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La forza della natura e la forza della mente: eventi sismici e terremoti mentali I recenti eventi sismici che hanno interessato diverse parti del mondo, hanno riportato alla ribalta una serie di considerazioni che, spesso, stentiamo a mantenere presenti nelle nostre valutazioni quotidiane di Maria Torlini

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uando si sperimenta la perdita o la distruzione di persone o cose a livello improvviso ci si trova dinanzi a qualcosa di più grande di noi. L’uomo continua a imporre la propria presenza sui territori spesso senza tenere in giusto conto le caratteristiche vitali del sistema in cui si inserisce. Il pianeta segue leggi fisiche di movimenti micro e macroscopici. Questi movimenti possono essere impercettibili o improvvisamente violenti e imprevedibili. In questo

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secondo caso la sensazione è quella di essere uno sparuto formicaio che viene totalmente sconvolto da potenze energetiche incontenibili. Nel mondo naturale il concetto di “stabilità” si concretizza tramite fenomeni che si controbilanciano mantenendo, attraverso una serie di eventi, un certo “equilibrio”. Dunque, stabilità intesa come equilibrio. In natura l’equilibrio è dinamico, nel nostro sistema mentale rischia spesso di trasformarsi in “statico”, cioè “fermo”. Ovviamente questo contrasta fortemente con un ambiente che, volenti o nolenti, ha dinamiche che noi spesso “ignoriamo” anche per comodità immediate. Attraverso l’esperienza l’uomo continua a raffinare le sue conoscenze. In campo antisismico si sono fatti grossi passi avanti ed è possibile convivere con questi fenomeni a patto di integrarne le caratteristiche con scelte progettuali e tecnologiche adeguate. Chi scrive ha sperimentato personalmente un evento sismico durante l’adolescenza e per di più nel giorno in cui ricorreva il quindicesimo compleanno: è stato uno dei regali più importanti. Questo evento ha aperto tutta una serie di riflessioni che, nella mente di un adolescente, sono veramente potenti e possono determinare lo sviluppo di una consapevolezza improvvisa di forza, mista ad impotenza, del singolo individuo. La determinazione ad andare avanti, risollevarsi, ricostruire, parte dalla grande forza di volontà applicata ad un progetto importante di ricostruzione… Già, ricostruzione… ma di cosa? Le strutture materiali sono più facili da ricostruire, ma il senso della vita, la capacità di resilienza, sono fattori prettamente individuali e potenziali che possono essere rinforzati ed espressi solo sulla base di principi fondamentali.

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cultura e natura metodo, costanza e risolutezza. Occorre agire per priorità e la priorità, oltre l’emergenza, è uno stato di salute psicofisica della persona. In questo senso l’insorgenza di comportamenti altruistici e di solidarietà, insieme all’intelligenza e alle competenze organizzative, sono una componente preziosissima e mettono in risalto le caratteristiche evolutive dell’essere umano nella sua espressione migliore: propositiva, generosa, disinteressata, amorevole. Spiace intravedere questi aspetti soltanto di fronte ad emergenze gravi, dovremmo tutti sforzarci di trattenere e spendere queste energie anche nella quotidianità di tutti i giorni ed invece assistiamo ad un impoverimento di queste qualità, con il conseguente smarrimento e ricerca di benessere in forme artificiose di divertimento, assunzione di sostanze stupefacenti, abuso di alcolici a scopo liberatorio ma che di liberatorio non hanno assolutamente nulla e scrivono invece pagine nere nella vita di chi le assume. Il concetto di benessere, è noto a tutti, non è solo la risultanza di una mera stabilità materiale, ma diviene un’imprescindibile priorità ristabilire un equilibrio interiore che non sottragga del tutto all’individuo le proprie energie, affogandolo nel torrente impetuoso della sofferenza.

