Nuovo Artigiano - il Magazine di CNA Vicenza 01/2013

Nuovo artigiano Impresa Artigiana & P.M.I. - ANNO X N째 n.10 del 19 marzo 2013 - Poste italiane s.p.a. - Sped.abb.post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n째46), art. 1 comma, DCB Po

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I SUOI SOGNI, LA NOSTRA RESPONSABILITÀ CNA E LE IMPRESE ARTIGIANI E PICCOLE IMPRESE

L’ITALIA CHE SOSTIENE L’ITALIA www.cnavicenza.it

EDITORIALI SILVANO SCANDIAN

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CAMBIARE SI PUò!

Guardando la situazione economica e sociale di questo periodo vediamo che non c’è alcuna inversione di tendenza dall’andamento generale del paese rispetto agli anni precedenti - Bisogna agire e muoversi, per esprimere il proprio sdegno e dissenso verso i giochi di una politica attenta solo ai propri interessi di Silvano Scandian

“A

ll’alba di un mondo che speravamo nuovo, in un tempo difficile e duro, molte illusioni sono cadute, molte occasioni sfuggite perché i nostri legislatori hanno guardato al passato e hanno mancato di coerenza e di coraggio. L’Italia procede ancora nel compromesso, nei vecchi sistemi del trasformismo politico, del potere burocratico, delle grandi promesse, dei grandi piani e delle modeste realizzazioni. Riconosciamo francamente una mancanza di idee, una carenza di uomini, una crisi dei partiti”.

Il passo sopra riportato non è una considerazione fatta in questi giorni da qualche opinion leader o da qualche giornalista attento e cosciente della gravità del momento che il

nostro paese sta attraversando dopo i risultati delle elezioni politiche di qualche giorno fa. Il testo virgolettato è tratto dal libro di Adriano Olivetti pubblicato nel lontano 1949 “Democrazia senza partiti”. Purtroppo, però, è tutto vero. Maledettamente vero e attuale!

Guardando la situazione economica e sociale del nostro paese e i dati macroeconomici pubblicati dai vari istituti di statistica in questi giorni constatiamo che non c’è nessuna inversione di tendenza dell’andamento generale del paese rispetto agli anni precedenti. La disoccupazione si sta attestando verso il 12%, i giovani in cerca di lavoro sono quasi il 40%, una impresa ogni minuto chiude. Le aziende, quelle ancora aperte, grandi e piccole, o “micro”, navigano a vista e la politica sembra vivere altrove. La burocrazia e le tasse sulle imprese stanno dando il colpo di grazia al mondo produttivo.

Il credito è sempre più difficile da ottenere, anche da parte di aziende sane.

Quegli imprenditori che cercano, anche in modo eroico, di continuare a tenere aperti i battenti e dare lavoro ormai stanno raschiando il fondo: soltanto l’orgoglio e il senso civico ancora danno loro speranza e loro cercano di infonderla ai propri collaboratori e alle loro famiglie.

Fino a quando?

Ormai il vaso trabocca e il mondo civile sta prendendo coscienza che non bisogna più rimanere inermi di fronte ai continui scandali perpetrati dalla classe politica e dalla finanza in generale. È giunta l’ora di agire, ribaltando questa situazione apocalittica, scendendo in piazza, manifestando la nostra ira e tutto

il nostro sdegno verso una classe dirigente attenta soltanto ai propri interessi e non a quelli generali del paese. AGIRE, MUOVERSI! Mano a mano che passano i giorni, si constata il perpetrare dei soliti giochi politici: governo di grandi intese, no, io no, sì, lui sì e io no … e intanto il paese sprofonda e il lavoro svanisce, viene meno la voglia di intraprendere, la voglia di resistere e di lottare.

Ai giochi nefasti della politica dobbiamo aggiungere, nostro malgrado, i giochi similari da parte di alcune rappresentanze delle imprese che, con superficialità e superbia, giocano ancora alle “POLTRONE”, in barba agli interessi degli associati e del comparto produttivo in generale. Il loro comportamento sembra la brutta copia dei politici e burocrati di turno! Amici, il mondo è cambiato, svegliatevi!

Stride forte l’assenza di dialogo ed il gioco continuo a nascondino da parte di qualche presidente. Anche essi evidentemente vivono altrove e non percepiscono la gravità della situazione. Il fatto nuovo è che comunque tutti, dico tutti, grandi e piccoli, siamo sulla stessa barca. Io sono certo che presto anche per loro verrà la resa dei conti: dovranno rendere conto ai propri associati, al mondo del lavoro e ai cittadini, del loro agire.

Io spero ancora che si possa intraprendere un cammino comune per il bene delle nostre imprese e di tutto il mondo produttivo e sociale in generale. Io credo nell’individuo, nell’uomo. Spero sempre prevalga l’interesse dei molti, l’interesse generale della società nel suo insieme. Credo e spero sempre e comunque in una società migliore, più giusta.

CAMBIARE SI PUÒ, CAMBIARE SI DEVE! silvano scandian presidente provinciale cna

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sommario

nuovo artigiano Il magazine di CNA Vicenza

Distribuzione gratuita Immagine, grafica e impaginazione Amos Montagna Hassel Comunicazione CAPO REDATTORE Luisa Nicoli REDAZIONE Ufficio Stampa CNA Vicenza COORDINAMENTO EDITORIALE Paolo Monaco Marco Troncon HANNO COLLABORATO IN QUESTO NUMERO: Sergio Carrara Giancarlo Corò Antonella Grasso Francesco Meneghini Silvano Scandian Adriano Stella Irene Tecchio Marco Vedovato Leonardo Zamperetti Arduino Zappaterra COPERTINA di Matteo Cibic www.matteocibicstudio.com FOTOGRAFIA Fotografi CNA Vicenza Impresa Artigiana & P.M.I. Periodico della CNA Aut. Tribunale di Prato n°6 del 25/6/04 Dir. Resp.: B. Lisei Red. e Amm.: Media srl, Via Lombarda 72, Comeana Tel. 055 8716801 Stampa: Rindi - copia 0,10

FEBBRAIO 2013 Nuovo artigiano

Periodico di CNA vicenza srl Via G. Zampieri, 19 - 36100 Vicenza Tel. 0444.569900 - Fax 0444.961628 ufficio.stampa@cnavicenza.it www.nuovoartigiano.it www.facebook.com/nuovoartigiano

Informativa ai sensi del decreto legislativo n. 196 del 30/06/2003.

Spettabile Impresa, il D. Lgs. n 196 del 30/06/2003, “CODICE IN MATERIA DI PROTEZIONE DEII DATI PERSONALI” , all’art. 13 impone l’obbligo di informare l’interessato sugli elementi fondamentali del trattamento. Per quanto attiene alla scrivente vi si adempie compiutamente informandoLa che : 1) i dati sono stati raccolti per inviarle del materiale che pubblicizza la nostra associazione e per promuovere l’attività; 2) in relazione alle summenzionate finalità, il trattamento dei dati personali avviene mediante strumenti cartacei ed informatici in modo da garantirLe la sicurezza e la riservatezza dei dati, nonchè la piena ossevanza della Legge; 3) la presente informativa è resa per i dati raccolti dapubblici registri, elenchi; 4) contro la sopra indicate finalità di utilizzo dei dati può esercitare i diritti di cui all’art. 7 della Legge; 5) i diritti che Le competono sono quelli previsti dall’art. 7 della Legge ed in particolare: di conoscere, in ogni momento, quali sono i Suoi dati presso noi e come essi vengono utilizzati; di farli aggiornare, integrare, rettificare o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento; 6) titolare del trattamento è CNA Vicenza srl, corrente in Vicenza, via Zampieri, n. 19, Vicenza, Agosto 2010.

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editorialI

cambiare si può! di Silvano Scandian

editoriali

ricerca e sviluppo solo per i grandi? di Giancarlo Corò

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editorialI

dalla parte delle imprese artigiane di Marco Vedovato

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attualitÀ

l’agenda cna per il governo di Luisa Nicoli

copertina

PERCHé LE IMPRESE DEVONO FARE RETE di Antonella Grasso

Rete di imprese di comunicazione promossa da Cna Vicenza

www.vicenzavisual.it

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speciale

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rubriche

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rubriche

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rubriche

spazio casa: artigiani in fiera

letture

ARTIGIANI E PICCOLE IMPRESE

copertina

FARE RETE: ECCO vicenza visual di Sergio Carrara

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destinazioni

news

storie artigiane

con i funghi nel mondo di Luisa Nicoli

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storie artigiane

corart: la prima esperienza di rete

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terrItori

asiago: nel settore edile la crisi pi첫 forte di Adriano Stella

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editoriali Giancarlo Corò

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ricerca e sviluppo SOLO PER I GRANDI? Investire in innovazione è difficile per le piccole imprese: o la spesa è interamente pubblica oppure se ne possono fare carico solo forti gruppi industriali - Organizzazioni che potrebbero svolgere il ruolo di leader ne esistono, ma la loro governance finora non ha aiutato questo obiettivo

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econdo molti osservatori, la principale ragione che spiega il gap competitivo dell’Italia è la mancanza di grandi imprese che investono in ricerca, sviluppo e innovazione (R&S). È difficile non concordare con questa tesi. Attenzione però, perché ciò non significa attribuire la carenza di innovazione alle piccole imprese, bensì al fatto di non averne a sufficienza di grandi, la cui responsabilità è anche svolgere un ruolo guida nella ricerca industriale. Si tratta di una ferrea logica economica: la produzione

di Giancarlo Corò

di conoscenza richiede elevate economie di scala che possono essere recuperate solo con grandi volumi di vendita. Inoltre, per quanto si cerchi di proteggere le innovazioni create attraverso brevetti, è molto difficile escludere altri soggetti dal loro sfruttamento. Perciò, o la spesa in R&S è interamente pubblica – con tutto ciò che questo comporta in termini di inefficienza e scarsi incentivi allo sviluppo commerciale delle innovazioni – oppure se ne possono fare carico solo grandi gruppi industriali che, per definizione, operano in mercati dove la concorrenza è imperfetta. Per capire quanto questo problema sia importante per la nostra economia basti ricordare che la multinazionale tedesca Siemens spende da sola in R&S una somma di poco inferiore a quella di tutte insieme le imprese italiane, esclusa la Fiat!

