo si aggiungono la presenza di pollini e la maggiore percezione dello smog col caldo: elementi, tutti, che contribuiscono a indebolire l’organismo per qualche giorno. Per sostenerlo è importante curare la regolarità del sonno, dell’alimentazione e dell’attività fisica e tenere sotto controllo lo stress. Better Sleep. Better Life. Better Planet è, non a caso, il tema della prossima Giornata mondiale del sonno che si celebra il 20 marzo.

sera non siamo stanchi aspettiamo a coricarci invece di trasformare il letto in un tavolo da pranzo o peggio in una sala riunioni. Allo stesso modo, se ci alziamo presto, camminiamo e iniziamo la nostra giornata, recupereremo il sonno la sera: evitiamo i pisolini mattutini o pomeridiani o, almeno, non superiamo i 45 minuti. Attenzione anche all’esercizio fisico: meglio farlo la mattina o entro il primo pomeriggio per non correre il rischio di non riuscire a dormire. Tecnologia e sonno: un’amicizia impossibile? Abbastanza. La luce blu degli schermi dei nostri smartphone, tablet e computer abbassa la produzione di melatonina e le attività che svolgiamo, dal lavoro al binge watching delle serie televisive, ci impediscono di rilassarci e riposare. Basti pensare che la luce a ioduri metallici (quella degli stadi) riduce di 3 volte la melatonina: i Led addirittura di 5 volte. Quando ci corichiamo - in una stanza confortevole, alla giusta temperatura - dovremmo avere sul comodino un buon vecchio

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libro di carta per non rischiare di stare ore e ore allo schermo. Quando si parla di insonnia? Quando, nonostante sia possibile dormire, si soffre di un disturbo del sonno in modo persistente con conseguenze sulla vita diurna. I sintomi classici dell’insonnia vanno dalla difficoltà ad addormentarsi ai frequenti risvegli fino al sonno leggero e non ristorativo. Spesso l’insonnia è persistente, ma non costante nei sintomi e nell’entità. Di giorno i suoi effetti si sentono con sonnolenza, calo del tono dell’umore, irritabilità, difficoltà sociali/occupazionali o in altre aree importanti del funzionamento come l’attenzione. Le conseguenze possono essere gravissime: pensiamo al colpo di sonno alla guida o agli incidenti sul lavoro. Sul lungo termine, la mancanza di sonno è un fattore di rischio cardiovascolare, per il diabete e per l’obesità e alcune forme di tumore.

Dimmi come mangi

Quali sono gli esami che valutano il sonno? Un sistema di autovalutazione utile è il diario del sonno, da compilare la mattina appena svegli. Tra i test principali vi sono la pulsiossimetria dinamica, l’actigrafia e la polisonnografia che si svolge a casa o in ospedale ed è indispensabile, ad esempio, per evidenziare eventuali apnee. Sarà lo specialista a valutare, durante la visita e con gli esami necessari, la terapia adeguata, che potrebbe essere cognitivo - comportamentale o farmacologica. Quando l’insonnia è di tipo psicofisiologico? A volte la preoccupazione di non dormire e quindi l’idea di non essere al massimo il giorno seguente rende ancora più difficile addormentarsi. L’insonnia psicofisiologica colpisce l’1-2% della popolazione, maggiormente le donne, mai i bambini. Il 10-15% di chi si rivolge a un centro del sonno ne soffre. Si manifesta sia in concomitanza di un evento che a poco a poco: non ha base genetica ma una familiarità legata a fattori culturali. Spesso a essere colpite sono persone che faticano ad addormentarsi, hanno un sonno leggero, sono ansiose rispetto al sonno e all’insonnia. Questo tipo di insonnia non ha altre cause note di tipo medico, psicologico, neurologico o farmacologico. Un consiglio in questi casi? Provare a spezzare la routine stressante e dormire fuori evitando il fattore che scatena l’ansia e la tensione.

e ti dirò come dormirai Pane e pasta integrali > favoriscono il rilascio della serotonina e quindi il sonno, ma forniscono anche energia innalzando il livello del glucosio cui segue una fase di stanchezza e un rapido calo di zuccheri Pomodoro > favorisce il reflusso acido per cui non concilia il riposo Grana, pecorino & co > attenzione ai formaggi stagionati: contengono alti livelli di tiramina, nemica del sonno Insaccati e affumicati > oltre a essere nemici di una dieta equilibrata contengono nuovamente tiramina, che favorisce la veglia Tacchino > contiene triptofano che favorisce il sonno Spezie & piccante > la sera meglio evitare Cioccolato > sì a quello fondente per la serotonina. No a quello al latte che contiene tirosina Mandorle > molto proteiche, aiutano il rilassamento Ciliegie > in pochi lo sanno, ma questi deliziosi frutti mangiati regolarmente aumentano la serotonina e sono fonte naturale di melatonina

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Banane > potassio, magnesio e vitamina B6 aiutano il rilassamento Alcol > il “cicchetto” prima di coricarsi ha effetto sedativo ma disturba il sonno con frequenti risvegli: meglio evitare 4 ore prima di coricarsi Caffeina > è uno stimolante e quindi favorisce la veglia: attenzione, un uso eccessivo può provocare ipertensione arteriosa Tè e ginseng > molto stimolanti, favoriscono insonnia e ipertensione Energy Drink > il nome non mente: tra caffeina e taurina, che aumenta lo stato di vigilanza, la frequenza cardiaca e la pressione del sangue, sono la bevanda meno indicata la sera se speriamo di prendere sonno Camomilla e Melissa > insieme alle tisane rilassanti (biancospino, lavanda, tiglio) sono ottime per favorire il sonno. Evitiamo tisane con caffeina e teina Miele > il glucosio modifica la secrezione dell’orexina: un cucchiaio aiuta il riposo, ma non bisogna eccedere


Nelle farmacie Club Salute

DieciPiù È questo il voto che vorresti darti ogni giorno? Impara, allora, a ricaricarti nel modo giusto!

