2018 | PUMS in Emilia Romagna

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I PUMS IN EMILIA ROMAGNA febbraio 2018

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I PUMS IN EMILIA ROMAGNA: IMPATTO E PROSPETTIVE PER IL SISTEMA DELLE PICCOLE IMPRESE

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Edizione aggiornata a febbraio 2018 A cura di: CNA Emilia Romagna

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I PUMS IN EMILIA ROMAGNA: IMPATTO E PROSPETTIVE PER IL SISTEMA DELLE PICCOLE IMPRESE ALCUNE NOTE DI INQUADRAMENTO Il PUMS (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile) è uno strumento di pianificazione strategica che, in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo (10 anni), sviluppa una visione di sistema della mobilità urbana, proponendo il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica attraverso la definizione di azioni orientate a migliorare l’efficacia e l’efficienza del sistema della mobilità e la sua integrazione con l’assetto e gli sviluppi urbanistici e territoriali. Secondo le note di accompagnamento alle Linee Guida UE 2014 per la redazione dei PUMS, “Al contrario di quanto avviene con gli approcci più tradizionali alla pianificazione dei trasporti, il nuovo concetto introdotto dai PUMS pone particolare enfasi sul coinvolgimento dei cittadini e dei portatori di interesse, sul coordinamento delle politiche e degli strumenti di piano tra settori (trasporti, urbanistica, ambiente, attività economiche, servizi sociali, salute, sicurezza, energia, etc.), tra enti, tra livelli diversi al loro interno e sul territorio e tra istituzioni confinanti. I PUMS si basano su una visione di lungo periodo e su un approccio volto alla “sostenibilità” in senso lato per un’area urbana, che prenda in considerazione anche costi e benefici sociali (…) sottolineando l’importanza di una loro seria valutazione.” A sua volta, il Gruppo di Lavoro Nazionale sui PUMS ha sottolineato come “un Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile debba avere come obiettivi principali il miglioramento dell’accessibilità alle aree urbane e periurbane, mediante sistemi di mobilità e trasporti sostenibili, alta qualità anche sotto il profilo ambientale, economico e sociale e miglioramento della fruibilità dello spazio pubblico.” L’Osservatorio Nazionale PUMS (una rete, riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente, cui aderiscono circa 50 comuni o agglomerati di comuni italiani) ha pubblicato un Manifesto dei PUMS di cui si riportano di seguito ampi stralci. Nel Manifesto si dice che: “Il miglioramento del sistema della mobilità urbana è obiettivo imprescindibile sia per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici sia per il contrasto dei fenomeni di inquinamento atmosferico a scala locale. Il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi fissati dall’Unione Europea per la riduzione delle emissioni di gas serra prevista entro il 2050 e il miglioramento della qualità dell’aria nei centri urbani possono essere ottenuti solo con un drastico cambio di rotta nelle abitudini di mobilità delle persone e delle merci e con un adeguato riallineamento della pianificazione agli obiettivi ambientali, promuovendo progetti innovativi di mobilità sostenibile. L’Italia è il Paese europeo, dopo il Lussemburgo, con il più alto tasso di motorizzazione che, insieme a uno smodato ricorso all’auto privata per la stragrande maggioranza degli spostamenti, genera una lunga serie di esternalità negative, economiche, ambientali, sociali e sanitarie. I PUMS IN EMILIA ROMAGNA febbraio 2018

