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Cultura e Natura RIVISTA DI SCIENZA, CULTURA E FORMAZIONE

www.cnonline.it - cn@cnonline.it Edizioni C.E.U.

Numero 1 Luglio - Settembre 2010 Periodico telematico trimestrale a carattere tecnico-scientifico del Centro studi per l’Evoluzione Umana - C.E.U. Iscrizione al Tribunale di Roma n° 201/13 maggio 2010


Centro studi per l’Evoluzione Umana “Anagrafe Nazionale delle Ricerche” (D.P.R. 11/7/1980 n.382-art.64) n.A18909G2 Ente accreditato presso il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Dipartimento per lo Sviluppo dell'Istruzione - Decreto del 08.03.2006 Iscritto nel “Registro delle Associazioni e degli enti che svolgono attività nel campo della lotta alle discriminazioni” (d.lgs 215/2003) presso l’U.N.A.R. Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Diritti e Pari Opportunità Costituzione e scopi Istituzione di ricerca scientifica pluridisciplinare che adotta il metodo dell’integrazione delle Scienze per l’approccio alle problematiche sociali ed ambientali che limitano l’evoluzione umana. Costituzione: ente eminentemente scientifico, apartitico e senza scopo di lucro, aperto a studiosi di tutte le discipline al fine di rendere umana la scienza, sviluppando parametri dinamici integrati idonei a rimuovere gli ostacoli che attualmente limitano l’evoluzione umana. Scopi: il C.E.U. si propone di raggiungere i suoi obiettivi prevalentemente attraverso: - la formazione e l’aggiornamento del personale della scuola di ogni ordine e grado; - la formazione dei formatori nel campo dell’Educazione ai Diritti Umani; - la formazione, l’aggiornamento e l’orientamento professionale; - l’alfabetizzazione dei Diritti Umani attraverso corsi, seminari, convegni finalizzata alla prevenzione delle micro e macroviolazioni degli stessi all’interno dei diversi ambiti professionali ed istituzionali. Attività Il Centro opera attraverso iniziative conformi alle sue finalità quali: a) progetti, studi e ricerche multidisciplinari ed integrate nelle principali aree di intervento educazione, giustizia, sanità ed ambiente b) creazione di istituti di alta formazione nelle suddette tematiche; c) realizzazione di convegni, seminari e conferenze sulle suddette aree di intervento; d) consulenze e collaborazioni scientifiche con organismi ed istituzioni nazionali ed internazionali. Attività scientifiche Svolgimento di incarichi di studio per le Istituzioni nazionali e le Organizzazioni internazionali (ONU, UNESCO, Unione Europea, Consiglio d’Europa e OSCE) con gli strumenti forniti dagli studi integrati multidisciplinari; sviluppo di nuove metodologie educative integrate; studi scientifici sull’applicazione dei diritti umani; studi di sviluppo sociale integrato con particolare attenzione alla gestione funzionale fisiologica dei rapporti uomo-donna; studi e ricerche in campo psicologico, del benessere e della salute. Attività didattica Corsi, seminari e conferenze relativi alle metodologie applicative del C.E.U. indirizzate alle attività nel campo della salute, dell’educazione, dei diritti umani e dell’ambiente; progetti formativi per i formatori nei suddetti campi; corsi di aggiornamento per le scuole di ogni ordine e grado; corsi di formazione pre- e post laurea a livello nazionale ed internazionale. Attività di documentazione Raccolta di testi specializzati e stampa internazionale; divulgazione degli studi e delle attività del C.E.U. a livello nazionale ed internazionale. Periodici Cultura e Natura, periodico telematico a cadenza trimestrale a carattere tecnico scientifico. Nata nel 1985, Cultura e Natura seleziona ed attua una divulgazione educativo-scientifica finalizzata ad offrire a tutti, e a coloro che operano nel campo del sociale, del benessere e della salute, strumenti conoscitivi utili allo svolgimento delle proprie attività.


Sommario luglio settembre 2010

Periodico telematico trimestrale a carattere tecnico scientifico del Centro studi per l’Evoluzione Umana Anno I Numero 1 - Luglio – Settembre 2010

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Editoriale

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APPROFONDITAMENTE Chiarezza e positività per ridare valore e senso alla vita

Direttore Responsabile

di Luciana Luisa Papeschi

Maria Torlini Iscrizione al Tribunale civile di Roma

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Disturbo Deficit di Attenzione e Iperattività di Enza Palombo

n° 201/2010 – 13 maggio 2010

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Il coraggio di vivere

Per informazioni sulla pubblicità Tel. 06.8073420 - Fax 06.8077306 pubblicita@cnonline.it

di Maria Torlini

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POESIA Il passato

Chi desideri sottoporre articoli a CN per eventuale pubblicazione può inviare il materiale alla redazione

di Alda Merini

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SPECIALE AMBIENTE In natura non si spreca nulla, impariamo anche noi

redazione@cnonline.it

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AFORISMI

L’opinione espressa dagli autori non impegna la

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Acqua, un diritto universale

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Musulmani in Europa

Direzione. I collaboratori assumono la piena responsabilità delle affermazioni contenute nei loro

di Nino Sergi

scritti.

30 La riproduzione è consentita solo con precisa citazione della fonte,completa di indirizzo.

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NEWS EVENTI

Tutto il materiale ricevuto e non richiesto (testi e fotografie), anche se non pubblicato, non sarà restituito. Qualsivoglia forma di collaborazione a questa testata deve essere prestata a titolo esclusivamente gratuito, in quanto intesa come adesione spontanea alle iniziative etiche perseguite. Webmaster: Elisabetta Gatti

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Editoriale

Cari lettori, CN è lieta di augurarvi un periodo di “recupero” energetico sicuramente tanto atteso da tutti per questo periodo estivo. Il “Calendario della Vita” ci porta comunque a considerare ogni giorno un’occasione importante per crescere, sperimentare, conoscere e, se possibile, individuare elementi di criticità per poterli superare e dare quindi un significato evolutivamente importante e positivo per tutto ciò che ci coinvolge direttamente e indirettamente. Come sanno da tempo i nostri lettori più affezionati l’impegno di CN è quello di dare stimoli di riflessione, conoscenze utili a migliorare la qualità della vita e momenti di emozione attraverso le immagini e i testi. Ci auguriamo che il nostro entusiasmo possa contagiarvi e fornire un canale costruttivo all’interno del quale scambiare esperienze importanti e utili per tutti. Buona lettura, Il Direttore

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···ApprofonditaMente···

Chiarezza e positività per ridare valore e senso alla vita. Come possiamo essere utili a noi stessi e al mondo che ci circonda. di Luciana Luisa Papeschi

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l momento storico che stiamo vivendo è dram- Il conflitto sociale è elevato e l’adattamento negativo matico.Sembra che tutto ciò che è appartenuto è elevatissimo. Il disinteresse spesso regna sovrano! alle generazioni precedenti sia completamente Occorre sensibilizzare tutte le realtà che operano sul inutile. Sappiamo che si può fare molto, che si territorio a partecipare per potere avere conoscenze deve fare molto, e che la risalita è che rispettino ogni forma di svipossibile. Siamo lieti di aprire, in questo luppo, per prevenire e impedire il Oggi si impone una necessaria generarsi di “tumori” formatisi dal reimpostazione dell’essere umano primo numero, una sezione dedi- “disinteresse sociale”. che con il progresso non ha rag- cata proprio alle questioni cen- E’ necessario rafforzare e sostenere giunto una soggettività, ma ha ogni essere umano come “pilastro” abiurato al valore di se stesso e trali che spingono l’individuo ad insostituibile della progettazione della sua realizzazione come cosociale. scienza, come ricerca di cono- agire e ad esprimersi nel suo per- In questo momento storico è necesscenze per evidenziare sempre di corso, grazie alla trentennale sario cercare di valutare che cosa è più le verità attraverso un processo importante ed essenziale fare. esperienza su questi argomenti I problemi sono numerosi, ma sono di crescita. Con il termine “realizzazione” si che hanno condotto l’autrice a problemi che non sono impossibili intende spesso lo sviluppo di proda comprendere e superare. getti condizionanti (successo, po- portare contributi in campo Lo scenario mondiale è sempre più tere,ecc.) che molto promettono complesso ed interrelato. Ciò che ma la cui mancata realizzazione nazionale ed internazionale. succede in un punto del pianeta rendono “fallito” l’individuo. Terra è spesso originato da situaNon è accettabile che si spenga la gioia di vivere, il zioni mondiali difficili da arginare. senso della propria vita, la certezza della propria di- Gli interessi in gioco sono giganteschi e hanno affegnità, la volontà di positività e che prevalga l’accet- renti con tanti e tanti rivoli, in cui ognuno porta l’actazione supina di ciò che non si è scelto e che qua solo al suo mulino – e non importa con quali provoca sempre più limiti all’approfondimento della costi. conoscenza.Non si può costruire aggiungendo metri Si gioca con la vita umana in molte parti del mondo di muro su macerie instabili e precarie. Importante sarà la ridefinizione di individualità: che cosa significa realizzare se stessi prima di concepire progetti che ci portano lontani dalla nostra sostanzialità. Sarà importante progettare ad ampio raggio, progettare lo sviluppo di capacità che non mettano in competizioni negative gli uni contro gli altri, la solidità nel perseguire un giusto personale nel rispetto del bene comune.I temi da trattare saranno tanti e tutti della massima importanza: dovrà essere dato molto spazio agli approfondimenti, perché ciò non sia l’ennesimo contributo che dice molto ma non cambia niente nella volontà dell’essere. Nessuno deve morire alla voglia di vivere, di sperimentare, di accettare le difficoltà, imparando a superarle progettando la propria vita non più costruita sull’attesa, ma sulla vitalità dell’essere.

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···ApprofonditaMente···

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e la ritenuta indispensabilità della condivisione di interessi di pochi fa entrare in conflitto le necessità continuamente minate di molti. La crisi dei sistemi economici è evidente ed è evidente il continuo tentativo di deresponsabilizzazione di chi è investito di autorità di controllo. Non è possibile affrontare tutto ciò in maniera semplicistica. Molti “tumori” non sono evidenti ma portano a morte i sistemi - e quando molti sistemi sono compromessi portano a morte il maxi-sistema di cui fanno parte. Non tutti possono partecipare a risolvere il buco dell’ozono. Non tutti possono adoperarsi per fare terminare le guerre. Non tutti possono debellare un mondo di violenze e sopraffazioni. Ma tutti – proprio tutti – possono disporre di conoscenze che permettono di riprogettarsi per rendere utile a se stessi e agli altri la disattivazione da idee-memorie che annullano ogni possibilità di libertà, di trascendenza dell’essere umano incatenato sempre più a sistemi morti, in cui si spegne la ricerca della gioia e della vita. Come dire che l’essere è spesso come una macchina bella e veloce. Fino a che c’è il carburante l’essere è convinto della sua potenza inarrestabile. Ma è in riserva e fra poco non avrà più a disposizione carburante e il problema è che non sa dove reperirlo. Il carburante per l’essere umano è quella dinamo, quella attività continua di ricerca, di verifica che è all’interno dell’essere, che si alimenta nella ricerca di verità, nella liberazione dalle dipendenze, nella certezza della sua trascendenza. Ciò permette di poter disporre di uno spazio-tempo che si chiama vita, per la verifica di tutte le informazioni che tendono a robotizzare l’individuo privandolo dell’espressione delle sue emozioni e della sua grandezza. Tutti debbono nutrirsi e debbono saper scegliere il proprio nutrimento.La televisione e i mezzi di informazione ci bombardano dalla mattina alla sera informandoci sui cibi che danno benessere, sul modo migliore di gestire il nostro corpo con tutte le sue necessità.Ma poco dicono, perché poco sanno, sulla necessità di nutrire il nostro pensiero con conoscenze che tendano a liberarci da sprechi di vita in sperimentazioni dannose o non utili. Non è possibile per l’essere umano non sbagliare, ma il disagio che si prova è il campanello di allarme che permette di fermarsi a riflettere facendo ricorso a conoscenze certe. Non è più pensabile camminare con il freno tirato (chi si difende usa il freno, ma poi spesso non lo disattiva) bloccando il proprio cammino.

