MENSILE N ∙ Ø9 ∙ ANNO 3 Novembre 2Ø18
Mandi Primo
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ILSOMMAR O CNA INFORMA MAGAZINE MENSILE Novembre 2Ø18
PAG∙Ø5 EDITORIALE È morto Primo Blarzino, fondatore della CNA di Udine e del Fvg
PAG∙22 NOTIZIE FLASH Lavoro a termine e in somministrazione: limiti legali e contrattuali
PAG∙Ø6 ATTUALITÀ Fatturazione elettronica: gli incontri di novembre
PAG∙24 PREVENZIONE INTEGRATA i quaderni tecnici Inail per i cantieri
PAG∙Ø7 ATTUALITÀ CNA Osservatorio nazionale: “Comune che vai, burocrazia che trovi”
PAG∙26 SOCIALE “Tiempo detenido”: racconti dal carcere
PAG∙16 ATTUALITÀ SISTRI: le imprese bocciano il sistema PAG∙18 ATTUALITÀ Impresa Donna, riaperte le iscrizioni al San.Arti.
PAG∙28 IMPRESA DEL MESE Risparmi e investimenti: i consigli di Davide Rigonat CNA INFORMA MAGAZINE ∙ MENSILE
Editore CNA Fvg
Direttore responsabile:
PAG∙19 ATTUALITÀ Restauratori: bando di qualifica PAG∙21 NOTIZIE SINDACALI Fashion hand made: la moda di alta sartorialità sfila a Villa Elodia
Rosalba Tello
A questo numero hanno collaborato: Nello Coppeto, Michela Di Maria, Elena Casarsa, Antonio Cantarutti, Stefano Pavan, Claudio Fattorini, Laura Cosatto
Foto: Banca Immagine
In copertina: Primo Blarzino ritratto nella sua Lauco
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L’ED TORIALE LUTTO
di Nello Coppeto
È MORTO PRIMO BLARZINO, FONDATORE DELLA CNA DI UDINE E DEL FVG Con lui va via una voce importante dell’imprenditoria friulana Si è spento serenamente il 30 ottobre pomeriggio nell’ospedale di Tolmezzo. Aveva 98 anni. I funerali si svolgeranno a Lauco il 2 novembre in forma civile alle 14.30
Sarebbe stato difficile immaginarselo malato, poco lucido o inattivo. Primo Blarzino ha vissuto i suoi 98 anni come un leone andandosene però in punta di piedi e serenamente, senza avvisare, con quella forza e dignità che facevano di lui mai un “vecchio”, bensì un grande uomo, stimato e amato da tutti. Fondatore della CNA di Udine, importante figura di riferimento non solo per gli associati ma per l’intero mondo artigiano e del Friuli produttivo. Con lui se ne va una voce importante dell’imprenditoria friulana. Lungimirante, saggio, vivace, lucidissimo in ogni riunione di presidenza, i suoi interventi erano per noi preziosi. Attendevamo sempre il suo pensiero e le sue indicazioni, in qualunque dialogo e su qualsiasi tema. Carnico doc, Primo era un vero personaggio: grande affabulatore, versatile, un esempio eccezionale come imprenditore e come uomo, che ha arricchito il sindacato di battaglie e tappe fondamentali per la CNA. Imprenditore, sindacalista, commerciante, artigiano, le “mille
vite” di Blarzino sono state riportate in un recente memoriale che la CNA Fvg ha voluto dedicare al suo fondatore. Nell’ultimo anno Primo aveva deciso di non vivere più nella sua casa di Lauco, dove è assai noto per la colorata bottega che conduceva con la figlia; un negozio che ha una funzione sociale più che commerciale, un punto di riferimento per un paese abitato solo da 300 persone. Della Casa di riposo di Villa Santina, dove aveva deciso di vivere gli ultimi suoi anni, era diventato subito l’anima, dava persino lezioni di lingue ai suoi anziani coetanei e, se le gambe lo avessero retto, forse avrebbe tenuto persino un corso di danza (da giovane era infatti un provetto ballerino). Nella sua lunga e sempre molto attiva vita, si ricorda l’impegno profuso nei confronti della collettività sia locale, nella sua natale Lauco, sia nei confronti della categoria degli artigiani. La vita di Primo, attraverso le sue lotte politiche, la gavetta, la guerra, segue i pezzi di storia del territorio e della gente
carnica. "Sono stato studente, boscaiolo, artigiano, militare, dattilografo, pilota, imprenditore, autotrasportatore, commerciante, sindacalista, politico. Tutte attività che ho svolto con impegno e passione. Ai tempi conoscevamo tanti modi per uscire dalla miseria. Oggi dico alle famiglie di trasmettere ai figli e ai nipoti valori sani: il lavoro nobilita, dà libertà, è utile alla collettività”, questo l’ultimo messaggio che Primo ha voluto dare ai giovani in un incontro alla Casa del Popolo della sua Lauco. Primo Blarzino si è spento nell’ospedale di Tolmezzo dove era ricoverato da un paio di giorni. I funerali si svolgeranno a Lauco in forma civile il 2 novembre alle 14.30. Ndr: Al nostro stimato fondatore dedicheremo approfondimenti e ricordi nel prossimo numero di dicembre. La mesta notizia ci è giunta infatti oggi, 30 ottobre, nel giorno di chiusura del giornale a poche ore della messa online di questo numero.
AT T U A L T À FATTURAZIONE ELETTRONICA di Claudio Fattorini
GLI INCONTRI CON LE DITTE PROSEGUONO IL 6 NOVEMBRE A TOLMEZZO. GIOVEDÌ 8 SI BISSA A UDINE
A seguito della buona partecipazione alle serate sulla fatturazione elettronica organizzate dalla CNA regionale a Udine, Pordenone, Tavagnacco, Monfalcone, Codroipo, San Giorgio di Nogaro, e della richiesta di una nuova data per novembre, è stata aggiunto un incontro a Udine giovedì 8 novembre presso la sede CNA Udine, via Verona 28/1, alle ore 17.30. Appuntamento anche a Tolmezzo presso la sede del Judo Club in Via Marchi, 10 a Tolmezzo, martedì 6 novembre, sempre alle 17.30. La fatturazione elettronica, obbligatoria dal primo gennaio 2019, cambierà la gestione della contabilità e dell’elaborazione delle dichiarazioni: sia le modalità di emissione che il formato dovranno infatti seguire procedure piuttosto complesse; ecco perché CNA ha predisposto dei programmi software specifici di facile utilizzo e di costo ridotto per gli artigiani e le imprese. Gli incontri divulgativi organizzati per le imprese sono aperti anche alle aziende non associate.