Messa in sicurezza del campanile dell'Oratorio della Maddona della Porta (1602-1604) a Mirandola (MO)

Tali principi, in prima istanza, non si identificano, giocoforza, nei beni materiali, ma in qualcosa di molto più materialmente inconsistente e per converso molto più potente: la forza interiore dell’essere umano, un valore senza scadenza, seppur con alti e bassi. In questi contesti l’essere umano è davvero esposto a “tutti i venti” e si trova a dover riconsiderare il significato della vita sotto diversi profili perché “tutto è andato perduto”, si “deve ricominciare tutto daccapo”. Le famiglie, come gli individui, come tutta la comunità, si trovano a dover affrontare il senso della paura, cercando di non amplificarla con pensieri che innescano automaticamente reazioni psicofisiche in tal senso. Bisogna cercare di mettere insieme idee ed energie per far fronte alle prime emergenze. Bisogna dare forza e darsi forza a vicenda. Bisogna guardare al futuro con la tenacia di chi sa che se ce la mette tutta può anche subire tentativi di arresto, in un primo momento, ma non potrà essere fermato per sempre e raggiungerà l’obiettivo. Viviamo in un momento storico difficile, in realtà colmo di terremoti di tutti i tipi, familiari, sociali, naturali, tecnologici, politici, economici. Occorre identificarne le sorgenti ed intervenire con

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cultura e natura L’ormone dello stress Il corisolo è un ormone prodoto dalle cellule della fascicolata del surrene in risposta all’ormone ipofisario ACTH. L’ACTH è dunque un precursore del corisolo. Il corisolo viene spesso definito “ormone dello stress” perché la sua produzione aumenta, appunto, in condizioni di stress psico-fisico severo, per esempio dopo esercizi fisici molto intensi o interveni chirurgici o trumi psico-fisici. Con la sua azione quest’ormone tende ad inibire le funzioni corporee non indispensabili nel breve periodo, garantendo il massimo sostegno agli organi vitali. Per questo moivo il corisolo: induce un aumento della gitata cardiaca, aumenta la glicemia, incrementando la gluconeogenesi epaica (conversione di alanina in glucosio), simolando la secrezione di glucagone e riducendo l’aività dei recetori insulinici. Riduce le difese immunitarie diminuendo, di conse-

Modello3D dell’ormone cortisolo. (Wikipedia)

possiamo fare”, per andare oltre, nel migliore dei modi. Ognuno deve essere coinvolto e reso partecipe di questo processo, altrimenti rischiamo di creare forme di impotenza appresa perché si rischia di dedicare particolare attenzione alle memorie del vissuto drammatico e non si aiutano le persone a creare nuove esperienze che diano forza, incentivino una risposta costruttiva e attivino l’energia giusta per la ripresa.

Il Dalai Lama a Mirandola (foto Davide Mantovani)

Condividere i propri timori ci fa sentire più vicini gli uni agli altri, ma attenzione a non venire assorbiti da un senso di impotenza e vittimismo, per rialzarsi bisogna darsi da fare, con ottimismo e intelligenza, i bambini ci guardano e imparano dai nostri atteggiamenti di fronte alle difficoltà, i ragazzi sono molto ricettivi e cercano una guida autorevole che gli dia il là per sperimentarsi, sentirsi utili, e intervenire con entusiasmo anche in presenza di dolore e sofferenza. Non si possono anestetizzare le difficoltà della vita, esse vanno vissute nella dimensione giusta, senza enfatizzarle né sminuirle. La parola d’ordine dovrebbe sempre essere “cosa

guenza, anche le reazioni infiammatorie (inibizione della fosfolipasi A). Diminuisce la sintesi di collagene e della matrice ossea, accelerando l’osteoporosi. Favorisce il catabolismo proteico (simola la conversione delle proteine in glucosio e la glicosintesi). Favorisce la mobilitazione e l’uilizzo degli acidi grassi, ma in alcuni distrei simola la litogenesi. Un aumento del corisolo in circolo si manifesta anche in caso di digiuno prolungato o abitudini alimentari scorrete. Ad esempio, saltare la prima colazione e/o mangiare molto in un unico pasto giornaliero favorisce infai l’ipercorisolismo (cioè l’aumento del corisolo).