Non è più pensabile che ognuno viva la sua vita aspettando la morte con terrore e passato il primo periodo dell’adolescenza, quando si spera che tutto possa essere positivo e felice, la morte diventi un incubo in cui non c’è più vita, futuro, libertà, serenità. Non è così: oggi possiamo avere certezza che la vita è uno spazio-tempo in cui dobbiamo crescere, eliminando la paura, ben sapendo che ogni esperienza sofferta permette lo sviluppo della nostra identità. Spesso siamo diventati simili ai bonsai, che sono piante destinate a diventare grandi alberi, querce, ulivi, ecc. ma che qualcuno, arbitrariamente, ha deciso che erano più preziosi e vendibili se erano piccolissime piante. Potiamole, impedendo qualsiasi crescita, non nutriamole, evitando la possibilità di svilupparsi come Madre Natura aveva progettato per loro. Gli si dà il minimo possibile per non morire, facendo sentire un bravo giardiniere un “architetto” folle, che riducendo lo sviluppo genera bellezza. È con questo sistema che si blocca il bambino, l’uomo, la donna. Nuove guerre, nuovi sconvolgimenti sembrano ineliminabili. Il sistema degenerato è collettivo e l’uomo degenera con il morire della sua fiducia, della sua laboriosità, del suo partecipare a ciò che non comprende più nella sua organizzazione. La vita è lo spazio-tempo che ci è concesso per mettere a punto la nostra energia, il nostro pensiero cosciente. Ormai è comprensibile che il processo che va attuato non è un processo di perfezione (perché gli sbagli sono necessari a formare l’esperienza). Occorre attuare un processo graduale di liberazione dai condizionamenti per avere a disposizione l’efficacia del nostro pensiero e delle nostre scelte. E’ chiaro che non sempre si può scegliere perché non siamo liberi da informazioni condizionanti trasmesse che ci dirigono a nostra insaputa. In tutto questo è da affermare, per la nostra serenità, che nessuno ha colpa perché ognuno ha trasmesso ciò che a lui è stato trasmesso: ne ha responsabilità ma non colpa. ————————————————————— Luciana Luisa Papeschi, Presidente del Centro studi per L’Evoluzione Umana, Psicologa, è da sempre attenta studiosa degli aspetti più profondi e sostanziali che coinvolgono l’essere umano nel suo cammino evolutivo.

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Disturbo Deficit di Attenzione e Iperattività DDAI “Cattiveria” del bambino e disciplina educativa inefficace oppure mancanza di auto controllo?

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di Enza Palombo

irca il 4% della popolazione pediatrica è affetta dalla "Sindrome da deficit di attenzione e iperattività" (DDAI). L’ADHD (dall’inglese Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder), non è una normale fase di crescita che ogni bambino deve superare, non è nemmeno il risultato di una disciplina educativa inefficace, e tanto meno non è un problema dovuto alla “cattiveria” del bambino. Il disturbo di ADHD viene nominato spesso per bambini molto attivi o che non stanno seduti tranquilli, ma il più delle volte questi bambini sono assolutamente normali. È facile etichettare un bambino con questo disturbo, ma spesso egli necessita solo di maggiori attenzioni, magari perchè più intelligente, si annoia e ha bisogno di nuovi stimoli. Da diversi anni, i ricercatori che si occupano di ADHD hanno iniziato a metterne in luce sintomi e cause e hanno trovato che il disturbo può avere una causa genetica. Attualmente, le teorie in proposito sono molto diverse da quelle che andavano per la maggiore anche solo pochi anni fa. I ricercatori stanno chiarendo che l’ADHD non è un disturbo dell’attenzione in sé come si era a lungo ritenuto - ma nasce da un difetto evolutivo nei circuiti cerebrali che stanno alla base dell’inibizione e dell’autocontrollo. A sua volta, questa mancanza di autocontrollo pregiudica altre importanti funzioni cerebrali necessarie per il mantenimento

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dell’attenzione, tra cui la capacità di posticipare le gratificazioni immediate in vista di un successivo e maggiore vantaggio. La modulazione del livello di “eccitazione”, il controllo delle emozioni, la motivazione o l’attenzione sono tutte funzioni collegate allo sviluppo delle aree pre- frontali e frontali del cervello deputate alla progettazione e alla decisionalità. Nella fascia di età scolare fino circa ai 10 anni, l’attività di elaborazione e controllo delle funzioni cognitive quali (l’attenzione, motivazione, progettazione, problem solving, autodeterminazione) non è ancora ben strutturata in quanto le strutture cerebrali deputate a queste funzioni sono in fase di maturazione. Emergono gradualmente forme di organizzazione cognitiva che dipendono dall’interazione sempre più complessa con l’ambiente. I bambini affetti da ADHD non riescono a controllare le loro risposte all’ambiente. E' come se in questo momento che state leggendo veniste bombardati da tanti altri eventi disturbanti, come la televisione accesa, i vostri figli che gridano fuori la stanza, il telefono che squilla e voi non riusciste ad annullare tutti questi stimoli per focalizzare la vostra attenzione solo su quello che state facendo e che vi interessa tanto. Se non aveste questa capacità di "filtrare" gli stimoli e "prestare attenzione" comincereste a sentirvi agitati perché vi rendereste conto di non riu-

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cultura e natura scire nel vostro intento. Pensate se poi l'attenzione vi da considerarsi iperattivo: ad es. un bambino che venisse richiesta per cose non tanto gradite, come stu- segue il volo degli uccelli mentre l’insegnante spiega diare una pagina di storia medioevale, cosa fareste? con molta probabilità orienta l’attenzione in maniera Ebbene, questa mancanza di controllo rende i bambini diversa rispetto alle aspettative dell’insegnante (attenADHD: disattenti, iperattivi e impulsivi. I sintomi zione selettiva). centrali dell’ADHD, quindi, sono essenzialmente ca- Il difetto attentivo che più colpisce in questi bambini ratterizzati da un marcato livello di disattenzione e è rappresentato dalla mancanza di concentrazione, una serie di comportamenti secondari che denotano cioè dalla incapacità di focalizzarsi su un contenuto e di mantenere l’attenzione su di esso. iperattività e impulsività. DEFINIZIONE

Iniziando dalla scuola materna, è importante riconoscere il bambino iperattivo che, oltre ad essere costantemente in movimento, appare più immaturo rispetto ai coetanei, non rispetta le regole, è insofferente, spesso ha atteggiamenti provocatori e, quando gli si parla, sembra non ascoltare. A scuola elementare il comportamento tende a peggiorare per effetto dell’aumento di regole e di richieste cui il bambino è sottoposto. Aumenta altresì il rischio che questi bambini vengano “etichettati” perché disturbano, fino alla richiesta di un insegnante di sostegno. Questo atteggiamento extra-familiare influisce negativamente sulla stima che il bambino ha di sé, peggiorando la situazione: il bambino, infatti, sentendosi più insicuro, non potrà che aumentare la sua iperattività, con comportamenti di sfida e di totale disinteresse verso le punizioni. E’ opportuno sottolineare che un bambino problematico non lo è in quanto malato o incapace, ma ha appreso un dato comportamento come metodo per risolvere i problemi. I comportamenti apparentemente asociali non sono altro che la difesa continua e costante da tutto ciò che lo disarmonizza.

Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, o ADHD, è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo. Esso include difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività. Questi problemi derivano sostanzialmente dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente. (DSMIV) Il DSM-IV (manuale diagnostico statistico dei disturbi della sfera mentale) nel descrivere il bambino iperattivo sottolinea che i sintomi devono comparire prima dei sette anni e interessare più aree. Esistono infatti diversi quadri clinici, più o meno complessi, dove spesso predomina il sesso maschile. E’ importante poter riconoscere e intervenire appropriatamente su tale disturbo per scongiurare future condotte antisociali e varie problematiche psicologiche: va detto , infatti, che, a dispetto delle difficoltà che l’adulto incontra a trattare queste “piccole pesti”, i bambini che mostrano tali difficoltà di comportamento vanno seguiti con amore, dedizione, attenzione, generosità e pazienza, nonché con grande competenza e, quando necessario, con E’ fondamentale dimostrargli che con altre strategie i problemi trovano delle soluzioni adeguate che gli l’ausilio di esperti psicologi e medici. consentono di essere sereno e relazionarsi con l’ambiente. LE CARATTERISTICHE DEL DISTURBO Dal punto di vista delle capacità cognitive, il bambino A SCUOLA iperattivo ha un’intelligenza nella norma o superiore: Alcuni autori (Standford e Hynd, 1994) hanno riscongli apprendimenti e le relazioni sociali, infatti, sono trato delle differenze significative nelle valutazioni scarsi perché è il comportamento a comprometterli, degli insegnanti: il sottotipo disattento è più isolato, non le potenzialità. più “sognatore ad occhi aperti”, più timido, maggiorTra i fattori di rischio vi sono: mente “sottoattivato”. - familiarità per la sindrome da deficit di attenzione I bambini con iperattività manifestano maggiormente con iperattività; alcuni sintomi tra cui: “agire prima di pensare”, “cam- storia familiare di alcoolismo; biare spesso attività”, “non attendere il proprio turno” - presenza di una madre con problematiche deprese “gridare in classe”. sive; Il bambino che in classe rivolge l’attenzione a stimoli - sovraffollamento familiare; diversi da ciò che vorrebbe l’insegnante non è sempre - conflitti tra genitori e conseguente incapacità a sta-

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cultura e natura gratificazione. I bambini impulsivi rispondono troppo velocemente (a scapito dell’accuratezza delle loro risposte), interrompono frequentemente gli altri quando stanno parlando, non riescono a stare in fila e attenDISATTENZIONE dere il proprio turno. Oltre ad una persistente impaI sintomi relativi alla disattenzione si riscontrano sozienza, l’impulsività si manifesta anche prattutto in bambini che, rispetto ai loro coetanei, prenell’intraprendere azioni pericolose senza considerare sentano un’evidente difficoltà a rimanere attenti o a le possibili conseguenze negative. lavorare su uno stesso compito DISTURBI ASSOCIATI per un periodo Spesso queste caratteristiche sono accompagnate da di tempo suffidisturbi di tipo emozionale e comportamentale quali: cientemente prolungato. - instabilità emozionale: difficile controllo delle emozioni. Diversi autori sostengono che Problemi sociali: difficoltà a stabilire il contatto con gli altri e ad avere relazioni durature con uno o più il deficit princicompagni; il bambino si sente isolato sul piano sopale della sinciale, può reagire con un atteggiamento aggressivo o drome sia di bravate. rappresentato dalle difficoltà Depressione: facilmente il bambino iperattivo di d’attenzione, che si manifestano sia in situazioni sco- fronte al fallimento scolastico, al rifiuto dei compagni, lastiche/lavorative, che in quelle sociali. può diventare preda dello scoraggiamento. Dato che il costrutto di attenzione è multidimensionale Disturbi del sonno: l’agitazione motoria, che spesso (selettiva, mantenuta, focalizzata, divisa), le ultime ri- persiste anche durante la notte, perturba il riposo e cerche sembrano concordi nello stabilire che il pro- compromette anche le prestazioni diurne. blema maggiormente evidente nel DDAI sia il Disturbi dell’apprendimento: dovuti alla difficoltà di mantenimento dell’attenzione, soprattutto durante at- attenzione e concentrazione del bambino. tività ripetitive o noiose. (Dogulas, 1983; Robertson Disturbi d’ansia: spesso l’ansia può rappresentare una delle concause per lo sviluppo di difficoltà di attenet al., 1999). zione. IPERATTIVITA’ La seconda caratteristica del DDAI è l’iperattività, ov- PROBLEMI RELAZIONALI bilire regole di comportamento.

vero un eccessivo livello di attività motoria o vocale. Il bambino iperattivo manifesta continua agitazione, difficoltà a rimanere seduto e fermo al proprio posto. Secondo i racconti di genitori e insegnanti i bambini con DDAI sembrano “guidati da un motorino”: sempre in movimento sia a scuola che a casa, durante i compiti e il gioco. Molto spesso i movimenti di tutte le parti del corpo (gambe, braccia e tronco) non sono armonicamente diretti al raggiungimento di uno scopo. IMPULSIVITA’ Secondo alcuni autori l’impulsività è la caratteristica distintiva del DDAI, rispetto ai bambini di controllo e rispetto agli altri disordini psicologici (Barkley,1997). L’impulsività si manifesta nella difficoltà a dilazionare una risposta, ad inibire un comportamento inappropriato, ad attendere una

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Per quanto riguarda i problemi relazionali, i genitori, gli insegnanti e gli stessi coetanei concordano che i bambini con ADHD hanno anche problemi nelle relazioni interpersonali (Pelham e Millich 1984). Vari studi di tipo sociometrico hanno confermato che bambini affetti da deficit di attenzione con o senza iperattività: -ricevono minori apprezzamenti e maggiori rifiuti dai loro compagni di scuola o di gioco (Carlson et al, 1987); -pronunciano un numero di frasi negative nei confronti dei loro compagni dieci volte superiori rispetto agli altri; -presentano un comportamento aggressivo tre volte superiore (Pelham e Bender, 1982); -non rispettano o non riescono a rispettare le regole di comportamento in gruppo e nel gioco; -laddove il bambino con ADHD assume un ruolo attivo riesce ad essere collaborante, cooperativo e volto