FISCO VIDEOCONFERENZA DELLA CNA CON 10MILA IMPRENDITORI COLLEGATI. GRANDE INTERESSE PER LA PROSSIMA ENTRATA IN VIGORE DELLA FATTURAZIONE ELETTRONICA Diecimila imprenditori collegati in videoconferenza da oltre cento sedi territoriali con la CNA per sapere tutto sulla rivoluzione epocale che sta vivendo il fisco italiano con il passaggio dall’analogico al digitale. Per aiutare le imprese ad avere una maggiore consapevolezza del cambiamento che scatterà il prossimo primo gennaio, quando qualunque fattura dovrà essere emessa in formato “xml”, inviata attraverso il Sistema d’interscambio e conservata in formato elettronico nonché degli strumenti informatici già disponibili, si è svolta lo scorso mese in CNA una videoconferenza, con la partecipazione del vice direttore dell’Agenzia delle Entrate, Paolo Savini, titolata “Gli strumenti per gestire il processo di fatturazione elettronica”. Nel corso della videoconferenza, che ha avuto una grande partecipazione di imprenditori e catalizzato un’enorme attenzione, è riemersa l’esigenza che l’entrata in vigore della fatturazione elettronica coincida con l’eliminazione dello split payment, del reverse charge e dell’obbligo di comunicazione dei dati delle liquidazioni Iva.
AT T U A L T À BUROCRAZIA
di CNA Nazionale
CNA OSSERVATORIO NAZIONALE “COMUNE CHE VAI, BUROCRAZIA CHE TROVI”
La burocrazia rimane un elemento che frena le potenzialità di sviluppo e di crescita dell’Italia. E presta il fianco a comportamenti opachi che non di rado alimentano la corruzione. Questo nonostante i numerosi tentativi di riforma, i proclami di ogni governo e di ogni forza politica, l’avanzare dei processi di innovazione e digitalizzazione. Quasi la burocrazia fosse un Moloch invincibile. A pesarne l’impatto sull’avvio di attività imprenditoriali, e quindi sulla propensione all’imprenditorialità del nostro Paese, è la CNA con l’Osservatorio “Comune che vai, burocrazia che trovi”, alla prima edizione. Una indagine condotta sul campo, in collaborazione con 52 CNA territoriali, in rappresentanza di altrettanti comuni, di cui 50 capoluoghi di provincia. Lo studio prende a esempio cinque tipologie d’impresa: acconciatura, bar, autoriparazione, gelateria, falegnameria. Di ognuna è calcolato in dettaglio il numero di adempimenti, degli enti coinvolti e delle operazioni necessarie all’apertura, oltre al
costo totale dell’autorizzazione. Lo studio analizza anche alcune aspetti dell’apertura d’impresa comuni a tutti gli aspiranti imprenditori: gli adempimenti relativi a salute e sicurezza, la pratica per esporre un’insegna, la ristrutturazione dei locali, l’assunzione di un apprendista. Tutte le attività scontano profonde differenze tra un comune e l’altro, che incidono in termini di tempi ma anche di denaro. Il risultato di questa pressione è il numero di adempimenti chiesti dalla Pubblica amministrazione: per chi voglia aprire un’attività di autoriparazione sono 86. E’ il picco. Ma anche chi ha di fronte la strada relativamente più agevole, l’aspirante acconciatore, se ne ritrova di fronte 65. E in questo arco poco invidiabile si posizionano gli altri. Così come si può arrivare a dover spendere quasi 20mila euro solo per soddisfare la fame dell’insaziabile Moloch. Una ingente somma che, invece, potrebbe essere adoperata più proficuamente per acquistare macchinari e attrezzature necessari all’attività.
ACCONCIATURA Sessantacinque adempimenti. Ventisei enti coinvolti. Trentanove file (reali o virtuali) da sciropparsi. Una spesa di 17.535 euro. E tutto ciò solo per aprire un salone di acconciatura. A monte della presentazione della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) va previsto il superamento di un esame teorico-pratico a compimento di un corso triennale e di uno stage dalla durata variabile: dalle 500 ore richieste nel Lazio alle 1.200 in Lombardia e in Sicilia. Oltre alla documentazione obbligatoria per legge, da presentare al Suap (Sportello unico attività produttive) un terzo dei comuni pretende attestazioni facoltative. Che possono essere molto onerose. Catania e Ragusa, a esempio, chiedono il certificato di agibilità dei locali, che si ottiene in 60 giorni e costa 1.500 euro.
AT T U A L T À
destinazione d’uso, elenco con la tipologia dei rifiuti e contratto di smaltimento rifiuti.
BAR Aprire un bar richiede fino a 71 adempimenti e coinvolge anche 26 enti con i quali, però, ci si può dover interfacciare fino a 41 volte perché ad alcuni enti ci si deve rivolgere varie volte. La spesa sfiora i 15mila euro (14.667 per la precisione). L’aspirante imprenditore deve aver frequentato un corso che costa in media sui 600 euro ma dura tra le cento (Emilia Romagna, Marche, Piemonte e Sicilia) e le 160 ore (Campania). Gli adempimenti obbligatori sono cinque. Un terzo dei comuni, però, ne richiede anche altri: dalla relazione sui locali e le attrezzature (140 euro) alla verifica dell’adeguatezza dei locali (300 euro), dal certificato di agibilità (mille euro) alla verifica dell’impianto elettrico. I diritti Scia spesso sono gratuiti ma in sei comuni il loro costo supera i cento euro.