L’altra faccia del problema è che se i benefici degli investimenti in R& S non si fermano all’interno dei confini aziendali, ciò significa che i vantaggi coinvolgono anche il tessuto produttivo circostante, a partire dalla rete di piccole imprese collegate alle filiere dei grandi gruppi. Come può dunque l’Italia attivare queste reti dell’innovazione se mancano le grandi imprese leader che se ne possono fare carico? A ben vedere, organiz-

zazioni che potrebbero svolgere il ruolo di leader dell’innovazione esistono anche in Italia, solo che la loro governance non ha finora aiutato questo obiettivo. Pensiamo innanzitutto a Scuole tecniche e Università, il cui dialogo con il mondo delle imprese è diventato una necessità per entrambi. Oppure il sistema dei servizi di pubblica utilità, che sarebbe ideale per guidare lo sviluppo tecnologico sulle nuove energie, la gestione ambientale, il trasporto intelligente, il risparmio idrico.

Le banche potrebbero diventare partner per la creazione di pacchetti finanziari a favore di interventi di efficienza energetica degli edifici. Gli ospedali potrebbero invece sviluppare le loro competenze interne per diventare centri di trasferimento tecnologico alle imprese interessate a migliorare la sicurezza alimentare o la traspirazione e il comfort dei tessuti che indossiamo. Le fiere potrebbero invece mettere a disposizione informazioni e capacità organizzative per presidiare i mercati internazionali.

Le reti dell’innovazione hanno dunque anche in Italia molti nodi potenziali attorno ai quali organizzarsi. Ma per rendere questi nodi concreti attivatori di progetti di innovazione, servono sia cambiamenti nel management di queste organizzazioni, sia una maggiore convinzione da parte delle piccole e medie imprese. Ecco un compito importante per le associazioni di rappresentanza che credono all’innovazione!

Giancarlo Corò Dipartimento di Economia Università Cà Foscari di Venezia

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UNIONE COMUNICAZIONE E TERZIARIO AVANZATO

editoriali Marco Vedovato

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Dalla parte delle imprese artigiane Occorre recuperare produttività: ma come? A livello di sistema vuol dire attaccare i “buchi neri” ovvero burocrazia, legislazione sul lavoro e sull’impresa, funzionamento dei tribunali civili, infrastrutture Per gli imprenditori intanto meglio guardare al “proprio”, migliorando qualità e innovatività

S

e esiste un risvolto positivo del peggioramento delle condizioni economiche che ha colpito il nostro Paese, questo è certamente l’aver riaffermato l’importanza della produttività. Ossia della relazione che esiste tra risultati ottenuti e fattori impiegati. Le “buone notizie”, però, finiscono qui. La produttività delle imprese italiane, comprese quelle venete (tanto per non cercare alibi), è ferma da quasi 15 anni.

Occorre recuperare produttività, dunque.

Ma come? A livello di sistema migliorare la produttività vuol dire attaccare i “buchi neri”: burocrazia, legislazione sul lavoro e sull’impresa, funzionamento dei tribunali civili, infrastrutture. Nel frattempo, visto cha la soluzione a questi problemi non pare particolarmente a portata di mano, gli imprenditori faranno bene a cercare di guardare alla produttività della loro impresa. Migliorando la loro qualità percepita, l’utilità per i clienti, l’innovatività.

Alcune teorie ci insegnano che spesso le imprese non sono particolarmente innovative. Ma che, anzi, nella gran parte dei casi, sono soggetti che trovano grandi difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente.

A minacciare la sopravvivenza delle imprese però è soprattutto l’incapacità di valutare cosa questi cambiamenti implichino e di innovare per tempo. Le variabili esterne, quindi, diventano letali solo quando vengono ignorate troppo a lungo. È illusorio credere però che basti poco per diventare imprese innovative. O che siano sufficienti interventi puntuali. Molte iniziative finalizzate a promuovere l’innovazione

di Marco Vedovato

falliscono perché limitate, circoscritte a un solo strumento o a un breve periodo. Costruire una vera capacità di innovare richiede tempo e un set integrato di strumenti. E, soprattutto, richiede che l’innovazione diventi la priorità per l’impresa.

Da dove iniziare? Ricette generali sono difficili ma, in molti casi, l’urgenza maggiore riguarda la messa in discussione dei modelli attuali. Sfida che può essere supportata da uno strumento come le mappe strategiche.

Sperimentato ormai su molte imprese artigiane ha dimostrato di contribuire a determinare un cambiamento di visione sull’ambiente, sull’impresa e sul suo futuro.

Le imprese possono fare da sole in questo compito, per molti aspetti epocale? È improbabile. È quindi urgente la costruzione di una capacità di intervento esterna, capace di assistere le imprese in un percorso di cambiamento inevitabilmente faticoso.

Questo compito potrebbe essere svolto, meglio di chiunque altro, dalle organizzazioni di rappresentanza delle imprese. Che, per compito istituzionale, hanno il supporto dello sviluppo delle loro associate. Molte associazioni hanno già iniziato a proporre qualche supporto per l’innovazione.

Queste iniziative andrebbero ora strutturate, diffuse e rese sistematiche. Arricchite di altri strumenti e messe al centro dell’azione dell’associazione. Le dimensioni del cambiamento necessario non sono compatibili con

interventi isolati. Occorre una azione sistematica e organizzata che richiede un cambiamento importante delle stesse associazioni. Ma, anche per loro, come per chiunque altro, cambiare non è facile…

Marco Vedovato Ricercatore di Economia Aziendale

Università Ca’ Foscari Venezia

10 attualitÀ

L’agenda di cna per il governo

“La politica non metta in liquidazione le imprese - Rete Imprese Italia non farà sconti”: con questo slogan le associazioni nazionali dell’artigianato e del commercio sono scese in piazza il 28 gennaio Il messaggio è chiaro: servono risposte chiare e immediate su lavoro, fisco, burocrazia, credito di Luisa Nicoli La mobilitazione nazionale di Rete Imprese Italia, sigla che riunisce le associazioni nazionali dell’artigianato e del commercio di cui CNA è convinta promotrice, il 28 gennaio ha lanciato un messaggio chiaro al governo centrale di Roma. Una specie di agenda da affrontare con priorità assoluta per il futuro delle aziende. Lo slogan “La politica non metta in liquidazione le

imprese – Rete Imprese Italia non farà sconti” insieme ai punti fondamentali, fisco, lavoro, credito, burocrazia e infrastrutture, ha messo in luce in maniera evidente le tematiche da affrontare. Del resto i numeri non lasciano dubbi sulla situazione ad oggi. Centomila imprese “scomparse” nel 2012 rispetto al 2011.

Pressione fiscale sulle PMI che salirà al 56,1%. Consumi ancora in calo nel 2013

e reddito pro capite tornato ai livelli di 27 anni fa.

Al nuovo governo quindi le associazioni di categoria, e la CNA in primis, chiedono risposte chiare e immediate.

E soprattutto la responsabilità di mettere in campo scelte e politiche conseguenti.

Da una progressiva riduzione della pressione fiscale complessiva a cari-

attualitÀ

investimento in infrastrutture o comunque in interventi di crescita del territorio – spiega il direttore di CNA Vicenza Paolo Monaco – in Europa il sistema esiste già: è il Golden Rule ovvero una deroga al patto di stabilità in merito ad appalti e cantieri, che consente ai comuni di investire e di liberare risorse, che spesso gli enti locali hanno a disposizione ma a causa dei vincoli non possono spendere sul territorio”.

“In tema di tassazione invece va rivista l’IMU, che è stata snaturata rispetto alla sua proposta iniziale. Doveva finanziare gli enti locali e invece è comunque finita a Roma al governo centrale da dove ritorna in loco solo una minima parte. Ai comuni e alle regioni si è lasciata la possibilità di aumentare le aliquote e spesso gli enti locali sono stati costretti a farlo, portandole quasi sempre al massimo, per recuperare risorse.

La Tares, introdotta quest’anno, funziona con lo stesso sistema e finirà per scaricare sui comuni la responsabilità di

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le proprie imprese socie. E poi bisogna alleggerire i vincoli e allentare le tempistiche dell’entrata in vigore dell’accordo Basilea 3, che sta costringendo le banche a stringere ulteriormente i cordoni delle borse. A livello centrale poi la burocrazia va allentata perché sta diventando un deterrente per investire in Italia. E poi in qualche modo sarebbe importante far sì che gli enti locali possano contare sulle associazioni di categoria, anche quelle di natura volontaristica, come supporto, per svolgere alcune funzioni che oggi non riescono più a sostenere”.

“Ci sarebbe molto da dire anche sulle infrastrutture, ma tutto è sempre collegato alla questione bilanci dello stato e degli enti locali. Di certo sarebbe importante lo sviluppo della rete informatica. Il modello inglese è basato su una governance centrale e funziona.

Qui in Italia invece tutto si è fermato, ma dovrebbe essere proprio il governo ad assumersi l’impegno di informatizzare tutta la penisola e di garantire il wi-fi

Centomila imprese “scomparse” in un solo anno Consumi in calo e pressione fiscale che cresce I numeri non lasciano dubbi sulla situazione oggi

co dei contribuenti, come risultato del contrasto e del recupero di evasione ed elusione, all’avanzamento deciso di una spending review in grado di ridurre inefficienze, improduttività e sprechi della nostra spesa pubblica. Dal credito alle imprese allo snellimento burocratico, dall’impulso al mondo dell’occupazione, all’insegna della flessibilità e della riduzione del costo del lavoro, alle infrastrutture.