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i sono periodi, come la primavera, nei quali è difficile mantenere alta la concentrazione, essere sempre attivi come vorremmo e, magari, riuscire ad avere quella carica di energia che potrebbe fare la differenza per finire al meglio un progetto al quale teniamo. Salvo poi, dopo aver resistito il necessario schiacciando l’acceleratore, avere bisogno del doppio del tempo per recuperare le nostre energie. Quanti di noi si riconoscono in questo ritratto? Per questo dobbiamo imparare a sostenere al meglio il nostro organismo. Una buona alimentazione, un sonno ristoratore e una regolare attività fisica sono le fondamenta del nostro benessere. «In alcuni periodi può essere utile avere un sostegno concreto e mirato: per questo abbiamo pensato a DieciPiù» spiega Gabriele Ghirardelli, farmacista responsabile dei prodotti a marchio Club Salute. «Un integratore alimentare di cui siamo molto fieri perché unisce sostanze attive ed estratti vegetali standardizzati e di elevata qualità, opportunamente selezionati per affrontare con vitalità ed energia la vita quotidiana, a sostegno delle fisiologiche funzionalità dell’organismo». DieciPiù contiene «Ashwagandha e Guaranà, piante ad azione tonica, utili in caso di stanchezza fisica e mentale, succo di barbabietola dalle spiccate proprietà antiossidanti e altre sostanze a sostegno anche delle situazioni più impegnative». Nello specifico, fiore all’occhiello è l’estratto di Ashwagandha, più noto come Ginseng Siberiano, «che supporta

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DieciPiù

È un integratore alimentare ricco di sostanze attive. Le Vitamine C e D contribuiscono alla normale funzione del sistema immunitario, quelle del gruppo B al normale metabolismo energetico, Acetil-L-carnitina e succo di barbabietola hanno un’azione antiossidante, mentre gli estratti standardizzati di Guaranà ed Ashwagandha sostengono l’organismo con funzione tonica, in caso di stanchezza e affaticamento fisico e mentale. In pratici flaconcini, si consiglia di assumerne 1-2 al giorno, a colazione e nel primo pomeriggio, per un trattamento di almeno 20 giorni.

la resistenza allo stress e le performance fisiche e mentali con effetti sia sull’endurance cardiovascolare sia sulle funzionalità mentali come la concentrazione e la memoria». E la Caffeina? «È naturale, derivata dal Guaranà, pianta ad azione stimolante e tonica». Ci sono poi altre sostanze come il pool di Vitamine C e D che contribuiscono alla normale funzione del sistema immunitario e quelle del gruppo B per il normale metabolismo energetico». Il tutto senza dimenticare l’apporto di Acetil-L-carnitina «sostanza che endogenamente promuove il trasferimento a livello mitocondriale degli acidi grassi, per favorirne la degradazione catabolica energetica». Un mix, senza dubbio, da Diecipiù!


nelle cellule. Carboidrati (amidi e zuccheri), lipidi (grassi) e proteine contengono carbonio, idrogeno ed ossigeno, ma solo le proteine contengono e ci forniscono le molecole di azoto che sono indispensabili. La quantità di energia che una cellula produce è la caloria. Non esiste una regola assoluta sulla quantità di calorie che servono ogni giorno. Il fabbisogno cambia notevolmente a seconda di diversi fattori come età, peso e attività fisica. Uno sportivo – ad esempio – dovrà assumere più calorie, soprattutto in seguito all’attività fisica. Un bambino, con un organismo in rapido accrescimento, deve assumere carboidrati, lipidi e proteine in proporzioni adeguate ai bisogni del proprio corpo.

Prevenzione

Allerta grassi

Cuore & metabolismo Bambini, sportivi, anziani: a ciascuno la sua alimentazione. Costruita con equilibrio, senza eliminare nutrienti o eccedere coi grassi, per vivere un oggi in salute e prevenire le malattie da trombosi Francesco Saverio Dioguardi

• Professore a Contratto, Master di Nutrizione nel paziente Neoplastico, Dipartimento di Medicina Interna, Università di Cagliari • Membro della Segreteria Scientifica di ALT Onlus > trombosi.org

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arboidrati, proteine e grassi: le parole magiche della nostra alimentazione. Dovremmo assumerne in proporzioni ragionevoli ad ogni pasto. La scienza infatti ha dimostrato che una dieta equilibrata non solo ci mantiene sani, ma ci protegge da numerose patologie, come quelle da trombosi, ma anche da diabete, ipertensione e cancro. Patologie che, diminuendo i principali fattori di rischio come sovrappeso, sedentarietà, alcool e fumo,

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potrebbero essere in parte circoscritte. Mangiare in modo equilibrato ad esempio aiuta cuore, reni e cervello a funzionare correttamente e prevenire infarto, ictus o embolia polmonare.