AUTORIPARAZIONE L’aspirante autoriparatore si trova di fronte una sorta di montagna: fino a 86 adempimenti complessivi da assolvere. Gli enti con i quali può avere a che fare sono 30 e 48 i contatti. Con oltre 18.550 euro di costi da affrontare. Per diventare responsabile tecnico di un’attività di autoriparatore (meccatronica, gommista, carrozzeria) occorre un corso propedeutico della durata di 500 ore che costa 2mila euro. I diritti Scia oscillano tra la gratuità e un costo superiore ai cento euro. Molte amministrazioni, inoltre, fanno ulteriori richieste rispetto a quelle previste dalla normativa unica. Particolarmente numerosi per l’aspirante autoriparatore sono gli adempimenti ambientali, dall’impatto acustico all’assimilazione acque reflue. Con l’aggravante, anche su questo fronte, dei comuni che procedono in ordine sparso. Pavia, a esempio, chiede anche planimetria dei locali,
GELATERIA Per trasformare il suo sogno in realtà l’aspirante gelatiere può trovarsi ad affrontare fino a 73 adempimenti, con 26 enti coinvolti e 41 contatti. E con una spesa per le pratiche burocratiche che da sola arriva a superare i 12.500 euro (12.660 per la precisione). Anche in questo caso è previsto come pre-requisito quello della frequenza di un corso di Somministrazione alimenti e bevande. L’iter burocratico vero e proprio si apre con la presentazione della Scia, di solito accompagnata da una notifica sanitaria. Agli adempimenti standard in questa fase alcuni comuni ne aggiungono di facoltativi: dalla planimetria con relativa relazione alla verifica dell’adeguatezza locali e dell’impianto elettrico.
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FALEGNAMERIA Per aprire una falegnameria gli adempimenti possono arrivare a 78, gli enti coinvolti a 26 e a 39 le volte in cui l’aspirante imprenditore (o chi per lui) si deve confrontare con la Pubblica amministrazione. Il combinato disposto di questa girandola di impegni porta fino a 19.742 euro la spesa per le pratiche burocratiche. L’adempimento in sé più oneroso è il certificato controlli antincendi rilasciato dai Vigili del fuoco: mediamente costa 1.600 euro e abbisogna di 60 giorni per il rilascio. Data la particolarità dell’attività di falegname non sempre è il Suap l’interlocutore di riferimento. Talvolta è un apposito sportello comunale al quale si può inviare tramite Pec e/o in via telematica. Rispetto ad altre attività la falegnameria presenta un numero molto elevato di obblighi ambientali. Con costi, tempi ed
enti coinvolti estremamente variabili da un comune all’altro. Rimanendo ai costi si va da 150 a 600 euro per le pratiche relative allo scarico di acque reflue, da 500 a mille euro per l’impatto acustico, da 150 a 700 euro per l’industria insalubre e da 500 a 1.100 mila euro per le emissioni in atmosfera.
SALUTE E SICUREZZA La normativa italiana in materia di salute e sicurezza si caratterizza per l’eccessiva complessità e per l’assenza di modularità tra le varie imprese. Di conseguenza, viene imposta a tutti i datori di lavoro, senza riguardo per la pericolosità dell’attività o per la dimensione dell’impresa, l’adozione degli stessi obblighi documentali e formativi. La complessità si traduce anche in onerosità. La spesa media per gli adempimenti su salute e sicurezza sul lavoro va da 1.854 euro per attività di gelateria e
acconciature, considerate a basso rischio, a 2.119 per i bar, a 4.414 per l’autoriparazione e addirittura a 5.784 euro per la falegnameria.
INSEGNE DI ESERCIZIO L’autorizzazione al posizionamento di cartelle, insegne di esercizio e altri mezzi pubblicitari coinvolge fino a dodici enti. Un numero che da solo la dice lunga sulla farraginosità della burocrazia italiana e delle sue imposizioni. Per ogni genere d’insegna, se l’attività è prospicente una strada statale, anche la Provincia e l’Anas sono chiamate a dare la loro autorizzazione. In ogni caso, anche per un’insegna di piccole dimensioni posta al di sopra di un’attività in una zona semicentrale, per redigere la richiesta di autorizzazione con i relativi documenti è necessaria una consulenza tecnica. Il combinato dispo-
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sto porta alcuni comuni (Catania, La Spezia, Siena, Torino) a prendersi oltre 60 giorni per rilasciare il nulla osta. Se l’insegna va collocata in un centro storico, la situazione si complica. L’autorizzazione, infatti, in questo caso abbisogna pure di un nulla osta paesaggistico e di un via libera della Polizia municipale.
RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE L’avvio di un’attività presume la realizzazione di lavori edilizi per adattare i locali scelti alle esigenze dell’aspirante imprenditore. Talvolta, poi, alcuni lavori sono obbligati: è il caso degli interventi per agevolare l’accesso ai disabili. Nel caso di semplici lavori di ristrutturazione interna è necessario presentare una Comunicazione inizio lavori
asseverata (Cila). Gli adempimenti connessi alla documentazione che va allegata alla Cila sono molteplici. Va assegnato a un professionista l’incarico per redazione del progetto, presentazione della Cila, direzione dei lavoratori, comunicazione di fine lavori, aggiornamento del Catasto. Sempre un professionista deve redigere il progetto dell’impianto elettrico, se previsto. Ancora un professionista deve coordinare le attività mirate alla sicurezza. Una serie di obblighi burocratici che da soli arrivano intorno ai 5.500 euro di spesa.
ASSUNZIONE DI UN APPRENDISTA La legislazione del lavoro prevede tre diverse tipologie di apprendista. L’Osservatorio
ha scelto come esempio il contratto di apprendistato professionalizzante. Per il quale il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire la formazione professionalizzante, la cui durata e modalità di erogazione sono stabilite dal Contratto collettivo nazionale di lavoro o da accordi interconfederali. La formazione va integrata dall’offerta formativa pubblica finalizzata all’acquisizione di competenze di base (da 40 a 120 ore). Il costo medio di questi adempimenti è di 400 euro e gli enti di riferimento talvolta sono diversi. Il datore di lavoro è costretto, pertanto, a comunicare più volte e a più enti le stesse informazioni in contrasto anche con il divieto di chiedere alle imprese documenti e informazioni già in possesso della Pubblica amministrazione.
AT T U A L T À SISTRI
SISTRI INDAGINE CNA: LE IMPRESE BOCCIANO IL SISTEMA
Un voto medio ampiamente inferiore al 3. È la valutazione – da bocciatura senz’appello – assegnata al Sistri dalle circa 1700 imprese associate alla CNA che hanno partecipato all’indagine condotta dal Centro studi della Confederazione. Di queste imprese oltre la metà (50,9%) è assoggettata al tracciamento digitale dei rifiuti speciali. Dall’aprile 2014, infatti, il Sistema di tracciamento informatico dei rifiuti speciali pericolosi è obbligatorio esclusivamente per i produttori con oltre dieci dipendenti e per le imprese coinvolte nel trasporto, recupero e smaltimento. RESPINTO SENZ’APPELLO Il voto assegnato al Sistri dalle imprese si ferma, in media, a 2,7 in una scala da uno a dieci. Nella disaggregazione per imprese, grazie alle cosiddette “altre categorie” (operatori della logistica, intermediari, consorzi, raccomandatari marittimi) arriva al massimo a 3,7. Inoltre, il gradimento del Sistema tra le imprese fino a dieci dipendenti (2,6) è più basso di quello riscontrato tra le imprese con oltre dieci (2,8).