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Le strategie europee sulla mobilità urbana indicano il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) come strumento essenziale per stimolare e governare il cambiamento necessario. L’utilizzo del PUMS è considerato un fattore competitivo nell’accesso ai finanziamenti europei, che rappresentano la principale risorsa oggi a disposizione per gli Enti Locali.” (…) “La declinazione italiana di una rete di città per la promozione della mobilità sostenibile, e in particolare per l’avvio del processo di pianificazione che vede nei PUMS il principale strumento di azione, consentirà un rapporto più diretto con le città, concentrando l’attenzione sui bisogni e sulle aspirazioni delle città italiane, pur mantenendo vivo il confronto con la realtà internazionale.” (…) Secondo l’Osservatorio Nazionale PUMS “Operare nella logica dei PUMS” significa: ✓ Integrare fortemente la pianificazione della mobilità all’interno della pianificazione e della progettazione urbana in un’ottica di sostenibilità ambientale, sociale ed economica; ✓ Adottare un modello organizzativo dello spazio urbano dando priorità alle persone piuttosto che ai veicoli, mettendo la mobilità pedonale e ciclistica al primo posto e la mobilità delle persone prima di quella dei veicoli; ✓ Potenziare l’aspetto partecipativo nell’ambito della pianificazione urbana della mobilità, promuovendo il coinvolgimento dei diversi attori interessati, Enti, Associazioni, Imprese, Ordini professionali, singoli cittadini e altre rappresentanze della popolazione, creando appositi luoghi e occasioni di confronto quali Tavoli Tecnici, Gruppi di lavoro, Forum, ecc.; ✓ Affrontare le continue sfide per il trasporto merci in città, combinando buoni modelli logistici con il trasporto intermodale e l’uso di veicoli a basso impatto; ✓ Diffondere la cultura della mobilità sostenibile, dolce, nuova, in tutte le sue forme, attraverso attività educative, di sensibilizzazione, di informazione, rivolte alla popolazione di tutte le età; ✓ Favorire le forme di trasporto condiviso, dal trasporto pubblico convenzionale al car pooling, al bike sharing e al car sharing, e promuovendo il concetto di “utilizzo” al posto di quello di “proprietà”; ✓ Valorizzare il ruolo della tecnologia in coerenza con l’approccio delle smart cities e promuovendone l’utilizzo e la diffusione in modo appropriato, vale a dire come strumento per raggiungere determinati obiettivi e non come un obiettivo in sé; ✓ Essere pronti ad affrontare le sfide future, quale ad esempio la diffusione dei veicoli “senza conducente”.”

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LA REGIONE EMILIA ROMAGNA E I PUMS Da parte sua la Regione Emilia Romagna nel 2015 ha stanziato €350.000 di incentivi per la Città Metropolitana di Bologna e per i comuni con oltre 50.000 abitanti per l’elaborazione delle “Linee guida PUMS” (DGR 1082/2015). Con la DGR 275/2016 sono state stabilite le indicazioni degli elementi minimi per la redazione delle “linee di indirizzo dei PUMS" che devono essere approvati entro dicembre 2018 (DGR 929/2017). Le linee di indirizzo regionali dei PUMS contengono: PREMESSA - Stato di fatto: Criticità, definizione delle priorità ed integrazione con altri Piani ai diversi livelli territoriali (Piano strutturale, Piano Urbano Traffico, Piano Urbano Mobilità, Piste ciclabili, Piani qualità dell'aria, altri piani di settore ecc....). Esempio di indice dello stato di fatto: 1. Inquadramento territoriale e relazioni dell'ambito di riferimento; 2. Quadro della pianificazione e della programmazione locale e sovralocale; 3. Analisi della domanda di mobilità e dell'offerta di trasporto; 4. Criticità e impatti, punti forza e debolezza.

INDIRIZZI E STRATEGIE PER LA MOBILITÀ URBANA ED IL TRASPORTO PUBBLICO Le parole chiave sono: Accessibilità, Mobilità Metropolitana, Mobilità smart e green economy, Mobilità sostenibile, Interscambio modale, Equità sociale. Esempio di contenuti degli indirizzi e strategie: TRASPORTO PUBBLICO 1. Rinnovare/potenziare il parco autobus e filobus regionale a basso impatto ambientale; 2. Migliorare l'attrattività del TPL anche attraverso l'incremento delle corsie preferenziali e il miglioramento della fluidificazione del traffico e della velocità commerciale; 3. Riqualificare le fermate del TPL anche nei punti di interscambio modale ferro-gomma-bici per consentire il superamento delle barriere architettoniche e migliorarne l'accessibilità;

