Cultura e Natura RIVISTA DI SCIENZA, CULTURA E FORMAZIONE
www.cnonline.it - cn@cnonline.it Edizioni C.E.U.
Numero 2 Ottobre - Dicembre 2010 Periodico telematico trimestrale a carattere tecnico-scientifico del Centro studi per l’Evoluzione Umana - C.E.U. Iscrizione al Tribunale di Roma n° 201/13 maggio 2010
Centro studi per l’Evoluzione Umana “Anagrafe Nazionale delle Ricerche” (D.P.R. 11/7/1980 n.382-art.64) n.A18909G2 Ente accreditato presso il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Dipartimento per lo Sviluppo dell'Istruzione - Decreto del 08.03.2006 Iscritto nel “Registro delle Associazioni e degli enti che svolgono attività nel campo della lotta alle discriminazioni” (d.lgs 215/2003) presso l’U.N.A.R. Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Diritti e Pari Opportunità Costituzione e scopi Istituzione di ricerca scientifica pluridisciplinare che adotta il metodo dell’integrazione delle Scienze per l’approccio alle problematiche sociali ed ambientali che limitano l’evoluzione umana. Costituzione: ente eminentemente scientifico, apartitico e senza scopo di lucro, aperto a studiosi di tutte le discipline al fine di rendere umana la scienza, sviluppando parametri dinamici integrati idonei a rimuovere gli ostacoli che attualmente limitano l’evoluzione umana. Scopi: il C.E.U. si propone di raggiungere i suoi obiettivi prevalentemente attraverso: - la formazione e l’aggiornamento del personale della scuola di ogni ordine e grado; - la formazione dei formatori nel campo dell’Educazione ai Diritti Umani; - la formazione, l’aggiornamento e l’orientamento professionale; - l’alfabetizzazione dei Diritti Umani attraverso corsi, seminari, convegni finalizzata alla prevenzione delle micro e macroviolazioni degli stessi all’interno dei diversi ambiti professionali ed istituzionali. Attività Il Centro opera attraverso iniziative conformi alle sue finalità quali: a) progetti, studi e ricerche multidisciplinari ed integrate nelle principali aree di intervento educazione, giustizia, sanità ed ambiente b) creazione di istituti di alta formazione nelle suddette tematiche; c) realizzazione di convegni, seminari e conferenze sulle suddette aree di intervento; d) consulenze e collaborazioni scientifiche con organismi ed istituzioni nazionali ed internazionali. Attività scientifiche Svolgimento di incarichi di studio per le Istituzioni nazionali e le Organizzazioni internazionali (ONU, UNESCO, Unione Europea, Consiglio d’Europa e OSCE) con gli strumenti forniti dagli studi integrati multidisciplinari; sviluppo di nuove metodologie educative integrate; studi scientifici sull’applicazione dei diritti umani; studi di sviluppo sociale integrato con particolare attenzione alla gestione funzionale fisiologica dei rapporti uomo-donna; studi e ricerche in campo psicologico, del benessere e della salute. Attività didattica Corsi, seminari e conferenze relativi alle metodologie applicative del C.E.U. indirizzate alle attività nel campo della salute, dell’educazione, dei diritti umani e dell’ambiente; progetti formativi per i formatori nei suddetti campi; corsi di aggiornamento per le scuole di ogni ordine e grado; corsi di formazione pre- e post laurea a livello nazionale ed internazionale. Attività di documentazione Raccolta di testi specializzati e stampa internazionale; divulgazione degli studi e delle attività del C.E.U. a livello nazionale ed internazionale. Periodici Cultura e Natura, periodico telematico a cadenza trimestrale a carattere tecnico scientifico. Nata nel 1985, Cultura e Natura seleziona ed attua una divulgazione educativo-scientifica finalizzata ad offrire a tutti, e a coloro che operano nel campo del sociale, del benessere e della salute, strumenti conoscitivi utili allo svolgimento delle proprie attività.
Sommario ottobre-dicembre 2010
Periodico telematico trimestrale a carattere tecnico scientifico del Centro studi per l’Evoluzione Umana Anno I Numero 2 - Ottobre – Dicembre 2010
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Editoriale
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APPROFONDITAMENTE Donna e partecipazione sociale
Direttore Responsabile
di Luciana Luisa Papeschi
Maria Torlini Iscrizione al Tribunale civile di Roma
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La donna per la gestione e risoluzione dei conflitti di Luciana Luisa Papeschi
n° 201/2010 – 13 maggio 2010
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Un inconscio collettivo senza più legge né desiderio
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AFORISMI
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Il senso di colpa
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di Maria Torlini
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FOTOGRAFIA L’albero dell’Illuminazione di Elisabetta Gatti
L’opinione espressa dagli autori non impegna la Direzione. I collaboratori assumono la piena responsabilità delle affermazioni contenute nei
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In natura non si spreca nulla, impariamo anche noi
loro scritti. La riproduzione è consentita solo con precisa citazione della fonte,completa di indirizzo.
SPECIALE AMBIENTE
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Living Planet, Report 2010
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Comunicare efficacemente, una medicina dal volto umano di Enza Palombo
Tutto il materiale ricevuto e non richiesto (testi e fotografie), anche se non pubblicato, non sarà
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Nordic Walking
restituito.
di Elisabetta Gatti
Qualsivoglia forma di collaborazione a questa testata deve essere prestata a titolo esclusivamente gratuito, in quanto intesa come adesione spontanea alle iniziative etiche perseguite.
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NEWS EVENTI
Webmaster: Elisabetta Gatti
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Editoriale
Gentili lettori, siamo arrivati all’ultimo scorcio di questo 2010 e lo scenario globale è, come sempre, denso di problemi urgenti e che toccano i continenti, gli Stati, la società, le famiglie e ogni abitante di questo pianeta. Le paure e le incertezze sono tante, ma queste anziché toglierci le energie demotivandoci devono, per contro, farci proseguire con ancor più tenacia possibile. E’ un dato di fatto che i problemi da soli non si risolvono. Così come è un dato di fatto che la ricerca di soluzioni possibili richiede oltre a grandi sforzi, a un grande spirito di collaborazione, anche una visione a trecentosessanta gradi. Senza tutto questo, un reale senso di cooperazione non si può realizzare. Come sempre sostenuto in queste pagine, è la qualità del pensiero e del sentimento che conta e che fa da motore allo spirito di rinnovamento e miglioramento della causa umana e ambientale che ci vede tutti, volenti o nolenti protagonisti del nostro tempo. Tempo che viaggia velocissimo e che ci richiede di non voltare la faccia da un'altra parte poiché tutte le parti ci riportano ad un richiamo di maggior senso di responsabilità e solidarietà che faccia leva sui più nobili valori che ci contraddistinguono e che ci danno la possibilità di porre riparo allo squilibrio, se davvero utilizziamo la nostra creatività sotto l’ala di una coscienza più umana e meno strumentale. Il nostro augurio più sincero è che ognuno di noi possa concretamente dare dimostrazione delle proprie qualità migliori da mettere in campo per favorire un benessere reale e non fittizio. Per incamminarci su questo arduo sentiero occorre abbandonare lo stereotipo che ci vede sempre molto attenti agli errori degli altri e poco a volte all’ignavia che ci assale. Perché in fondo, se non ci capita qualcosa in prima persona, siamo concentrati sempre e solo sull’ottenimento di qualcosa per sé o per i nostri cari, facendoci perdere di vista il senso del giusto per tutti. Regaliamo quindi, e regaliamoci, la possibilità di provare emozioni attraverso azioni concretamente positive, poiché sono queste che ci forniscono le risorse e le motivazioni per realizzare strategie efficaci di intervento in qualsiasi campo. A tale proposito riporto un episodio accaduto proprio di recente e che forse vale più di mille parole. Una bimba, i cui i genitori sono separati con grandi e quasi insormontabili conflittualità - dettate come sempre da grandi sofferenze - mentre i genitori si affrontavano con l’ennesimo scontro è andata in un’altra stanza ed è ritornata con delle liquirizie consolatorie per il papà perché vedeva che soffriva e nei confronti della mamma ha cercato di interrompere lo scontro comunicandole che durante l’uscita con il padre avevano comprato un regalino per lei…. Questa bimba ha appena 4 anni. Mi chiedo: noi adulti saremmo stati in grado di fare altrettanto? In questa azione grandiosa, dettata esclusivamente dalla sofferenza e dall’amore di questa bambina per la sua mamma e il suo papà, c’è tutta la semplicità e la grandezza della sospensione del giudizio e della priorità di interrompere un processo negativo per ripristinare un equilibrio offrendo qualcosa di sé senza prendere le parti ma dando un grande esempio. L’amore non chiede, l’amore dà…! E lo fa con grande concretezza… su tutti i piani e con i mezzi possibili…. Sinceri auguri a tutti! Il Direttore
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cultura e natura
···ApprofonditaMente···
Donne e partecipazione sociale. Relazione della Presidente del CEU al Forum International des ONG Pour les Droits Economiques, Sociaux et Culturels de la Femme, Ginevra 27-28 settembre 2010 di Luciana Luisa Papeschi
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ono passati molti anni da quando i Diritti Umani hanno avuto una codificazione universale sancita e portata avanti dall’ONU, riconosciuta da tutte le Nazioni che ne hanno fatto parte. Ma ancora oggi è in atto il percorso per creare leggi, ma soprattutto per creare una visione stabile della Dignità Umana che trae le sue certezze dalle basi dichiarate e legiferate sui diritti dell’uomo e della donna, diritti che non possono e non devono essere disattesi. La visione del mondo che entra ogni giorno nelle nostre menti tramite i mass media e l’ininterrotto flusso informativo ci dà sofferenza e delusioni per tutto ciò che è evidente essere ingiusto. Ma il progresso non ha prodotto difese che non producano più offese e guerre! La soluzione dei conflitti esiste sempre, nell’integrazione delle varie diversità, nel riconoscimento di tutte le azioni e progetti utili, nell’arginare “tumori” sociali; cellule impazzite che spesso generano “reazioni” dogmatiche che degenerano in discriminazioni e mancata integrazione sociale. Ancora oggi si passa dalle grandi aperture “agli altri”, a cui fanno seguito “grandi chiusure” e grandi sanzioni a causa dell’impossibilità di “convincere”, con opportuni strumenti valutativi, coloro che si oppongono alla nostre azioni. Molti progressi si sono fatti: la democrazia permette il dialogo e la diversità di opinioni. Le capacità psichiche dell’uomo e della donna, enormemente potenziate nel trovare cavilli e furbizie, hanno prodotto sempre più una forza che nella ingiustizia di un potere - gestito spesso per l’utilità di pochi individui - dimostrano ogni giorno che prevale il più potente, ma non il più giusto. L’individuo che ancora non è arrivato alla propria sostan-
Strumenti propedeutici per la messa in opera delle condizioni che permettano alla donna la effettiva partecipazione all’espressione dei propri diritti in una costruzione sociale.
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zialità e libertà di pensiero, non ha possibilità di riconoscersi nelle idee ritenute sagge. Spesso ricerca una potenza che si nutre di miti nel perseguimento di modelli di successo, nelle adesioni a lobby con interessi specifici, ma certamente non utili allo sviluppo della crescita umana.
