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La vacanza in Salento è un’esperienza unica ed irripetibile, un viaggio sensoriale che appaga tutti e cinque i sensi qualsiasi sia il tipo di vacanza che si cerca. Il nostro è un territorio ricco, dalle bellezze naturali a quelle culturali, dalle oasi di relax ai rinomati centri della movida, dalla cucina strettamente tipica e decisa a quella leggera e ricercata, dagli odori e profumi delicati a quelli intensi, dalle escursioni naturalistiche via terra a quelle via mare, dalle esperienze didattiche a quelle puramente ricreative, ecc… Siamo in grado di offrire al turista molteplici tipologie di vacanza e non solo balneare, eppure a volte il turista non riesce a viverla a pieno, non trovando quello che cerca, semplicemente perché non ha avuto il tempo di prepararsi, di sapere quello che questa terra è in grado di offrigli, gettando al vento l’occasione di vivere la vacanza dei suoi sogni. Grazie ad iniziative come questa che riusciamo a valorizzare il nostro Salento, portando le persone a visitare non solo i centri turistici noti ma anche i tantissimi comuni che impreziosiscono questa terra, ognuno con la sua storia, la sua cultura, le sue tradizioni, le sue eccellenze e i suoi vezzi. Iniziative come queste vanno valorizzate ed incentivate a crescere anche con spunti propositivi, compito soprattutto di noi operatori del settore turistico intesi a 360°. Ci è stato fatto un dono, quello di vivere in questa terra meravigliosa, prenderci cura di lei e valorizzarla mi sembra il minimo che le dobbiamo. Caro turista vivi intensamente la tua vacanza, non lasciarti sfuggire nulla della nostra terra, portala nel cuore e aiutaci a far giungere ovunque voce della sua bellezza. Villa Minerva B&B and Family Relais
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Salento Sono tanti e tutti splendidi i volti del Salento; ogni singolo aspetto di questa terra calda e soleggiata vi permetterà di ammirare la bellezza di questi luoghi e di trascorrere delle vacanze che resteranno impresse nei vostri ricordi. Dall’Adriatico allo Ionio, avrete l’imbarazzo della scelta nel decidere dove trascorrere la vostra vacanza, se optare per le dorate spiagge o per le alte scogliere. Il Salento vi accontenterà: Torre Suda, Ponte Ciolo, San Gregorio, Mancaversa, Capilungo, Torre Vado sono le mete adatte se non avete una particolare predilezione per la sabbia; invece Rivabella, Padula Bianca, Lido San Giovanni, Punta Pizzo, Punta Prosciutto, Torre Castiglione, Torre Lapillo, Baia Verde, le Pescoluse sono perfette se
amate essere accarezzati da granelli di morbida e fine sabbia; infine, se non volete rinunciare né alla sabbia né agli scogli, Santa Caterina, Santa Maria al Bagno, Santa Maria di Leuca, Torre Squillace fanno proprio al caso vostro. Numerosi sono i comuni che sono stati insigniti del riconoscimento “Bandiera Blu”, lungo le coste potrete anche ammirare numerose torri di avvistamento che furono costruite in passato per scongiurare il pericolo delle invasioni. A Castro e a Santa Cesarea Terme è possibile visitare alcune grotte carsiche, come quella della Zinzulusa, il cui nome deriva dal termine dialettale “zinzuli” che indica oggetti penzolanti e si riferisce, in questo caso, alle
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numerose stalattiti sul soffitto, e la Romanelli, al centro di molte ricerche archeologiche. Una valida alternativa al mare è rappresentata dai parchi e dalle riserve naturali. Vi segnaliamo: il Parco Naturale delle Cesine, il Parco Regionale Bosco e Paludi di Rauccio, la Riserva Naturale dei Laghi Alimini, il Parco del litorale di Gallipoli e Isola di Sant’Andrea, la Riserva di Torre Veneri, il Parco della costa Otranto Santa Maria di Leuca. Il Salento è famoso per il fascino esercitato dal paesaggio dai colori caldi e accesi della vegetazione. Le campagne sono delimitate da muretti a
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secco e in alcuni appezzamenti risalteranno le caratteristiche costruzioni realizzate in pietra, chiamate “furnieddhi” o “pagghiare”. Ammirerete l’imponenza degli alberi secolari di ulivo, respirerete il profumo inebriante che sprigionano i pini, apprezzerete la bellezza delle viti cariche di succosi grappoli. D’estate potrete assaggiare i colorati frutti dei fichi d’India, come anche i dolcissimi fichi. Passeggiare per le strade di campagna vi permetterà di respirare aria pulita e di sentirvi a contatto con il mondo della natura. Il rispetto per le tradizioni è un elemento fondamentale per i salentini: feste patronali, eventi musicali, sagre sono momenti cui gli abitanti di questo territorio non rinuncerebbero mai. Una fra le più importanti e conosciute manifestazioni che si svolgono nel periodo estivo è la Notte della Taranta, in occasione della quale numerosi artisti italiani e internazionali si recano a Melpignano per esibirsi in uno spettacolo che valorizza la musica e i balli, in modo particolare la famosa “Pizzica”, che con i suoi ritmi vivaci e incalzanti vi coinvolgerà! Nei centri storici domina il Barocco, che riconoscerete subito in tutte le opere architettoniche. Le costruzioni sono in pietra leccese, roccia calcarea malleabile dal colore ocra, che si estrae da cave presenti nel territorio. Lecce è considerata su tutte le città salentine la capitale indiscussa del Barocco, con i suoi capitelli, fregi, pinnacoli e sculture. Caratteristica della tradizione artigia-
nale salentina è la cartapesta. Vittorio Bodini, uno dei più importanti autori salentini, in un articolo intitolato “Il paradiso di cartapesta”, dedicato all’artigianato tipico leccese, scriveva che “la cartapesta è figlia della noia leccese. Basta solo vedere dove è nata, nelle botteghe dei barbieri”. Tale attività ebbe origine proprio nelle botteghe dei barbieri che, nei momenti liberi, lavoravano alle loro creazioni e discutevano di arte con i loro amici. Le opere in cartapesta, spesso raffiguranti figure sacre, sono realizzate in carta straccia, colla di amido, paglia, fil di ferro, gesso, che vengono poi dipinte. A Capodanno vengono modellati con questa tecnica dei pupazzi rappresentanti l’anno appena terminato e che per tradizione vengono incendiati. Sono in cartapesta anche i carri allegorici che sfilano per le stra-
de a Carnevale. Il Salento si può gustare tutto l’anno: a Natale, tra presepi viventi e presepi artistici, si possono assaggiare “pittule” e “purciaddhuzzi”; gustosissime le “chiacchiere”, dolci fritti che vengono preparati per carnevale; Pasqua è animata da suggestivi rituali come le processioni, particolarmente degne di nota quelle di Gallipoli e di Galatina. Nel Salento sono tantissimi i centri della movida, dai locali leccesi a quelli gallipolini, dove potrete trascorrere le calde notti estive, all’insegna della buona musica e del movimento. Discoteche, Lounge Bar, Pub sono ideali per divertirsi; mentre, se preferite serate tranquille, potrete passeggiare presso le marine. Siete pronti a scoprire tutte le meraviglie del Salento?
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Lecce Conosco una città: ha tre porte. Porta Rudiae, Porta Napoli, Porta San Biagio. Le infilo adagio, corretto, inamidato. Mi lascio alle spalle Piazza Duomo. Mi pedina un colombo, collare iridato. (Ercole Ugo D’Andrea) La “Signora del Barocco” ha origini antichissime e ogni popolo che vi ha messo piede ha incrementato la bellezza del patrimonio di Lecce: si narra che le sue origini risalgano al periodo della dominazione messapica, mentre alcune leggende vogliono che sia stato un esule, in fuga da
Troia distrutta, a fondarla. Con l’estendersi dell’egemonia di Roma, anche Lupiae, l’antico nome di Lecce, passò sotto la sua dominazione, come testimoniano i resti archeologici che sono in parte visibili ancora oggi e si mescolano alle numerose tracce disseminate dagli altri popoli. In passato i confini di Lecce erano segnati da quattro porte: Porta Rudiae, Porta Napoli, Porta San Biagio e Porta San Martino, ma di quest’ultima purtroppo oggi non rimane traccia. Sul fregio di Porta Rudiae, che deve il nome proprio alla città di origine messapica che costituiva l’attuale periferia di Lecce, si innalzano i busti dei mitici fondatori della città ed è sormontata da una statua di Sant’Oronzo. La porta rappresentava l’ingresso principale della città fino a quando non fu realizzata una nuova
Lecce - Porta Rudiae
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strada passante per Porta Napoli, conosciuta anche con il nome di Arco di Carlo V, in onore dell’imperatore; nei suoi pressi, si erge l’obelisco, a pianta quadrata e di forma piramidale, realizzato nel 1822 per onorare la visita di Ferdinando I di Borbone. Da ammirare i suoi bassorilievi tra cui un delfino che morde una mezzaluna, che rappresenta la sconfitta dei turchi. Porta San Biagio fu costruita nel 1774, al posto di un’altra porta precedentemente eretta per volere di Carlo V, ed è sormontata dalla statua del santo; al centro si può ammirare lo stemma di Ferdinando IV di Borbone, ai lati, invece, quello di Lecce. Il triste soliloquio del santo nella piazza ed il continuo mescere le frasi dei contadini in beghe nel tuo foro. (Claudia Ruggeri) Lecce - Anfiteatro
Frammenti d’arte
Il cuore pulsante di Lecce è costituito da Piazza Sant’Oronzo, dominata dalla colonna su cui si erge la statua, realizzata a Venezia, del santo patrono della città. Abbassando lo sguardo, invece, si può ammirare il mosaico della Lupa, opera di Giuseppe Nicolardi che riprodusse nel 1953, al centro della grande piazza, lo stemma di Lecce. Ad occupare metà della superficie della piazza vi è l’Anfiteatro Romano, che risale all’Età Augustea, di cui resta l’arena, le gradinate inferiori e parte delle mura esterne. Il palazzo del Sedile, costruito nel XVI secolo e sede del municipio fino al 1851, è caratterizzato da una struttura che unisce lo stile gotico con lo stile rinascimentale e al suo fianco è possibile ammirare la Chiesa di San Marco, costruita per volere dei veneziani che abitavano la città nel Cinquecento. Un esempio di piazza chiusa – delimitata da mura per tre lati – è, invece, Piazza Duomo, che si presenta come un grande cortile, dove si affacciano la Cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta (il Duomo), l’Episcopio, il Sedile e il Campanile. Da ammirare è la cosiddetta “falsa facciata”, che non corrisponde alla facciata della chiesa ma è stata decorata per evitare che il visitatore si trovasse di fronte a un muro piatto e vuoto. Pertanto, il Duomo possiede una facciata scenografica, esuberante in linea con lo stile barocco che domina nelle costruzioni leccesi, e la vera e propria facciata, quella principale, molto più semplice dal punto di vista decorativo e che si sviluppa in due ordini, sui quali si ergono le statue dei Santi Pietro e Paolo, di San Gennaro e di San Ludovico da Tolosa. Incarna perfettamente lo stile e lo spirito del barocco la Basilica di Santa Croce, sulla cui facciata si possono ammirare delle raffigurazioni che rappresentano la vittoria sugli Ottomani durante la battaglia di Lepanto. Fu commissionata
Lecce - Piazza Duomo
dall’ordine dei Celestini e realizzata, tra XVI e XVII secolo, grazie all’ingegno e alle mani esperte dei migliori architetti salenti e dei più appassionati maestri scalpellini. La facciata, che colpirà il vostro sguardo per l’esplosione di forme e la ricchezza decorativa, si compone di due ordini, sovrastati da un imponente timpano, col trionfo della croce al centro. Non potrete fare a meno di notare il grande rosone che domina nel secondo ordine, incorniciato ai lati destro e sinistro da due colonne che dividono lo spazio centrale da quello laterale dove si trovano delle nicchie che custodiscono le statue di san Benedetto e papa Celestino V. L’interno accoglie ben sedici altari in stile barocco, tra cui, collocato nel transetto sinistro, quello dedicato a San Francesco da Paola, opera di Francesco Antonio Zimbalo. Degni di nota sono anche gli altari che possono essere ammirati nella basilica
di San Giovanni Battista, costruita verso la fine del XVII secolo da Giuseppe Zimbalo, la cui facciata è divisa in due ordini e sopra il grande portale centrale, fiancheggiato da due meravigliose colonne a spirale, è collocata una statua di san Domenico da Guzman. È una prova fantastica la campagna leccese - olivi, giallo e terra secca (Vittorio Pagano)
Scorci di paesaggio
A sinistra del portale monumentale del cimitero di Lecce, vicino all’edificio che ospitava il monastero degli Olivetani, costruito nel XII secolo e oggi una delle sedi dell’Università del Salento, si trova l’ingresso del Parco Belloluogo, immerso nel verde e luogo di ritrovo per chiunque voglia trascorrere delle giornate a contatto con la natura, per chi desidera pra-
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all’agricoltura. Non molto lontano da Lecce, nel territorio di Vernole, si trova la riserva naturale delle Cesine, il cui termina significa “radura”. Anche questa zona faceva parte della foresta che un tempo si estendeva da Brindisi a Otranto. È una zona prevalentemente paludosa, abitata da numerose specie di uccelli, come il falco di palude, l’airone cenerino, il falco pescatore, la beccaccia di mare, la cinciallegra, il pettirosso, la capinera, il cardellino, il martin pescatore; fra i rettili e gli anfibi presenti vi sono la tartaruga rupestre, la rana verde, la lucertola campestre e la biscia dal collare. Viviamo in un incantesimo, tra palazzi di tufo, in una grande pianura. (Vittorio Bodini)
Vivere la città Lecce - Obelisco
ticare sport o passeggiare in tranquillità, per grandi e bambini che possono divertirsi correndo e giocando nel prato. Non molto lontano, si erge la torre di Belloluogo, una torre medievale costruita tra la fine del XIII secolo e gli inizi del XIV come avamposto difensivo. All’interno si trovano due piani collegati da scale e al primo paino si può ammirare una cappella con una volta dipinta d’azzurro. Sulle pareti sono affrescate dieci scene che narrano la storia di Maddalena, il cui culto era molto importante per gli Angioini. Si possono trascorrere piacevoli giornate anche passeggiando nel parco naturale regionale Bosco e Paludi di Rauccio, situato nei pressi di Torre Chianca e Torre Rinalda, che si estende a nord di Lecce ed è ciò che resta di un’antica foresta che si estendeva da Brindisi a Otranto. Nel parco si trovano zone umide, come il Bacino Idume e la Specchia della Milogna, e zone occupate da macchia mediterranea, da canneti e da spazi riservati
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L’anima barocca di Lecce va vissuta pienamente, passeggiando per i vicoli del centro storico: vi sembrerà di essere tornati indietro nel tempo e potrete divertirvi guardando le vetrine dei numerosi negozi e facendo alcune tappe nei locali per assaporare le delizie del luogo. Non molto lontano da Piazza Sant’Oronzo, potrete ammirare il castello di Carlo V, costruito in onore dell’imperatore nel corso del XVI secolo, un’imponente fortezza difensiva a pianta quadrangolare, meta di numerose visite. Se non siete stanchi per il troppo shopping mattutino e per le emozioni suscitate dalle incantevoli manifestazioni artistiche leccesi, calato il sole, potrete scatenarvi, immergendovi nella movida della città, frequentando uno dei tanti locali di tendenza, oppure facendovi coinvolgere nel dinamismo dei frenetici eventi che si svolgono durante l’estate.
... dintorni Arnesano
Nella Valle della Cupa, sorge Arnesano, paese di grande rilevanza per il suo Parco archeologico, dove è stata ritrovata una tomba risalente alla fine del Neolitico, nella quale era sepolto un individuo adulto, tre vasi e un idoletto rappresentante una figura umana col volto somigliante a quello di una civetta. La chiesa madre risale al Sedicesimo secolo ed è stata costruita in onore di Santa Maria delle Grazie; la struttura fu riedificata, due secoli dopo, quando fu realizzato anche il campanile a torre. La chiesa ospita in una nicchia la statua in cartapesta di Gesù Crocifisso. A seguito di eventi miracolosi che si verificarono nel corso del Diciannovesimo secolo, il SS. Crocefisso divenne il protettore del paese assieme a Maria Santissima. Degni di nota sono il palazzo Marchesale e il Palazzo Guarini. Il primo fu edificato nel Diciassettesimo secolo dalla famiglia Marescallo, ma successivamente ampliato dal feudatario Prato. Potrete vedere una torre che è tutto ciò che resta di un’antica fortezza. Il Palazzo Guarini è una struttura cinquecentesca esternamente caratterizzato da un ampio portale sormontato da uno scudo araldico.