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4. Facilitare l'intermodalità articolata sulle stazioni ferroviarie ad integrazione e complementarietà delle altre forme di spostamento (TPL, bike sharing, Mi muovo in bici, car sharing, car pooling, parcheggi di interscambio, ciclabilità); 5. Sviluppare l’infomobilità, l'ITS (Intelligent Transport Systems) e le apparecchiature tecnologiche pubbliche e private di informazione e comunicazione all'utenza. PROMOZIONE DELLA MOBILITÀ IN BICICLETTA Potenziare lo spostamento in bici, le piste ciclo-pedonali in ambito urbano, gli appositi servizi di deposito e noleggio bici e promozione dei percorsi sicuri casa scuola/casa lavoro; REGOLAZIONE DEL TRAFFICO 1. Controllare l'accesso e la sosta nelle aree urbane con aumento delle zone 30, aree pedonali e delle ZTL; 2. Rinnovare il parco veicolare privato con applicazione delle limitazione alla circolazione dei veicoli privati nei centri abitati definiti dal PAIR 2020. Promuovere i mezzi a basso impatto ambientale, anche attraverso la facilitazione all'accesso e alla sosta dei veicoli meno inquinanti nelle ZTL, Mi Muovo elettrico, e la promozione dell'eco-driving anche con il supporto dell'ITS; SICUREZZA STRADALE 1. Sicurezza stradale, interventi derivanti dai Piani della Sicurezza Stradale Urbana, o dall'individuazione dei “tronchi neri” o “punti neri”; 2. Logistica delle merci urbane con promozione dei veicoli meno inquinanti.

PUMS e Fondi POR FESR (2014-2020) La Regione con la delibera 2352/2016 ha previsto un contributo regionale fino al 70% per gli enti locali che hanno avviato la redazione dei PUMS per la realizzazione di interventi: nuove piste ciclabili; zone 30; opere di moderazione del traffico; riqualificazione delle fermate; miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza viaria dei centri urbani. L’indicatore presente nel documento di programmazione dei fondi POR FESR (2014-2020) prevede, per tale misura, la realizzazione di almeno 27 km di piste ciclabili.

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LA CNA EMILIA ROMAGNA SUI PUMS Nella prima parte del documento sono state riprese alcune valutazioni e disposizioni in materia di PUMS formulate a livello comunitario, nazionale e regionale. Qui di seguito verranno sintetizzati i punti chiave che emergono da questa breve disamina ed avanzate proposte ed ipotesi di lavoro che CNA potrebbe portare avanti nel prossimo futuro.

PUMS: ALCUNE CONSIDERAZIONI La sintesi che segue cerca di rappresentare lo spirito dell’iniziativa PUMS e, soprattutto, di darne una lettura condivisa, in cui la nostra Associazione possa riconoscersi e trovare spunti di iniziativa politica utili a concorrere alla formazione di Piani della mobilità adeguati alle necessità delle imprese che noi rappresentiamo e delle comunità locali in cui verranno implementati. È, quindi, da questa base che occorre partire per definire la nostra posizione, affrontando con chiarezza le criticità che possono derivare da interpretazioni parziali ed ideologiche, fissando delle discriminanti di principio da supportare con proposte concrete ed efficaci. Proprio con il Progetto Respirando, CNA ha mostrato la sua sensibilità nei confronti delle tematiche relative alla tutela dell’ambiente, attraverso iniziative volte alla riduzione del traffico veicolare dei suoi dirigenti e collaboratori e conseguente riduzione di produzione di CO2. Si tratta di un primo passo in una direzione che CNA intende continuare a seguire con un’attenzione rivolta alla ricerca di soluzioni che permettano di coniugare la sostenibilità economica e sociale con quella ambientale. Schematizzando: 1. Il primo punto da chiarire è che, se il PUMS, come è già stato detto più volte, è uno strumento di pianificazione strategica con un orizzonte temporale medio-lungo, allora da parte nostra è necessario affrontare la questione in un'ottica strategica e non contingente e compiere uno sforzo di elaborazione che cerchi di prefigurare le necessità di sviluppo dei contesti urbani da qui al 2030 (trasformazioni nei sistemi di trasporto, negli stili di vita dei cittadini, nei modelli produttivi e di lavoro e, per conseguenza, nella realtà delle imprese che noi rappresentiamo). 2. Di conseguenza occorre porre l'accento su una corretta ed equilibrata interpretazione del concetto di sostenibilità: gli stralci riportati nella prima parte del documento sembrano abbastanza chiari in merito proponendo insieme sostenibilità ambientale, sociale ed economica, ma ci sono letture che piegano questo principio cardine ponendo l’accento solo sulla sostenibilità ambientale e considerando quelle sociale ed economica come delle subordinate, oppure, in modo riduttivo, vedendo la sostenibilità sociale solo come tutela delle fasce deboli e quella economica solo come possibilità di coprire i costi degli interventi ambientali. Noi dobbiamo difendere la pari dignità dei tre aspetti e la loro stretta I PUMS IN EMILIA ROMAGNA febbraio 2018