FUNZIONALITÀ TECNOLOGICA Il voto medio sulla funzionalità tecnologica del Sistri si ferma a 2,9. Alla sufficienza arriva per un risicato 15,7% delle imprese. Ma il ben più sostanzioso 48% l’ha valutato al minimo del rank: 1. GESTIONE DELLE PROCEDURE Ancora più ridotto è il 2,8 assegnato dagli imprenditori alla gestione delle procedure Sistri. Solo per il 13% di loro supera la sufficienza. Mentre per il 46,7% merita il voto minimo. OBBLIGHI NORMATIVI Assegnando 2,5 al Sistri sotto il profilo di chiarezza e applicabilità degli obblighi normativi gli imprenditori denunciano opacità e inapplicabilità della procedura. Solo per l’8,9% di loro è sufficientemente chiara (e l’hanno premiata con un voto superiore al sei) mentre più della metà degli interpellati (51,6%) le ha assegnato il tombale uno. AIUTI ALLE IMPRESE La Pubblica amministrazione ha cercato di venire incontro alle imprese mettendo a loro dispo-
sizione una serie di strumenti informativi: contact center, email e così via. Ma con scarso successo. Appena l’11,1% delle imprese che hanno partecipato all’indagine e utilizzano (o hanno utilizzato) il Sistri è soddisfatto di queste soluzioni. In aggiunta, il 27,4% si ritiene parzialmente soddisfatto. Tra i produttori/detentori di rifiuti speciali la soddisfazione tocca l’11,2% via via salendo al 12,2% (trasportatore/ detentore di rifiuti speciali), al 14,6% (trasportatore di rifiuti in conto terzi), al 18,4% (destinatari di rifiuti speciali) e al 20,4% assegnato dalle “altre categorie”. RITORNO AL CARTACEO I due terzi di quanti possono permetterselo (cioè i produttori di rifiuti speciali pericolosi fino a dieci dipendenti) hanno abbandonato il Sistri tornando al precedente sistema cartaceo. Ormai solo il 38,5% di loro continua ad adoperare il sistema digitale. PAGANO ANCHE I “TERZI” L’utilizzo del Sistri può risultare fonte di aggravi ed extra-costi
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anche per imprese che non lo usano ma hanno rapporti con quanti, invece, lo utilizzano. Al 33,7% delle prime ha determinato un aumento dei costi applicati nel processo di smaltimento, al 38,5% ha creato difficoltà procedurali. UN SISTEMA ONEROSO… Il Sistri è anche costoso. Tutte le imprese coinvolte nell’indagine hanno registrato costi aggiuntivi dovuti al Sistri. Nei primi nove anni di vita del Sistema un’impresa su quattro tra trasportatori, destinatari e altre categorie ha versato per il contributo annuo oltre 10mila euro, con punte superiori ai 50mila euro per i trasportatori in conto terzi.
nale aggiuntivo (17,2%), non permette di completare alcune operazioni (11,2%). UNA INIEZIONE DI LENTEZZA… Per avere una misura dell’inconveniente ritenuto il maggior danno collaterale del Sistri (il rallentamento dell’attività aziendale) è stata chiesta alle imprese che hanno partecipato all’indagine quante sono in grado di adempiere alle operazioni relative in meno di dieci minuti. Per quanto riguarda il registro cronologico il termine è rispettato dal 50,8% delle imprese che adottano il Sistri e dal 68,3% delle imprese che impiegano il cartaceo. Per quanto riguarda la movimentazione / identificazione dei rifiuti le percentuali sono, rispettivamente, del 55,3% e del 75,6%.
…E CHE COMPLICA LA VITA Il 78,5% delle imprese assicura che il Sistri ha prodotto su …CHE NON AIUTA LA LEGALITÀ di loro effetti negativi di vario Ma queste difficoltà che accomtipo: tra i principali, rallenta pagnano il Sistri sono bilanciate l’attività ordinaria (55,2%), fa da una gestione dei rifiuti più aumentare i prezzi (19,9%), ob- attenta alla tutela ambientabliga le imprese a rivolgersi a le e agli obiettivi di legalità ai trasportatori/gestori diversi quali doveva puntare il Siste(19%), rende necessario perso- ma? Alle imprese non sembra. Il
voto assegnato al Sistri su questo fronte è 3,9 su dieci. Con una valutazione che in sostanza non differisce tra una categoria e l’altra di imprese: va dal 3,4 attribuito dai trasportatori in conto terzi al 4,4 delle “altre categorie”, passa dal 3,7 delle imprese fino a dieci dipendenti al 4,1 di quelle più grandi. TRACCIABILITÀ NECESSARIA Fallimento del Sistri a parte, le imprese non chiedono di buttare, come si dice, il bambino con l’acqua sporca. L’83,5% delle imprese che hanno partecipato alla indagine è convinta, infatti, che l’Italia necessiti di un sistema di tracciabilità. Una richiesta che, nella disaggregazione del dato tra categorie, presenta un picco dell’84,2% tra i produttori/detentori di rifiuti speciali. Al versante opposto è meno sentita dalle “altre categorie”, dove si ferma al 70,8%.
AT T U A L T À IMPRESA DONNA
RIAPERTE LE ISCRIZIONI AL FONDO SAN.ARTI. PER NOI LA FAMIGLIA È IN PRIMO PIANO!
per gli imprenditori e le loro famiglie: con l’iscrizione al Fondo sarà, infatti, possibile ottenere in corso d’anno il rimborso integrale dei ticket del Servizio Sanitario Nazionale, utilizzare la rete delle strutture private convenzionate con il Fondo per effettuare visite specialistiche ed esami evitando le lunghe liste di attesa del sistema pubblico. Fino al 15 dicembre 2018 sono riaperte le iscrizioni al Fondo San.Arti. per i familiari dei lavoratori dipendenti, i titolari d’impresa artigiana, i soci/collaboratori dell’imprenditore artigiano e i loro familiari. L’iscrizione al Fondo di assistenza sanitaria integrativa San. Arti. per tali soggetti è volontaria. Il Fondo San.Arti. nasce per garantire una importante protezione socio-sanitaria integrativa rispetto a quella fornita dal Servizio Sanitario Nazionale, oltre a costituire un utile vantaggio economico
Il nostro sportello sanarti è a vostra disposizione per ogni ulteriore precisazione ed attività volta a facilitare l’iscrizione volontaria. Segnaliamo che per effettuare l’iscrizione occorre avere a disposizione tutti i dati anagrafici del nucleo familiare, compresi i codici fiscali. Cliccando qui potete scaricare l'informativa completa.