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cultura e natura Disturbo Post Traumatico da Stress La maggior parte delle persone che sopravvivono a disastri naturali, guerre, attacchi fisici violenti, incidenti gravi, e altri eventi traumatici sono in grado di ristabilirsi entro poche settimane o mesi. Ma per gli altri, paura, ansia, impotenza, e altre emozioni intense sperimentate durante l'evento persistono, causando una condizione psichiatrica debilitante nota come disturbo posttraumatico da stress (DPTS). Perché alcune persone sono più sensibili di altre? Nuove ricerche in campo genetico e neurobiologico stanno contribuendo a fare chiarezza in quest’ambito per fornire trattamenti più efficaci. I pazienti con DPTS presentano livelli di superiori di noradrenalina, una sostanza chimica coinvolta nella eccitazione e nello stress. Alti livelli di noradrenalina intensificano la risposta neurobiologica delle reazioni emotive dell'amigdala, una regione del cervello coinvolta nella risposta alla paura, producendo una ridotta attività della corteccia prefrontale, che normalmente ci consente di sopprimere i ricordi e pensieri preoccupanti. Non tutti coloro che sperimentano un trauma psicologico e/o fisico in presenza di eventi disastrosi, catastrofi naturali, guerre o incidenti, sviluppa un Disturbo Post Traumatico da Stress. Attualmente nel campo della ricerca sta emergendo che almeno una parte del rischio per il DPTS sia genetica. Queste risultanze emergono da uno studio multigenerazionale condotto su una popolazione armena sopravvissuta a un terremoto devastante nel 1988. L'identità dei geni coinvolti nella suscettibilità ai sintomi del DPTS rimane un mistero, anche se un candidato probabile è un gene chiamato FKBP5. La proteina prodotta da questo gene aiuta gli ormoni dello stress, i quali si legano con i loro recettori alle cellule cerebrali e, pertanto, aiutano a regolare la risposta del cervello allo stress. Uno studio condotto su adulti, che hanno subito abusi durante l'infanzia, ha evidenziato che individui, con specifiche variazioni di questo gene legato allo stress, avevano una suscettibilità maggiore di sviluppare un DPTS rispetto agli adulti che avevano subito abusi ma non presentavano tali variazioni. Si sa che i bambini possono ereditare alcuni fattori di rischio di DPTS dai loro genitori. Ad esempio, i neonati di madri che hanno sviluppato un DPTS in seguito agli eventi dell'11 settembre 2001 con gli attacchi al World Trade Centre, presentavano livelli di cortisolo inferiori alla media. Il cortisolo (ormone dello stress) è un fattore associato con DPTS . I figli adulti di madri che hanno sviluppato DPTS dopo essere sopravvissute all'Olocausto, sono stati colpiti in misura simile. In passato, gli scienziati hanno rilevato che le persone con DPTS tendevano a presentare un ippocampo più piccolo della media. Questa porzione cerebrale è coinvolta nei processi che riguardano la memoria. Ad esempio, si è riscontrato che alcuni veterani della Guerra del Vietnam con DPTS da combattimento presentavano un ippocampo di dimensioni ridotte rispetto ai veterani senza i sintomi. E 'un cambiamento della dimensione dell'ippocampo causata da stress o un fattore di rischio preesistente? Un recente studio ha rivelato che entrambi i veterani del Vietnam con DPTS e i loro fratelli gemelli non combattenti avevano ippocampi piccoli. Ma solo i veterani DPTS presentavano variazioni in un'altra zona del cervello (la corteccia rostrale cingolata anteriore) attiva nell'inibire la risposta di paura. Questa scoperta mostra come fattori ereditari ed esperienza (lo stress di un evento traumatico), siano componenti entrambi presenti nell’insorgenza di un DPTS. Altre ricerche hanno scoperto che l'amigdala, una regione del cervello coinvolta nella risposta alla paura può, in alcune condizioni, diventare iperattiva nei reduci di guerra con DPTS. Questa scoperta potrebbe spiegare perché le persone con DPTS sembrano incapaci di imparare a dimenticare le intense emozioni che hanno accompagnato il loro trauma iniziale. Gli scienziati hanno identificato gruppi di cellule dell'amigdala, conosciuti come neuroni intercalari, che sembrano essere essenziali per questo oblio. I farmaci che prendono di mira queste cellule potrebbero rivelarsi utili nel trattamento di DPTS. Un farmaco promettente è il D-cicloserina, un antibiotico che viene utilizzato anche sperimentalmente per il trattamento di vertigini. Utilizzato in combinazione con una terapia comportamentale, la D-cicloserina sembra migliorare il processo di estinzione paura. Un altro farmaco, il beta-bloccante Propranololo ha mostrato, in alcune prove, di essere in grado di prevenire lo sviluppo di talune caratteristiche DPTS quando viene somministrato entro poche ore da una esperienza traumatica.