Il moDello satura sempre. Il gIusto e la verItà sono eternI. Non viviamo per morire, e non viviamo per rimanere in questa dimensione storica, ma per trascendere dalle dipendenze di ciò che non è utile per raggiungere sempre maggiori gradi di libertà. La trascendenza della nostra energia-pensiero, potrà trovare soluzioni costruttive e utili per tutti, anche se meno soddisfacenti per servire l’interesse di pochi. Niente da parte della donna sarà più importante del cercare sempre più verità. La donna dovrà intraprendere un percorso che la porterà a liberarsi dal giudizio degli altri per poter affermare il proprio pensiero, libero da vincoli mentali imposti dalla società, dalla cultura, dalla famiglia,ecc. con doveri e obblighi sociali e morali non scelti da lei. E’ necessario che la donna esprima la propria dignità, che è il “grande valore da dare alla sua vita” ricercando ogni giorno valutazioni più giuste, espressioni più ferme
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···ApprofonditaMente···
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nella difesa della propria realtà cosciente. La donna dovrà comprendere, come tutti gli esseri umani, che molto può fare su di sé, esercitando autocritica e confronti costruttivi. Ma dovrà anche approfondire la consapevolezza che lo stimolo al cambiamento nasce dentro l’essere umano, che spesso ritiene che il suo pensiero sia sempre giusto e quello degli altri sia sbagliato. La verità, la ricerca di verità è una ricerca insaziabile, che quando appare alla coscienza umana, attua un processo di liberazione delle sue energie. La donna non deve ricercare rivalse. Essere libera nel proprio pensiero costruttivo, positivo, è già un grande premio per la sua fatica. Ogni essere nasce e vive per la prima volta alla sua vita e non ha scelto una gran parte delle informazioni che lo formano. Nel disagio e nella sofferenza che proverà, in questa “cattività”, cercherà di capire, di capirsi, di trovare nuove ampiezze che diano serenità e certezza. Si attua un “processo di liberazione e non di perfezione”: si sperimentano anche errori ed esperienze negative per la formazione di una coscienza sostanziale. Le paure della vita, della morte, delle malattie, della vecchiaia, paure per se stessi, per i figli, diventano blocchi alla propria libertà di sperimentare: si cerca in false mete una soddisfazione e una forza che non contengono. La vera forza è nel debellare le paure e aumentare così la serena coscienza e accettazione delle nostre esperienze e sofferenze che analizzate in un’ottica costruttiva daranno grandi risultati nel divenire del nostro essere. Nel rispetto dei Diritti Umani possiamo affermare che: dobbiamo accettare tutti, comprendere tutti, non condividere semmai le idee e le azioni degli altri. Come ho avuto occasione di affermare in altre sedi internazionali è possibile “combattere le azioni negative umane rispettando però sempre la dignità di ogni essere umano”. Nessuno ha colpa delle azioni sbagliate, ma solo responsabilità. La colpa non c’è, perché pochi sanno debellare dentro di sé idee e comportamenti negativi trasmessi che li dirigono.
tomissione” e archiviazione di quelle non utili per un potenziamento di quelle utili. Non si può pretendere che altri diano ciò che non hanno, occorre produrre su noi stessi un monitoraggio disattivando le informazioni che sono spesso cellule tumorali che sono fuori del controllo dell’esecuzione del progetto di crescita dell’individuo e dilagano producendo a volte stasi o morte della nostra realizzazione.
“vIvere
per crescere, non vIvere per morIre,
ma per trascenDere, questo è un nostro DIrItto”.
Agiamo su noi stessi e così facendo fonderemo un mondo forte, utile, cosciente. Ognuno farà per come può, nella gradualità. Le informazioni ci sono ed è possibile utilizzare una metodologia per l’applicazione di queste. Occorre formarsi e informarsi per disporre della nostra libertà consapevoli come donne di essere il pilastro insostituibile della nascita dell’intero genere umano: grande privilegio, ma grande responsabilità. Dare vita alla vita cosciente in ogni attimo per rendere il nostro vivere utile a noi e agli altri: questo è il nostro futuro. Il CEU – Centro studi per l’ Evoluzione Umana - ha condotto importanti studi e ricerche per oltre un trentennio realizzando progetti formativi educativi volti a liberare nuove energie, da tutto ciò che inibisce l’essere nella sua espressione forte, consapevole, serena.
“la ragIone è nelle memorIe, la verItà è nella coscIenza” (l.l. papeschI 1998). Ciò fa comprendere che tutti hanno le loro ragioni dovute spesso a idee condizionate. La verità dà libertà a tutti ma occorre una serena riprogettazione di se stessi con un’analisi attenta in cui non si potranno più utilizzare idee negative che distruggono e non costruiscono positività. Il cervello umano è grandemente inquinato e le degenerazioni comportamentali, che attivano drammi e sofferenze sono spesso dovute a questo “inquinamento informazionale” in cui molti non riescono a riequilibrare se stessi e le tensioni a volte raggiungono livelli drammatici. Serve una revisione delle memorie (esperienze), una “sot-
————————————————————— Luciana Luisa Papeschi, Presidente del Centro studi per L’Evoluzione Umana, Psicologa, è da sempre attenta studiosa degli aspetti più profondi e sostanziali che coinvolgono l’essere umano nel suo cammino evolutivo.
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la donna per la gestione e risoluzione dei conflitti. Relazione della Presidente di IPV- Ius Primi Viri al Forum International des ONG Pour les Droits Economiques, Sociaux et Culturels de la Femme, Ginevra 27-28 settembre 2010 di Luciana Luisa Papeschi
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redo che rivesta la massima importanza porsi il problema che occorre pensare a degli strumenti più idonei per formare la sostanzialità dei diritti umani all’interno del pensiero umano. E’ straordinariamente efficace il proporre nuovi apprendimenti che per ora non sono stati ancora utilizzati. All’interno dei Diritti Umani sono state sviscerate e proposte tutte le problematiche da risolvere per incentivare l’evoluzione umana. Sono state legiferate normative a tutela dei diritti inviolabili della donna, del rispetto della sua dignità e della necessaria composizione di una uguaglianza nei diritti tra tutti gli esseri umani. Particolare attenzione si dovrà porre ai gravosi compiti che la donna deve affrontare e agli svantaggi provenienti spesso dal non riconoscimento della sua importante diversa realtà. Diversità nella percezione, nella logica, nella sensibilità, nell’intuizione, nell’ampiezza del suo vivere, nella ricerca di armonia e di libertà. Grande percorso attuato nelle società democratiche ma che certamente sarà velocizzato nel prossimo futuro, grazie all’opera di tutti coloro che nella loro coscienza comprendono e spingono l’evoluzione dei sistemi, bloccati da memorie spesso non dinamiche. Propongo in questa sede che si possa sancire il diritto a conoscere lo strumento con cui dobbiamo vivere questa straordinaria esperienza di vita. C’è ancora tanto da fare! La donna, come l’uomo, ha il diritto di usufruire delle conoscenze opportune per guidare quello strumento meraviglioso che è il cervello umano, nel quale viene partorito il pensiero e tutti i progetti, la realizzazione di questi, in modalità spesso casuali. L’inquinamento che la donna ha subìto, attraverso il bombardamento informativo indiscriminato, l’ha liberata
L’imprescindibilità dell’apporto delle risorse della donna nella gestione e risoluzione dei conflitti per ridare forza e senso all’esperienza umana.
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da sistemi mentali ritenuti obsoleti, ma ha disattivato spesso il mondo delle emozioni, delle sensazioni, della ricerca del bene comune. E’ di particolare importanza ricercare in se stessi quella libertà da condizionamenti che conduce a poter determinare delle verità utili alla propria crescita e poter così contribuire allo sviluppo consapevole e armonioso del genere umano. Gli esseri indifesi si trovano ad avere, per la maggior parte, gravi ansie, angosce, tensioni e depressioni solo perché non si è provveduto ad insegnare l’uso del proprio cervello. Non possiamo pensare che i problemi debbano essere risolti solo dagli psicofarmaci! Dobbiamo formare i formatori che dovranno dare strumenti validi per riprogettare le memorie eliminando quelle negative a favore di una costruttiva, serena progettualità nella considerazione delle “manovre” che distruggono l’autostima o peggio che ci mettono in lotta con tutti. Quindi auspico che in questa sede si possa sostenere il progetto che affermi che il “1° diritto inalienabile della donna è quello di conoscersi”, conoscere il progetto di cui fa parte, conoscere le differenze fra la donna e l’uomo. E’ importante comprendere come si può crescere e soprattutto sensibilizzarsi alla necessità di eliminare le macerie (sofferenze del passato che continuano ad emettere “radiazioni negative”) che spingono a comportamenti distruttivi. NEssUNo hA ColPA! Senza questo processo che noi con IPV siamo in grado di gestire con le importanti conoscenze acquisite, avremo molti diritti conquistati, ma vedremo frantumarsi i rapporti, le famiglie. La solitudine totale sarà più evidente nell’intransigenza di chi non può accettare e integrare valutazioni diversificate. La non conoscenza produce debolezza: si deve debellare l’intransigenza, il vittimismo, la logica del più forte. La donna potrà, con gli opportuni strumenti conoscitivi, ridare senso e valore alla vita, alle esperienze, al dinamismo delle acquisizioni con la grande certezza della propria dignità che deve tutelare ad ogni costo, ma anche
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cultura e natura dimostrare la sua profondità nell’acquisire la coscienza di sé e lo sviluppo della sua libertà. NoN Ci soNo ColPE, mA Ci soNo tANtE rEsPoNsAbilità. Come possiamo progettare la vita se non capiamo che il progetto di cui facciamo parte è un progetto di liberazione graduale della nostra energia-pensiero e non di un progetto di perfezione? Le sofferenze e gli errori spingono tutti a trovare soluzioni ma dobbiamo aver chiara la strada. Oggi è possibile! Con questo sono profondamente ottimista ma so che se non ci applichiamo per dare a tutti gli strumenti conoscitivi di se stessi e del fine della propria vita si protrarranno sofferenze terribili che possono portare ad un grande “vuoto sostanziale”. In sintesi: 1. Dovremmo avere Il DIrItto DI conoscere lo strumento
con
cuI
amIamo ,
soffrIamo ,
progettIamo, cIoè Il nostro cervello.
2. Dovremmo avere Il DIrItto DI capIre qualI sono I
“tumorI InformazIonalI” che ImpeDIscono
la lIbertà Del ragIonamento.
3. Dovremmo avere Il DIrItto DI Imparare a sconfIggere le paure Della morte, DeI fallImentI, Delle malattIe che bloccano la nostra crescIta.
4. Dovremmo acquIsIre strumentI per una comunIcazIone effIcace per DIalogare nella DIversItà.
Ho teorizzato che oggi occorre un nuovo paradigma che superi il concetto hegeliano di “Tesi - antitesi = sintesi” (concetto che stigmatizza l’espressione del mondo istintivo, dove vince il più forte ma non il più giusto). Il mio assunto: “tEsi - tEsi = siNtEsi”, propone una sottomissione della istintività ad una volontà in cui non si considera la tesi dell’altro contro di noi bensì un’altra tesi di pari dignità. La sintesi sarà la ricerca serena della verità per il bene comune accolta dalle parti. Tutto è in movimento per far uscire la coscienza dalla limitazione dei modelli obsoleti per ridare una grande vitalità all’essere che nella positività potrà costruire una nuova “pax” per sconfiggere solitudine e angosce. Abbiamo metodi formativi che rispettano la diversità. La donna, con il suo dinamismo sensitivo, fortificata da conoscenze profonde, potrà operare incessantemente con la propria realtà per la gestione e risoluzione pacifica dei conflitti. Portando energie rinnovate a un mondo in cui i valori sono attualmente ritenuti quasi irrealizzabili. La volontà è grande, le risorse ci sono, il futuro è aperto.
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cultura e natura
un inconscio collettivo senza più legge, né desiderio Le «Considerazioni generali» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010. La società slitta sotto un’onda di pulsioni sregolate. Viene meno la fiducia nelle lunghe derive e nell’efficacia delle classi dirigenti. Tornare a desiderare è la virtù civile necessaria per riattivare le dinamiche sociali.. abbiamo resistito
un’onda di pulsioni sregolate.
A
bbiamo resistito ai mesi più drammatici della crisi, seppure con una «evidente fatica del vivere e dolorose emarginazioni occupazionali». Al di là dei fenomeni congiunturali economici e politico-istituzionali dell’anno, adesso occorre una verifica di cosa è diventata la società italiana nelle sue fibre più intime. Perché sorge il dubbio che, anche se ripartisse la marcia dello sviluppo, la nostra società non avrebbe lo spessore e il vigore adeguati alle sfide che dovremo affrontare. una società appiattita. Sono evidenti manifestazioni di fragilità sia personali che di massa: comportamenti e atteggiamenti spaesati, indifferenti, cinici, passivamente adattativi, prigionieri delle influenze mediatiche, condannati al presente senza profondità di memoria e futuro. Si sono appiattiti i nostri riferimenti alti e nobili (l’eredità risorgimentale, il laico primato dello Stato, la cultura del riformismo, la fede in uno sviluppo continuato e progressivo), soppiantati dalla delusione per gli esiti del primato del mercato, della verticalizzazione e personalizzazione del potere, del decisionismo di chi governa. E una società appiattita fa franare verso il basso anche il vigore dei soggetti presenti in essa. «Una società ad alta soggettività, che aveva costruito una sua cinquantennale storia sulla vitalità, sulla grinta, sul vigore dei soggetti, si ritrova a dover fare i conti proprio con il declino della soggettività, che non basta più quando bisogna giocare su processi che hanno radici e motori fuori della realtà italiana».