Il metabolismo Il nostro corpo per vivere ha bisogno di energia, carburante indispensabile affinché le nostre cellule possano funzionare. Questa energia proviene dal cibo, e carboidrati, lipidi e proteine sono la base dalla quale il corpo estrae l’energia e con la quale costruisce i “pezzi di ricambio” per sostituire le parti usurate. Le trasformazioni di queste sostanze sono chiamate con una parola che spesso sentiamo pronunciare quando si parla di dieta: metabolismo. Il metabolismo è il complesso di trasformazioni chimiche che avvengono

Un eccesso di lipidi invece, si accumula sulle pareti dei vasi sanguigni, formando depositi che – riducendo il diametro delle arterie – provocano disturbi del sistema della coagulazione e quindi portano a trombosi. Tutto ciò che mangiamo in eccesso infatti, viene trasformato in grasso. I muscoli utilizzano i grassi necessari per estrarre energia e il fegato elimina quelli in eccesso. Il resto si deposita e chiude le arterie che, portando meno sangue e meno ossigeno alle cellule, creano una sofferenza. È un errore tuttavia, togliere completamente dalla dieta uno o più tra carboidrati, proteine o lipidi. Molte diete – ad esempio – sono povere di proteine, ma in organismi con elevato bisogno, come bambini e anziani, scendere al di sotto delle quantità necessarie può essere molto pericoloso. La maggiore facilità ad ammalarsi e la maggiore difficoltà a guarire negli anziani, infatti, dipende spesso dalla malnutrizione proteica.

Gli esami del sangue sono importanti? Sì molto, perché i livelli di azotemia nel sangue indicano quante scorie si sono formate e non riescono ad essere eliminate dai reni. Le proteine sono essenziali anche per produrre le immunoglobuline, meglio conosciute come anticorpi, indispensabili per proteggerci dall’attacco di virus e batteri: un paziente malnutrito in termini di proteine produce meno anticorpi e si difende meno dalle infezioni.

15 aprile Giornata per la Lotta alla Trombosi La trombosi non è una malattia, è il fenomeno che provoca malattie diverse. La sua gravità dipende dal tipo di vaso in cui si forma, che sia un’arteria o una vena, dalla dimensione del vaso, grande o piccolo, a volte addirittura microscopico, dall’importanza delle cellule che rimangono senza ossigeno. Alla trombosi venosa e all’embolia polmonare è dedicata la IX edizione della Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi promossa da Alt. Per saperne di più e scoprire gli eventi in calendario: > giornatatrombosi.it

Proteine sì, ma quali?

Non tutte le proteine sono uguali, sebbene tutte siano la nostra principale fonte di azoto. Queste infatti sono composte da aminoacidi, che sono diversi e assemblati in quantità diverse, costituendo proteine differenti che si scompongono nel viaggio nell’intestino. L’efficienza energetica viene quindi calcolata a seconda della quantità assorbita e della qualità degli aminoacidi che le compongono e nei quali si scompongono. Le proteine animali che mangiamo quotidianamente, contengono molti aminoacidi non-essenziali, poco o per niente utili, e pochi aminoacidi essenziali. Ciò fa si che siamo costretti ad assumere una elevata quantità di aminoacidi inutili per coprire il fabbisogno di aminoacidi utili. Se mangiamo troppe proteine, cosa accade al nostro corpo? Se si supera la dose utile giornaliera il corpo deve eliminare gli aminoacidi in eccesso, anche trasformandoli in grassi, che si accumulano.

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Allergie

è tempo di precisione Ieri si cercava la cura migliore per i sintomi, oggi si indagano i meccanismi che scatenano l’infiammazione e la malattia. Così la medicina diventa di precisione tra esami molecolari e terapie personalizzate. Il primo scoglio? La diagnosi, che spesso non viene cercata

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mila. Tanti sono in Italia i pazienti con asma grave. A soffrirne in modo leggero è una parte considerevole della popolazione, che oscilla tra il 5-10%. E se parliamo di rinite allergica intermittente o persistente arriviamo quasi a 1/3 degli italiani. Numeri importanti, che lasciano subito

Intervista a

Giorgio Walter Canonica

• Responsabile del Centro Medicina Personalizzata: Asma e Allergologia, Humanitas, Milano • Sani - Severe Asthma Network Italy > sani-asma.org • Past President SIAAIC - Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica > siaaic.org di Luisa Castellini

intendere l’importanza della svolta che stanno attraversando l’allergologia e l’immunologia clinica. «Ieri si cercava la risposta migliore ai sintomi del paziente in termini di cure: oggi è possibile indagare i meccanismi della malattia». È questa, in sintesi, la rivoluzione della medicina di precisione per Giorgio Walter Canonica, Responsa-

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Pulizie

di primavera Mantenere la casa pulita e in ordine è un buon inizio per tenere a bada i più comuni allergeni indoor. Se impieghiamo sistemi di purificazione per l’aria, ricordiamo la manutenzione dei filtri ogni tre mesi. Per l’aspirapolvere, scegliamo la tecnologia ciclonica o i filtri Hepa: aspirare regolarmente l’ambiente - in particolare in presenza di animali domestici - sarà di grande aiuto contro acari, muffe, polveri e batteri. Cambiamo le lenzuola almeno 1 volta a settimana, laviamo frequentemente le tende e, se siamo allergici alla polvere, semplifichiamoci la vita rinunciando ai tappeti. Evitiamo gli imbottiti naturali (lana, crine) soprattutto nelle camere da letto dove, è bene ricordarlo, gli animali domestici non dovrebbero mettere zampa. Se a essere allergico è un bimbo, cerchiamo di limitare peluche, libri e tutto quello che favorisce l’accumulo di polvere. Lasciamo infine circolare l’aria per sconfiggere l’eccessiva umidità e prestiamo attenzione alla comparsa di eventuali macchie di muffa negli angoli più nascosti. L’uso di umidificatori va valutato perché crea un habitat favorevole agli acari. Chiudiamo bene gli armadi e non lasciamo i vestiti esposti alla polvere per lungo tempo e in lavatrice scegliamo lavaggi a temperature elevate. Il più è fatto.