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integrazione, vedendo la sostenibilità economica come possibilità, certamente in un quadro di tutela dell’ambiente, di esercitare e sviluppare attività economiche e quella sociale come estesa a tutti i cittadini ivi compresi i lavoratori e gli operatori economici. 3. In particolare su quest’ultimo punto occorre richiamare sempre l’obiettivo del miglioramento dell’accessibilità alle aree urbane e periurbane e della fruibilità dello spazio pubblico, aspetto questo che definisce sia la crucialità per tutti di accedere, nel miglior modo possibile, ai luoghi di lavoro, di studio, di cura e, più in generale, di vita che la necessità di pianificare pensando non solo ai centri storici ma all’insieme del tessuto urbano, centrale e periferico, e all’integrazione armonica delle diverse aree. 4. Questi obiettivi possono essere raggiunti sviluppando sistemi di mobilità e trasporti sostenibili, che non vedano nella sola mobilità ciclopedonale (o mobilità dolce, come in alcuni documenti viene chiamata) il tassello fondamentale della mobilità sostenibile (ipotesi irrealistica e velleitaria) ma individuino in una pluralità di mezzi e modelli organizzativi di mobilità e trasporto tra loro integrati gli strumenti per ottenere risultati concreti. E al centro di questa visione non può che essere posto un robusto rafforzamento e ripensamento del ruolo e della gestione dei sistemi di TPL e il Patto firmato in dicembre anche da CNA va in questa direzione. 5. Un punto fondamentale per la nostra Associazione è che il PUMS deve essere costruito attraverso il coinvolgimento e partecipazione dei cittadini e dei portatori di interessi (a livello locale); cosa che dà, almeno potenzialmente, uno spazio di protagonismo, di proposta e negoziazione alle nostre associazioni a livello locale. Chiaramente si tratta di uno spazio che va rivendicato ed occupato e ciò implica visione, determinazione e capacità. 6. I PUMS elaborati a livello locale devono essere costruiti prevedendo e consentendo l’integrazione e il coordinamento di politiche e strumenti di piano tra settori (trasporti, urbanistica, ambiente, attività economiche, servizi sociali, salute, sicurezza, istruzione, energia, ecc.) e ciò rafforza le nostre possibilità di essere interlocutori indispensabili in fase di predisposizione del Piano, in quanto portatori di una visione più ampia e articolata della realtà e delle sue esigenze che deriva dalla varietà della nostra rappresentanza.

EFFETTI SULLE IMPRESE Per le imprese il PUMS presenta sia “minacce” che “opportunità”. Inoltre, essendo proiettato sul medio periodo (ma esprimendo una tendenza che è ragionevole ritenere di lungo periodo) può cambiare di segno nel passaggio da una lettura basata sul contingente ad una orientata alla prospettiva. Nel breve periodo le minacce appaiono certamente più evidenti delle opportunità: una parte di coloro che operano nel trasporto merci in conto terzi, nei settori delle costruzioni e I PUMS IN EMILIA ROMAGNA febbraio 2018