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cultura e natura al mantenimento delle relazioni di amicizia; -laddove, invece, il loro ruolo diventa passivo e non ben definito, essi diventano più contestatori e incapaci di comunicare proficuamente con i coetanei. Da un punto di vista relazionale i bambini con ADHD cercano con ansia e frequenza il rapporto privilegiato con un’altra persona, sia perché avvertono il bisogno di interazione, sia perché in questo modo possono essere facilitati a procedere nei momenti di difficoltà (eteroregolazione - persona esterna che ci guida e regola il comportamento). COME SI CURA La terapia dei bambini affetti da ADHD è quasi sempre esito di un percorso interdisciplinare, che unisce le figure del Neuropsichiatra Infantile, del Pediatra e dello Psicologo dello Sviluppo da un punto di vista clinico, e di pedagogisti, educatori ed insegnanti da un punto di vista formativo. Fondamentale è sempre il coinvolgimento attivo della famiglia. Sia per quanto riguarda la riduzione dei sintomi che per l’attenuazione dei sintomi associati attualmente la terapia più applicata risulta essere il trattamento farmacologico combinato all’intervento psico - educa- di intervento che abbiano come obiettivo, la cura, lo tivo che coinvolge il bambino, la famiglia e la scuola. sviluppo dell’autonomia, l’espressione delle potenzialità cognitive, socio affettive e relazionali; elaborare una metodologia educativa che preveda la L’APPROCCIO PSICO- EDUCATIVO cooperazione del bambino (in coppia o in un piccolo L’Approccio psico - educativo consiste nel creare nel- gruppo) nello svolgimento dei compiti; progettare in l’ambiente significativo per il bambino (la scuola e la gruppo ed attuare interventi in collaborazione con le famiglia) le condizioni che facilitano lo sviluppo delle figure professionali coinvolte e con la famiglia; vericapacità e l’espressione delle potenzialità del bam- ficare costantemente la propria attività al fine di mobino attraverso risposte comportamentali più struttu- dificare le modalità di intervento; fornire un supporto rate e adeguate. adeguato alle famiglie in situazione di disagio. La “semplice” osservazione del bambino permette di rilevare gli elementi caratterizzanti il disturbo: LA RELAZIONE CON LA FAMIGLIA E LINEE - entra nella stanza (irruente); EDUCATIVE PER LA PREVENZIONE DEL DI- investe lo spazio (caotico); SAGIO - si rapporta agli oggetti (frenetico); - aderisce alle proposte degli insegnanti (superficiale); Nella gestione quotidiana di un bambino con ADHD i genitori possono sviluppare sentimenti di inadegua- resiste alle distrazioni (inadeguato). Occorre in pratica osservare il bambino non solo negli tezza (legati alla percezione di non poter gestire i aspetti formali della sua espressione (cosa sta facendo comportamenti del bambino), di colpa (pensano di esun bambino in un determinato momento, come va a sere responsabili del comportamento del bambino) e scuola, se segue e ascolta ciò che i genitori e gli inse- di angoscia (legati alla paura che lo sviluppo del bamgnanti dicono…etc.), ma più a fondo negli aspetti so- bino possa essere irrimediabilmente compromesso). stanziali (qual è il suo stato d’animo mentre svolge Questi vissuti possono tradursi in atteggiamenti peun compito, le motivazioni per cui l’andamento sco- dagogici non adeguati. lastico è poco soddisfacente, che cosa percepisce della Nel bambino con adhd è fondamentale far sviluppare realtà che lo circonda….etc.); identificare il problema fin dalle prime fasi di età la capacità di guidare l’atche il bambino sta cercando di risolvere e generare tenzione alla scoperta del mondo circostante attrasoluzioni per uscire dal problema; elaborare strategie verso un processo di analisi delle caratteristiche

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cultura e natura sostanziali e formali degli oggetti intorno a sé. Stimolare nel bambino la volitività, progettazione, autodeterminazione e perseveranza (lobi frontali) è importante al fine di poter agire sui comportamenti automatici di reazione, stimolo/risposta, (emisfero sinistro), schemi psicomotori patologici. Per esemplificare in pratica si stimola il bambino a procedere da ciò che viene in mente spontaneamente a ciò che il bambino decide sia utile e giusto pensare. Ricordiamo che tutto ciò che rappresenta un comando, un dictat “è così e basta” non può sviluppare la capacità critica del bambino, che apprende la nozione senza possibilità di valutazione. Tutto ciò che rende passivi non stimola la capacità decisionale, il pensiero originale, ma allena il bambino verso la ripetizione di schemi e azioni. Il bambino con ADHD non è in grado di inibire pensieri e comportamenti, così come non è in grado di valutarne i contenuti e sceglierne le modalità di esecuzione. Occorre motivare il bambino a decidere in proprio ogni atto motorio o pensiero mettendolo in condizione di percepire e valutare le conseguenze delle proprie azioni evitando di colpevolizzare i comportamenti errati.

————————————————————— Enza Palombo, Psicologa, docente in corsi e seminari per le attività di formazione e aggiornamento in campo psicologico con particolare attenzione all’età evolutiva e all’adolescenza. Membro del Comitato Esecutivo dell’Associazione Internazionale I.P.V.- Ius Primi Viri con Statuto Consultivo presso l’ECOSOC dell’ONU. + enzapalombo@libero.it

BIBLIOGRAFIA American Psychiatric Association, 1999, DSM IV: Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Milano, ed. Masson S.p.a. Cornoldi C., 1991, I Disturbi dell'Apprendimento, Bologna, Ed. Il Mulino Cornoldi C., 1999, Le difficoltà di apprendimento a scuola, Bologna, Ed. Il Mulino Kirby E. A. and Grimley L.K. , 1989, Disturbi dell’attenzione e iperattività, Trento, Ed. Erikson Militerni R., 2004, Neuropsichiatria infantile, Napoli, Ed. Idelson Gnocchi srl

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Il nuovo prete di Fornole Enrico Marzoli è uno dei ragazzi che frequenta il Centro di Integrazione e Riabilitazione (C.I.R.P.) di Porchiano, una frazione di Amelia, in provincia di Terni, che fin da piccolo dimostra la sua acuta osservazione del mondo e doti inconsuete di narratore. Vi presentiamo un suo racconto tratto dalla raccolta “Il mio mondo” a cura di Serenella Perotti, disegni di Cristiana Barbisan.

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el mese di novembre dell’anno scorso a Fornole è venuto un nuovo parroco, si hiama Don Claudio, è di carnagione nera, il suo paese originario è il Congo; da alcuni anni ta in Italia, a Fornole è tato mandato dal suo Vescovo. E’ venuto a Fornole a causa della malattia del notro parroco Don Nazzareno he ha avuto un itus, quindi è rimato paralizzato. Appena arrivato a Fornole Don Claudio ha intaurato, fin da subito, un buon rapporto con tutte le persone, anhe se all’inizio quete tesse persone lo emarginavano dicendogli he era nero e parlavano male di lui, finhé un giorno, mentre entrava dentro il bar del paese, alcune persone gli dissero, come a prenderlo in giro “Ecco, siamo tutti, arriva queto nero!”, ma lui rispose “Dio mi ha voluto nero come ha voluto voi bianhi”. Chiaramente era rimato molto male. Secondo me, le persone he hanno detto queto dovrebbero vergognarsi; nel mondo di oggi molte persone sono ignoranti e prepotenti non rendendosi conto di quello he dicono o fanno; se qualcuno non fa riflettere quete persone, esse si comporteranno sempre in queto modo. Ora, però, Don Claudio è riuscito ad intaurare un buon rapporto con tutte le persone; quando al mattino va al bar per il cappuccino e la briohe, le persone lo salutano cordialmente e lui risponde con altrettanta cordialità. Quando celebra la Santa Messa in hiesa fa omelie molto profonde he fanno riflettere, anhe se le sue parole non sempre sono comprensibili, vito il suo italiano non ancora corretto. Da poco tempo ha preso la patente per guidare la machina; infatti appena arrivato in paese per andare a benedire le case o per fare altri giri, doveva sempre trovare qualcuno dispoto ad accompagnarlo; la sua machina è una Punto bianca. Don Claudio viene spesso a pranzo a casa mia; gli piace molto quello he cucina la mia mamma; appena finito il pranzo mia madre gli hiede se vuole prendere qualhe altra cosa e lui dice, dopo aver

mangiato molto, he non può prendere altro perhé ta a dieta! L’etate scorsa è andato al suo paese ed è ritornato a

Settembre, pohi giorni prima del matrimonio di mia cucina Barbara e Marco. Queto matrimonio è tato celebrato il 16 settembre, la Messa è tata officiata da lui e da un altro prete. E’ tata una cerimonia molto bella e commovente e Don Claudio ne è tato molto soddisfatto. A me queto prete piace molto perhé è in grado, con i suoi discorsi profondi, di aiutare le persone; inoltre è una persona simpatica he si sa relazionare con il paese.

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cultura e natura

Il coraggio di vivere Essere “persona umana” nel mondo contemporaneo richiede un impegno e una determinazione superiore a qualsiasi altra epoca della storia. Cosa possiamo fare per non perdere la speranza in noi stessi e negli altri? Ecco un piccolo vademecum. di Maria Torlini IL CORAGGIO

Le idee ispirate dal coraggio sono come le pedine negli scacchi, possono essere mangiate ma anche dare avvio ad un gioco vincente.

La parola data, concetto che un tempo si identificava con il valore intrinseco di chi se ne assumeva la responsabilità, è ormai un assunto in via di estinzione: si cambia continuamente ciò che si era precedentemente affermato in virtù di opportunità e di benefici, per la maggior parte individuali. Con questo bel panorama c’è davvero bisogno di tanto coraggio per vivere! VIVERE, SI, MA PER COSA?

Johann Wolfgang von Goethe

C

Da un certo punto in avanti non c’è più modo di tornare indietro, é quello il punto al quale si deve arrivare.

on il termine coraggio si intende: forza d’animo nell’affrontare il pericolo, nell’intraprendere imprese difficili, nel sopportare con serenità dolori e sacrifici. Franz Kafka Nei tempi andati la manifestazione di questa qualità era ben visibile nelle conseguenze, spesso fatali, che questo comportava. Sgombriamo un attimo la mente da tutte le incomSi moriva, infatti, per sopravvivere alle condizioni av- benze pratico-organizzative che ci strappano da noi verse ambientali ed alimentari, per una difesa territoriale, per una conquista di potere, per affermare e diffondere grandi ideali. Ancora oggi, in tutto il mondo, ci sono esempi di tal fatta ma, purtroppo, spesso gli obiettivi mutano e a volte paiono essere molto lontani da quelli citati in precedenza. Oggi, per dare eco alle proprie idee, si ammazzano persone innocenti o ci si fa saltare in aria per la propria salvezza nei cieli. Ci si avventura in labirinti finanziari incredibili, costruendo castelli di investimenti fittizi per il profitto di pochi a danno, devastante, di molti. La parola verità è stata resa priva di valore: tutti si riempiono la bocca affermando la propria verità e combattendo sistematicamente quella dell’altro.

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cultura e natura stessi e fermiamoci un momento a riflettere su alcuni punti prendendo lo spazio che ci serve. La vita di ciascuno di noi è un investimento importante, che parte con una dote ricchissima iniziale che occorre però saper bene amministrare. Quando siamo piccoli ci affidiamo all’amore e al senso di protezione che ci ispira la mamma, con la sua costante presenza e conferma rassicurante alle nostre conquiste e ai nostri progressi quotidiani. Questo ci ha reso felici da bambini e per ogni scoperta fatta in tenerissima età la nostra esplosione di gioia diventava palese e contagiosa anche per gli adulti che ci erano intorno… Durante l’adolescenza la naturale frizione con il mondo e i modelli degli adulti di riferimento, in un turbinio di emozioni contrastanti, dovrebbe aiutarci a confermare e rafforzare il nostro senso di identità. Una volta divenuti adulti e quindi autonomi, dovremmo essere in grado di mettere in piedi un progetto di vita che preveda la capacità di sviluppare una convivenza importante, dove sperimentarci come portatori di amore, che possa sfociare in un rapporto di coppia prima e una realtà familiare più ampia poi… Purtroppo oggi assistiamo all’interruzione continua di queste fasi evolutive, naturali e fisiologiche, a causa delle molteplici interferenze informazionali che raggiungono il nostro cervello sin dalla più tenera età. Il risultato è che invece di potenziare lo sviluppo del pensiero in senso umano: alto ed evoluto, dette informazioni lo distorcono, concentrandolo su mète effimere, facilmente saturabili e che poco contengono di ciò che un tempo veniva definito insegnamento di vita.

Questo stato di cose ha fatto sì che mentre nel passato il coraggio veniva coltivato per una azione perlopiù mirata verso minacce esterne, oggi, a ben guardare, la minaccia in senso lato si è spostata all’interno dell’individuo. Potremmo dire che questa qualità andrebbe potenziata anche e soprattutto verso l’interno poiché è divenuta esperienza comune vivere di paure a tutti i livelli. La conseguenza è che il senso di demotivazione e sfiducia sono in costante aumento… C’è paura per il diverso, c’è paura del domani, c’è paura di non essere all’altezza, c’è paura di non essere amati, c’è paura di perdere il controllo, c’è paura della paura, ecc. Paure che si instillano a tutte le età e che se non vengono filtrate e trasformate possono impedire all’individuo di vivere la sua vita, di esprimere al meglio la propria identità, scoprendo e verificando attraverso le esperienze che vive, le proprie certezze e le proprie sicurezze. PAURA

Il pauroso non sa cosa significa esser solo: dietro la sua poltrona c’è sempre un nemico. Friedrich Nietzsche La paura è una sensazione che si prova in presenza di un pensiero o di un pericolo vero o immaginato.

