CNA Pensionati - VerdEtà 70 - Giugno 2019

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LA RIVISTA PER I SOCI CHE TI INFORMA E TI CONSIGLIA

Pensionati

n° 70

n° 70 | Bimestrale | Giugno 2019 www.pensionati.cna.it

SPECIALE XXII FESTA NAZIONALE CNA PENSIONATI "NONNI PER LE CITTÀ" ACCORDO ANCI - CNA PENSIONATI INTERVISTA AL SOCIOLOGO DOMENICO DE MASI "... MA QUALE TEMPI BUI..."

INCHIESTA IL FUTURO 4.0 È ROSA? VERDETÁ n° 70 | 1


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n° 70 | Bimestrale | Giugno 2019

n° 70 2019 Giugno estrale | n° 70 | Bim nati.cna.it sio www.pen

Sommario EDITORIALE Paginatre di Filippo D'Andrea 3

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SPECIALE XXII FESTA NAZIONALE CNA PENSIONATI Una festa di successo 4 Gli artigiani indispensabili al genio di Leonardo 6 Artigianato e cultura, una coppia vincente nell'era 4.0 8 ATTUALITÀ Truffe agli anziani, ok dal senato per pene più severe 10 SINDACALE Nonni alleati preziosi dei sindaci per valorizzare le città 12

Edizioni CNA

Sede ed amministrazione Piazza Mariano Armellini, 9A - 00162 Roma Tel. 06441881 - 0644188800 www.pensionati.cna.it

Direttore responsabile Mario Martino

Direttore Editoriale Filippo D'Andrea (verdeta@cna.it)

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DENTRO L'EUROPA Analisi del voto 24 FOCUS La bellezza over 60 non è un lusso 26 DAL TERRITORIO - TOSCANA Il coraggio e l'importanza della partecipazione 28 LE NOSTRE RICETTE Caponata siciliana 30

Redazione

Livia Pandolfi Comitato di redazione Jacopo Basili, Maria Rosa Battan, Andrea Battistoni, Giulio Cesare Brandini, Filippo D'Andrea, Mario Filippello, Giovanni Giungi, Valter Marani, Mario Martino, Antonio Mecca, Livia Pandolfi, Elena Pezzetta, Maria Francesca Picchio. Progettazione grafica e impaginazione Tiziana Barone (Albavision Srl) www.albavision.eu - info@albavision.it Photo Editor: Adolfo Brunacci (Albavision Srl) Stampa: Postel SpA Via Campobello 43 - 00071 Pomezia (RM)

L'INCHIESTA - IL FUTURO 4.0 E' ROSA? Arrivano le macchine di quarta generazione Ma quali tempi bui, questo mondo è il migliore di sempre Mestieri antichi e nuove professioni Premio Cambiamenti Abiti da sposa, foto ed emozioni nell'era digitale

SPAZIO DONNA La Gioconda, quello sguardo che incanta 32 IL RACCONTO La fontana 34 SALUTE GERIATRIA - Le malattie cardiovascolari e il caldo PSICOLOGIA - Dopo i 60 lo specchio non conta più DIETOLOGIA - La "buona spesa" senza spesa ERBORISTERIA - La vita segreta del cacao

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DAL TERRITORIO 44 LETTERE AL DIRETTORE 47 IL LIBRO DEL MESE 48 IL FILM DEL MESE 49 RELAX 50

Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 405/2006 dell’08/11/2006

2 | VERDETÁ 70 Din°questo numero sono state diffuse 204.500 copie - Stampato su carta riciclata


PAGINATRE

di Filippo D'Andrea

Care lettrici e cari lettori, da qualche settimana è terminata la XXII Festa di Cna Pensionati a Castellaneta Marina (TA). E’ stata per me la prima volta alla Festa e confesso che l’esperienza si è rivelata particolarmente esaltante. Trovarsi con molti dei nostri associati a commentare e discutere in piena libertà è motivo di soddisfazione ed anche di confronto sia su temi importanti sia su questioni decisamente meno impegnative. Per questa edizione, in particolare, abbiamo dedicato la Festa al tema della cultura approfittando della coincidenza con i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci. A questo grande personaggio è stata dedicata un’iniziativa per approfondire alcuni aspetti della personalità e delle sue opere scoprendo alcuni tratti poco conosciuti al grande pubblico, grazie all’intervento di un esperto vinciano. Abbiamo scoperto con grande soddisfazione che gli artigiani sono stati lo strumento per realizzare le invenzioni di Leonardo che in realtà ha progettato circa 28 macchine ma non ne ha realizzata nessuna. Una seconda iniziativa si è svolta a Matera, poco distante dal villaggio, in una località molto suggestiva per parlare di artigianato e cultura. Matera, capitale europea della cultura per il 2019, restaurata grazie all’opera degli artigiani e

rilanciata a livello internazionale. Naturalmente il patrimonio artistico del nostro Paese vanta molti primati e si estende su tutto il territorio nazionale. Proprio in questa ottica vorremmo dare un contributo alla salvaguardia ed alla promozione dei nostri beni artistici. In questo senso va letto il protocollo firmato di recente con ANCI, Associazione nazionale comuni italiani. Si tratta della necessaria cornice istituzionale per le tante attività di cooperazione tra Istituzioni locali e Cna Pensionati in materia di manutenzione degli ambienti comuni e tutela dell’ambiente. A ciò si deve aggiungere, a mio avviso, un ruolo di monitoraggio e salvaguardia dei beni culturali per mettere a disposizione della comunità le capacità maturate dai nostri associati nel corso della propria attività lavorativa, compresa la conoscenza del territorio e del patrimonio artistico. Potremmo definire, quindi, questo nuovo impegno nelle prossime settimane con i Comuni che si renderanno disponibili costruendo delle vere e proprie mappe della cooperazione, individuando i bisogni delle comunità locali e confrontandoli con le capacità a disposizione di Cna Pensionati confermandoci forza sociale del Paese. Buona lettura e buona estate! Filippo VERDETÁ n° 70 | 3


SINDACALE - XXII FESTA NAZIONALE CNA PENSIONATI

Speciale

UNA FESTA DI SUCCESSO Grande successo anche quest’anno della XXII Festa nazionale di Cna Pensionati. Dal 2 al 16 giugno presso il Gran Valentino – Calenè Village di Castellaneta Marina (TA) oltre 700 pensionati associati si sono ritrovati in Puglia per godere del mare e delle bellezze del territorio. Relax, socializzazione, riposo ed escursioni sono

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stati gli ingredienti della Festa che, come tutti gli anni, ha visto tuttavia momenti anche di riflessione e approfondimento di cui vi racconteremo nelle prossime pagine. La manifestazione, infatti, quest’anno è stata dedicata a Leonardo da Vinci, in occasione del cinquecentesimo dalla sua morte a cui è stata riservata la serata del 4 giugno. Altra giornata destinata alla cultura è stata, invece, quella del 7 giugno che si è svolta a Matera quest’anno capitale europea della cultura.


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SINDACALE - XXII FESTA NAZIONALE CNA PENSIONATI

Speciale

GLI ARTIGIANI INDISPENSABILI AL GENIO DI LEONARDO LIVIA PANDOLFI Eclettico, creativo, innovatore, tuttologo. Era Leonardo da Vinci, uno dei nostri avi più illustri che nel cinquecentesimo anniversario della sua morte è stato ricordato, e celebrato, al Gran Valentino - Calanè Village di Castellaneta Marina in occasione della XXII Festa di CNA Pensionati. Dedicata proprio al sapere visionario di Leonardo da Vinci, infatti, la manifestazione, che quest’anno ha accolto oltre 700 pensionati associati provenienti da tutto lo stivale, ha aperto le sue iniziative di approfondimento con un Convegno dal titolo “Leonardo da Vinci, genio del saper fare”, con la presenza di Giovanni Giungi, Presidente Nazionale Cna Pensionati, Filippo D’Andrea Segretario nazionale Cna Pensionati, Luca Caricato, Professore esperto vinciano e Sergio Silvestrini, Segretario Generale Cna Nazionale. E a fare un salto indietro nel mondo del sapere eclettico e geniale di Leonardo da Vinci è stato Luca Caricato, Professore esperto Vinciano, che ha riportato la platea in pieno Rinascimento. Dai celebri disegni di Leonardo, all’uomo vitruviano, passando per le sue famose macchine, magnifiche anticipazioni dei robot moderni come il famoso 6 | VERDETÁ n° 70

leone meccanico commissionato da Papa Leone X che sapeva camminare, sedersi, aprire il petto e offrire gigli in omaggio alla città natale del Papa stesso. E poi ai suoi famosi quadri, dalla celebre Gioconda, suo dipinto del cuore, ceduto solo dopo la morte a Francesco I, al Cenacolo, che Leonardo dipinse con lentezza, fatica e tecniche poco adatte alla conservazione, agli studi matematici fino a quelli anatomici che diedero ispirazione ai posteri per la costruzione di una moderna e funzionante valvola aortica. “Leonardo ha lasciato un’eredità nei suoi disegni più che nei suoi scritti, nelle sue pitture e nelle sue sculture – ha spiegato Caricato – lui era il disegnatore del Rinascimento e disegnava soprattutto oggetti destinati alla manifattura degli artigiani. Il suo genio è ancora attuale, si pensi al disegno esploso, da lui inventato e che ancora ci serve per montare mobili, giocattoli o altri nostri oggetti di uso comune”. Il legame intenso fra Leonardo e l’artigianato è stato sottolineato anche da Giovanni Giungi Presidente di CNA Pensionati: “L’artigiano ha una visione leonardiana per definizione – ha detto – è


abituato a usare il proprio cervello per risolvere i problemi che tecnicamente affronta ogni giorno con il suo lavoro. L’artigiano immagina, inventa, risolve. Molte botteghe artigiane sono nate da idee visionarie e hanno saputo trasformare in realtà piccoli sogni così come faceva Leonardo con le sue macchine”. La grande modernità di Leonardo è stata ricordata anche dal Segretario Nazionale di CNA Pensionati Filippo D’Andrea. “I maestri artigiani del tempo – ha detto – erano abituati a realizzare le idee di geni come Leonardo da Vinci che inventò ben 28 macchine diverse. Il grande sapere artigiano che traduce in pratica creatività e idee è stato tramandato nel corso della nostra storia e con esso siamo stati in grado di portare il nostro Paese fra le prime 7 potenze economiche mondiali. Oggi dobbiamo saper tramandare questo immenso sapere alle nuove generazioni nell’era di internet e della robotica. CNA Pensionati lo sta facendo da tempo con il Progetto ‘Fra generazioni’, grazie alla collaborazione con Fondazione Mondo digitale che trasferisce il sapere fra anziani e giovani e viceversa”. Le conclusioni del Convegno sono state affidate al Segretario Generale CNA Sergio Silvestrini. “Leonardo è stato un genio assoluto, visionario, versatile, polimorfo, grande sperimentatore, un creativo del suo tempo che usava gli artigiani per realizzare le sue eccezionali invenzioni -

ha detto - un uomo straordinario che ha creato nuove condizioni per il futuro, un atteggiamento che dovremmo avere anche oggi. Il suo grande insegnamento è proprio questo: pensare al futuro in termini complessi, totali, non segmentati”. “Oggi - ha aggiunto Silvestrini – dobbiamo recuperare quella grandezza che rese straordinaria l’Italia di Leonardo, Botticelli, Verrocchio, Bernini, Michelangelo. Grandissimi artisti che portarono l’arte italiana ai massimi livelli proprio con l’aiuto della maestria artigiana. Quella bellezza, quello stile, quella perfezione delle forme l’abbiamo impressa nel nostro DNA e con essa dovremmo poter ritrovare quell’orgoglio di essere un grande Paese. Un Paese meraviglioso, accogliente, affettivo, ironico, simpatico che ha smarrito queste sue caratteristiche ripiegandosi su se stesso e abbandonandosi alla rabbia, al pessimismo e alla chiusura. Una china distruttiva che dobbiamo contrastare”. “La grande sfida che abbiamo davanti – ha concluso Silvestrini – è confrontarsi con l’economia 4.0 con la visione universale che Leonardo ci insegna: dare un senso compiuto, umano all’innovazione tecnologica, connotarla con una forte carica di cultura, di umanità, di consapevolezza e di apertura. O riusciremo a fare questo o il nostro è un futuro di alienazione”.

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SINDACALE - XXII FESTA NAZIONALE CNA PENSIONATI

Speciale

ARTIGIANATO E CULTURA, UNA COPPIA VINCENTE ANCHE NELL'ERA 4.0 SABINA MONACI Coltivare la cultura. La grande assente dal dibattito sul futuro del nostro Paese, per governare i poderosi cambiamenti dell’era 4.0 e consegnare un domani migliore alle nuove generazioni. Non è banale la sfida lanciata da Matera, capitale europea della cultura 2019, teatro, non a caso, nella seconda giornata di approfondimento della XXII Festa nazionale di Cna Pensionati. Presieduto da Giovanni Giungi, Presidente Nazionale di Cna Pensionati e introdotto da Filippo D’Andrea, Segretario di Cna Pensionati, l’evento ha visto la partecipazione del Presidente Nazionale Cna Daniele Vaccarino, di Leonardo Montemurro, Presidente di Cna Basilicata e di Salvatore Adduce, Presidente della Fondazione Matera 2019. Un elogio speciale al territorio come esempio di buona pratica associativa è arrivato proprio da Giovanni Giungi, Presidente Nazionale di CNA Pensionati, che ha ricordato come la Basilicata, in tempi difficili per il mondo delle rappresentanze, abbia centrato ottimi numeri: +13%, nelle adesioni all’associazione. “I pensionati che vivono l’associazione in modo proattivo partecipando alle nostre iniziative– ha 8 | VERDETÁ n° 70

spiegato Giungi – sono una risorsa vitale per un Paese come l’Italia che invecchia rapidamente”. “Essere protagonisti di percorsi culturali e di progetti sul territorio – ha concluso - è un contributo prezioso per riportare la barra diritta in un momento di sconforto e grande confusione come l’attuale. In questo senso anche il Protocollo ‘Nonni per le città’che ci apprestiamo a firmare con l’ANCI può portare i pensionati a svolgere il ruolo di sentinelle di beni culturali, oggi fondamentale per il nostro Paese”. I pensionati italiani, del resto, possono e devono essere messi al centro del nostro futuro. “Noi - ha spiegato il segretario nazionale Filippo D’Andrea - abbiamo in campo idee e progetti come quelli del turismo esperienziale legati a doppio filo con la cultura e la qualità che Matera offre. Si tratta di abbandonare il turismo mordi e fuggi dei grandi numeri e delle mode del momento e adottare un approccio lento e legato ai tempi e alla cultura amica di città come questa. Le botteghe artigiane, o anche i nuovi mestieri legati al passato, possono essere parte integrante di questa nuova frontiera che permetterebbe a