Vernole
Vernole, famoso per la zona umida delle Cesine, si estende con la sua Oasi Naturalistica. La Riserva naturale statale, gestita dal WWF, prende il nome dalla parola latina “seges” che significa “incolta”, per la presenza boschi che, in passato, furono abbattuti per ottenere terreni agricoli. I due stagni Salapi e Pantano Grande, alimentati dalla piogge, sono separati dal mare da un cordone di dune sabbiose. La chiesa madre è intitolata a Maria San-
tissima Assunta e fu costruita sulle rovine di un precedente edificio nel 1730. La facciata principale è riccamente decorata secondo i canoni tipici del barocco leccese. A Sant’Anna è dedicata una chiesa costruita verso la fine del Diciassettesimo secolo e realizzata completamente in pietra leccese. Internamente, vi è un’unica aula rettangolare, con un solo altare decorato in stile barocco e dove si può vedere una tela raffigurante Sant’Anna, copia di un quadro precedentemente rubato. Alla protettrice del paese è dedicata anche una colonna in pietra leccese, realizzata verso la fine del Diciottesimo secolo. La colonna, a base ottagonale, è alta oltre diciassette metri, divisa in diversi registri e riccamente decorata. Una famosa frazione di Vernole è Acaya. L’accesso al borgo è caratterizzato da una porta realizzata nel 1535, la cui facciata è ricca di stemmi e il fastigio è sormontato Vernole - Chesa Madonna della Visitazione
dalla statua di Sant’Oronzo. Anche l’imponenza del castello attirerà la vostra attenzione: ideato da Gian Giacomo dell’Acaya, ingegnere di Carlo V, fu realizzato per fortificare il vecchio borgo.
San Donato
Sempre nella Valle della Cupa si trova San Donato. La chiesa Matrice della Resurrezione del Signore fu edificata in epoca normanna ma completamente ricostruita nel Diciassettesimo secolo e completata nel 1704. Il Palazzo Ducale fu realizzato nel Diciassettesimo secolo, sulle fondamenta del castello che era stato normanno e po i degli Aragonesi, seguendo lo stile neoclassico. La pianta è
quadrata e ad ogni angolo si ergono quattro torri, due delle quali, non sono più visibili in quanto inglobate nella costruzione. L’unica frazione di San Donato di Lecce è Galugnano, che ha un grande rilievo dal punto di vista storico. Qui sono stati rinvenuti alcuni menhir: il Menhir delle Lete, realizzato in pietra leccese e con incisa una croce doppia; il Menhir Curti Vecchi, di forma prismatica e altro tre metri; il Menhir di Ussano, vicino all’omonima masseria, di maestose dimensioni.
Galatina
Potrete sostare presso una delle panchine collocate in Piazza Alighieri e ammirare la cosiddetta “Pupa”, la fontana monumen-
Galatina - Chiesa Ss. Pietro e Paolo
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tale della città. L’opera, intitolata in realtà “Lampada senza luce”, ispirata alle forme delle sculture di Michelangelo, era stata esposta e premiata alla Biennale di Venezia nel 1928 e raffigura dama Martinez completamente nuda, motivo per cui il parroco della città non era d’accordo con la sua collocazione in piazza. La Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, dichiarata monumento nazionale nell’Ottocento è un esempio del fascino dell’arte romanica e gotica italiana. Al suo interno sono conservate le reliquie del dito della santa cui è dedicata. La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo è caratterizzata da una facciata barocca e dallo stemma civico collocato sul timpano. A realizzare i tre portali di ingresso fu Zimbalo, mentre all’interno si trovano interessanti affreschi sulla vita di San Pietro e numerose tele. Molto particolare è la chiesa di Santa Caterina Novella, edificata dai Padri Olivetani a partire dal 1507 e subì continui rimaneggiamenti fino alla fine del Seicento. Vi è anche un convento dei Cappuccini, risalente al 1500, che sorge vicino ad una chiesetta dedicata allo Spirito Santo e che ha un aspetto sobrio e semplice. La chiesa dell’Addolorata, è una chiesa barocca del centro storico di Galatina. Edificata intorno al 1710, come testimonia l’iscrizione posta sulla facciata. Di grande interesse è il monumentale altare maggiore in pietra scolpita e intagliata, del 1716. Porta Luce prende il nome dalla vicina chiesa della Madonna della Luce, caratterizzata da un arco a tutto sesto sul quale è collocato lo stemma della città. Porta Nuova, anche detta Porta San Pietro, arricchita da una statua del santo. Porta San Giorgio o Porta Cappuccini che permetteva ai frati di raggiungere attraverso un vicolo il Monte della pietà che avevano fondato, il cui stile è semplice e decorata a motivi vegetali e floreali. Potrete ammirare un’infinità di Palazzi: tra i più famosi, ricordiamo Palazzo Orsini; Palazzo del Sedile, antica sede della Municipalità; il Palazzo ducale, che era prima un
Squinzano - Chiesa Matrice di San Nicola
castello; Palazzo Baldi, ricco di epigrafi latine, affreschi religiosi, passaggi segreti e addirittura un osservatorio astronomico.
Squinzano
La chiesa madre, dedicata al patrono San Nicola, fu edificata sui resti di un antico luogo di culto con cripta dedicato a San Nicola risalente a prima del Dodicesimo secolo. Il portale d’ingresso, decorato da una cornice in pietra leccese, è sovrastato da una nicchia contenente la statua di San Nicola. Il campanile a pianta quadrata è composto da cinque piani ed è alto oltre trenta metri. L’interno è a croce latina, diviso in tre navate da sedici colonne. Nella seconda metà del Cinquecento fu edificata la chiesa di Santa Maria delle Grazie, dove i Frati Minori Riformati si stabilirono presso questa chiesa e costruirono il convento che si può vedere accanto. Il convento di Sant’Elia fu costruito nel 1575 per volontà del barone di Campi Paladini, il quale volle nel suo territorio una comunità di Cappuccini.
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... le marine Torre dell’Orso
Nota per la sua sabbia di color argento e l’acqua limpidissima, è un'insenatura delimitata da due alte scogliere e alle cui spalle si trovano basse dune con una pineta non naturale ma impiantata dall'uomo e due faraglioni molto simili, conosciuti come “Le due sorelle”. La località è una delle più frequentata dai turisti ed è stata premiata con il riconoscimento internazionale Bandiera Blu d’Europa. E’ presente una torre, costruita nel corso del Cinquecento. Di grande importanza storica e archeologica è la grotta di San Cristoforo dove sono stati rinvenuti alcuni graffiti.
San Cataldo
E’ la marina più frequentata dai leccesi e più vicina alla città, che alterna insenature sabbiose a tratti rocciosi; in epoca romana era sede di un importante porto, intitolato all’imperatore Adriano. Nei paraggi, vi è un importante circolo velico di derive e catamarani.
Torre Chianca
Prende il nome dalla torre che domina nella marina, costruita nel Cinquecento dagli spagnoli. Attorno vi è un bellissimo campo di girasoli che è diventato patrimonio dell’Unesco e anche un bacino con la foce del fiume Idume che sfocia nel Mare Adriatico.
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Torre Sant’Andrea
Meravigliosa marina, che attrae moltissimi turisti e che è stata premiata con la Bandiera Blu d’Europa, caratterizzata da una profumata e fresca pineta che arriva fino ai laghi Alimini.
San Foca
E’ uno dei porti più importanti del posto e, durante l’estate, attrae moli turisti soprattutto per la bellissima scogliera che si può ammirare: scogli da uno a trenta metri colpiscono la vista, ma a sorprendere è il particolarissimo “Scoglio dell’otto”, così chiamato per via della sua caratteristica forma.
Frigole
E’ divisa in due parti: il centro, costituito da due piazze dove potrete visitare la parrocchia di Santa Maria Goretti, e la zona balneare, costituita dal Lungomare Attilio Mori, dal porticciolo e dalle spiagge. Il litorale è caratterizzato da una costa bassa e sabbiosa.
Roca Vecchia
Così chiamata in onore del Santuario ella Madonna di Roca, risalente al Seicento, è una marina dove potrete visitare la torre di avvistamento, le rovine del castello, le due grotte presenti, conosciute come grotte della Poesia, antico luogo di culto del dio Taotor.
Feste e Sagre • dal 12 al 13 giugno • SOLETO Festa e fiera di Sant’Antonio
• dal 21 al 22 giugno • CALIMERA
Festa di San Luigi dei lampioni e de lu Cutrurusciu
• dal 22 al 24 giugno • LIZZANELLO Festa delle Sagre
• dal 22 al 25 giugno • LEQUILE Festa e fiera di San Vito
• 2 luglio • MELENDUGNO Jazz Festival (Rocanuova)
• dal 2 al 3 luglio • CARPIGNANO SALENTINO Festa di Santa Maria della Grotta
• dal 6 al 7 luglio • MURO LECCESE Festa di San Marina
• 7 luglio e 4 agosto • ACAYA Mercatine del baratto e dell’usato
• dal 10 al 11 luglio • SAN PIETRO IN LAMA Festa e fiera di San Pietro
• dal 12 al 14 luglio • VERNOLE Birra and Friends
• dal 12 al 15 luglio • MARTIGNANO Sagra dell’insalata Grika e della Salsiccia
• dal 19 al 22 luglio • MERINE Sagra te lu Ranu
• dal 20 al 21 luglio • SAN FOCA Festa della Madonnina
• dal 24 al 26 luglio • VERNOLE Festa di Sant’Anna e Gioacchino
• dal 26 al 29 luglio • CASTRÌ DI LECCE Marangiane in festa
• dal 27 al 30 luglio • CAPRARICA DI LECCE Festa te la Uliata
• 28 luglio • MELENDUGNO Le vie del Miele
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Location per cerimonie feste ed eventi Via Garibaldi, 78 - Alezio (Le) info@villaranciasalento.it - Cell. 347 8480953
IL RIFUGIO
Cucina t ipTicINaA SALEN Agriturismo via case sparse, Galugnano
(San Donato di Lecce)
Salento
Ristorante: 346 3565080 B&B 340 9124473 www.agriturismorifugio.it
Feste e Sagre • dal 30 luglio all’8 agosto • CARPIGNANO SALENTINO Festa te lu Mieru
• dal 1 al 5 agosto • LECCE Pizza Village
• dal 2 al 5 agosto • MELENDUGNO Sagra te lu Purpu
• dal 4 al 5 agosto • VERNOLE Festa della Madonna della Neve
• dal 6 al 7 agosto • SAN DONATO DI LECCE Festa di San Donato
• dal 6 al 8 agosto • TORRE DELL’ORSO Festa della Birra
• dal 9 al 10 agosto • LIZZANELLO Festa di San Lorenzo
• 11 agosto • BORGAGNE Corti in festa
• dal 12 al 14 agosto • SAN FOCA Sagra del Pesce
• dal 17 al 18 agosto • VERNOLE
San Gregorio e Sagra del Peperone (Acquarica di Lecce)
• dal 17 al 19 agosto • TREPUZZI Mille e una Puccia (Casalabate)
• 21 agosto • SAN FOCA Notte di Mare
• dal 24 al 26 agosto • LECCE Festa di Sant’Oronzo
• dal 25 al 27 agosto • MURO LECCESE Festa di Sant’Oronzo
• dal 6 al 7 settembre • BORGAGNE Note Fiorite
• dal 7 all’8 settembre • VERNOLE Sagra della Trippa (Strudà)
• dal 15 al 16 settembre • MELENDUGNO Festa di San Miceta
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• Cucina tipica di Mare e di Terra • Pizza anche a pranzo • Birra artigianale • Vini di Puglia Via Galateo 8/10 - Gallipoli (nei pressi della Cattedrale)
Per info e prenotazioni: +39 349 3413578
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Alloggiare da... • Tenuta La Baronessa
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Porto Cesareo La gente, qui, ha il colore del mare, ha l’andatura di un’onda, il cuore negli occhi, un corpo azzurrato, perfetto… (Antonio L. Verri)
A spasso nel tempo
Diverse scoperte archeologiche permettono di affermare l’esistenza di Porto Cesareo già in epoca preistorica; all’età del Bronzo risalgono dei resti ritrovati in una località a nord del centro abitato, conosciuta con il nome di “Scalo di Furno”. Fondamentale scalo portuale per il commercio, durante il periodo della dominazione romana, Porto Cesareo era chiamata “Portus Sasinae”. Dopo un periodo di abbandono, nel Medioevo i monaci basiliani costruirono un’abbazia in cui dimorarono fino al XV secolo, quando la proprietà passò ai duchi di Nardò, gli Acquaviva. A questi anni risalgono
un notevole incremento dello sviluppo commerciale e la costruzione di diverse torri d’avvistamento per la difesa del territorio. Un altro importante momento della storia economica di Porto Cesareo è legato alla famiglia Muci che acquistarono e dominarono sul feudo fino agli inizi del XIX secolo. Nel ’900, dopo l’opera di bonifica dell’Arneo, Porto Cesareo divenne sempre più ricco e famoso, anche perché divenne una meta attrattiva per molti turisti durante l’estate. Negli anni Settanta, Porto Cesareo chiese e ottenne l’autonomia dal comune di Nardò.
Scorci di natura
Due sono i litorali di Porto Cesareo: la parte a est ingloba la spiaggia cittadina, quella a ovest è caratterizzata da spiagge basse e sabbiose alternate a scogliere. Fra le località più conosciute e frequentate vi sono: la spiaggia di “Primo Ponte”, cosiddetta per via di un
Porto Cesareo - Spiaggia
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ponticello presente in zona; la spiaggia detta delle “Dune”; Torre Chianca; Torre Lapillo; Lido degli Angeli; Punta Prosciutto. Il mare è ovunque particolarmente cristallino ed è caratterizzato da un fondo sabbioso basso, adatto anche per i più piccoli della famiglia. Porto Cesareo rientra tra le 27 aree naturali marine protette d’Italia, per le numerose specie vegetali che si trovano nel paese e che hanno attirato l’attenzione di molti biologi. Si possono ricevere informazioni sulla natura di Porto Cesareo e in modo particolare sui fondali, attualmente oggetto di interesse di diversi studi, recandosi al Museo di Biologia Marina, che contiene ben novecento reperti, una biblioteca, un’aula multimediale e un archivio fotografico. Vicino a Porto Cesareo si trovano anche
due isole: l’Isola dei Conigli e l’Isola della Malva.
Frammenti d’arte
La fama di Porto Cesareo non è legata solo al suo mare incantevole e alle sue grandi spiagge, ma anche alle numerose masserie che si trovano sul territorio, come, ad esempio, Masseria Belvedere, Masseria La Fisichella e Masseria Colarizzo. Nel corso del Seicento, fu costruita una piccola cappella, ancora oggi visibile, dedicata a Santa Cesarea Vergine, divenuta però troppo piccola per contenere la popolazione del paese che era di gran lunga aumentata. Per tale motivo, accanto alla cappella, fu eretta nel 1880, per volontà dell’allora vescovo di Nardò, la chiesa della Madonna del Perpetuo
Porto Cesareo - Torre Cesarea
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Porto Cesareo - Spiaggia dei conigli
Soccorso. L’edificio presenta una facciata molto semplice in stile neoclassico, incorniciata da due paraste doriche. La pianta della chiesa è caratterizzata da
una sola navata rettangolare. All’interno, si possono vedere due nicchie nelle quali sono custodite le statue in cartapesta di Santa Cesarea e della Madonna del PerPorto Cesareo - Porto petuo Soccorso.
Vivere la città
Nel 2002, Porto Cesareo fu sotto i riflettori per la decisione di uno scultore salentino di realizzare una statua che rappresentasse la moglie di un pescatore in attesa del ritorno del marito partito per mare e, per realizzare la quale, volle ispirarsi alle fattezze della showgirl Manuela Arcuri. Assolutamente da visitare sono le numerose e affascinanti torri che costeggiano le rive di Porto Cesareo, in modo particolare Torre Cesarea, che si trova a sud dell’abitato, che con i suoi 16 metri d’altezza domina sul territorio: il suo aspetto imponente serviva proprio ad atterrire coloro che pensavano di poter attaccare la città.
