Poesia
Alda Merini viene a sua insaputa e senza potersi opporre, dato che l’uomo poteva decidere per la moglie. Da qui inizia la sua via crucis, i tratameni crudeli e disumani subii nei manicomi-lager (tra i quali l’eletroshock), dove il “metodo” uilizzato, come tesimoniato dalla stessa poetessa, era semplicemente la “tortura”, spesso inflita con sadica e oscena soddisfazione da parte del personale infermierisico. Luoghi in cui la persona veniva demolita sistemaicamente fisicamente e psichicamente e i cui danni avevano spesso conseguenze irreparabili sui degeni. L’allontanamento delle sue figlie, perché ritenuta psicolabile, il ricordo di quanto vissuto nei manicomi e altre trisi vicende personali, minarono profondamente per decenni la sua salute mentale tanto da dover ricorrere, volontariamente, a nuovi ricoveri. La guarigione av-
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asce in una famiglia di umili origini e fin viene d’improvviso “Per me guarire è stato un modo
da ragazza manifesta dei malesseri inte- per liberarmi dal passato. Tuto è accaduto in freta… riori che la costringono a fare brevi sog- una maina mi sono svegliata e ho deto: che ci fac-
giorni in case di cura. Dei malesseri che, secondo la cio qui?” dichiara al giornalista di Repubblica, Antonio poetessa stessa, erano legai al suo essere donna e Gnoli. E’ questo il turning point di Alda Merini, inizia che, secondo noi, si infrangeva davani ai rigidi ste- a riprendere la sua aività, vince premi e diventa
reoipi femminili del tempo, i cui limii erano così ri- anche famosa. La poetessa muore, povera, il 1 nostrei da risultare oggi intollerabili. Entra per la prima vembre 2009, per la fesività di tui i Sani. volta in manicomio nel 1965 per aver dato in escandescenza contro il marito a causa dei gravi problemi economici e familiari. Il primo ricovero è coato, av-
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CN n. 1 2010