Una delle proposte “dell’agenda” di CNA considerate prioritarie interessa gli enti locali. “Si tratta di escludere dai vincoli del patto di stabilità le voci di

aumentare le imposte”.

“Sul lavoro bisogna modificare il sistema degli ammortizzatori sociali per far sì che diventino uno strumento non solo destinato a chi ha perso l’impiego, ma anche di sostegno ai disoccupati per trovare nuove opportunità.

Servono strumenti attivi sul territorio, vedi il Patto per il lavoro, di cui CNA è partner, che in provincia di Vicenza ha portato risultati concreti, in termini di agevolazioni a comuni e imprese che abbiano assunto persone rimaste senza lavoro. Per le imprese sarebbe importante poi cercare di recepire nella normativa il modello flessibilità in entrata e in uscita per far sì che la forza lavoro non sia solo un costo, ma vanno create le condizioni per innescare un meccanismo virtuoso nel campo dell’occupazione”.

Attenzione puntata poi al mondo dell’associazionismo di categoria.

“Rafforzare il sistema consorzi fidi – continua il direttore Paolo Monaco - vanno riconosciuti come uno dei fattori di crescita e di sviluppo anche dalle leggi nazionali. Del resto sono praticamente autogestiti e sostenuti dal-

gratuito in tutte le piazze d’Italia. E velocemente”.

Un’agenda di punti fondamentali destinata al governo centrale che non dimentica però la regione, con un invito ad attivarsi in tema di federalismo.

“Il Veneto è l’ultima regione d’Italia a ricevere trasferimenti di risorse dallo stato centrale – conclude il direttore di CNA Vicenza Paolo Monaco - ed è la sesta però come contribuente dello stesso. I dati sono di CNA, indagine realizzata con il Gruppo Sintesi, e testimoniano come il sistema così non possa funzionare: chi è virtuoso in pratica non riceve nulla e viene penalizzato. In questo caso però dovrebbe essere la regione ad attivarsi, con l’applicazione dell’art.

16 della costituzione che consente, con l’entrata in vigore della riforma del titolo quinto, di gestire direttamente alcune attività senza versare relative tasse a Roma. In pratica un reale federalismo, simile a quello delle regioni a statuto speciale. Vorrebbe dire liberare risorse per il Veneto fino a circa il 40% di quello che attualmente di tassazione viene versato a Roma”.

12 copertina

Perché le imprese devono fare rete?

Serve innanzitutto un cambiamento della cultura imprenditoriale che richiede tempo, impegno e strumenti adeguati - E per le piccole aziende tutto è molto più complesso - Per questo il ruolo dell’associazione è fondamentale nel creare le condizioni di contaminazione e per fornire il supporto necessario - CNA è in prima linea in tal senso - Sono tre i passaggi chiave del “fare rete” di Antonella Grasso La collaborazione tra imprese, formale o informale, nel nostro mondo è sempre esistita, basti pensare ai gruppi di acquisto, alle reti di subfornitura, ai distretti, tanto per citare gli esempi più noti.

Allora cosa è cambiato e perché oggi è così importante parlare di reti?

In passato si collaborava per fare economie di scala, o per rispondere a commesse di grandi dimensioni. L’organizzazione del sistema locale, o distrettuale, in un’economia chiusa, riusciva a garantire, a costi relativamente bassi, le risorse necessarie allo sviluppo e alla crescita delle imprese.

Oggi la competizione si è spostata sulle caratteristiche immateriali della produzione: il design, la progettazione, la finanza. O su funzioni più vicine al mercato finale: pubblicità, comunicazione, rete commerciale, marchi. Il valore sta sempre più nella capacità di vendere idee, simboli, significati, emozioni attraverso un prodotto o servizio.

Sebbene la globalizzazione abbia prodotto, in un certo senso, una massificazione del mercato, è anche vero che per rimarcare le differenze è necessario investire sulle capacità personali dell’uomo, quella che gli esperti chiamano intelligenza fluida. Questo richiede in-

vestimenti non sempre accessibili alla singola impresa, di qui la necessità di collaborare. Per fare rete serve innanzitutto un cambiamento della cultura imprenditoriale. E i cambiamenti richiedono tempo, impegno e strumenti adeguati. Per l’impresa di media o grande dimensione tutto è molto più semplice: ripartire compiti, funzioni e ruoli, prendere decisioni, realizzare investimenti, gestire le relazioni con il mercato, etc. Tutte cose che esistono da tempo, che la grande impresa ha sempre gestito informalmente e che ora, in alcuni casi, formalizza attraverso il contratto di rete.

Nelle relazioni tra piccole, o micro, im-

copertina

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STRUMENTO GIURIDICO CARATTERISTICHE

VANTAGGI

SVANTAGGI

COSTI

ATI

Forma giuridica snella Nessun obbligo contabile o burocratico

Responsabilità solidale capo gruppo e di tutte le imprese nel caso di ATI orizzontale

Spese notarili per costituzione Imposta di registro in misura fissa

Minimo 2 imprese CONSORZIO CON ATTIVITÀ ESTERNA Dotato di Partita IVA e Autonomia patrimoniale

Assenza dei controlli tipici delle società consortili Nessun obbligo di depositare il bilancio. Con almeno 5 imprese gli utili reinvestiti non vengono tassati

No personalità giuridica Spese notarili per costituzione Responsabilità solidale Imposta di registro in misura fissa Entrata e uscita dei soci soggetta a registrazione nel R.I.

SOCIETÀ CONSORTILE SRL

Minimo 2 imprese Dotata di Partita IVA, personalità giuridica e autonomia patrimoniale Capitale sociale minimo: 10.000 euro

Personalità giuridica Lo Statuto può avere regole ad hoc Nessun obbligo di versare il 3% utili annuale come per società cooperative

Adempimenti contabili e amministrativi: capitale sociale e organi sociali. Entrata e uscita dei soci con intervento del notaio e iscrizione nel Registro imprese

Spese notarili per costituzione, imposta di registro, deposito atto costitutivo

CONTRATTO DI RETE

Contratto plurilaterale di scopo tra almeno due imprese. Deve indicare: obiettivi strategici misurabili, programma di rete, durate del contratto e modalità di recesso.

Organo comune e fondo patrimoniale: facoltativi

Elevata flessibilità e adattabilità del contratto alle esigenze delle imprese. Sospensione di imposta su utili destinati al Fondo patrimoniale, o patrimonio destinato, fino al 2013.

Soggettività giuridica opzionale Semplificazione iscrizione e modifiche in CCIAA, firma Digitale (ancora non operativa) Autonomia patrimoniale del Fondo.

Vanno chiarite, dall’Agenzia delle entrate, l’impatto delle ultime modifiche: se c’è soggettività giuridica c’è Partita Iva? La rete diventa soggetto IRES e IRAP, con conseguenti obblighi contabili, fiscali e burocratici? il regime pubblicitario e deposito della situazione patrimoniale presso registro imprese si applica a prescindere dalla soggettività giuridica?

Spese notarili per atto pubblico o scrittura privata autenticata, iscrizione al registro imprese

Minimo 2 imprese Nessuna Partita IVA Mandato con rappresentanza

prese, invece, tutto è molto più compersonali. È importante che le imprese plesso, tutto da costruire e non esistono si parlino e si confrontino per far emersoluzioni standard adatte a tutti. È indigere problemi e condividere possibili spensabile sensibilizzare e creare occasoluzioni. I gruppi nascono o per conosioni di conoscenza e confronto tra le scenza pregressa o per affinità elettive imprese, abituate da sempre a fare tutto e professionali, etc. La collaborazione è da sole. Il capitale relazionale e la fiducia sono risorse ancora scarse ma, come sostengono molti sociologi, più se ne fa uso più si autoalimentano.

Proprio per questo il ruolo dell’associazione è fondamentale nel creare quelle condizioni di contaminazione e conoscenza e per fornire strumenti di supporto adeguati. La CNA è impegnata da tempo al fianco delle imprese. Inoltre, sul tema, sta facendo un investimento nella formazione dei suoi funzionari, per condividere esperienze, modalità operative e strumenti adatti alla consulenza per lo start-up Antonella Grasso Responsabile Reti e Incentivi CNA di rete. Ogni rete è un caso a sé e ha bisogno di tempi, attività e strumenti elaborati su misura. difficile, o impossibile, tra persone che I passaggi chiave sono: non sono in sintonia.

Animazione e ascolto. Informare, sensibilizzare e ascoltare il punto di vista Sviluppo idea di rete. L’obiettivo è semdelle imprese. Il messaggio è che la colpre economico, far crescere il fatturato laborazione serve a gestire la complessidi ciascuna impresa, realizzando idee tà del mercato globalizzato, e che speso obiettivi che singolarmente sarebbe so perseguire un obiettivo comune è il impossibile raggiungere. La rete, nel modo migliore per raggiungere obiettivi

rispetto della propria autonomia imprenditoriale, è lo strumento per creare o innovare il proprio modello di business, valorizzando i punti di forza e rafforzando le debolezze. Acquisire nuovi mercati, ampliare prodotti/servizi offerti, realizzare nuovi prodotti o prodotti finiti, sviluppare la rete commerciale e distributiva, condividere investimenti o funzioni strategiche, sono solo alcune delle possibili finalità di rete.

Strumenti aggregativi e governance. La rete deve darsi delle regole di funzionamento. Esistono reti informali che funzionano ma l’individuazione e la condivisione di regole di comportamento, interne alla rete e tra questa e il mercato, rendono la gestione meno problematica. Gli strumenti possono essere molteplici: società, consorzio, ATI, contratto di rete, di recente introduzione. Ogni strumento va valutato sulla base delle esigenze imprenditoriali, delle attività e degli obiettivi che le imprese vogliono raggiungere. Le reti tra imprese sono organismi dinamici che si muovono in funzione del mercato: in sostanza una rete potrebbe non essere per sempre!