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bile del Centro Medicina Personalizzata: Asma e Allergologia dell’Humanitas a Milano. Un esempio? «Pensiamo all’asma. Un tempo si somministrava la stessa terapia con dosaggi differenti. Si ricorreva a farmaci diversi in casi particolari o per mancata risposta al trattamento. Prendiamo, invece, il prototipo di terapia personalizzata di oggi. L’immunoterapia allergene-specifica è in grado di modificare la risposta immunitaria del paziente». Ma non solo: «è disponibile per via sottocutanea e sublinguale - in gocce o tablet - per cui riesce davvero a venire incontro alle esigenze specifiche del singolo». Terapie di precisione, quindi, possibili grazie a sistemi diagnostici sempre più raffinati: è tra questi estremi che si sviluppa la medicina di precisione, tema al centro dei lavori del congresso di aprile degli allergologi italiani. Il futuro? Inizia con una “vecchia” visita e gli esami adeguati «Non c’è medicina di precisione senza una corretta diagnosi dal punto di vista funzionale, una tappa imprescindibile nel bambino come nell’adulto». Oggi, a fianco dei test cutanei come il Prick Test e del dosaggio delle IgE (Rast), sono disponibili (ma non ancora mutuabili) due test molecolari che permettono di rintracciare rispettivamente 282 (Alex) e 120 (ISAC) allergeni inalanti e alimentari con poche gocce di sangue. Questo tipo di analisi molecolare permette di identificare subito anche le cross reaction tra pollini e alimenti. «Oggi la parola d’ordine è multidisciplinarietà: il profilo allergologico non può dirsi completo senza la valutazione degli eosinofili nel sangue e con striscio nasale e un’endoscopia, indispensabile per verificare la presenza di poliposi nasale, presente nel 42.6% dei pazienti con asma». Un consiglio? «Un esame spesso sottovalutato è il dosaggio FeNO. Si tratta di un esame molto semplice che somiglia alla spirometria perché al paziente viene richiesto di soffiare dentro a un tubicino. È importante perché misura l’ossido nitrico esalato e quindi fornisce un’idea dell’infiammazione bronchiale senza ricorrere a esami più invasivi». Il dosaggio FeNO è anche utile «per verificare se la terapia prescritta è efficace o meno». Attenzione al fai da te L’efficacia della terapia è un tasto dolente e va di pari di passo con l’annosa tendenza al fai da te. Buona parte dei 6 milioni di italiani che si “scoprono” rinitici a primavera, puntuali come i pollini - tra gli allergeni più comuni insieme ad acari, polveri, insetti e derivati epidermici animali - si curano

autonomamente senza passare attraverso la diagnosi e quindi privandosi di una terapia adeguata e magari risolutiva. E gli asmatici? Non sono da meno. Il 64% di chi soffre di una forma grave si cura con corticosteroidi per via orale ignorando il rischio di complicanze crescenti in caso di terapie consistenti e prolungate tipiche, appunto, dei casi più seri. Sul lungo termine il cortisone aumenta di 5 volte il rischio di osteoporosi e fratture, triplica quello di malattie digestive e raddoppia quello di diabete, obesità e insufficienza renale. Per questo le linee guida internazionali sono cambiate e indicano i corticosteroidi per via orale solo per le crisi acute nei minori dosaggi possibili e dopo aver valutato le terapie biologiche. «Il tutto senza dimenticare l’impatto economico di questi effetti collaterali che abbiamo stimato, nel primo studio italiano sul tema, essere di oltre 41 milioni di euro l’anno». Un costo decisamente importante rispetto a quello delle cure con farmaci biologici, oggi intorno ai 50 milioni, che quindi in prospettiva dovrebbero crescere. Le nuove terapie Oggi per la cura dell’asma grave sono disponibili 4 farmaci biologici di ultima generazione. «L’Omalizumab è un anticorpo monoclonale che blocca le IgE: è usato per gli allergeni perenni come l’acaro della polvere ma negli ultimi tempi ha dato ottimi risultati anche nel trattamento dell’orticaria». C’è poi «il Mepolizumab, che blocca l’interleuchina 5 e ha come bersaglio gli eosinofili e quindi cura la forma di asma più frequente. Viene somministrato per via iniettiva una volta al mese. Presto potrebbe essere disponibile anche per autosomministrazione». Un’opzione utile in caso di grandi distanze, come negli Stati Uniti. Più recentemente sono giunti «il Benralizumab, che blocca la catena alfa del recettore dell’interleuchina 5 e ha anche un effetto citotossico e il Dupilumab, un anticorpo monoclonale che blocca la catena alfa dei recettori dell’interleuchina 4 che è comune anche all’interleuchina 13». È in commercio da un anno e mezzo per la dermatite atopica con somministrazione ogni 2 settimane ed è stato approvato dall’FDA e dall’EMA anche per la poliposi nasale. «Tra le altre ipotesi di lavoro, il suo impiego anche per allergie alimentari, BPCO e una decina di altre malattie tra cui l’esofagite eosinofila su cui stiamo conducendo uno studio». Perché una volta individuato il meccanismo della malattia, si può verificare se sia comune ad altre. Da qui le grandi prospettive dei farmaci biologici.