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cultura e natura Tutti siamo dotati di questo meccanismo di difesa biologico: senza la paura non avremmo la possibilità di fare valutazioni sull’entità di un pericolo che ci si pone di fronte per la prima volta e per il quale non siamo preparati perché non abbiamo esperienza in merito. Ciò significa che la paura in sé e per sé non è un fattore negativo ma nasce come prima risposta estrema per la nostra protezione. Il cervello, di fronte a questo tipo di stimoli, attiva tutta una serie di circuiti per permetterci di: percepire meglio l’ambiente acuendo le nostre capacità sensoriali; ricercare in memoria se ci sono conoscenze che ci possono essere utili; tenere pronto l’intero organismo ad una risposta immediata e della massima efficacia, ecc. Il problema sorge quando questo sistema di difesa naturale viene condizionato e portato all’eccesso a causa di traumi subiti (di qualsiasi natura, fisici e/o psicologici). In termini pratici significa che si rischia di sviluppare la paura della paura, scatenando allarmi mentali quasi parossistici. Nei tentativi più sofisticati di evitare il problema le nostre strategie cognitive cominciano ad elaborare un’infinità di ipotesi e situazioni astratte che, essendo logicamente corrette, rischiano di allontanare l’individuo dalla realtà e lo portano a produrre una elevata quantità di software (programmi) cerebrali che giustificano ogni comportamento di evitamento della paura. Questi atteggiamenti producono nel lungo termine effetti permanenti tanto che possono divenire parte integrante della nostra espressione personale. Il cervello, in questi casi, mette in atto un processo di razionalizzazione di tali comportamenti volto comunque a giustificare le paure. In tal modo si ha la tendenza a sentirsi sollevati, quasi liberati da un peso nel tentativo, riuscito, di superare la paura evitando il pericolo. Questo è quello che avviene all’interno di noi stessi e che si manifesta all’esterno come mancanza di coraggio. In realtà potremmo dire che in questo caso i nostri sistemi mentali mettono in atto una soluzione salvifica a breve termine la quale, però, non risolve il problema in quanto è certo che non essendo stato affrontato, questi si ripresenterà. Infatti l’effimero senso di sollievo che ne deriva agisce come un feedback positivo al comportamento attuato rinforzandolo ancora di più (“Il coraggio di vivere, quello, ancora non c’è…” recitava una famosa canzone di Lucio Battisti). Va da sé che si diventa vittime di un circolo vizioso

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perché, inconsapevolmente, rafforziamo il meccanismo di evitamento. CHE FARE?

Che gli uccelli dell’ansia e della preoccupazione volino sulla vostra testa, non potete impedirlo; ma potete evitare che vi costruiscano un nido. Proverbio cinese Oggi si insegna di tutto, ma per affrontare la vita non basta e non serve sapere tutto di tutto bensì occorre capire come si pensa e cosa si fa. Sembra un concetto banale ma non lo è in quanto il nostro cervello possiede una miriade di sofisticatissimi meccanismi di elaborazione delle informazioni che spesso costruiscono modelli logici che giustificano e rendono ragione di tutto ma solo sulla carta perché l’essere umano si ritrova frequentemente solo con se stesso e incapace di rinnovarsi nel proprio agire. Se facciamo un po’ di attenzione, ci ascoltiamo e ascoltiamo gli altri intorno a noi, scopriamo che le modalità con cui le persone entrano in contatto tra loro, a prescindere dal tema e dal livello trattato, sottostanno spesso alla stessa strategia: una critica senza appello (giudizi) e una sovrapposizione costante per emergere con le proprie ragioni a discapito di qualcun altro. Questa modalità non porta molto lontano. Nel nostro cervello ci sono sistemi di elaborazione del pensiero che sono estremamente più ampi e che consentirebbero di integrare ciò che c’è di buono in ogni posizione purché giri intorno ad un asse comune. Non di rado accade che le persone più sensibili e che magari hanno una visione più giusta di un certo aspetto, per paura di sbagliare o di non essere sufficientemente adeguati, non si esprimono, con grave perdita di un contributo importante per migliorare magari qualcosa. Il coraggio di vivere non è affatto assenza di paura: è la capacità di agire nonostante si provi paura. Essere coraggiosi comporta il riconoscimento della paura, neutralizzandone l’effetto paralizzante. Questa presa di posizione può farci acquisire sempre maggiore coraggio, attuando un circolo virtuoso: ogni esperienza che facciamo e che ci consente di sperimentare il nostro personale livello di coraggio ci aiuta a potenziarlo.

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cultura e natura

Ciò significa che è di fondamentale importanza riconoscere, con coraggio, i pensieri che di volta in volta formuliamo e farne una oculata disamina per individuare e trattenere ciò che ci sembra di buona qualità da quelli che potremmo definire spazzatura. I pensieri, ma anche le emozioni, di buona qualità, sono quelli che ci aiutano a riflettere sui nostri comportamenti secondo un parametro di giusto possibile. Solitamente questo parametro non è semplicemente esprimibile secondo una logica verbale, perché si manifesta e si esprime con una sensazione positiva di noi stessi. Ovvero quando ciò che facciamo o ciò che pensiamo o ciò che sentiamo anche emozionalmente (sia in senso positivo che di sofferenza) ci fa stare bene, perché ci fornisce un feedback positivo del nostro essere, del nostro vivere. Identificare i timori, dare un nome a ciò che ci frena, non negare le paure, riconoscerle senza alcun giudizio, provare semplicemente ad acquisirne consapevolezza è il primo atto di coraggio che dobbiamo

compiere verso noi stessi. Non esiste una ineluttabilità della paura. Da qui si può partire per elaborare un piano che ci consenta di superarla. Il coraggio, infatti, è innanzitutto un atteggiamento mentale, che poggia le sue fondamenta sulla pulsione genetica di avanzamento del proprio essere, che ci spinge cioè ad andare oltre per conquistare una mèta per cui valga la pena rischiare. Potremmo dire che il coraggio può essere espresso e coltivato e in quanto tale, richiede determinazione e costanza per divenire parte integrante della nostra configurazione personale. In questo modo la paura si trasforma da nemico a preziosa opportunità, in grado di focalizzare il contesto di intervento. L’intervento dovrà esser sempre graduale e su livelli praticabili, pena: risultati insoddisfacenti che generano delusione e ulteriore senso di sconfitta e demotivazione (impariamo a non strafare! Non si può fare tutto e subito...). Ogni piccolo successo contribuirà ad infonderci fiducia per affrontare ancora con maggiore entusiasmo il passo successivo. Il risultato finale si esprimerà con una effettiva crescita e affrancamento dal problema. La sensazione di crescita, che ci conferma che stiamo andando avanti, che non stagniamo sulle difficoltà, è una forza motrice portentosa che ci consente di condurre un’esistenza estremamente più intensa e colma di significato qualunque cosa facciamo. Da questo momento potremo effettivamente vivere la nostra vita in pienezza, come individui responsabili ed autodeterminati. Da questo momento possiamo assistere alla nostra rinascita psicologica poiché saremo capaci di scoprire e sviluppare le nostre potenzialità per imparare ad amare veramente la vita e raggiungere i nostri obiettivi. Da questo momento saremo protagonisti, guidando i nostri pensieri e le nostre azioni che, in quanto prodotto di una crescita ed una evoluzione, non potranno che essere migliori e non potranno che prendere parte alla vita intorno a noi cercando di migliorarla secondo valori riconoscibili utili da tutti. —————————————————————

Il coraggio non è l’assenza di paura, ma la consapevolezza che nella tua vita c’è qualcosa di più importante della paura. Ambrose Redman Maria Torlini Psicologa, Psicoterapeuta, C.T.U. del Tribunale di Roma, docente per le attività di formazione e aggiornamento in campo psicologico, neuropsicologico e psicoterapeutico. + mtorlini@gmail.com

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Alda Merini

Poesia

viene a sua insaputa e senza potersi opporre, dato che l’uomo poteva decidere per la moglie. Da qui inizia la sua via crucis, i tratameni crudeli e disumani subii nei manicomi-lager (tra i quali l’eletroshock), dove il “metodo” uilizzato, come tesimoniato dalla stessa poetessa, era semplicemente la “tortura”, spesso inflita con sadica e oscena soddisfazione da parte del personale infermierisico. Luoghi in cui la persona veniva demolita sistemaicamente fisicamente e psichicamente e i cui danni avevano spesso conseguenze irreparabili sui degeni. L’allontanamento delle sue figlie, perché ritenuta psicolabile, il ricordo di quanto vissuto nei manicomi e altre trisi vicende personali, minarono profondamente per decenni la sua salute mentale tanto da dover ricorrere, volontariamente, a nuovi ricoveri. La guarigione av-

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asce in una famiglia di umili origini e fin viene d’improvviso “Per me guarire è stato un modo

da ragazza manifesta dei malesseri inte- per liberarmi dal passato. Tuto è accaduto in freta… riori che la costringono a fare brevi sog- una maina mi sono svegliata e ho deto: che ci fac-

giorni in case di cura. Dei malesseri che, secondo la cio qui?” dichiara al giornalista di Repubblica, Antonio poetessa stessa, erano legai al suo essere donna e Gnoli. E’ questo il turning point di Alda Merini, inizia che, secondo noi, si infrangeva davani ai rigidi ste- a riprendere la sua aività, vince premi e diventa

reoipi femminili del tempo, i cui limii erano così ri- anche famosa. La poetessa muore, povera, il 1 nostrei da risultare oggi intollerabili. Entra per la prima vembre 2009, per la fesività di tui i Sani. volta in manicomio nel 1965 per aver dato in escandescenza contro il marito a causa dei gravi problemi economici e familiari. Il primo ricovero è coato, av-

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Poesia

Il mio passato

Spesso ripeto sottovoce che si deve vivere di ricordi solo quando mi sono rimasti pochi giorni. Quello che è passato è come se se non ci fosse mai stato. Il passato è un laccio che stringe la gola alla mia mente e toglie energie per affrontare il presente. Il passato è solo fumo di chi non ha vissuto. Quello che ho già visto non conta più niente. Il passato e il futuro non sono realtà ma solo effimere illusioni. Devo liberarmi dal tempo e vivere il presente giacché non esiste altro tempo che questo istante.

Alda Merini

DAllA

folliA AllA sAggezzA

pAssAnDo per lA poesiA Leggere la biografia di Alda Merini è di per sé un’esperienza coinvolgente ed appassionante che, al pari dei grandi romanzi, spinge a parteggiare per la protagonista, gioendo con lei della liberazione dal “male oscuro”, della realizzazione di ciò che più ama - la poesia - o della passione per il suo amato. Solo per aver vissuto la sua vita, senza resa, Alda Merini meriterebbe tuta la nostra ammirazione ma che, da tuto il male subito, sia riuscita ad estrarre i segrei dell’esistenza e ne abbia intriso i suoi versi - donandoli all’umanità, è la dimostrazione delle vete alissime che ha potuto raggiungere il suo generoso genio. Potremmo paragonarla a Watson e Crick e alla mappatura del DNA. Così infai ella mappa la vita, la mente e l’anima in tute le pieghe più nascoste e buie. Così la poetessa scende negli inferi e ne risale, lasciando preziosi riferimeni per chi, lungo il proprio

percorso personale, si fosse smarrito.

Ringraziamo il sito dedicato alla poetessa www.aldamerini.it da cui abbiamo trato noizie, poesie e il ritrato di Gianfranco Bagai (“tri-merini”) e cogliamo volenieri l’invito delle figlie a darne diffusione. Infine, una curiosità per gli internaui: digitando “Alda Merini” nella stringa di ricerca di Google si oterranno 271.000 pagine di risultai.

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cultura e natura

In natura non si spreca nulla, impariamo anche noi ... SPECIALE SFUSO E

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AMBIENTE

MINI CONFEZIONI? MAxI RIFIUTI

DI STAGIONE

Quando è possibile sarebbe meglio privilegiare l’acquisto di frutta e verdura sfusa o al banco, ai vassoi di polistirolo e alle vaschette preconfezionate che, non appena arrivati a casa, divengono immediatamente rifiuti. Inoltre i prodotti locali e di stagione sono più genuini e “inquinano” meno, perché percorrono meno chilometri per arrivare al negozio.

Più del 30% dei rifiuti urbani è costituito da imballaggi. Potremmo incidere positivamente in tal senso decidendo di acquistarne di meno, ad esempio preferendo le confezioni famiglia a quelli monodose o più piccole, che a confronto generano una maggiore quantità di rifiuti da imballaggi.

VUOTO A RENDERE

UN INVESTIMENTO CHE DURA NEL TEMPO

E’ un buon sistema che permette di riutilizzare la stessa bottiglia o contenitore di vetro (ad esempio i vasetti di marmellata, ecc.) decine di volte. Non genera rifiuto e si può ricorrere ai supermercati e alle ditte distributrici che lo recapitano a domicilio. Inoltre, nel vetro le bevande e i cibi si conservano meglio e sono decisamente più buoni.

