VerdEtà 79 - Aprile 2021 - Speciale Lombardia

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SPECIALE LOMBARDIA

n° 79 | Bimestrale | Aprile 2021

Comitato di Redazione Verdetà n. 79 SPECIALE LOMBARDIA a cura di CNA Pensionati Lombardia

ASSEMBLEE ELETTIVE 2021 Ogni 4 anni, come prevede lo Statuto nazionale, si apre la fase di consuntivo delle attività svolte in questo arco di tempo e, contestualmente, di riflessioni sulla situazione attuale e in corso, le sue problematiche e tendenze e dunque dei compiti che spetteranno ai pensionati dirigenti nuovi, nazionali e territoriali, che le Assemblee sono chiamate, al termine dei lavori e della discussione, ad eleggere. Questo importante appuntamento, con le sue procedure e norme di confronto democratico non potrà -- lo diciamo con dispiacere e rabbia – svolgersi come è sempre è avvenuto, in termini di ampia partecipazione e presenza fisica delle persone, donne e uomini, stante il permanere della situazione pandemica che ancora ci colpisce e ci obbliga doverosamente al rispetto di limiti di movimento e di regole comportamentali stringenti. Il calendario delle Assemblee provinciali e regionale si limita pertanto ad indicare data, ora e telefoni. Chi è interessato a saperne di più telefoni.

BS 27 APRILE ORE 15 - 030- 3519511 CO DEL LARIO E DELLA BRIANZA 5 MAGGIO ORE 15 - 031-276441

Antonio Mecca Responsabile per le leggi sulla stampa Giorgio Zentilini Presidente CNA Pensionati Lombardia Antonio Mecca, Romano Zannetti, Renato Mazzoni, Angelo Bregoli Comitato di Redazione Miriam Banfi Segreteria Sede: CNA Lombardia Via Marco D’Aviano, 2 - 20131 Milano Tel. 02 36512030 info@cnalombardia.it

MN 28 MAGGIO ORE 9,30 - 0376-368742 CR 28 MAGGIO ORE 10 - 0372-442211 BG 4 GIUGNO ORE 15 - 035284111 MI 10 GIUGNO ORE 15 - 02-26142543 PV 17 GIUGNO ORE 10 - 0382-433111

CNA PENSIONATI LOMBARDIA 14 LUGLIO ORE 10 (MI) La campagna assembleare si chiude con quella di CNA Pensionati regionale nella quale vengono eletti i componenti della Direzione, Presidente e presidenza regionali, i delegati lombardi all’Assemblea generale nazionale.

VA 20 MAGGIO ORE 15,30 - 0332 - 285289 All’interno:

La sanità in regione Lombardia Luci e ombre della sanità in Lombardia VERDETÁ n° 79 - SPECIALE LOMBARDIA | 1


LA SANITÀ IN REGIONE LOMBARDIA Stefano Binda, Segretario CNA Lombardia, Giorgio Zentilini, Antonio Mecca, Presidente e Segretario di CNA Pensionati, Giovanni Bozzini Presidente CNA CR hanno incontrato esponenti di Forza Italia Maurizio Broccanello e del PD Paola Bocci, sul tema della Sanità lombarda. Lo scopo degli incontri è di chiarire i motivi che hanno visto la Regione privilegiare e finanziare, con la riforma del 2015, le strutture ospedaliere a discapito del territorio cioè medici di base e poliambulatori vicini ai pazienti, generando le negatività emerse nella gestione dell’emergenza. Difatti coloro che sono risultati infetti non hanno avuto modo di essere visitati dai medici di base e quindi costretti a rivolgersi alle strutture ospedaliere (pubbliche e dotate di terapia intensiva) poi verso le RSA congestionandole, creando focolai di diffusione del virus. Ben prima della pandemia sono emersi vari elementi di criticità nella messa a regime della riforma. La difficoltà di una reale presa in carico” dei cronici, i tempi lunghi di attesa, la non collaborazione degli stakeholder e di buona parte dei medici specialisti ospedalieri, ne sono i dati più negativi. Territorio e iper ospedalizzazione: sono i punti di discussione toccati da CNA. Criticità su cui sono emersi diversi interrogativi: perché tanti pazienti spinti verso gli ospedali o verso il pronto soccorso? o per una visita specialistica? i tempi di attesa della sanita pubblica-convenzionata spesso folli, si azzerano se la visita si chiede al privato, il posto c’è il giorno dopo o poco più, perché? È vero che la sanità da noi ha gradi di eccellenza, è vero che vengono a curarsi qui da fuori. Le strutture sanitarie private sono ormai l’industria del presente, si fanno enormi investimenti per crearle, e quindi si punta a forti remunerazioni. È legittimo ma se si opera anche con il sistema delle convenzioni, occorre che siano chiare e rigorose le regole, gli obblighi. Ovvero se si ha capienza 10 per una certa terapia, non puoi darne 2 al 2 | VERDETÁ n° 79 - SPECIALE LOMBARDIA