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E SINDACALI
di Elena Casarsa
CNA-SNO ODONTOTECNICI: GRANDE SODDISFAZIONE PER IL CORSO SULLA STAMPA 3D CONCLUSOSI A OTTOBRE
La categoria degli odontotecnici e il suo Portavoce regionale Andrea Zuliani sostiene moltissimo l’importanza di puntare sui nuovi sistemi digitali da utilizzare nei processi produttivi e diagnostici, e con questo corso di 48 ore l’obiettivo di dare agli odontotecnici informazioni sempre più aggiornate è stato raggiunto.
CNA ARTISTICO E TRADIZIONALE RESTAURATORI: BANDO DI QUALIFICA Sul sito web del Ministero dei beni e delle attività culturali all'indirizzo www.beniculturali.it/qualificherestauratori sono pubblicate le modalità di accesso per la consultazione della posizione di ogni singolo restauratore. La Direzione Generale Educazione e Ricerca comunica che i singoli candidati potranno verificare esclusivamente la propria posizione all’indirizzo: https://ibox.beniculturali.it.
Il corso ha presentato le diverse tecnologie di stampa disponibili e le relative peculiarità. Sono stati analizzati i diversi metodi di funzionamento e presentati i diversi software di utilizzo delle stampanti.
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La CNA - SNO grazie al supporto dell’ ente di formazione ECIPACNA è riuscita a organizzare un corso sulla stampa 3D totalmente gratuito per i partecipanti in quanto finanziato al 100% dalla Regione FVG e dal Fondo Sociale Europeo.
I relatori hanno fatto capire non solo quali sono le tecnologie oggi disponibili e le difficoltà di utilizzo, ma anche e soprattutto come queste tecnologie possano incidere positivamente sulla gestione complessiva del laboratorio odontotecnico. In particolare, è stata evidenziata l’importanza di come l’utilizzo di questi nuovi modelli innovativi di produzione e di gestione possano sostenere la capacità di competizione del laboratorio odontotecnico. Infine sono stati illustrati anche i diversi contributi e finanziamenti, sia a livello regionale che nazionale, a sostegno dell’acquisto di queste innovative, e oggi necessarie, stampanti 3D.
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E SINDACALI
di Michela Di Maria
"PRODOTTO DI MONTAGNA": STABILITO LOGO E MODALITÀ DI VERIFICA
Tra fine luglio ed inizio agosto 2018 il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo (Mipaaft), Gian Marco Centinaio, ha firmato 2 decreti inerenti i “Prodotti di Montagna” già in precedenza disciplinati dai Regolamenti Europei (Reg.(UE)1151/2012 e Reg.(UE)665/2014). che istituiscono: • il marchio per l’identificazione degli alimenti che hanno ottenuto il riconoscimento del regime di qualità "Prodotto di montagna" • le modalità di verifica dei requisiti di conformità per gli alimenti riconosciuti ufficialmente come “Prodotto di Montagna” . L'indicazione "Prodotto di montagna", che ricordiamo essere facoltativa e che necessita autorizzazione, è riservata a tutte le materie prime che provengono dalle zone montane e/o agli alimenti lavorati che sono stati trasformati, stagionati e/o maturati in luogo riconosciuto come montano. Ad avvalorare quanto firmato si legge nel sito del Mipaaft la dichiarazione dello stesso ministro: "Tutelare i prodotti di montagna - afferma il Ministro Gian Marco Centinaio - vuol dire premiare il lavoro di migliaia di piccole e medie imprese che contribuiscono a tenere viva l'economia del nostro Paese. Questo vuol dire anche riconoscere il valore sociale, ambientale e turistico di queste aree. Con questo marchio, inoltre, sempre nell'ottica della maggiore trasparenza e tracciabilità, sarà più facile per i consumatori riconoscere e scegliere queste produzioni Made in Italy. Per maggiori indicazioni sull’ottenimento del marchio di qualità “Prodotto di Montagna” è possibile rivolgersi a Michela Di Maria allo 0432/616915 o scrivendo a michela.dimaria@cnafvg.it.
PROROGA PER LA REGISTRAZIONE AL SUAP DELLE IMPRESE ARTIGIANE CHE PRODUCONO MATERIALI E OGGETTI A CONTATTO CON GLI ALIMENTI Per le imprese artigiane che producono materiali e oggetti a contatto con gli alimenti (di seguito MOCA) sono stati riaperti i termini entro cui notificarsi all’azienda sanitaria di riferimento attraverso il SUAP, precedentemente fissati per il 31 luglio 2017. Infatti il decreto mille proroghe stabilisce quanto segue: «Art. 8-bis (Modifica al decreto legislativo 10 febbraio 2017, n. 29). - 1. All'articolo 6 del decreto legislativo 10 febbraio 2017, n. 29, dopo il comma 3 è inserito il seguente: "3-bis. Per i produttori artigianali che già operano è prevista la riapertura dei termini di cui al comma 3 per un periodo di centoventi giorni a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente disposizione"». Pertanto le aziende artigiane, non di nuova costituzione ma già operative, avranno tempo fino al 20 gennaio 2019 per inviare la documentazione richiesta al SUAP utilizzando i portali dedicati. Gli interessati a questa proroga, semplificando, saranno imprese artigiane che producono MOCA in materiale cartaceo, tessile, metallico (ad es. coltelli) argenteo, ceramica, vetro, ecc. La riapertura dei termini per la registrazione al SUAP è una delle azioni che CNA ha portato avanti a tutela del settore artigiano che ha avuto la sua efficacia infatti ora è legge. Per ulteriori chiarimenti in merito è possibile rivolgersi a Michela Di Maria o Antonio Cantarutti presso la CNA FVG chiamando allo 0432/616911.