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Non riusciamo più a individuare un dispositivo di fondo (centrale o periferico, morale o giuridico) che disciplini comportamenti, atteggiamenti, valori. Si afferma così una «diffusa e inquietante sregolazione pulsionale», con comportamenti individuali all’impronta di un «egoismo autoreferenziale e narcisistico»: negli episodi di violenza familiare, nel bullismo gratuito, nel gusto apatico di compiere delitti comuni, nella tendenza a facili godimenti sessuali, nella ricerca di un eccesso di stimolazione esterna che supplisca al vuoto interiore del soggetto, nel ricambio febbrile degli oggetti da acquisire e godere, nella ricerca demenziale di esperienze che sfidano la morte (come il balconing). «Siamo una società pericolosamente segnata dal vuoto, visto che ad un ciclo storico pieno di interessi e di conflitti sociali, si va sostituendo un ciclo segnato dall’annullamento e dalla nirvanizzazione degli interessi e dei conflitti». Il declino parallelo della legge e del desiderio nell’inconscio collettivo. Bisogna scendere più a fondo nella personalità dei singoli e nella soggettività collettiva per verificare come funziona l’inconscio. Qui si confrontano la legge (l’autorità esterna o interiorizzata) e il desiderio (che esprime il bisogno e la volontà di superare il vuoto acquisendo oggetti e relazioni). Ogni giorno di
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cultura e natura più il desiderio diventa esangue, indebolito dall’appagamento derivante dalla soddisfazione di desideri covati per decenni (dalla casa di proprietà alle vacanze) o indebolito dal primato dell’offerta di oggetti in realtà mai desiderati (con bambini obbligati a godere giocattoli mai chiesti e adulti al sesto tipo di telefono cellulare). «La strategia del rinforzo continuato dell’offerta è uno strumento invincibile nel non dare spazio ai desideri». Così, all’inconscio manca oggi la materia prima su cui lavorare, cioè il desiderio. Al tempo stesso, la desublimazione di archetipi, ideali, figure di riferimento rende labili i riferimenti alla legge (del padre, del dettato religioso, della stessa coscienza). «Si vive senza norma, quasi senza individuabili confini della normalità, per cui tutto nella mente dei singoli è aleatorio vagabondaggio, non capace di riferirsi ad un solido basamento». tornare a desiderare. Di fronte ai duri problemi attuali e all’urgenza di adeguate politiche per rilanciare lo sviluppo, viene meno la fiducia nelle lunghe derive su cui evolve spontaneamente la nostra società. Ancora più improbabile è che si possa contare sulle responsabilità della classe dirigente, sulle leadership partitiche o su un rinnovato impegno degli apparati pubblici. La tematica rigore-ripresa è ferma alle parole, la riflessione sullo sviluppo europeo è flebile, i tanti richiami ai temi all’ordine del giorno (la scuola, l’occupazione, le infrastrutture, la legalità, il Mezzogiorno) sono solo enunciati seriali. La complessità italiana è essenzialmente complessità culturale. Nella crisi che stiamo attraversando c’è quindi bisogno di messaggi che facciano autocoscienza di massa. Non esistono attualmente in Italia sedi di auctoritas che potrebbero ridare forza alla «legge». Più utile è il richiamo a un rilancio del desiderio, individuale e collettivo, per andare oltre la soggettività autoreferenziale, per vincere il nichilismo dell’indifferenza generalizzata. «Tornare a desiderare è la virtù civile necessaria per riattivare la dinamica di una società troppo appagata e appiattita». Attualmente tre sono i processi in cui sono ravvisabili germi di desiderio: la crescita di
comportamenti «apolidi» legati al primato della competitività internazionale (gli imprenditori e i giovani che lavorano e studiano all’estero), i nuovi reticoli di rappresentanza nel mondo delle imprese e il lento formarsi di un tessuto federalista, la propensione a fare comunità in luoghi a misura d’uomo (borghi, paesi o piccole città).
Il capitolo «la società italiana al 2010» del 44° rapporto censis sulla situazione sociale del paese/2010 l’ItalIa appIattIta stenta a rIpartIre Crisi e globalizzazione portano disinvestimento dal lavoro, despecializzazione produttiva, risparmi stagnanti. Ma il Paese tiene grazie a intrecci virtuosi: welfare mix e reti di imprese. (l’appIattImento) Il DIsInvestImento InDIvIDuale Dal lavoro. Mentre in tutto il mondo la ricetta per uscire dalla crisi prevede l’attivazione di tutte le energie professionali con l’auto-imprenditorialità, l’Italia - patria del lavoro autonomo e imprenditoriale - vede ridursi in questi anni proprio la componente del lavoro non dipendente: 437.000 imprenditori e lavoratori in proprio (artigiani e commercianti) in meno dal 2004 al 2009 (-7,6%). L’Italia è anche il Paese europeo con il più basso ricorso a orari flessibili nell’ambito dell’organizzazione produttiva: solo l’11% delle aziende con più di 10 addetti utilizza turni di notte, solo il 14% fa ricorso al lavoro di domenica e il 38% al lavoro di sabato. E siamo il Paese dove è più bassa la percentuale di imprese che adottano modelli di partecipazione dei lavoratori agli utili dell’azienda (lo fa solo il 3% contro una media europea del 14%). Nei primi due trimestri del 2010 si è registrato poi un calo degli oc-
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cultura e natura cupati tra 15 e 34 anni del 5,9%, a fronte di una riduzione media dello 0,9%. Poco fiduciosi nella possibilità di trovare un’occupazione, ma anche poco disponibili a trovarne una a qualsiasi condizione, i giovani hanno avvertito più degli altri gli effetti della crisi. Sono 2.242.000 le persone tra 15 e 34 anni che non studiano, non lavorano, né cercano un impiego. Più della metà degli italiani (il 55,5%) pensa che i giovani non trovano lavoro perché non vogliono accettare occupazioni faticose e di scarso prestigio: una valutazione che potrebbe apparire ingenerosa e stereotipata, se non fosse che ad esserne più convinti sono proprio i più giovani, tra i quali la percentuale sale al 57,8%. Il rIschIo DI DespecIalIzzazIone ImprenDItorIale. Tra il 2000 e il 2009, il tasso di crescita dell’economia italiana è stato più basso che in Germania, Francia e Regno Unito. Ma il declino demografico o l’immobilismo del mercato del lavoro non c’entrano. A partire dal 2000, in Italia la popolazione residente è cresciuta del 5,8%, gli occupati dell’8,3% e il Pil dell’1,4% in termini reali. In Germania le variazioni sono: popolazione -0,4%, occupati +2,9%, Pil +5,2%. In Francia: residenti +6,2%, occupati +5,0%, Pil +10,9%. Nel Regno Unito: residenti +4,9%, occupati +5,4%, Pil +13,4%. Esiste un rischio di despecializzazione imprenditoriale. La quota dell’export italiano sul mercato mondiale è passata negli ultimi nove anni dal 3,8% al 3,5%. È migliorato il nostro posizionamento per prodotti come gli articoli di abbigliamento, i macchinari per uso industriale, i prodotti alimentari, ma abbiamo perso terreno nei comparti a maggiore tasso di specializzazione, come le calzature (-3,8%), la gioielleria (- 4,3%), i mobili (- 4,7%), gli elettrodomestici (-5,8%) e i materiali da costruzione (13,7%). Il pericolo è che strategie di nicchia, design e qualità non bastino più senza maggiori iniezioni di innovazione nei prodotti.
di non essere riuscito a rispettare le scadenze previste, il 13,4% lo ha fatto con molte difficoltà, il 38,5% con un po’ di difficoltà: a soffrire di più sono state le famiglie monogenitoriali e le coppie con figli. Nonostante la generale propensione a evitare impieghi rischiosi, negli ultimi mesi si registra però il ritorno a un profilo meno prudente nella collocazione del risparmio familiare, con un aumento tra il primo trimestre 2009 e il primo trimestre 2010 delle quote di fondi comuni d’investimento (+29,3%) e delle azioni e partecipazioni (+12,5%). (la
prolIferazIone Dell’offerta)
l’artIfIcIale
promozIone DeI consumI. Si moltiplicano gli strumenti pubblici e privati di incentivazione della domanda, con la progressiva spalmatura delle offerte promozionali lungo tutto l’anno. Con la crisi, si registra una crescita del credito al consumo (+5,6% nel 2008 e +4,7% nel 2009), mentre il valore delle operazioni con carte di pagamento ha raggiunto complessivamente i 252 miliardi di euro nel 2009. Hanno contribuito soprattutto le carte di credito (+9% di operazioni rispetto al 2008), le carte prepagate (+23,6%), i bonifici bancari automatizzati (+1,3%).
la moltIplIcazIone Delle spese InDesIDerate I consumi «obbligati» delle famiglie si sono attestati su un livello mai raggiunto in precedenza. Erano il 18,9% della spesa familiare complessiva nel 1970, il 24,9% nel 1990, il 27,7% nel 2000 e oggi superano il 30%. Crescono le forme di pagamento cui non ci si può sottrarre. Gli aumenti tariffari per il prossimo anno vengono calcolati in poco meno di 1.000 euro a famiglia. Poi ci sono i contributi aggiuntivi per le scuole dell’obbligo, le fasce blu per i parcheggi, le multe che sostengono le esangui casse dei Comuni, le revisioni di auto e caldaie, le parcelle per la dichiarazione dei redditi. Complessivamente, la stima della «tassazione occulta» elaborata dal Censis porta a l’uso stagnante Del rIsparmIo famIlIare. Mattone, liquidità, polizze: sono questi i pilastri ai 2.289 euro all’anno per una famiglia di tre persone. quali le famiglie si sono ancorate per resistere alla crisi. Nel primo trimestre del 2010 i mutui erogati glI eccessI nell’urbanIzzazIone Del terrItorIo. sono aumentati in termini reali del 10,1% rispetto Il boom immobiliare degli anni passati ha alimentato alla stesso periodo del 2008, superando i 252 miliardi una nuova ondata di costruzioni, che cambiano la di euro. Nel biennio è aumentata la liquidità detenuta morfologia del paesaggio metropolitano. La quota di dalle famiglie (+4,6% in termini reali i biglietti e de- superficie territoriale impermeabilizzata è aumentata positi a vista, +10,3% gli altri depositi). Nei primi al 6,3%. Tra il 2005 e il 2009 le superfici degli ipernove mesi del 2010 i premi per nuove polizze vita mercati sono cresciute del 28%, quelle dei grandi sono aumentati del 22% rispetto allo stesso periodo centri di vendita specializzati (elettronica, arredamento, del 2009. Tra le famiglie che fronteggiano pagamenti sport, bricolage) del 34,5%, il numero dei multiplex rateali, mutui o prestiti di vario tipo, il 7,8% dichiara (i cinema con almeno 8 schermi) è salito del 21,5%.