Strategie

anti-polline Entrano dalle finestre - ecco perché si consiglia ai rinitici di farlo solo in assenza di vento - e si depositano sugli abiti e sulle mucose: la primavera può trasformarsi in un incubo per chi teme i pollini. E non solo la primavera perché oggi, complici i cambiamenti climatici, le fioriture sono più lunghe e imprevedibili. A prestare soccorso è il bollettino pollinico, oggi disponibile non solo on line ma anche tramite numerose app. Oltre a > ilpolline.it di proprietà dell’Associazione Italiana di Aerobiologia, sono disponibili Meteo Allergie, l’applicazione ufficiale AAITO (Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri), Meteo Polline, Arpav Pollini (per il Veneto), Pollen (Alto Adige), Pollini News (Svizzera), senza scordare che molte applicazioni dedicate al meteo prevedono oggi anche la sezione pollini. Oltre a questo, durante i periodi di pollinazione è meglio uscire la mattina e la sera. Nelle giornate di sole e ventose, meglio indossare una mascherina. Importante evitare le escursioni in campagna o dove l’erba è stata da poco tagliata, le zone trafficate, e di viaggiare coi finestrini aperti: in macchina è utile un filtro anti-polline. Non ultima l’igiene: lavarsi i capelli spesso, abbassa il rischio di depositare pollini sul cuscino.

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Nelle farmacie Club Salute

Vitango

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L’unico Farmaco vegetale per combattere stress fisico e mentale

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a parola “Stress” descrive i meccanismi fisiologici che l’organismo mette in atto per permetterci di affrontare le difficoltà che la vita quotidianamente ci propone. La connotazione negativa attribuita al termine deriva dal senso di alterazione psicofisica percepita qualora vi sia un’esposizione troppo prolungata o pronunciata alla condizione stressante. Le manifestazioni dell’eccessivo carico di stress vanno dai comuni mal di testa, insonnia, ansia e stanchezza fino a eventi importanti quali gastrite e disfunzioni immunologiche, che a loro volta possono manifestarsi come episodi di dermatite o recidiva di herpes, nonché problematiche cardiocircolatorie, prima fra tutte l’aumento della pressione sanguigna. Nei periodi particolarmente impegnativi e “stressanti” la natura ci viene incontro con Vitango®: l’unico farmaco vegetale indicato per il sollievo dei sintomi legati allo stress, come fatica, esaurimento e lievi stati d’ansia. Vitango® contiene WS®1375: estratto registrato, titolato e standardizzato di radice e rizoma di Rhodiola rosea, pianta ad azione “adattogena”, ovvero in grado di ripristinare l’equilibrio fisico e mentale e l’omeostasi dell’intero organismo. Il fitocomplesso di WS®1375, grazie al suo duplice meccanismo d’azione, è l’unico in grado di aumentare la resistenza alla fatica e di normalizzare le funzioni mentali.

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Commercializzato da Schwabe Pharma Italia, Vitango® è l’unica Rhodiola di qualità farmaceutica che può supportarci in caso di stress!

“Rhodiola rosea” La Rhodiola rosea è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle “crassulaceae”. Cresce spontaneamente in Asia, Europa e in America, prediligendo gli habitat montuosi. Grazie alle proprietà adattogene rappresenta un valido supporto per soggetti tipicamente stressati come studenti, manager e sportivi. Utilissima anche per chi attraversa momenti fortemente impegnativi o di cambiamento come chi si sottopone a diete, chi cerca di smettere di fumare o per le donne che entrano in menopausa.


trigliceridi. Se decidiamo di agire su specifiche esigenze e con capsule predosate, risultano molto pratiche quelle che contengono oli essenziali biologici combinati per un’azione sinergica a base di zenzero, ginepro e limone.

BENESSERE

Stanchezza & starnuti

Una nuova stagione, un altro ritmo Galium e Tarassaco per favorire il “ricambio” ed eliminare le tossine accumulate durante l’inverno. Ginseng e Guaranà per sostenere le performance fisiche e mentali. E l’Ippocastano, alleato della microcircolazione. Così la natura ci accompagna verso la primavera

Patrizia Mantoessi • Farmacista a Monza

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osa c’è di più dolce di una giornata di inizio primavera? Il risveglio della natura porta profumi nuovi, sempre più luce e colori vivaci, ma anche delicati, ancora privi dei toni decisi della bella stagione. Con la primavera l’organismo affronta dei cambiamenti sottili e tornano all’ordine del giorno problematiche che l’inverno in parte ci aveva fatto scordare. Madre Natura impone il cambio di stagione ma offre anche i rimedi per affrontarlo… Ecco i principali.