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fare rete: ecco vicenza vis

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CNA ha già attivato percorsi interessanti in questo scenario e ora anche la piccola impresa dedicata alla comunicazione unisce competenze e figure professionali per far fronte alla crisi - Sono undici le aziende coinvolte nell’iniziativa, con uno scenario di sinergia di forte prospettiva di Sergio Carrara Da qualche tempo sono in atto nel Nordest alcune importanti riflessioni sul modello e sulle prospettive economiche dell’area per individuare, nel perdurare della crisi, quali siano i geni, già protagonisti di decenni di crescita, ancora sani e tali da stimolare ed indirizzare un nuovo sviluppo. Basato su sostenibilità, innovazione, creatività: un mix che raccoglie il meglio del saper fare per riposizionarlo su scenari più avanzati e competitivi.

Lo scenario strategico che si va delineando è: fare squadra. Più volte raccontata e sollecitata da Micelli. Ed emersa in diverse realtà del territorio. È importante però che ci sia una vasta unità d’intenti a perseguirla, in modo da dare maggiori opportunità ai nostri saperi sedimentati e alle capacità dei giovani, che non debbano andare a cercare solo

oltre frontiera la possibilità di esprimere il loro talento.

CNA in questo scenario ha già attivato percorsi interessanti quali “Creativity in Action” e “Nuovo Artigiano”, utili primi approcci a prospettive diverse per il saper fare artigiano. Come veniva ricordato in quell’ambito, fra le altre cose bisogna saper raccontare questo territorio, le sue qualità, i suoi prodotti, cosa che finora è avvenuta in modo disomogeneo e comunque non coordinato. Ancora una volta quindi si richiama alla necessità di “fare squadra”, di ragionare assieme sull’oggi e sulla prospettiva. Questo lo scenario più avanzato, indispensabile per disegnare una nuova prospettiva “di sistema”.

Nel contempo abbiamo un vasto tessuto di piccola impresa che ancora non è allineata agli standard minimi necessari

Rete di imprese di comunicazione promossa da Cna Vicenza

www.vicenzavisual.it

ARTIGIANI E PICCOLE IMPRESE

per segnalare la sua presenza sul mercato: molti non sono in rete, molti non comunicano la loro proposta di prodotto o di servizio o lo fanno in modo episodico e disordinato. È un mondo che in larga parte soffre della crisi generale, ma che proprio per questo ha la necessità vitale di segnalare la sua presenza e la sua offerta.

Analogamente anche l’ambito della piccola impresa dedicata alla comunicazione fronteggia problemi di calo nel numero e nell’entità di commesse. Anche questo ambiente, come e più degli altri, fa i conti con il veloce e massiccio evolversi delle tecnologie e delle modalità di comunicare: sono necessarie molte figure con competenze specialistiche per assolvere le necessità di parlare al mercato.

Comunicare per una piccola impresa non è diverso dal comunicare per una grande impresa: modalità e mezzi sono gli stessi, cambia solo l’entità del budget.

Anche alla piccola impresa di comunicazione quindi è richiesta un’alta professionalità, che può essere assolta oggi solo da un sistema, una rete di competenze.

Proprio per far fronte a questa duplice necessità, da una parte la piccola impresa che deve comunicare, dall’altra l’adeguatezza dell’offerta professionale ma anche economica, si è iniziato da qualche tempo un percorso che ha portato oggi alla costituzione di una rete di imprese locali in grado di prospettare que-

copertina

sto servizio in maniera adeguata.

Nell’ambito dell’Unione Comunicazione e Terziario Avanzato di CNA Vicenza sono presenti vari profili artigiano/ professionali: i grafici, i fotografi, gli stampatori in varie declinazioni (tipo, lito, digitale) i web master, gli operatori video... ognuno già oggi ha bisogno dell’apporto dell’altro per offrire un prodotto o un servizio di comunicazione. Lo sforzo è stato quello di allineare in modo più sistematico e funzionale i ragionamenti nei vari ambiti di competenza, per giungere a strutturare delle offerte di pacchetti di prodotti/servizi che consentano un accesso praticabile a tutte le imprese ad una modalità di comunicazione di buona qualità.

Il gruppo ha individuato un nome comune, Vicenza Visual, col quale i singoli soggetti andranno ad accompagnare il loro nome aziendale. Si tratta quindi di una rete, come esperienze già in atto nei settori di edilizia e impiantistica di Cna. Attualmente sono 11 le aziende coinvolte e la prima vetrina di presentazione è fatta da un videoclip e da una cartolina proposti durante un evento fieristico a Vicenza.

Il gruppo ha ormai conformato due kit di accesso alla comunicazione, costruiti da elementi basilari necessari e a prezzo contenuto e predeterminato. Il tutto verrà gestito per conto del gruppo di lavoro da un unico soggetto che si rapporta con l’azienda cliente e che produrrà alla stessa un’unica fattura.

La rete è organizzata in tre unità di azione territoriali, che si rapporteranno prevalentemente con le aziende della loro zona: Alto Vicentino e Valle dell’Agno; Bassanese; area Vicenza. La rete ver-

Foto: DVR Renato Dalla Vecchia

START-UP YOU

rà promossa nell’ambito degli associati CNA vicentini con una brochure di presentazione, e si avvarrà anche di un sito web, con possibilità di chiedere da subito una visita di primo contatto.

Il progetto non vuole essere un semplice corollario delle normali attività delle singole aziende, una esercitazione marginale, ma uno scenario di prospettiva forte, in grado di consolidare sinergie, fronteggiare commesse anche complesse, agire da volano per la crescita di statura comunicativa della piccola impresa.

Questo è nell’intendimento delle varie imprese del sistema Comunicazione e al quale tendono ormai da tempo.

Oltre a questa azione, è importante stabilire un contatto fattivo con l’Unione Artigianato Artistico e con il consorzio Corart, promotori ed attori delle stimolanti esperienze già prima citate (Creativity e NA), perché hanno già sondato ed avviato azioni nei territori dei nuovi prodotti, della contaminazione dei saperi, della valorizzazione del nostro territorio e delle sue culture creative e manifatturiere. Si tratta di un percorso al quale gli operatori della comunicazione non possono rimanere assenti.

Hai svolto la formazione obbligatoria dei lavoratori per la sicurezza sul lavoro (Dlgs. 81/2008)?

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L’ESPERIENZA VIP AVVIATA A PISTOIA di Francesco Meneghini

“L’unione fa la forza”: mai motto è stato più azzeccato per descrivere la nuova e vincente visione che si diffonde nella PMI italiana. Infatti, pur avendo un bagaglio di conoscenze e know how inestimabile, molte realtà imprenditoriali altamente specializzate del nostro territorio faticano ad affacciarsi sui mercati internazionali, trovandosi a dover fronteggiare colossi stranieri; è qui che il “fare rete” diventa un concetto chiave per ampliare la propria offerta e soddisfare le richieste dei grandi mercati. È proprio “rete” la parola che usa più spesso Argeo Bartolomei, imprenditore pistoiese, per raccontare il suo percorso e quello di altre imprese, unite per affrontare (con successo) la crisi.

Cosa significa per una piccola impresa “fare rete”?

“Significa soprattutto condividere le proprie esperienze e capacità. Bisogna perciò mettere da parte il vecchio modo di pensare dell’artigiano, abituato a interfacciarsi da solo con il proprio bacino di clientela, ed essere disposti a lavorare in grande sinergia con i partner. Oggigiorno, a causa della crisi e del conseguente ridimensionamento di molte imprese, il rischio è quello di essere tagliati fuori dai grandi mercati, nei quali è possibile entrare soltanto offrendo proposte complete e competitive. La soluzione è creare reti con altre piccole realtà, per rispondere efficacemente alle richieste dei committenti”.

VIP sta per veicolo di trasporto urbano ed è il progetto dal quale l’azienda Argos Engeneering, con la sezione pistoiese di CNA, ha sviluppato il “fare squadra” nel settore dei trasporti - Bisogna superare gli ostacoli delle piccole dimensioni aziendali per dare un valore aggiunto a ciò che si fa Ci racconti della sua personale esperienza di rete.

“Dal 1994 gestisco con mio fratello la Argos Engineering, che si occupa di progettazione e sviluppo di disegni meccanici, in particolare legati ai trasporti ferrotranviari. Fino al 2000 la maggior parte delle commesse è derivata dalla stretta collaborazione con AnsaldoBreda, ma alcuni problemi legati principalmente ai pagamenti ci hanno spinti a guardare verso nuovi mercati. La svolta è arrivata dopo un viaggio a Belfort in Francia, organizzato dalla sezione pistoiese di CNA, in visita ad una mostra dedicata ai nuovi sistemi di trasporto.

Questa esperienza alla manifestazione ha aperto gli occhi a tutti noi che formavamo la delegazione: unendo le conoscenze nei vari ambiti tecnologici di nostra competenza avremmo potuto presentare un prodotto altamente competitivo sul mercato. Da quella scintilla, scoccata durante il viaggio di ritorno dalla Francia, è nato il progetto VIP: un veicolo di trasporto urbano, realizzato in alluminio e completamente elettrico, ottenendo inoltre 2 milioni

di euro di contributo regionale.

Da allora la collaborazione attiva con altre imprese ci ha permesso di partecipare ad importanti bandi, uno dei quali europeo, cosa che sarebbe stata impensabile per la mia azienda ragionando ancora in un’ottica individuale. Ho partecipato poi ad altre spedizioni all’estero organizzate da CNA, alcune strutturate appositamente per i gruppi di filiera”. È il caso di dire che “la rete fa la forza”?

“Credo che creare reti tra attività sia indispensabile in questo momento di crisi.