Riferimenti Yehuda R, Teicher MH, Seckl JR, Grossman RA, Morris A, Bierer LM. (2007) Parental Disturbo Post-traumatico da stress come fattore di vulnerabilità per Trait cortisolo basso nella progenie dei sopravvissuti all'Olocausto. Arch Gen Psychiatry 1040-1048. Yehuda R, SM Engel, marca SR, Seckl J, Marcus SM, Berkowitz GS. (2005) effetti transgenerazionali del disturbo da stress post-traumatico nei neonati di madri esposte agli attacchi del World Trade Center durante la gravidanza. J Clin Endocrinol Metab 90 (7) :4115-4118. Kuehn B. (2008) Scienziati sonda effetti DPTS, i trattamenti. JAMA 299 (1) :23-26. Binder EB, RG Bradley, Wei L, et al. (2008) Associazione FKBP5 polimorfismi e abuso dell'infanzia con il rischio di sintomi post-traumatici da stress negli adulti. JAMA 1291-1305. Goenjian AK, Noble EP, Walling DP, Goenjuian HA, Karayan IS, T Ritchie, Bailey JN. (2008) ereditabilità dei sintomi di disordine da stress posttraumatico, ansia e depressione in famiglie armene esposte nel terremoto. Genetica psichiatrica 18 (6) :261-266. Terri Tanielian e Lisa H. Jaycox. (2008) Le ferite invisibili della guerra: danni psicologici e cognitivi, le loro conseguenze, e servizi per assistere Recovery . Rand Corporation. GS. JAMA. 2008; 299 (1) :23-26.Gli scienziati della sonda DPTS effetti, trattamenti. Kuehn B. JAMA. 2008; 299 (1) :1291-1305.Associazione FKBP5 polimorfismi e abuso dell'infanzia con il rischio di sintomi post-traumatici da stress negli adulti.

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Quando il terremoto continua Strategie per gestire la paura e lo stress durante lo sciame sismico Questo opuscolo è rivolto alle persone che abitano nelle zone interessate dallo sciame sismico iniziato a maggio 2012 nel Nord Italia. Una sequenza di scosse sismiche che continua per giorni o settimane può essere stressante a livello fisico e psicologico. Ad ogni scossa sismica abbiamo una repentina risposta automatica di allarme chiamata lotta o fuga caratterizzata da cambiamenti corporei (es., accelerazione battito cardiaco) ed emozioni di paura. Le persone stanno facendo fronte a questo periodo di sciame sismico in modo diverso: alcune sono calme o indifferenti, altre moderatamente tese e preoccupate, altre mostrano un ansia molto intensa. Eccoti una serie di reazioni comuni che potresti aver vissuto o che forse stai vivendo tuttora: Non riesco a dormire Ho gli incubi Sono sempre allerta, teso, come sul filo del rasoio Ho come la sensazione che le scosse non finiscano mai Non ne posso più di queste scosse Mi sento impotente, sfinito Penso che ogni vibrazione sia una scossa di terremoto Mi sono venuti in mente ricordi di terremoti passati Mi ritorna in mente il boato del terremoto Ho paura che venga una scossa ancora più forte In casa mi sento insicuro Mi sento come travolto dagli eventi, in preda al panico Ho la nausea, ho lo stomaco chiuso, non ho fame Ho il tremore alle gambe Mi gira la testa, come se stessi per cadere Mi viene da piangere Ho difficoltà a concentrarmi Tutte queste sono reazioni legittime e comprensibili. Ogni persona ha le sue strategie per fronteggiare questa situazione inconsueta e minacciosa. Esistono semplici accorgimenti che ti possono aiutare a gestire la paura e lo stress di questo periodo. Alcune di queste indicazioni ti sembreranno difficili da attuare specie adesso, altre ti sembreranno scontate. Valuta quale può essere la più congeniale per te. Racconta la tua esperienza. Racconta cosa pensi e cosa senti alle persone vicino a te, potresti scoprire che molte reazioni sono più comuni di quello che pensi. Scrivi quello che stai vivendo su un foglio o condividilo su un social network. Ti aiuterà a capire ciò che stai provando e renderà queste sensazioni più sopportabili. Ricerca informazioni accurate sul terremoto. Dopo un terremoto, possono diffondersi voci infondate sul terremoto, sulle cause e sulle future scosse. Purtroppo non è possibile prevedere il momento e l intensità di una scossa futura. Fidati solo delle fonti ufficiali come la Protezione Civile, l Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia o le autorità locali. Documentati su cosa puoi fare in caso di terremoto per ridurre il rischio di essere ferito. Ma evita gli eccessi: se passi tutto il tempo leggendo o cercando le notizie riguardo al terremoto su giornali, TV o Internet, potresti non riuscire a staccare mai la spina e aumenteresti così soltanto l ansia e le preoccupazioni.