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cultura e natura in quest’anno scolastico un contributo volontario alle famiglie, aggiuntivo alle tasse scolastiche e al costo della mensa. Il valore medio versato è stato pari a 80 euro, con punte fino a 100 euro nella scuola primaria e 260 euro nei licei. Un quarto delle scuole ha aumentato il contributo richiesto rispetto all’anno precedente. Il 36,4% delle scuole dispone anche di altre forme private di finanziamento: donazioni, proventi da distributori automatici di cibi e bevande, sponsorizzazioni, pubblicità o affitto di locali. Le famiglie tengono alle scuole dei figli, tanto che hanno collaborato ai lavori di piccola manutenzione (come ridipingere le pareti) del 13,6% degli edifici. Tra il 2001 e il 2009 aumenta al 15,7% la quota di (glI IntreccI vIrtuosI) l’IrrobustImento Delle minori in età scolare che hanno frequentato almeno retI fra Imprese. un corso o lezioni private (+4,7%). Gli incrementi riNel 2010 sono state varate molte misure che incentivano guardano le lezioni private per il recupero scolastico la costituzione di forme di collaborazione fra imprese. (+2,3%), i corsi di tipo artistico o culturale (+2%), o Secondo una rilevazione del Censis, nelle aree di- di lingue straniere (+1,3%). strettuali il dialogo tra tessuto produttivo, enti di formazione, strutture di ricerca, Confidi, centri servizi è (glI IntreccI perversI) I lImItI Del galleggIare cresciuto. Il 57% degli imprenditori intervistati si sul nero. rivolge a laboratori di prova all’interno dell’area di- Se il Paese non imbocca con decisione il sentiero strettuale, il 53% a strutture di formazione, quasi il della ripresa dipende anche dal fatto che sul sistema 50% a un centro servizi per il distretto, il 43% a una pesano come macigni un debito pubblico enorme, struttura di coordinamento per le attività di esportazione che ogni anno drena risorse per il 4,7% del Pil, e presente nel suo territorio. un’evasione fiscale che le stime più rosee valutano intorno a 100 miliardi di euro l’anno. L’economia irI contInuI aggIustamentI Del welfare mIx. regolare, dopo un lungo periodo di frenata, ha ripreso Le famiglie sono un pilastro strategico del welfare, a crescere, registrando tra il 2007 e il 2008 un caricandosi di compiti assistenziali, particolarmente aumento del valore del 3,3%, portando l’incidenza gravosi per le situazioni più problematiche di non sul Pil dal 17,2% al 17,6%. A trainarla è stata la comautosufficienza e disabilità, di fatto sopperendo ai ponente più invisibile, legata ai fenomeni di sottofatvuoti del sistema pubblico. Il numero delle persone turazione e di evasione fiscale (+5,2%), la cui incidenza disabili è stimato in 4,1 milioni. La presa in carico di sul valore complessivo del sommerso raggiunge ormai queste situazioni riguarda le famiglie (i caregiver il 62,8%. Di contro, il valore imputabile al fenomeno sono madri, coniugi e figli) e il ricorso alle badanti del lavoro irregolare resta sostanzialmente stabile come soggetti principali dell’assistenza riguarda il (+0,1%) e la sua incidenza scende dal 38,4% al 10,7% dei casi. Anche il volontariato continua a ga- 37,2%. Ma gli italiani iniziano a guardare con preocrantire una funzione strategica di provider di servizi cupazione al dilagare di questi fenomeni, su cui da in tempo di crisi. Secondo una recente indagine del sempre si è chiuso un occhio, anche per convenienza Censis, un italiano su 4 (il 26,2%) svolge una qualche personale. Secondo un’indagine del Censis, il 44,4% forma di volontariato. I settori nei quali si opera di degli italiani individua nell’evasione fiscale il male più sono la sanità (il 33% dei casi) e nel Sud principale del nostro sistema pubblico, il 60% ritiene l’assistenza sociale (il 32,7%). che negli ultimi tre anni l’evasione fiscale sia aumentata, il 51,7% chiede di aumentare i controlli per contrastare la famIglIa protagonIsta forzata Delle vIcenDe l’evasione. Tuttavia, di fronte a un esercente che non scolastIche. rilascia lo scontrino o la fattura, ancora più di un Il disincanto delle famiglie non è l’unica reazione so- terzo degli italiani (il 34,1%) ammette candidamente ciale in campo educativo. Ad esso si sovrappongono di non richiederlo, tanto più se questo consente di rii crescenti oneri diretti e indiretti. Il 56,5% delle sparmiare qualche euro. scuole italiane (dalla materna alle superiori) ha chiesto
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grumI perversI Della crImInalItà organIzzata. In Sicilia, Campania, Calabria e Puglia sono 448 i Comuni in cui sono presenti sodalizi criminali, 441 quelli in cui si trovano beni immobili confiscati alle organizzazioni criminali, 36 quelli sciolti negli ultimi tre anni per infiltrazioni mafiose. Complessivamente si tratta di 672 territori comunali, che occupano il 54,8% della superficie delle quattro regioni, dove vive il 79,2% della popolazione (più di 13,4 milioni di persone, che rappresentano il 22,3% dell’intera popolazione italiana). Rispetto a tre anni fa, il numero dei Comuni è aumentato (nel 2007 erano 610). La regione dove la presenza della criminalità organizzata e il controllo del territorio sono più pressanti è la Sicilia (dove il 52,3% dei Comuni presenta almeno un indicatore di criminalità organizzata, coinvolgendo l’83,1% della popolazione), segue la Puglia (con il 43% dei Comuni), la Calabria (38,4%) e la Campania (36,3%). L’indicatore segnala la presenza di attività criminali a diverso livello d’insediamento, con l’ambiguità che dove più si perseguono le mafie ce n’è maggiore evidenza. Tuttavia, la pervasività nel territorio meridionale della criminalità organizzata viene confermata in crescita.
(la frammentazIone Del potere) le ambIvalenze Della vertIcalIzzazIone In polItIca.
vamente il modo in cui opera la Pubblica Amministrazione nel nostro Paese: un dato nettamente superiore al valore medio europeo (52%) e a quanto rilevato in Spagna (53%), Francia (52%), Regno Unito (49%) e Germania (32%). I mancatI effettI Del DecIsIonIsmo. Secondo un’indagine del Censis, la maggioranza relativa degli italiani (il 34,4%) ritiene che la classe politica litigiosa sia il principale problema che grava sulla ripresa economica del Paese, prima ancora della elevata disoccupazione (29,6%), e soprattutto sulla possibilità di realizzare gli interventi. Molti dei provvedimenti varati negli ultimi anni hanno avuto un modesto impatto reale. I beneficiari della social card sono 450.000, a fronte di 830.000 richieste e una platea di riferimento annunciata di circa 1,3 milioni di persone. Per il Piano casa si parlava di investimenti per 70 miliardi di euro, ma a più di un anno di distanza in oltre 60 Comuni capoluogo di provincia sono state presentate poco meno di 2.700 istanze (in media 42 per Comune). Per realizzare un’opera pubblica nel settore dei trasporti di valore superiore a 50 milioni di euro ci vogliono ancora mediamente 3.942 giorni, quasi 11 anni. I lavori dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria sono stati avviati nel 1997 e il loro completamento, fissato al 2003, è stato posticipato prima al 2008 e poi al 2013. feDeralIsmo
fIscale: la sfIDa Delle responsa-
bIlItà DIffuse.
Le amministrazioni locali (Regioni ed enti locali) raccolgono 250 miliardi di euro di entrate, ma di questi meno della metà proviene dall’azione tributaria, mentre il grosso (112 miliardi) è costituito da trasferimenti delle amministrazioni centrali. L’87,3% delle entrate dello Stato ha carattere tributario, ma solo il 37,1% nelle amministrazioni locali. È da questi dati e dalla valutazione sulla componente dei trasferimenti che potrebbe essere oggetto di riscossione diretta che il federalismo fiscale deve partire. Dopo il lungo ciclo iniziato negli anni ’80, con la voglia di maggiore decisionismo e governabilità, rIferImentI bIblIografIcI: oggi quasi il 71% degli italiani ritiene che la scelta di Estratto da: “44° Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2010” . dare più poteri al governo e/o al capo del governo www.censis.it non sia adeguata per risolvere i problemi del Paese. Il distacco è più marcato tra i giovani (75%), le donne (77%), le persone con titolo di studio elevato (quasi il 74% dei diplomati e oltre il 73% dei laureati). L’accelerazione dei processi decisionali della politica non si è verificata, se è vero che, ad esempio, secondo l’Eurobarometro il 74% degli italiani giudica negati-
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Viviamo tutti sotto il medesimo cielo, ma non tutti abbiamo lo stesso orizzonte.
Aforismi La ricerca della verità è più preziosa del suo possesso.
Konrad Adenauer
Albert Einstein
Una spugna per cancellare il passato, una rosa per addolcire il presente e un bacio per salutare il futuro.
Ogni bambino rappresenta un’avventura verso una vita migliore, un’opportunità per cambiare il vecchio sistema e rinnovarlo.
G. Maupassant
Hubert H. Humphrey
Tra la conoscenza e il desiderio c’è.... Il sentimento.
I miei problemi sono iniziati con la prima educazione. Andavo in una scuola per insegnanti disagiati. Woody Allen
Immanuel Kant Le persone viaggiano per stupirsi delle montagne, dei fiumi, delle stelle e passano accanto a se stesse senza meravigliarsi.
Abbiamo davanti agli occhi i vizi degli altri, mentre i nostri ci stanno dietro. Seneca
Non c’è il perché senza il percome. William Shakespeare, La commedia degli errori
Sant’Agostino
Vedere un mondo in un granello di sabbia e un paradiso in un fiore selvatico, tenere l’infinito nel palmo della mano e l’eternità in un’ora. William Blake
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Il senso di colpa Chi non ha mai provato senso di colpa per qualcuno o per qualcosa nella propria vita? Tutti conosciamo bene questo profondo sentimento, a volte molto doloroso, poiché lo cominciamo a sperimentarlo già in tenerissima età di Maria Torlini
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a sensazione di essere in errore per quello che abbiamo fatto o pensato o detto ci suscita un senso di malessere, di pesantezza, di non adeguatezza secondo i modelli che ci sono stati dati o secondo le regole che ci siamo imposti. Solitamente più si è usciti dalle regole e più il senso di colpa aumenta in proporzione, specie se abbiamo una mentalità piuttosto rigida e abbiamo una concezione del mondo che ci regala sicurezza in base alla logica molto semplicistica del buono e/o del cattivo. Il senso di colpa è una sensazione, come dice la parola stessa, di avere commesso qualche cosa di male e/o di dannoso. Ci può essere anche un senso di colpa che deriverebbe dallo squilibrio tra il proprio benessere e la percezione della sofferenza altrui oppure, quello che nasce dalla differenza esistente fra un'immagine ideale di sé e l'immagine che si percepisce concretamente. Gli studi e la ricerca ci informano che in molti casi il senso di colpa è radicato nei conflitti infantili, conflitti che anziché essere stati risolti, vengono solo apparentemente rimossi. Grandi generatori del famigerato senso di colpa sono i precetti rituali/religiosi che nel corso della storia hanno abbondato di quel senso di colpa e di peccato che incombe sul fedele (a volte ancor prima di nascere) e che spesso lo relega ad una vita di rinunce, sacrifici e privazioni per redimersi dal proprio status di peccatore. Questo ha prodotto, nel corso dei secoli, tanti abusi di potere sia sulla persona che, e soprattutto, sulla sua anima, togliendole ogni scelta di percorso alternativo per la propria evoluzione cosciente. Una persona mi raccontò quanto gli era rimasto vivo e angosciante il ricordo di un episodio vissuto da bambino in cui un sapiente educatore (sicuramente in perfetta buona fede) per convincere i bambini a non “commettere peccati” forniva questo esempio di asso-
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luta efficacia comunicativa: “Cari bambini, vedete questo bicchiere d’acqua? Bene, fate conto che questa sia la vostra anima: pulita, cristallina, trasparente. Ebbene, ogni volta che voi commetterete un peccato la vostra anima si oscurerà in proporzione...” e mentre diceva questo, faceva scendere nel bicchiere alcune gocce di un inquietante inchiostro nero… Anche frasi taglienti, apparentemente innocue, possono creare mostruosi sensi di colpa con il potere di trasformare il figlio in un “bambino cattivo”. “Hai deciso di comportarti così per far soffrire la mamma che ti vuole tanto bene e fa tutto per te…” I genitori, a volte inconsapevolmente, fanno leva sul senso di colpa dei figli e alcune madri sanno, meglio di chiunque altro, come ottenere da loro ciò che vogliono, riuscendo a colpirli dove sono più vulnerabili. E’ esperienza comune, infatti, notare che il bambino impara molto presto a sentirsi in colpa per non aver soddisfatto le aspettative degli altri e spesso quando si trova al centro di un divorzio, di una malattia o di una sofferenza dei genitori, pensa di esserne il responsabile, come se effettivamente tutto ciò che è doloroso o “negativo” fosse, per qualche ragione, colpa sua. Da adulto, si vedrà costretto ad affrontare la paura di essere rifiutato se non soddisfa puntualmente i bisogni della figura più importante a cui è legato. Così può succedere di sentirsi nervosi o inadeguati dopo un dialogo con i propri genitori, di avere mal di testa, di accorgersi che i loro commenti hanno il potere di spegnere ogni entusiasmo e che tutto l’impegno profuso per tentare di accontentarli non basti mai.