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Pronti, partenza… detox! La nuova stagione impone un cambio di marcia e quindi un processo di depurazione e drenaggio. Il ristagno di liquidi può essere smaltito in diversi modi, tutti naturali, assumendo con acqua rimedi ad azione destoccante e detossificante come il Galium aparine. Sono altrettanto utili i drenanti renali come la linfa di Betulla e la Pilosella, e i detossificanti epatici come il Tarassaco, che è il rimedio principe delle cure primaverili perché è in grado di influenzare il ricambio, stimolando la diuresi e decongestionando il fegato. Unica controindicazione, la calcolosi delle vie biliari. Anche il Carciofo è utile in qualità di epatoprotettore, oltre a ridurre i livelli di colesterolo e

Nel mondo moderno e sviluppato, le implicazioni fisiche dei cicli annuali che un tempo dominavano lo sviluppo della cultura e della vita si sono molto attenuate, ma l’avvicendarsi delle stagioni mantiene un impatto sulla nostra vita. I primi effetti di questo cambiamento li conosciamo tutti: spossatezza, stanchezza, difficoltà a dormire, stress. Per rispondere a questo jet-lag stagionale e ritrovare energia, possono essere di supporto i tonico-adattogeni come il Ginseng, che migliora la performance fisica e mentale, ma è controindicato in caso di ipertensione, l’Eleuterococco, molto utile per l’astenia, la convalescenza e l’attività sportiva, o la Rhodiola, in grado di alleviare la fatica mentale, migliorare il tono dell’umore e la resistenza allo stress. L’Ashwagandha o Withania somnifera, nota anche come ginseng indiano, aumenta l’energia e migliora la reazione allo stress di anziani ed atleti, mentre il Guaranà sostiene la resistenza fisica. Per contro i problemi di insonnia possono essere trattati con Melatonina e Magnesio, meglio se associati a Tilia Tomentosa e Passiflora o Valeriana. Se primavera per noi è sinonimo di starnuti e lacrimazione è opportuna una riflessione. Se i sintomi sono lievi, saltuari e non compromettono le attività quotidiane possiamo trovare un primo supporto in un rimedio come il Macerato Glicerico di Ribes Nigrum: assunto due volte al giorno, ha un’azione simil-cortisonica e stimola le ghiandole surrenali con effetto tonico, anche grazie alla ricchezza di vitamina C. Svolge anche un’azione antinfiammatoria e stimola il sistema immunitario: per questo è utile anche negli stati di convalescenza e nella fasi di astenia. In caso di rinite è però essenziale una diagnosi con lo specialista per una terapia personalizzata che può comprendere antistaminici

E i bambini? Anche i più piccoli sentono il cambio di stagione. È importante accompagnarli verso i nuovi ritmi curando l’alimentazione - sì a frutta e verdura di stagione, no al junk food e all’eccesso di zuccheri e l’idratazione. Evitiamo di sovraccaricare l’agenda e se li vediamo stanchi eliminiamo qualche impegno cercando di metterli a letto prima la sera.

Le vitamine Quelle del gruppo B rendono più attivo il metabolismo e aiutano nel recupero da stati di affaticamento fisico e mentale. La vitamina C è un potente antiossidante e spesso viene abbinata all’Echinacea per rinforzare il sistema immunitario. Non ultime la Vitamina A e la E, antiossidanti e amiche della pelle.

e/o cortisonici, prevedere l’immunoterapia allergene-specifica o farmaci biologici.

Occhio allo stress e all’influenza Le ore di luce in più favoriscono la biosintesi del cortisolo, l’ormone dello stress, che può condurre a condizioni come la gastrite e il reflusso gastroesofageo. Da qui l’importanza di curare l’alimentazione, evitando cibi potenzialmente irritanti, e di imparare a gestire la fame nervosa. I piccoli disturbi stagionali e gli sbalzi di temperatura possono indebolire il sistema immunitario ed esporlo maggiormente all’influenza e ai cali di pressione, contro i quali può essere utile la Liquirizia. Anche i disturbi legati al ciclo si fanno sentire maggiormente ma possono essere gestiti con il Magnesio, utile anche in caso di attività sportiva e quale regolatore dell’umore.

Circolazione Con i primi caldi una parte del corpo che torna a farsi sentire sono le gambe. Familiarità, sovrappeso, stile di vita a rischio - stare troppo in piedi o troppo seduti - fumo di sigaretta, alcol sono i fattori di rischio principali. Ridurre il peso, praticare attività fisica, stimolare la circolazione sono i primi interventi da mettere in atto: se non ci sono problemi di tiroide può essere utile il Fucus per stimolare il metabolismo e favorire il dimagrimento. Per migliorare microcircolo e fluidità del sangue sono invece utili Centella e Ippocastano disponibili in capsule o gocce.

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Cosa distingue un nutrizionista? L’approccio del nutrizionista è completamente differente da quello di un dietologo e di un dietista. Il dietologo è un medico specializzato in dietologia, che può prescrivere esami del sangue e diete in totale autonomia. Un dietista, per poter operare, deve avere la prescrizione di un medico che certifichi al paziente il bisogno di seguire un piano nutrizionale. Il biologo nutrizionista può, invece, operare in totale autonomia predisponendo piani nutrizionali mirati e specifici, senza però poter fare diagnosi o prescrivere farmaci. Può però consigliare, in caso di necessità, degli integratori. Il nutrizionista opera lavorando molto sulla qualità, sulla combinazione e sull’approccio nutrizionale migliore e mirato per il singolo paziente. È importante ricordare di diffidare di chiunque proponga piani o diete al di fuori di queste tre figure professionali.