Le conoscenze e le capacità non mancano certo alle nostre imprese; quello che occorre è la volontà di metterle a frutto superando l’ostacolo delle piccole dimensioni aziendali, per dare un valore aggiunto a ciò che si fa e si produce”.

speciale

RI-EDILIZIA TEAM:

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CASA CHIAVI IN MANO Il progetto promosso da CNA Vicenza punta sulla ristrutturazione degli edifici e consente di valorizzare un vecchio alloggio trasformandolo in nuovo anche con un capitale limitato e con un occhio attento all’efficienza energetica - Garantisce prezzo definito, tempistica e completa gestione della pratica

Oggi investire nell’edilizia è diventato difficile vista la situazione del mercato delle costruzioni. La prima possibilità di ripresa del settore avverrà nel mercato delle ristrutturazioni. Questo è dovuto a una serie di fattori: non ci sono più spazio e finanziamenti per costruire il nuovo; la ristrutturazione valorizza l’appartamento o la casa già posseduti; inoltre c’è un obbligo di legge sulla certificazione energetica degli edifici ed un costante (e sempre più rilevante) incentivo all’efficienza energetica; infine è più facile l’acquisto di un immobile già datato da ristrutturare per portarlo alle prestazioni di una nuova costruzione.

Per il cliente che vuole fare interventi di risparmio energetico o di valorizzazione dell’immobile o per la coppia che possiede un capitale limitato e ha un appartamento da ristrutturare si presenta

spesso il problema del finanziamento concesso dalle banche, di solito limitato nell’importo e comunque definito da subito una volta per tutte.

Per questo la proposta della rete Riedilizia Team “appartamento chiavi in mano” può essere la soluzione. Il modo per il cliente di far “quadrare il cerchio” davanti alle difficoltà di una ristrutturazione. Ri-edilizia Team garantisce tre aspetti fondamentali: il prezzo definito, che sarà quello alla consegna; la tempistica e la completa gestione della pratica.

Con l’intervento di Ri-edilizia Team il cliente non dovrà occuparsi di nulla durante il percorso di intervento, vengono fornite tutte le prestazioni necessarie perché l’opera sia completa e pronta per l’uso nei tempi concordati. Senza doversi più preoccupare di contattare idraulico, falegname, piastrellista, muratore e

di far coincidere e integrare tempi e lavori, con un occhio attento anche ai costi dei diversi interventi.

Il progetto Ri-edilizia Team ha dimostrato tutte le sue potenzialità alla Fiera di Spazio Casa 2013 che si è svolta in febbraio a Vicenza. Ri-edilizia Team era presente con uno stand in cui ha ricostruito una casa completa (giardino, salotto, cucina, bagno e arredamento completo) per illustrare al visitatore come si può trasformare un vecchio appartamento in uno nuovo comprensivo di arredamento scelto dal cliente. Il tutto a tempi e prezzi certi. E la risposta c’è stata. Parecchi visitatori si sono fermati nello stand e hanno usufruito del consulente presente che li ha aiutati a “creare” l’appartamento ideale sulla base delle loro esigenze e delle loro possibilità.

Nei giorni successivi alla Fiera, il Riedilizia Team ha svolto una ventina di sopralluoghi presso i clienti contattati e con i dati principali (metratura, tipologia di ristrutturazione, località e ubicazione dell’appartamento) ha redatto un preventivo gratuito che in questi giorni è posto all’attenzione del cliente stesso.

Il preventivo prevede l’individuazione di un prezzo definito fino alla consegna.

All’insegna della qualità e della competenza. Il prossimo passaggio di Ri-edilizia Team è quello di acquisire le prime commesse e realizzare i primi interventi secondo la filosofia del progetto.

18 storie artigiane

con i funghi nel mondo La “Greens Food” srl di Schio è leader nell’attività di raccolta, lavorazione, trasformazione e distribuzione di questo alimento da oltre 30 anni - Lavora per le più importanti aziende in Italia - Ha creato la “rete delle imprese per la tutela dei funghi di bosco” per affrontare le problematiche di settore di Luisa Nicoli Come trasformare una passione in un’attività da 18,5 milioni di euro di fatturato l’anno. È così che nasce la “Greens Food” srl di Schio. Azienda leader nell’attività di raccolta, lavorazione, trasformazione e distribuzione di funghi da oltre trent’anni. Che parte davvero da lontano, nel 1983, dalla grande passione del fondatore Michele Reniero, agli inizi rappresentante di generi alimentari, nella ricerca di questi preziosi sapori del bosco e dalla passione per la buona cucina. Dall’hobby di andar per monti a raccogliere funghi insomma a far diventare tutto questo un lavoro.

La prima azienda si chiama “Il Porcino” ed è una piccola attività di famiglia a Schio: Michele Reniero e la moglie Carla Matteazzi imbustano i funghi che

rivendono nella taverna di casa. Del resto sporcarsi le mani con la terra non è mai stato un problema. Michele è l’ultimo di 8 figli di una numerosa famiglia di contadini di campagna. “E sono orgoglioso di esserlo” dice. Nel 1987 però l’azienda viene totalmente distrutta dalle fiamme. “Non abbiamo salvato nemmeno una penna” ricorda la figlia Sara. Ma questo non ferma la famiglia Reniero.

Da sabato, quando l’incendio colpisce “Il Porcino”, a martedì l’attività è nuovamente operativa, grazie ad un deposito di funghi situato in altro luogo.

Si ricomincia quindi. E nasce la “Bosco’s” a Malo, che tratta funghi secchi, con 8 dipendenti. Per arrivare nel marzo del 1990, dopo la vendita dell’azienda precedente, alla “Green srl”, che parte con un capannone a Schio e oggi

ha raddoppiato gli stabilimenti: a Schio per il secco, a S. Vito di Leguzzano per il congelato. I dipendenti sono una ventina ma ci sono centinaia di lavoratori impiegati all’estero.

La Green ha stabilimenti in Bulgaria, Polonia e in Cina, dove lavorano 140 persone. Senza contare l’indotto: migliaia di contadini che raccolgono funghi e li vendono all’azienda di Schio. “Ho iniziato a raccogliere funghi per hobby sull’Altopiano di Asiago e in Austria – racconta Michele Reniero, oggi 63 anni – per lavoro invece i primi 200 kg di funghi sono arrivati dall’ex Jugoslavia. Oggi siamo a 4 milioni e mezzo di kg di funghi l’anno, per il 90% porcini.

Sono stato in Venezuela, in Mongolia, in Argentina a cercarli. E in tantissimi altri posti. Ho girato il mondo per i funghi.

storie artigiane

In Italia non ne arriva un kg che non sia visto e controllato da noi sul posto.

Dalla raccolta alla vendita è tutto gestito dalla nostra azienda”. È così che si arriva ai numeri di oggi: un fatturato di 18,5 milioni di euro nel 2012, una crescita di + 20,5% rispetto al 2011 e un +18% rispetto all’anno precedente. “Siamo sempre sul campo, come se dovessimo ancora arrivare – spiega Sara Reniero, con la sorella Giorgia al lavoro nell’azienda di famiglia – bisogna sapersi adeguare ai cambiamenti, mettersi in discussione e cambiare. Anche questa è innovazione”. “Il segreto è aggredire il mercato – aggiunge papà Michele - non stare ad aspettare e piangersi addosso”. La Greens Food, oggi con più soci, lavora per le più importanti aziende in Italia: Riso Gallo, Star, tortellini Fioravanti. E in 32 anni di lavoro non ha mai chiuso un anno in perdita. Insomma industria, ingrosso, catering e ristorazione, che è – dicono in azienda – l’unico settore ad aver risentito della crisi, il resto invece è in crescita. Il 70% del prodotto viene venduto in Italia. I funghi vengono importati da tutto il mondo: Cina, Est Europa, Russia, Turchia, Sud Africa, Finlandia. “Sono tutti funghi di bosco naturale – spiegano Michele e Sara – quelli che arrivano ai centri di raccolta.

Si tratta di un prodotto che nasce spontaneamente nel bosco. E la selezione migliore arriva proprio dalla Cina”.

La Greens Food, oltre alla qualità e alla professionalità, alla capacità di rinnovarsi negli anni e di rispondere alle esigenze del cliente, vanta tutte le certificazioni italiane ed europee in tema di sicurezza alimentare. Ed è stata tra le prime a vivere l’esperienza del mettersi insieme tra aziende con la “Rete delle imprese per la tutela dei funghi di bosco”.

“L’idea è partita da noi – racconta Sara Reniero – e abbiamo coinvolto le altre aziende dell’Alta Italia. Della rete di imprese si è fatto promotore l’Associazione industriali di Verona, a cui ci siamo appoggiati. Dal 2010 sono 18 le aziende aderenti. Ora con l’Istituto superiore di sanità e il Ministero della Salute abbiamo finanziato uno studio sul problema larve nei funghi. Un progetto per il quale ci siamo autotassati e a cui partecipa la rete, in tutto una cinquantina di aziende. Unendoci cerchiamo di far cambiare la metodologia di control-

lo”.

Sul mettere in rete le imprese, su cui CNA punta da tempo, l’esperienza dell’azienda di Schio è stata comunque positiva. “Costituire e far funzionare una rete di imprese non è facile – continua Sara Reniero – e la nostra comunque non ha scopo commerciale. Per diventare uno strumento utile per affrontare e superare la crisi invece dovrebbero averlo. O quanto meno consentire alle azien-

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de associate un risparmio di costi. Di certo può essere una soluzione e un vantaggio. È uno strumento molto più flessibile di una cooperativa. L’ideale è una filiera produttiva, con una leadership forte se si ha uno scopo commerciale.

Così si possono ottenere agevolazioni e razionalizzazione di costi. A noi la rete di imprese ha consentito di avere sconti dai laboratori per l’analisi dei prodotti o agevolazioni dagli istituti bancari”.