I prodotti di qualità superiore sono più costosi all’inizio ma sono anche quelli che durano di più e si guastano meno. Ricorda che investire un po’ di più all’inizio quasi sempre ti fa risparmiare nel tempo.

LA BORSA GIUSTA

ACqUISTA I CONTENITORI UNA VOLTA SOLA

Ricorda di portare sempre da casa la borsa di stoffa o il carrellino, anziché acquistare ogni volta la borsa di plastica. Eviterai di accumulare tanti sacchetti che sono spesso inutili e contribuiscono solo ad aumentare la produzione di rifiuti. Alcune catene di distribuzione e supermercati hanno già avviato una sensibilizzazione in tal senso

Non gettare il flacone del detersivo vuoto: acquistando le ricariche concentrate da diluire con l’acqua, si acquista sicuramente meno plastica. Inoltre, alcuni negozi dispongono di dispenser per ricaricare direttamente il flacone. Detersivo a rifiuti zero.

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cultura e natura

ETNEIBMA ELAICEPS PERCHé NON RIPARARE?

MEGLIO RICARICABILI

Non molti anni fa era una pratica comune quella di aggiustare le cose, dai vestiti, ai mobili, agli oggetti di uso comune fino agli elettrodomestici. Oggi spesso preferiamo buttare l’oggetto rotto e acquistarne uno nuovo. A volte riparare costa meno e permette di usare più a lungo gli oggetti, generando anche meno rifiuti da smaltire. Inoltre, rivolgendosi per la riparazione agli artigiani presenti nel territorio, contribuiremmo a sostenere l’economia locale.

Le pile che utilizziamo per apparecchi portatili, possono contenere cadmio e piombo ed altre sostanze inquinanti. Utilizzando le pile ricaricabili possiamo diminuire il numero di pile esauste da smaltire e alla lunga, anche risparmiare sul loro acquisto.

PANNOLINI ECOLOGICI

LATTE SEMPRE FRESCO E NATURALE

Alcuni dati stimano che in media, un bambino moderno consuma circa 6 pannolini al giorno. Il consumo nei primi tre anni di vita corrisponde quindi, a circa una tonnellata di rifiuto non riciclabile. Se si pensa inoltre, che la spesa media per ogni figlio per i pannolini usa e getta è di circa 1500 euro contro i 500 euro per un kit completo di quelli lavabili, con i pannolini ecologici il risparmio è assicurato.

La vendita di late crudo tramite distributori automatici dislocati sul territorio è un fenomeno sempre più diffuso. Il latte crudo è più ricco di proteine e vitamine rispetto a quello pastorizzato. E’ inoltre più saporito del latte confezionato perché più ricco di grasso non omogeneizzato. E l’ambiente? Ci guadagna! Saltando alcuni passaggi di imbottigliamento e trasporto, vengono prodotti molti meno imballaggi, oltre a ridurre il prezzo del latte.

RECUPERO DEL VERDE

CHI CERCA TROVA…

Il verde che rimane dopo i lavori di giardinaggio non è un rifiuto da smaltire. Grazie al compostaggio, si eviterebbe la scomodità di doverlo portare in eco piazzola ed è possibile gestirlo comodamente a casa propria, utilizzandolo come concime naturale secondo le proprie esigenze.

Se abbiamo un oggetto o un vestito che non usiamo più, o se cerchiamo qualcosa di prezioso e particolare, i mercatini dell’usato sono luoghi dove poter fare ottime vendite e acquisti convenienti. Anche un giocattolo, invece di diventare rifiuto, può fare felice un altro bambino!

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Aforismi E’ comune defetto degli uomini, non fare conto, nella bonaccia, della tempesta.

E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio. Albert Einstein

Senza entusiasmo non si è mai compiuto niente di grande.

Niccolò Machiavelli

R.W. Emerson

Per comprendere le esperienze che la Vita ci offre bisognerebbe tener conto del fatto che le stesse, viste solo troppo da vicino o solo troppo da lontano, e per lungo tempo, non si vedono ugualmente bene. Ogni tanto occorre fare qualche escursione a distanze diversificate... Anonimo

Guida pratica alla scienza moderna: se è verde o si muove, è biologia. Se puzza, è chimica. Se non funziona è fisica. Artur Bloch

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare. Seneca

L’anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci, soprattutto perché provi un senso di benessere quando gli sei vicino.

Fa più rumore un albero che cade rispetto ad una foresta che cresce. Lao Tse

Charles Baudelaire

Per entrare nella “migliore” società, oggi, bisogna servire buone colazioni alla gente, divertirla e scioccarla: nient’altro! Oscar Wilde


cultura e natura

Acqua, un diritto universale “Il più importante elemento necessario affinché a ognuno sia assicurato il diritto umano universale a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia” (art. 25- Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo).

S

essant’anni dopo, l’ultimo Forum internazionale sull’acqua di Istanbul aveva parlato ancora di bisogno fondamentale, non di “diritto inalienabile”. Il primo fa capo ad una richiesta che viene dalla persona, ed è quindi essa stessa a dover trovare la maniera per soddi sfarla. Il secondo coinvolge un impegno pubblico e politico, e implica una responsabilità collettiva. Nel ventunesimo secolo, l’oro blu che attira i mercati, sospinge gli eserciti intorno ai grandi bacini idrologici e arma i nuovi conflitti, non è ancora un bene comune cui ha accesso tutta l’umanità.

Un bambino nato in un paese industrializzato consuma acqua da 30 a 50 volte più di un bambino di un paese in via di sviluppo.

Secondo diversi studi, entro il 2025 è destinato a salire a 3,5 milioni il numero di persone che non avranno accesso alla risorsa più preziosa del millennio, generando crisi idrica di proporzioni enormi. Ciò si traduce in una disponibilità pro capite annua inferiore a mille metri cubi. Sotto questa soglia lo sviluppo e la salute di un paese sono fortemente ostacolati. Al di sotto dei 500 metri cubi pro capite la so-

pravvivenza della popolazione è gravemente compromessa. IN UN TEMPO DI CRISI VARIE SI AFFACCIA ANCHE L’EVENTUALITà DI UNA CRISI IDRICA. Diverse le cause, tutte, però, più o meno riconducibili allo sfruttamento dell’uomo:

Si calcola che il 65% dei consumi totali di acqua siano imputabili all’agricoltura, l’attività che più idrovora in assoluto, anche più dell’industria (per produrre una tonnellata di cereali sono necessarie mille tonnellate di acqua). Non solo le zone irrigate sono raddoppiate dagli anni Sessanta ad oggi, ma i metodi utilizzati comportano una dispersione inutile di risorse idriche. L’irrigazione è spesso a pioggia, continua, non limitata ai mesi estivi e utilizzata per far crescere le colture più velocemente e con una taglia maggiore anche in zone aride e in periodi di siccità. A pagare le conseguenze della scarsità di acqua è l’intero pianeta terra. Se gli esseri umani soffrono la sete, le altre specie viventi rischiano l’estinzione. Come dimostra il Living Planet Index 2002, che misura lo stato di salute degli ecosistemi e della biodiversità, il mondo ha già perso più della metà della biodiversità degli ecosistemi di acqua dolce dal 1970 al 2000, più che per quelli terrestri e marini.

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cultura e natura POLITICHE IN ALTO MARE. “22 MARZO GIORNATA MONDIALE DELL’ACqUA”. Nel 2002 “Il Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile” di Johannesburg fissava i Millennium Development Goals, gli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Alla settima posizione c’era ridurre della metà la percentuale di popolazione senza un’accesso sostenibile all’acqua potabile e agli impianti idrici di base entro il 2015. Restano ancora 5 anni per raggiungere la mèta. Dieci anni prima di Johannesburg si era tenuto a Rio de Janeiro il Primo Summit della Terra. Il periodo 1981-90 era stato dichiarato “Decennio Internazionale dell’Acqua Potabile e del Risanamento”, con l’obiettivo di portarla a tutta la popolazione mondiale entro il 2000. Siamo ancora ben lontani dall’obiettivo. Alla conferenza di Rio venne scelto il 22 marzo per istituire la Giornata Mondiale dell’acqua. Diciassette anni dopo, il World Water Forum di Istanbul continua ad ignorare la nozione di diritto universale e inalienabile di accesso all’acqua. Da bene comune a bene economico, merce. Le politiche di privatizzazioni adottate da numerosi stati impongono un prezzo di mercato ad una risorsa vitale, a discapito soprattutto delle fasce sociali più deboli, a basso reddito o povere, nel sud come nel nord del mondo. Nelle regioni che già soffrono per l’assenza o insufficienza di infrastrutture l’acqua è diventata il nuovo petrolio. Intorno ad essa dilagano i conflitti, come sottolinea l’economista indiana Vandana Shiva in “Le guerre dell’acqua”. Nelle zone più aride la questione idrica ha da sempre alimentato le ostilità lungo i bordi dei bacini idrologici, trasformando il controllo delle risorse in una strategia per colpire l’avversario. L’acqua è anche un problema di democrazia. Questa è la situazione nei paesi in via di sviluppo, spesso oppressi da regimi nazionalisti e dittatoriali.

AMERICA A marzo del 2009, nel corso del “G8 Farmers Meeting” organizzato proprio in occasione della Giornata dell’acqua, la Coldiretti ha lanciato l’allarme: un quarto della produzione alimentare mondiale potrebbe andar perso entro il 2050, anche a causa della scarsità

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l’acqua è la principale componente del corpo umano Il corpo umano è immerso nell’acqua, dalla più piccola cellula he è compota principalmente da acqua e he è avvolta da un ambiente acquoso, all’organismo nella sua interezza. Il corpo di una persona adulta è compoto per circa il 65% di acqua he è equivalente a 45 litri. La percentuale più alta di acqua si ha nel giovane uovo multicellulare subito dopo la fecondazione: il 90%; nell’embrione la percentuale è dell85%; nel neonato dal 75 all’85%. In un quarantenne dal 60 al 70%. A causa della ridotta capacità di smitamento degli impulsi sensoriali diminuisce la sensazione della sete nell’età avanzata, il he rishia di provocare disidratazione in quanto l’attività cellulare rallenta a causa della carenza di apporto di acqua. Se il contenuto di acqua nella cellula scende sotto il 50% i processi vitali si paralizzano, spesso anhe in modo irreversibile. Congiuntamente per l’insufficiente assunzione di acqua le sotanze tossihe vengono espulse solo parzialmente e sovente, in età avanzata, queto procura l’innalzamento della pressione degli zucheri e del coleterolo nei vasi, he diventano meno elatici. E’ facile allora intuire l’importanza dell’acqua sia dal punto di vita quantitativo he qualitativo per un perfetto funzionamento dell’organismo umano. L’uomo durante la sua vita beve circa 25.000 litri di acqua per il mantenimento delle sue funzioni biologihe e delle trutture organihe. Tutti i sitemi organici sono in contatto con l’acqua: -circolatorio -urogenitale -respiratorio -digetivo -nervoso -sensoriale ognuno di essi è a suo modo dipendente dall’acqua, ma anhe il tessuto dipende da essa così come ogni singola cellula è acquadipendente. i liquidi corporei più acquosi sono il liquido cerebrale e il midollo osseo con il 99%, il plasma sanguigno segue con 85% e il cervello he ne ha il 75%. Altri dati da evidenziare sono: latte materno con 87% reni, 83%, cuore 79% polmoni..solamente queti valori ci dovrebbero convincere quale importanza ha l’acqua pura e libera da sotanze tossihe per la notra vita.

di acqua. Quella buona per usi domestici manca anche negli Stati Uniti, dove la crescita economica ha devastato il funzionamento normale di rinnovo naturale delle risorse dei bacini idrogeologici e ne ha distrutto la qualità: gran parte dell’acqua dolce disponibile in Nord America viene utilizzata per la coltivazione di

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cultura e natura cereali destinati all’alimentazione animale: il risultato Acqua è che le falde acquifere del Midwest e delle Grandi Pianure si stanno rapidamente esaurendo. Alcune città e quartieri residenziali hanno subito razionamenti E l’acqua zampillò dalla sorgente, d’acqua, con forti limitazioni all’uso domestico e in- - Che vuoi per dissetarmi? – dustriale. Le hiese un fiorellino. Dalle falde della San Joaquin Velley viene attinta - Niente! – acqua ad un ritmo che supera la capacità di rigenerE l’acqua del ruscello azione di 2000 miliardi di litri all’anno. Numerosi torrenti e fiumi che attraversano le praterie sono ridotti per la scesa del monte profumato a rigagnoli, o completamente disseccati, a causa del- giunse a un campo di grano appena l’eccesso di pascolo, dell’erosione del suolo e della nato, desertificazione. Tutto questo con buona pace delle - Che vuoi per dissetarci? – normative tributarie federali. In New Mexico, Texas Le hiesero vocine fiohe fiohe. e Kansas, il proprietario di un terreno ha diritto di E l’acqua si donò dicendo: -Niente!sfruttamento totale della falda acquifera sottostante. Si compensa così il fatto che i costi di pompaggio au- Il grano maturò, si fece spiga, mentano con l’abbassamento del livello di trivel- e l’acqua ora danzava nel mulino lazione per raggiungere la falda. - he vuoi per macinarci? – Dall’Africa alla Cina, dagli Stati Uniti all’Europa nes- Ancora: Niente! – sun luogo è immune dalla crisi idrica. Come fa notare l’Institut Europèen de Recherche sur la Politique de l’Eau non è un problema di penuria fisica, bensì economica. Una delle ragioni principali del non accesso M. Comassi all’acqua per miliardi di persone non è, infatti, la man- In tutta Europa canza di questa risorsa nelle regioni dove abitano, ma la povertà. L’impossibilità di accedere alle tecnologie che permetterebbero di disporre di questo bene. La carenza di risorse idriche coinvolge dunque il sud del pianeta quanto il nord. EUROPA L’Occidente, però, è anche soggetto di uno strano controsenso, il cosiddetto “paradoxe de l’oeu”: pur essendo una risorsa vitale ed esauribile, si continua a sprecarla. Il paradosso dell’acqua: il 16% della popolazione europea non ha accesso all’acqua potabile. L’11% di essa e il 17% dei suoi territori sono stati affetti da scarsità. Negli ultimi trent’anni la siccità è costata agli stati europei 100 miliardi di euro. E tuttavia, una recente relazione dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) conferma che in molte parti del continente l’utilizzo dell’acqua è insostenibile. Secondo il documento “Water resources across Europe – confronting water scarcity and drought” (Risorse idriche in Europa – affrontare il problema della carenza idrica e della siccità) nel sud dell’Europa continuano a sussistere i maggiori problemi dovuti a carenza di acqua, ma lo stress idrico è in aumento anche in alcune regioni del Nord.