Nelle farmacie Club Salute

Nutrirsi di salute Imparare a scegliere i cibi, bilanciare i pasti, riscoprire il senso di sazietà: il nutrizionista arriva in farmacia con visite, controlli e piani alimentari personalizzati

Intervista a

Agnese Ricco • Nutrizionista

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n’alimentazione corretta, una regolare attività fisica, una giusta idratazione e un adeguato riposo. Sono questi i nostri assi nella manica per vivere in salute e pensare al domani in termini di prevenzione. Con il servizio Nutrirsi di Salute le farmacie Club Salute offrono ai propri clienti la possibilità di essere seguiti da un nutrizionista per tornare in forma o scoprire come mangiare meglio per ritrovare energia e benessere. Ecco come. Come nasce il progetto Nutrirsi di Salute? Il servizio di nutrizione è rivolto a tutti coloro che vogliono migliorare la propria condizione di salute, rimanere in forma, affrontare una perdita di peso, i gonfiori, problematiche intestinali o digestive o il colesterolo alto. È anche indicato per la preparazione delle prestazioni sportive e, in generale, per chiunque

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voglia migliorare le proprie abitudini alimentari imparando davvero ciò che non ci hanno mai insegnato: nutrirci correttamente. Cosa significa mangiare bene? Saper distinguere quali cibi sono sani e bilanciare i pasti. Ma anche scegliere i cibi qualitativamente migliori: oggi l’alimentazione è al centro dell’attenzione perché è il “segreto” di una buona salute e della prevenzione. Al contrario, un’alimentazione scorretta può essere l’anticamera di patologie gravi, dall’obesità al diabete all’ipertensione. Quali sono i falsi miti più diffusi? Molti pensano che mangiare i carboidrati alla sera faccia ingrassare o che togliendoli si dimagrisca. E, ancora, che la frutta secca faccia solo ingrassare e che i cibi light siano i migliori. Non ultime le false credenze sull’uso dei prodotti senza glutine per dimagrire. Per evitare di seguire consigli sbagliati o diete improvvisate è importante essere seguiti da una figura professionale.

Cosa prevede il servizio attivo nelle farmacie aderenti all’iniziativa? Il servizio è curato da un team di nutrizionisti. La prima visita ha una durata iniziale di 40 minuti. All’inizio viene “costruita” con il paziente, attraverso una serie di domande mirate, un’anamnesi e una valutazione della storia clinica. Sono prese in esame le abitudini alimentari, lo stile di vita, il tipo di lavoro, l’eventuale presenza di patologie. Successivamente sono analizzati dei parametri fisici che permettono di costruire in modo più mirato il successivo piano nutrizionale, che viene consegnato circa 4 giorni dopo la prima visita. In questa fase sono prese le misure corporee e il peso. Con la BIA, la bioimpedenziometria, si valuta in modo preciso lo stato attuale del paziente, ovvero la percentuale di massa magra, grassa e di acqua nel corpo. Come viene elaborato il piano alimentare? La stesura personalizzata di un piano alimentare in base all’anamnesi effettuata durante la visita tiene in considerazione i gusti del paziente e il suo stile di vita. Il nostro metodo di lavoro si fonda sulla personalizzazione, per liberare il paziente dalle diete dai da te e dal tipico effetto yo-yo, di perdita e accumulo del peso. È molto importante che il paziente riscopra quella sensazione, ormai dimenticata da molte persone, di fame e sazietà. Ciascuno

di noi, infatti, è in grado di autoregolarsi. Pensiamo a un bambino che piange perché ha fame: quando è sazio smetterà di mangiare naturalmente. Con il tempo spesso questa capacità viene a mancare o è assediata da fattori fisici o mentali. Con il piano alimentare aiutiamo i pazienti a riscoprirla. Quanto tempo occorre, in media, per vedere i primi risultati? I risultati sono soggettivi: ricordo sempre ai miei pazienti che una volta deciso di intraprendere questo percorso è importante non pensare al risultato momentaneo ma al cambiamento duraturo. Chi segue attentamente i nostri piani già dopo pochissimo tempo, comunque, ha la possibilità di sentirsi di nuovo a proprio agio col proprio corpo, meno gonfio e più energico. Ovviamente non possiamo pensare di avere risultati incredibili dopo una settimana: sarebbe come pensare di diventare un body builder dopo 3 allenamenti. Una volta iniziato il percorso, sono previsti altri incontri? I controlli sono mensili e hanno una durata di 20 minuti. In questo frangente viene valutata la situazione del paziente a un mese dall’introduzione del piano nutrizionale, sono prese le misure corporee e il peso ed analizzata la BIA. Inoltre viene chiesto al paziente come si è trovato con il metodo e se desidera variare o modificare qualche aspetto all’interno del piano. Dopo la prima visita e tra un controllo e l’altro, il paziente può fare riferimento al nutrizionista, che sarà lieto di rispondere a tutte le possibili domande o a dubbi.

Informati nella tua farmacia* sul servizio Nutrirsi di Salute

Il programma prevede l’assunzione di farmaci? No. Il paziente continua ad assumere i farmaci prescritti dal proprio medico in caso di patologia. Gli integratori e i protocolli suggeriti ai pazienti sono personalizzati e si affiancano alle indicazioni del medico curante. *farmacie aderenti su > clubsalute.it

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zione tipiche delle società capitalistiche ed economicamente più sviluppate come la nostra. Voti scolastici, realizzazione personale, perfezione fisica e look sempre alla moda. Questo distacco tra aspettative e realtà può portare a sperimentare un senso di impotenza, perdita di controllo e fallimento, che - a sua volta - porta ad un atteggiamento di totale rifiuto verso un mondo ipercompetitivo basato sull’apparenza e sugli stereotipi sociali.