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... dintorni Nardò
Il susseguirsi degli eventi e degli anni ha lasciato numerose impronte sulla città di Nardò: le testimonianze visibili sul suo territorio partono addirittura dalla Preistoria. Le prime manifestazioni di arti figurative ritrovate in Europa son le incisioni ritrovate sulle pareti delle grotte di Baia Uluzzo. A mostrare i segni dei diversi secoli è anche la struttura della Cattedrale di Santa Maria Assunta, che sorge sui resti di una chiesa basiliana e che custodisce il preziosissimo Cristo Nero, un crocifisso del XIII secolo, denominato in questo modo per la sua colorazione scura, dovuta al tipo di legno col quale è stato realizzato, il cedro. Anche la Chiesa di San Domenico subì
numerose modifiche nel corso del tempo: all’esterno, si presenta con una facciata in carparo nella cui parte inferiore si possono notare figure umane e cariatidi addossate le une alle altre. All’interno, tra i diversi altari spicca quello della Madonna del Rosario con i quindici misteri, opera del pittore neretino Antonio Donato D'Orlando. Adiacente alla chiesa è il convento dei Domenicani. Costruita su una pianta a croce greca, la Chiesa di Santa Maria della Purità presenta l’altare maggiore realizzato in marmo policromo sopra il quale si trova una tela che rappresenta la Madonna fra Santi. Si racconta che, nel corso del Settecento, le campagne neretine furono invase dai bruchi: la popolazione si rivolse a san Trifone che, avendo ascoltato le preghie-
Nardò - Castello Acquaviva
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re degli abitanti, liberò la città dai fastidiosi animali. Per questo, fu realizzata una chiesa in onore del Santo. Sempre al Settecento, risale la Chiesa di San Giuseppe Patriarca, costruita in sostituzione di un precedente edificio e che risente moltissimo dello stile architettonico tipico delle chiese leccesi. Al suo interno, non potrete non ammirare, oltre alle sue tele, il bassorilievo sull’altare maggiore che rappresenta la fuga in Egitto. Annessa al convento delle Clarisse, fondato nel 1200, è la Chiesa di Santa Chiara, che fu ampliata, per poter accogliere un numero sempre crescente di cittadini, inglobando anche la Chiesetta di San Giovanni Battista che si trovava a pochi metri di distanza e di cui rimane come testimonianza il portale. Ma le modifiche non finirono e nel corso del tempo, la chiesa cambiò ancora il suo aspetto. Al suo interno, troviamo dei bellissimi marmi policromi che decorano il presbiterio. La Chiesa Beata Vergine Maria del Carmelo, con l'annesso convento, rappresenta uno dei maggiori complessi monastici della città. L’interno della chiesa è in stile barocco mentre l’esterno presenta caratteristiche tipiche del periodo romanico: affianco al portale d’ingresso vi sono scolpiti due leoni aggressivi, mentre nelle nicchie si trovano due statue che risalgono al Cinquecento. La fascia costiera è un posto ideale per riscoprire se stessi immersi nella natura: essa ospita anche il Parco regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano, dove è offerto uno spettacolo unico rappresentato dal verde delle pinete e della macchia mediterranea in genere e da una meravigliosa costa frastagliata e rocciosa.
monaci basiliani. Nacque come luogo di culto, ma poi fu acquistato da diverse famiglie della nobiltà che lo resero una residenza privata. Al suo interno si conservano opere d’arte di notevole interesse artistico e storico. Ora si trovano un’azienda vinicola ed un “museo del vino”. La Chiesa madre, dedicata a Santa Maria dell’Assunta, risale al XVI secolo, ma crollò nel Seicento e fu subito dopo ricostruita. Presenta una facciata in carparo scandita su tre livelli e nel terzo ordine culminano in pinnacoli. Il portale, in pietra leccese, è sormontato dal gruppo scultoreo dell’Assunta tra due putti e pinnacoli di fiori e frutta. Ai lati del portale si aprono due nicchie con le statue di San Francesco d’Assisi e Sant’Agostino; le due nicchie del secondo ordine accolgono le statue di San Tommaso d’Aquino e San Domenico di Guzman. L’interno, a croce latina, è divisa in tre navate da poderosi pilastri. Nelle navate laterali sono collocati sei altari; altri quattro sono nel transetto. Nel luogo dove si trovava la piccola chiesa della Madonna del Soccorso, fu costruito l’edificio che ospita il convento dei Frati Minori. La Chiesa Santa Maria della Visitazione presenta una facciata in due ordini: quello inferiore ospita il portale d’ingresso affiancato da due nicchie vuote mentre l’ordine superiore, privo di decorazioni, accoglie una finestra centrale. L’interno, a navata unica, è ricco di stucchi settecenteschi e architetture barocche. Il convento è distribuito attorno a un monumentale chiostro con colonne e capitelli in stile dorico ed è formato da larghi corridoi e numerose celle.
Copertino
Il perimetro murario della città fu costruito nel Quattrocento e la porta, A Salice Salentino è presente una fortifi- denominata “di San Giuseppe” perché cazione del XVI secolo: Castello Monaci, dedicata nel Settecento al patrono, rapdove era presente un insediamento di presentò per molto tempo l’unico acces-
Salice Salentino
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Copertino - Castello
so a Copertino. La Basilica di Santa Maria ad Nives sorse nel 1088 per volontà del conte Goffredo il Normanno e fu intitolata alla Vergine Assunta. La costruzione del Santuario di San Giuseppe fu messa in atto nel Settecento e l’edificio fu ingrandito l’anno successivo. Il suo interno è sobrio e comprende una piccola stalla con un tetto a capanna di paglia, canne e tegole, dove nacque il Santo protettore della città. Vi sono custodite numerose reliquie del Santo tra cui il cuore, giunto a Copertino da Osimo il 7 aprile 1953. La casa paterna di San Giuseppe apparteneva a Felice Desa, padre del Santo. L’interno ospita sulla parete sinistra un dipinto su tela della fine dell’Ottocento che raffigura l’agonia della madre di San Giuseppe. Il Santuario della Grottella, con l’annesso convento, è situato alla periferia del paese e fu il luogo di molte estasi di San Giuseppe da Copertino.
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Nel 1618, i Francescani diedero inizio alla costruzione dell’adiacente convento: dinanzi, si estende un grande parco, tuttora utilizzato per varie manifestazioni musicali e artistiche. La chiesa e il monastero di Santa Chiara furono fondati nel 1545 e rimaneggiati nei primi decenni del XVIII secolo. La chiesa venne trasformata in un edificio barocco. La Chiesa di Santa Maria di Casole sorge fuori dal centro urbano, sulla strada provinciale Copertino-Nardò. Durante il Cinquecento, la chiesa fu ricostruita, dopo essere stata distrutta dai turchi. Si presenta con un sobrio prospetto a capanna e sul portale d’ingresso si trova un affresco della Madonna tra i Santi Francesco e Antonio. Tra i palazzi più importanti di Copertino abbiamo: Palazzo Pappi, di cui rimane un portale cinquecentesco che ben incarna lo stile rinascimentale e d è interamente realizzato in pietra leccese; il Palazzo Ventura, di cui resta, anche in
questo caso, il portale quattrocentesco, arricchito nel corso del Settecento con motivi barocchi; Palazzo Prence, il cui portale è sormontato da una statua di Michele Arcangelo che uccide un drago. Nel Cinquecento, fu realizzato il castello di Copertino che ingloba una fortezza di epoca normanna, con una pianta quadrangolare ai cui vertici si erigono quattro possenti baluardi.
Veglie
Famoso per la produzione di vini e olio, Veglie è un comune della Terra d’Arneo, fondato nel X secolo ma già abitato dai messapi molti secoli prima. La fondazione della chiesa madre, dedicata a San Giovanni Battista e Santa Irene, risale all'XI secolo ma fu poi ricostruita tra XVI e XVIII secolo. Il portale è sormontato da una lunetta in cui è contenuto il gruppo scultoreo raffigurante la Madonna col Bambino, tra i Santi Pietro e Paolo. La struttura dell’edificio è a croce latina e a navata unica, da cui si aprono tre brevi cappelle per lato con altari. Fu ristrutturata durante il Barocco. In tale stile è l’altare del Santissimo Sacramento che fu trasportato da un’altra chiesa salentina nella seconda metà del XIX secolo. La cripta della Madonna della Favana risale al IX-XI secolo. Il nome è legato al favismo, malattia per salvarsi dalla quale si pregava Santa Maria di Veglie, alla quale originariamente l’edificio era dedicato. Alla cripta, scavata in un banco calcarenitico, si accede per mezzo di un dromos; il pavimento è in terra battuta; le pareti sono ricoperte da un vasto ciclo pittorico databile al XV secolo. Sono presenti sculture di santi orientali e occidentali e scritte sia in greco che in latino che testimoniano l’intreccio culturale di questo insediamento rupestre. Al Quattrocento risale Porta Nuova, anche conosciuta come Porta Tramontana, che fu ristrutturata nel corso del XVIII
secolo. Nel 1904, fu collocata in cima una statua in pietra della Vergine, risalente al Seicento.
Leverano
Sempre all’interno della Terra dell’Arneo si trova Leverano. Su una costruzione preesistente è stata realizzata la chiesa Matrice, dedicata alla Santissima Annunziata, tra fine Cinquecento e inizio Seicento, ma, nel secolo successivo, fu gravemente danneggiata da un terremoto e, poi, ristrutturata. L’edificio è , pertanto, l’esempio perfetto del passaggio da stile rinascimentale a stile barocco: il prospetto è semplice e lineare; all’interno, gli altari sono tutti settecenteschi e degni di nota sono i dipinti e l’antica statua di San Rocco qui custodita. La Chiesa di Santa Maria delle Grazie, con l'annesso convento dei Frati Minori, risale alla seconda metà del XV secolo. La chiesa presenta un semplice prospetto con elementi tardo-romanici su cui furono sovrapposte alcune decorazioni barocche. L'attiguo convento venne edificato nel XVI secolo e si distribuisce intorno ad un maestoso chiostro rettangolare. La Chiesa della Madonna della Consolazione risale al XVII secolo e fu eretta in seguito al ritrovamento miracoloso di un'immagine della Vergine. L'interno conserva tuttora l'immagine della Vergine. L’edificio fu ricostruito lo scorso secolo, per rendere possibile il suo ampliamento. Anche il grande Federico II lasciò un’impronta su questo territorio: nel 1220, fece edificare una torre di ben 28 metri, divisa in quattro piani, con lo scopo di monitorare la costa ionica minacciata dai pirati.
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... le marine Punta Prosciutto
vistamento, Torre dell’Alto e Torre Santa CaE’ una località marina del comune di Por- terina, realizzate nel corso del Cinquecento to Cesareo. Il mare è limpido, con i fondali per difendere la località dagli attacchi dei sono sabbiosi. Nella zona è stato istituito il Saraceni. Potrete visitare anche il Parco di Porto Selvaggio che è una riserva naturale Parco Palude del Conte. che comprende un bosco e la spiaggia che Santa Maria al Bagno va da Santa Caterina fino Porto Cesareo. La marina, è un luogo molto visitato dai turisti. Oltre che per la bellezza della sua Sant’Isidoro natura, ha un’importanza notevole per il La località, prende il nome dall’omonima ruolo da protagonista che ha rivestito nel torre del Cinquecento e la sua baia, fa parte corso della storia: dai numerosi reperti del parco marino di Porto Cesareo e di Nararcheologici che sono stati ritrovati nella dò: il suo mare è molto limpido ed è attravicina Grotta del Fico ai tre murales realiz- versato da fresche correnti marine. zati dai deportati ebrei che si rifugiarono Torre Squillace qui nel corso della Seconda Guerra Mon- La spiaggia, che vede ergersi una delle tante diale. torri volute da Carlo V, appartiene al comune di Nardò. E’ meno conosciuta dai turisti Quattro Colonne La Torre del Fiume di Galatena fu costruita rispetto alla vicina Porto Cesareo. La natura su ordine di Carlo V per difendere il territorio della marina è incantevole: i fondali sono dagli assalti dei Saraceni che si fermavano bassi e sabbiosi e le acque molto calme, caqui per attingere ad una sorgente di acqua ratteristiche che lo rendono un posto ideale dolce, ancora presente. Gran parte della proprio per tutti. torre ben presto crollò e oggi restano solo i Torre Lapillo quattro bastioni angolari: non a caso la lo- La spiaggia, per la sua bellezza e per l’abcalità che la ospitava ora è conosciuta come bondanza di infrastrutture e comfort, è le “Quattro Colonne”. molto frequentata dai turisti durante l’estate. Le sabbie sono bianche e delicate, menSanta Caterina Sul territorio sono presenti due torri di av- tre le scogliere sono l’ideale per chi ama la pesca e praticare snorkeling. Sant’Isidoro
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Feste e Sagre • 16 giugno • NARDÒ Sagra della Frisa
• dal 16 giugno al 7 luglio • COPERTINO Festival internazionale delle arti
• 22 giugno • GUAGNANO
Giornata della Bicicletta nelle terre del Negroamaro
• dal 23 al 25 giugno • VEGLIE Festa di San Giovanni Battista
• dal 27 al 28 giugno • PORTO CESAREO Festa della Madonna del Perpetuo Soccorso
• dal 28 al 30 giugno • NARDÒ Circonauta - Festival delle Arti di Strada
• dal 30 giugno al 2 luglio • SALICE SALENTINO Festa e fiera Madonna della Visitazione
• dal 30 giugno al 1 settembre • PORTO CESAREO Campionato estivo di vela “Trofeo Torre”
• 3 luglio • SALICE SALENTINO Festa della Madonna del Latte
• 7 luglio - 4 agosto - 1 settembre • NARDÒ Di tutto un pò mercatino dell’usato
• dal 12 al 13 luglio • COPERTINO Sagra della Cittadella
• dal 14 al 15 luglio • CAMPI SALENTINA Festa di San Pompilio
• dal 14 al 16 luglio • PORTO CESAREO Sagra del Pesce
• dal 15 al 16 luglio • NARDÒ Festa della Madonna del Carmine
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Feste e Sagre • dal 27 al 28 luglio • NARDÒ Cavalcata Storica e fiera dell’Incoronata
• dal 1 al 7 agosto • LEVERANO Birra e Sound
• dal 3 al 5 agosto • COPERTINO Festa della Madonna della Neve
• dal 12 al 14 agosto • NARDÒ Anguria & Sound (Area Mercatale)
• dal 16 al 18 agosto • LEVERANO Festa e Fiera di San Rocco
• dal 19 al 21 agosto • PORTO CESAREO Festa e fiera di Santa Cesarea
• dal 31 agosto al 1 settembre • CAMPI SALENTINA Festa di Sant’Oronzo
• 7 settembre • GUAGNANO Sagra del Maiale
• dal 7 al 8 settembre • VEGLIE Festa e fiera della Madonna dell’Iconella
• 12 settembre • SANTA MARIA AL BAGNO Festa di Santa Maria
• dal 15 al 19 settembre • COPERTINO Festa di San Giuseppe da Copertino
• dal 25 al 26 settembre • NARDÒ Festa dei Santi Cosma e Damiano
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Gallipoli
Gallipoli - Castello Angioino e la “Città Vecchia”
Terra di grano e di mare, fosti isola un tempo, coi tuoi laghi e foreste ora un vento marino sei che rode la roccia azzurra fra i ginepri e le vigne. (Vittore Fiore)
A spasso nel tempo
Gallipoli fu così chiamata dai colonizzatori provenienti dalla Grecia che, affascinati dal posto, la denominarono “città bella”. Quando fu conquistata dai Romani, i sistemi di comunicazione e di trasporto della città migliorarono notevolmente, facendo sviluppare sempre di più la civiltà sia dal punto di vista culturale che economico. Un difficile momento
fu attraversato dalla città con l’arrivo dei Barbari che nel 450 saccheggiarono Gallipoli. Dopo un periodo di dominazione bizantina, con l’impero romano Gallipoli progredì notevolmente, grazie anche alla sua posizione strategica, e fu incrementato il suo sistema difensivo. Ostrogoti, bizantini, arabi, svevi, angioini si succedettero nel corso del tempo, lasciando profonde tracce delle loro tradizioni sul territorio gallipolino. Sotto il dominio spagnolo, Gallipoli visse una florida stagione, grazie all’estendersi delle attività dell’artigianato e di conseguenza dei mercati: un momento importante nella storia della città è la costruzione del porto, voluto da Ferdinando I Borbone.
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Scorci di natura
Gallipoli - Isola di Sant’Andrea
Gallipoli è famosissima per il suo mare cristallino e per le sue bellissime spiagge, affollatissime durante l’estate: le diverse località lungo la costa sono adatte per grandi e bambini, grazie alle distese di sabbia bianca e i fondali bassi dove possono giocare in tranquillità. Molte spiagge sono caratterizzate da profumate pinete dove è possibile trovare refrigerio nelle calde e afose giornate estive. A circa un chilometro e mezzo di distanza dalla terraferma, si trova l’isola di Sant’Andrea, dove nel 1866 fu costruito l’omonimo faro che abbellisce ancor di più il luogo. Sull’isola è possibile trovare specie animali e vegetali molto rare, come, ad esempio, il Gabbiano Corso.