città come Matera di evitare il carico distruttivo del turismo di massa”. E proprio la cultura, di cui Matera è quest’anno capitale europea, è stata protagonista dell’incontro insieme al suo innegabile connubio con l’artigianato, attore indiscusso e straordinario della storia della città e della costruzione dei suoi celebri sassi. “La sfida della nostra epoca, l’era dei big data e di Internet, dei robot e delle intelligenze artificiali, è coltivare la cultura – ha detto il Presidente Cna Daniele Vaccarino - e parlare di cultura in questo periodo storico, il periodo delle semplificazioni e dei tweet, degli slogan semplicistici, delle urla e degli insulti, non può che essere motivo di grande orgoglio per Cna Pensionati e Cna”. “Abbiamo davanti a noi incredibili trasformazioni – ha aggiunto - stiamo vivendo e vivremo sempre più lo scontro economico, demografico e culturale di interi blocchi nel mondo che si stanno muovendo in modo imprevedibile. La nostra vita quotidiana muterà con una velocità straordinaria. E’ già arrivata l’epoca dei big data, un mondo in cui solo attraverso il telefonino si può essere ascoltati, geolocalizzati, controllati e interpretati persino nelle nostre intenzioni”. “E allora la sfida culturale diventa decisiva – ha continuato Vaccarino – e siccome l’artigianato ha un rapporto strettissimo con la cultura non possiamo che metterci al centro della scena. Si pensi a Matera. La vediamo così com’è grazie alla maestria di migliaia di artigiani che nel corso dei secoli hanno usato una sapienza saggia e risolutrice in condizioni avverse per costruire e conservare i sassi che noi tutti visitiamo e amiamo”. “Oggi - ha concluso – dobbiamo riuscire a coniugare il progresso dirompente dell’era dei robot e della connessione globale con la nostra arte del saper fare, insita nei nostri mestieri. Coltivare la cultura è l’unica strada possibile”. Un elogio alla sapienza artigiana è arrivato anche da Salvatore Adduce che ha ricordato ai pensionati presenti, ex titolari di imprese della Cna, come essi abbiano rappresentato un pezzo di cultura del Paese e come abbiano contribuito in modo straordinario e decisivo al poderoso progresso vissuto dall’Italia nel

secondo dopoguerra. “La candidatura di Matera capitale della cultura europea 2019, è stata una scommessa visionaria cominciata 10 anni fa – ha ricordato – un progetto in cui sono stati coinvolti i bambini delle elementari, possessori di uno sguardo lungo e limpido sul futuro e i pensionati della città che hanno potuto condividere arte e cultura di Matera”. “La cultura è di tutti, non delle èlite – ha concluso – e lo abbiamo dimostrato”. Un prezioso excursus sulla storia di Matera, invece, è stato al centro dell’intervento di Leonardo Montemurro, Presidente Cna Basilicata. “Passare in 70 anni dall’essere definita, negli anni ’50, dall’allora presidente del Consiglio Alcide De Gasperi un’infamia nazionale – ha ricordato – a capitale europea della cultura non è stato affatto scontato. E’ successo grazie alle sperimentazioni e all’interessamento di grandi imprenditori illuminati come Adriano Olivetti, all’intervento statale che negli anni 70 ha espropriato ai privati i sassi, allora teatro di vite misere e promiscue con i propri animali, il mulo innanzitutto, e poi, grazie all’approvazione nell’86 di un progetto di grande riqualificazione con il contributo di architetti e studiosi ma anche dell’opera straordinaria e poderosa degli artigiani locali. Matera diventò un caso di studio anche per i sociologi e oggi brilla come perla di bellezza del Patrimonio dell’Umanità Unesco che ci premiò, tuttavia, nel 1993 per l’efficace sistema di raccolta delle acque”.

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ATTUALITÀ

TRUFFE ANZIANI, OK DAL SENATO PER PENE PIÙ SEVERE FRANCESCO PALIARDO

Passo in avanti importante nella lotta alle truffe nei confronti degli anziani, tema da sempre al centro dell’attenzione di Cna Pensionati. A metà giugno infatti, l’Aula del Senato ha dato il proprio via libera al disegno di legge che prevede un inasprimento delle pene per chi si macchia del reato di truffa agli anziani. A far notizia l’approvazione all’unanimità del provvedimento: 228 “sì” e soltanto un’astensione. Un provvedimento necessario. Negli ultimi tre anni in Italia ci sono stati ben 240mila casi di falsi operatori di enti pubblici, aziende o associazioni che hanno avvicinato anziani per farsi consegnare oggetti di valore e addirittura 441mila casi di donazioni a scopo fraudolento. Il quadro si fa ancora più serio se si considerano tutte quelle truffe difficili da dimostrare (e quindi impossibili da sanzionare): sempre nell’ultimo triennio oltre 10 | VERDETÁ n° 70

un milione i casi di contratti firmati per l'acquisto di merci, beni o servizi, terreni, automobili, enciclopedie contratti telefonici svoltisi contro l'effettiva volontà dell'anziano. Da qui la necessità di trovare una soluzione per una maggiore tutela degli over65. Cosa cambia allora? La situazione attuale vedeva la circonvenzione degli anziani ancora racchiusa nel reato di truffa previsto dall’art. 640 del Codice Penale. D’ora in poi, invece, acquisirà una condizione di reato autonomo rivolto a chi “abusando della condizione di debolezza o di vulnerabilità dovuta all’età di una persona, induce taluno a compiere un atto che importi qualsiasi effetto giuridico per lui o per altri dannoso”. Nessun riferimento ad una soglia di età specifica all’interno del ddl. Vita dura per i truffatori. Con la nuova norma


Nel bolognese rimborsi e sostegno da Cna Pensionati Dal nazionale al locale, è partita dal bolognese con l’obiettivo di estendersi presto in altre zone d’Italia l’iniziativa della Cna Pensionati locale a sostegno degli anziani truffati. Con vari comuni della provincia è stato sottoscritto un protocollo per il rimborso e il sostegno nei confronti degli over65 vittime di furti e rapine. Ne abbiamo parlato con il Presidente della Cna Pensionati Bologna, Sandro Vanelli. Presidente, intanto complimenti per l’iniziativa. Può spiegarcela nel dettaglio? “Si tratta di un progetto, partito col comune di Bologna, che prevede l'erogazione di un rimborso pari a 100 euro per sinistro, elevati a 500 euro per lo scippo nel giorno del ritiro della pensione, e un rimborso fino a un massimo di 300 euro per il ripristino di porte, serrature e finestre nell'abitazione oggetto di effrazione. Noi di Cna Pensionati siamo il tramite incaricato di raccogliere le denunce da parte degli anziani, segnalazioni che poi inoltriamo ai Comuni che hanno aderito all’iniziativa”. Rimborso economico ma non solo. È prevista anche una forma di sostegno psicologico alle vittime? “Sì, ad esempio col comune di Bologna è già partita questa iniziativa parallela di ascolto e sostegno degli anziani truffati. Con il coinvolgimento di un’associazione di Psicologi garantiamo la presenza di professionisti impegnati anche per un supporto emotivo”. Dove è stato attivato il protocollo sinora? “Sono coinvolti anche altri comuni dell’hinterland bolognese: attualmente San Lazzaro, Pianoro e Valsamoggia. Dopo le recenti elezioni amministrative il progetto prevede di estendersi ad altre località dell’area metropolitana con l’obiettivo di raggiungere la stipula del protocollo con una quindicina di amministrazioni entro l’anno”. Quale è stata la risposta dei pensionati? “Dopo una prima fase di divulgazione, siamo stati gratificati dalle prime reazioni dei pensionati che ci hanno fatto pervenire le loro segnalazioni. Ovviamente sappiamo già che è il fenomeno sarà più accentuato nei grandi centri come Bologna dove solo nel 2018 si sono registrati 130 casi di furti e truffe ai danni degli anziani”.

la reclusione prevista salirà “da uno a cinque anni di carcere” fino ad un range “da due a sei anni di carcere”, così come la sanzione economica associata salirà “da 51 a 1.032 euro” ad una multa variabile “da 500 a 2.000 euro”. Non finisce qui, in caso di condanna le nuove regole stabiliscono che la sospensione condizionale della pena per chi ha commesso il reato sia subordinata al risarcimento integrale del danno alla parte offesa. I prossimi passaggi. Il disegno di legge, approvato in prima lettura a Palazzo Madama, passa ora all'esame della Camera dei Deputati. Visto il consenso politico trasversale raccolto al Senato non dovrebbero esserci difficoltà per una

rapida approvazione anche al secondo ramo del Parlamento per diventare presto legge.

Come richiedere rimborso e aiuto? Basterà rivolgersi a Cna Pensionati Bologna (www. bo.cna.it/mestieri/cna-pensionati) scrivendo all’indirizzo email pensionati@bo.cna.it o telefonando al numero 389-1125599. Per presentare la domanda sarà sufficiente inoltrare la denuncia fatta ai Carabinieri, codice fiscale, carta d'identità, nome della banca, filiale, numero di conto corrente e codice Iban.

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SINDACALE

NONNI ALLEATI PREZIOSI DEI SINDACI PER VALORIZZARE LE CITTÀ Lo ha detto il Presidente dell’Anci Antonio De Caro dopo aver sottoscritto il Protocollo d’intesa tra Anci e Cna Pensionati per diffondere il progetto “Nonni per le città” lanciato lo scorso dicembre nel corso dell’Assemblea Nazionale

AGNESE TOMMASI

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Al via la collaborazione fra pensionati e amministratori comunali per rilanciare e valorizzare le città italiane. Grazie al protocollo di intesa fra Anci, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani e Cna Pensionati, siglato da Giovanni Giungi, Presidente di Cna Pensionati e Antonio Decaro, Presidente dell’Anci, potranno partire, infatti, interventi di amministrazione condivisa e partecipata in collaborazione con la popolazione più anziana. Cura e rigenerazione dei beni comuni, contrasto al degrado e recupero dello sviluppo degli spazi urbani sono obiettivi al centro del protocollo che ha lo scopo di investire proprio sul concetto di cittadinanza promuovendo un invecchiamento attivo della popolazione e la trasmissione del saper fare artigiano. Si tratta della prima iniziativa di questo genere nel panorama nazionale e conferma che i valori della sostenibilità e solidarietà rappresentano un tratto distintivo delle donne e degli uomini Cna, volontari a servizio delle comunità che potranno svolgere il ruolo rilevante come sentinelle e custodi dello sconfinato patrimonio dei beni culturali dell’Italia. Ma non solo. “Vogliamo rappresentare un presidio attivo sul territorio in termini sia culturali che sociali - spiega Giovanni Giungi - una presenza che possiamo far valere, nei parchi, nelle piazze ma anche accanto al grande patrimonio di beni culturali di cui è ricco il nostro Paese. Il mondo dell’artigianato e delle

Pmi, infatti, intende dare il proprio contributo su molti fronti: il mantenimento e la riqualificazione urbana, per esempio, oppure l’esperienza del ruolo di sentinelle dei beni culturali. Ci piacerebbe anche coinvolgere le scuole nell’ottica della trasmissione dei saperi fra anziani e giovani come abbiamo già avuto modo di fare con successo grazie al nostro progetto ‘Fra generazioni’ che tanto successo ha avuto in tutta Italia”. Un concetto, questo, che ribadisce con forza anche il Filippo D’Andrea Segretario Nazionale Cna pensionati. “Tra gli obiettivi del protocollo d’intesa non c’è solo l’impegno a carattere volontario a svolgere piccoli lavori, interventi di manutenzione e riparazione dei beni pubblici – dice D’Andrea - la collaborazione tra Anci e Cna Pensionati punta anche a essere un ponte tra le generazioni favorendo la trasmissione delle competenze, delle tecniche e dei valori del saper fare artigianato”. “Il protocollo d’intesa, tra Cna Pensionati e Anci ‘Nonni per le città’ – conclude Antonio Decaro - ha l’ambizione di contribuire a quel lavoro di cucitura delle relazioni che fanno delle nostre città, delle comunità. In questo delicatissimo ruolo che i sindaci già assolvono, per dovere di mandato e con passione, i concittadini con più anni sulle spalle possono essere alleati preziosi. Anche e proprio in un dialogo opportuno e fecondo con i più giovani”. VERDETÁ n° 70 | 13


l'inchiesta IL F ARRIVANO LE MACCHINE DI QUARTA GENERAZIONE

L. P.

E’ già qui. Ed è fatta di robot e intelligenze artificiali nelle catene di produzione, 'bot' che rispondono alle nostre domande sui siti delle aziende, ma che non sono umani. Finti profili social che commentano e alterano opinioni e consenso, anche di partiti o leader politici. Big data e compravendita di informazioni utili a orientare la domanda di un prodotto o alterare le elezioni in un Paese. E anche nanotecnologie buone per operarci, smart city dove semafori intelligenti misurano i flussi di traffico, internet of thinks con case dotate di sensori in grado persino di monitorare la nostra salute, smartphone di ultima generazione che ormai sono utili per quasi tutto ciò che facciamo. Benvenuti nella quarta rivoluzione industriale. Un mondo nuovo che è già arrivato prima ancora di poterci rendere conto che tutto stava cambiando. Uno tsunami che dilaga con una forza e una potenza che l’uomo non ha mai conosciuto nella storia, basti pensare che la diffusione del vapore o del motore a scoppio hanno avuto bisogno di diversi decenni per affermarsi, mentre solo 10 anni fa la maggior parte delle cose che oggi usiamo direttamente o indirettamente non c’erano o non erano prodotte nello stesso modo. Tutto questo ci ha cambiato profondamente, ha travolto certezze e persino valori, ci ha indotto a pensare di non essere all’altezza del cambiamento, di non essere capaci e, soprattutto, che tutto questo non ci piace. Non ci piace perché non lo conosciamo e tutto ciò che ignoriamo, siamo esseri umani, ci mette paura. 14 | VERDETÁ n° 70

Così, aiutati anche dai profeti del ‘tutto va male’ del ‘si stava meglio prima’ abbiamo finito per pensare che il progresso stavolta vada ricacciato indietro. Noi, quelli che – con scarpe sfondate e le pezze ai pantaloni - nel secondo dopoguerra abbiamo fatto il miracolo italiano e portato un paese distrutto ad essere fra le prime cinque potenze economiche mondiali, quelli che avevano un’incrollabile fiducia nel domani, oggi gridiamo al complotto delle lobby internazionali e della finanza, abbiamo perso ogni ideale, postiamo sui social improbabili narrazioni di esaltazione dei tempi di quando eravamo giovani o bambini. Arriviamo a osannare gli anni bui in cui imperversavano in Italia le Brigate Rosse, si sparava per strada per motivi politici, uccidevano il nostro capo del governo (Moro 1978!), in Sardegna e in Aspromonte spadroneggiavano gli impresari dei rapimenti, giravamo con le autoradio sotto il braccio perché, se solo le dimenticavamo in macchina, venivano rubate. Possibile che il mondo 4.0 ci faccia tanta paura? Calma e gesso. Cosa succederà e a cosa andiamo incontro lo abbiamo chiesto al sociologo De Masi che ha raccontato a Verdetà dove stiamo andando e perché, invece, è il caso di aver fiducia nel futuro.