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Sembra che la colpa di tutto il mondo si riunisca per rendere colpevole l'individuo oppure (ciò che vuol dire lo stesso) ch'egli, diventando colpevole, si senta reo della colpa di tutto il mondo. S. Kierkegaard Il senso di colpa, se esacerbato, può portare a svariati disagi come l’indecisione, che provoca continui ripensamenti ed enormi difficoltà ad adottare qualsiasi risoluzione, anche quella più banale. Quando ci si sente inadeguati, non si può tollerare di sbagliare poiché il senso di colpa diverrebbe insostenibile. Gli atteggiamenti ipocondriaci (timore irrazionale per le malattie) sono uno dei disagi più comuni che nascono dal senso di colpa. Tutte le colpevolizzazioni seguono un ritiro che l’individuo vive spesso come minaccia di abbandono e perdita affettiva. Molti rapporti di coppia si basano, erroneamente, su aspettative e desideri di ricevere dal partner quello che non si è avuto da bambini. In caso di aspettative deluse il risultato è spesso un forte rancore verso il coniuge. Nella depressione, ad esempio, il senso di colpa può produrre una condizione di impasse che presto si traduce nella perdita della possibilità stessa di decidere e di agire in vista di una mèta che produca soddisfazione; questa situazione critica impedisce la concretizzazione di ciò che si desidera, generando conseguentemente una tristezza di fondo, determinata dalla convinzione della impossibilità di non poter realizzare i propri desideri e progetti. Ancora, il sentimento di colpevolezza può indurre ad aderire ad una certa condotta in funzione della fedeltà al
La Maschera del Rimorso, Magadan, Russia Ernst Neizvestny
gruppo di riferimento, al di fuori del quale ci si sentirebbe persi. In questi casi è forte la tentazione di rimanere fedeli al gruppo rinunciando a se stessi e alle proprie aspirazioni. Ci può essere anche una modalità ossessiva che viene evocata rimuginando innumerevoli volte sul `come si sarebbe dovuto agire'. In altri casi si tratta di un senso più
CERVELLO E SENSO DI COLPA Coinvolte la corteccia del cingolo anteriore e di quello posteriore: una scoperta che potrebbe facilitare lo sviluppo di terapie comportamentali mirate Da tempo è noto che le emozioni elementari, come rabbia, tristezza, gioia e paura – sono associate all’attivazione di specifiche regioni cerebrali. Le emozioni più complesse come le emozioni sociali, tipiche soprattutto del genere umano, sono state finora scarsamente indagate con metodi scientifici. Tra queste emozioni sociali c’è il senso di colpa ogni volta che, implicitamente o esplicitamente, siamo chiamati ad operare scelte che possano incidere sulla vita altrui o su regole morali comuni. Inoltre, il senso di colpa assume rilevanza anche in ambito neurologico e riabilitativo: questo importante aspetto del più generale senso morale può venire alterato da lesioni cerebrali di varia natura (ad es. secondarie a traumi cranici, ischemie, tumori, ecc.), inducendo nei pazienti. Significative modificazioni del comportamento sociale. Nella vita normale il senso di colpa assume uno spettro continuo di sfumature diverse, dipendenti dalle circostanze che lo determinano, al cui interno è comunque possibile identificare due componenti principali ed estreme: quella deontologica e quella altruistica. La prima legata a trasgressione di norme morali, senza un danno oggettivo per altri individui. La seconda evocata, ad esempio, da situazioni in cui qualcuno subisce un danno ingiusto ma indipendente dalla nostra responsabilità. Uno studio italiano condotto all’IRCCS Fondazione S. Lucia (Roma) in collaborazione con l’Ass. di Psicologia Cognitiva, ha investigato le correlazioni tra aree cerebrali e senso di colpa nelle sue componenti deontologica e altruistica. E’ stato studiato n gruppo di soggetti sani (RMN) (range d’età 21-38) sottoposti ad una serie di stimoli visivi in grado di evocare il senso di colpa nelle sue due tipologie indagate. Successivamente gli stessi stimoli somministrati ad un nuovo campione di 22 volontari sani, con età uguale a quelli del gruppo precedente. Tutti i soggetti sono stati impegnati in un compito di immedesimazione emotiva con il senso di colpa evocato da tali stimoli. Indipendentemente dalla tipologia deontologica o altruistica, l’analisi dei dati ha evidenziato una attivazione selettiva di due aree cerebrali; la corteccia del cingolo anteriore e di quello posteriore. Si tratta di regioni cerebrali notoriamente coinvolte in funzioni superiori di tipo cognitivo. Quella deontologica attiva l’insula, struttura fondamentale nell’esperienza di disgusto verso stimoli esterni ed interni. Quella altruistica coinvolge prevalentemente la corteccia prefrontale mediale: un’area implicata in attività mentali di tipo pro-sociale, ossia legata all’interpretazione di stati d’animo e comportamenti altrui. Lo studio ha dimostrato che il senso di colpa coinvolge circuiti cerebrali cognitivi ben distinti, anche se probabilmente soggetti ad una certa variabilità individuale.
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cultura e natura generalizzato di inadeguatezza rispetto al proprio comportamento o, peggio ancora, rispetto ai propri sentimenti, che vengono giudicati dalla persona come `troppo…' o `non abbastanza…'. C’è anche lo sfogo sul cibo, specialmente cibo ipercalorico, per poi sentirsi in colpa. Si crea una grande dipendenza dagli altri e soprattutto una grande mancanza di fiducia e autostima. Si mangia per riempire vuoti affettivi e ci si sente in colpa subito dopo per non riuscire ad aderire ai canoni superficiali dettati dalla società. Per le persone che sperimentano questa condizione è raro gustare un pasto come un momento di puro piacere, nella maggior parte dei casi si finisce per non conoscere affatto i propri cibi preferiti così come si ha difficoltà a scegliere partner o amicizie realmente soddisfacenti. Ma il senso di colpa può anche non essere collegato ad un atto specifico, perché nasce da un senso di inadeguatezza non compreso, da un senso di incapacità, di malessere non chiaro che può scaturire da scenari più profondi della nostra interiorità, non necessariamente associati all’esperienza di vita pratica, trasformandosi in un’angoscia legata alla convinzione di essere inadeguati, inferiori, incapaci di essere amati e apprezzati.
I risultati della ricerca aprono la strada ad una migliore comprensione di alcune attitudini individuali. Se ne potrà giovare la spiegazione di alcuni comportamenti sociali devianti e di manifestazioni psicopatologiche legate a malattie neurologiche e psichiatriche, alla cui base ci potrebbe essere una alterata elaborazione delle emozioni complesse come il senso di colpa. Una migliore comprensione delle relazioni esistenti tra localizzazione del danno cerebrale e disturbi comportamentali può avere poi importanti ricadute in ambito clinico e neuro riabilitativo. Modificazioni del senso morale sono frequenti in conseguenza di alcune lesioni cerebrali e di traumi cranici anche non gravi – quindi la comprensione delle basi neurobiologiche del senso di colpa ci permette di migliorare gli interventi riabilitativi, cognitivi e comportamentali che rivolgiamo ai pz. In ambito psichiatrico è già stato ipotizzato che alterazioni nell’elaborazione di specifici sensi di colpa possano contribuire a disturbi quali i comportamenti ossessivi e compulsivi oltre che alla depressione. Anche in tal caso una più recisa comprensione del ruolo svolto dal senso di colpa potrà agevolare lo sviluppo di terapie comportamentali mirat
ma se tuttI lo provIamo a qualcosa servIrà!
E' preferibile non fare un'azione che non va fatta, perché dopo ci si pente. Ciò che va fatto è meglio farlo bene, perché non ci si pente. Buddha Potremmo dire che il senso di colpa, sperimentato spesso da ogni persona sensibile e responsabile, è un meccanismo della coscienza che, se non è deformato, segnala un disagio e ci rimprovera quando facciamo qualcosa che infrange il nostro codice morale. La persona equilibrata investe le sue energie per riparare al danno che ha fatto e, se il danno è irreparabile, anziché punirsi senza costrutto, cerca di impiegare le sue forze per migliorare sé stesso e la condizione di coloro che ha fatto soffrire: una volta riconosciute le proprie responsabilità e prese le misure correttive, il campanello d’allarme della mente ha terminato la sua funzione. Infatti, quando lo sbaglio commesso diviene cosciente e razionale, non dovremmo parlare di colpa bensì di assunzione di responsabilità. Una persona, per esempio, si sente Fonte : comunicato stampa Fondazione IRCCS Santa Luin colpa perché si rende conto di avere commesso un atto cia – Roma che lede un’altra persona. In questo caso, il fatto di ledere gli interessi, i bisogni e gli elementi vitali di qualcuno rendono questa azione biasimevole. Quando proviamo questa e i problemi, di immedesimarci, di entrare in una risonanza forma di responsabilità morale è perché siamo in grado di con le sofferenze dell’altra persona, e di ragionare come metterci nei panni dell’altro, di condividerne gli interessi se l’azione che abbiamo compiuto potessimo subirla noi
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cultura e natura stessi. In quest’ottica il senso di colpa può avere anche sfumature costruttive perché permette di prendere coscienza della sofferenza dell’altro poiché porta ad una messa in discussione e ad un’assunzione, appunto, di responsabilità. Possiamo superare questo impasse se cerchiamo di attingere ai nostri livelli superiori di consapevolezza, livello dove vige il “nolite judicare” e per contro è molto attivo il monitoraggio che il nostro spirito di autocritica costruttiva ci fornisce qualora decidiamo di cominciare un processo di valutazione in sostituzione di quello del giudizio. Come sempre attivare un processo di cambiamento richiede una forte motivazione che sia sentita veramente giusta e non “strumentale”. Strumentale lo diventa, spesso, perché magari il senso di colpa potrebbe costringerci a comportarci seguendo “le regole giuste” che però potrebbero essere frutto di un condizionamento (culturale, religioso, sociale, politico, ecc.) e dunque essere in aperto contrasto con quello che avvertiamo dentro. ma scIentIfIcamente Il senso DI colpa, che cos’è? Oggi la scienza ha cominciato ad indagare in questo ambito scoprendo che il cervello utilizza diverse aree in risposta a differenti tipi di sensi di colpa. Abbiamo visto che il senso di colpa è un complesso stato mentale che sottolinea parecchi comportamenti umani sia nella vita privata che sociale e che coinvolge la persona sia da un punto di vista psicologico che evolutivo. Il senso di colpa è dunque una funzione cognitiva ed emozionale caratterizzata da sentimenti pro sociali, che comportano specifiche credenze morali, e che possono essere pulsioni predominanti di valori interiori, che in tal caso possono generare un senso di colpa di ordine deontologico o in misura maggiore, situazioni interpersonali, che in questo caso possono generare un senso di colpa di tipo altruistico. Questi e tanti altri elementi possono aiutarci a capire come nel nostro cervello vengono rielaborate le esperienze e i vissuti. Potremmo dire che ci sono vari livelli e che il primo livello è quello più esposto al filtraggio dei modelli in cui siamo cresciuti. Un po’ come succede nel bambino molto piccolo. Egli infatti necessita della costante guida dell’adulto per orientarsi anche nello sviluppo di una pro socialità equilibrata. In questa fase sono le regole trasmesse che dettano legge anche se il nostro radar interiore ha un sistema di lettura delle cose che può differire di molto da quella che è la regola sociale. Successivamente, alla regola dovrebbe sostituirsi la capacità di autogestione consapevole delle proprio agire nei confronti di se stessi prima e degli altri poi. Se questo non accade, come abbiamo visto, nell’individuo si formano delle disarmonie che lo bloccano ad alcuni stadi evolutivi. Da qui l’incapacità, a volte, di uscire da strettoie che confinano la persona in stati di sofferenza eccessivi e a volte gratuiti.
Nei paesi buddhisti niente è mai terribilmente riprovevole, nessuno ti rinfaccia mai qualcosa, nessuno ti fa mai una predica o cerca di darti una lezione. Per questo sono piacevolissimi e fanno sentire a loro agio tanti giovani viaggiatori occidentali, in cerca appunto di libertà. Tiziano Terzani, Un indovino mi disse, 1995 A questo punto diviene chiaro che il senso di colpa deve lasciare il posto alla capacità dinamica dell’individuo di evolversi ed evolvere i propri comportamenti in modo tale da non rimanere dominati da questo meccanismo. Il senso di colpa, infatti, produce forme molto rigide di pensiero che non attivano nessun processo di superamento del problema e lasciano la persona in uno stato stagnante di sofferenza perpetua. Ciò non vuol dire essere insensibili, anche perché quando si evidenzia questo distacco emozionale si assiste ad atti che poco hanno di umano e di sensato. Sono quelle azioni che vengono compiute da personalità cosiddette sociopatiche in quanto queste persone non avvertono alcun rimorso, né provano empatia per le loro vittime. La sensibilità nei riguardi di se stessi e del mondo deve continuare a guidarci lungo tutto l’arco evolutivo, supportandoci saggiamente nella ricerca di miglioramento della propria realtà di esseri umani in cammino e quindi in corso di sperimentazione. Il cervello va quindi stimolato non solo sui meccanismi difensivi che si originano attraverso esperienze magari sofferte, ma occorre attivare anche e soprattutto quella componente che spinge a ricercare continue soluzioni per oltrepassare le difficoltà attraverso una trasformazione del nostro agire. Sostanzialmente non possiamo perseverare nel sentirci in colpa per qualcosa che, quasi sempre, solo in seguito ci rendiamo conto che non è stata il massimo. Infatti nessuno compie a priori qualcosa che sa già in partenza essere sbagliato, a volte le esperienze vissute ci danno solo in un secondo tempo una misura più ampia del nostro agire. Significa rendersi conto, una volta di più, che non siamo perfetti ma perfettibili e quindi in grado di modificarci in senso positivo se comprendiamo a fondo il problema e cerchiamo soluzioni costruttive. Questo processo è parte integrante della crescita individuale lungo l’intero arco dell’esistenza e dunque è inesauribile poiché apre sempre nuovi scenari da raggiungere. Maria Torlini Psicologa, Psicoterapeuta, C.T.U. del Tribunale di Roma, docente per le attività di formazione e aggiornamento in campo psicologico, neuropsicologico e psicoterapeutico. + mtorlini@gmail.com
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Fotografia
L’albero dell’illuminazione Trasformare la fotografia in poesia e parlare dei pensieri più raffinati dello spirito umano è un antidoto contro il ritmo incalzante della nostra vita. E’ questo che Tiziano Fratus ci propone con i “suoi” alberi. di Elisabetta Gatti
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vere le radici verso il cielo, sembra un'assurdità, un evidente sovvertimento del pensiero comune. Eppure potrebbe essere una cura per il genere umano, a quel suo senso di sradicamento che lo porta ad affermare, a volte imporre, la propria idea di identità e il proprio interesse su tutto e su tutti. Delle radici che traggono il loro nutrimento dall’alto invece che dal basso, ci obbligano a cambiare totalmente la prospettiva. E’ così che Tiziano Fratus ci prende alla sprovvista con i suoi appunti sull’albero dell’illuminazione, l’Asvattha. Uno scrittore, un poeta e un insolito fotografo, che ci sorprende con ritratti in bianco e nero di alberi centenari. Lo stile delle sue immagini è quello di proporre sia l’insieme sia il dettaglio delle forme originali e naturali che il mondo vegetale può creare, se solo gli si lasciasse più tempo.Già, all’albero occorrono molti anni, anzi secoli per mostrarsi in tutta la sua maestosa nobiltà e bellezza. E’ sicuramente molto più del tempo che l’essere umano oggi è disposto a concedere a chiunque. Abbiamo fretta, tutti molta fretta ma Tiziano ci costringe a fermarci.