20 storie artigiane

CORART: LA PRIMA ESPERIENZA DI RETE Il Consorzio per la promozione dell’artigianato vicentino voluto da CNA è stato il primo vero progetto che ha messo insieme le imprese per affrontare le sfide della globalizzazione e dei mercati esteri - Nato nel 1990, ora è pronto a rilanciarsi grazie anche alle nuove strade della comunicazione informatica

CNA Vicenza nell’esperienza di “fare rete” e del “mettersi insieme” per affrontare le nuove sfide della globalizzazione è stata decisamente tra le prime ad attivarsi davvero.

Corart infatti, Consorzio per la promozione dell’artigianato vicentino, nasce nel lontano 1990 anticipando la necessità delle piccole imprese di fare rete davanti ai mercati esteri. E dopo le tante iniziative promosse negli anni oggi è pronto a dare nuova forza al progetto, come spiega il presidente di Corart Vicenza Arduino Zappaterra, che racconta la prima vera esperienza di rete di CNA. E guarda al futuro con fiducia.

“Oggi tutti discutono e propongono processi di Internazionalizzazione per sostenere le piccole imprese. Siamo concordi nel dire che questi fanno parte delle buone pratiche per consolidare e far crescere le piccole imprese che, in ogni caso, oggi contano una percentuale importante e crescente sull’export. Già nel 1990 a Vicenza viene costituito CORART, società cooperativa tra imprese di piccole dimensioni del settore orafo ed argentiero con l’obiettivo di sostenere la presenza sui mercati esteri di piccole imprese. Si percepiva già allora come una piccola impresa da sola fosse in difficoltà ad aggredire mercati lontani.

Il collante che riuscì ad aggregarne da

subito ben 29 fu proprio la possibilità di muoversi ‘insieme’ e poter così proporre i propri prodotti a costi sostenibili nei mercati più interessanti o emergenti”.

Qual è stato il primo passo per promuovere Corart? E soprattutto per far conoscere il consorzio anche all’estero?

“Le imprese socie viaggiarono insieme o rappresentandosi tra di loro in tutto il mondo: dal Giappone a Las Vegas, da Dubai a San Pietroburgo, dal Bahrain fino a Shangai. In alcuni viaggi con la presenza di campionari collettivi e l’incarico ad un rappresentante della sua presentazione ai visitatori delle manifestazioni. La presenza di più aziende ha fatto da catalizzatore per molti compratori e ha permesso, a chi era presente nello stand, di poter proporre anche i propri prodotti al cliente degli altri espositori”.

Quindi essere insieme si è rilevata subito la mossa giusta?

“Sì, è stato sperimentato come fare rete e cooperare tra piccoli possa essere veramente l’arma vincente per mantenere autonomia ma essere in grado di presentarsi da grandi sul mercato.

Quella fase è durata per più di dieci anni, fino all’avvento della crisi del settore orafo. Le aziende associate hanno dovuto fare delle scelte: alcune hanno deciso di percorrere strade diverse, altre hanno chiuso”.

E ora Corart come affronta il difficile momento economico?

“Da un po’ di tempo il consorzio si sta interrogando su come ridare forza al

storie artigiane

gruppo per proporsi ai mercati e per dare, con gli strumenti oggi disponibili, nuove opportunità alle imprese. L’aggregazione tra imprese è comunque sempre più impellente e a questo obiettivo è stata mirata tutta l’ultima fase di azione. CORART si è proposto infatti come attore nella promozione di un diverso approccio culturale alla collaborazione tra imprese, sono stati gestiti alcuni percorsi di analisi e di contaminazione tra imprese oltre alla convocazione di momenti di approfondimento e di scambio”.

La rete è un nuovo strumento per le imprese?

“Sì, oggi, oltre alle azioni di accompagnamento a fiere e manifestazioni, si intende giocare un ruolo importante insieme alle imprese proprio sul tema dell’utilizzo delle nuove opportunità offerte dalla rete. Intesa non come aggregazione ma come rete internet. Da Consorzio di soli orafi la struttura ha associato anche imprese del complemento arredo e dell’accessorio moda e si pone come aggregatore di chi opera nella realizzazione di prodotti della manifattura.

La rete quindi diventa un nuovo stru-

Diamo credito alla tua impresa Sviluppo Artigiano è un Consorzio Fidi. La sua attività principale consiste nella prestazione di garanzie, a favore dei propri associati, al fine di agevolare l'accesso al credito. Sviluppo Artigiano si prefigge altresì l'obiettivo di aggregare le imprese per semplificare il dialogo con il sistema bancario e finanziario e migliorare la conoscenza dei prodotti.

Sviluppo Artigiano opera in Veneto e in Lombardia. È iscritto nell'Elenco Speciale degli Intermediari Finanziari, previsto dall'art 107 del T.UB. e, in quanto tale, è soggetto alla vigilanza della Banca d'Italia. Per questa ragione il sistema bancario e finanziario attribuisce particolare vigore alle garanzie rilasciate da un Confidi quale Sviluppo Artigiano.

Le principali linee di credito di Sviluppo Artigiano sono: - credito a breve (fido di c/c, sbf, anticipo fatture, anticipo contratti, etc.)

- credito a medio/lungo termine (mutui per investimenti e progetti di innovazione, consolido passività, ristrutturazione di posizioni debitorie, liquidità) - finanziamenti agevolati - credito per l'avvio di nuove imprese

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Arduino Zappaterra presidente Corart Vicenza mento di dialogo e di collegamento, ma anche di promozione e presentazione dei nuovi processi creativi ed organizzativi delle nostre produzioni”.

Il prossimo passo? “È in fase di allestimento un progetto di piattaforma di e-commerce per tutte quelle imprese capaci di produrre eccellenza nei settori del gioiello, nell’accessorio moda, nel complemento d’arredo e in generale per tutte le aziende che operano nel grande mondo della produ-

zione del ‘Made in Italy’. Queste azioni sono in linea con il progetto più ampio lanciato da CNA sul tema del ‘NUOVO ARTIGIANO’ come portatore di un saper fare importante e capace di dare opportunità di riconoscibilità al nostro territorio. In questo quadro CORART vorrebbe assumere il ruolo di laboratorio dove alcuni progetti di rete sono sostenuti (incubatore) e aiutati nella ricerca delle relazioni necessarie per consolidarsi e crescere”.

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SPAZIO CASA 2013: ARTIGIA

PROGETTO CNA RI-EDILIZIA TEAM | OGGI

speciale

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ARTIGIANI IN FIERA

OGGI SPOSI GALLERIA FOTOGRAFICA

24 speciale II

21 GIUGNO 2013

ASSEMBLEA PROVINCIALE

CNA VICENZA

Messaggio del Presidente Provinciale Silvano Scandian La Presidenza e la Direzione Provinciale di CNA Vicenza hanno recentemente deciso di favorire la massima partecipazione dei Soci al rinnovo delle cariche elettive, previsto nel 2013.

L’obiettivo condiviso, in questa fase particolarmente critica per l’artigianato e l’economia locale, è quello di lavorare insieme ad un programma unitario di rilancio e ammodernamento della nostra Associazione.

Per fare questo, si è deciso di dare a tutti i Soci che volessero offrire il loro gradito ed utile contributo in merito, la possibilità di contribuire alla stesura del programma della nuova CNA Vicenza, con lo scopo di favorire il cambiamento e l’adeguamento a tempi in così rapida evoluzione.

Pertanto, chiunque volesse rendersi disponibile a lavorare a questo progetto, può segnalare il proprio interesse alla Segreteria Provinciale di CNA Vicenza via telefono (0444/569900) o via e-mail (segreteria@ cnavicenza.it).

Tutti coloro che avranno dato la loro disponibilità, verranno quindi convocati tempestivamente per contribuire alla definizione del programma di CNA Vicenza per il quadriennio 2013/2017, alla cui stesura saranno dedicati i prossimi mesi.

Ringraziando tutti per l’attenzione e l’auspicata collaborazione, invio il mio più cordiale saluto.

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LEtture Mestieri d’arte e Made in Italy Giacimento culturali da riscoprire

Titolo:

Punto di riferimento essenziale e imprescindibile di questo volume, prodotto dal Centro di ricerca “Arti e mestieri” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano diretto da Paolo Colombo, è il tentativo di indagare il presupposto teorico della fondante centralità dei mestieri d’arte nel contemporaneo contesto produttivo italiano e di rilevare quanto e in che misura, nel nostro paese, “mestiere d’arte” significhi ancora cultura e know-how. La ricerca mira a far emergere,

dal quadro particolarmente complesso e variegato dell’artigianato d’arte nazionale, le attività che sono tuttora in grado di rispondere a precisi criteri di indiscussa eccellenza estetica e produttiva, e che giocano un ruolo forte nel contesto dell’economia, della professionalità, della “Qualità Italia” nel mondo. Dai 24 capitoli, ognuno dedicato a una eccellenza della produzione italiana, emerge come la forza dell’autentico “made in Italy” passi anche dalle attività dei maestri d’arte,

per loro natura non esportabili dal territorio in cui sono radicate e che costituiscono la premessa di un itinerario di ricerca e sviluppo, dal laboratorio alla “bottega” all’impresa.

Archetipi d’impresa Istruzioni per uno sviluppo “eroico” della piccola impresa

Titolo:

Il libro vuole essere dalla parte della piccola impresa nell’aiutarla a cogliere le configurazioni imprenditoriali più ricorrenti come veri e propri “archetipi”, ipotizzando al tempo stesso i più appropriati percorsi evolutivi a seconda della condizione archetipica di partenza. Cosa caratterizzi l’archetipo del Maestro, dell’Artista, del Conquistatore, del Seduttore etc.; cosa significhi intraprendere un percorso di ritorno, introspettivo, qualificativo, espansivo etc; quali opportunità e criticità derivino dall’intraprenderlo da soli o con altre imprese sono gli argomenti

ai quali il volume di Daniele Calamandrei cerca di dare risposta. In un momento in cui la piccola impresa, al cospetto di un mercato sempre più complesso e difficile, si trova a giocare, col fardello della sua “fragilità”, una sfida “eroica” non solo perché è in ballo la sua stessa sopravvivenza, ma perché porta avanti una missione di interesse collettivo basata sia sulla sua rilevanza economica complessiva, sia soprattutto su valori culturali e personali importantissimi per la qualificazione della vita civile.