Tuttavia questi dati mascherano notevoli differenze nell’utilizzo settoriale di acqua nell’intero continente. Nell’Europa meridionale l’agricoltura impiega il 60% dell’acqua estratta e in alcune zone anche l’80%. La domanda d’acqua nell’area Mediterranea è raddoppiata negli ultimi 50 anni, e le proiezioni non sono incoraggianti: si ridurranno ulteriormente le precipitazioni, mentre i consumi aumenteranno del 25% entro il 2025. Soprattutto nei paesi delle coste Est e Sud del Mediterraneo, in particolare Egitto, Turchia e Siria. PIOVE SEMPRE MENO I fenomeni della siccità in queste regioni sono peggiorati dall’uso dell’irrigazione in agricoltura, sostenuto dalle politiche comunitarie. Le sovvenzioni dell’UE e dei governi nazionali hanno incoraggiato l’abbandono di colture meno bisognose di acqua (per esempio l’ulivo e gli agrumi) agevolando invece colti-

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cultura e natura vazioni irrigue come il mais e la barbabietola da zucchero. In Europa, le acque di superficie (laghi e fiumi) forniscono l’81% del totale delle acque dolci estratte e rappresentano la fonte idrica principale per l’industria,l’energia e l’agricoltura. L’approvvigionamento idrico pubblico, invece, dipende principalmente dalle acque sotterranee, perché di migliore qualità. Il problema è che quasi tutta l’acqua utilizzata nella produzione di energia è restituita ad un corpo idrico, tranne quella estratta per l’agricoltura. In Europa la gestione delle acque fa temere la crisi idrica per una serie di questioni mai risolte. La più importante è la mancanza di un’autorità riconosciuta, che possa realmente governare la politica dell’acqua a livello di bacino idrografico, ripartendo in modo sostenibile la risorsa per ogni uso. Occorrerebbe dunque ridare autorevolezza alle autorità di bacino, gli enti deputati al governo dell’acqua. L’Italia non rischia la penuria di questa risorsa, almeno per il momento. Nel nostro paese, quotidianamente, si perdono dalle condutture 104 litri d’acqua per abitante, pari al 27% di quella prelevata. Eppure, 1/3 dei cittadini non ha un accesso regolare e sufficiente alla risorsa idrica: 8 milioni non hanno l’acqua potabile e 18 milioni la bevono non depurata. E mentre circa il 15% della popolazione totale ogni estate è sotto la soglia minima del fabbisogno id rico e il 36% del territorio siciliano è desertificato, 95 milioni di litri di acqua vengono usati ogni anno per l’innevamento artificiale.

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in più, a fronte di un servizio che rimarrà pressoché identico. Quanti privati saranno, infatti, disposti , a investire miliardi di euro per il completamento e la manutenzione delle infrastrutture del servizio idrico? DA BENE COMUNE A BENE PRIVATO: LA LEGGE IN ITALIA Privatizzare, però, diventerà a breve una necessità per rispettare la legge. Il via libera definitivo al decreto Ronchi è arrivato lo scorso novembre. La riforma dell’acqua, passata anche alla Camera con 302 voti favorevoli e 263 contrari, è dunque legge e comporterà la privatizzazione della sua gestione. La norma prevede due modalità in via ordinaria ed un’altra in via straordinaria. Si stabilisce così che la gestione del servizio idrico debba essere affidato ad un soggetto privato scelto tramite gara ad evidenza pubblica, oppure ad una società mista (pubblico-pri-

vato), nella quale il privato sia stato scelto sempre con gara. Terza ipotesi, ed è il caso straordinario, la gestione del servizio idrico può essere affidata (“in casi eccezionali”) in via diretta, cioè senza gara, ad una società privata o pubblica. In questa eventualità, però, si deve in primo luogo trattare di una società in house, ossia una società su cui l’ente locale esercita un controllo molto stretto; in secondo luogo, l’ente locale deve presentare una relazione all’Antitrust in cui motiva la ragione dell’affidamento senza gara. Infine, l’Antitrust deve dare il proprio parere. L’articolo 15 della legge Ronchi, in particolare, da un lato ribadisce come la proprietà dell’acqua sia pubblica; dall’altro però, manda in pensione tutte le gestioni house entro il 31 dicembre 2011. A meno che entro questa data la società che gestisce il servizio non sia per il 40% affidata a privati. Gli enti locali, insomma, dovranno mettere sul mercato l’acqua.

Tuttavia l’instabilità normativa che riguarda il settore di servizi pubblici locali e in particolare l’acqua, rende difficile l’avvio delle opere ed il reperimento delle risorse finanziarie. La privatizzazione della gestione dell’acqua prevista dal Decreto Ronchi non ha fatto che peggiorare la situazione. A dimostrarlo sono le stesse cifre del rapporto Blue Book, che ha confrontato per il 2009 le tariffe tra gestioni private e in house. Le prime sono aumentate del 12% rispetto alle previsioni. Nel secondo caso il dato è rimasto praticamente costante (solo l’1% in più). La privatizzazione dell’acqua, infatti, non influisce ACqUA E AFFARI tanto sulla qualità del servizio quanto sull’aumento In Italia, tuttavia, l’oro blu è già per certi versi una delle tariffe. Le stime per il futuro parlano di un 35%

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cultura e natura merce, che alimenta un business da più di 5 miliardi e mezzo di euro all’anno: quello delle acque minerali. Nel mondo si consumano 120 miliardi di litri di acqua imbottigliata, con un mercato che vale circa 80 miliardi di dollari. L’Europa Occidentale consuma 1/3 del totale, pur avendo solo il 6% della popolazione mondiale, e produce circa 38 miliardi di litri (33,7 acque minerali e 4,1 di acque di sorgente). Nel mercato mondiale l’Italia si colloca al terzo posto per consumi pro capite, con 205,6 litri (dopo Emirati Arabi e Messico) e 240 bottiglie per famiglia l’anno. Ma il made in Italy la fa da padrone anche nella produzione mondiale di minerale, con 325 marche e 192 fonti di approvvigionamento. Un’industria importante che dà lavoro a 7.000 addetti e imbottiglia 12 miliardi di litri, di cui oltre 1 miliardo esportato, pari al 10% della produzione. Per trasportare l’acqua minerale prodotta ogni anno servono 1.000.000 di Tir, che contribuiscono in modo significativo all’effetto serra: 350.000 sono le tonnellate di pet da smaltire per le bottiglie consumate, 665.000 le tonnellate di petrolio prodotte e 910.000 quelle di CO2 emesse nell’atmosfera. Per non parlare dell’assurdo peregrinare di bottiglie da Nord a Sud del paese. Capita, infatti, che in Sicilia bevano l’acqua minerale del Trentino o della Lombardia. Se l’impatto ambientale è notevole, quello economico non scherza. L’acqua del rubinetto, infatti, costa in media 0,001 euro a litro, a fronte dei circa 26 centesimi di euro della minerale. Si spendono, per quest’ultima, dalle cinquecento alle 1000 volte in più. Nonostante ciò gli italiani continuano a bere dalla bottiglia, spesso preferendola al rubinetto. In alcune regioni si arriva addirittura ad usare solo acqua imbottigliata. Poco, infatti, si sa di quella che arriva nelle nostre case, prelevata per la stragrande maggioranza (85%) dalle falde sotterranee. Si tratta dunque di quella più sicura, rispetto al 70-80% prelevato nel resto d’Europa dai fiumi e dai laghi. ACqUA A CHILOMETRI ZERO: LA MOBILITAZIONE TARGATA SOLIDARIETà E COOPERAZIONE – CIPSI

Italiano per il Contratto mondiale dell’acqua, promotore di un Manifesto. (www.cipsi.it).

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Onu, accesso acqua è “Diritto umano”: www.un.org/en/documents Dossier Acqua 2010. CIPSI: www.cipsi.it Il corpo umano. www.ecoline-fo.com/corpoumano.php

La società civile si mobilita a difesa delle sue fonti. Da cittadini, enti locali, associazioni, comuni, sono nate una serie di iniziative per difendere l’acqua del rubinetto, ma soprattutto ripubblicizzare un bene comune che rischia di diventare privato. E’ il caso di Solidarietà e Cooperazione-Cipsi (Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale), che ha lanciato la Campagna pluriennale “Libera l’Acqua” e la Carta Etica dell’Acqua. Il coordinamento è anche tra i sostenitori del Comitato CN n. 1 2010

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Musulmani in Europa Così estranei da non poter essere europei? Sintesi tratta da un articolo del presidente di Intersos, Nino Sergi.

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ino Sergi illustra la situazione attuale partendo dai dati demografici della presenza dei musulmani in Europa, che sono in totale 35 milioni, e in Italia, circa 1 milione, che tradotte in percentuale sono pari il 5% della popolazione europea e all'1,7% della popolazione italiana. Mentre a livello mondiale la percentuale sale vertiginosamente al 23% corrispondente a circa 1,5 miliardi di persone di fede islamica. L’analisi prosegue sottolineando che la presenza dei musulmani in Europa ha origini antiche risalenti all'VIII-IX secolo. Di questo periodo, sebbene caratterizzato da tinte chiaro-scure e rimozione da parte dei dominati, sono rimaste notevoli tracce che testimoniano il notevole contributo culturale apportato alle popolazioni (Spagna e Sicilia). Dal XV secolo ai primi decenni ‘900 la presenza islamica si afferma in maniera cruenta con l’espansione dell'impero Ottomano verso l'Europa Orientale, dove però non sembra rappresentare un problema l'appartenenza a diverse fedi religiose. Nella seconda metà del ‘900, a partire dagli anni'60, la migrazione avviene principalmente per la ricerca di lavoro. Mentre negli anni '80 il fenomeno inizia a complicarsi perché tra i migranti islamici sono presenti anche rifugiati politici e illegali. Per tutta questa serie di motivi, secondo Nino Sergi, la comunità musulmana non è un corpo unico, ma multiforme, composta da pluralità di etnie, culture e civiltà che, nonostante l’immagine esteriore di unitarietà, presenta diverse anime e profonde divisioni al suo interno. Tra le principali diversità che coesistono nel mondo islamico si possono individuare in primo luogo quelle tra Sunniti (90%) e Sciiti (10%).