Società

I numeri di un fenomeno

Hikikomori Sono i ragazzi “fantasma”, che smettono di frequentare la scuola e gli amici e chiudono la porta della loro camera alla vita, alle relazioni e al mondo esterno. Un fenomeno individuato in Giappone, che sta emergendo anche in Italia

Claudia Amato

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n fenomeno invisibile che colpisce più adolescenti di quanti si possa immaginare. Non li vediamo perché la loro vita si svolge interamente in una stanza: la loro camera da letto, dove dormono, giocano, leggono e disegnano.

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Si rifiutano di uscire, di vedere gente e di avere rapporti sociali. Sono gli Hikikomori, i cosiddetti ragazzi “fantasma”. Hikikomori è un termine giapponese che significa letteralmente “stare in disparte” (hiku = tirare e komoru = ritirarsi) e viene utilizzato per identificare chi decide di ritirarsi dalla vita per lunghi periodi (da alcuni mesi fino a diversi anni) senza avere nessun tipo di contatto diretto con il mondo esterno. Si tratta di un meccanismo di difesa messo in atto come reazione alle eccessive pressioni di realizza-

Le prime stime relative al nostro paese indicano almeno 100mila casi, con una netta prevalenza del Nord sul Sud (14,2% comprese le Isole) tra Lazio (18,4%), Lombardia (15,3%), Piemonte (14,2%) e Veneto (10%). Si tratta, soprattutto, di giovani tra i 13 e i 23 anni, con un picco tra i 15-17 anni. Provengono da famiglie benestanti e sono spesso figli unici, coloro che subiscono di più le aspettative genitoriali. Nella maggior parte dei casi sono maschi: in Giappone - dove il fenomeno coinvolge almeno mezzo milione di ragazzi - si calcola che siano il 63,3%; in Italia la percentuale sale addirittura oltre l’87%. È possibile che questo squilibrio di genere sia eccessivo ovvero che le ragazze siano più numerose di quanto non sembri perché il loro isolamento provoca meno allarme rispetto a quello di un ragazzo. Generalmente gli Hikikomori sono ragazzi molto intelligenti (addirittura sopra la media) e introversi, che non hanno alcun problema a livello scolastico e che, spesso e volentieri, hanno poco in comune con i compagni di classe. Il malessere inizia a manifestarsi nel passaggio dalle scuole medie alle scuole superiori. È questo il momento in cui insegnanti e compagni possono avere una funzione significativa, in accordo e collaborazione con la famiglia, che rischia di perdersi e vivere la vergogna per una sofferenza di cui si sente responsabile.

Perché si “diventa” Hikikomori? Le cause sono varie. Solitamente alla base ci sono una sensibilità e una fragilità caratteriale che portano i ragazzi a provare dolore e disagio nel vivere alcune situazioni sociali. I principali campanelli d’allarme sono l’inversione del ritmo sonno-veglia, il rifiuto scolastico/lavorativo, l’auto-reclusione in casa e la preferenza per le attività solitarie. Il disagio cresce con l’avanzare dell’età: mentre gli Hikikomori restano chiusi

Il ritratto Vivono più al Nord, hanno un’età media di vent’anni e sono soprattutto figli unici (28,5%) e maschi. È questo l’identikit degli Hikikomori, i giovani che smettono di andare a scuola o al lavoro, non escono di casa - a volte nemmeno dalla propria stanza - e rifiutano il contatto con parenti, amici e insegnati isolandosi totalmente dal mondo esterno per alcuni mesi, e nei casi più gravi, per anni. In Italia il momento più delicato sembra essere il passaggio tra le scuole medie e le superiori. In Giappone - dove il fenomeno è stato individuato per la prima volta e coinvolge circa 500 mila ragazzi - l’età critica è verso i 20 anni, spesso in coincidenza con il fallimento dell’ammissione all’università. In Italia, secondo le prime stime, a scegliere l’isolamento sono almeno 100 mila ragazzi. Info: > hikikomoriitalia.it

nella loro camera, i compagni si diplomano, si laureano e trovano lavoro. Il confronto con gli amici per questi ragazzi diventa sempre più insopportabile. Una vergogna che li porta, lentamente, a sparire e a nascondersi. Con il trascorrere del tempo la reclusione può provocare diverse patologie come depressione, apatia, fobie, paranoie, disturbi ossessivo-compulsivi, agorafobia e comportamenti regressivi.

Come intervenire? L’approccio più corretto a questa condizione è un percorso terapeutico che può durare diversi mesi o anni. La parola d’ordine è pazienza, poiché va trattato stabilendo un contatto diretto con i soggetti colpiti e con i loro genitori/parenti, cercando di migliorare la loro capacità di interagire attraverso l’aiuto delle strutture sanitarie e degli istituti scolastici coinvolti. Non bisogna rompere la bolla esistenziale dentro cui vivono, ma entrarci - delicatamente - in punta di piedi. Bisogna spingerli a vivere la vita che può renderli più sereni, anche se non corrisponde al nostro modello di vita ideale.

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