FUTURO 4.0 È ROSA? MA QUALI TEMPI BUI, QUESTO MONDO È IL MIGLIORE DI SEMPRE

LIVIA PANDOLFI

Questo è il mondo migliore che sino ad oggi ha avuto l’uomo. Nessun epoca precedente ha potuto contare su tanti vantaggi quanti quelli attuali. Il futuro? Molto diverso dal presente e con nuove regole da dover scrivere, ma niente affatto nero. A dirlo è il Professor Domenico De Masi, Professore emerito di Sociologia del lavoro presso l'Università “La Sapienza” di Roma, dove è stato preside della facoltà di Scienze della comunicazione, che ha spiegato a noi di Verdetà cosa ci aspetta e perché non è il caso di avere paura. E soprattutto quanto saranno ancora importanti le associazioni come Cna e Cna Pensionati.

in media 730 mila ore, i nati nel 2030 ne vivranno 790 mila. Gli over 65, poi, saranno 910 milioni a fronte degli attuali 420 milioni. Un vero e proprio terremoto. Poi ci sono, come noto, i problemi dell’ecologia grazie all’attuale superproduzione di anidride carbonica: se anche i paesi in via di sviluppo, infatti, cominciassero a consumare come consumiamo noi avremmo bisogno di 3 pianeti come la terra per poter sopportare le emissioni inquinanti. Per non parlare dei grandissimi cambiamenti della tecnologia.

Domanda. Professore il mondo sta cambiando a velocità supersonica. Ci spiega dove sta andando? R. Si può dire che non c’è nessun settore della nostra vita che non sta mutando. Cambia la demografia, cambia l’ecologia, cambia la tecnologia, cambia il lavoro, il tempo libero. Cambia anche la cultura, l’estetica e persino l’etica. Cambia il ruolo della donna nella società nel suo insieme. D. Andiamo per ordine… R. Intanto da qui al 2030 passeremo dai 7 miliardi di oggi agli 8 miliardi, un mutamento enorme. Anche la vita media si allungherà, oggi viviamo

Professor Domenico De Masi VERDETÁ n° 70 | 15


l'inchiesta IL F D. Parliamone invece! R. Diciamo solo che l’informatica progredisce raddoppiando la sua potenza ogni 18 mesi. Poi c’è ingegneria genetica con cui combatteremo molte malattie, c’è l’intelligenza artificiale con cui sostituiremo molto lavoro intellettuale. Ci sono le nanotecnologie con cui gli oggetti riescono a relazionarsi fra di loro e con noi. Ci sono le stampanti 3D con cui potremo costruire in casa molti oggetti che invece oggi compriamo fuori. Un cambiamento che si riflette enormemente sulla nostra vita proprio perché ci consente, ad esempio, di teleapprendere, di telelavorare, teledivertirci. Insomma stiamo cominciando a fare tutto o moltissimo a distanza. Anche il concetto di privacy praticamente sta scomparendo. E’ quasi impossibile perdersi, annoiarsi, isolarsi poiché le macchine ci impediscono tutto ciò. Ma non basta. La chirurgia plastica sarà sempre più capace di modificare il nostro corpo. Poi ci sono i cambiamenti determinati dall’economia. D. Ci dica… R. Il nostro pianeta produce ogni anno fra il 3% e il 5% in più. Però questa produzione non benefica tutti ma va a finire nelle tasche di pochi. In Italia, ad esempio, nel 2007 10 famiglie possedevamo la ricchezza di 3,5 milioni di poveri. Oggi le stesse famiglie possiedono la ricchezza di 6 milioni di poveri. Quindi possiamo dire che i ricchi hanno aumentato del 70% la loro ricchezza e i poveri, a loro volta, hanno subito un peggioramento del 60% del loro reddito. D. Uno dei cambiamenti più grandi di quest’epoca - e lei lo ne ha parlato nei suoi studi – riguarda il lavoro. Ci spiega come? R. Oggi in sostanza riusciamo a produrre sempre più beni e servizi con meno lavoro umano. E siccome non redistribuiamo equamente né ricchezza – come abbiamo visto - né lavoro ci 16 | VERDETÁ n° 70

sono genitori che lavorano 10 ore al giorno e figli che sono completamente disoccupati. Questo avviene soprattutto in Italia dove non si è ancora capito che si lavora troppo. D. Davvero? R. Esattamente. In Germania si lavora 1.400 ore all’anno mentre noi ne lavoriamo, in media 1.800. Insomma un Italiano lavora 400 ore in più di un tedesco sempre mediamente, eppure produce il 20% in meno e guadagna il 20% in meno. Non solo. In Italia l’occupazione è del 58% della forza lavoro e in Germania del 79%. D. Ma se riduciamo i tempi lavoro cosa succederà? R. Succederà che aumenterà il tempo libero, questo ci pone tanti problemi. Come occuperemo queste ore libere? In realtà questa è una tendenza che viene da lontano. Oggi si lavora 220 giorni all’anno, un tempo si lavorava tutti i giorni, tranne la domenica. Con più tempo libero dovremmo introdurre una maggiore cultura proprio per vivere questo tempo con più equilibrio. Poi ci sono i problemi legati all’etica. D. Cioè? R. Abbiamo visto che stanno crescendo le diseguaglianze. Un contrasto inaccettabile che grida vendetta. Pensi che oggi l’Europa per una mucca da latte eroga un sussidio di 900 dollari, mentre per una persona africana da un sussidio di 8 dollari. D. Non crede allora, alla luce di questa analisi, che tante conquiste fatte in passato stanno rischiando, proprio nell’era dei robot, dell’intelligenza artificiale e delle nanotecnologie, di essere messe in discussione? R. Su questo non c’è dubbio. Ma non dobbiamo


FUTURO 4.0 È ROSA? guardare al passato con troppa nostalgia. Le faccio un esempio: oggi i regimi democratici sono molti più che nel secolo scorso. Nei paesi evoluti, in Italia ad esempio, dati alla mano e contrariamente a ciò che si pensa, sono diminuiti tutti i reati verso la persona. La convivenza, insomma, è migliorata. Noi in realtà viviamo molto meglio dei nostri nonni. Certo, come sempre, di fronte a grandi cambiamenti gli squilibri vanno corretti. D. Cosa dobbiamo fare allora? R. Bisogna ad esempio redistribuire il lavoro perché con i robot e le intelligenze artificiali un numero crescente di ore di lavoro invece di essere fatte dagli esseri umani saranno fatte da questi ultimi. Se non si redistribuisce il lavoro alcuni lavoreranno moltissimo ed altri saranno disoccupati, come già sta succedendo oggi. Oggi abbiamo 23 milioni di occupati e oltre 3 milioni di disoccupati in Italia. Se lavorassimo meno ore come in Germania avremmo tutti occupati. D. Ma poi il reddito pro- capite diminuisce? R. No no. Proprio perché una parte di lavoro lo faranno le macchine il reddito per i lavoratori rimane lo stesso. Ad esempio in Germania in alcuni casi hanno abbassato a 28 ore lavorative il lavoro settimanale (in Italia spesso si lavora 40) e ci sono stati aumenti anche del 4% del salario. D. E per i disoccupati come si fa? R. Ribadisco bisogna redistribuire il lavoro. In Germania si lavora meno e ci sono il 3% di disoccupati. Qui da noi al momento siamo al 10,8%. D. Niente paura per il futuro insomma? R. Io dico di no. D. E come mai siamo un paese che invece è preda di un terrore generalizzato per tutto e

tutti, siamo caduti nella rabbia nel rancore, nello sconforto? R. Indubbiamente c’è chi lo alimenta, sbagliando però. Siamo invece uno dei Paesi più sicuri del mondo, nelle nostre città, a Roma ad esempio, si può uscire in tutte le ore del giorno e della notte e, a differenza di New York, nessuno viene ucciso per la strada. D. Una volta passata la paura, quindi, torneremo ad essere il paese del saper fare e del buon vivere dove l’artigianato ha dato al Made in Italy quella connotazione di qualità che tutti ci invidiano? R. Dobbiamo sapere che i robot ci saranno ma l’artigianato sopravviverà se facciamo cose creative, non ripetitive, quelle che solo il genio dell’uomo ha saputo da sempre inventare. Occorre però prepararci a nuovi lavori quelli che oggi ancora non ci sono. D. E se le persone non fossero ancora pronte? R. E’ per questo che ritengo fondamentale il reddito di cittadinanza che non solo aiuta a portare a tavola un piatto di minestra ma deve essere in grado di formarci in modo del tutto nuovo. D. Saremo in grado? R. Dobbiamo esserlo. D. Che ruolo possono avere nel futuro sempre più 4.0 i corpi intermedi come i sindacati, la Cna e Cna Pensionati? R. Un ruolo fondamentale. Certo scompariranno le attività impiegatizie e ripetitive ma sarà fondamentale il ruolo di rappresentanza che dovrà essere svolto in futuro nella contrattazione delle nuove forme di lavoro. Guardi, le dico una cosa: alla forza delle idee nessuna macchina potrà opporsi. VERDETÁ n° 70 | 17


l'inchiesta IL F MESTIERI ANTICHI E NUOVE PROFESSIONI L’Artigianato che resiste

ANDREA PALAZZO Il mondo va sempre più veloce, l’economia si trasforma e anche il settore del lavoro è in continua evoluzione. Le innovazioni digitali, in particolare, hanno portato alla nascita di nuove professioni di cui qualche lustro fa nessuno avrebbe mai immaginato l’esistenza e minacciano altre che abbiamo sempre dato per scontate. Influencer, un esempio su tutti. Tra i numerosi nuovi impieghi del terzo millennio uno su tutti rende l’idea delle nuove strade professionali che il web ha reso percorribili. Così se per molti passare le proprie giornate sui social network è classificabile sotto le voci ‘svago’, ‘hobby’ o addirittura ‘perdita di tempo’ c’è chi ne ha fatto un vero e proprio lavoro con fatturati notevoli: è il lavoro da influencer, quello svolto da chi forte di pubblico di utenti sempre più numeroso - collabora con le imprese svolgendo il ruolo di sponsor per la comunicazione di un prodotto o di una marca. Quali sono i mestieri a rischio? Per nuove professionalità che emergono, d’altro canto ci sono mansioni che in un futuro nemmeno troppo remoto non richiederanno più la forzalavoro odierna. La metà degli impieghi che conosciamo oggi è a rischio automazione e, di 18 | VERDETÁ n° 70

conseguenza, a rischio scomparsa secondo il rapporto McKinsey 2017 ‘A Future That Works: Automation, Employment, and Productivity’. L'Italia non fa eccezione, nel nostro paese il tasso di sostituzione si aggirerebbe tra il 49 e il 51 per cento: un italiano su due, domani, potrebbe essere scambiato con una macchina. Quali saranno, allora, questi mestieri che davvero non esisteranno più nel giro di qualche decennio? La risposta è in un'inchiesta pubblicata dal Financial Times: saranno tutti quei lavori dove l'intermediazione diventerà superflua. Il podio delle posizioni lavorative destinate a tramontare è occupato dalle agenzie di viaggio, dai venditori di polizze auto e dai consulenti finanziari. Se le agenzie di viaggio saranno soppiantate dai turisti ‘fai da te’, i venditori di polizze RC auto saranno vittime degli acquisti online, mentre i consulenti finanziari spariranno con la gestione dei risparmi affidata a piattaforme web basate su algoritmi. C'è anche chi resiste, l’Artigianato. Esaurito il quadro delle professioni a rischio, la situazione sorride a quei mestieri che nemmeno il digitale potrà soppiantare. Si parla ovviamente di tutte le attività legate ai servizi alla persona, dal comparto sociale a quello sanitario. E l’Artigianato come se la passa? Nonostante una concorrenza industriale sempre più spietata e un potere di


FUTURO 4.0 È ROSA? acquisto ridotto rispetto al passato, l’Artigianato rimane un valore aggiunto impossibile da sostituire. A discapito, infatti, di chi profetizza anche per gli artigiani vita dura va ricordato come la vitalità dell'Artigianato e la sua straordinaria importanza economica e sociale abbiano resistito al logorio dei secoli sopravvivendo alla rivoluzione industriale. Il motivo, soprattutto per l’Artigianato nostrano, risiede in fattori che non potranno mai essere sostituiti dalle macchine: la creatività, l’unicità e l’eccellenza del “Made in Italy” continueranno ad essere un know-how tramandato di generazione in generazione. È per questo che, secondo il rapporto “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2019-2023)” del Sistema Informativo Excelsior il fabbisogno di operai specializzati e artigiani rimane ancora superiore a quello delle professioni impiegatizie. Re-inventarsi per essere ai vertici. L’Artigianato italiano avrà vita lunga, però, se riuscirà a mantenere inalterata la sua qualità affiancandole comunque processi di ammodernamento ed evoluzione. Secondo il report ‘Technology at work. The Future of Innovation and Employment’ della Oxford Martin School e Citi Research “l'età digitale risulta in grado di generare sconvolgimenti maggiori rispetto a tutte le rivoluzioni tecnologiche degli anni passati”. L'unico antidoto, suggerito dal rapporto stesso, sarà quello di cambiare il nostro modo di pensare e vivere anche l'approccio al lavoro puntando sulla continua acquisizione di nuove competenze per essere davvero insostituibili. Chi si ferma è perduto, ci saranno sempre innovazioni e nuovi modelli in grado di rivoluzionare quelli esistenti. Il fattore umano in campo lavorativo, quindi, rimarrà ancora indispensabile, legato però ad un aggiornamento continuo e alla capacità di reinventarsi per un Artigianato 2.0. VERDETÁ n° 70 | 19


l'inchiesta IL F FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE ALTAII ITALIA E IL PREMIO CAMBIAMENTI A. P. Una bella storia di artigianato 2.0 in grado di continuare a farsi valere, anche nel nuovo mondo del lavoro iperconnesso e globalizzato, arriva da L’Aquila. Qui è nata Altaii Italia, vincitrice del Premio Cambiamenti 2018 di Cna per le start-up innovative. Ideatore e fondatore di Altaii Italia è Massimiliano Giuseppe Falcone che ci racconta le origini e il percorso intrapreso. Qual è stata la scintilla che ha permesso la nascita di questa start up? “Cominciamo col dire che la mia provenienza non è quella del settore artigianale, anzi le mie esperienze si sono svolte principalmente nei settori della comunicazione e dello sviluppo sostenibile. Il vero artigiano della famiglia è mio padre Sebastiano, da 50 anni specializzato nel mondo delle porcellane di pregio a Rapino (Chieti). Tre anni fa tornando a casa per le festività natalizie mi disse che - data l’età, la stanchezza e le difficoltà crescenti nel settore - la sua attività avrebbe chiuso i battenti. È stato in quel momento che è scattata l’idea di fare qualcosa per continuare a portare avanti l’impresa”.