Frammenti d’arte
Sulle acque cristalline di Gallipoli, si innalza il maestoso castello Angioino, edificato nel 1200, il cui sistema difensivo fu migliorato tre secoli dopo, con la costruzione del rivellino. Attraversando il ponte, si giunge nel centro storico, la cosiddetta “Galli-
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poli vecchia”, interessantissima per il suo valore storico-artistico, legato allo splendore dei suoi monumenti. A far da padrone è lo stile Barocco che, come a Lecce, nel Seicento si diffuse anche a Gallipoli. Perfetto esempio di questo influsso è la cattedrale di Sant’Agata, che si erge nel luogo più alto dell’isola. La sua imponente facciata è realizzata in tufo calcareo ed è divisa in due ordini: si possono ammirare sette nicchie con le statue di alcuni santi. Altrettanto incantevole è l’interno della cattedrale, nella quale sono custodite grandi tele secentesche realizzate da Giovanni Andrea Coppola, Giandomenico Catalano e Nicola Malinconico. Un grande senso di rigore è, invece, trasmesso dal santuario di Santa Maria del Canneto, collocato vicino al ponte che collega la città nuova alla vecchia e che si riconosce immediatamente da un portico con tre arcate frontali e due laterali. La chiesa di San Francesco da Paola fu edificata nel XVII secolo e si contraddistingue per una sobria facciata, di forma rettangolare, che presenta un portale sem-
plice sormontato da una nicchia che custodisce la statua del santo. La chiesa di San Francesco d’Assisi, anche conosciuta come la chiesa del Malladrone, presenta una facciata articolata in due piani: il piano superiore diviso in tre spazi, ai lati due corpi architettonici che sporgono in avanti e la parte centrale concava; mentre, il piano inferiore è costituito da un grande portico ad arco che conduce all’ingresso nella chiesa. Anche qui si può notare l’impronta del Barocco, osservando la chiesa al suo interno: sono ben dieci gli altari che seguono questo stile. La chiesa di Santa Maria della Purità fu edificata nel 1664: la facciata colpisce coi suoi pannelli in maiolica che raffigurano la Madonna della Purità, San Francesco d’Assisi e San Giuseppe. Sempre nella seconda metà del Seicento, fu edificata la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, che sorge lungo le mura ed è rivolta verso l’isola di Sant’Andrea.
Pace, conservano le strutture originarie in legno per la molitura delle olive e sono i più visitati dai turisti di diverse nazioni. Di fronte si trova il Museo Civico, costruito nel 1895, che conserva interessanti collezioni storiche, archeologiche e naturalistiche. Dopo esser rimasti incantati dal grande valore della “Gallipoli vecchia”, il Borgo Nuovo. Corso Roma è ricco di negozi, di vetrine e di bellissimi locali, è l’ideale per una passeggiata sotto il sole, per fare shopping e per deliziarsi con un buon gelato. Passeggiando, noterete Piazza Tellini con la sua chiesa del Sacro Cuore, di fronte al famoso Monumento dei Caduti; invece, verso la fine del Corso, vi ritroverete presso la Piazza del Canneto, dove potrete ammirare la Fontana Greca, la cui costruzione è collocabile nel XVI secolo. Se volete camminare lasciandovi incantare dalla bellezza del mare, potrete recarvi sul Lungo Mare Galileo Galilei, luogo adatto a passeggiare a qualunque ora del giorno, perfetto Vivere la città lasciar correre e i giocare i bambiNel borgo antico si trovano diversi per ni, perfetto per rilassarsi, immergenfrantoi ipogei. Ad esempio i frantoi di do lo sguardo nell’azzurro sterminato palazzo Granafei, in via Antonietta De delle onde e del cielo. Gallipoli - Il Borgo Nuovo
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... dintorni
Alezio
Alezio - Chiesa dell’Addolorata
Comune messapico, nel cui stemma che rappresenta una fenice è racchiusa tutta l’essenza della sua storia. Possiede due importanti chiese: la chiesa di Santa Maria della Lizza e la chiesa della Madonna Addolorata. Il Santuario della Lizza fu edificato tra dodicesimo e tredicesimo secolo ed è caratterizzato da una pianta a croce latina e da antichi affreschi. Nel sottosuolo della chiesa, si possono visitare, in determinati periodi dell’anno, le cosiddette “catacombe”, sepolture ipogee realizzate mediante lo scavo di tombe a camera. La festa patronale di Alezio è dedicata all’Assunzione della Vergine Maria, che ricorre il giorni di Ferragosto ed è il periodo più atteso dell’anno dagli aletini e da coloro che
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abitano nei paesi limitrofi: è la tradizionale e sentita “Festa della Lizza”. L’altra chiesa è intitolata alla Madonna dell’Addolorata che fu progettata da Lorenzo Turco nel 1838 e terminata nel 1875, e sorge su una costruzione del dodicesimo secolo. Negli anni quaranta dell’Ottocento fu costruito l’orologio pubblico che si trova affianco. La chiesa si affaccia su Piazza Vittorio Emanuele II, dove al centro si erge una statua che simboleggia la Patria. Oltre alle architetture religiose ad Alezio, si possono ammirare dimore signorili del Settecento tra cui Palazzo Tafuri, all’esterno, sfoggia la sua bellezza con una grande balconata e lo stemma della famiglia; all’interno, l’edificio ospita il museo civico messapico.
Aradeo
Centro di pianura, di antiche origini, con un’economia di tipo agricolo e industriale. Gli aradeini, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati nel capoluogo comunale, tranne una piccola parte, distribuita tra numerose case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico regolare, con lievi differenze di altitudine, che imprimono all’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, un andamento plano-altimetrico completamente pianeggiante. Lo stemma comunale raffiguraun altare di marmo che sostiene un calice d’argento sormontato da un’ostia e accostato da due candelieri d’argento con ceri accesi.
Galatone
Facilmente riconoscibile per il suo prospetto in carparo è la Collegiata dell’Assun-
ta che risale al XVI secolo ed è affiancata da un campanile a tre piani. Anche il Santuario del Santissimo Crocifisso della Pietà presenta una facciata barocca, in pietra leccese e carparo. Sul portale di ingresso domina una scultura di Gesù Crocifisso con vicini quattro cherubini. La chiesa di San Sebastiano e San Rocco, attigua al convento dei Domenicani, venne edificata nel 1500. Anche qui la facciata è interamente in carparo e all’interno si possono ammirare ben quattro altari impreziositi da tele molto pregiate. La chiesa di San Francesco d’Assisi rispecchia le caratteristiche delle chiese degli ordini mendicanti, infatti la facciata è sobria di decorazioni, con solo uno stemma. La chiesa dell’Annunziata, anche conosciuta come di Santa Lucia, risale al XVIII secolo e fu costruita nel luogo dove prima sorgeva di un edif icio sacro medievale. L’Abbazia di San Nicola di Pergoleto risale al IX secolo e fu fondata dai
Galatone - Santuario del Ss. Crocifisso della Pietà
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monaci Basiliani ma poi passò nelle mani dei Benedettini. Nel Seicento, l’abbazia divenne una masseria e subì numerose modifiche. Alla cinta muraria che proteggeva il paese non è rimasto molto, se non una porta, la Porta di San Sebastiano, realizzata in carparo e contiene gli stemmi dei feudatari più importanti del tempo. Molto interessante e suggestiva è una torre risalente all’epoca angioina che presenta le forme tipiche dell’architettura militare, vicino alla quale è stato costruito il Palazzo Marchesale, sede dei feudatari di Galatone.
Matino
Matino ha molto da offrire, a partire dalle tracce che il passato ha scolpito sul suo territorio: la grotta Sant’Ermete e la Grotta di Sant’Eleuterio. La prima testimonia la presenza dell’uomo di Neanderthal e dai reperti si è compreso che la grotta costituì uno dei primi luoghi frequentati dall’uomo nel Salento; deve il suo nome ad un affresco, raffigurante proprio Sant’Ermete, che attesta la sua cristianizzazione da parte dei basiliani. La seconda è, ciò che rimane del monastero di San’Eleuterio, risalente al X secolo, di cui costituiva la cripta. A Matino farete un vero e proprio viaggio nel tempo! Infatti, basterà passeggiare nel centro storico per avere l’idea di trovarvi nel Medioevo: strade e case dalla struttura tipicamente medioevale, passaggi sotterranei, zone soprelevate per difendere la popolazione. Nella chiesa di San Giorgio, dedicata al Santo guerriero e agricoltore, patrono del paese, si potrà ammirare la meravigliosa statua lignea raffigurante il patrono ai cui fianchi si trovano due lampade votive in argento risalenti al XVII secolo. Sempre a quel periodo risale anche la costruzione della Chiesa della Pietà; alla sua facciata è addossato l’arco che costituiva l’ingresso alla città.
Parabita - Basilica della Madonna della Coltura
prezioso affresco bizantino dell’XI secolo raffigurante la Vergine col Bambino. La Madonna della Coltura si celebra a fine maggio e in quelle giornate la città si illumina non solo grazie alle luminarie ma anche grazie allo spettacolo dell’ “incendio del campanile”, l’ultimo giorno di festa, maestri fuochisti posizionano i fuochi pirotecnici sul campanile e danno vita ad uno scintillare di colori che abbelliscono il cielo di Parabita. Passeggiando per il paese, potrete visitare altre chiese: la chiesa matrice di San Giovanni Battista, ampliata nel corso dei secoli, che conserva le spoglie di San Vincenzo Martire; la chiesa dell’Immacolata con un prospetto lineare e sobrio, decorata all’interno in stile barocco con motivi floreali e conchiglie; la chiesa del Crocefisso, anche conosciuta come chiesa di San Pasquale, che deve il suo gran fascino alla semplicità che la caratterizza e che vede annesso il convento degli Alcantarini, fondato nel Settecento. Parabita è molto conosciuta anche per la Grotta delle Veneri, così chiamata per le Parabita Parabita vi accoglie con il suo splendido statuine in osso di cavallo che furono ritroparco, di fronte, si trova Basilica della Ma- vate negli anni Sessanta e risalenti al Paledonna della Coltura che custodisce un olitico.
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Sannicola
La chiesa della Madonna delle Grazie sorge sui resti della chiesa bizantina di San Nicola: presenta una facciata molto sobria, semplice ed è affiancata da un campanile risalente all’Ottocento. La chiesa era già stata ampliata agli inizi del XX secolo e, in tempi recenti, è stata abbellita, sostituendo vecchi finestroni con vetrate istoriate. Sull’altare principale domina il grande quadro (realizzato agli inizi del Novecento) che raffigura la Madonna delle Grazie che sovrasta e protegge il paese di Sannicola. La festa patronale di Sannicola è dedicata proprio alla Madonna delle Grazie che si celebra agli inizi di settembre. Interessante è l’abbazia di San Mauro che, probabilmente, risale agli inizi dell’anno Mille e di tutto l’insediamento basiliano originario resta una chiesetta, un piccolo edificio in tufo dalle forme semplici e lineari, che all’interno è costituita da tre navate di cui, la centrale ha una copertura a botte. Si possono notare gli affreschi di età medievale che abbelliscono tutto l’interno della chiesa. Al periodo bizantino, risale, il monastero di San Salvatore che si trova al confine con Gallipoli; ma, purtroppo, rimane molto poco della sua struttura originaria.
Tuglie
Paese attivo e attento alla cultura, organizza ogni anno, soprattutto in estate, numerosi eventi, fra cui il Festival Nazionale del Libro che richiama personaggi della televisione, cantanti ed esponenti importanti del panorama letterario. A dominare il centro storico è la chiesa madre di Maria Santissima Annunziata, edificata nel Settecento, che vi attrarrà sin da subito con i suoi tre portali d’ingresso, di cui, quello centrale, è caratterizzato da due nicchie contenenti le statue della Madonna Annunziata e dell’Arcangelo Gabriele, entrambe risalenti al Quattrocento. Accanto, si trova la torre civica dell’orologio, di un secolo successiva. Un’altra chiesa da visitare è la chiesa del Carmine, edificata nell’Ottocento, che sfoggia una facciata in stile neoromanico, realizzata negli anni trenta del secolo scorso. All’interno, potrete ammirare numerosi dipinti, tra cui domina quello che raffigura un coro angelico che fa da sfondo all’altare maggiore e su cui è posta la statua della Madonna del Carmine. Sempre al Settecento risale la chiesa di San Giuseppe che presenta un’unica navata il cui pavimento è impreziosito da un mosaico realizzato alla fine dell’Ottocento.
Sannicola - Abbazia di San Mauro
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... le marine Lido Pizzo
Il tratto costiero “Punta della Suina” o Pizzo, immerso in un mare cristallino e in una vasta pineta, è uno dei principali polmoni verdi del Salento. È posto su un lieve promontorio roccioso che degrada verso il mare. Nel punto centrale esiste un patio in legno (sede di stabilimento balneare) con caratteristico affaccio sul mare. Questo è stato location di alcune scene dei film “Mine vaganti” e “Allacciate le cinture” e di un episodio del”Giudice Mastrangelo”. Di fronte alla Punta della Suina c’è un grande scoglio piatto dove è possibile piantare l’ombrellone e prendere il sole. Il fondale è principalmente sabbioso mentre la costa è frastagliata in un’alternanza di scogli e sabbia.
Rivabella
Ha una superficie prevalentemente sabbiosa ed è il luogo ideale per chi preferisce ripararsi dal caldo dei raggi solari. Infatti ha una meravigliosa e profumata pineta. La località era detta “Ponticello”, per la presenza di un piccolo ponte costruito sotto la strada litoranea per con-
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sentire il deflusso delle acque piovane. Sulla spiaggia di Rivabella sono state rinvenute alcune sepolture del neolitico e i resti di una villa romana.
Baia Verde
Presenta una costa bassa e sabbiosa che ospita vari stabilimenti balneari. È abitata prevalentemente d’estate, in quanto è una meta molto ambita dai turisti.
Lido Conchiglie
La spiaggia, così denominata per la presenza di numerose conchiglie, è divisa tra il comune di Sannicola è quello di Gallipoli, sorge ai piedi di un costone roccioso. Il luogo ha avuto una lunga storia. Nel X secolo, fu un insediamento basiliano, infatti, i monaci costruirono un’abbazia, l’abbazia di San Mauro che si può vedere sull’Alto Lido. Una parte della spiaggia è sabbiosa, ma è il posto ideale per chi ama soprattutto la roccia. Una visione imperdibile è la cosiddetta “petra spaccata” (“montagna spaccata”), una roccia scavata per la realizzazione di un passaggio che potesse garantire la costruzione della strada.
Feste e Sagre • dal 1 al 2 luglio • GALLIPOLI Festa della Madonna del Canneto
• dal 5 al 7 luglio • MATINO Street Food
• 9 luglio • CUTROFIANO
Rassegna “Storie d’Autore” Cutrofiano Incontra: Marcello Veneziani - Nostalgia degli Dei
• dal 15 al 16 luglio • GALLIPOLI Festa della Madonna del Carmine
• dal 15 al 16 luglio • MATINO Festa della Madonna del Carmine
• dal 15 al 16 luglio • TUGLIE Festa della Madonna del Carmine
• 19 luglio • ARADEO La Notte de lu Zimba
• 23 luglio • ALEZIO Festa d’Estate
• dal 23 al 26 luglio • GALLIPOLI Festa di Santa Cristina
• dal 27 al 28 luglio • MATINO Borgo Divino
• 28 luglio • CUTROFIANO
Concerto in Masseria Presso Masseria L’Astore
• dal 30 luglio al 1 agosto • SECLÌ Festa di Sant’Antonio di Padova
• 2 agosto • MATINO Gran Galà d’Arte d’Opera
• dal 3 al 4 agosto • TUGLIE
Festa della Madonna di Montegrappa (Montegrappa)
• 4 agosto • MATINO Note d’Estate
• dal 4 al 6 agosto • NEVIANO Festa della Madonna della Neve
• dal 4 al 6 agosto • CUTROFIANO Locomotive Jazz Festival
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via Umberto I, 56 - 73011 ALEZIO (LE) Tel. 0833.281871
NOLEGGIO
easy Via Consalvo di Cordova, 28 73014 GALLIPOLI (Le) naturhausgallipoli@gmail.com +39 0833 216867
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Via Castriota, 13 - GALLIPOLI (LE) INFO 347 1872286 | 340 0810867 3401734977
Feste e Sagre • dal 8 al 18 agosto • CUTROFIANO Mostra dell’Artigianato
• dal 11 al 13 agosto • ARADEO Sagra te lu Pommitoru Schiattarisciatu
• dal 11 al 13 agosto • GALATONE Carnevale Galatonese
• dal 14 al 16 agosto • ALEZIO Festa e Fiera della Lizza
• dal 14 al 16 agosto • GALLIPOLI Festa di Maria S.s. Assunta in Cielo
• dal 16 al 17 agosto • ARADEO Festa di San Rocco
• 17 agosto • ALEZIO Sagra della Pittula
• 18 agosto • SECLÌ
Sagra della Carne di Cavallo
• dal 6 al 7 settembre • GALATONE Festa di Santa Maria delle Grazie
• dal 6 all’8 settembre • COLLEPASSO Festa della Madonna delle Grazie
• 7 settembre • ARADEO Sagra dell’uva
• dal 7 al 9 settembre • SANNICOLA Festa della Madonna delle Grazie
• dall’8 al 14 settembre • CUTROFIANO Li Ucci Festival
• 14 settembre • GALATONE Festa del Cristo di Tabelle
• 21 settembre • CUTROFIANO Presentazione Libro Pizzica Amara
• dal 21 al 22 settembre • CUTROFIANO Li giurni te li Trainieri e Fiera di San Rocco
• dal 25 al 27 settembre • GALLIPOLI Festa Santi Medici (Centro Storico)
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di Antonio Borra
BAR - PASTICCERIA GELATERIA - ROSTICCERIA PRODUZIONE PROPRIA Via M. Albina, 60 - ALEZIO Tel. 0833.281362 50
NUMERI UTILI
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Punta Prosciutto
Torre Uluzzo
Parco Naturale Reg. Porto Selvaggio e Palude del Capitano
Sant’Isidoro
Torre Squillace
Torre Inserraglio
Torre Sant’Isidoro
Torre Lapillo
Parco Naturale Regionale Rauccio
Torre Specchiolla
Riserva Naturale Le Cesine
MA RE AD R
Torre S. Stefano
S. Andrea
O C I T IA
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JO
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Parco Naturale Isola di Sant'Andrea e di Punta Pizzo
BAIA VERDE
Padula Bianca
Lido Conchiglie
Santa Caterina
Porto Selvaggio Torre dell’Alto
AR M
Chiesanuova
San Simone
Parco Naturale Litorale di Ugento
Torre Paduli
Morigino
Depressa Parco Naturale Costa di Otranto-Leuca
Grotta Zinzulusa
Torre Miggiano
Torre S. Emiliano
Punta Palascia
di Enzo Pisanello Piazza Garibaldi, 18 - 73058 TUGLIE (Le)
Tel. 0833 598069 - 338 96 55 188 e-mail: salentina1886@gmail.com
Ugento Salento, terra di case bianche e palazzi con facce di spagnoli sghignazzanti sotto i tronfi balconi barocchi, terra di chiese e campanili (Ennio Bonea)
A spasso nel tempo
Ugento sorge sui resti di un’antichissima cittadina messapica. Ha dunque una storia molto lunga alle spalle: le prime testimonianze risalgono al VI secolo a. C., periodo cui risalgono lo Zeus di bronzo e la tomba dipinta di via Salentina. Un grande cambiamento che permise un incremento dello sviluppo economico e politico di Ugento fu lo scalo portuale sullo Ionio presso Torre San Giovanni. Durante la dominazione imperiale romana, Ugento entrò a far parte del grande disegno espansionistico di Roma, ma, durante le guerre puniche, sebbene
invano, cercò di opporsi alleandosi con Annibale. Per punizione, il console Fabio Pittore la attaccò e conquistò. Dopo diverse invasioni, i monaci basiliani migliorarono la città e crearono l’acropoli. Numerose furono, nel corso dei secoli, le famiglie nobili a capo del governo della città; fra i più importanti ci furono senza dubbio i D’Aquino, gli Orsini, i Del Balzo e i D’Amore. Per conoscere e far rivivere la storia di Ugento è stato fondato il Museo Archeologico Salvatore Zecce, dove potrete recarvi per ammirare soprattutto la copia della statua di Zeus, il cui originale fu rinvenuto nel 1961. Palazzo Colosso ospita invece un altro museo in cui sono custoditi circa ottocento reperti di diverse epoche storiche.