pubblico e 8 al privato. Se un paziente va al pronto soccorso privato, lo si ricovera e gli si fa tutto ciò che serve, magari di più (tutte rimborsate). Se non se non sei ricoverato è difficile ottenere una visita specialistica oppure una terapia. Perché Non sono stati incoraggiati e finanziati poliambulatori, assistenza con personale infermieristico ai medici di base, non si sono previsti incentivi concreti per operatori sanitari e personale ausiliario per l’assistenza domiciliare. Come si fa a gestire la “presa in carico” dei cronici”, “dal curare a prendersi cura” con poche risorse e banche dati, software e altri supporti tecnologici che pure ci sono. La Sanità è argomento complesso e delicato, assorbe gran parte del bilancio delle regioni ed è da loro gestita. Ogni indicazione che perviene dal Ministero della Salute e dal Sistema Sanitario Nazionale viene considerata “ingerenza”. Chissà, forse è per questo che le regioni sono freddine rispetto ai soldi del MES dato che sarebbe lo Stato a gestirle.

Giovanni Bozzini


Una riforma attuata solo in parte, non può portare a una bocciatura totale del progetto, è stato detto. Giusto: mettiamoci allora a lavoro per attuare la parte disattesa della legge, nel senso e nelle indicazioni emerse durante questo incontro. Nel concludere Stefano Binda ha precisato che CNA incontrerà tutte le forze politiche per rappresentare gli interessi dei suoi associati oltre a quelli dei pensionati ex artigiani che nella nostra associazione, come nelle altre associazioni, sono un numero copioso. Interessi che sono quelli legati al bisogno delle imprese, le quali vogliono poter contare su una rete di prevenzione medica diffusa che assicuri continuità operativa e sicurezza degli addetti, siano essi imprenditori o addetti ed in più il fabbisogno della popolazione anziana nei confronti della quale occorre sia fatta oltre che prevenzione anche, in caso di non autosufficienza, una pertinente assistenza. E necessario che il medico curante (medico di

medicina generale o pediatri di libera scelta) sia messo nella condizione di operare una vera presa in carico del paziente (sia esso malato cronico oppure no) e di seguirlo nel suo percorso di cura e sorvegliando costantemente il suo stato di salute e ricorrendo alle cure ospedaliere solo quando strettamente necessario.

Lombardia senza pace Sembra incredibile ma è vero. La catena delle disfunzioni, dei ritardi, degli errori sembra non finire mai e anzi, in questi giorni mentre scriviamo, si allunga ulteriormente con un anello più grande e clamoroso e forse più significativo, ossia le dimissioni di tutto il CDA di Aria, la società della Regione responsabile dei ritardi e carenze emersi nell’invio di sms per fissare gli appuntamenti per le vaccinazioni, creando situazioni pesanti e di penoso disagio per tanti anziani e non solo. Non è difficile nè arbitrario immaginare responsabilità più alte di quelle organizzative tecniche o tecnologiche. Vogliamo in ogni modo credere che si riuscirà presto a far ripartire la macchina e a vaccinare le persone, a ricominciare dagli anziani, per uscire dalla morsa del contagio, dall’emergenza, ritrovare la normalità della vita e del lavoro.