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Si distinguono poi una serie di posizioni che vanno dalle più intransigenti rappresentate dai Salafiti e dai Wahabiti che vogliono “islamizzare la modernità” - a cui appartengono i gruppi più estremisti e violenti - a quelle più moderate che dichiarano di voler “modernizzare l’Islam” tra cui spicca Tariq Ramadan, uno degli esponenti più noti ma anche discussi. E proprio a questa richiesta di modernizzazione, di visibilità e di accettazione che l’Europa sembra non saper rispondere, in parte perché la sua stessa identità è multiforme e agisce in maniera non unitaria, in parte perché è diffidente. A questo proposito Nino Sergi ritiene che per superare la reciproca diffidenza e costruire una convivenza pacifica tra Islam e Europa: “occorre stabilire canali di ascolto e di dialogo, in un confronto franco e rigoroso ma da sviluppare con reciproci riconoscimento e attenzione e reciproca disponibilità all’ascolto e alla comprensione. Se nell’immediato la chiusura/rifiuto può dare un’effimera impressione di compattezza e forza, le conseguenze sul tessuto europeo, nel lungo periodo, sarebbero disgreganti.” Per poterci predisporre all’ascolto e alla reciproca comprensione, il presidente di Intersos sostiene che:

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cultura e natura “E’ indispensabile, in ogni caso, che sia sempre mantenuta una netta distinzione tra l’Islam, come religione viva … e le devianze e strumentalizzazioni dell’Islam a fini non religiosi ed in particolare terroristici. Mantenere confusione tra queste due realtà, come troppo spesso avviene, comporta l’impossibilità

di ogni confronto e di ogni convivenza. Peggio ancora, confonderle intenzionalmente, al fine di alimentare divisione, timore e odio, potrebbe rappresentare un’azione criminale da perseguire senza alcuna esitazione.” Questa distinzione ci aiuta a capire che non è possibile affrontate due problemi con le stesse modalità; perché trattare tutti gli immigrati musulmani come terroristi crea in questi un senso di frustrazione, risentimento e odio (ereditato anche dal passato colonialismo e dalle più recenti guerre di “esportazione della democrazia”) che finisce per alimentare proprio le fila dell’estremismo e del terrorismo. D’altro canto dobbiamo tenere presente che anche le persone musulmane sono soggette allo stesso meccanismo di generalizzazione verso il mondo occidentale, così da cadere, altrettanto facilmente quanto noi, nelle spirali dell’ostilità e del pregiudizio. Un altro punto importante da rilevare è che la migrazione a carattere musulmano si differenzia notevolmente da quella di origine europea. Mentre da parte degli europei (italiani, ispanici, portoghesi, ecc…) è forte la tendenza all’assimilazione con il paese ospitante per cui le tradizioni culturali, nazionali, religiose sono coltivate in un ambito privato, gli immigrati musulmani esprimono un forte desiderio di manifestazione della propria identità religiosa che si estremizza proprio laddove maggiore è l’emarginazione e il rifiuto. Dalla ricerca di affermazione e accettazione poi nasce una forte istanza di riconoscimento ufficiale e di spazi pubblici dove esternare la propria identità religiosa. Questa diversa modalità è determinata dal senso di

MOVIMENTI RELIGIOSI E POLITICI ISLAMICI SUNNITI: Il nome deriva da sunnah che significa “tradizione” e sunniti sono pertanto i musulmani che si riconoscono nella tradizione e costituiscono la corrente maggioritoria. I sunniti riconoscono autorità religiosa solo alla comunità dei fedeli. SCIITI: il nome deriva da “shì’a”che in arabo significa “fazione, partito” e indica coloro che, nelle lotte per la successione seguite alla morte di Maometto, appoggiarono ‘Ali, cugino e genero del Profeta, affermando che egli era il più meritevole di essere il capo (imam) della comunità dei fedeli. La comunità sciita è strutturata secondo una precisa gerarchia religiosa, al vertice vi è l’imam, e nella quale hanno un ruolo rilevante gli ayatollah (“segni di Dio”). Per gli sciiti è di grande importanza la tragedia di Kerbala (680 d.c.), dove venne ucciso il figlio di ‘Ali, Husayin con tutta la sua famiglia. Questo fatto, che viene interpretato come l’esempio di un martirio sulla via di Dio, influenza fortemente la religiosità sciita che considera il martirio come un’opportunità fortunata per testimoniare la propria fede. WAHABITI: Il wahabismo è di fatto il movimento storicamente all’origine della moderna ultra-ortodossia islamica. Esso nasce nel 1744 dall’incontro e dalla successiva alleanza tra il predicatore fondamentalista Ibn Wahab e un emiro della penisola araba, Muhammad Ibn Saud. Le idee del primo fornivano la giustificazione ideologica per le azioni del secondo, in particolare per l’imposizione di una severa disciplina e per una jihad permanente anche nei confronti delle altre tribù e città arabe allo scopo di unificare la penisola. DEOBANDI: Il movimento religioso musulmano deobandi è nato in India come reazione al colonialismo inglese e alla contaminazione occidentale della tradizione musulmana. Esso deriva il proprio nome dalla località di Deoband, dove nel 1867 venne fondata la madrassa Dar-ul-Ulum. Il pensiero deobandi è caratterizzato da una stretta aderenza alla sunnah, la tradizione del Profeta Muhammad, sostiene la necessità di applicare la shar’ia, la legge islamica, e si ispira alla tasawwuf, la spiritualità delle confraternite mistiche sufi. L’ideologia deobandi è all’origine del movimento talebano e del suo modo di intendere e di applicare l’islam. La deriva più radicale dell’islam pakistano ed afghano è stata molto influenzata dagli aspetti più radicali dell’ideologia wahabita saudita. SALAFITI: Il movimento salafita (dal termine arabo salaf, che significa, antenato, predecessore) è proprio dell’islam sunnita è spesso collegato oggi con il wahabismo. Ha avuto in origine un carattere esclusivamente “letterario”, concretizzatosi poi dal punto di vista della teorizzazione e dell’azione politica attraverso il movimento dei Fratelli Musulmani. L’ideologia salafita era in origine convinta che il ritorno ad un islam puro e il rifiuto di una “occidentalizzazione”

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cultura e natura estraniazione dei musulmani in Europa. Quindi, fermo restando il diritto alla sicurezza, per Nino Sergi, i paesi europei dovrebbero cambiare la loro politica d’immigrazione e riconoscere ai musulmani gli stessi diritti e doveri che hanno tutti i cittadini per “rafforzare il loro senso di appartenenza alla comune casa europea”. Al contrario alcuni esponenti politici dei paesi europei sembrano cavalcare l’onda della xenofobia, strumentalizzandola per fini elettorali. Il problema dell’immigrazione, invece, andrebbe affrontato con un’ottica diversa proiettata oltre l’attuale contingenza :“Una particolare attenzione va data ai figli di immigrati che vivono in Italia e, in buona parte vi sono nati e vi rimarranno. Fanno parte del nostro futuro e dobbiamo far di tutto per farli sentire fieri di essere romani, milanesi, torinesi, bergamaschi, italiani, pur mantenendo l’orgoglio delle loro origini… Negare questo sentimento e questo bconvincimento, solo per scelte di tipo burocratico-prudenziale, rappresenta per questi giovani, almeno per quelli convinti, una ferita, difficile da rimarginarsi, e forse inguaribile.” Oltre alla necessità di destinare più risorse e più attenzione ai problemi dell’integrazione degli immigrati musulmani, per coloro che hanno accettato i nostri valori e si sono integrati nella nostra società, andrebbero riconosciuti maggiori diritti, in particolare quello della cittadinanza e quello del voto, così da suggellare a tutti gli effetti, lo status di membri di questa società. Ma tutto questo da solo non basta. Ci si dovrebbe adoperare su più livelli, quali ad esempio quello di una maggiore attivazione delle amministrazioni locali sul tema dell’integrazione oppure, sul piano dell’istruzione, istituire centri di alta formazione teologica ed umana degli imam, che in Italia mancano totalmente, al fine di evitare che sia lasciato spazio ad influenze esterne o a imam impreparati e faziosi. Il presidente di Intersos infine ribadisce che: “…l’integrazione non è un processo unilaterale, che riguarda solo lo straniero: essa deve muoversi in due direzioni, comportando un adattamento reciproco tra il territorio che ospita e chi viene ospitato. Adattamento che, per chi sa viverlo, non significa perdita, ma arricchimento delle proprie identità…”

massiccia e spesso imposta dall’alto avrebbero portato ad una democratizzazione della società e ad un miglioramento delle condizioni di vita della massa dei musulmani. Il salafismo trovò poi uno sbocco apertamente violento soprattutto nell’area del Maghreb FRATELLI ISLAMICI: nasce in Egitto nel 1928, è una delle più importanti organizzazioni islamiche con un approccio di tipo politico all’Islam. L’organizzazione si è rapidamente sviluppata fino a diventare un grande movimento popolare che raggruppa centinaia di migliaia di membri con l’obiettivo di portare i musulmani sulla vera strada dell’islam. Da essa nascono diversi movimenti integralisti che per affermare il loro pensiero sfociano nella violenza. Tra questi ricordiamo il gruppo della Jihad Islamica, movimento integralista fondato da alcuni giovani militanti che negli anni 70 decisero di staccarsi dalla Fratellanza accusata di avere orientamenti troppo pacifici. HAMAS: parola araba per “fervore” e che è nello stesso tempo acronimo di Harakat al Muqawama al Islamiya, (Movimento di Resistenza Islamica). Nasce come costola palestinese della Fratellanza Islamica intorno agli anni 50. Inizialmente persegue due linee d’azione: la prima prospetta una società fondata sulla sharia e un processo di islamizzazione attraverso il risveglio religioso e la creazione di istituzioni islamiche in ambito culturale, educativo ed economico. La seconda linea invece più radicale prevedeva un’instaurazione forzata della legge islamica e una concentrazione di tutti gli sforzi nella lotta armata contro Israele. HEZBOLLAH: Il Partito di Dio, rappresenta uno dei più importanti partiti politici in Libano e uno tra i più innovativi movimenti degli sciiti nel mondo. Nacque nei primi anni settanta come una corrente religiosa, si trasformò in seguito in un movimento di resistenza poi in un movimento combattente e infine un vero e proprio partito politico in Libano nei primi anni novanta. Rispetto ai movimenti sunniti dei Fratelli Musulmani, gli sciiti rappresentano la parte più svantaggiata della società libanese.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Per una lettura integrale dell’articolo segnaliamo il link dell'organizzazione: http://www.intersos.org/Integrazionemusulmani.pdf . Altre fonti http://www.senato.it/lavori/21418/38737/genpagina.htm http://presentepassato.it

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“Farmaci e sicurezza dei pazienti” Il Ministero della salute ha elaborato un opuscolo su: “Farmaci e sicurezza dei pazienti”, contenente 10 linee guida per un corretto e responsabile uso dei farmaci da parte dei pazienti. Tra le indicazioni vi sono: quella di assumere medicinali solo su prescrizione medica o dopo aver chiesto consiglio al farmacista (in caso di farmaci da banco) e non su passa parola (amici, pubblicità, parenti). Informarsi e seguire scrupolosamente la cura iniziata chiarendo bene con il proprio medico tutti gli

Germania: gli integratori alimentari Gli integratori alimentari sono un ottimo affare per chi li produce, ma numerose ricerche attestano che certe loro sostanze compromettono il fegato. All'incontro annuale dell'Associazione tedesca per le malattie digestive e del metabolismo, tenuto di recente a Stoccarda la settimana scorsa, è stato detto che bisogna assolutamente far presente questi rischi. Gli integratori sono non solo superflui, spesso sono anche dannosi. In alcuni pazienti i medici hanno potuto riscontrare con certezza il malfunzionamento del fegato in concomitanza con l'assunzione di integratori. Per promuoverli, i produttori vantano per esempio il contenuto di estratto di curcumina in funzione antinfiammatoria e antidolorifica, oltre alla migliore tollerabilità rispetto alle medicine con obbligo di ricetta. Ma è vero il contrario, è stato detto. Nelle capsule degli integratori sono presenti fino a 50 milligrammi di nimesulide, sostanza tutt'altro che innocua, e comunque in una quantità non ammessa in Europa. Il fatto è che gli integratori non sono soggetti alla legge sui farmaci, e spesso non si capisce dove

Spagna: acque “stupefacenti” Persino nei parchi naturali ormai i fiumi 'falliscono' il test antidroga. E' successo in Spagna, dove uno studio pubblicato dalla rivista Analytical and Bioanalytical Chemistry ha trovato tracce di otto sostanze illecite nelle acque del parco nazionale di L'Albufera, vicino a Valencia. 'I nostri risultati confermano la presenza fra gli altri di cocaina, amfetamine e cannabis nelle acque del parco - spiega Yolanda Pico', che ha condotto la ricerca - e i livelli variano tra 0,06 e 78,78 nanogrammi per litro'. I residui sono stati trovati soprattutto nella parte nord del parco, dove vive il 70% della popolazione dell'area, e sono arrivati nelle acque probabilmente attraverso gli scarichi. 'Sono ormai centinaia gli studi che hanno trovato tracce di composti farmaceutici e droghe nelle acque - commenta al sito di Discovery Channel Paul Sibley, un tossicologo dell'università dell'Ontario - e altri hanno trovato tracce di queste sostanze nei tessuti degli animali. Nella maggior parte dei casi si tratta di quantità minime, e quindi non pericolose, ma ci sono alcune eccezioni'.

aspetti connessi (effetti terapeutici, effetti collaterali, interazioni tra farmaci, dosaggio, ecc.). Comunicare al medico eventuali allergie e terapie in atto portando con sé la lista dei farmaci in assunzione. Segnalare prontamente eventuali disturbi e conservare in sicurezza i medicinali. (http://www.salute.gov.it/)

siano stati prodotti e confezionati né con quali norme igieniche. Così, il mercato degli integratori è difficile da controllare, soprattutto perché molti li vendono solo in Internet. Secondo Burkhard Goeke, specialista di malattie del metabolismo dell'Università Ludwig-Maximilian di Monaco, in Germania è difficile parlare di carenze alimentari, dunque gli integratori non servono. Fanno eccezione i pazienti con problemi specifici disfunzione del pancreas o perdita di parti dell'intestino-, ma in quei casi ci pensa il medico a prescrivere ciò che manca. http://www.aduc.it

Per il momento, spiega l'esperto, gli studi sugli effetti sugli animali acquatici si sono limitati ai residui di farmaci, ma è giunto il momento di verificare anche quelli delle sostanze illecite. Nel primo caso ci sono molti esempi di danni provocati, da una moria di pesci in India causata dai farmaci antinfiammatori allo sviluppo di colonie di batteri resistenti agli antibiotici. A rischio sono anche i residui delle pillole anticoncezionali, che provocano disturbi ormonali negli animali. 'Sono convinto che sostanze come la cocaina e la cannabis siano negli scarichi di praticamente tutte le città del mondo - conclude l'esperto è il momento di studiarne gli effetti'.