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dell’impiantistica, nei servizi alla persona e alla comunità, nel commercio, nelle manutenzioni e pronto intervento potrebbero essere toccati negativamente (almeno nei comuni con più di 50.000 abitanti e nell’agglomerato urbano di Bologna) da provvedimenti di regolazione del traffico che, a scapito di una visione articolata dei concetti di sostenibilità e di accessibilità, privilegino la sola variabile ambientale a scapito di quelle inerenti un equilibrato esercizio di attività economiche (che, peraltro, sono essenziali per i cittadini e le stesse istituzioni). Ciò se la costruzione dei singoli PUMS a livello comunale non verrà condotta prevedendo deroghe o percorsi specifici che rendano possibile a queste categorie economiche l’accesso alle zone oggetto delle attività. In generale non vengono invece toccati negativamente altri operatori come quelli del trasporto persone (oggetto, oggi, in ambito PAIR di deroga generalizzata e, comunque, dotati per la maggior parte di mezzi ibridi o, quando diesel, di categoria superiore a quelle soggette a limitazione). Né sembra che ne subiscano conseguenze dirette le imprese industriali operanti, per lo più, in aree periurbane. Certo, eventuali limitazioni troppo stringenti, un TPL inadeguato e una scarsa dotazione infrastrutturale possono creare difficoltà ai lavoratori nell’accesso ai luoghi di lavoro; difficoltà che, oltre che influire sulla qualità della vita dei lavoratori stessi possono avere riflessi negativi sul funzionamento delle imprese. Nel medio-lungo periodo, invece, le prospettive potrebbero essere diverse se le imprese, oltre ad adeguarsi sempre più ad elevati standard ambientali, sviluppassero prodotti o servizi a sostegno di una maggiore attenzione alla salvaguardia ambientale (dell’aria ma non solo). E in questo ambito non è di scarsa rilevanza il ruolo che potrebbe assumere l’Associazione sulle questioni ambientali. Già oggi alcuni mestieri (quelli dell'alimentare, della moda, del legno, per fare alcuni esempi) individuano in materiali, prodotti e processi più sostenibili uno dei principali fattori di competitività; ed è questa una considerazione che sarà fatta propria da altre categorie o comparti produttivi nel prossimo futuro. MOBILITÀ DELLE PERSONE E TRASPORTO PUBBLICO LOCALE È fondamentale ribadire che, per quanto riguarda la mobilità dei cittadini e l’accessibilità degli stessi ai luoghi di lavoro, studio, consumo e cura, la prospettiva non può che considerare un rafforzamento quali-quantitativo del TPL. Non basta sostituire nuovi mezzi ecologici a mezzi obsoleti ed inquinanti se non si incrementa il servizio, lo si rende migliore e più aderente alle esigenze concrete degli utenti. Solo un nuovo modello organizzativo e gestionale di TPL può rendere realmente appetibile il trasporto pubblico rispetto al mezzo privato e consentire una effettiva riduzione dell’uso dell’auto. Cosa che non può essere raggiunta con la sola spinta verso un maggiore utilizzo della mobilità dolce. La questione dell’accessibilità che non può essere risolta in maniera ideologica o furbesca con la ciclo-pedonalizzazione delle aree urbane, richiede un potenziamento significativo del TPL per favorire l’uso del mezzo pubblico e incentivare il disuso dell’auto privata. Le alternative all’auto privata devono essere socialmente sostenibili.

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La dimensione dell’investimento e la modifica di modelli di erogazione/gestione del servizio ad oggi sembrano molto più attenti ai conti delle imprese di gestione che alle priorità politiche connesse alla qualità dei servizi per i cittadini, che invece richiedono un trasporto pubblico sufficientemente capillare, frequente, puntuale, confortevole e, anche, ecologicamente sostenibile. Sempre in riferimento alla mobilità delle persone, occorre considerare come una diversa gestione della mobilità turistica centrata sui mezzi di trasporto collettivi più che sull’auto privata possa determinare risultati positivi riducendo non solo l’impatto ambientale ma anche la congestione del traffico cittadino.

LA MOBILITÀ ECONOMICA Per quanto riguarda la mobilità economica (trasporto/consegna di merci in ambito urbano, esercizio di attività di manutenzione, pronto intervento, costruzioni, impianti, ecc), il principale punto di criticità è rappresentato dalla limitazione degli accessi per determinate categorie di veicoli in determinati periodi dell’anno e determinate fasce orarie. Questo problema è stato affrontato in maniera differenziata dai comuni coinvolti nei provvedimenti, adottando delimitazioni della ZTL e definizione dei percorsi di accesso specifici per ciascun comune. Sono questi i punti su cui si potrebbe andare a determinare nel processo di elaborazione dei PUMS lo spazio di iniziativa, proposta e negoziazione da parte delle CNA territoriali. Non si può ottimizzare la logistica dell’ultimo miglio intervenendo solo sul trasporto secondario, ma si deve pensare e pianificare l’intera rete logistica (il numero di depositi, la loro localizzazione, il modello di rifornimento). Se adeguatamente regolato, il sistema logistico e distributivo può costituire un fattore di successo e di competitività per il sistema città nel suo complesso. I veicoli merci che viaggiano nelle aree urbane sono spesso costretti a frequenti fermate e ripartenze, a numerose soste. Emerge, quindi, la necessità di sviluppare un adeguato sistema di trasporto dei veicoli commerciali leggeri che devono operare in condizioni di efficienza e in maniera efficace e veloce; il sistema su cui intervenire sta nel tragitto del primo e dell’ultimo miglio nelle aree urbane, carico, oggi, di esternalità negative. Una delle vie possibili per alleggerire la situazione dal punto di vista ambientale è quella di favorire la sostituzione dei mezzi commerciali più obsoleti con altri dotati di motorizzazioni meno inquinanti. In tal senso si è mossa la Regione nel prevedere un incentivo per la sostituzione dei veicoli commerciali N1. Purtroppo la richiesta di incentivi è stata inferiore alle aspettative; la ragione va trovata nell’esiguità dell’incentivo erogato che era di 2.500 € (mentre in altri paesi europei si va da 4.000€ a 10.000€). Da questo punto di vista risultano molto più interessanti le agevolazioni derivanti dalle convenzioni stipulate da CNA con case automobilistiche.