Ugento - Cattedrale
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Scorci di natura
Torre San Giovanni è conosciuta anche per le sue spiagge che garantisce delle splendide vacanze ai bagnanti che vi si recano. Si segnalano fra i lidi più conosciuti e frequentati Bora Bora, Malibù, Lido Sabbioso e il Molo. Chi alla sabbia preferisce gli scogli può recarsi nelle marine di Alliste, fra Torre Suda e Torre San Giovanni. Il mare di Ugento sempre cristallino, trasparente, con un fondale basso e adatto, pertanto, a tutta la famiglia. A Ugento sono presenti anche dei bacini, prima malsani e ora bonificati, che sono stati collegati da canali e che sfociano nel mare; queste aree bonificate favoriscono le coltivazioni e la presenza di boschi.
Frammenti d’arte
miano, inizialmente realizzata in onore di Santa Lucia in epoca bizantina. Nel corso del tempo fu ristrutturata e durante il periodo della corrente artistica del barocco furono effettuate numerose modifiche al santuario. L’edificio si caratterizza da un particolare e caratteristico tetto di tegole, da una scalinata esterna, da due semicolonne sulle quali si innalza la statua della Madonna Immacolata e le sculture dei santi Cosma e Damiano. All’interno si possono vedere due altari: uno dedicato ai Santi Medici e uno a Santa Lucia. Vicino al Monastero delle Benedettine, si trova la chiesa di Santa Filomena, dove si conserva un’insegna della casata degli Orsini del Balzo. La chiesa fu distrutta nel sesto secolo a causa dei Turchi, ma fu poi ricostruita circa due secoli dopo in stile barocco. Un po’ più all’esterno rispetto al centro abitato di Ugento si trova il Santuario della Madonna della Luce, immerso
Ugento vanta un grande patrimonio storico-artistico che vale davvero la pena di scoprire. Non potrete non visitare la cattedrale di Santa Maria Assunta, edificata nel corso del Settecento e mo- Ugento - Santuario dei Santi Medici dificata nel secolo successivo, laddove prima sorgeva una chiesa gotica distrutta dai turchi un paio di secoli prima. La facciata, in stile neoclassico, si ispira ai templi delle antiche Grecia e Roma. Al suo interno si possono ammirare diversi altari e cappelle realizzati in stile barocco. La pianta è a croce latina e presenta un’unica navata. I sotterranei della cattedrale accolgono il Museo Diocesano che ospita diverse statue in cartapesta raffiguranti alcuni santi. Vicino alla cattedrale si erge la Torre dell’Orologio, nella Piazza San Vincenzo. Potrete anche visitare la chiesa di Sant’Antonio da Padova, precedentemente annessa al convento dei frati minori, il cui santo è raffigurato in una statua lapidea che potrete osservare volgendo lo sguardo verso la facciata dell’edificio che, per il resto, è molto semplice. Vale la pena recarsi ad ammirare il santuario dei Santi Medici, Cosma e Da-
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Ugento - Torre dell’Orologio
nel verde, la cui storia è legata a un sacerdote cieco che, durante un violento temporale, trovò rifugio in una piccola cappella, dove, immerso nella preghiera. riacquistò la vista: è proprio in questo luogo che, al posto della cappella, ora sorge la chiesa, dedicata alla Madonna, e che presenta una facciata sobria e semplice. La chiesa della Madonna dell’Assunta e di San Biagio presenta una pianta ottagonale e a ogni vertice è collocata una statua in cartapesta; i personaggi raffigurati sono i santi: Matteo, Marco, Luca, Giovanni, Pietro, Paolo, Stefano e Vincenzo. All’interno sono degni di nota due quadri del Seicento: uno rappresenta la Madonna Assunta ed è stato realizzato da Coppola, mentre l’altro rappresenta Dio.
Vivere la città
È molto rilassante passeggiare per le stradine di Ugento, un borgo ricco di meravigliose chiese. Da ammirare è anche il Castello della città, che risale al periodo romano e normanno, anche se ha subito
diversi interventi di ristrutturazione nel corso del tempo. D’estate è l’ideale trascorrere le serate a Torre San Giovanni, frazione di Ugento, che deve il suo nome a un’antica torre di guardia edificata su volere di Carlo V, facilmente riconoscibile per il motivo a scacchi bianchi e neri. Nelle calde serate estive il bellissimo lungomare si affolla di turisti di ogni età per passeggiare a pochi passi dal mare e degustare qualche bontà del posto negli accoglienti locali che lo fiancheggiano. Numerosi sono i negozi che troverete sul Corso Uxentum, mentre sul Corso Annibale non potrete non divertirvi, grazie alle serate spesso animate da sagre e manifestazioni musicali. Anche Torre Mozza è l’ideale per sfogare la voglia di shopping, grazie ai suoi numerosi esercizi commerciali. Per chi vuole mantenersi sempre in forma, il litorale che va da Torre Suda a Torre San Giovanni è costeggiato da una grande pista ciclopedonale, adatta per coloro che amano fare jogging o andare in bicicletta.
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... dintorni Casarano
e fu realizzato sui testi di un antico castello. All’interno, si trova una chiesetta dedicata a Sant’Anna. In piazza D’Elia, troverete l’omonimo palazzo, realizzato durante il Cinquecento, in pietra leccese. Il Palazzo dei Domenicani, ora sede del Municipio, fu edificato bel Seicento, ma lo stile è molto simile a quello del tardo Cinquecento. È possibile ammirare lo stemma della città che si trova sull’austero prospetto. Accanto si trova la chiesa di San Domenico, in stile Barocco, che presenta due altari dedicati al Santo. Dietro un altare, decorato con ben quindici oli su legno, si trova un grande dipinto che raffigura Maria circondata dagli angeli in festa. Su una collinetta da cui è possibile ammirare il panorama della città, si trova la chiesa della Madonna della Campana. Un’altra meravigliosa chiesa che non vi pentirete di visitare è la chiesa dell’ImUgento - Santuario dei Santi Medici macolata, caratterizzata da una facciata armoniosa e sobria, incorniciata in due colonne con capitello in stile ionico, sormontata da un architrave con al centro una finestra ovale.
Passeggiando per Casarano, resterete colpiti dalla bellezza della Torre dell’Orologio, che si erge in Piazza San Giovanni, realizzata in carparo, composta da tre ordini; accanto, si trova il sedile cinquecentesco, che era il luogo dove i cittadini si riunivano per discutere sui problemi della città. Sulla facciata della chiesa Matrice Maria SS. Annunziata, vi sono tre nicchie che ospitano le statue di San Giovanni l’Elemosiniere, di San Pietro e di San Paolo. Numerosi sono i mosaici e gli affreschi che si possono ammirare al suo interno, alcuni dei quali realizzati da Oronzo Tiso e dal Coppola. Sempre nella Piazza San Giovanni, si trova la colonna di San Giovanni Elemosiniere, di forma ottagonale. Il palazzo baronale dei D’Aquino, anche conosciuto come il Palazzo De Lorenzi, è la residenza più importante di Casarano
Alliste
Venite a verificare se la sua etimologia rispecchia il vero: il suo nome significa, infatti, “città bellissima” e questo comune comprende anche la frazione di Felline, particolarmente attiva nell’animare l’estate salentina con sagre e manifestazioni culturali. Qui, vi è un’antica tradizione di produzione della ceramica: attorno ad una fornace, si sviluppò, infatti, il centro abitato. Le mura medievali abbracciano il centro storico del paese, caratterizzato da strette stradine su cui si affacciano antiche case con decorazioni in stile rinascimentale. Il Castello di Felline risale al XII secolo e fu voluto dai Bonsecolo: ha un impianto rettangolare con quattro torri
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Taviano - Chiesa di San Martino
per lato e la facciata presenta un grande portale sormontato dallo stemma del paese. La Chiesa Madre fu costruita nel XVI secolo ma subì dei cambiamenti nel Settecento: è un edificio dai tratti sobri, costituito in parte da pietra leccese ed è ricco di decorazioni. All’interno, si trovano un bellissimo altare maggiore in marmo policromo di Carrara e altri altari laterali dedicati ad alcuni santi. A raccontare la lunga storia di questi luoghi sono anche due menhir, il Ninfeo e il Terenzano, che potrete vedere a Felline. Per ringraziare San Quintino della fine della peste, agli inizi del Quattrocento, i cittadini di Alliste edificarono una chiesa che fu, però, rimaneggiata nel XIX secolo. Alla Chiesa Madonna dell’Alto, collocata sulla collina che sovrasta il paese, è legata una leggenda su un marinaio che, chiedendo aiuto alla Madonna per non affogare durante una tempesta, ebbe una visione in cui la Vergine aveva in mano un’ancora: l’uomo si salvò e fece voto di costruire ben tre cappelle.
colpirà il vostro sguardo con il suo tendere ostinato verso il cielo: il suo stile rispecchia il canone tardo barocco e neoclassico e la sua facciata, che si apre tra due slanciate torri, presenta linee semplici e regolari. Lo stemma della città, che rappresenta un toro che saltella fra i colli, è rappresentato sull’architrave della porta principale.
Taviano
Potrete visitare alcune fra le sue numerosissime chiese, come, ad esempio, la Chiesa di San Martino, edificata nel Quattrocento, ma completamente modificata due secoli più tardi. Colpisce lo sguardo la facciata centrale con un portale e un finestrone di gusto tardo-rinascimentale; mentre lateralmente, si trovano due nicchie, nelle quali sono collocate le statue di marmo di San Pietro e San Paolo. All’interno, è interessante osservare il ciclo pittorico, realizzato non molti anni fa, su tela, che rappresenta alcuni momenti particolari della vita di San Martino. Un tocco di Barocco si avverte ammiranTaurisano do la Chiesa della beata Vergine Maria La grandiosa chiesa matrice della Trasfi- Addolorata, edificata nel corso del XVII gurazione di Nostro Signore Gesù Cristo secolo: l’interno presenta, infatti, deco-
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razioni tipiche del movimento artistico, in più, l’altare maggiore è realizzato in pietra leccese. Particolarissima è la facciata della Chiesa dell’Immacolata, caratterizzata da due portali di ingesso con timpano spezzato e da tre croci a rilievo decorate con alcuni motivi.
Racale
Potrete vedere una chiesa molto diversa dalle altre a Racale: qui, si trova la chiesa del Preziosissimo Sangue di Gesù, chiamata dai cittadini “Sangue Sparsu”, caratterizzata da una particolarissima pianta esagonale e da un’imponente cupola. Ricostruita nel corso del Settecento, la Chiesa di Santa Maria de’ Paradiso subì,
rispetto all’originaria struttura medievale, numerose modifiche, facilmente osservabili dalla facciata realizzata in pietra leccese. La sacrestia di questa chiesa accoglie monete romane, bizantine, veneziane, rinvenute durante i lavori di restauro. Accanto alla chiesa sorge una torre del XII secolo, che era di guardia alla porta principale attraverso la quale si accedeva alla città. Antichissima è la Chiesa di Santa Maria la Nova, che presenta, infatti, una prospetto neoromanico, mentre, all’interno è ricca di affreschi olio su tela. Marina di Racale è Torre Suda: al suo cielo si eleva una torre, da cui il luogo prende il nome, eretta nel XVI secolo, per monitorare le incursioni turche che,
Racale - Piazza San Sebastiano
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spesso, recavano distruzione sui territori salentini presi di mira.
Ruffano
È un comune delle serre salentine che potrete ammirare per la sua poliedricità: vi saprà ammaliare con la sua arte, i suoi reperti archeologici e la sua natura. Per chi ama essere immerso nel verde e per chi ama fare passeggiate salutari, il Bosco Occhiazzi è l’ideale! Due ettari ricchi di flora e fauna vi aspettano per una giornata all’aperto, per farvi respirare a pieni polmoni tutti i profumi che sprigiona la vegetazione della macchia mediterranea. La Collina Madonna della Serra, un rilievo che fa parte delle serre salentine, sede di numerosissime varietà di alberi e piante tipiche della macchia mediterranea. Su questo rilievo sorge la chiesa della Madonna della Serra e una torre di avvistamento del Cinquecento, voluta dagli Aragonesi per difendersi dai Turchi, che ora è allestita come centro di illustrazione del Parco Naturalistico Bosco Occhiazzi – Madonna della Serra. Vi sono delle grotte di grande interesse storico e archeologico: grotta Santa Lucia, grotta Loredana e grotta della Trinità. Quest’ultima era abitata già durante il Neolitico e, nel tempo, fu adoperata a usi diversi a seconda di chi la occupava: fu utilizzata, nel IX secolo, dai monaci eremiti, poi, un paio di secoli più tardi, fu trasformata in un luogo di culto, come si può vedere da ciò che resta di originari affreschi bizantini. Il castello Brancaccio sorge sulla zona più alta del paese ed è formato da una parte costruita nel corso del Quattrocento e una parte ristrutturata nel Seicento. È presente uno splendido cortile ad arcate sovrapposte; le pareti del loggiato superiore sono affrescate con scene tratte dalla mitologia. Tra le numerose chiese presenti a Ruffano, merita attenzione la chiesa madre, dedicata alla Natività della Beata Maria
Ruffano - Piazza IV Novembre
Vergine, risalente alla prima metà del Settecento. La pianta della chiesa è a croce latina con sei altari, tutti scolpiti in pietra leccese. Numerose e pregevoli sono le tele che in questa chiesa vi faranno restare a bocca aperta. Sono presenti anche molte statue che rappresentano i santi a cui gli altari sono dedicati. Il giorno dopo Ferragosto Torrepaduli, frazione di Ruffano, si anima con la tradizionale festa di San Rocco. Si comincia con la fiera, che richiama sempre tanti visitatori, e poi la serata è allietata con la spettacolare danza delle spade, la fusione perfetta tra la musica della pizzica e la scherma: viene simulato un duello danzante che vi travolgerà col ritmo dei tamburelli, delle nacchere e delle fisarmoniche.