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L'avanzata dei media tra le fonti privilegiate di informazione sanitaria: un bene o un male?

Il 34% degli italiani utilizza il web in relazione alla propria salute, un numero che cresce (fino al 46%) in relazione al livello di istruzione. Cio' vuol dire che 16,6milioni di persone si affidano ad Internet, 'il nuovo dottore', per cercare informazioni sulle patologie (29,5%), per controllare la diagnosi o l'effettiva utilita' della terapia consigliata dal proprio medico (12% che diventa 23% tra i piu' istruiti), o per prenotare visite (5,3% che diviene 9,5% tra i laureati). Gli italiani sembrano davvero essere un popolo interessato alla propria salute, almeno nella ricerca di informazioni: dati Censis 2010 affermano che il 59% del campione si dichiara 'sempre interessato all'ar-

gomento salute' ed il 75% si ritiene informato sul tema. L'impatto sui comportamenti e' forte, se e' vero che nel 40% dei casi si mette in pratica quel che si legge. Se ne e' discusso nel corso del work shop promosso a Roma da Farmindustria, 'Vaccini: il passaparola, che confusione!', organizzato proprio in risposta ai nuovi dati che vedono 'l'avanzata dei media' tra le fonti privilegiate di informazione sanitaria. "E' sparita la figura dell'autorita' in materia, oggi abbiamo miliardi di 'opinion leader' che - ha dichiarato il presidente Gruppo vaccini di Farmindustria, Daniel Jacques Cristelli - entrano in Internet e dicono quel che vogliono, mischiando informazioni vecchie e nuove".

EUROPA - Elettronica 'verde': premiati telefonino e televisore ecologici Per l'anno 2010-2011 i Green Awards dell'Eisa sono stati assegnati al telefono cellulare GD510 dell'azienda sudcoreana LG Electronics e al televisore da 42 pollici dell'olandese Philips. L'Eisa (European Imaging and Sound Association) è un'associazione di 50 riviste specializzate provenienti da venti paesi europei che ogni anno decide quali dei prodotti analizzati nel corso dell'anno precedente meriti un riconoscimento, detto "Eisa Award" per il carattere innovativo o l'originalità di progetto. Una delle categorie riguarda i dispositivi "green", ovvero quelli piú rispettosi per l'ambiente. E' il secondo anno consecutivo che LG ottiene il riconoscimento per il suo cellulare, meglio conosciuto come LG Pop, che si è imposto grazie a dimensioni compatte, peso ridotto, imballo efficiente in termini di volume e basso consumo energetico. Per l'Eisa è risultato il cellulare più completo di funzioni verdi in assoluto oggi presente

sul mercato. L'European Green TV è invece andato al televisore da 42 pollici Philips 42PFL6805, che raggiunge con soli 40 Watt in modalità Eco il record di minor consumo di tutti i tempi. Nelle motivazioni si legge che "l'apparecchio è frutto di un approccio olistico alla progettazione ecocompatibile, evidente in molti dettagli, quali l'architettura non tradizionale, il telecomando a energia solare, lo stand a doppia funzione tavolo/parete e il manuale elettronico". (fonte ADUC)

Giappone no smooking. Guerra al tabacco anche in Giappone, non solo per ridurre il numero dei fumatori, ma anche per dare sollievo alle casse dello Stato. In Giappone, il prezzo delle marche piu' popolari e' aumentato di circa il 40%, l'aumento piu' forte nelle tasse sul tabacco mai realizzato nel Paese (da 300 yen a 410 per un pacchetto, un aumento che equivale da 2,6 a 3,6 euro). L'obiettivo e' quello di incoraggiare i fumatori a smettere, in un Paese che e' uno tra quelli con il piu' alto numero di fumatori nel mondo industrializzato. Ma molti erano gia' corsi ai ripari, facendo ingenti scorte di sigarette. Il governo giapponese ha giustificato l'aumento della tassa sulle sigarette, non solo con la necessita' di migliorare la salute della popolazione, ma anche con l'opportunita' di migliorare le entrate nello casse dello Stato.

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Angola e la scuola.

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Le scuole angolane saranno dotate di tecnologie informatiche. Lo ha annunciato il vice presidente della Repubblica di Angola, Fernando da Piedade Dias dos Santos, durante un incontro a Shanghai con i manager della Huawei. Il progetto consiste nel dotare le scuole di computer per favorire l'insegnamento delle tecnologie informatiche. Il vice presidente di Huawei, dal canto suo, ha spiegato che la sua società è "lieta" di collaborare con l'Angola a questo progetto di sviluppo. Il vice presidente angolano, inoltre, ha reso noto che il centro di

SCUOLABOOk.IT, IL PORTALE DI EBOOk PER LE SCUOLE

Scuolabook è la prima libreria digitale per la scuola italiana, con titoli destinati alla formazione secondaria di primo e secondo grado. Il progetto è realizzato da Hoplo in collaborazione con Adobe e i principali editori specializzati, che hanno reso disponibili oltre 2500 eBook scolastici. A oggi hanno aderito al progetto le seguenti case editrici: Archimede Edizioni, Bompiani per la scuola, Bruno Mondadori edizioni

Global Gender Gap Report 2010 - Italia tra le ultime in Europa Nella classifica mondiale per le pari opportunità del World Economic Forum, l’Italia scende di posizione. Ecco come si classifica su 134 paesi analizzati:

formazione dei quadri per le imprese da quest'anno avrà una capacità di formare circa 600 persone l'anno.

scolastiche, D'Anna, De Agostini, Edagricole, Edi Numen, Edizioni Calderini, Etas per le scuole superiori, Fabbri Editori, Hachette, La Nuova Italia, Lang, Linx, Loescher, La Scuola Editore, Markes, Oxford University Press, Paramond, Paravia per la scuola, Pearson Education, Pearson Loegman, RCS, Sansoni per la Scuola, Thecna, Tramontana e Zanichelli. Per informazioni e contatti: info@scuolabook.it

Fonti: http://www.weforum.org/en/index.htm http://www.mtvnews.it/2-news/pari-opportunita-italia-74esima-e-perde-terreno/?xrs=share_fb

74° differenza tra i sessi 87° partecipazione alla forza lavoro tra uomini e donne 95° salute e all'aspettative di vita 97° partecipazione e opportunità nell'economia 121° differenze salariali

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Festival della Scienza Orizzonti - Genova 29/10 - 7/11/10 Ottava edizione

In programma quest’anno ci sono oltre trecento eventi, che animeranno l’intero centro cittadino, dalle piazze ai palazzi storici, dai musei ai teatri: una città aperta alla scienza, riflesso di una scienza viva, pulsante, curiosa, che dialoga con i luoghi della società civile, con le discipline dello spettacolo, con i linguaggi della contemporaneità e con le sfide di quest’epoca problematica ma gravida di scommesse e possibilità. La scienza è uno strumento potente anche per scrutare l’orizzonte poiché è in grado di squarciare veli e orpelli ideologici, di confutare i pregiudizi, di mettere in discussione il senso comune.

Chile 8.8 a La Biennale Venezia 2010: ricostruire il futuro. Mostra Internazionale di Architettura La Biennale di Venezia (29 agosto-21 novembre). L’impressionante terremoto e il conseguente tsunami che lo scorso 27 Febbraio 2010 hanno sconvolto il cuore della Nazione (il quinto sisma più intenso al mondo) sono diventati il punto focale di un singolare iter progettuale che, partendo dall’antitesi architettura-sisma, si trasforma in un toccante viaggio nella cultura, nella tradizione, nella storia, nell’umanità di un popolo da sempre pronto a rispondere alla ciclicità dei cataclismi con una straordinaria capacità di ripresa.

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Da questo tema prende spunto la lectio magistralis affidata nel pomeriggio del 29 ottobre a Umberto eronesi, oncologo di fama mondiale e senatore della Repubblica Italiana. A seguire, salirà in cattedra l’astrofisico italoamericano Riccardo Giacconi, premio Nobel per la fisica nel 2002, padre dell’astronomia a raggi X: spiegherà come la tecnologia dello spazio ci abbia permesso di estendere le osservazioni astronomiche a tutte le radiazioni dei corpi celesti. A chiudere la prima giornata ricca di emozioni e suggestioni sarà la prima assoluta in Italia di Icaro ai confini del tempo, opera multimediale dell’astrofisico americano Brian Greene con musiche originali di Philip Glass.

To rebuild the future significa proprio questo, ricostruire, fronteggiare, reagire, ripartire, concetti fortemente presenti nel background emotivo e culturale degli architetti cileni protagonisti della manifestazione, un ensemble variegato di nomi già affermati a livello nazionale e giovani talenti emergenti, uniti professionalmente per offrire soluzioni concrete laddove l’opera dell’uomo è stata fatalmente cancellata.

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eVe nT i La meraviglia della foresta amazzonica, i suoi odori, suoni e colori potranno essere vissuti al Museo Civico di Zoologia di Roma, dal 5 novembre 2010 al 2 gennaio 2011 grazie alla mostra sensoriale “Il Senso della Biodiversità – Viaggio nella Foresta Amazzonica” promossa dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione e dal VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, organizzazione non governativa senza scopo di lucro che si occupa di solidarietà e cooperazione internazionale ed opera a favore dei giovani più svantaggiati che vivono nel Sud del Mondo. L’esposizione si inserisce in un più ampio progetto svolto in collaborazione con ADP - Amici dei Popoli e Prometeo Bio s.c., in partenariato con il Centro interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli di Padova e con il contributo del Ministero degli Affari Esteri - DGCS per il 2010, proclamato dall’ONU “Anno della Biodiversità”.

Bocconiknowledge, un sito multimediale per far conoscere la ricerca. L’Università Bocconi mette la propria ricerca a disposizione del pubblico lanciando oggi Bocconi Knowledge, un nuovo sito multimediale di divulgazione bilingue (www.knowledge.unibocconi.it in italiano e www.knowledge.unibocconi.eu in inglese) che si propone come ponte tra le attività più avanzate di ricerca e il mondo delle imprese, dell’economia, della finanza, del diritto e delle istituzioni che può trarne vantaggio per avviare processi decisionali informati. Bocconi Knowledge leva il sipario su un mondo complesso e poco conosciuto, strutturato in 8 dipartimenti e 19 centri di ricerca. Ogni anno si svolgono alla Bocconi oltre 700 convegni, seminari e workshop con la presentazione di lavori di ricerca e l’Università è sede di congressi scientifici internazionali (7 nel 2010), nel

La tappa romana sarà la prima di un itinerario che coinvolgerà le città di Padova, Bologna e Palermo. Non una mostra tradizionale ma un percorso sensoriale-cognitivo per sperimentare la bellezza della foresta amazzonica, i suoni, i colori, gli odori, le situazioni e gli stili di vita dei popoli che ci abitano. Il viaggio attraverso le diverse sale e le varie tematiche affrontate permetterà ai visitatori di conoscere l'importanza della biodiversità non solo come valore naturalistico in sé, ma anche come fattore di sviluppo umano. In particolare evidenzierà come le popolazioni di Ecuador e Perù possano favorire il proprio sviluppo attraverso la valorizzazione delle risorse provenienti dalla foresta, con la trasformazione dei suoi prodotti e il commercio attraverso le Botteghe del Mondo.

corso dei quali vengono presentati centinaia di paper; i progetti di ricerca attivi, con finanziamenti del governo italiano, della Commissione europea e di sponsor internazionali sono più di 60. Nell’impaginazione del sito gli articoli in evidenza si riferiscono a lavori di ricerca di rilevanza scientifica internazionale, mentre alle notizie sulle attività universitarie collegate alla ricerca e alla partecipazione di studiosi Bocconi ai congressi internazionali è dedicata una rubrica di news. La sezione “Persone” si riferisce ai riconoscimenti ottenuti dagli studiosi Bocconi, mentre due ulteriori sezioni (“Articoli”e “Working papers”) riportano con tempestività della pubblicazione di lavori di autori Bocconi nelle principali riviste internazionali o nelle collane di working paper dei centri di ricerca. In questi casi si segnalano soltanto gli estremi della pubblicazione e l’abstract della ricerca nella lingua in cui viene pubblicata. È possibile anche la navigazione per canali, che corrispondono alle aree di interesse scientifico dell’Università.

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Corsica - Barcaggio


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