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Da un’azienda artigiana con difficoltà di aprirsi a nuovi mercati a start up innovativa. Qual è stata la soluzione? “La soluzione è stata mettere in atto le vecchie intuizioni artigiane in una nuova ottica. Così, cercando un’idea giusta, mi è venuto in mente un progetto di mio padre degli anni ’80: creare una tazzina-thermos innovativa. Il problema per una simile realizzazione era quello di creare il cosiddetto vuoto assoluto con i materiali a nostra disposizione. Mi sono ricordato allora che mio padre, quando ero bambino, mi raccontava

Giuseppe Falcone e Daniele Vaccarino


FUTURO 4.0 È ROSA?

della porcellana come elemento durissimo e completamente non poroso e quindi in grado di mantenere questo vuoto. Dopo i primi momenti di scetticismo abbiamo deciso di provarci. Siamo andati prima all’Istituto nazionale di fisica nucleare nel Gran Sasso e, quando abbiamo visto che la nostra idea funzionava, siamo corsi a brevettarla”. E da qui anche il progetto del frigo senza corrente elettrica “Infatti, a questa idea ne abbiamo aggiunta un'altra. Sempre utilizzando la porcellana, con l’applicazione di uno scambio termico abbiamo avuto la giusta intuizione per creare un frigorifero senza necessità di rete elettrica. Un altro esempio del connubio tra tradizione e innovazione in grado di rivoluzionare il mondo della conservazione e del trasporto di cibi e bevande”. VERDETÁ n° 70 | 21


l'inchiesta IL F ABITI DA SPOSA, FOTO ED EMOZIONI NELL’ERA DIGITALE DANIELA GUAGLIUMI A....prima lettera dell'alfabeto, come ai primi posti sono Alessandra e Alfonso artigiani per il settore wedding, un binomio di eccellenze che fa onore all'artigianato del Veneto. Due giganti, ognuno per il proprio campo artigianale, Alessandra Bregolin creatrice di abiti da sposa e da cerimonia e Alfonso Lorenzetto fotografo e formatore specializzato in foto matrimoniali. Pur avendo la sede delle loro aziende, Atelier “Ritratto Sposa” a Badia Polesine in provincia di Rovigo e Alfonso Lorenzetto atelier e laboratorio a Paese in provincia di Treviso, e pur distanti fisicamente uno dall'altro, operano in proficua e innovativa sinergia nel settore della sartoria e delle riprese fotografiche, in un'ottica nuova, pur affondando le radici del loro inizio lavorativo per entrambi nella tradizione di famiglia. Alessandra ricorda bene quando ancora piccoletta giocava a vestire le sue bambole con i ritagli di stoffa che la nonna le allungava dopo aver confezionato gli abiti delle spose. E Alfonso, che allungava gli occhi e le mani per prendere la macchina fotografica di papà e curioso, cercava di imitarne le posture, i gesti. Schiacciare poi quel bottoncino magico, che dava inizio ad altre operazioni, una danza di movenze che per Alfonso aveva un che di magico...quella camera oscura...quelle immagini appese ai fili...ambiti lavorativi di tradizione familiare che hanno costituito un importante bagaglio di conoscenze tecniche e di abilità artigiane. 22 | VERDETÁ n° 70


FUTURO 4.0 È ROSA? Gli abiti di Alessandra sono sontuosi, eleganti, raffinati, anche di quella semplice raffinatezza che li rende unici, perché per ogni sposa riesce a creare quell' abito che riesce ad esaltarne la personalità delle clienti, a metterne in evidenza il carattere, a soddisfarle dopo averle seguite e ascoltate negli esaustivi incontri delle prove sartoriali per la scelta del modello. E che dire poi di Alfonso, quando gli sposi gli si affidano perché fermi con un click, in una immagine, l'inizio di una nuova storia. E lui si sposta da una città all'altra Venezia Roma Parigi, perché le emozioni di certi luoghi, con le loro bellezze architettoniche e storiche, facciano da cornice ed esaltino le emozioni degli sposi che devono rimanere nella loro memoria come un ricordo fantastico. Un lavoro artigiano, che rende merito alle loro intuizioni, al loro impegno, al loro lavorare in sinergia portando valore aggiunto a due attività imprenditoriali che hanno trovato un equilibrio vincente.

Alfonso Lorenzetto

Alessandra Bregolin VERDETÁ n° 70 | 23


DENTRO L'EUROPA Elezioni Europee

FLUSSI ELETTORALI, LO TSUNAMI DELLE ELEZIONI EUROPEE Il responso delle urne è l’apertura di un nuovo ciclo politico nel Paese. L’Italia conferma di avere un elettorato estremamente fluido, con la vistosa eccezione del voto “controcorrente” dei pensionati e degli over 65

JACOPO BASILI I risultati delle elezioni europee del 26 Maggio scorso, come ormai spesso accade fin dal famoso Tsunami Tour di Beppe Grillo che portò all’ascesa del M5S nell’inverno 2012/2013, si sono rivelati ancora una volta dirompenti per il panorama politico italiano, rompendo il fragile equilibrio che resiste solo il lasso di tempo che attraversa una campagna elettorale dalla successiva. Certo il famoso detto “mischiare le pere con le mele” è un monito che sarebbe sbagliato sottovalutare o disconoscere, ma mettendo in fila i risultati dei vari partiti sembrano chiarissime sia la direzione dei flussi in cui si è incanalato l’elettorato sia la nuova fase politica sancita dalle urne: Lega 34,33% (29 eletti); Partito Democratico 22,69% (17); Movimento 5 Stelle 17,07% (14); Forza Italia 8,79% (7); Fratelli D’Italia 6,46% (6); +Europa 3,09% (0); Altri circa il 5% (1 del SVP); per 24 | VERDETÁ n° 70

un’affluenza del 56,09%. È clamoroso infatti come si siano capovolti, quasi specularmente, i rapporti di forza tra i contraenti del patto/contratto che governa l’Italia da poco più di un anno. Lega e M5S è come se avessero scambiato non solo percentuali, ma anche l’elettorato. Un altro fatto di rilievo, ma non scontato, che esce fuori dalle urne è il “ritorno” del PD: dato per annichilito dopo le elezioni politiche del 4 Marzo 2018, è stato in grado, invece, di sfruttare il crollo dei consensi subito dal M5S per sorpassarlo e riconquistare così la seconda posizione come forza politica più votata nel Paese. Una sorta di revival del bipolarismo classico che fu, destra vs sinistra (molto sbilanciato a favore della destra, stando, però, al responso delle urne…), che è ancora più evidente e


lapalissiano se considerassimo i risultati delle elezioni amministrative che si sono svolte in contemporanea al voto per le europee. Proviamo adesso però ad analizzare i flussi elettorali approfondendo le faglie più vistose e che interessano anche il mondo dei pensionati. Mentre in tutto il Vecchio Continente gli elettori più giovani, soprattutto gli under 30, premiano i partiti progressisti e “fanno volare” le forze ambientaliste, con i successi clamorosi dei Verdi in Germania e nel Nord Europa, in Italia la Lega è il partito più votato tra i 18-24enni e nell’età del pieno impiego (45-54 anni) la somma del centrodestra supera la soglia del 50% dei consensi. Addirittura il 38% di chi ha votato alle Europee per la prima volta (nati dal 1997) ha barrato il simbolo della Lega. Solo tra gli over 65, quindi tra i pensionati, si ribaltano le gerarchie: la Lega perde il primo posto, che invece viene agguantato dal Partito democratico con un lusinghiero 31,5%. Il Pd si conferma così il partito di riferimento per la fascia d’età più anziana. La “vampirizzazione” della Lega sull’elettorato del M5S. Un “travaso di bile” che premia ancora la politica della paura e del risentimento L’anno di governo insieme ha senz’altro premiato il partito di Matteo Salvini rispetto ai grillini. Basandosi sul comportamento del voto nelle elezioni politiche del 2018, il più grande dei flussi di voto in uscita dal Movimento 5 Stelle è andato

verso la Lega, surclassando altre destinazioni come l’astensione o il voto al Partito Democratico. Ma è il consenso dei cosiddetti “forgotten man” - i dimenticati dai processi tumultuosi scatenati dalla globalizzazione e dalla rivoluzione digitale, spesso segregati nei luoghi marginali dei Paesi come le zone rurali o le periferie diseredate e, a causa della Grande Crisi, caduti ancora di più in condizioni economico/sociali disagiate - che, quasi fosse un processo di osmosi, è travasato dal M5S alla Lega. Il partito di Salvini ottiene performance superiori alla media tra le persone in condizione di povertà: in questa categoria infatti ottiene addirittura il 47%; tra gli operai il 48% e tra i ceti medio-bassi il 39% (fonte: SWG). Nel Sud la Lega, diventando partito nazionale, prende 828.279 in più rispetto alle politiche del 2018, passando dal 6,2% al 23,5%; nelle Isole prende 236.441 voti in più e passa dal 6,6% al 22,4% (elaborazione Istituto Cattaneo). Questo elettorato “risentito” - maggioritario nel Paese - pur se secondo Ipsos ritiene che lo stato dell’economica del Paese è negativo per il 76% contro un 17% che lo ritiene positivo, ha tributato un vero e proprio plebiscito per Matteo Salvini, abbandonando, come blocco sociale fino ad oggi monolitico, Di Maio e il M5S. Il Movimento Cinque Stelle, dunque, ha subito la più grave sconfitta elettorale della sua storia. Si è fermato al 17,1%, cedendo oltre 15 punti percentuali rispetto alle politiche del 4 marzo 2018 e lasciando sul campo oltre 6 milioni di voti.

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FOCUS

OVER 60, LA BELLEZZA NON E’ UN LUSSO PERLITA VALLASCIANI, Portavoce Nazionale CNA Estetica

Nei tempi moderni in cui le relazioni sono sempre più difficili e complicate, in cui il confronto è articolato da più fattori, sempre più le persone over 60 dedicano più attenzione al benessere, alla forma fisica ed al bell’aspetto estetico in generale. Quando terminano gli impegni lavorativi c’è la necessità di crearsi altri interessi, in molti si dedicano ad hobby repressi nell’arco della vita professionale per la necessaria mancanza di tempo, alcuni danno spazio ad attività di relazione 26 | VERDETÁ n° 70

e socializzazione come andare in palestra, andare in balera, frequentare circoli di burraco e così via, tutto questo fa sì che l’attenzione per la cura della propria immagine sia una necessità maggiormente percepita rispetto a generazioni più giovani proprio per la necessità di vivere serenamente il confronto relazionale. La paura di invecchiare mentalmente, ma soprattutto nell’aspetto estetico, spinge il soggetto definito di una certa età ad avere


maggiore cura del viso e del corpo, sono i soggetti che maggiormente si recano con una certa regolarità nel centro estetico per quella prassi che mi piace definire igiene estetica, richiedono accurata manicure ed una specializzata cura estetica del piede pertanto sono soggetti ideali ai quali proporre trattamenti come Spa manicure e pedicure Spa che siano donne o uomini. Un po’ per il peso di una vita vissuta tra successi e desolazioni, un po’ perché il corpo non ha più la forza dei 20anni, gli over 60 sono i soggetti che maggiormente sanno apprezzare trattamenti di vero benessere psicofisico come una buona tecnica di massaggio, un percorso sensoriale composto da bell’ambiente, creme, profumi e buona musica da relax, non danno più troppa importanza all’alta tecnologia o al trattamento di tendenza bensì al saper fare di seri professionisti, al risultato ottenuto ed al valore percepito. È proprio nel valore percepito da questo target che si afferma l’importanza del grande ruolo sociale dell’estetista. Basta pensare al beneficio che si può trasmettere ad una signora che richiede una buona cura estetica in occasione di un raduno familiare, è ricorrente la richiesta di farsi bella perché ci sarà un incontro con una giovane nuora e dei giovani nipoti, il confronto con generazioni più giovani può alimentare il timore di un rifiuto, di una critica mentre, mostrarsi in bell’aspetto estetico, rafforza la maggiore sicurezza di affrontare meglio quelle forti affettive relazioni. Quanto può essere importante per una signora over 60 avere sopracciglia ben definite senza ricorrere costantemente ad un trucco temporaneo, avere labbra ravvivate nel colorito, avere una pelle morbida e luminosa senza necessariamente cancellare completamente i segni del tempo? Veramente tanto! Il bell’aspetto estetico del volto, inoltre, è qualcosa che sempre più vede coinvolto anche l’uomo. L’estetica over 60 è davvero qualcosa da considerare bene e svolgere con grande competenza e professionalità, rappresenta quella fetta di mercato che più facilmente è fidelizzabile in quanto più facilmente si affida, acquista prodotti cosmetici con maggiore consapevolezza e maggiore ricorrenza in quanto generalmente

hanno acquisito maggiore stabilità economica. La grande soddisfazione di un risultato ottenuto, sia in termini estetici che di benessere, porta queste persone a condividere le proprie esperienze non solo con soggetti coetanei ma anche con soggetti più giovani talvolta fino al punto di farsi promotori del centro estetico di loro riferimento proprio con figli, nipoti e conoscenti. A seguito di questa riflessione, non si può non pensare a tutte quelle persone che, proprio a causa dell’età che avanza, non riescono più ad essere autonome negli spostamenti con propri mezzi per recarsi nei centri estetici per il diritto umano di mantenere una buona immagine e che talvolta si vedono costrette a ripiegare su l’improvvisazione ed operatori del sommerso sia per la facile fruibilità del servizio sia per l’offerta a basso costo alimentando così gravi rischi per la salute e l’incolumità personale in quanto troppo spesso alcuni operatori border line non sono ne’ facilmente individuabili ne’ rintracciabili. Proprio a questo proposito sostengo che quando l’immagine estetica non è un lusso ma un’esigenza di benessere, sia estremamente importante prevedere una misura cautelativa affinché vi sia una legge che riconosca la vera importanza dell’Estetica Sociale favorendo la vera specializzazione dell’estetista qualificata ed abilitata nonché l’opportunità per soggetti deboli ed in condizioni di fragilità, di poter usufruire dei servizi estetici e di benessere con le dovute garanzie del caso. Perlita Vallasciani

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DAL TERRITORIO

IL CORAGGIO E L’IMPORTANZA DELLA PARTECIPAZIONE GIULIO CESARE BRANDINI

Nel gennaio scorso è stato varato dalla Giunta Toscana il Piano sanitario e sociale integrato regionale 2018/2020. La redazione del Piano ha richiesto un grande lavoro che ha coinvolto tutti i settori dell’assessorato e delle aziende socio-sanitarie, ma anche il terzo settore e le associazioni di rappresentanza. Nel ribadire che la sanità toscana è pubblica ed universalistica, è riconosciuto il ruolo fondamentale del terzo settore ed è realizzato 28 | VERDETÁ n° 70

nel rispetto dei diritti civili e sociali con la sempre maggior promozione delle buone pratiche. Un piano snello, sintetico, di facile lettura ed immediata comprensione, che rende più forte ed operativa l’integrazione fra le politiche sociali e le politiche sanitarie, ed ha 8 grandi obiettivi strategici. Tra questi driver (progetti) ne risultano tre che ci possono far diventare protagonisti:


Creare una nuova relazione con i cittadini che siano protagonisti degli atti di cura per valorizzare risorse, identificare bisogni e fornire risposte adeguate;

Creare una nuova alleanza con i cittadini e la comunità per un sistema di salute ed un Welfare etico e partecipato;

Il cittadino protagonista nel lavoro di squadra per preservare l’universalità del sistema sanitario al fine di mantenere il sistema per le generazioni future.