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MOBILITÀ E INFRASTRUTTURE I PUMS sono l’occasione per guardare alla viabilità e alle infrastrutture in maniera innovativa e funzionale alle nuove esigenze che le imprese e i cittadini hanno nella vivibilità e accessibilità delle città – non solo ZTL- sia in termini ambientali che sociali ed economici. I PUMS molto probabilmente modificheranno i sensi di marcia con un notevole impatto sulla viabilità non solo della zona ZTL ma anche e soprattutto sugli anelli semiperiferici delle città. Non si può non tenere conto del rischio di congestione delle periferie per privilegiare i centri storici se non ci sono le infrastrutture adeguate per favorire la viabilità della città nel suo complesso. Abbiamo tutti verificato come le vicende dei ponti di Casalmaggiore, Roccabianca/ponte Verdi Piacenza, ecc. hanno isolato i territori, frenato lo sviluppo delle economie che interessano i due versanti del fiume Po, ma anche generato un forte disagio dei cittadini che hanno subito e continueranno a farlo, fino a quando non saranno completati i lavori, il traffico veicolare di tutte le tipologie di mezzi con grave danno in termini di tempo, denaro e salute. La Conferenza Stato-Regioni ha stanziato 35 milioni di euro per risanare la situazione della viabilità e sono previsti interventi tra Parma e Piacenza. Non possiamo dimenticare i disagi nella viabilità vissuta da Ravenna città-porto e del suo collegamento con il Veneto e Lombardia. Infrastrutture adeguate ed elevati livelli di servizio del TPL possono favorire, incentivare un cambiamento nelle abitudini di tutti: imprese, lavoratori, cittadini. Analogamente, le imprese sono incentivate all’acquisto di mezzi ecologici solo se convenienti: incentivi, benefici fiscali possono favorire gli investimenti.

PARTECIPARE ALLA PROGETTAZIONE A LIVELLO LOCALE La nostra ferma determinazione deve essere quella di utilizzare la progettazione condivisa richiesta dai PUMS per confermare la nostra disponibilità al confronto con le istituzioni locali per essere importanti protagonisti di questo processo di elaborazione comune. Ponendosi in una logica di negoziazione e confronto con i soggetti istituzionali, si potrebbe ricercare un equilibrio tra le diverse e legittime istanze sviluppando progetti ad hoc per specifiche categorie professionali, dandosi un arco temporale idoneo per modificare i comportamenti delle imprese, favorendo gli investimenti in mezzi ecologici o l'implementazione di modelli organizzativi più sostenibili o adottando buone prassi di tutela ambientale attraverso azioni di formazione, informazione e scambio buone pratiche; ciò potrebbe servire a gestire in modo più graduale la transizione verso modelli di mobilità più attenti alle problematiche ambientali. Non bisogna, infine, dimenticare che, se ogni singolo PUMS elaborato a livello locale deve essere costruito prevedendo e consentendo l’integrazione e il coordinamento di politiche e strumenti di I PUMS IN EMILIA ROMAGNA febbraio 2018

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piano tra settori (trasporti, urbanistica, ambiente, attività economiche, servizi sociali, salute, sicurezza, istruzione, energia, ecc.), ciò non può che essere vero anche a livello regionale ove l'insieme dei PUMS adottati in tutti i centri al di sopra dei 50.000 abitanti e con valenza decennale dovrà rappresentare un riferimento essenziale per nuove pianificazioni, prima tra tutte quella relativa alla qualità dell'aria visto che il PAIR attualmente in vigore scadrà nel 2020.

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