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Le sue profonde riflessioni, ci portano lontano, alle radici della saggezza umana. aprendoci scenari inconsueti o dimenticati. Al tempo stesso ci mostra in una sorta di diario di bordo del suo processo di ricerca mentale, ma anche spazio-temporale, delle antiche radici dell’umanità che, come l’autore ci ricorda, non appartengono alla terra ma al cielo.
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Fotografia “Il primo verso della quindicesima lettura o capitolo del Bhagavad Gita, testo sacro dell’induismo, parte del più ampio Mahabharata, introduce alcuni dei più discussi alberi mai descritti: Il beato disse: 1. Parlano di un eterno Asvattha con radici in alto e rami in basso, le cui foglie sono i Vedas; chi lo conosce, è un conoscitore dei Veda. 2. Sopra e sotto si disperdono i suoi rami, nutriti dai Gunas (gli elementi); i sensi-oggetti sono i suoi germogli; e sopra nel mondo dell’uomo si dispiegano le radici, che generano azioni. Secondo alcune interpretazioni letterarie e religiose l’Asvattha o Ficus religiosa (detto anche Pippal o Pippala) è un albero che ramifica le proprie radici, ovvero nel tempo le radici si innalzano diventando come dei rami.Questa spiegazione però non ha alcuna dimostrazione scientifica, botanica. Alcuni commenti presenti sui volumi che posseggo in casa, ovvero la versione bilingue in sanscrito e inglese curata da Swami Swarupananda, pubblicata a Calcutta e che ho acquistato a Singapore, nel quartiere indiano, e quella italiana curata da Raniero Gnoli, parlano dello sviluppo delle radici di questi alberi che nel tempo si fanno rami. Le foto che ho raccolto di questi esemplari, compreso quella di ungrande esemplare presente nel giardino botanico di Palermo, non mostrano questo sviluppo aereo delle radici. E’ il caso anche dell’esemplare più famoso, il Sri Maha Bodhi nel tempio di Mahabodhi, a novantasei km dalla città di Patna, capitale dello stato di Bihar, nel nord est dell’India. La leggenda narra che il Siddhartha Gautama si sarebbe illuminato diventando Buddha proprio stando sotto questo albero antico, così come descritto anche in tanti racconti e nel film di Bernardo Bertolucci. Storicamente è certo che questo albero sia stato piantato da mano umana nel 288 a. C., e rappresenta il più antico esemplare di angiosperma mai piantato dall’uomo. Cerco di capire. Chiedo quindi una spiegazione ad una poetessa indiana mia amica, Mani Rao, che vive da diversi anni negli Stati Uniti ed ha tradotto, in inglese attuale, proprio quest’opera che uscirà per Penguin India. In attesa della spiegazione di Mani ecco al lettore una mia “traduzione” del significato. L’obiettivo di un saggio è tagliare con la spada le radici di questo albero di modo da poter agire senza essere ingannato o trascinato dai sensi, e quindi dall’attaccamento alle cose. Lo dicono anche i maestri Jedi. A questo punto bisognerebbe spiegare cosa accade al personaggio principale del Bhagavad Gita, il Beato, ma ci svieremmo dal nostro interesse principale: andare a cercare quegli alberi reali e immaginari che il
mondo offre. A questa mia sintetica risposta pregna di materialismo europeo si contrappone la risposta che mi ha scritto Mani Rao: «L’idea è che il nostro corpo fisico è una radice. Siamo immersi nel mondo (fisico), così possiamo assorbire le lezioni di questo mondo. Il nostro vero essere, il nostro corpo reale è invisibile, aereo, e i suoi germogli, o le sue radici, le radici fisiche sulla terra / nascita fisica. Dico corpo reale, piuttosto che anima o spirito o mente, in quanto l’idea è che abbiamo molti corpi. Fisico, etereo (aereo) (i chakravche si apprendono nello yoga sono radicati nel corpo etereo), causale/emozionale, mentale, eccetera. Ciascuno è più sottile rispetto agli altri. L’idea che si incontra nell’albero del Gita è espressione di ciò che ho appena descritto: ma al contrario: la radice spirituale sta dove possiamo tracciare la nostra energia e luogo da cui possiamo trarre il nostro sostentamento.» L’albero in questione quindi è un albero non fisico ma aereo, spirituale. Ed esistono diversi corpi: il corpo fisico, il corpo aereo, la radice spirituale: e tutto attraverso la visione di un semplice albero. rIferImentI bIblIografIcI
Tiziano Fratus Homo Radix, appunti per un cercatore di alberi, ed. Marco Valeri, 2010 Manifattura Torino Poesia www.torinopoesia.org http://homoradix.wordpress.com
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SPECIALE AMBIENTE
In natura non si spreca nulla In cucIna ●utIlIzzare lo stesso bIcchIere DI acqua Nel corso della giornata beviamo diversi bicchieri d’acqua. Proviamo ad usare sempre lo stesso. Laveremo così meno bicchieri risparmiando tempo, detersivo ed acqua..
●rIutIlIzzare l’acqua DI cottura Spesso dopo la cottura delle verdure, l’acqua finisce nel tubo di scarico. Si potrebbe riutilizzare per fare una zuppa oppure, a temperatura ambiente, si può usare per innaffiare le piante. Ad esempio l’acqua di cottura del riso risulta essere un ottimo ricostituente perché contiene l’amido.
●conoscere la quantIta’ DI acqua Del cIbo che consumIamo
Anche il tipo di prodotti cucinati ha un impatto sull’acqua. Forse non tutti sanno che, ad esempio, il consumo di acqua per la produzione di carni bovine è molto maggiore rispetto a quella del pollame così come la coltivazione del il mango richiede più acqua rispetto a quella della mela. combattere Il calcare Il calcare è ben noto per la tendenza a creare incrostazioni, assai difficili da rimuovere da box doccia, lavelli e rubinetteria in generale; ma i maggiori inconvenienti, il calcare li crea all’interno dell’impianto idraulico, ossia nelle condutture e, soprattutto, nei generatori d’acqua calda (elettrici o a gas). Tali depositi creano due tipi di barriere: una termica e una fisica. La prima si traduce in un maggior consumo di energia per nulla trascurabile, infatti, per ogni millimetro di deposito di calcare nei tubi, si registra un aumento dei consumi elettrici di circa il 10%. e nel tempo i consumi possono crescere in maniera considerevole. Analogamente, lo strato di calcare crea anche una barriera fisica al passaggio dell’acqua che, nel caso d’impianto dotato di autoclave, fa anch’esso aumentare i consumi di elettricità. Il calcare inoltre sollecita maggiormente l’impianto idraulico riducendone la durata. Una verifica della presenza di calcare all’interno dei tubi può essere realizzata con una semplice prova. Aprite al massimo il rubinetto dell’acqua fredda e notate la portata; dopo qualche istante ripetete la stessa cosa con il rubinetto dell’acqua calda.
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La minore portata dell’acqua calda è essenzialmente dovuta alle incrostazioni di calcare presenti nel generatore di calore. Le soluzioni utili per vincere il calcare si dividono in due categorie: trattamenti in grado di inibire il potere di coesione del calcare che, pur continuando ad essere presente nell’acqua, non è più in grado di for-mare incrostazioni; trattamenti di rimozione del calcare dall’acqua.
acqua pubblIca ● Quando vediamo sgorgare continuamente acqua da una fontanella pubblica è consigliabile segnalarlo al proprio Comune e chiedere di far inserire un rubinetto a pulsante automatico ● In caso di perdite e rotture di tubazioni e/o acquedotti, segnalare immeditamente agli enti preposti alla manutenzione
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ETNEIBMA ELAICEPS all’esterno ● Per annaffiare le piante del terrazzo o del giardino sfruttiamo l’acqua che usiamo per lavare la frutta o la verdura.Inoltre questa operazione va effettuata nel primo mattino o nel tardo pomeriggio in modo da ridurre la quantità d’acqua sprecata con l’evaporazione
● Come fertilizzante utilizziamo il compost che è sicuramente economico e ricavabile facilmente dal nostro giardino con poca fatica.
controllare Il contatore
● Possiamo regolare il getto in base alla rapidità Per verificare se ci sono perdite nel proprio con cui il suolo assorbe l’acqua evitando così impianto domestico, chiudere la sera tutti i ruzone di ristagno. binetti e leggere il contatore dell’acqua. Controllare eventuali consumi notturni la mattina successiva. Un foro di un millimetro in un tubo causa la perdita di circa 2.300 litri d'acqua potabile al giorno.
lavaggIo stovIglIe e bIancherIa ● La lavatrice consuma molta acqua (80 – 120 litri) indipendentemente dal carico di panni quindi va sempre utilizzata a pieno carico, diminuendo così la frequenza dei lavaggi. Il risparmio arriva anche a 8.000 litri di acqua all’anno. Le lavatrici di classe A consumano spesso la metà dell’ acqua (e della corrente elettrica) rispetto a quelle tradizionali.
pulizia, si arriva a consumare 10.000 litri l’anno a persona; quando il rubinetto viene aperto solo per il risciacquo il consumo d’acqua si riduce a 1600;
● Per quanto concerne interventi di tipo impiantistico, è possibile sostituire i normali filtrini dei rubinetti (quelli che ogni tanto dobbiamo pulire ● Alcuni studi in materia hanno dimostrato che a dal calcare e da altre sporcizie) con dei modelli parità di stoviglie mediamente, si consumano risparmio energetico (aeratori). 80 litri d’acqua se lavati a mano; 60 litri se lavati a macchina - a pieno carico-, 12 litri nel caso di ●perDIte Dalle guarnIzIonI apparecchi ad elevata efficienza, i quali oltre al L’acqua, che a causa di perdite delle guarnizioni risparmio d’acqua consentono una notevole con- gocciola dai rubinetti o dallo sciacquone, sembra poca cosa, ma essendo continuativo, anche il trazione dei consumi di detersivi ed energia. semplice gocciolamento comporta uno spreco inutile di migliaia di litri d’acqua (e di euro). Nel caso in cui l’impianto è dotato di accumuli dell’acqua calda, come ad esempio i boiler elettrici, rubInettI oltre al consumo d’acqua le perdite idriche si tramutano anche in uno spreco d’energia elettri● Il gesto quotidiano di aprire il rubinetto può far ca. variare notevolmente il livello dei consumi idrici. Ad esempio durante il lavaggio dei denti, tenendo aperto il rubinetto per tutto il periodo di CN n. 2 2010
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living planet, report 2010 “La protezione della biodiversità e degli ecosistemi deve rappresentare una priorità nei nostri tentativi di costruire un’economia mondiale più forte, equa e pulita.” Angel Gurría, Segretario Generale dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico
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’ottava edizione del Living Planet Report riporta all’attenzione mondiale le attuali condizioni del nostro pianeta e proietta, spietatamente, scenari futuri raccapriccianti. Entro il 2030 avremo esaurito le risorse del pianeta e ci sarà bisogno di un’altra Terra per poter sostenere l’attuale sistema di sviluppo. Le catastrofi che attualmente vengono rappresentate nei film di fantascienza, si realizzeranno nell’arco di un solo ventennio, o poco più. Per darci un’idea concreta della devastazione della nostra civiltà, il WWF ha calcolato che per produrre le risorse necessarie ai nostri consumi del 2007 la Terra avrebbe avuto bisogno di un anno mezzo. Ben presto nell’arco di qualche decennio, analogamente alla recente catastrofica bolla finanziaria, dovremmo affrontare una bolla ambientale a cui nessuna nazione potrà sfuggire, poiché il pianeta, al pari dell’economia, risponde in maniera globale. Infatti, la proiezione futura degli effetti del depauperamento terrestre ci indica una situazione paradossale del nostro modelli di sviluppo. L’aggravio maggiore del’inquinamento e dello sfruttamento illimitato da parte delle nazioni ricche pesa soprattutto sulle popolazioni a basso reddito, con bassi consumi e con una impronta ecologica moderata.