Al fine del raggiungimento degli obiettivi previsti nel dicembre 2017 è stata approvata la Legge 75/2017 che al suo interno prevede la realizzazione dei Comitati di partecipazione nelle zone distretto nelle Aziende sanitarie, nelle USL di Area Vasta. La partecipazione ai comitati è aperta alle associazioni di volontariato e del terzo settore, escludendo sindacati e organizzazioni datoriali. Poiché fra i compiti dei comitati di partecipazione ve ne sono alcuni di grande valore e sui quali sentiamo il bisogno di dire la nostra e quindi, essere presenti è fondamentale. L’unica strada percorribile era quella attraverso un ente del terzo settore, e fra costituirne uno nuovo e l’utilizzo di quello disponibile e già esistente è prevalsa la seconda ipotesi. In Toscana esistono due società del terzo settore alle quali avevamo richiesto l’ingresso in modo da favorire la nomina di nostri rappresentanti all’interno dei Comitati di Partecipazione. Cna Sociale, nata all’interno di Cna Toscana Centro, ha colto l’opportunità soddisfacendo questa esigenza, in pieno accordo con SocialNet di Cna Arezzo. La Legge 75/2017 prevede che i membri in rappresentanza delle associazioni (volontariato e terzo settore) nei comitati di partecipazione sono nominati, per provvedimento, dal direttore dei singoli comitati a nome della Regione Toscana.

Avanzare proposte per la predisposizione degli atti di programmazione e di governo per il Piano Integrato di Salute;

Monitorare il rispetto delle garanzie sui percorsi di accesso e fruibilità dei servizi;

Esprimere pareri sulla qualità dei servizi e sulla quantità delle prestazioni erogate;

Proporre iniziative per favorire corretti stili di vita.

Durante le prime riunioni di questi Comitati, fra l’altro, sono stati affrontati i problemi di alcuni pazienti con patologie croniche e/o invadenti cercando di indicare e risolvere direttamente i problemi sottoposti; inoltre è iniziato il monitoraggio delle “liste d’attesa”, distretto per distretto, e dell’efficienza dei servizi nei punti di accesso alle cure ed agli interventi, oltre alla questione dell’uso improprio dei permessi di circolazione automobilistica per disabili. Da questi brevi elementi si evince come sia importante la partecipazione a questo strumento di rapporto diretto dei servizi sanitari, sociali e della Regione con i rappresentanti dei cittadini; dobbiamo quindi avere il coraggio di perseverare nell’impegno svolto, facilitando anche altre Regioni o dotarsi di uno strumento similare per dialogare direttamente sull’attuazione di quanto previsto dalle singole Leggi regionali con i rispettivi interlocutori.

Elenchiamo alcuni incarichi e funzioni dei Comitati che ne dimostrano l’importanza: •

Contribuire alla definizione dei bisogni di salute della popolazione di riferimento; VERDETÁ n° 70 | 29


CNA Pensionati

Le nostre ricette

Caponata alla siciliana Ricetta a cura di Gina

INGREDIENTI 4 melanzane medie 5 peperoni grossi (esclusi quelli a cornetto) 2 cipolle grosse un sedano 6 carote 200 gr di olive bianche denocciolate 3 pomodori grossi 4 patate medie di pasta gialla un bel mazzetto di basilico

Mandateci le Vostre ricette regionali con le foto del cuoco e della preparazione. Le pubblicheremo nei prossimi numeri. 30 | VERDETÁ n° 70


Esecuzione Tagliare a grossi pezzettoni tutti gli ingredienti. Rosolare (friggendo leggermente) a parte le melanzane, i peperoni, la cipolla insieme alle carote, al sedano ed alle olive. Preparare una salsetta con i pomodori aggiungendo abbondante basilico. Unire tutto in una padella ad esclusione dei pomodori. Appena il tutto incomincia a friggere aggiungere la salsetta e completare con mezzo bicchiere di aceto di vino, 2 cucchiai di zucchero, peperoncino a piacere e sale q.b. Lasciare cuocere per 5 minuti e servire. E’ raccomandato un buon bicchiere di vino nero D’avola o altra qualità ma rosso!! Buon appetito!!!

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SPAZIO DONNA

LA GIOCONDA, QUELLO SGUARDO CHE INCANTA MARIA ROSA BATTAN, Vicepresidente nazionale Cna Pensionati

Che il dipinto della “Gioconda” sia opera di Leonardo da Vinci è un fatto indiscusso. Che questo dipinto sia pari per fama e in alcuni casi identificabile prima del maestro, anche. Spesso sentiamo dire sono stato/a al Louvre a vedere La Gioconda senza specificare il fatto che sia di Leonardo da Vinci perché, appunto, La Gioconda ha un proprio e indiscusso riconoscimento. 32 | VERDETÁ n° 70

Penso che la notorietà mondiale de La Gioconda sia da imputare al fatto che il filo che unisce opera e maestro sia unico e indissolubile. La circostanza che Leonardo non l’abbia mai voluta vendere e che l’opera abbia sempre e ovunque seguito il maestro come fosse il ritratto del più amato dei legami terreni e del sentimento più prezioso che un genio possa disporre, ne è testimonianza. Si sono dette e conosciute storie fantastiche e per


alcuni versi misteriose sull’origine del dipinto su chi fosse il modello/a sul suo sorriso enigmatico sullo sguardo indagatore. Si conosce tanto e di più sulla tecnica e sui colori che lo caratterizzano, rimane però sempre un alone, un desiderio sempre sveglio di saperne di più sul famoso file rouge. Era il periodo di Pasqua quando, assieme alla mia famiglia, si è deciso di visitare Parigi e il Louvre. La coda per entrare al museo era lunga e intrattenere una bimba, mia figlia, di sette anni non era impresa facile ci aiutavamo dedicando al dipinto de La Gioconda, che tra poco avremmo potuto ammirare, tutte le note informative di cui disponevamo. Nella sala del dipinto si procedeva lentissimamente, ma senza fermarci non potevamo rallentare il flusso dei visitatori. Il silenzio era totale, i passi senza alcun rumore, ricordo con stupore di aver condiviso prima con lo sguardo e successivamente a parole l’affermazione di mia figlia, che tirandomi la mano esclamò: “E’ piccola!!!”. Con l’indice dritto verso la bocca ho fatto segno di silenzio. Dopo la visita ci stavamo rifocillando scambiandoci i commenti su quanto ammirato al museo quando, sempre la piccola mi disse: “La Gioconda è piccola e mi ha guardata strano”. Condividevo il fatto che fosse un dipinto di piccole dimensioni. Anche io, pur conoscendone le dimensioni, lo immaginavo più grande, sono invece annichilita per la definizione relativa allo sguardo. Lo sguardo che dal dipinto ho sentito rivolto a me è stato fantastico e rimane intatto dopo tutti gli anni trascorsi. Mi sono sentita direttamente investita da una sensazione di benessere, di tranquillità e condivisione, un sentimento di amore. Sembrava che lo sguardo della fanciulla fosse diretto esclusivamente verso di me e mi volesse far capire come fosse importante amare ed essere ricambiati. Mi ha fatto fantasticare sul grande sodalizio esistente tra poeta e ispirazione, tra genio e musa. Non ho mai indagato sul perché mia figlia avesse considerato “strano” lo sguardo del dipinto. Forse i bambini nella loro ingenuità di sentimenti si lasciano influenzare dai racconti sui personaggi

e avendo raccontando dello strabismo di Venere attribuito alla modella del dipinto in qualche modo le abbiamo trasmesso questa sensazione oppure chissà! In questo anno stiamo ricordando con molteplici iniziative la ricorrenza dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, si intensificano ovunque le manifestazioni, ci sono studiosi, ricercatori che fanno a gara per esaltarne il mito ed è giusto sia così. Leonardo da Vinci è stato un mito e lo è tutt’ora infatti, sono sicura che se ritornassi al Louvre, ammirando la Gioconda, rivivrei le stesse identiche sensazioni di tanti anni fa rimaste intatte perché il mito non si altera né passa. Una sola cosa in più mi piacerebbe sentirmi dire dalla “amatissima” di Leonardo: “Solo un grandissimo uomo Italiano poteva far diventare immortale una donna come me e solo una donna come me ha amato tanto un uomo da farlo diventare immortale”.

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IL RACCONTO

LA FONTANA MELINA FRANCO

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Mi sedetti sulla panchina di pietra più vicina al cancello che dava sul giardino, dove crescevano rigogliosi gli aranci e i meli, e il sole batteva fin dal primo mattino. Le aiuole al di là della cancellata erano punteggiate da una miriade di puntini rossi, minuscole fragoline di bosco che sarebbero rimaste lì a marcire fino alla fine dell’estate, un po’ come me, che me ne stavo immobile a fissare le fronde verdi e il cielo terso. In fondo al viale, dove svettava la torre dell’orologio dell’immenso palazzo bianco in cui alloggiavo, all’ombra di un ontano, c’era poi la fontana: di forma circolare, non molto grande, adornata da pesci di pietra che sputavano acqua scintillante a tutte le ore del giorno e della notte. Mi ritrovai a chiedermi se fosse abbastanza profonda. Sì, se la fontana fosse abbastanza profonda da lasciare che vi annegassi. In fin dei conti, quello sembrava veramente un buon posto per cessare di esistere. L’ultima volta che ci eravamo incontrate, la donna con la quale avevo conversato più spesso negli ultimi tre mesi aveva detto che quel cupo senso di morte che mi opprimeva, aveva sempre fatto parte di me e che invece di scacciarlo, avrei dovuto provare ad accoglierlo. Invece di sfuggire alla tua tendenza, dovresti cercare di comprenderla, aveva detto. Solamente guardandola in faccia ed elaborandola sarai in grado di andare avanti. Ma quando accedevo al giardino, la fontana restava sempre il mio primo pensiero. Era abbastanza profonda? L’acqua che conteneva, che doveva arrivarmi pressappoco alle caviglie, sarebbe stata sufficiente? Voglio veramente annegare? L’orologio batté le 10 e al terzo rintocco udii un paio di porte sbattere e subito dopo alcune donne vestite di bianco che si sparpagliarono lente nel cortile ed in giardino. «Vogliamo rientrare?» disse una voce alle mie spalle, in tono gentile. Mi voltai a guardarla e l’infermiera sorrise. Annuii e ricambiai il suo sorriso. «Non rimarrai qui a lungo. Il tempo di rimettere insieme i pezzi e tornerai alla tua vita.» Annuii ancora e mi accinsi a seguirla. Una vita… la mia non era che un vago ricordo. Un

momento prima ero lì, integra e scintillante, quello dopo mi schiantavo al suolo frantumandomi in migliaia di pezzi. L’ombra di quella che ero, si era chinata disperata e con le braccia e le mani aveva cercato di radunare le mie misere macerie, niente di speciale, soltanto un’intera esistenza e tutto quello in cui credevo, tutto quello in cui mi riconoscevo e per cui vivevo, ridotto a un cumulo di schegge e polvere senza valore. Povera ombra! Voleva a tutti i costi rimettere assieme qualcosa, voleva ripulire, riordinare, lavare via quel disastro per poter poi fingere che nulla fosse accaduto. Povera ombra! L’infermiera non poteva capire e non conoscevo parole per riuscire a spiegarle una tale disfatta. Percorremmo in silenzio la successione di arcate riparandoci dal sole, un passo dietro l’altro lungo il pavimento in cotto arancione, e raggiunto il lato opposto del cortile, l’infermiera spinse una porta e mi fece cenno di entrare. «Andrà bene, vedrai.» Mi rassicurò. Lo faceva sempre. Ogni mattina. Provai molta tenerezza nei suoi riguardi. Era giovane, dovevamo avere all'incirca la stessa età, eppure io mi sentivo terribilmente vecchia e stanca. «Sei sana e intelligente» continuò. «Hai vissuto una brutta esperienza che ti ha segnata, ma tornerai più forte che mai e ricomincerai da zero. Hai tutte le carte in regola per farlo.» Sospirai e non seppi proprio cosa risponderle. Per quanto ne sapevo, la mia ombra era ancora lì a frugare fra le mie rovine, china fra la polvere per un tempo eterno perché quando crolli, il tempo non esiste. “Raccogli tutti i pezzi. Rimetti insieme i pezzi.” Laddove l’altro ha distrutto, io avevo cercato di ricostruire. A tutti i costi. Ma non funziona così. «Verrò a prenderti alle 15 per l’ora di musica. Ti farà bene.» La ringraziai e prima di rientrare, lanciai uno sguardo alla fontana, adesso molto vicina, nitida, presente. Nelle orecchie avevo ancora il fragore di me che andavo in pezzi.