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Pensa agli aspetti che danno speranza in questa situazione tragica. Anche se è difficile, cerca di vedere gli sforzi che le persone stanno realizzando in questo momento per intervenire nella situazione. Nei paesi colpiti dal terremoto, molte persone non si sono arrese ma hanno voglia di ricostruire e andare avanti. Una donna ha detto che le persone del suo paese hanno la scorza dura . Uno striscione è stato appeso con la scritta barcolliamo ma non crolliamo . Mantieni le tue abitudini. Cerca di mantenere le routine che per te sono importanti come i pasti, gli orari del sonno e della sveglia, i tempi per i compiti e per lo svago. Dedicati ad attività piacevoli. Cerca di distrarti durante il tuo tempo libero. Trova il tempo di fare un attività che ti fa stare bene: leggere un libro, portare a spasso il cane, passare un po di tempo con gli amici o i familiari. Fai attività fisica. L esercizio fisico è in grado di alleviare l ansia e la depressione, migliorando l umore. Se le strutture sportive sono danneggiate o hai paura a stare al coperto, ci sono molte possibilità per fare attività fisica all aperto. Esci per una camminata o fai un giro in bicicletta. Scegli l attività che più ti è congeniale e goditela. Prova qualche esercizio di rilassamento. Quando stai riposando o ti stai addormentando, puoi cercare di respirare profondamente. Inspira lentamente, pensa a colori o immagini che ti calmano, ascolta musica rilassante, pronuncia mentalmente frasi come il mio corpo si sta riempiendo di calma o il mio corpo si sta svuotando di tensione . Dedicati ad attività di aiuto agli altri. Aiutare le persone del tuo paese e della tua comunità può aumentare la sensazione di controllo su quello che ti sta accadendo. Una mano tesa può fare la differenza per gli altri e per te. Cerca l aiuto degli altri. Resisti alla tentazione di isolarti. Alcune persone non chiedono aiuto agli altri perché pensano che si diventi un peso o che le persone non ti capiscano . Chiedere aiuto non significa essere deboli ma significa comprendere i propri bisogni. Rivolgiti a uno psicologo o un medico nei casi in cui lo stress stia interferendo con la tua qualità di vita e se ti sembra che le paure e le ansie stiano peggiorando. Alcuni consigli su come cercare di dormire meglio I problemi di sonno (difficoltà ad addormentarsi, sveglie improvvise e frequenti) sono un problema comune durante uno sciame sismico. Per aumentare la qualità del riposo: - Cerca di andare a dormire e svegliarti regolarmente alla stessa ora - Riduci o elimina il consumo di alcool - Elimina il consumo di caffeina (caffè, coca-cola, tè, cioccolato); è meglio bere acqua, succhi di frutta e tisane - Fai esercizio fisico durante il giorno evitando di farlo la sera - Rilassati con attività che aiutano a calmarsi (es., farsi un bagno caldo) ed evita di stare al pc prima di mettersi a letto - Non fare sonnellini pomeridiani lunghi più di 15 e non dopo metà pomeriggio - Se non riesci a dormire, è preferibile non rimanere a letto, ma alzarsi e dedicarsi ad attività rilassanti (es., lettura di un libro, guardare la tv) - Informati dal tuo medico rispetto a vantaggi e svantaggi delle pillole per dormire Per approfondimenti Pietrantoni L., Prati G. (2009). Psicologia dell emergenza. Mulino, Bologna. Pietrantoni L., Prati G., Palestini L. (2008). Il primo soccorso psicologico nella maxi-emergenze e nei disastri. CLUEB,Bologna. Roberts N. et al. (2012) Early psychosocial interventions to treat acute traumatic stress symptoms. Cochrane review. A cura del gruppo ricerca in Psicologia dell Emergenza e della Sicurezza dell Università di Bologna composto da Luca Pietrantoni, Gianluca Pescaroli, Elisa Saccinto, Alice Papi, Gabriele Prati Giugno 2012 - sito web: emergenze.psice.unibo.it

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