LUCI E OMBRE DELLA SANITÀ IN LOMBARDIA Questo Il tema trattato dall’Assemblea regionale di CNA Pensionati svolta nel dicembre 2020, con politici di maggioranza e di opposizione, l’On Bruno Tabacci, Daniele Parolo e Stefano Binda Presidente e Segretario di CNA Lombardia, imprenditori operanti nel settore sanitario. Riportiamo l’intervento di Giovanni Bozzini Presidente CNA

Cremona, imprenditore del settore. L’assistenza domiciliare di carattere sociale in Lombardia è erogata tramite oltre 2000 unità d’offerta, cioè il 25% delle 8.292 unità totali autorizzate. Il COVID 19 impone una riflessione in merito. È urgente un potenziamento dell’assistenza VERDETÁ n° 79 - SPECIALE LOMBARDIA | 3


sanitaria e socio-sanitaria, a pro delle persone fragili e delle loro famiglie, al loro domicilio; attivare una forte rete territoriale, a cui affidare tecnologie di telemedicina e tele monitoraggio nonché una crescita delle risorse umane (infermieri di comunità assistenti sociali) definendo anche ruoli e precise responsabilità della filiera, per la prevenzione e cura a domicilio; l’ospedalizzazione come ultima ratio. Va rivista la Legge regionale 23/2015, nel senso di ripensare le cure domiciliari, quale elemento basilare dell’assistenza territoriale. A questo fine richiamo la Legge 77/2020 per ricordare le risorse che può attivare. L’assistenza domiciliare integrata che offre prestazioni infermieristiche e riabilitative di durata limitata non soddisfa i bisogni dei soggetti fragili che richiedono aiuti continuativi, anche di carattere sociale. Bisogna superare il distacco tra le Aziende Socio Sanitarie Territoriali e i Comuni con un modello integrato di cure socio sanitarie e sociali. Le cure domiciliari devono rientrare nel quadro dei livelli essenziali di assistenza garantiti a tutti. L’ADI (assistenza Domiciliare) e SAD (Servizio Assistenza Domiciliare). Va superata la gratuità dell’ADI e i costi sui cittadini dei SAD. Le cure domiciliari delle ASST e di Comuni oggi servono una quota minoritaria del bisogno potenziale. Alcuni studi notano che l’ADI copre 12 ore di prestazioni annue pro capite. In alcuni Comuni con forte presenza di persone anziane il SAD non è mai stato attivato. In altri l’incidenza per le cure domiciliari SAD è insignificante. Bisogna ridurre la distanza tra bisogni e servizi, 4 | VERDETÁ n° 79 - SPECIALE LOMBARDIA

per una presa in carico effettiva. Bisogna coinvolgere tutta la medicina generale e tutte le cure primarie, per far sì che le cure siano intese come opportunità e non casi episodici. Vanno realizzati i presidi socio-sanitari territoriali già previsti e mai partiti. Vanno concepite strutture di prossimità come luoghi di facile accesso e informazione, con dotazioni informatiche e strumentali. Andare oltre il concetto della sola erogazione, assicurando figure professionali capaci in rete che, con lo stesso linguaggio, sviluppino modalità di lavoro in co–progettazione. In breve serve riprogettare i servizi di assistenza domiciliare: visite mediche, prestazioni infermieristiche, somministrazioni farmaci, supporti alla domiciliarità nelle sue varie facce. Oltre che un aiuto al nucleo familiare spesso fragile pur se in presenza di un’assistente di famiglia. L’integrazione si raggiunge creando una nuova governance che faccia sintesi tra due soggetti: Comune e ASST. Avviare questo cambiamento in Lombardia richiede una governance regionale condivisa: la presenza di 3 assessorati, al Welfare al Sociale e alla Famiglia, non aiuta l’integrazione. Chiudo con i servizi domiciliari e le cure primarie. È sul territorio che si deve investire nelle cure primarie. Strutture stabili su cui concentrare i finanziamenti. I medici di medicina generale devono assumere funzioni di prevenzione, diagnosi e presa in carico, anche in regime di telemedicina in collaborazione con gli infermieri di famiglia. Vanno incentivate le aggregazioni dei Medici di Medicina Generale. Gli investimenti sulla domiciliarità sono limitati. Serve un budget che vada oltre l’emergenza. Gli anziani crescono (bene perché campano di più) ma aumentano anche le patologie croniche. Tutto ciò impone un ripensamento nei termini di quali servizi sociali richiederanno nel prossimo futuro? quali politiche e interventi serviranno allo scopo? Vale a dire riflettere su visione e strumenti da mettere in pratica.


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