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E SINDACALI
di Antonio Cantarutti
FASHION HAND MADE: LA MODA DI ALTA SARTORIALITÀ SFILA A VILLA ELODIA
Su invito di Mariasole Salvador, presidente di CNA Federmoda FVG, e di Maiko Giorgano, organizzatrice di “FaHM-Fashion hand made” (evento di design per stilisti emergenti o noti, per piccole e grandi sartorie, per creatori di accessori e designer di gioielli), sono andato a curiosare per tenermi aggiornato come si muove il settore fashion in Friuli Venezia Giulia, trovando una situazione particolare, direi nuova. La giornata, che si è tenuta agli inizi di ottobre nella bella location di Villa Elodia a Trivignano
Udinese, era aperta al pubblico, con la possibilità per i nostri artigiani di fare la vendita diretta. Nulla a che vedere con ciò che avrei potuto aspettarmi, né con un "mercatino", né gli artigiani erano tutti del territorio: chi da Milano, chi da Barletta, si è raccolta per l’occasione una varietà di proposte innovative e caratteristiche che valorizzassero le vere eccellenze nel settore dell’artigianato di alta qualità. Lo scopo era, infatti, quello di far conoscere talenti artistici di provenienza regionale e nazionale; una vetrina per far conoscere brand e articoli esclusivamente Hand Made. Un evento dedicato a chi vuole non conformarsi alla moda facile e consumistica, ma a chi vuole esprimere sé stesso anche attraverso ciò che indossa, distinguendosi con eleganza e originalità. Un’opportunità per far conoscere capi unici e di alta sartoria, recuperando la classe e la qualità di un tempo ma in chiave moderna e innovativa. Insomma, un incontro tra presente e passato per propor-
re solo il meglio. L'intervento di CNA, subito dopo la sfilata show di tango argentino della nostra Mariasole, ha riguardato la necessaria crescita personale ed imprenditoriale dell'artigiano che non può più restare chiuso a bottega; deve anche iniziare un percorso di gestione del cliente e delle vendite on line per proporre le sue capacità ad una platea più vasta. Un ringraziamento agli organizzatori per aver pensato ad invitare l'Istituto statale Cossar - Leonardo da Vinci di Gorizia, che dà prosieguo e formazione alla passione che trasmettono le lavorazioni manuali, una passione legata alle sensazioni che fin da piccoli tutti abbiamo provato, sentendo tra le dita la trama della stoffa che viene tagliata dalle forbici. Un accenno anche al senso di creare un "sistema d'impresa" all'interno di CNA per fidelizzare i clienti, per avere più forza contrattuale e riempire quei gap lavorativi che spesso fanno parte delle piccole imprese specializzate.
news NOTIZ E FLASH PER GLI ASSOCIATI di Laura Cosatto
LAVORO A TERMINE E IN SOMMINISTRAZIONE: LIMITI LEGALI E CONTRATTUALI
Tra le novità apportate dal decreto Dignità (legge 96/2018) entrato in vigore lo scorso 12 agosto 2018, c'è anche la limitazione al numero dei lavoratori a tempo determinato ordinari e al numero dei contratti in somministrazione a tempo terminato. La sommatoria tra le due tipologie di contratti a termine non può superare il 30% dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato all'interno della azienda utilizzatrice. Questo nuovo limite va valutato in base ai lavoratori a tempo determinato diretti già presenti in azienda. Limite legale per i contratti a tempo determinato. Non possono essere presenti contemporaneamente presso lo stesso datore di lavoro lavoratori a termine in misura superiore al 20% dei lavoratori a tempo indeterminato presenti al 1° gennaio di ogni anno. Qualora il numero di lavoratori sia inferiore a 5 è ammesso comunque 1 lavoratore a termine. Limite contrattuale da CCNL per i tempi determinati. I contratti collettivi applicati in azienda possono regolamentare diversamente il limite di cui al punto prece-
dente e le aziende che li applicano dovranno seguire questo limite. Esenzioni Non sono soggetti a limiti i contratti a termine conclusi per: • fasi di avvio di nuove attività, • imprese start-up per un periodo di quattro anni dalla costituzione, • svolgimento di attività stagionali, • il settore dello spettacolo, • sostituzione di lavoratori assenti, • lavoratori over 50. Nuovo massimale per sommatoria tra tempi determinati e somministrati. Dal 12 Agosto 2018 (entrata in vigore del decreto Dignità), la sommatoria tra tempi determinati e somministrati presenti in azienda, ovvero dei soli somministrati, non deve superare il 30% dei tempi indeterminati presenti in azienda al 1° gennaio, senza deroghe per aziende di piccole dimensioni. In caso di mancato rispetto del limite del 30% il lavoratore somministrato può richiedere la costituzione del rapporto a tempo indeterminato in capo all'utilizzatore e dall'inizio della somministrazione. Il decreto Dignità non prevede de-
roghe per le aziende fino a cinque dipendenti, come nel caso dei contratti a tempo determinato diretti, e questo impone la massima attenzione nella sottoscrizione dei contratti con le società di somministrazione. A oggi le aziende impossibilitate a ricorrere al lavoro in somministrazione possono solo ricorrere a lavoratori appartenenti a determinate categorie esentate dal limite quantitativo. I lavoratori esentati dal limite quantitativo sono: • lavoratori in mobilità, • soggetti disoccupati che percepiscano una forma di ammortizzatori sociale da almeno 6 mesi, • lavoratori svantaggiati o molto svantaggiati. A seguito di quanto sopra esposto e nell'attesa che il Ministero del Lavoro pubblichi una circolare esplicativa che aiuti aziende ed operatori del settore nella applicazione corretta della legge 96/2018, invitiamo le aziende associate a verificare con attenzione limiti numerici e tipologia di lavoratore prima di procedere alla sottoscrizione di contratti con le società di somministrazione.