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I risultati dell’analisi del WWF, si basano sul monitoraggio dello stato della biodiversità negli ultimi decenni. Uno degli indicatori più importanti è l’Indice globale del pianeta vivente LPI che, dal 1970 al 2007, ha un trend del 30% costantemente negativo:
Un’ulteriore analisi evidenzia una forbice nella perdita della biodiversità terrestre tra la zona tropicale (+ 60%) e la zona moderata del pianeta – 29%:
La stessa sorte segue l’ecosistema marino con una perdita globale del 24% delle specie, con picchi del 60% nelle zone tropicali:
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cultura e natura I motivi dello stato degenerativo del pianeta sono indicati chiaramente dal Direttore Generale del WWF J.P. Leape: “La spinta senza precedenti alla ricchezza e al benessere degli ultimi 40 anni sta esercitando una pressione insostenibile sul nostro pianeta. L’Impronta ecologica indica che dagli anni ‘60 le pressioni antropiche sulla natura sono raddoppiate, mentre l’Indice del pianeta vivente rileva una diminuzione del 30% dello stato di salute di quelle specie che sono alla base dei servizi ecosistemici da cui dipendiamo… Le nazioni ricche devono trovare un modo per vivere sulla Terra in maniera più sostenibile,riducendo drasticamente la propria impronta, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo dei combustibili fossili. Anche le economie in rapida ascesa devono individuare un nuovo modello di sviluppo, che consenta loro di continuare ad accrescere il livello di benessere dei loro abitanti in maniera sostenibile per il pianeta. È necessario trovare nuovi modi per ricavare sempre di più da meno risorse. Continuare a consumare le risorse della Terra più rapidamente di quanto essa riesca a rigenerarle significa distruggere i sistemi dai quali dipendiamo. Dobbiamo imparare a gestire le risorse in maniera e quantità compatibili con la natura.”
Impronta ecologica è un indice statistico utilizzato per misurare la richiesta umana nei confronti della natura. Essa mette in relazione il consumo umano di risorse naturali con la capacità della Terra di rigenerarle. tratto da Wikipedia Per poter fare quello che auspica J.P. Leape, diventa importante misurare con maggiore dettaglio la performance del nostro pianeta. Tant’è che il WWF, per la prima volta, introduce alcune novità riguardo l’adozione di diversi parametri di misurazione sullo stato del pianeta. Ad esempio, per quanto riguarda l’impronta ecologica, viene presa in considerazione anche l’arco temporale dello sfruttamento delle risorse e le regioni geo-politiche, evidenziando così un enorme differenziazione tra le nazioni in base al loro livello di sviluppo.
Il ciclo terrestre del carbonio Lo stoccaggio del carbonio è riparito tra suolo e vegetazione. Globalmente i suoli contengono più del 75% delle riserve terrestri di carbonio, benché il loro contributo al totale subisca variazioni con la laitudine e con lo sfrutamento dei terreni. Le foreste e le praterie alberate, come le savane, sono di gran lunga i maggiori serbatoi di carbonio, cosituendo, rispeivamente, circa il 47% e il 25% del totale globale. Altri ecosistemi tendono a immagazzinare relaivamente poco carbonio in superficie, con riserve al suolo che variano tra 100 e 225 PgC. Negli ecosistemi forestali il carbonio si accumula grazie all’assorbimento del CO2 atmosferico e alla sua assimilazione nella biomassa. Il risultato è uno stoccaggio che avviene a livelli diversi: nella biomassa dei diversi strai del suolo che comprende tronchi, rami, foglie e radici; e nella necromassa, che comprende le leiera, i residui vegetali e la materia organica. Approssimaivamente il 50% della biomassa secca degli alberi è cosituita da carbonio. Qualsiasi aività che interferisce con la quanità di biomassa nella vegetazione e nel suolo ha la capacità di sequestrare carbonio dall’atmosfera, o di rilasciarlo in essa. Complessivamente le foreste boreali contengono più carbonio di qualunque altro ecosistema terrestre (26%), mentre le foreste tropicali e temperate ne contengono, rispeivamente, il 20% e il 7%. Esistono tutavia notevoli variazioni tra i diversi ipi di foresta in cui il carbonio si accumula. Fino al 90% del carbonio degli ecosistemi boreali è immagazzinato nel suolo, mentre nelle foreste tropicali il totale è diviso quasi equamente tra suolo e sotosuolo. Il fatore primario che determina questa differenza è la temperatura, che ad alte laitudini limita la decomposizione della materia organica al suolo e il riciclo dei nutrieni, mentre a basse laitudini quesi processi vengono favorii. Nelle zone umide il carbonio contenuto nella biomassa vegetale è una piccola parte di quello complessivo: il lento tasso di decomposizione dei suoli bagnai, come quelli di torba, ha determinato l’alta densità di carbonio che caraterizza quesi ambieni.Una percentuale compresa tra il 30 e il 50% della quanità totale di carbonio assorbito dalla vegetazione (produzione primaria lorda, PPL) viene uilizzata per sostenere i processi metabolici delle piante ed è rilasciata di nuovo nell’atmosfera come prodoto secondario della respirazione. Il carbonio rimanente viene fissato come materia organica a vari livelli del suolo ed è definito produzione primaria neta (PPN). I ipi di vegetazione variano nella loro PPN a seconda del clima, del ipo di suolo e della composizione in specie. Benché le foreste temperate a laifoglie siano altamente produive per parte dell’anno, la stagionalità limita la loro PPN: ciò rappresenta l’effeto avverito più intensamente alle maggiori laitudini. È evidente che i vari ipi di vegetazione trasformano il carbonio a un tasso differente. Questo valore, espresso come tempo medio di residenza del carbonio assimilato (t, in anni), può essere simato come rapporto tra il carbonio totale immagazzinato e la PPN. Il risultato varia con il ipo di suolo e di vegetazione. Nel caso della biomassa delle piante non c’è una relazione forte tra PPN e t, dal momento che t varia (nelle piante non colivate) tra 3 e 22 anni. Tale relazione esiste tutavia nel suolo: nelle foreste tropicali, in cui la PPN è elevata, il tempo di residenza nel suolo è relaivamente corto (circa 10 anni), mentre in ambieni più freddi, dove la PPN può raggiungere valori molto più bassi, i tempi di residenza sono molto più lunghi (200-300 anni). Se ci si concentra soltanto sulla biomassa vegetale, la capacita di stoccare carbonio di differeni ipi di vegetazione è proporzionale al prodoto tra la PPN e il tempo di residenza, che risulta a sua volta proporzionale agli stock di carbonio nella biomassa (…). È stato descrito lo stato di quasi equilibrio del ciclo globale del carbonio che è prevalso durante tuto l’Olocene e per gran parte della storia umana. Nei secoli receni, tutavia, la crescita della popolazione umana e delle aività economiche ha subito un’accelerazione enorme. Anche se a livello locale queste aività hanno prodoto effei notevoli sull’ambiente, come l’inquinamento urbano e industriale, fino a qualche tempo fa la Terra veniva complessivamente percepita come una gigantesca riserva ./.
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cultura e natura di materie prime e nello stesso tempo come un’enorme discarica di rifiui.
nostro benessere. I dati dimostrano che a differenza di quanto ritenuto, Questa prospeiva ha cominciato a mutare verso la fine del XX secolo, sull’onda della possibilità di esprimere l’alterazione l’aumento dei consumi oltre una determinata soglia umana dei cicli biogeochimici atraverso un indice. L’indice in non aumenta il livello del benessere, mentre affossa quesione è la concentrazione atmosferica di CO2 misurata fin le riserve e le risorse naturali. dal 1958 presso Mauna Loa, nelle Isole Hawaii. I dai mostrano che le concentrazioni di CO2 nell’aria sono Poi, occorre avviare un nuovo processo dell’economia salite inesorabilmente, con alcune variazioni stagionali e inte- che prenda in considerazione non solo il PIL ma rannuali, e indicano che lo stato di quasi equilibrio del ciclo del carbonio dell’Olocene sta cambiando. Questa alterazione anche altri fattori quali: l’indice di sviluppo umano, ha rappresentato uno dei primi segnali del fato che i cicli bio- il coefficiente di Gini (indice di disuguaglianza del geochimici stavano per essere modificai su scala globale. reddito), l’indice del pianeta vivente, gli indici dei Trato da: C02 e biodiversità Un approccio integrato a favore servizi ecosistemici e l’Impronta ecologica. del clima e del patrimonio naturale Edizioni Ambiente, 2004 Serve anche un nuovo punto di partenza per la nostra htp://www.reteambiente.it/sostenibilita/6767/il-ciclo-terreidea di progresso, che inizi con la quantificazione in stre-del-carbonio/ termini economici della biodiversità e degli ecosistemi e continui con la tutela del pianeta e preveda investiE’ analizzata anche l’Impronta idrica, che rileva una menti nella Green-Economy. sofferenza per la reintegrazione dell’ acqua utilizzata Tra gli interventi più urgenti, il WWF segnala l’interruzione della deforestazione, l’efficientamento della in 71 paesi. gestione dell’acqua dolce, la limitazione del sovrasfruttamento ittico e l’investimento nella biocapacità (quantità di terreno produttivo pro capite). E’ una grande sfida per l’umanità, che come dimostra il Living Planet Report, può essere vinta e può addirittura aprirci delle nuove frontiere per molti settori, anche quelli più stagnanti, come ad esempio l’economia o l’occupazione, o quelli più “recalcitranti”, come la politica, la finanza o la tecnologia. Insomma, ci aspetta un nuovo decennio che si prospetta decisivo per i prossimi secoli di vita sulla Terra e non c’è un attimo da perdere. Per fare un esempio, l’impronta rIferImentI bIblIografIcI: idrica di una tazza di caf- Living Planet. Report 2010, WWF fè, tanto cara a noi Ita- http://www.reteambiente.it http://www.vocedellanautra.it liani, è di 140 litri, per- http://www.il sole24ore.com chè si calcola l’acqua utilizzata per coltivare la pianta del caffè, CALCOLATORE DELL’IMPRONTA DI CARBONIO la raccolta, la raffinatura, il trasporto e il confezionall sito del WWF Italia, che anche nel 2010 si conferma come miglior sito No Profit dedicato mento dei chicchi, la vendita e la preparazione del all’ambiente, consente di misurare i propri singolo caffè (Chapagain e Hoekstra, 2007). consumi annui in base al proprio stile di Nella rilevazione sono introdotti ulteriori indici quali vita. lo stoccaggio terreste del carbonio e la fornitura di Mette adisposizione dell’utente un calcolatore virtuale acqua potabile. L’insieme dei dati raccolti viene posto che permette agli utenti di dare un primo sguardo alla propria impronta di carbonio in relazione con lo sviluppo umano e consente di ine quindi attivarsi per ridurla. dividuare una via di uscita per l’uomo e l’ambiente che comporta però un grande sforzo da parte nostra. http://www.improntawwf.it/ Innanzitutto, si tratta di pensare in modo diverso al
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comunicare efficacemente, una medicina dal volto umano Comunicazione medico-paziente: quando la malattia può essere curata anche con le parole e l’ascolto.
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di Enza Palombo
icuramente nell’epoca in cui viviamo, tutto ciò che ci riguarda e che ci circonda ha a che fare in qualche modo con la comunicazione. La società attuale però vive un momento in cui tale comunicazione spesso è a senso unico, cioè non si occupa di arrivare a capire e avvicinare la maggior parte delle persone. Il senso comune è molte volte quello di trovare consensi, aiuti, di vendere il più possibile, perdendo di vista l’obiettivo che la comunicazione ha in sé, nella sua accezione di derivazione latina, “communicare” ovvero “mettere in comune” quindi trasmettere e scambiare con gli altri informazioni utili che possano favorire la presa di coscienza di noi stessi e dell’ambiente che ci circonda. In alcuni ambiti poi, più che in altri, si rende ancora più urgente una chiarificazione del termine comunicazione, per il fatto che qualora la comunicazione fosse dannosa o anche soltanto deficitaria, potrebbe avere conseguenze irreversibili di incomprensione, insoddisfazione e malcontento, là dove tutto questo deve essere ovviamente non consentito: dove ci sono pazienti che soffrono. Negli ospedali o centri di ricovero, nei luoghi in cui ci sono delle persone che hanno un bisogno, riusciamo a capire come il lato umano e sensibile di ogni persona che si occupa di comunicazione, debba in tal caso essere prevalente. Si può dire che la medicina abbia come fondamentale obiettivo quello di aiutare ad allungare la vita e guarire dalle malattie. Aumentando la specializzazione in diversi ambiti, si è però arrivati anche a dividere e parcellizzare sempre più lo studio dell’essere umano. Ogni medico è
attento al suo specifico campo di studio, sempre meno, però, ad una visione globale del soggetto che va da lui e dice “sono ammalato”. Nella professione medica, che per definizione rientra nelle relazioni d’aiuto, comunicare è fondamentale. La qualità delle informazioni che il medico utilizza influenza in modo determinante la qualità del servizio reso. Il rapporto medico-paziente non è solo un problema di quantità e qualità di informazioni scambiate: “il vero problema, assai complesso, è che spesso non c’è un rapporto di interazione “umana” fra medico e paziente”.