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... le marine Marina Di Pescoluse
Denominata “le Maldive del Salento” è frazione di Salve. Si trova sul tratto di costa ionica tra Torre Pali e Torre Vado. Il litorale basso e sabbioso, presenta una sabbia finissima e molto chiara, la più fine del Salento. Poco distante dalla costa si trovano diverse grotte carsiche, un dolmen e una tomba del 2500 a.C.
Torre Pali
sin dai tempi dei messapi. Ciò è confermato dai resti archeologici di un tratto di mura messapiche, situate ai piedi della torre che dà il nome alla zona.
Posto Rosso
Frazione di Alliste, è collocata tra le località di Capilungo e Torre San Giovanni. Località, esclusivamente turistica, è caratterizzata da una bassa scogliera facilmente praticabile.
Località balneare è frazione di Salve. Il Torre Suda litorale è basso e sabbioso. La località Frazione di Racale, prende il nome da prende il nome dall’omonima torre di una torre costiera a forma circolare. Il mare pulito, le piccole baie naturali e avvistamento cinquecentesca. la macchia mediterranea ne fanno una Lido Marini La località, dal punto di vista balneare, è meta turistica estiva. Il nome “Suda” deritenuta essere una delle più belle di tut- riva dalla località di origine greca, signito il Salento: le acque che bagnano Lido fica “fortificazione”. In un’altra versione il nome “Suda” è legato all’acqua presente Marini sono cristalline e trasparenti. un tempo nella cisterna che “trasudava” Torre Mozza Prende il nome dall’omonima torre cin- dalle pareti esterne alla torre. quecentesca che si affaccia su una lunga Marina Di Mancaversa Frazione di Taviano. Si è sviluppato sodistesa sabbiosa. prattutto nel secondo dopoguerra. NeTorre San Giovanni Frazione del comune di Ugento, ha una gli ultimi trent’anni il paese ha subito storia antica almeno quanto la città. Si una crescita esponenziale diventando suppone che questo approdo marittimo un importante centro turistico. La costa abbia avuto un’importanza strategica è prevalentemente rocciosa.
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Feste e Sagre • ogni venerdì dalle ore 19,00 • ALLISTE Visite Guidate al Centro Storico di Felline
• dall’11 al 13 giugno • RUFFANO Festa di Sant’Antonio da Padova
• dal 22 giugno al 29 settembre • UGENTO L’Estate tra Arte e Sapori
• dal 6 al 7 luglio • SUPERSANO Festa e fiera della Beata Vergine di Coelimanna
• 13 luglio • RACALE
Tributo a Fabrizio De Andrè (Torre Suda)
• 23 luglio • ALLISTE Sagra della Patata (Felline)
• dal 24 al 25 luglio • TORREMOZZA Sagra ta Turre
• dal 25 al 28 luglio • TAVIANO Festa di Sant’Anna (Marina di Mancaversa)
• 27 luglio • TAURISANO Sagra Birra e Würstel
• dal 2 al 4 agosto • TAURISANO Festa di Santo Stefano
• 3 agosto • RACALE
Sagra della Carne Arrosto (Torre Suda)
• 4 agosto • SUPERSANO Sagra ta Puccia
• 5 agosto • UGENTO Sagra te li Ciceri e Tria
• 6 agosto • ALLISTE Sagra della Polpetta (Felline)
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Feste e Sagre • 7 agosto • MELISSANO Ciboperbacco
• 8 agosto • TAURISANO La Sagra dei Futtimariti
• 8 agosto • RUFFANO Sagra della Magnalonga
• dal 10 all’11 agosto • UGENTO
Fiera della Madonna dell’Aiuto (Torre San Giovanni)
• dal 12 al 13 agosto • TORREMOZZA Sagra te Cose Nosce
• 14 agosto • UGENTO Notte della Pizzica
• dal 15 al 18 agosto • RUFFANO Fiera e festa di San Rocco
• 22 agosto • ALLISTE Sagra della Salsiccia (Felline)
• 1 settembre • RUFFANO Maru festival: Il Peperoncino in Festa
• 7 settembre • TAVIANO Fiera della Cappeddha
• dal 7 all’8 settembre • TAURISANO Madonna della Strada
• dal 7 al 9 settembre • MELISSANO Festa e fiera di Sant’Antonio da Padova
• dal 14 al 15 settembre • TAVIANO
Festa della Madonna Addolorata e Sagra te la Mennula Bbrustulita
• dal 26 al 28 settembre • UGENTO Festa e fiera dei Santi Medici
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A spasso nel tempo
Santa Maria di Leuca è una frazione del comune di Castrignano del Capo, il cui nome deriva dall’aggettivo “leukos” che in greco significa “bianco”: la località era, infatti, ben visibile per i popoli navigatori che, venendo dall’Oriente, venivano colpiti dal colore delle abitazioni illuminate dal sole all’alba. Un altro nome di Leuca, di origine romana, è “Finibus Terrae”, in quanto il paese è il più a sud della
penisola italiana.
Scorci di natura
Leuca è soprattutto un centro balneare e peschereccio e qui si possono trovare spiagge per tutti i tipi di gusto, infatti le sue coste presentano sia fine sabbia che scogli: le tre Grotte Cazzafri che, quando cala il sole, offrono uno spettacolo suggestivo con i loro giochi di luce; la Grotta del Diavolo che deve il suo nome alla superstizione che attribuiva i boati che si udivano al suo interno a delle presenze demoniache e la Grotta del Drago dove vi sembrerà di vedere la testa di un mostro sorgere dalle acque. La città possiede anche alcune fra le più interessanti torri che abbelliscono le coste salentine, costruite
Leuca
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Leuca - Santuario di Santa Maria de Dinibus Terrae
con lo scopo di difesa dagli attacchi pirateschi e dalle invasioni dei turchi, come la Torre dell’Omomorto, così chiamata perché all’interno furono trovate ossa umane, e Torre Vado.
Frammenti d’arte
Leuca si innalza su un promontorio, tra Punta Ristola e Punta Meliso, che divide il Mar Ionio dal Mar Adriatico. L’elemento caratteristico della città è la sua particolare struttura: la città sembra, infatti, essere costruita su due piani. Dal porto si accede a una scalinata di circa duecento gradini, lunga la quale fu costruita una cascata in onore dell’Acquedotto Pugliese. Una volta arrivati al livello superiore, ci si ritrova dinanzi al Santuario di Santa Maria De Finibus Terrae e al Faro, alto circa cinquanta metri, che
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si trova a quarantasette metri dal suolo ed è a base ottagonale, con un fusto bianco. Alla fine della scala monumentale si può ammirare la Colonna romana monolitica, voluta da Mussolini. Il santuario di Santa Maria De Finibus Terrae, costruito nel corso del Settecento, domina su Leuca e la sua struttura è molto particolare perché è fortificata, a causa dei numerosi attacchi dei saraceni. All’interno si possono ammirare sei altari, numerosi dipinti e un antico organo. Nel piazzale antistante il santuario, fu eretta una croce monumentale in pietra, in memoria di un pellegrinaggio giubilare. La chiesa di Cristo Re, realizzata a cavallo fra XIX e XX seolo, si trova nel cuore di Leuca: presenta una faccia-
ta in carparo, in stile romano e gotico, con un grande rosone al centro; all’interno, la pianta si divide in tre navate e caratteristico è il mosaico del pavimento.
e cappelle votive; fra le più importanti, ricordiamo: Villa Daniele, Villa Episcopo, Villa Meridiana, Villa Sangiovanni e Villa Mellacqua. A Ferragosto, in occasione della festa della Madonna dell’Assunta, abitanti Vivere la città animano ancor di più la citIl Lungomare Cristoforo Colombo è età,turisti divertendosi fra processione, musempre affollato ed è ideale per delle sica e fuochi d’artificio. lunghe passeggiate estive. Oltre ad ammirare la Torre dell’Omomorto, vedrete le bellissime villette dell’Ottocento per cui Leuca è molto famosa, caratterizzate da parchi, giardini Leuca - Faro
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... dintorni
Barbarano
Barbarano - Santuario di Santa Maria di Leuca del Belvedere
Nel XII secolo, Tancredi d’Altavilla donò il territorio di Barbarano a Lancellotto Capace, la cu famiglia volle edificare una torre fortificata ancora visibile: fu costruita come posto di guardia in vista delle incursioni saracene. Presenta una pianta quadrata con due stanze, è alta diciotto metri e vi sono sette aperture per l’utilizzo dei cannoni. Al centro del portale si può ammirare un leone rampante rappresentato sullo stemma araldico dei Capece. Ai piedi della torre, si trovano gli alloggi, i depositi e le scuderie. La Chiesa Madre di Barbarano è dedicata a San Lorenzo e fu edificata per volontà di un membro della famiglia Capece, dopo la distruzione della chiesa di Santo Stefano ad opera dei Turchi nel corso del XVI secolo, ma subì numerose modifiche durante lo scorso secolo. Il prospetto è in
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stile neoromanico, mentre gli altari al suo interno sono in stile barocco. Fu un altro Capece a voler costruire il Santuario di Santa Maria di Leuca del Belvedere, in stile rinascimentale, fra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento. Il santuario fu edificato lungo la strada di pellegrinaggio che portava al Santuario De Finibus Terrae di Santa Maria di Leuca: fungeva anche da luogo di ristoro per i pellegrini che si fermavano a riposare prima di riprendere il cammino. All’esterno sono presenti mangiatoie, resti del frantoio, le rimesse per i cavalli e vi era anche una lastra (successivamente trafugata e ora sostituita) con incise dieci “p”, dal significato: “Parole poco pensate portano pena perciò prima pensare poi parlare”. Le Vore di Barbarano (il cui termine è la versione dialettale della parola “voragine”) sono due cavità carsiche, poco distanti fra
loro, che si trovano appena fuori il centro fungono da ornamento. Attraverso il porabitato. tone si accede ad un ampio cortile interno intorno al quale sono distribuiti grandi Morciano stanzoni adibiti a fienili, scuderie, legnaia, Numerosi sono i frantoi ipogei: nel solo cucine, officine, botteghe artigianali, forcentro storico se ne contano diciotto. Al- no e deposito d’armi. cuni di essi possono essere datati al IX La Chiesa Madre è intitolata a San Giovansecolo e molti furono ricavati mediante la ni Elemosiniere. Fu riedificata su una presemplice rottura dei granai di epoca mes- esistente struttura del tardo Medioevo nel sapica, mentre altri granai sono ancora corso del Cinquecento. L’esterno presenta intatti. uno stile romanico con aggiunte barocche Il castello Castromediano-Valentini fu vo- riscontrabili principalmente nel portale luto da Gualtieri VI di Brienne nella prima d’ingresso e nel campanile. L’interno è a metà del XIV secolo. Presenta una pianta tre navate divise da pilastri; gli ultimi due quadrangolare ai cui spigoli erano dispo- sorreggono l’arco trionfale che separa l’asti quattro torrioni dei quali ne resta visi- rea presbiterale dalla navata centrale. Le bile solo uno in quanto due sono inglo- navate laterali ospitano pregevoli altari bati nelle murature esterne realizzate nel barocchi in pietra leccese. Cinquecento e il terzo fu abbattuto per far posto alla costruzione del Convento dei Tricase Carmelitani. La torre è di forma cilindrica Originata dall’unione di tre casati, episoe si articola in tre piani. Elementi caratte- dio a cui deve anche il suo nome, si prerizzanti del castello sono i merli della cor- senta ricca di beni architettonici e di rare tina di coronamento la cui forma è quella specie vegetali: grazie a questo suo patridel giglio di Francia. Il portale d’ingresso è monio di notevole interesse, è dal 2006 sovrastato da cinque stemmi gentilizi che che rientra a far parte del Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco Morciano - Castello Castromediano di Tricase, creato dalla Regione Puglia per salvaguardare la costa ad est del Salento. Dunque, se visiterete Tricase vi troverete in un luogo che potrà soddisfare vari tipi di gusti: dagli appassionati dell’arte agli amanti della natura che potranno addirittura vedere degli esemplari di alberi unici nell’Europa occidentale come le querce vallonee oppure ammirare le numerose grotte calcaree. La Chiesa di San Domenico fu edificata su un preesistente impianto devastato più volte dai Turchi ed è annessa al convento dei Domenicani, i cui titolari erano San Pietro e San Paolo, rappresentati, infatti, dai busti che sormontano il portale assieme anche alla statua di san Domenico. La Chiesa di San Michele Arcangelo presenta sulla facciata lo stemma dei Gallone e vi sono dei pilastri decorati con capitelli in stile ionico. L’interno è a navata unica e
alcune volte sono in pietra leccese; l’altare maggiore è dominato da una grande statua policroma dell’Arcangelo Michele che sconfigge il drago. Conosciuta anche come la chiesa dei Diavoli, a causa di una leggenda che la crede edificata da un demone in una sola notte, la Chieda della Madonna di Costantinopoli risale al Seicento e presenta una particolarissima forma ottagonale ed è da poco stata restaurata. Alla seconda metà del Cinquecento risalgono, invece, la chiesa e il convento dei Cappuccini: la chiesa ha tratti molto semplici ma una bellissima nicchia in stile barocco con all’interno la statua dell’Immacolata. L’abbazia di Santa Maria del Mito fu fondata di monaci italo greci nell’VIII secolo e subì davvero molte vicissitudini che l’hanno ridotta in condizioni di grave degrado e di abbandono totale della struttura di cui resta, oggi, pochissimo. La Cappella della Madonna di Loreto è caratterizzata da una facciata semplice decorata dall’immagine della Vergine. All’interno, si può ammirare un pavimento a mosaico, risalente all’Ottocento, una tela che rappresenta la Madonna col Bambino e una statua lignea della Madonna di Loreto.
Oltre agli edifici religiosi, si può ammirare anche un importantissimo edificio architettonico: Palazzo Gallone, edificato nel XV secolo e caratterizzato da tutti gli elementi richiesti dall’architettura militare dell’epoca come il recinto fortificato e il ponte levatoio.
Presicce
Comune delle serre salentine, il suo territorio possiede un gran numero di trappeti a grotta. Questi frantoi ipogei furono utilizzati per lungo tempo, addirittura fino agli inizi del secolo scorso, quando le cattive condizioni igieniche non hanno più permesso il loro uso e la tecnologia li sostituì con nuovi mezzi per realizzare l’olio. I più antichi si trovano sulla Serra di Pozzomauro e sono scavati nella roccia calcarenitica: furono probabilmente realizzati da comunità agricole pastorali con l’aiuto dei monaci basiliani. All’inizio questi frantoi su trovavano, quindi, fuori dal centro abitato, ma successivamente, si decise di realizzarli anche nei territori abitati per necessità di produzione. I normanni contribuirono ad aumentare il loro numero: furono realizzati il trappeto a grotta sotto la colonna di S. Andrea, i trappeti a grotta di piazzetta Villani, di via Castello e uno al di sotto dei bagni pubblici.
Acquarica del Capo - Municipio
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La Colonna di Sant’Andrea è situata al centro di Piazza Villani, di fronte alla chiesa Madre. Fu edificata nei primi anni del Settecento in stile barocco. L’alto fusto poggia su un basamento circondato da una balaustra su cui si erigono quattro figure femminili che rappresentano le virtù cardinali, mentre sul capitello domina la statua del Santo. La Chiesa madre di Sant’Andrea Apostolo sorge sullo stesso luogo dell’antica parrocchiale distrutta dal terremoto del 1743 e fu ricostruita trent’anni più tardi. Il campanile riuscì a salvarsi e si presenta, pertanto, nel suo originario stile, ossia quello rinascimentale. La facciata è realizzata secondo i canoni del barocco. La pianta è a croce latina e all’interno si possono ammirare ben nove altari e numerosi sono inoltre i dipinti realizzati da pittori locali. Adiacente alla chiesa, della quale è parte integrante, vi è la chiesa dei Morti, così definita per le bocche dei sepolcri sotterranei che essa contiene.
Acquarica
Si possono visitare numerose chiese fra cui quella di San Carlo Borromeo che presenta un grande altare in pietra maggiore che porta ai suoi lati gli stemmi della cittadina ed è sormontato da un organo a canne del Settecento; mentre al centro della chiesa è presente l’altare dedicato al santo patrono, ricco di ornamenti e di raffigurazioni di santi. Nella Chiesa di San Giovanni Battista, invece, si possono ammirare numerose statue, a partire dalla statua in legno d’oliva di San Giovanni che si trova su una nicchia che caratterizza la facciata dell’edificio, fino ad arrivare all’interno in cui sono presenti statue in cartapesta di San Filippo Neri, Santa Lucia, San Carlo, San Giuseppe, San Paolo e San Pietro. Una delle più antiche costruzioni religiose del basso Salento è la chiesa della Madonna dei Panetti, realizzata nell’undicesimo secolo e così denominata perché qui si di-
stribuiva cibo ai poveri. Da visitare è anche la Cappella della Madonna di Pompignano che prende il nome dal casato scomparso e fu edificata nel XVI secolo. Molto importante è anche il castello medievale voluto dalla famiglia Guarini i cui stemmi sono scolpiti sulla facciata. All’interno vi sono alcune stanze e si possono ancora trovare le tracce dell’antica chiesa di San Francesco che custodisce alcune tombe gentilizie.