PREVENZ ONE INTEGRATA
di Stefano Pavan
SICUREZZA SUL LAVORO: IL RUOLO DELICATO DEL PREPOSTO
Fra le varie figure aziendali che hanno una funzione importante nella gestione della sicurezza, subito di seguito al Datore di lavoro, vi è quella del Preposto. Quest’ultima, spesso ignorata, in realtà possiede una serie di analogie con la prima, talmente importanti che riteniamo utile soffermarci su questo aspetto ed approfondire il discorso. Come la funzione del Datore di lavoro anche quella del Preposto è considerata dal nostro sistema penale e giudiziario un ruolo cosiddetto “ di fatto”; ossia, per essere preposti non è necessario essere investiti da una nomina o una delega formale, neanche frequentare il corso specifico, ma è sufficiente svolgerne le principali funzioni e, pertanto esserne riconosciuto dai componenti aziendali. L’altro particolare importante è che tale posizione è solitamente ricoperta da un dipendente, ossia da qualcuno che
mai più si aspetta di essere responsabile senza una dovuta informazione, preparazione e di conseguenza idonea copertura. I fatti dimostrano che ad oggi i preposti “di fatto”, inconsapevoli, sono presenti in molte realtà produttive. Quali sono queste realtà? I preposti sono presenti nei cantieri, nelle pizzerie, nei negozi, negli uffici, insomma, dappertutto, indipendentemente dalla tipologia di lavoro. Le imprese in cui nasce il preposto/i sono quelle in cui i dipendenti sono abituati a lavorare seguendo le indicazioni di uno di loro che, per esperienza, capacità o conoscenza, prende l’iniziativa e dimostra la tendenza a coordinare ed organizzare nel tempo, in armonia con il Datore di lavoro. Constatato che la figura del preposto spesso esiste "di fatto" o, comunque, si crea inconsapevolmente in azienda, sottolineo ad ogni interessato il
fatto che l'argomento è molto delicato anche dal punto di vista della responsabilità penale qualora fosse mal gestito. Questo è forse l’unico caso in cui il dipendente risponde penalmente come fosse un Datore di lavoro quando, nello svolgere la sua funzione di preposto, non assolve anche agli obblighi collegati alla sicurezza previsti e da ciò deriva in danno alla salute oppure alla incolumità di un lavoratore. Il 4 dicembre abbiamo programmato un percorso ad hoc, che ha l’obiettivo di rendere consapevoli i futuri preposti e i preposti di fatto relativamente ai metodi da adottare per mantenere adeguati livelli di sicurezza dal punto di vista organizzativo. Il corso si svolge presso CNA Udine nord, via 4 Novembre 92 a Feletto Umberto (Tavagnacco), per l’iscrizione contattare l’ufficio prevenzione integrata oppure utilizzare lo specifico modulo pubblicato nel nostro sito.
PREVENZ ONE INTEGRATA
SICUREZZA SUL LAVORO: I QUADERNI TECNICI INAIL PER I CANTIERI
https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/pubblicazioni/catalogo-generale/ quaderni_tecnici_per_i_cantieri_temporanei_o_mobili.html Con il mese di ottobre l’Inail, attraverso il proprio sito, mette a disposizione di ogni interessato ulteriori documenti all’interno della sezione “Quaderni Tecnici”. L’obiettivo di queste pubblicazioni è accrescere il livello di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili. Forniscono informazioni basate su leggi, circolari, norme tecniche specifiche e linee guida utili a individuare e perfezionare metodologie operative. I Quaderni sono rivolti a coloro che operano nell’ambito dei cantieri temporanei o mobili rappresentando uno strumento sia per l’informazione e la formazione dei lavoratori sia per il miglioramento dell’organizzazione delle piccole e medie imprese. Ecco l’elenco completo, consultabile gratuitamente attraverso il seguente link
Ancoraggi Obiettivo dei Quaderni Tecnici per i cantieri temporanei o mobili è accrescere il livello di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili. Parapetti provvisori Obiettivo dei Quaderni Tecnici per i cantieri temporanei o mobili è accrescere il livello di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili. Ponteggi fissi Obiettivo dei Quaderni Tecnici per i cantieri temporanei o mobili è accrescere il livello di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili. Reti di sicurezza Obiettivo dei Quaderni Tecnici per i cantieri temporanei o mobili è accrescere il livello di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili. Scale portatili Obiettivo dei Quaderni Tecnici per i cantieri temporanei o mo-
bili è accrescere il livello di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili. Sistemi di protezione degli scavi a cielo aperto Obiettivo dei Quaderni Tecnici per i cantieri temporanei o mobili è accrescere il livello di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili. Sistemi di protezione individuale dalle cadute Obiettivo dei Quaderni Tecnici per i cantieri temporanei o mobili è accrescere il livello di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili. Trabattelli Obiettivo dei Quaderni Tecnici per i cantieri temporanei o mobili è accrescere il livello di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili. In via alternativa, nel caso l’imprenditore associato trovasse difficoltà nell’accedere via internet, può richiedere l’invio di una copia tramite e-mail all’ufficio prevenzione integrata di CNA FVG.
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S O C I A L E PENSIONATI
di Giovanni di Maria
TIEMPO DETENIDO: RACCONTI DAL CARCERE
C’è un libro che sa raccontare l’attesa e la speranza di cambiamento di chi vive, per un periodo della sua vita, dentro a un carcere. È “Il giardino di cemento armato. Racconti dal carcere”, una raccolta di 26 racconti scritti da detenuti delle carceri di tutta Italia, a cura di Antonella Bolelli Ferrera. Il recital di parole, canto e musica “Tiempo detenido” - con Nicoletta Oscuro voce, Hugo Samek percussioni, Matteo Sgobino chitarra e voce - ha restituito quelle voci in un’emozionante serata sabato 27 ottobre a Feletto, organizzata da CNA Pensionati di Tavagnacco in collaborazione con Anpi e con il patrocinio del Comune. Uno spettacolo teatrale che intreccia parola, canto e musica attraverso pagine di vita: la vita “dentro”, con le sue regole, i suoi rituali, i pensieri, le paure, i desideri e soprattutto l'attesa.