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SALUTE Geriatria

PREVENZIONE: LE MALATTIE CARDIOVASCOLARI E IL CALDO DOMINGA SALERNO, Geriatra Ogni anno, con l’arrivo dell’estate, scatta l’allerta dei media e dei servizi socio-sanitari per fronteggiare l’arrivo del caldo, evento rischioso per la salute soprattutto per gli anziani, le persone affette da malattie croniche, i lavoratori all’aperto, i soggetti non autosufficienti ed i bambini, persone definite a rischio per via di una limitata capacità di termoregolazione fisiologica o per una ridotta possibilità di mettere in atto comportamenti protettivi. Le ondate di calore sono condizioni meteorologiche estreme che si verificano quando si registrano temperature molto elevate per più giorni consecutivi, spesso associate a tassi elevati di umidità. Alcune condizioni abitative come una scarsa ventilazione possono causare disagio ed effetti dannosi sulla salute delle persone più a rischio. Questo è vero particolarmente nelle grandi città dove, per una serie di caratteristiche quali superfici asfaltate, cemento degli edifici, scarsità di copertura vegetale, la temperatura dell’ambiente è più alta rispetto alle zone rurali vicine. Gli effetti del caldo possono inoltre essere più gravi per la presenza di elevate concentrazioni di inquinanti atmosferici. Tra le categorie più a rischio ritroviamo gli anziani, soprattutto se malati cronici (cardiopatici, diabetici): sono le persone più esposte a complicanze a causa di una maggiore sensibilità al calore, di una riduzione dello stimolo della 36 | VERDETÁ n° 70

sete e di una minore efficienza dei meccanismi dell’autoregolazione della temperatura del proprio corpo. Occorre considerare come importanti campanelli di allarme l’innalzamento della temperatura corporea e la riduzione di alcune attività quotidiane, come spostarsi in casa, vestirsi, mangiare, andare regolarmente in bagno. I pazienti ipertesi e cardiopatici, soprattutto se anziani, sono particolarmente sensibili agli effetti negativi del caldo e possono manifestare episodi di abbassamento della pressione arteriosa che possono causare anche perdita di coscienza, in particolare nel passare dalla posizione sdraiata alla posizione eretta. Il caldo, infatti, può potenziare l’effetto di molti farmaci per la cura dell’ipertensione e di molte malattie cardiovascolari quali la cardiopatia ipertensiva, lo scompenso cardiaco congestizio, le cardiomiopatie dilatative o valvolari. È importante, dunque, mettere in atto alcuni accorgimenti, tanto semplici quanto efficaci come misure di prevenzione: evitare il brusco passaggio dalla posizione orizzontale a quella verticale, evitare di alzarsi dal letto bruscamente, soprattutto nelle ore notturne e fermarsi in posizioni intermedie seduti al bordo del letto per alcuni minuti prima di alzarsi in piedi, effettuare un controllo più frequente della pressione arteriosa, durante la stagione estiva, e richiedere il parere del medico curante per eventuali aggiustamenti della terapia sia come dosaggio


sia come tipologia di farmaci (ridurre i diuretici o i vasodilatatori, ad esempio). Nel periodo estivo è inoltre buona regola fare attenzione alla corretta conservazione dei farmaci, tenendoli lontani da fonti di calore e, in condizioni di caldo estremo, conservando in frigorifero i farmaci che prevedono una temperatura di conservazione non superiore ai 25°-30°C. Cosa fare dunque per prevenire gli effetti del caldo sulla salute? Da anni, il Ministero della Salute divulga raccomandazioni ai Comuni, ai Centri di prevenzione ed alle ASL, al fine di evitare il più possibile gli eventi avversi ed i ricoveri ospedalieri, in particolare per i soggetti fragili. Durante le giornate in cui viene previsto un rischio elevato per le successive 24-48 ore deve essere ridotta l’esposizione all’aria aperta nella fascia oraria compresa tra le 11.00 e le 18.00 Inoltre, durante le ore più calde della giornata deve essere evitata l’attività fisica intensa all’aria aperta. Ripararsi la testa con un cappello leggero a falde larghe; in auto usare tendine parasole per il fatto che all’interno di un’automobile le temperature possono raggiungere velocemente valori molto elevati. Indossare indumenti chiari, non aderenti, di cotone o lino, in quanto le fibre sintetiche impediscono la traspirazione. Usare creme solari protettive e occhiali da sole. Chi soffre di diabete deve esporsi al sole con cautela, onde evitare ustioni serie, a causa della minore sensibilità al dolore. In generale è meglio consumare pasti leggeri, preferire la pasta e il pesce alla carne, evitando i cibi elaborati e piccanti; consumare molta frutta e verdura. Qualche gelato è concesso, ma si consigliano quelli al gusto di frutta, meno calorici. Evitare i pasti abbondanti, preferendo quattro, cinque piccoli pasti durante la giornata. E’ fondamentale bere, anche in assenza dello stimolo della sete. Si consiglia di bere almeno due litri di acqua al giorno, salvo diverso parere del medico, di moderare l'assunzione di bevande gassate e zuccherate, ricche di calorie, di evitare gli alcoolici e di limitare l’assunzione di caffeina

perché aumenta la sensazione di calore e la sudorazione, contribuendo così ad aggravare la disidratazione. Possono essere assunti integratori di sali minerali, ma ne deve essere sempre consigliato l’utilizzo dal proprio medico curante. Si può rendere la casa meno calda schermando finestre e vetrate anche con persiane, veneziane per non far entrare il sole, chiudere le finestre nelle ore più calde della giornata per evitare il riscaldamento delle stanze, lasciare le finestre aperte durante la notte e nelle prime ore del mattino, così da permettere il necessario ricambio d’aria. Limitare l’uso del forno e di altri elettrodomestici che producono calore (fornelli, ferro da stiro, phon) che tendono a riscaldare la casa. Si può utilizzare un climatizzatore per rinfrescare l’ambiente regolando il termostato in modo tale che la temperatura ambiente sia pari a 2426° C, ma può anche essere usato il semplice deumidificatore. Se si usano ventilatori non indirizzarli direttamente sulle persone, ma regolarli in modo da far circolare l’aria in tutto l’ambiente, inoltre può dare sollievo fare bagni o docce con acqua tiepida per abbassare la temperatura corporea. Infine, va ricordato che se si è in difficoltà, non bisogna esitare a chiedere aiuto a conoscenti e vicini di casa, tenere sempre una lista di numeri di telefono di persone da contattare in caso di necessità ed evidenziare i numeri utili da chiamare nelle emergenze (ambulatorio medico, guardia medica, 112 o 118).

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SALUTE

Psicologia

DOPO I 60 LO SPECCHIO NON CONTA PIÙ CHIARA VOLPICELLI, Psicologa

Negli ultimi 4/5 anni della mia attività consulenziale, ho notato la crescita del numero di incontri con persone di età compresa tra i 60 e i 70 anni. Un dato, questo, che anche solo 10 anni fa non avrei mai immaginato. Quello che arriva alla mia porta, può essere una micro finestra esperienziale, da cui guardare alcuni aspetti: ricerca di serenità dopo matrimoni burrascosi, accettazione di separazioni o lutti, volontà di riprendere in mano la propria vita dopo aver 38 | VERDETÁ n° 70

vissuto per l’altro. Queste tematiche sottendono una conditio sine qua non: l’accettazione di sé e della vecchiaia, come nuova esperienza dell’esistenza. Nello specifico della mentalità femminile, ciò che più difficilmente si accettano sono i “segni del tempo”. Il giudizio della società ha radici profonde che passano dalla relazione corporea genitore-figlio, fino all’introiezione dello sguardo paterno che determinerà la tipologia di maschio ricercato da adulte. Il vissuto


e il significato attribuito a queste esperienze, costituiranno la base per una sana o patologica accettazione della trasformazione fisica nel tempo. L’immagine corporea e la sua evoluzione durante la vita della donna. La bellezza passa attraverso l’immagine corporea che ognuno ha costruito di sé. A partire dai 3 anni il bambino inizia a riconoscere la propria immagine riflessa allo specchio e circa a 5 riesce a fare dei paragoni tra sé e il corpo delle altre persone. Avvicinandosi all’adolescenza, il corpo incontra numerosi cambiamenti, motivo di possibili difficoltà nel riconoscersi. Subentrano prepotentemente i fattori sociali, il confronto con i pari e con ideali fittizi ed irraggiungibili di bellezza che interagendo con fattori interni possono portare a disagi, anche patologici. Si è più sensibili al giudizio altrui e al condizionamento dei mass media. Il conflitto continuo tra il proprio corpo e quello ideale formerà un’idea di sé più o meno coerente che potrà portare sofferenza. L’immagine corporea dell’adultità e poi anzianità si orienta, in generale, ad una maggiore accettazione del proprio corpo, poiché trascende l’accettabilità sociale, soprattutto del sesso opposto. Come se la donna dicesse a sè stessa… “ho dato importanza al giudizio del mondo fino a ieri, da oggi mi interesso solo del mio”. Resta comunque sempre alto il significato costruito nel tempo dell’immagine corporea di sé, perché per quanto ci si possa accettare maggiormente, siamo il prodotto di ciò che abbiamo fatto nel tempo.

personale. Il tutto diventa la base per sviluppare con apertura le relazioni con gli altri e trarre soddisfazione dalla propria esistenza. La differenza di percezione sociale della vecchiaia tra uomini e donne. È necessario educare la società ad una più corretta percezione della vecchiaia femminile. Come racconta la filosofa Francesca Rigotti nel suo libro De Senectute, oggi “l’uomo cresce in saggezza e persino in attrattiva, se si mantiene decorosamente, e diventa, se ce la fa, un «bel vecchio». La donna no, la «bella vecchia» non esiste, né l’età accresce la sapienza di lei, se questa consiste principalmente nella cura e nell’assistenza non di sé ma di altri. La posizione della donna vecchia, si modella sulla poco nobile dicotomia, che per secoli ha afflitto l’universo femminile, per cui la donna o è vergine o è puttana. In vecchiaia la vergine diventa una nonna rispettabile e senza sesso, mentre la prostituta (poiché la vecchiaia è considerata priva di sessualità esprimibile) si trasforma in vecchia zitella o strega. Si pensi a due figure provenienti dal mondo di Biancaneve, dove sono presenti due vecchie emblematiche: la fata Smemorina, grassoccia, coi capelli bianchi e l’aspetto benevolo, per quanto afflitta probabilmente da Alzheimer; la strega Grimilde, rugosa, malvagia e gelosa della bellezza della figlioccia.

Un’immagine corporea negativa comporterà insicurezza nelle relazioni con gli altri, senso di inadeguatezza con seguente bassa autostima, evitamento al confronto con il proprio corpo. Emozioni come tristezza o rabbia sono sottese a qualsiasi comportamento, aumentano infatti i toni depressivi e l’abbattimento in generale della persona anziana nella propria vita e nelle relazioni.

Possibile nuovo modello di “vecchia”. Bisogna creare nuovi simboli e modelli che raccontino la verità della vecchiaia al femminile, in cui la forza interiore brilla e si evidenzia dando armonia a quella esteriore. Il percepito allora sarà di una donna che ha vissuto una vita piena, con occhi accoglienti, profondi e misteriosi che guardano “oltre”, con rughe che addolciscono i tratti del corpo di chi ha combattuto e inferto colpi incassandone molti. La piccolezza di un corpo che è stato grande, ma che nella vecchiaia esprime grinta e integrità, percezione di quella unitarietà dell’anima che solo chi ha saputo accettare ed amare le diverse parti di sé può trasmettere.

Un’immagine corporea positiva porterà con sé accettazione ed integrazione dell’identità, alta autostima e senso di efficacia, sicurezza

Forse è proprio così che vorrei essere percepita da vecchia: fiera, bella e solida, in grado di insegnare dalle mie esperienze. VERDETÁ n° 70 | 39


SALUTE

Dietologia

LA “BUONA” SPESA SENZA SPESA LUCA LOTITO, Biologo Nutrizionista

Il momento della spesa è sempre un momento critico da diversi punti di vista: cosa comprare? Dove andare? Quando farla? In realtà la spesa è, senza esagerare, la manifestazione della cultura di un individuo in quanto riflette la consapevolezza e la responsabilità del consumatore nei confronti della sua salute e di quella degli altri. E’ necessario, dunque, per effettuare una spesa consapevole dal punto di vista economico oltre che salutistico, attrezzarsi con piccoli accorgimenti. Una spesa consapevole parte da una lista 40 | VERDETÁ n° 70

consapevole: oggi esistono anche numerose applicazioni gratuite per smartphone che consentono in modo semplice di stilare una lista di cibi da comprare e anche di condividerla fra familiari e/o amici. Una volta stilata la nostra lista è necessario scegliere il momento opportuno per recarsi ad acquistare i nostri alimenti: è necessario fare la spesa sempre dopo un pasto o uno spuntino in modo da non arrivare affamati al supermercato e incorrere nella “tentazione” di acquistare qualunque leccornia fuori dalla nostra lista.


Oggi purtroppo sono cambiate anche le dimensioni dei carrelli dei nostri supermercati: sono sempre più grandi e capienti proprio per consentirci di metterci tanta più roba e tanti più cibi che molto spesso finiscono per non essere consumati poiché scadono o perché semplicemente dimenticati in angoli remoti dei nostri frigoriferi, incrementando in tal modo gli sprechi alimentari e facendoci spendere più di quanto sia realmente necessario. La soluzione? Scegliere un carrello più piccolo o uno dei cestelli da portare a mano in modo tale da gestire gli acquisti anche in base al peso che riusciamo a sostenere con le nostre braccia. Ma fra tanti prodotti apparentemente identici quale scegliere? Un nemico insidioso della spesa è la fretta: quindi non basta avere stilato un’accurata lista della spesa, ma avere la pazienza di selezionare fra gli innumerevoli prodotti apparentemente identici quelli più adatti alle nostre esigenze. La lettura delle etichette è un’ottima alleata per una scelta migliore e bisogna sempre ricordarsi di leggere il costo dei prodotti riferiti al chilogrammo o al pezzo unitario per potere avere un reale confronto qualità-prezzo tra prodotti di diverse marche.

Inoltre, non dobbiamo dimenticare le promozioni: siamo sommersi da volantini pubblicitari che con il loro enorme spreco di carta dovrebbero guidarci a una spesa più economica e darci la possibilità di valutare, anche prima di giungere al supermercato, i prodotti migliori per il nostro portafoglio e la nostra salute. Arrivati con il nostro carrello alla cassa attenzione a non incorrere nella tentazione dei dolciumi o prodotti altamente calorici messi appositamente nei pressi delle casse per attirare l'attenzione dell’”ignaro” consumatore che è costretto ad una attesa più o meno lunga in fila alla cassa. Per ingannare l’attesa cerchiamo di suddividere i prodotti del nostro carrello in modo tale da facilitare l’imbustamento e fare un ultimo controllo su quanto abbiamo intenzione di portare nella nostra dispensa. Non perdiamoci d’animo: prendiamo carta e penna o forse più velocemente il nostro telefono e iniziamo a stilare la nostra lista della spesa man mano che ci accorgiamo di quello che manca nelle nostre case, in modo da non arrivare impreparati alla prossima visita al nostro supermercato preferito. Buona spesa a tutti!