Castrignano Del Capo
Presenta un antico centro, detto Borgo Terra, che rappresenta la prima società rurale del paese. Risale al Medioevo e passeggiare per i numerosi piccoli e contorti vicoli vi farà fare un tuffo nel passato. Si trovano numerosi frantoi ipogei. Costruito lungo le mura del Borgo è il Palazzo Muzi, edificato tra la fine del XVIII e i primi anni del XIX secolo. Si trova nel nucleo antico di Piazza San Nicola, oggi Piazza Mercato, e presenta una facciata elegante. Il palazzo, oltre ad essere la dimora signorile dei proprietari, aveva le stesse funzioni delle antiche masserie autosufficienti. Potrete vedere la colonna votiva dedicata alla Vergine Immacolata, che fu innalzata nel 1838. Sulla sommità è posizionata una statua della Madonna realizzata da uno scultore di Muro Leccese. La chiesa madre di San Michele Arcangelo sorge sulle rovine di una precedente chiesa rinascimentale, distrutta dal terremoto del 1743. Fu, pertanto, riedificata pochi anni più tardi. Si adottò lo stile barocco, anche se le parti superstiti mostrano ancora il vecchio stile rinascimentale. Il prospetto è caratterizzato dal portone centrale decorato con bassorilievi, stemmi ed una statua di San Michele che poggia su due colonne laterali. Due nicchie con statue si aprono ai lati del portale. L’interno, ad unica navata, ha sei altari laterali; sono presenti numerosi quadri e tele del Settecento e una statua in legno che raffigura San Michele Arcangelo.
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... le marine Tricase Porto
La costa è prevalentemente bassa e rocciosa, ricca di grotte e piccole insenature. In una di queste vi è un porto risalente al XV secolo, a cui ne è stato affiancato un altro più piccolo per barche da diporto.
Marina Serra
Il litorale è caratterizzata da una costa alta e rocciosa, con scogli spesso a strapiombo sul mare; è ricca di piccole insenature che prendono vari nomi e grotte molto suggestive, spesso solo accessibili via mare.
si trova a ridosso della costa; Grotta di Porto Vecchio, si trova nella zona denominata appunto Porto Vecchio; Grotte delle Cipolliane: si tratta di un complesso di due grotte dalla particolare caratteristica di avere due camere, una a livello del mare e l’altra a essa immediatamente sovrapposta. Singolarmente, esse vengono chiamate Grotta del Presepe (poiché la sua camera superiore evoca la grotticella di un presepe) e Grotta dell’Elefante (a causa di una formazione rocciosa simile ad un elefante).
Torre San Gregorio
Località balneare e frazione di Patù che presenta una costa rocciosa e dove poLa località è stata abitata da tempi anti- trete ammirare l’omonima torre. La lochissimi. Nel XVI secolo, per contrastare i calità costituiva l’antico porto del centro Saraceni, venne costruita la Torre del Porto, messapico di Vereto. oggi ridotta ad un ammasso di detriti. Il tratto di costa su cui sorge Novaglie è Torre Vado ricco di grotte naturali. Le principali sono Rinomata località balneare che si affacle seguenti: Grotta Azzurra: così chiama- cia sul Mar Ionio: prende il nome dalla ta per la caratteristica colorazione delle torre di avvistamento costruita da Carlo acque; Grotta del Diavolo: si tratta di una V per difendere il territorio dalle invasiopiccola grotta con una ristretta camera che ni dei pirati.
Marina Di Novaglie
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Feste e Sagre • dal 11 al 13 giugno • TRICASE Festa di Sant’Antonio
• dal 20 al 21 giugno • PRESICCE Festa e Sagra di San Luigi
• dal 22 al 23 giugno • PATÙ Infiorata del Corpus
• dal 23 al 25 giugno • PATÙ Fiera di San Giovanni
• 29 giugno • TRICASE Fiera dei Ss. Pietro e Paolo
• 2 luglio • CASTRIGNANO DEL CAPO Madonna del Canneto
• 7 luglio • PRESICCE Borgo in festa
• dal 15 al 16 luglio • PRESICCE Madonna del Carmine
• dal 16 al 17 luglio • SALVE Festa di Santa Marina (Ruggiano)
• dal 21 luglio al 4 agosto • PRESICCE Presicce in Festa
• dal 23 luglio al 6 agosto • PRESICCE Presicce in mostra
• 28 luglio • TRICASE
Locomotive Jazz Festival (Marina Serra)
• 28 luglio • CORSANO Festa di San Biagio
• dal 28 al 29 luglio • ALESSANO Festa di San Trifone e della Fera Noa
• 3 agosto • ANDRANO
Sagra della Pitta cu le Ulie e Festa della Madonna dell’Attarico
• 6 agosto • PATÙ Sagra della Sciuscella
• 8 agosto • MORCIANO Sagra de li Diavulicchi
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Ricerca e Tradizione
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Feste e Sagre • 9 agosto • S. M. DI LEUCA Sagra dei Sapori di Mare
• dal 9 all’11 agosto • TRICASE Festa di San Vito
• 10 agosto • CORSANO Sagra Agreste
• 11 agosto • CASTRIGNANO DEL CAPO Sagra dei Sapori Antichi e de li Piatti Nosci
• dal 11 al 12 agosto • TORRE VADO Stella Maris
• 14 agosto • MONTESARDO
Sagra della Pasta Fatta in Casa e te lu Porcu Pri Pri
• dal 15 al 18 agosto • S. M. DI LEUCA
Festa della Madonna dell’Assunta e Sagra del Pesce Fritto
• 16 agosto • TIGGIANO Sagra delle 4 Pignate
• 17 agosto • DEPRESSA Sagra della Pasta fatta in casa
• dal 17 al 19 agosto • PRESICCE I Colori dell’Olio
• dal 19 al 20 agosto • ANDRANO Sagra dell’Arte Culinaria Salentina
• 21 agosto • SALVE Sagra della Taranta
• 22 agosto • TRICASE
Sagra e fiera della Madonna del Gonfalone
• 28 agosto • ACQUARICA DEL CAPO Sagra del Grano
• dal 4 all’8 settembre • TRICASE Salento International Film Festival
• dal 8 al 9 settembre • ACQUARICA DEL CAPO Festa e Fiera della Madonna del Ponte
• dal 28 al 29 settembre • PATÙ Festa di San Michele Arcangelo
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• Lido Kalù San Cataldo
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Santa Cesarea Terme
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Otranto Cusì t’ài strutta a ppelle e cchiesa, Utràntu, ma ogni annu sullu cippu alli Ottucentu se scunùcciane l’osse, e allu Salentu li cràmmani ricordi, e cchiami chiantu. [Così ti sei consumata pelle e chiesa, Otranto / ma ogni anno sul ceppo agli Ottocento / si disarticolano le ossa, ed al Salento / gli carmini memorie, e chiami pianto.]
(Nicola Giuseppe De Donno)
A spasso nel tempo
Otranto deve probabilmente il suo nome a Hydruntum, un fiumicello che attraversa la Valle dell’Idro. La particolare posizione geografica ha prodotto alla città diversi vantaggi, legati allo sviluppo economico e commerciale, ma allo stesso tempo svantaggi dovuti alla vulnerabilità verso gli attacchi dei popoli che approdavano sulle coste della penisola salentina. L’invasione più famosa fu quella del 1480, quando i turchi
assediarono la città, ammazzarono tutti gli uomini con più di quindici anni e costrinsero gli abitanti a rinnegare la loro fede; molti credenti del luogo si recarono in chiesa per pregare, ma, una volta trovati dai nemici e obbligati ad abbracciare la religione islamica, si rifiutarono e furono uccisi. Dopo l’intervento degli Aragonesi, Otranto dovette riprendersi da una condizione catastrofica: popolazione decimata, commercio allo stremo, architetture distrutte. Grazie al Duca di Calabria, la città iniziò una lenta ripresa, durante la quale furono anche erette due torri, le Alfonsine, all’ingresso della città. Anche Porta Alfonsina fu eretta in onore del Duca Alfonso, sulla cui estremità si può notare un’apertura utile per gettare liquidi bollenti sui nemici che oltrepassavano i confini della città.
Otranto - Castello Aragonese
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Frammenti d’arte
Scorci di natura
Otranto - Porta Alfonsina
Otranto è una delle mete più frequentate per il suo bellissimo mare, che è sia l’Adriatico che lo Ionio. La Baia dei Turchi è famosa per il suo mare molto simile a quello dei paesi tropicali; se preferite la roccia, recatevi invece presso Porto Badisco, anche sito importante per testimonianza storica, infatti nella Grotta dei Cervi e nella Grotta delle Striare sono stati scoperti diversi graffiti. Poco più a sud di Otranto, verso la Baia dell’Orte, si può visitare l’incantevole laghetto di bauxite, ex cava di estrazione del minerale. Non dimenticate di recarvi presso i Laghi Alimini, due bacini, uno di acqua dolce e uno di acqua salata, circondati da sabbia bianchissima e da una ricca vegetazione, infatti attorno potete passeggiare in un bellissimo parco naturale che emana intensi profumi.
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La Cattedrale di Santa Maria Annunziata è il luogo sacro dove molti uomini di Otranto si rifugiarono, durante l’assedio dei turchi. Le loro ossa sono custodite nell’abside destro della chiesa; al piano inferiore si trova la cripta, di epoca romana. La sua magnifica facciata colpirà il vostro sguardo e difficilmente potrete dimenticare il grande rosone a sedici raggi di epoca rinascimentale. Appena varcherete la soglia, vi ritroverete di fronte a un enorme mosaico pavimentale su cui sono rappresentati diversi simboli e varie scene, che si articolano in un grande albero della vita, i cui rami ripercorrono la storia dell’uomo, tra realtà e credenza: da Adamo ed Eva a Giona, da Caino e Abele a Noè, da Re Artù ad Alessandro Magno. Sulla navata sinistra è rappresentato l’albero del Giudizio universale, con due ramificazioni che corrispondono una all’inferno e Otranto - Cattedrale Santa Maria Annunziata
Otranto - Spiaggia dei Gradoni
l’altra al paradiso; mentre la navata destra è occupata dall’albero della Redenzione su cui si vede la figura del Re Salomone. In memoria del doloroso cammino cui furono costretti gli otrantini tratti in ostaggio dai turchi per giungere sul colle dove sarebbero stati giustiziati, fu edificata, nel XVI secolo, la chiesetta di Santa Maria del Passo. Sempre in ricordo del massacro degli otrantini, fu costruita nel corso del Seicento la chiesa dei Martiri Otrantini, esternamente realizzata in stile rinascimentale, ma ricca di altari barocchi all’interno. Si può ammirare un altro meraviglioso mosaico nella chiesa della Madonna dell’Altomare, dove ogni decorazione si ispira al tema del mare, dalla stella di tradizione marinara al centro del mosaico, agli arredi presenti, caratterizzati da delfini, conchiglie e cavallucci marini.
Vivere la città
Passeggiando per Otranto, ci si rende subito conto della sua natura a carattere difensivo: il vostro sguardo sarà colpito dal Castello Aragonese, costruito nel XVI secolo, a pianta pentagonale e costituito da tre torrioni cilindrici angolari. Il Castello ospita spesso mostre ed eventi culturali in cui non sarà difficile imbattervi. Il borgo antico di Otranto è costituito da numerose piccole stradine, tutte da scoprire, con un lastricato di pietre vive. Arrivando in Piazza del Popolo noterete la Torre dell’orologio, edificata nel 1799, che presenta lo stemma della città. Otranto è famosa anche per un evento che anima la città negli ultimi mesi dell’anno e che culmina nella notte fra il 31 dicembre e il 1° gennaio: la notte di San Silvestro, con l’Alba dei Popoli, fra musica e divertimento, si attendono le prime luci del nuovo anno.
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... dintorni Maglie
La grande facciata del Duomo, detta anche Chiesa della Collegiata è conosciuta con l’espressione “chiesa grande”, attrarrà immediatamente la vostra attenzione: di grande valore sono, al suo interno, gli altari interamente scolpiti in pietra leccese e dipinti a mano. Potrete ammirare anche la cappella del Sacramento, rivestita di marmi policromi, e due ovali dipinti da Oronzo Tiso. Accanto alla chiesa, si alza anche il secondo campanile più alto della provincia, che, con ben 48 metri, è superato solo da quello del Duomo di Lecce. È realizzato in pietra leccese ed è costituito da cinque
piani e sposa assieme gli ordini dorico, ionico, corinzio e tuscanico. Altre chiese degne di nota sono la chiesa della Madonna delle Grazie, in stile barocco ma con una facciata semplice e lineare, al cui interno potrete osservare bellissime e pregevoli pitture. La colonna della Madonna delle Grazie, invece, è realizzata in pietra leccese, è alta 15 metri e ai lati sono collocate le statue dei quattro protettori di Maglie: San Nicola, Sant’Oronzo, Sant’Antonio e San Leonardo. Una delle chiese che ha segnato la storia di Maglie è l’antica chiesa di Sant’Antonio Abate, dove al suo interno potrete vedere la ruota degli esposti, posto anticamente
Maglie - Duomo
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adibito a lasciare al suo interno i neonati indesiderati. Strutture fondamentali per la città sono anche le architetture civili: il Palazzo Baronale che ospita il liceo Capece; il Palazzo Municipale; il Palazzo Garzya; il Palazzo e la Villa dei Tamborino, importanti esponenti della città. Nella piazza vicino al Municipio, si trova una statua di marmo bianco di Carrara rappresentante Francesca Capece, mentre nella piazzetta vicino alla casa di Aldo Moro, si trova una statua dedicata al politico. Maglie soddisfa anche gli appassionati di archeologia con i suoi numerosi dolmen e menhir. Frazione di Maglie, è Morigino che si situa sulla strada provinciale che collega Maglie a Cursi. La località ha acquisito grande notorietà grazie ad alcune immagini scolpite su massi rocciosi che si trovano fra alberi e arbusti delle sue campagne. Si dice che siano state realizzate da un uomo del posto, circa un secolo fa. Queste sculture, sia per la loro particolare bellezza che per la loro aura di mistero, hanno attratto numerosi visitatori.
Nociglia
Passeggiando per Nociglia rimarrete stupiti dal maestoso Castello Baronale dei Gallone-Pignatelli risalente al XIV secolo. Da visitare la chiesa matrice di San Nicola Vescovo, edificata, nella seconda metà del XIX secolo, sui resti di una precedente struttura. La nuova struttura fu realizzata in pietra leccese e in stile gotico: la facciata richiama lo stile del tardo-romanico pugliese. Sono presenti due campanili a pianta quadrata, di cui uno svolge la funzione di orologio pubblico. La Cappella Madonna dell’Idri risale agli inizi del XX secolo e fu edificata inglobando l’antica chiesa bizantina di San Nicola, edificata nell’XI secolo. La facciata è molto sobria e all’interno vi è un’unica aula con un altare in pietra leccese. Dietro all’altare si nasconde una piccola porta che conduce alla chiesa bizantina
Nociglia - Castello Baronale
in cui vi sono affreschi del XIII e del XV secolo.
Castro
Un ricco bagaglio di storia porta con sé la città di Castro, il cui centro abitato si divide fra un promontorio e la parte bassa intorno al porto. Qui, si può visitare la Chiesa dell’Annunziata, costruita sulle rovine di un tempio greco e in pieno stile romanico. All’interno, oltre all’altare maggiore in stile barocco, lungo le pareti laterali, sono collocati alcuni altari decorati da numerose tele, e si possono ammirare pregevoli statue in cartapesta e un bellissimo affresco di santa Lucia. Il centro storico di Castro è protetto da una poderosa cinta muraria rafforzata dalla bellezza del castello e delle torri che con le loro dimensioni si innalzano dinanzi ai vostri sguardi. Al borgo antico si accede per mezzo di un’entrata, Porta Terra, che però ormai è solo un nome, tenuto conto che non c’è più nessuna porta. Il castello aragonese fu costruito nel XII secolo ma venne danneggiato durante l’invasione turca. La sua pianta è rettangolare con quattro torri di diversa forma e dimensione e prima, di fronte all’entrata, vi era un fossato e un ponte levatoio. Ma di Castro non potrete mai dimenticare i meravigliosi scenari che la sua natura
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Di grande importanza scientifica sono le varie specie animali sotterranee presenti nella grotta, soprattutto crostacei. Intensa è la storia di questa grotta: sono stati rinvenuti numerosissimi resti e manufatti neolitici, paleolitici e di epoca romana.