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L’ M P R E S A DAVIDE RIGONAT
del mese
di Rosalba Tello
RISPARMI E INVESTIMENTI: PRIORITÀ ALLA SICUREZZA I CONSIGLI DI DAVIDE RIGONAT, CONSULENTE FINANZIARIO
L’esperienza lavorativa di Davide Rigonat inizia nel 1992 per l'allora Banca del Friuli, dove ha modo di maturare le prime conoscenze in ambito finanziario. Nel 1998 sostiene l'esame di Stato per l’iscrizione all'albo nazionale dei promotori finanziari; opera poi, tramite un mandato di agenzia, come libero professionista per conto della San Paolo Invest Sim. Da allora è cliente e socio della CNA. Da circa due anni è consulente finanziario per conto di Azimut Capital Management, primaria società di intermediazione finanziaria con sede a Milano. Il consulente finanziario deve avere la capacità di orientare le scelte dei risparmiatori sulla base delle loro reali esigenze, e questo, ci spiega Rigonat, “può avvenire solo se il consulente ha una buona predisposizione ad ascoltare e ad interpretare correttamente quanto i clienti gli chiedono”. Ma che cosa chiedono i clienti, oggi? Innanzitutto sicurezza. Questa è la cosa più importante, ancora più del tasso o delle performance. Vogliono cioè che i loro risparmi
siano custoditi al riparo da tutto ciò che che potrebbe avere impatti o ricadute negative su di essi. Crolli di borsa, fallimenti di banche, crisi dell'euro, spread, rischio fallimento Stati hanno minato la fiducia dei risparmiatori, che hanno perso le certezze di un tempo e sono alla ricerca di qualcuno che li guidi e che li tuteli. Inoltre il risparmiatore ha compreso che oggi come oggi investire i propri risparmi in modo redditizio è diventato sempre più complicato e difficile rispetto a pochi anni fa. In passato investire in titoli di stato, obbligazioni bancarie, depositi postali faceva ottenere rendimenti soddisfacenti a fronte di un rischio molto contenuto; oggi tutto questo non è possibile, in quanto i tassi di interesse sono diventati prossimi allo zero se non addirittura negativi, e il rischio controparte (Stato, banche, Poste) è molto elevato a causa della crisi sistemica che sta colpendo il nostro paese. legata essenzialmente al forte indebitamento pubblico dell'Italia. Lei quindi cosa consiglia? E' qui che diventa fondamentale
il ruolo del consulente finanziario oggi; un professionista che, grazie alla conoscenza dei mercati e degli strumenti finanziari che utilizza, è in grado di fornire ad ogni risparmiatore la soluzione più rispondente alle sue esigenze. Non tutti i risparmiatori possono essere considerati uguali; per risorse patrimoniali, per età, per fascia di reddito, per cultura, per obiettivi di vita ognuno di noi è diverso dall'altro. Un bravo consulente finanziario, così come un bravo medico, deve prima fare una corretta diagnosi e poi prescrivere la soluzione migliore. Questo comporta avere tanta esperienza, tanta capacità di ascoltare e di interpretare le richieste del cliente che il più delle volte sono latenti; e soprattutto il consulente deve conoscere bene gli strumenti finanziari in modo tale da farli risultare adeguati e appropriati per quel cliente. Non deve proporre cioè quello che conviene a lui o quello su cui ci guadagna di più. Ci sta dicendo che è ancora possibile guadagnare, nonostante i tassi bassi? Assolutamente sì, e anche molto;
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solo che bisogna avere un approccio diverso da quello di un tempo, quando era molto semplice avere rendimenti sottoscrivendo un qualsiasi titolo di stato. Oggi per ottenere rendimenti dai propri risparmi bisogna avere un approccio metodico diverso; serve un consulente che guidi le scelte e alla base di queste devono esserci degli obiettivi di spesa chiari da parte del cliente; la domanda che il risparmiatore deve porre al consulente finanziario non deve essere più "ma lei che tasso mi offre?", bensì "lei deve fare in modo che con questi risparmi io possa realizzare questi obiettivi", ad esempio integrare la pensione, l'università o la casa per i figli, una sicurezza per la vecchiaia, ecc. Su queste basi il risparmiatore potrà avere tanta soddisfazione dai suoi investimenti.
molto più complesso. L'esigenza che più accomuna i miei clienti, soprattutto una volta in pensione, è quello di garantirsi una integrazione al loro reddito mediante il capitale risparmiato durante l'attività lavorativa. Mi succede spesso di incontrare persone che, a fronte di risparmi consistenti e di proprietà immobiliari rilevanti, hanno flussi di reddito molto bassi rispetto a quanto loro servirebbe per potersi garantire un buon tenore di vita. Anche in questo caso il ruolo del consulente diventa fondamentale: metodo di lavoro, diversificazione dei rischi, segmentazione del portafoglio in base agli obiettivi, piani di decumulo finanziario, sono tutti strumenti che il consulente finanziario deve saper utilizzare per fornire risposte coerenti con questo tipo di esigenza molto sentita.
Quali sono e che esigenze specifiche hanno i suoi clienti tipo? La maggior parte dei miei clienti rientra nella fascia degli over 60, che è quella che a livello nazionale detiene in percentuale la quota di risparmio più alta. Per i giovani invece risparmiare oggi è diventato
I soci e clienti possono contattare Rigonat attraverso la Cna stessa oppure tramite il sito internet www. daviderigonat.it, dove sono riportati i recapiti e una pagina professionale Facebook “Davide Rigonat Consulenza finanziaria".
DOVE S AMO LE NOSTRE SEDI
AVIANO VIA MAZZINI, 10/2 Tel. 0434 651732 aviano@cnafvg.it
MANIAGO VIA FABIO, 2 Tel. 0427 733144 maniago@cnafvg.it
TAVAGNACCO VIA IV NOVEMBRE, 92 Tel. 0432 854706 tavagnacco@cnafvg.it
CERVIGNANO DEL FRIULI PIAZZA INDIPENDENZA, 30 Tel. 0431 32386 cervignano@cnafvg.it
MANZANO VIA DIVISIONE JULIA, 62 Tel. 0432 754601 manzano@cnafvg.it
TOLMEZZO VIA MATTEOTTI, 30/F Tel. 0433 44735 tolmezzo@cnafvg.it
CODROIPO VIA OSTERMANN, 36 Tel. 0432 90552 codroipo@cnafvg.it
MONFALCONE VIA ENRICO TOTI, 20 Tel. 0481 411606 monfalcone@cnafvg.it
UDINE VIA VERONA, 28/1 Tel. 0432 616911 udine@cnafvg.it
GRADISCA D‘ISONZO VIALE TRIESTE, 31 Tel. 0481 93335 gradisca@cnafvg.it
SAN GIORGIO DI NOGARO VIA ROMA, 15 Tel. 0431 65830 s.giorgio@cnafvg.it
TRIESTE PIAZZA VENEZIA, 1 Tel. 040 3185511 cna@cnatrieste.com
LATISANA VIA SOTTOPOVOLO, 87/E Tel. 0431 520914 latisana@cnafvg.it
PORDENONE VIA NUOVA DI CORVA, 82 Tel. 0434 598141 pordenone@cnafvg.it
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MENSILE N ∙ Ø9 ∙ ANNO 3 Novembre 2Ø18
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