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SALUTE

Erboristeria

LA VITA SEGRETA DEL CACAO GENNARO SPORTIELLO, Fitopreparatore

L’albero del cacao è conosciuto fin dalla notte dei tempi nel centro e sud America, luoghi da cui trae origine. Secondo una leggenda Azteca una principessa incaricata dal marito di sorvegliare un tesoro venne uccisa dai predoni perché non voleva rivelarne il nascondiglio. Per miracolo dal suo sangue che grondava e si spargeva al suolo nacque una piantina di cacao, dai semi aspri come le ferite d’amore, granitica come la fedeltà, scarlatta come il sangue che scorre nelle vene. Anche il nome scientifico Teobroma, vola alto. In greco antico vuol dire “cibo degli dei”. L’albero del cacao Pochi sanno come è fatto l’albero del cacao. 42 | VERDETÁ n° 70

Supera di rado i 10- 12 metri di altezza. Le foglie sono allungate, ovali e levigate nella pagina superiore. I fiori spuntano tutto l’anno, a mazzetti bianchi o verdi e sbocciano anche sul fusto. Alcuni fiori si trasformano in frutti che una volta maturi diventano di colore bruno. Ogni frutto, grande come una pigna, può pesare anche 500 grammi. Contiene fino a 40 semi ricoperti da una specie di gelatina. I semi, a forma di mandorla, sono la parte impiegata per ricavare il cioccolato. Dai semi al cioccolato I semi arrivarono in Europa dal Nuovo Mondo insieme a tanti altri prodotti. Allora si consumava solo come bevanda, troppo amara per il nostro gusto. Per questo venne ingentilita con l’aggiunta


di zucchero. Dalla Spagna si propagò a macchia di leopardo in tutto il continente, ma a causa del costo elevato rimase per lungo tempo un lusso che solo i ricchi potevano permettersi. Solo più tardi, in pieno ‘800 si riuscì a separare la polvere di cacao dalla parte grassa (burro di cacao). Dopo poco si ideò la tavoletta di cioccolato unendo la polvere e il burro con lo zucchero. Come si lavorano i semi I frutti si raccolgono due volte l’anno. Ogni albero ne produce dai 20 ai 50. Dopo la raccolta i semi si fanno fermentare, seccare e triturare. Devono essere difesi dall’umidità per non rischiare fastidiose muffe. Con la fermentazione i semi cessano di germinare. E’ importante che duri cinque o sei giorni, per evitare che prenda un sapore troppo aspro o al contrario insipido. A questo punto i semi vengono torrefatti e poi triturati, fino a diventare una pasta fluida, detta “massa di cioccolato”. Può essere adoperata così com’è, per preparare il cioccolato, oppure dividerla dal grasso, il burro di cacao. Quest’ultimo unito a latte e zucchero dà origine al cioccolato bianco. Proprietà e componenti Oltre al grasso i semi contengono un olio essenziale, ma soprattutto teobromina e caffeina. La prima ha un effetto vasodilatatore sulle coronarie. Aiuta le arterie coronariche a dilatarsi, agevolando il lavoro del cuore. Interviene anche per evitare gli attacchi di angina. La caffeina provoca un aumento del tono, dell’energia e un generale benessere in tutto l’organismo. Fra le molecole che formano il cacao c’è la “feniletil-amina”. Si tratta di una sostanza che agisce sul sistema nervoso generando euforia e esaltazione che inevitabilmente sfociano in una forma di spossatezza. É una particella creata anche dal nostro cervello, soprattutto quando ci si innamora. L’ebrezza, l’euforia, che si impossessano di noi in quei momenti, la mancanza di appetito, l’insonnia, sono in parte figli di questa sostanza.

un toccasana. Aumenta il tasso di colesterolo nel sangue e in qualche caso provoca una leggera dipendenza. Poco indicato per chi soffre di artrosi, calcoli e mal di testa. L’olio essenziale di cacao Il profumo dell’olio essenziale è gradevole e stimola vigore e vitalità. Adatto a superare momenti di malinconia, avvilimento, sconforto. Riduce l’ansia e ci rende più gentili e generosi. Per tutte queste ragioni è indicato per persone depresse, tristi, amareggiate. Paesi produttori Anche se originario dell’America Latina ha trovato il clima adatto in Africa centrale. Costa d’Avorio, Ghana e Nigeria sono i maggiori produttori del mondo, superando il Brasile e il Messico. Purtroppo l’industria del cacao è causa di deforestazione. Solo in Costa d’Avorio nell’ultimo mezzo secolo sono state distrutte l’80 per cento delle foreste. In molti casi, poi, arriva nel resto del mondo cioccolato prodotto in zone tutelate dove sarebbe proibito coltivare.

Troppa cioccolata Chi esagera nel consumo del cacao si espone a rischi riguardo alla salute. Sembra scontato dire che si tende a ingrassare, per la linea non è certo VERDETÁ n° 70 | 43


DAL TERRITORIO

MARCHE FERMO NONNI PER LE CITTÀ ARRIVA A FERMO, A VILLA BARUCHELLO “Nonni per le città”, il progetto di Cna Pensionati Nazionale, approda a Fermo. Due gli importanti risultati: l’aver ripulito Villa Baruchello dai rifiuti abbandonati, soprattutto nella zona del bosco, e aver trovato il modo di mettere a sistema la voglia dei cittadini di prendersi cura dei beni pubblici con la possibilità offerta dai Patti di Collaborazione. “Sulla scorta dell’esperienza del Comune di Bologna, li abbiamo presentati qualche mese fa in occasione di un convegno pubblico e, dal dialogo in corso, siamo molto fiduciosi che l’Amministrazione di Porto Sant’Elpidio possa concretizzare la nostra proposta entro breve”, spiega il Presidente dei Pensionati della Cna Luigi Silenzi: “Dopo l’adozione del regolamento che formalizza la collaborazione tra Amministrazione e cittadini, sarà possibile per alcuni di loro sottoscrivere i patti di collaborazione con cui portare avanti in concreto azioni di cittadinanza attiva. L’obiettivo è favorire il consolidamento dei legami tra le persone, i luoghi in cui vivono e le comunità di cui fanno parte”. “Alcuni residenti, spontaneamente, si sono già attivati per rendere la Villa più accogliente, ma dall’iniziativa di sabato scorso – dice Silenzi – è emersa in maniera netta l’esigenza del quartiere di ritrovare uno spazio splendido ricco di storia, angoli nascosti, biodiversità come Villa Baruchello. Disponibilità, attenzione ed entusiasmo che potranno essere canalizzati con la sottoscrizione del patto di cittadinanza”. Una vicinanza alla Villa forte quella di Cna, come ricorda il Direttore Alessandro Migliore: “La villa è di tutti, ma servono le attenzioni 44 | VERDETÁ n° 70

sia di chi la occupa per le sue attività con un contratto in convenzione, sia per chi la utilizza per una singola iniziativa o semplicemente ci va a passeggiare. Per questo siamo convinti che la priorità sia aprire Villa Baruchello secondo orari precisi e affidare degli incarichi di manutenzione e controllo. L'amministrazione può fare tanto così come ognuno di noi, comportandosi con civiltà”. “Puliamo Villa Baruchello” ha visto la partecipazione di circa una cinquantina di volontari, grazie all’azione sinergica di Cna Pensionati, Legambiente, Associazione di Quartiere Marina Picena e Centro Sociale Anziani, presente anche il vice sindaco Daniele Stacchietti, che ha evidenziato come si trattasse di una testimonianza di cittadinanza attiva non scontata e per questo ancora più significativa. Soddisfazione per l’operato dei volontari grandi e piccoli anche da parte della responsabile locale di Legambiente Katia Fabiani, che ha ringraziato i “nonni per aver pensato al futuro dei nipoti e della comunità, un gesto molto importante che segna una nuova rotta”.


DAL TERRITORIO

PIEMONTE ASTI TUTTE LE ATTIVITA’: SEMINARI, CONVIVIALITA’ E CULTURA Vivere la terza età attivamente, questo il titolo dei seminari organizzati da Cna Pensionati di Asti con la Asti Clinic sulla Salute degli anziani presso la sede dell'Università di Asti "Rita Levi Montalcini". Gli incontri hanno visto una numerosa partecipazione degli iscritti con molti altri invitati. Stesso successo hanno avuto gli eventi dedicati a "Ipoacusia ed acufeni nella terza età", tenuto dal dottor Salvatore Ragusa, e "Recenti progressi nella terapia cardiovascolare", con il dottor Marco Scaglione, primario di cardiologia. I

Pensionati hanno potuto interloquire con molte domande e risposte di approfondimento. La Cna e Cna Pensionati e la Asti Clinic hanno ricevuto apprezzamenti dalle autorità intervenute. Sul tema convivialità e cultura, la CnaPensionati di Asti ha organizzato una gita a Cremona dove gli associati, dopo i saluti tra le due Presidenze di Cna Pensionati di Cremona e di Asti, con relativi scambi delle eccellenze agroalimentari hanno potuto visitare, il bellissimo e suggestivo centro storico di Cremona. Con la guida, poi, molti i commenti sulla liuteria patrimonio immateriale dell'Unesco. Sono stati molto apprezzati anche la cucina ed i vini cremonesi.

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DAL TERRITORIO

ABRUZZO PESCARA GENERAZIONI A CONFRONTO Cna Pensionati Abruzzo, nella persona del suo Presidente Franco Cambi, in collaborazione con l’Istituto di Istruzione Superiore Alessandro Volta di Pescara ha organizzato e finanziato, per mezzo della raccolta del 5 per mille di Progetto Atena Onlus, un corso rivolto agli iscritti alla Cna Pensionati di Pescara, per incrementare le conoscenze sull'utilizzo del computer e dei suoi applicativi. L’obiettivo era trasmettere ai corsisti la conoscenza di base delle modalità e degli strumenti per l’utilizzo di computer ed apparecchiature informatiche. Gli iscritti sono stati n. 26 e la loro età media era di 70 anni. A fine corso Cna Pensionati ha ricevuto sia da parte dei “docenti” che degli “studenti“ due belle riflessioni che hanno confermato la validità di questo progetto che il Presidente Cambi sta portando avanti in tutta la regione dal 2014. I docenti Antonio Cucco, Edoardo Di Nicola, Leonardo Di Pasquale e Daniele Di Tullio, studenti dello stesso istituto Volta, si sono messi in gioco mettendosi nei panni dell’insegnante ma non di un docente qualsiasi, bensì di una tipologia speciale avente come studenti delle persone di una certa età. Nella loro riflessione i ragazzi hanno rimarcato che nonostante l’età avanzata possa portare una difficoltà maggiore di apprendimento ed a dei tempi di concentrazione molto brevi, il legame instauratosi tra i ragazzi e gli anziani ha fatto sì che tutti i partecipanti raggiungessero degli obiettivi in un tempo relativamente breve. L’accrescimento non è stato unilaterale ma si è verificato in entrambi i fronti. I ragazzi che hanno tenuto le lezioni si sono arricchiti di quell’esperienza di vita e di 46 | VERDETÁ n° 70

conoscenza che gli anziani normalmente possiedono e con consapevolezza trasmettono alle nuove generazioni. Lo scambio intergenerazionale avvenuto durante gli incontri è stato soprattutto un’esperienza umana: persone distanti tra loro per età e cultura hanno saputo lavorare insieme dentro un canale comunicativo naturale in cui ascoltarsi e rispettarsi. I giovani docenti da parte loro hanno fatto capire quanto la vita dei ragazzi di oggi possa essere agevolata dalle nuove tecnologie ma allo stesso tempo complicata dalla velocità dell’espansione tecnologica. Mentre gli allievi non più giovani si augurano che per i ragazzi sia stata un’opportunità per acquisire conoscenze e competenze spendibili domani nel mondo del lavoro. Questo fondamentale scambio di opinioni e di esperienze vissute ha unito due generazioni molto differenti ma contemporaneamente simili con tutte le sfaccettature dei diversi stili di vita e tempo passato alle proprie spalle. La riflessione dei ragazzi si è conclusa a tavola, con una cena per festeggiare i risultati ottenuti, per ridere e scherzare su gli episodi divertenti avvenuti durante il corso che però, se prima portavano risate, adesso portano nostalgia di quell’esperienza e tanta voglia di ritornare a mettersi in gioco ancora una volta”.


LETTERE AL DIRETTORE

Sulle note melodiose di musica triste Guardo i frutti luminosi Di alberelli festosi; da questi il riverbero si sdoppia nelle umide mie pupille. Il vigore del violino delicato Il crescendo si trasfonde Nel brivido desiderato Delle mie sensibili membra. Luciano Pitoni (FE) ----------------------------------------Gentile Luciano, ci fa piacere accogliere la tua richiesta di dare spazio alla tua delicata poesia che pubblichiamo volentieri per condividerla con tutti i nostri lettori. Continua pure ad inviarci altri tuoi scritti, prima o poi lo spazio si trova! Buona scrittura! Filippo

N D A ■ C E M E N T A T O

C O N S U L E N Z A ■ I C

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SOLUZIONE DEI GIOCHI

L E O N I ■ O M E R I ■ C

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Buona estate! Filippo

La serata di violino (Emozione)

A L M A ■ M I T E L L I ■

grazie per averci scritto. Pubblichiamo molto volentieri la foto del ricordo di tuo padre. Fa sempre piacere ricevere testimonianze storiche della nostra associazione.

è da circa 10 anni che ogni tanto scrivo alla rivista e negli anni scorsi nelle ultime pagine delle lettere al direttore ogni tanto vedevo pubblicata anche qualche mia poesia, in italiano o in dialetto. Altro non aggiungo, mi scuso e ringrazio per vedere pubblicata una mia poesia che vi invio.