Santa Cesarea Terme
Castro - Grotta Zinzulusa
sa offrire: sarà molto rilassante fare una passeggiata nel bosco, anche conosciuto come parco delle querce, e ancora più attraenti sono le sue famosissime e suggestive grotte: la Grotta Azzurra, la Grotta Palombara, la Grotta Romanelli e la Grotta delle Zinzuluse. Raggiungibile solo per mare, la Grotta Azzurra è vicina alla Grotta Zinzulusa e deve il suo nome al colore blu cobalto che assume il mare agli occhi del visitatore al suo interno. Detta anche nel dialetto locale “Palummara”, la Grotta Palombara si trova fra Castro e Leuca ed è anche il nido di numerosi colombi che, fra i suoi massi, decidono di porre le loro dimore. La grotta Romanelli è lunga 35 metri ed è di grande interesse storico per via dei ritrovamenti che hanno dimostrato che fu un rifugio per l’uomo durante il Paleolitico, e si ha evidenza dai ritrovamenti che fu un rifugio per l’uomo nel Paleolitico. Tuttavia, l’ingresso al suo interno è vietato. La famosissima e molto visitata Grotta delle Zinzuluse deve il suo nome ad un termine dialettale, gli “zinzuli”, cioè gli stracci che penzolano: infatti, la grotta è caratterizzata da numerose stalattiti e formazioni carsiche che scendono dal soffitto. E’ una delle più importanti manifestazioni del carsismo costiero italiano.
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La sua fama precede questa splendida città la cui attrattiva principale è legata al suo centro di acqua termale incastonato negli scogli che si affacciano sul mar Adriatico. E’ il luogo perfetto per chi cerca un relax assoluto, per chi vuole staccare dal caos e dagli impegni quotidiani, per chi vuole ricercare la propria armonia a contatto con la natura: Santa Cesarea Terme dispone di acque nitide, sorgenti di acque minerali che migliorano la salute di chi vi si immerge, seducenti rocce carsiche e quattro grotte naturali, cioè Fetida, Solfurea, Gattula e Solfatara. Il mare abbraccia le sfumature cromatiche del Mar Ionio e del Mar Adriatico che si fondono per creare uno spettacolo di colori e suggestioni. Da non perdere anche la baia di Porto Miggiano, caratterizzato da importanti tracce storiche: una torre risalente al Cinquecento e varie grotte preistoriche. Ma non è solo il mare a rendere così preziosa Santa Cesarea Terme: anche il suo verde è importante, un verde dato da vaste distese di ulivi secolari. Dal punto di vista artistico, non potrete non visitare la Chiesa Madre del Sacro Cuore, risalente al XIV secolo, dove si può notare la bellissima statua in cartapesta di Santa Cesaria Vergine; le Torri d’avvistamento volute da Carlo V (Torre Miggiano, Torre Minervino, Torre Specchia di Guardia, Torre Santa Cesarea). Numerose sono anche le ville e i palazzi che potrete ammirare tra cui Villa Raffaella, Villa Sticchi, d’incantevole bellezza resa dalla sua particolare posizione, dal suo stile moresco. La visita al Museo degli Orologi delle Torri Civiche e al Museo del Mare soddisferà anche gli appassionati di storia.
Santa Cesarea Terme
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... le marine Torre Santo Stefano
da il nome alla località e alla baia che sorge in quel punto. Edificata a partire dal 1567 fu parzialmente distrutta durante la seconda guerra mondiale; rimangono in piedi solo due lati contrapposti. Attualmente è inglobata nel territorio del villaggio turistico occupante la zona intorno alla baia.
Alimini
sono due laghi situati a nord della città di Otranto. Sono collegati da un canale, denominato Lu Strittu. Alimini Grande è stato generato dalla continua erosione del mare. È circondato da una fascia rocciosa, ricoperta da folte pinete e macchia mediterranea. Il tratto settentrionale, chiamato Palude Traguano, è pressoché basso e sabbioso; qui sono presenti numerose sorgenti, fra cui la principale chiamata Zudrea che alimenta il lago insieme al mare. La percentuale di salinità del lago è quasi quella del
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mare, perché vi confluisce in esso. Alimini Piccolo è generato da numerose sorgenti di acqua dolce, ed è chiamato anche Fontanelle. Il lago, viene alimentato dalla falda del canale Rio Grande che è generato dalle numerose sorgenti presenti presso la vicina Serra di Montevergine. Le acque del lago sono quasi sempre dolci, ma durante la stagione estiva, con il fenomeno di evaporazione tende a diventare salino.
Porto Badisco
è un luogo ricco di rocce, fondamentale per il suo carico storico. A Porto Badisco si trova inoltre la Grotta dei Cervi, che contiene importanti disegni Neolitici. È caratterizzata da numerosi anfratti e calette di rara bellezza. In Direzione Santa Cesarea-Castro-Leuca, inoltre, si trova la cosiddetta “Grotta delle Striare”, cioè grotta delle streghe, caratteristica per l’entrata attraversata in diagonale da una lingua di roccia.
Feste e Sagre • dal 12 al 13 giugno • CORIGLIANO D’OTRANTO Festa di Sant’Antonio
• dal 14 al 15 giugno • OTRANTO Salento Swing Festival
• dal 21 al 23 giugno • OTRANTO Suoni e Sapori del Salento
• dal 23 al 25 giugno • GIUGGIANELLO XIX Sagra di San Giovanni
• dal 28 al 30 giugno • OTRANTO
XVIII Sagra del Centro Storico - Ss. Pietro e Paolo
• dal 2 al 3 luglio • CARPIGNANO SALENTINO Festa di Santa Maria della Grotta
• dal 5 al 9 luglio • SCORRANO Notte delle Luci e Festa di San Domenica
• dal 14 al 15 luglio • CURSI
Festa Maria Santissima dell’Abbondanza
• dal 20 al 21 luglio • CURSI Sagra del Pane
• 21 luglio • SANTA CESAREA TERME Notte Blu
• 21 luglio • NOCIGLIA Sagra Te lu Noce
• dal 23 al 26 luglio • GIUGGIANELLO Festa di San Cristoforo e Sagra dell’Anguria
• 27 luglio • SANTA CESAREA TERME Sagra della Bruschetta
• 28 luglio • SURANO Festa del Pasticciotto
• dal 1 al 5 agosto • MAGLIE Mercatino del Gusto
• 3 agosto • SPONGANO Sagra della Granita
• 4 agosto • VITIGLIANO Festa della Cucuzzata
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Feste e Sagre • 5 agosto • DISO
Etnica Diso Folk Festival
• dal 8 al 9 agosto • ORTELLE Sagra dell’Orecchietta - Villa Castrisi
• dal 10 al 12 agosto • CASTRO
Festa del Mare in onore della Madonna di Pompei e Sagra del Pesce Fritto
• dal 10 al 13 agosto • CANNOLE Festa della Municeddha
• dal 11 al 12 agosto • POGGIARDO Festa te lu Cranu Stumpatu
• dal 13 agosto • NOCIGLIA
Festa te Santu Donnu (il Santo che non c’è nel paese che non esiste) - Nociglia Fontana
• dal 13 al 15 agosto • OTRANTO Festa dei Beati Martiri Idruntini
• dal 17 al 19 agosto • CERFIGNANO Festa di Sant’Antonio
• dal 18 al 20 agosto • CARPIGNANO SALENTINO Festa te lu contadinu - Serrano
• 20 agosto • NOCIGLIA Festa di Sant’Antonio da Padova
• 21 agosto • POGGIARDO Sagra delle Trozzelle - Vaste
• dal 22 al 23 agosto • CORIGLIANO D’OTRANTO Festa di San Nicola
• 24 agosto • MELPIGNANO Notte della Taranta
• dal 31 agosto al 1 settembre • OTRANTO Festa della Madonna dell’Altomare
• 1 settembre • CARPIGNANO SALENTINO Festa te lu Mieru
• dal 8 al 13 settembre • MINERVINO
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• dal 11 al 12 settembre • SANTA CESAREA TERME Festa di Santa Cesarea
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... i colori
en radicato nella cultura salentina è B l’artigianato locale, tanto da essere una delle principali realtà produttive della zona. Passeggiando per le vie dei borghi capita spesso di incontrare caratteristiche botteghe, ospitanti esperti artigiani capaci di modellare ceramiche, cartapesta, pietra leccese e altro seguendo le antiche tradizioni. La cartapesta risale al XVIII secolo circa ed è una tecnica povera di materiali, come la terracotta, paglia, fil di ferro, carta e colla d’amido. Il principale uso di quest’arte consiste nella realizzazione di figure sacre, con particolare attenzione ai personaggi dei presepi. Principale vanto dell’artigianato salentino è la pietra leccese (o “lecciso”). Di origini calcaree, è una pietra facilmente plasmabile e molto porosa, estratta dalle numerose cave presenti nel territorio. Le origini più antiche del suo utilizzo si
possono ammirare nei dolmen e menhir sparsi nel salento. In seguito si è fatto ampio uso nella scultura e nella realizzazione della maggior parte delle architetture storiche, soprattutto in epoca barocca. La lavorazione della terracotta ha origini messapiche, il cui uso principale era nella creazione delle “trozzelle”, vasi utilizzati per contenere l’acqua. Tutt’ora il procedimento non è cambiato e consiste nel lavorare al tornio l’argilla dandole la forma desiderata, poi esposta al sole per asciugarla ed infine infornata per indurirla e farle assumere la particolare colorazione giallognola o rosso mattone. Gli artisti che lavorano la terracotta sono detti “cutimari”. La loro produzione varia dal vasellame, alle stoviglie e ai “pupi” del presepe. Diffusa nel territorio è anche la produzione di giunchi intrecciati a formare ceste, utili per contenere prodotti della vita contadina (verdura, ortacci, paste, formaggi ecc.). Diffuse sono anche le “nasse”, utilizzate dai pescatori per catturare i pesci.
... i sapori
La dieta mediterranea fa da padrona nei piatti salentini: verdure, frutta, ortaggi, olio, noci, legumi, vino sono cibi all’ordine del giorno nel Salento. Chi ama la verdura non può non assaggiare le “cicureddhe cu le fave”, cicorie lesse accompagnate da un purè di fave bianche, in cui si intreccia il sapore amaro delle prime con il dolciastro delle seconde. La pasta non può mancare sulle tavole. La
gente del posto la realizza in casa. I “ciciari e tria” sono una pietanza tradizionalmente mangiata il giorno di San Giuseppe: si tratta di pasta fatta in casa, in parte fritta (“i frizzuli”) condita con i ceci. Non potrete lasciare il Salento senza aver provato i “panzerotti fritti”, dall’impasto morbido e saporito di patate; le “pittule”, frittelle che hanno un diverso aspetto e un diverso sapore a seconda degli ingredienti. Ci sono le pittule classiche, fatte solo di pasta lievitata, che possono essere mangiate sia come piatto salato che dolce: basta inzupparle nel vincotto; le pittule alla pizzaiola, realizzate principalmente con cipolla, pomodoro, capperi e olive nere sgusciate; per gli amanti del pesce, pittule con baccalà, con gamberi,
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un cuore di mozzarella, besciamella, pomodoro e un pizzico di pepe; mentre come cibi da consumare in fretta abbiamo la “puccia”, pane con olive nere; le “mpille”, simili alle pucce ma con pomodoro, cipolla, peperoncino, zucchine e altre verdure; la famosissima “friseddha”, pane biscottato di grande durezza che per essere mangiato deve essere inzuppato in acqua e poi condito a piacimento, di solito con alici, o con “minoscia” . con olio, sale, pomodoro, origano Gustosissima è la “pitta”, una sorta di e capperi. I dolci tipici del Salento pizza rustica che si ottiene dall’impa- sono: I “purciaddhuzzi”, dolci tipisto di patate con uno strato al centro di ci natalizi, fritti e ricoperti di miele; sugo, pomodori, capperi, cipolle e olive la “cupeta a mendule”, croccante di nere. Un piatto elaborato è la “parmi- mandorle e zucchero, venduta presgiana”: strati di melanzane fritte con so le feste patronali; il “pasticciotto”, uova e farina, conditi a piacimento. pasta frolla con il ripieno di crema Non può mancare il menù a base di pasticcera; i “scaiozzi”, dolcetti spepesce: famose per la loro bontà sono ziati e profumati di cioccolato dentro le “cozze”, spesso usate per condire il e fuori, con copertura di glassa; fra i riso o accompagnate dalle patate; i gelati, lo “spumone salentino” e le frutti di mare, in modo particolare i “banane con meringa e noccioline”. ricci, da gustare con del pane fresco; i calamari, i gamberi e la zuppa di pesce sono fra i piatti più amati. Venduta presso tutte le fiere è la “scapece”, pesce condito con aceto, zafferano e mollica di pane. Con questi piatti è d’obbligo un sorso di vino, prodotto da uva di vigneti rigorosamente salentini; in modo particolare, molto conosciuti e apprezzati sono il Primitivo di Manduria e il Negroamaro. Fra i “cibi da passeggio” abbiamo il “rustico”, fatto di pasta sfoglia con
Cucina Salentina • Tubettini Fagioli e Cozze Ingredienti: 200 gr. di fagioli secchi, 200gr. di tubettini, 1 kg. di cozze, 100 gr. di pomodorini, 1 spicchio d’aglio, prezzemolo, pepe e sale. Preparazione: Mettere a mollo i fagioli per una notte e cuocerli facendoli bollire. Spazzolare le cozze per eliminare l’incrostazioni e il bisso, quindi metterle in una pentola con il coperchio e farle cuocere fino all’apertura delle valve. Conservare qualche guscio e il liquido delle cozze. In un’ampia casseruola, soffriggere l’aglio con i pomodorini tagliati a dadini, aggiungere i fagioli e l’acqua delle cozze. Cuocere la pasta e a metà cottura aggiungere le cozze e i fagioli. A cottura finita aggiungere il prezzemolo tritato, regolare di sale e decorare con i gusci.
• Alici Racanate Ingredienti: 1 kg. di alici, 200 gr. di pane grattugiato, 1 spicchio d’aglio, menta, capperi, olio, aceto e origano. Preparazione: Eliminate la lisca delle alici e aprirle a libro, sciaquatele accuratamente. Tritate lo spicchio d’aglio e mescolate con il pane grattugiato, la menta, i capperi e l’origano. In una teglia fare uno strato di alici con il dorso rivolto verso il basso ricoprirlo con il pane procedendo così a strati fino ad esaurire gli ingredienti avendo l’accortezza di terminare con uno strato di pane. Aggiungere dell’olio e una spruzzata di aceto. Cuocere in forno caldo per 15 minuti.
• Insalata di Polpo Ingredienti: un polpo da ½ kg., succo di limone, olio, sale, pepe, aglio e prezzemolo. Preparazione: Pulite bene il polpo e farlo bollire per circa 30 minuti. Terminata la cottura tagliarlo a dadini e condirlo con olio, limone, pepe, aglio e prezzemolo. A piacere aggiungere carote e sedano.
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Cucina Salentina • Carne di Cavallo alla Pignata Ingredienti: 1 kg. di pezzetti di carne di cavallo, 500 gr. di salsa di pomodoro, cipolla, alloro, peperoncino e sale. Preparazione: In una pignata di terracotta soffrigere la cipolla, aggiungere prima la salsa e poi la carne, l’alloro, il peperoncino e regolarla di sale. Chiudere la pignata e farla cuocere a fuoco lento per 3-4 ore.
• Panzerotti di Patate Ingredienti: 400 gr. di patate, 1 uovo, 100 gr. di formaggio grattugiato, un po di menta tritata, pan grattato, sale e pepe. Preparazione: Lessare le patate e schiacciarle, impastare con uova, formaggio, menta e pepe. Fare dei piccoli cilindretti con l’impasto e metterli in una ciotola con il pane grattato per ricoprirli. Friggerli in abbondante olio caldo.
• Frisa Salentina Ingredienti: frise di grano duro o di orzo, pomodori, olio di oliva, sale e acqua. Preparazione: Immergere la frisa nell’acqua. Lasciarla immersa per 30 secondi per una frisa croccante o 1 minuto peruna frisa più morbida. Condirle con i pomodorini tagliati a pezzetti o spalmarli sopra per far uscire i semini, sale e olio. A scelta si può aggiungere dell’origano, del tonno, dei capperi ecc...
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Abbiamo voluto dare delle indicazioni e alcuni consigli sui luoghi di maggior interesse storico, artistico e naturale che potrete visitare nel Salento, affinché le vostre vacanze siano “indimenticabili”. È doveroso da parte nostra ringraziare tutti gli sponsor che sostengono ogni anno la nostra iniziativa con il loro contributo, senza il quale questo opuscolo non sarebbe mai stato realizzato, con l’augurio che anno dopo anno crescano commercialmente. Ringraziamo anche coloro che hanno collaborato alla concretizzazione di questo lavoro: Annalucia, Loredana, Tiziano, Cristina, Orietta, Roberta, Stefania, Giuseppe e Mauro. La vostra opinione ci fa cosa gradita per poter migliorare la guida in futuro contattandoci all’indirizzo info.estateinsalento@gmail.com.
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