Titolo: Makers. Il ritorno dei produttori.

Per una nuova rivoluzione industriale “... stiamo assistendo a un’innovazione che parte dal basso a opera di un enorme numero di individui, compresi appassionati, imprenditori e professionisti. Lo abbiamo già visto all’opera per i bit, dagli originali hobbisti del PC all’esercito dei cittadini del web.

Ora si sono create le condizioni per farlo funzionare di nuovo, su scala ancora maggiore, per gli atomi”. Ad oggi è poco più di un movimento di entusiasti smanettoni, ma promette di diventare la prossima next big thing e di sconvolgere le nostre vite. Quella

dei makers è una filosofia che sovverte le filiere della produzione industriale, e accorcia fino al chilometro zero la distanza fra inventore e imprenditore. Il libro di Chris Anderson parte da lontano – per la precisione da un garage dentro il quale, assieme a suo nonno, Anderson bambino passò un’intera estate a smontare e rimontare un motore – per mettere un piede nel futuro che stiamo già vivendo.

Il direttore di “Wired” ha naso per tutto ciò che è nuovo, e l’ha dimostrato sin dai gior-

ni lontani in cui cominciò a scrivere di internet, e di come il web avrebbe cambiato i nostri rapporti oltre alle nostre economie.

Naturalmente aveva ragione.

rubriche

destinazioni

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i luoghi delle competenze Università e imprese: un dialogo indispensabile Le università possiedono un capitale di competenze e un bacino di risorse cui le imprese possono e devono attingere. Il mondo dell’università non è più un universo lontano dal tessuto industriale, anzi le recenti sinergie hanno portato alla formazione di professionalità che possono essere un contributo strategico e competitivo per le aziende.

- UNIVERSITÀ DI VICENZA IL POLO DI INGEGNERIA

- UNIVERSITÀ DI PADOVA FUCINA DI PROFESSIONISTI NELLA COMUNICAZIONE

Punta di diamante della fondazione Studi universitari di Vicenza è il corso di laurea in Ingegneria Gestionale. Negli anni ha formato laureati con elevata professionalità nell’ingegneria, orientamento all’organizzazione e alla gestione dei processi aziendali; tutti fattori fondamentali per la crescita delle imprese.

Il polo è ormai radicato nel territorio e vanta importanti collaborazioni con il tessuto delle imprese vicentine, e intense relazioni con istituzioni universitarie e di ricerca nazionali e internazionali. www.gest.unipd.it/gestionale

La comunicazione: tema centrale nella cultura del nostro tempo nelle sue più varie forme, da quella pubblica a quella d’impresa, dal web ai media, dalla pubblicità al marketing.

L’ateneo patavino si è mosso tra i primi in ambito universitario nel riconoscere alla comunicazione un ruolo fondamentale. Il corso di laurea in Scienze della Comunicazione forma laureati in grado di orientare le imprese in un mondo in evoluzione e sempre più globalizzato grazie anche alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie. www.lettere.unipd.it/triennali/ltcom

- UNIVERSITÀ CA’ FOSCARI VENEZIA PROMUOVE L’INTERNAZIONALIZZAZIONE

- POLITECNICO DI MILANO LA SCUOLA DEL DESIGN

È stata la prima istituzione in Italia ad occuparsi dell’istruzione superiore nel campo del commercio e dell’economia. L’offerta accademica punta a forgiare laureati con le competenze necessarie per la gestione delle imprese nella trasformazione dell’economia italiana e per la crescita internazionale di una nuova generazione di medie imprese globali. Ca’ Foscari promuove l’internazionalizzazione sul piano scientifico-culturale attraverso network, progetti e accordi di formazione e ricerca.

Milano ha alle spalle una lunga tradizione nella pratica e nella professione del design. Il Politecnico ne è promotore come luogo di formazione all’avanguardia, punto di incontro tra culture diverse che uniscono studi architettonici e artistici. A caratterizzarlo: la capacità nel costruire un dialogo con la grande tradizione imprenditoriale e gestionale delle PMI e la volontà costante di sperimentare linee di sviluppo innovative che rispondano alle necessità del mercato e della società contemporanea.

www.unive.it/dip.management

www.design.polimi.it/

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altopiano di asiago

dal settore edile la crisi più forte

Per anni si è cercato di rassicurare le imprese: le difficoltà non esistono, va tutto bene, i ristoranti sono sempre pieni e anche gli aerei per le località di vacanza - Forse tornare a quello che è stato un tempo, ddidii Marcello Splendore ad un uso più oculato delle risorse, potrebbe farci uscire da questo “pantano” economico Anche sull’Altopiano di Asiago, nonostante non ci sia una vera e propria sede, la CNA è rappresentata per essere comunque di riferimento alle imprese associate dei paesi del comprensorio montano. E anche l’Altopiano, dal 2012, soffre di una crisi che ha colpito tantissime attività e in particolare il settore edile, con una ricaduta pesante su tutto il territorio altopianese.

Le seconde case, che avevano dato lavoro un po’ a tutti per quasi quarant’anni, non si vendono più. Restano come lavori solo alcune sporadiche ristrutturazioni e la normale manutenzione degli edifici. Troppo poco per assorbire tutto l’indotto dell’edilizia.

Non sappiamo quando tutto questo finirà

ADRIANO STELLA CNA MANDAMENTO ASIAGO

e le attività economiche riprenderanno a fiorire. L’unica considerazione realistica e attendibile che possiamo fare è che la zona artigianale è la sola, oggi, ancora in grado di offrire opportunità lavorative nuove e in settori diversi.

Dopo anni in cui non si è fatto altro che rassicurare le persone che la crisi non esiste, che tutto va bene, che i ristoranti sono sempre pieni e pure gli aerei che portano la gente in vacanza, forse tornare a quello che è stato un tempo, ad un uso più oculato delle risorse, ad attività manuali e non potrebbe farci uscire da questo pantano economico.

Forse, anche l’antica strada “cavallara” potrebbe tornare utile di questi tempi… chissà. Per chi non la conoscesse, era la strada percorsa nei tempi passati dai carri trainati dai cavalli - a dire il vero, quasi sempre, il cavallo era uno solo - che collegava le contrade a sud del paese (Coda, Kaberlaba, 4 strade, Morar) con il centro di Asiago.

Serviva, sempre in passato, per trasportare legnami e prodotti alimentari destinati alla vendita o alla lavorazione in località diverse da quelle in cui erano prodotte.

Con il passare del tempo, verso gli anni 50, in località Kaberlaba, vennero costruiti i primi impianti di risalita, dalla slittovia alla seggiovia a due posti ai più recenti skilift che trasformarono la zona in una rinomata lo-

calità turistica. Il nuovo assetto creò diverse opportunità sia per i contadini, che sui loro campi costruirono degli alberghi, sia per i giovani che trovarono lì nuovi spazi lavorativi come camerieri, cuochi, maestri di sci, addetti alle sciovie.

Seguirono gli anni del boom economico e si cominciarono a costruire le seconde case, dando in questo modo impulso, su tutto il territorio, al settore dell’edilizia e del suo naturale indotto.

Fu poi negli anni 880 che, su iniziativa dell’allora sindaco Pinaroli, si definì la realizzazione di una zona artigianale in località Coda a ridosso della strada “cavallara”. Il sindaco era un abile sarto ed aveva a cuore lo sviluppo dell’artigianato che considerava, a ragione, come un’opportunità di lavoro in settori diversi dall’attività turistica. L’iniziativa, però, stentò un po’ a partire sebbene il prezzo di acquisto dei lotti fosse effettivamente piuttosto basso. Era, infatti, sufficiente versare al Comune l’importo relativo al costo del terreno agricolo più le spese per la lottizzazione. Nessun sovrapprezzo in più. Nell’arco di vent’anni la zona artigianale venne completata e si aggiunsero anche altri lotti in due fasi successive. Furono tutti venduti. E, come detto, forse oggi la zona artigianale è la sola ancora in grado di offrire opportunità lavorative nuove e in settori diversi.

o t a n a i g i t r A imprese

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news, eventi, appuntamenti ANTICIPATO L’OBBLIGO DELLA PEC Tempi ristretti per le imprese individuali non ancora dotate di posta elettronica certificata (PEC): entro il 30 giugno 2013 dovranno dotarsi di un indirizzo PEC. La Posta Elettronica Certificata (PEC) è un tipo speciale di e-mail che consente di inviare/ricevere messaggi di testo e allegati con lo stesso valore legale di una raccomandata con avviso di ricevimento.

La PEC fa risparmiare tempo e denaro, perché permette di scambiare documenti con valore legale, evitando sia di recarsi personalmente agli uffici, sia di spedire raccomandate postali. È per questo che la PEC è uno degli strumenti chiave per digitalizzare il lavoro delle amministrazioni pubbliche.