B L U S E ■ R A R A ■ C S

Gennaro Discolo (NA) ----------------------------------------Caro Gennaro,

P

■ U N I T O ■ P O ■ P E R

sono Gennaro Discolo del 24.11.1934 iscritto alla CNA dal 1963. Ho letto sulla rivista VerdEtà n. 68 che è in cantiere un evento dedicato ai padri fondatori della CNA. Francesco Discolo (mio padre) fondò la sede di Castellammare di Stabia nel 1961 (a sue spese!), Vi invio una foto dell’VIII Congresso della CNA che si tenne a Roma al Teatro Eliseo il 23-24 e 25 giugno del 1968. Sul podio è mio padre. Vi prego di pubblicarla, grazie!

reg.mo nuovo Direttore di VerdEtà,

A B I L I T A ■ L I A L A

C

aro Direttore,

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IL LIBRO DEL MESE

THE GAME AGNESE LOY The game, la rivoluzione digitale secondo Baricco Un saggio, un'antologia della rivoluzione digitale e dei cambiamenti culturali racchiusi nel suo incedere che i personaggi di The Game, il nuovo libro di Alessandro Baricco, ci mostrano pagina dopo pagina. Dalla mappa del nostro nuovo mondo emerge il tentativo di creare una frattura con il passato per mettere la parola fine ai misfatti del Novecento, un secolo segnato da due guerre e dall'inesorabile tramonto dei valori della cultura occidentale. The Game (ed. Einaudi Stile Libero), da considerarsi la prosecuzione dei 'Barbari', vede l'autore impegnato nel delineare gli eventi dai quali ha preso il via la rivoluzione digitale, li metti in fila, li cataloga secondo tre distinte epoche descrivendole con mappe e cartografie. E sceglie il videogame Space Invaders quale metafora della rivolta digitale, da qui il titolo The game, il gioco alla cui ombra sono cresciuti i protagonisti dell'insurezzione cablata, contraddistinta da un'epoca classica durante la quale l'universo digitale ha preso forma con la nascita del Pc, l'uso della rete, la digitalizzazione delle informazioni. Gettate le basi si entra nell'era della colonizzazione del web: è il trionfo dell'interattività, l'avvento di una civiltà diversa, la 2.0, ovvero la porta d'accesso al cambiamento vero e proprio, il game, appunto. Il mondo reale e virtuale diventano una cosa unica, senza barriere, un modo di vivere dominato dall''uomo-tastiera-schermo', liberato da ogni tipo di mediazione e protagonista della moderna controcultura. Baricco è convinto che rivoluzione digitale coincida con quella mentale e sia, al contempo, l'anticamera dell'era tecnologica. Bye bye Novecento, dietro allo 48 | VERDETÁ n° 70

schermo c'è l'uomo nuovo, senza filtri, figlio dell'istinto e con i mano nuovi strumenti da poter usare. Una prospettiva sulla quale lo scrittore apre una riflessione cercando di inquadrarla in un contesto storico coerente e di suggerire una strada 'saggia' da intraprendere. Lo scrittore usa toni critici verso i 'padri fondatori' , tutti uomini, bianchi e di formazione scientifica, un limite da superare con la presenza dell'altra metà del cielo e con contenuti diversi appartenenti ad altri saperi. Il tentativo di dare un ordine al nuovo mondo, l'uso di metafore, l'eccessiva semplificazione per spiegarlo al pubblico ne fanno un libro interessante nonostante l'enfasi della scrittura si riveli a tratti eccessiva.


IL FILM DEL MESE

DOLOR Y GLORIA AGNESE LOY Almodòvar racconta il declino di un regista di successo tra finzione e realtà Triste, profondo e bello. Tre aggettivi per descrivere 'Dolor y Gloria', l'ultimo film di Pedro Almodòvar, due oscar e una lunga carriera costellata di successi. Salvador Mallo, interpretato da un magistrale Antonio Banderas, è un maestro della settima arte avviato sul viale del tramonto professionale. E' il momento dei bilanci e ripercorre la propria vita: gli anni Sessanta, Settanta, Ottanta, gli amori grandi, quelli meno importanti, le relazioni fugaci, il rapporto con la madre, la paura della morte e l'impossibilità di girare nuove pellicole. Sceneggiato e diretto da Almodòvar, il film ci accompagna dentro l'infanzia del protagonista, migrato con la famiglia dal paese d'origine a Paterna per tentare di costruire una nuova e più fortunata esistenza. Nel corso della narrazione, la scena propone agli spettatori le atmosfere della Madrid degli anni '80, teatro del primo amore di Salvador che, al momento della rottura della relazione, sprofonda in un abisso di dolore mai dimenticato, assopito però dalla scoperta del cinema divenuto la sua grande passione. Dolor y gloria, fotografia di José Luis Alcaine, scenografie di Antxón Gómez, costumi di Paola Torres e colonna sonora di Alberto Iglesias, si concentra sulla creazione artistica e l'impossibilità di separarla dalla quotidianità alla quale dà un significato salvifico, un senso di speranza che spinge Salvador a raccontare la propria storia. Il film, per ammissione dello stesso Almodòvar, è il terzo capitolo di una trilogia costruita in 32 anni di lavoro e composta da 'La legge del desiderio' e 'La mala educación'. Tre pellicole e altrettanti personaggi maschili,

tutti registi, impegnati a descrivere il desiderio e la finzione tasselli fondamentali dell'arte cinematografica e della vita. Sono due le love story di Dolor y Gloria, entrambe importanti quanto casuali e risucchiate dalla finzione. Il primo episodio tratta di un amore infantile, scatenato da una preadolescente pulsione erotica ma riconosciuto soltanto in età adulta, mentre il secondo si compie sotto l'ombrello della libertà, quando la Spagna scopre con entusiasmo la democrazia. Quest'ultimo rappresenta l'amore con la 'A' maiuscula, indimenticabile e doloroso al punto da spingere Salvador a scrivere un monologo intitolato 'La dipendenza', che il protagonista fa interpretare all'attore Alberto Crespo di fronte a uno schermo bianco, l'essenza e la meta di tutta una vita.

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ORIZZONTALI 2. Si tiene giocando a carte - 7. Dischiuso o spalancato - 12. Redatto - 18. Macchina cingolata 20. Ama il dottor Zivago - 21. Bianca... come la vetta - 22. Crudeli, spietati - 23. Il risultato finale - 25. Una curva piana - 27. Monna leonardesca - 28. Trattative... processuali - 31. Precedeva “Missa est” - 32. Ha sei facce uguali - 34. La Reggio emiliana (sigla) - 35. Lo Stato con capitale Riga - 36. I confini del Qatar 37. Sigla di Torino - 38. Insulsa 40. I Tedeschi la chiamano Solothurn - 41. Con l’asinello nel presepe - 42. Un verbo del portiere - 44. Lo rovesciò il colpo di Stato di Bonaparte - 47. Documento per l’automobilista - 49. Crescita - 50. Il librettista delle “Nozze di Figaro” - 51. Bruttissima - 52. Oscillanti... per gioco - 53. Il nome scelto dal poeta del “Monte Circello” - 55. Iniz. della Parietti - 57. Segue il sol - 58. Il

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VERTICALI 1. Manca all’inetto - 2. Indumenti femminili - 3. La Schindler che sposò Mahler - 4. Nota dell’Autore - 5. Si chiede all’esperto - 6. I riposi di Annibale a Capua - 7. Zona anche fabbricabile - 8. Gruppo ristretto - 9. Si pagano alla scadenza - 10. Rozze e primitive - 11. I confini dell’Occitania - 12. Trasandate 13. Rientranza della costa - 14. Belve con la criniera - 15. Ricevuta dagli antenati - 16. La città

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ferro del golf - 59. Il filosofo inglese del terminismo - 61. Sfortuna che perseguita - 63. Sostanza legata al metabolismo dei grassi - 66. Sigla di Treviso 68. Hugo architetto e teorico tedesco - 71. Insenature della Galizia - 72. L’amatoria di Ovidio 73. Una salvatrice del Campidoglio - 74. Multimetro - 75. Pietra per soprammobili - 76. Inizio di storia.

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GIOCHI TRATTI DAL MENSILE

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SOLUZIONI DEI GIOCHI A PAG. 47 ??

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di Jacopone - 17. Sgradito al moralista - 19. Messo insieme 24. Traboccante - 25. Isola celebre per il culto di Afrodite - 26. Anagramma di “mostrate” - 28. In prov. di Pisa - 29. Molto fredde - 30. Il numero delle virtù teologali - 32. Unito saldamente... dal muratore - 33. Una grossa chiatta - 36. Si raggiunge salendo - 38. Giuseppe Maria incisore - 39. Ortaggio a coste 41. Macchine idrovore - 42. Come la moneta che impreziosisce la collezione - 43. Il nome di Schiele - 45. Ossa delle braccia 46. Restituire o fruttare - 47. Nasce dal Pian del Re - 48. Sporco d’olio - 50. Nota scrittrice di romanzi “rosa” - 51. Elemento dei lantanidi - 53. Forma il lago di Thun - 54. Gli attori di un film - 56. Preposizione semplice - 60. Il perché francese - 62. Articolo spagnolo - 64. Sigla di Cosenza - 65. Iniz. di Calvino - 67. Vostro in breve - 69. Nessuna Novità - 70. Chiusura di viaggi.


LE SEDI CNA PENSIONATI Sedi Regionali

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VAL D'AOSTA-Aosta PIEMONTE-Torino LIGURIA-Genova LOMBARDIA-Milano FRIULI V.G.-Udine VENETO-Marghera EMILIA R.-Bologna TOSCANA-Firenze MARCHE-Ancona UMBRIA-Perugia LAZIO-Roma ABRUZZO-Pescara MOLISE-Campobasso CAMPANIA-Napoli PUGLIA-Bari BASILICATA-Potenza CALABRIA-Catanzaro SICILIA-Palermo SARDEGNA-Cagliari

Corso Lancieri di Aosta 11/F Via Millio 26 Via San Vincenzo 2 - 1° piano Via Marco D'Aviano, 2 Via Verona 28 int. 1 Via della Pila 3/B-1 Via Rimini 7 Via Luigi Alamanni 23 Via Sandro Totti 4 Via A. Morettini 7 Viale Guglielmo Massaia 31 Via Cetteo Ciglia 8 C.da Colle delle Api - Z.I. Via G. Porzio 4-C. Dir. ISOLA G 8-13° p. Via Nicola Tridente 2/Bis Via Isca del Pioppo 144 - Pal. Pino Via Lucrezia Della Valle 19 - II° piano Via Francesco Crispi 72 Viale Elmas 33

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Via Imera 223/C Via Gramsci 59/A Via Umani 1/A - Baraccola Via Carlo Donat Cattin 129 Viale Indipendenza 42 Via De Robertis 19 Corso Alfieri 412 Via Pironti 1-B Via Nicola Tridente 2/Bis Via S. Gervasio 17 Viale Mellusi 36 Via S. Antonino 3 Via Repubblica 56 VIA Afredo Calzoni 1/3 Via Pola 3 Via Milano 68 Via Orzinuovi, 3 Via Tor Pisana 102 Viale Elmas 33 Via Antonio Gramsci 1/3 Via Alcide De Gasperi 14 C.da Colle delle Api - Z.I. Viale G. Galilei 1/A Via Carlo Santagata 19 Piazza dei Martiri 8 Via Italia 19 Via della Liberazione 106 Viale Innocenzo XI 70 V.le Giacomo Mancini-Pal. SOIMCO Via Lucchini 105 Via Firenze 34 Via Cuneo 52/I Via Emilia Romagna 3 Via Salvo D'Acquisto 123 Via Caldirolo 84 Via Luigi Alamanni 31 Via della Rocca 19 Via Pelacano 29 Via Mària 51 Via San Vincenzo 2 (Torre S.V.) Viale Trieste 31 Via Birmania 96 Via Acquasciati 12

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Corso Garibaldi 221 C. Dir. Strinella 88-via Pescara, sc. A Via Saturnini 6 Via Padre Giuliani 6 Viale P. L. Nervi 258/L Via Brunetti 8 Via Carlo Alberto 37 Via Martin Luther King 15 Via Romana 615/P-Arancio Via Zincone 20 Via L. Guerra 13 Via degli Aragonesi 26/A Via Maddalena 108 Via Marco D'Aviano, 2 Viale Corassori 72 Corso Umberto I° 109 - 2° p. Viale Dante Alighieri 37 Via Napoli 14 Zona Industriale Baccasara Via Canalis 29 Via Croce Rossa 56 Via Rosolino Pilo 20 Via La Spezia 52/a Viale Montegrappa 15 Via A. Morettini 7 Via Degli Abeti 90 Via Cetteo Ciglia, 8 Via Coppalati, 10 (Loc. Le Mose) Via Carducci 39 Via Enrico Fermi 2 Via Nuova di Corva 82 Via Isca del Pioppo 144/A Via Zarini 350/C Via Psaumida 38 Viale Randi 90 Via Nicolò Da Reggio 7 Via Mameli 15/G Piazza Cavour 54 P.le Leopoldo Tosi 4 Viale Guglielmo Massaia 31 Via Togliatti 7 Via Alleati Combattenti d'Europa 9/D Corso Vittorio Emanuele 75 Z.I. Predda Niedda Nord Str. 18 BIS Via Vittorio Veneto 15 Via Paleocapa 22/8 Via Simone Martini 18 Via Carso 33 Via Francesco Franchi 25/B Via Lungonera Savoia 126 Via Millio 26 Via Venere 20 Viale della Repubblica 154 Piazza Venezia 1 Via Verona 28 int. 1 Via Bonini 1 Via della Pila 3/b-1 Via San Bernardino 31/c Via Guicciardini 20 Via P.E. Murmura 56 Via G. Zampieri 19 Via I° Maggio 3 Via I° Maggio 3

86170 67100 67051 19125 04100 73100 23900 57128 55100 62100 46100 75100 98122 20131 41124 80138 28100 08045 08048 09170 35129 90139 43100 27100 06129 61100 65128 29100 56010 51100 33170 85100 59100 97100 48100 89128 42123 02100 47923 00154 00053 45030 84123 07100 07026 17100 53100 96100 64100 05100 10141 91100 31100 34123 33100 21110 30175 28922 13100 89900 36100 01100 01100

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Sedi ESTERE

Sedi ESTERE

Germania Colonia - Burgmauer 18 – 50667 GERMANIA (EE) - Tel 0049.221124761 Germania Mannheim - Augusta Anlage 10 - Tel. 0049.62216530968 Germania Solingen - Talstrasse 3 – 42697 GERMANIA (EE) - Tel. 0049.2123803240 Svizzera San Gallo - Unterer Graben 1 – 9000 SVIZZERA Tel. 0041.712237692 Francia Nizza - Rue Michel Ange 12 – 6100 FRANCIA Tel. 0033.981108543 Belgio Liegi - Chaussee Churchill 81 – 4420 BELGIO - Tel. 0032.42356700 Spagna Alicante - Plaza San Cristobal 2, Planta 1 , Puerta 1 03002 Alicante (Spagna). Tel. 0034.865716972

Australia Sidney Wollongong Coolatai Cescent 1 – 2176 - AUSTRALIA - Tel. 0061.287860888 Australia Melbourne - Grantham ST 57 – 3055 AUSTRALIA - Tel. 0061.393879126 Canada Toronto - 654 Bloor ST. Mississauga - Canada - Tel. 0019.058503611 USA New York - Myrtle Avenue – Glendale 65-54 – 11385 STATI UNITI - Tel. 001.7183865212 Brasile San Paolo - Av. Sao Luiz 50 - 2 Andar CJ 21-A - Brasile - Tel. 0055.1132562455 Argentina Buenos Aires - Calle 45 Uff 5 B 1068 – 1900 ARGENTINA - Tel. 0054.2214588948

VERDETÁ n° 70 | 51


NON ARRENDERTI ALL’ETÀ. GODITELA CON CNA.

DAI VALORE AL TUO FUTURO, AI TUOI INTERESSI, ALLE TUE PASSIONI, 52 | VERDETÁ n° 70 ASSOCIAZIONE. ALLA TUA

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