Le imprese individuali attive, e non soggette a procedura concorsuale (fallimento, ecc.), sono tenute a depositare presso l’ufficio del registro delle imprese competente il proprio indirizzo di posta elettronica certificata, entro il 30 giugno 2013, e non più entro il 31 dicembre 2013, come previsto dal d.l. 18/10/2012, n. 179. Link al sito: www.cnavicenza.it/a_ITA_2336_1.html ASSISTENZA FISCALE: FIRMATA INTESA CNA VENETO-AGENZIA DELLE ENTRATE Assistenza fiscale efficiente e in tempo reale. È quanto riceveranno gli artigiani veneti dall’Agenzia delle Entrate regionale, grazie ad un’intesa sottoscritta dal Presidente della CNA del Veneto Alessandro Conte e dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate del Veneto Giovanni Achille Sanzò. Il protocollo sottoscritto permetterà alle imprese associate alla CNA del Veneto di avere un canale privilegiato di contatti con l’Agenzia delle Entrate, utilizzando un apposito canale telematico e la PEC (Posta Elettronica Certificata). “Si tratta di uno strumento innovativo e determinante per i rapporti fra imprese, associazioni ed Agenzia delle Entrate – ha detto Alessandro Conte, Presidente CNA Veneto – e la CNA promuoverà con tutti gli iscritti l’utilizzo del canale telematico per ottenere un servizio più efficace e ridurre gli accessi fisici agli sportelli degli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate. Ci siamo impegnati a realizzare iniziative di formazione, anche a distanza e in occasione di convegni e seminari, anche con il patrocinio dell’Agenzia delle Entrate”.

L’utilizzo dei servizi telematici, strumento principe per ottenere efficacemente ed in tempi rapidi assistenza fiscale, farà risparmiare tempo e garantisce elevati standard di prestazioni. Il rapporto tra l’impresa/contribuente e l’Agenzia delle Entrate tramite CNA diventa più facile, trasparente e accessibile, evita spostamenti delle persone, code agli sportelli, perdite di tempo, consente contatti e rapporti anche al di là dei normali orari e giorni di apertura degli uffici fiscali, mettendo così a disposizione dell’impresa/utente un

servizio su misura per le proprie necessità di tempo e di chiarezza.

I servizi forniti sono: l’assistenza su comunicazioni di irregolarità, avvisi telematici e cartelle (CIVIS); il duplicato di tessera sanitaria e codice fiscale; il rilascio di variazione e cessazione partita IVA; la registrazione di contratti di locazione (SIRIA web, IRIS web, Locazioni web); l’accesso al cassetto fiscale dei propri clienti anche per il reperimento delle informazioni utili agli ulteriori adempimenti fiscali (es. versamenti eseguiti, dichiarazioni presentate, stato dei rimborsi). La Direzione Regionale del Veneto dell’Agenzia e la CNA del Veneto istituiranno, inoltre, un “Osservatorio regionale”, costituito da rappresentanti delle due strutture per monitorare lo stato di avanzamento delle attività intraprese, il flusso delle richieste di assistenza da parte degli iscritti e i contenuti delle risposte e delle soluzioni fornite per garantire l’uniformità dei servizi erogati.

START-UP INNOVATIVA – ISCRIZIONE AL REGISTRO IMPRESE Il decreto denominato “Crescita 2.0” prevede alcune agevolazioni e semplificazioni a favore di particolari tipologie di imprese qualificate come “Start up Innovative”. È definita Start up innovativa l’impresa costituita nella forma della società di capitali anche in forma di Coop che ha sede principale dei propri affari ed interessi in Italia e possiede specifici requisiti, in particolare: non essere quotata in borsa, essere detenuta e controllata almeno al 51% da persone fisiche, non essere costituita da più di 48 mesi, avere valore della produzione a partire dal secondo anno non superiore a 5 milioni di euro, non aver distribuito e non distribuire utili, avere come oggetto sociale lo sviluppo di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. La Start up Innovativa inoltre ha l’obbligo di iscrizione in un’apposita sezione speciale del Registro delle Imprese al fine di usufruire delle agevolazioni previste. Riferimento: Legge 17/12/2012, n. 221 di conversione del DL 18/10/2012, n. 179

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Artigianato imprese

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PAGAMENTO COMPENSI SCF Gli esercizi commerciali ed artigianali (intendendo qualunque tipo di negozio, supermercati, ma anche panetterie, pasticcerie, rosticcerie, gelaterie artigianali) devono provvedere al pagamento del compenso SCF entro il 31 marzo 2013. Come per la SIAE è possibile usufruire della convenzione che CNA ha sottoscritto con il consorzio. Di seguito uno schema riassuntivo delle scadenze: CATEGORIE

Sconto 2012

Da pagare a:

Scadenza:

Esercizi Commerciali/ Artigianali

15%

SCF

31/03/2013

Pubblici Esercizi

15%

SIAE

31/05/2013

Parrucchieri/Estetiste

15%

SIAE

31/05/2013

Strutture Ricettive

15%

SIAE

31/05/2013

Per conoscere ulteriori dettagli sulla “Campagna 2013” consultare anche il sito SCF. Al seguente indirizzo troverete tutte le informazioni sul consorzio, le tariffe, le scadenze: http://www.scfitalia. it/. Con l’occasione si precisa che “Siae” e SCF sono due istituzioni diverse, che gestiscono distinti diritti relativamente a prodotti culturali differenti. Siae gestisce e tutela i diritti relativi alla composizione musicale (musica e/o testo), sia nel caso venga eseguita dal vivo, sia nel caso venga riprodotta su disco. Tali diritti sono da corrispondere all’autore della composizione e all’editore del brano. SCF, invece, gestisce e tutela i diritti relativi alla registrazione discografica (cioè all’incisione su supporto dell’opera musicale).

Tali diritti sono da corrispondere al produttore della registrazione e all’artista che ha prestato la propria interpretazione all’incisione.

La registrazione discografica non va mai confusa con la composizione musicale anche se entrambe sono protette dalla medesima legge sul diritto d’autore. È LEGGE LA DISCIPLINA DELLE PROFESSIONI NON REGOLAMENTATE La disciplina della professioni non regolamentate è legge. Dopo almeno 15 anni di attesa. Provvedimento che interessa più di tre milioni di lavoratori. Quali? I più diversi: fisici, amministratori di condominio, bibliotecari, grafici, traduttori, informatici ma l’elenco è lungo e articolato. Le associazioni professionali potranno autoregolamentarsi e qualificare l’esercizio dell’attività professionale tramite norme tecniche UNI, rilasciare ai propri iscritti specifici attestati, anche a tutela dei consumatori (cittadini, imprese private e pubbliche, amministrazione pubblica). Saranno così valorizzate le competenze di tutti i professionisti associati, garantendo il rispetto delle regole deontologiche. Le attività che ora verranno regolamentate in maniera definitiva potranno essere svolte in forma individuale, societaria o come lavoro indipendente. I lavoratori interessati potranno costituire associazioni professionali per valorizzare le competenze degli associati e garantire il rispetto di regole deontologiche. Potranno fare pubblicità sul web e dovranno fare

riferimento allo statuto, ai componenti dell’associazione e alle eventuali sanzioni previste. E’ inoltre prevista la possibilità per le associazioni professionali di promuovere la costituzione di comitati di indirizzo e sorveglianza sui criteri di valutazione e rilascio dei sistemi di qualificazione e competenza professionale, con oneri posti a carico delle associazioni. In caso di dichiarazioni mendaci scatteranno le nostre sanzioni previste per la pubblicità ingannevole. L’elenco di queste associazioni sarà pubblicato sul sito del ministero dello Sviluppo economico sul proprio sito internet. Dunque, un deciso passo in avanti nella modernizzazione dell’economia della conoscenza e dei mercati professionali. “Un risultato storico – l’ha definito il segretario generale Cna, Enrico Silvestrini – e pienamente rispondente ai principi e ai criteri richiamati dall’Unione europea nella Strategia di Lisbona, prima di tutto quelli della conoscenza e della formazione, ai quali devono uniformarsi tutti i soggetti che operano nel mercato, dando garanzie e certezze al cittadino-consumatore”.

Per il mercato del lavoro si apre uno spiraglio di speranza grazie a un provvedimento atteso sul quale CNA ha insistito molto riuscendo alla fine a vincere molte resistenze. Non dev’essere stato facile far comprendere che la nuova legge non è “contro” gli ordini, ma “per” un sistema duale delle professioni fondato su due pilastri: il primo è quello delle professioni organizzate in ordini e collegi, appena riformato; il secondo è quello delle professioni organizzate in associazioni che vengono ora riconosciute e responsabilizzate nella garanzia della qualità e della responsabilità, dinanzi agli utenti dei nuovi professionisti in settori vitali come l’informatica, la comunicazione, la pubblicità, il turismo, la consulenza tributaria, immobiliare.

Non si tratta di concorrenza sleale ma, al contrario, di un sistema nel complesso più moderno, avanzato e competitivo sul piano europeo e internazionale. Del resto l’evoluzione economica e sociale dei professionisti sollecitava da tempo l’introduzione di un sistema di regole a vantaggio sia delle professioni stesse, sia dei consumatori destinatari di prestazioni fornite sulla base di una formazione certificata.

ARTIGIANATO: LA CARTA INTERNAZIONALE NON CONOSCE CONFINI Non conosce confini la Carta internazionale dell’artigianato artistico. Istituita grazie al contributo determinante di CNA per sostenere, tutelare e valorizzare il settore a livello europeo e internazionale, al documento hanno aderito pochi giorni fa anche la Regione Marche e Unioncamere in occasione dell’appuntamento annuale del Macef, il salone internazionale della casa a Milano.

La carta si è arricchita strada facendo, sottoscritta dalle più importanti realtà professionali operanti nel settore dell’artigianato artistico a livello internazionale. Nel corso dell’International Heritage Show al Carrousel du Louvre di Parigi, novembre 2012, il documento è stato inoltre firmato dalla Corea (Korea Craft and Design Foundation). Il primo gruppo di regioni italiane sostenitrici della carta si è costituito a Firenze nel maggio 2011, con l’ingresso delle regioni Toscana, Liguria, Lazio, Molise; a gennaio 2012, nell’ambito del Macef, il gruppo si è allargato con la firma di Provincia Autonoma di Trento, Calabria, Emilia-Romagna, Puglia, Sardegna, Sicilia; nel giugno 2012 è stata la volta della Regione Veneto.

-- per approfondimenti: www.cnavicenza.it --

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