Il medico dovrebbe informare stabilendo una vera relazione d’aiuto, fornendo al paziente conoscenze effettivamente necessarie alla sua situazione, selezionate in modo mirato dopo aver valutato le necessità di intervento e di cura. Ricordiamo che il paziente quando si rivolge al medico vive uno stato di malessere fisico che spesso ricopre anche altre dimensioni della vita della persona: individuali (cognitive e affettive) e sociali (famiglia, scuola, lavoro). Un intervento di qualità deve essere mirato a capire e comprendere
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cultura e natura stiamo a fatti di cronaca in cui la mancata gestione da parte dei medici del proprio stato emozionale ha prodotto disagi importanti nei loro assistiti. Pensiamo ai recenti fatti di cronaca in cui liti tra medici in sala operatoria hanno avuto ripercussioni gravissime nei pazienti che in quel momento avevano bisogno di attenzione, competenza e cooperazione da parte dello staff medico non certo di noncuranza o addirittura dimenticanza in uno stato di estrema urgenza. Eppure il processo terapeutico, per quanto possibile, dovrebbe avere il paziente come figura centrale e principale collaboratore delle modalità terapeutiche. Spesso la sensazione che il paziente non si accorga di nulla è più una sensazione desiderata da parte di chi lo circonda che un evento reale. La tensione accumulata e non risolta da parte del medico oppure la sua serenità verranno immediatamente percepite dal paziente, proprio perché si trova in una condizione mentale che lo predispone a percepire gli stati d’animo di chi lo assiste. (La trasmissione avviene anche involontariamente attraverso la comunicazione non verbale). Nelle relazioni d’aiuto il professionista aumenta o diminuisce la sua efficacia professionale in funzione della propria capacità di risultare più o meno congruente nei confronti del paziente. Per congruenza si intende quanto il medico riesce a risultare coerente tra ciò che sente dentro a livello emozionale e ciò che veicola all’esterno a livello razionale. La comunicazione incongruente da parte del medico può generare nel paziente confusione, stordimento, malessere, repulsione. Un’altra difficoltà può essere legata al fatto che spesso non ascoltiamo ciò che ci viene detto, presumendo già di saperlo; udiamo solo ciò che vogliamo ed ascoltiamo solo ciò che coincide con i nostri obiettivi, cessando di ascoltare non appena cosa cercano I pazIentI DaI loro abbiamo “classificato” l’interlocutore. Tentazioni queste che sono proprie anche del paziente, il cui meDIcI? comportamento è peraltro condizionato dalle aspettative di guarigione e dal tipo di risposta che riceve a fronte I pazienti cercano comprensione umana e competenze della sua richiesta di aiuto. professionali dal proprio medico. Troppe volte assitutte le dinamiche soggettive della malattia da parte del paziente, ad agevolarne la comprensione, e prendere realmente in considerazione il lato emozionale di questi pazienti. Il compito del medico è tra gli altri soprattutto quello di aiutare i pazienti a gestire una infinità di paure: paura della morte, paura di soffrire, paura per i propri cari, paura per i costi delle terapie. Ci sono molte preoccupazioni e molti errori concreti. Nessuna conversazione può affrontarli tutti e il tempo diventa un fattore determinante ai fini di una relazione efficace. Non è vero che dando spazio ad una attività comunicativa interrelazionale nella pratica clinica si allunga indebitamente la durata della visita: il tempo è utile per incoraggiare il paziente ad esprimere le sue preoccupazioni, senza interruzioni o conclusioni affrettate da parte di chi lo ascolta. Uno studio europeo ha stimato in 18 secondi il tempo che intercorre tra l’inizio del racconto del paziente di fronte al suo medico e l’interruzione dello specialista che prova già a formulare la sua diagnosi. A creare maggiore disagio nel paziente c’è inoltre un cambiamento radicale nella capacità di quest’ultimo ad accedere alle informazioni. Il paziente oggi è ben diverso da quello che era in passato, non più una persona ignara che attende un verdetto dall’esperto, ma un soggetto altamente consapevole che ha la possibilità, soprattutto grazie ad Internet, di accedere alle informazioni. Per contrastare il fenomeno che porta un paziente insoddisfatto a girovagare tra diversi studi medici è necessario che il medico cerchi di costruire con lui un rapporto fiduciario, un rapporto in cui il medico metta a disposizione la sua competenza ed ascolti con pazienza il malato che dovrà nel tempo imparare a riconoscere la supremazia del medico e ad affidarsi completamente alle sue cure. Cresce, quindi, l’importanza della comunicazione e dell’ascolto in questo complesso e delicato dialogo a due.
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cultura e natura Inoltre dire una parola non vuol dire averla fatta capire per il suo contenuto originario. La parola verrà elaborata in maniera diversa a seconda delle caratteristiche psicologiche dell’individuo. La parola evocherà inevitabilmente nell’individuo che ascolta associazioni con esperienze passate o con stati d’animo che queste stesse possono produrre. Le parole possono essere costruttive o distruttive: la parola costruisce quando, rispetta la dignità altrui, conferma il valore dell’altro e ne potenzia l’autostima. La comunicazione deve essere quindi organizzata e progettata tenendo in considerazione le nostre caratteristiche psicologiche e quelle della persona che abbiamo di fronte. Occorre gestire la propria libertà di espressione altrimenti si rischia di aumentare lo stato di disagio dell’altro (ansia in un soggetto ansioso, rabbia in uno introverso, conflitti, tensioni, chiusura, isolamento etc..). Comunicare significa decidere cosa esternare in base
alle necessità del momento, al contesto e alle finalità che si hanno. Inoltre nel momento in cui inviamo informazioni che disconfermano o colpevolizzano l’altro, il suo cervello produce automaticamente una reazione di allarme, di difesa o di attacco a seconda della modalità con cui vengono elaborate le parole. Ricordiamo che l’individuo proverà una sensazione di benessere e libertà se ciò che acquisisce nell’interazione con il medico è utile alla sua crescita e lo gratifica nella sua ricerca di equilibrio e di benessere psico-fisico. Al contrario soffre e si chiude quando si sente violentato, disconfermato, umiliato, e non rispettato. Il medico dovrà avere pertanto buone competenze relazionali, ovvero: affinate capacità di osservazione e riconoscimento del linguaggio non verbale: contatto visivo, postura, elementi paralinguistici, prossemica, etc; corretta codifica e decodifica dei comportamenti verbali; buone capacità di ascolto attivo e relative conoscenze
su come strutturare un comportamento empatico; una adeguata libertà da condizionamenti e stereotipi che potrebbero limitare la percezione e di conseguenza il comportamento (pregiudizi); possibilità di utilizzare sinergicamente ed in maniera congruente il canale verbale e non verbale. Giuramento di Ippocrate « Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto he compio e dell'impegno he assumo, giuro: * di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento; * di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psihica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e cotante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale; * di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario; * di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona; * di atenermi da ogni accanimento diagnotico e terapeutico; * di promuovere l'alleanza terapeutica con il paziente fondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione, nel rispetto e condivisione dei principi a cui si ispira l'arte medica; * di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze; * di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina; * di affidare la mia reputazione professionale esclusivamente alla mia competenza e alle mie doti morali; * di evitare, anhe al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento he possano ledere il decoro e la dignità della professione; * di rispettare i colleghi anhe in caso di contrato di opinioni; * di rispettare e facilitare il diritto alla libera scelta del medico; * di pretare assitenza d'urgenza a hi ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell'autorità competente; * di osservare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò he mi è confidato, he vedo o he ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio tato; * di pretare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologihe he regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridihe he non risultino in contrato con gli scopi della mia professione.» rIferImentI bIblIografIcI: Job R., 1998, “I processi cognitivi”, ed. Carocci Magro G., 2008,“La comunicazione efficace”, ed. Francoangeli, Milano Watzslawick et al., 1971, “Pragmatica della comunicazione umana”, Ed. Astrolabio, Roma
Enza Palombo, Psicologa, docente in corsi e seminari per le attività di formazione e aggiornamento in campo psicologico con particolare attenzione all’età evolutiva e all’adolescenza. Membro del Comitato Esecutivo dell’Associazione Internazionale I.P.V.- Ius Primi Viri con Statuto Consultivo presso l’ECOSOC dell’ONU. + enzapalombo@libero.it
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cultura e natura
NORDIC WALKING La passeggiata nordica o passeggiata con i bastoncini, nasce negli anni ‘30 in Finlandia come allenamento alternativo degli sciatori di fondo nei periodi estivi o autunnali .
In Italia ci sono diverse associazioni presenti sul territorio tutte presenti anche sul web, tra le principali a livello nazionale segnaliamo: www.anwi.it/ www.nordicwalking.it/ http://www.nordicwalkingitalia.it di Elisabetta Gatti
Si ringrazia Domenico Meschini Presidente dell’Associazione Nordic Walking Centro Italia di Viterbo per aver fornito il materiale fotografico.
Negli anni ’60 si afferma grazie all’iniziativa e al lavoro di Leena Jääskeläinen, docente di educazione fisica, considerata come la “mamma del Nordic Walking. Attualmente è uno sport molto diffuso, in circa 40 paesi nel mondo, e vanta diversi milioni di praticanti. Anche nel nostro paese è apprezzata ed è in espansione grazie alla semplicità e all’efficacia della sua tecnica che migliora la postura, dà benefici all’intera colonna e alla cervicale. Il contatto con la natura e l’uso corretto dei bastoncini, che consente di attivare il 90% della muscolatura corporea e di ridurre il carico del 40% sulle articolazioni e sulla schiena, fanno aumentare il benessere psicofisico in maniera del tutto naturale. Può essere praticata ad ogni livello e in ogni luogo, nella città o al mare, sulla spiaggia, anche se l’ideale resta la montagna. Un altro vantaggio di questa attività fisica è che generalmente viene effettuata in compagnia e per questo favorisce i rapporti sociali tra i praticanti. La full-immersion nell’habitat naturale suscita spontaneamente un senso di armonia e di rispetto per gli splendidi scenari che si attraversano. L’assenza di competitività facilita il superamento di qualsiasi barriera di genere, fisica e sociale, stimolando in ognuno lo spirito di solidarietà. Il solo traguardo di questo sport è quello di “starbene” e per far questo al Nord Walking basta poco: la natura e la voglia di camminare!!!
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Il buco di ozono si restringe sopra l’antartide Il buco di ozono sopra l'Antartide si è ridotto al livello minimo degli ultimi cinque anni. Così fa sapere l'Istituto nazionale dell'Acqua e Indagini atmosferiche della Nuova Zelanda. Secondo gli scienziati
il buco potrebbe chiudersi definitivamente nell'anno 2080. La grandezza del buco è calcolata in 22 milioni di chilometri quadrati, rispetto ai 24 del 2009 e rispetto al 2000 che era di 29 milioni, l'anno in cui l'ampiezza fu massima. La massa di ozono si è ridotta a 27 milioni di tonnellate rispetto alle 35 del 2009 e 43 del 2000. (Fonte ADUC)
stop oil spill Dopo il fallimento della Comunità Europea riguardante la moratoria contro l’estrazione di petrolio in acque profonde, la Surfrider Fondation Europe ha lanciato una petizione contro tutte le attività estrattive offshore effettuate nei mari europei senza i canoni di sicurezza standard che potrebbero mettere a rischio la popolazione e l’ecosistema. Per aderire http://www.stopoilspill.surfrider.eu
batteri e scrivanie
libertà di stampa: il rapporto di reporter sans frontières Nella classifica di Reporters Sans Frontières dedicata alla libertà di stampa (http://en.rsf.org/press-freedomindex-2010,1034.html) l’Italia si posiziona al 49° posto come il Burkina – Faso, più in alto tra i Paesi UE solo a Romania (52°), Grecia e Bulgaria (entrambe al 70°) e prima di lei ci sono Paesi come la Tanzania, Suriname, Mali, Ghana, Namibia, Paesi che abitualmente non sono considerati punto di riferimento in materia di libertà … ma evidentemente qualcosa non funziona nel nostro Paese! I primi sette posti sono occupati da Finlandia in testa, Islanda, Norvegia, Olanda, Svezia, Svizzera e Austria, nostri partner della Comunità Europea…. Desta notevole perplessità notare come diversi Paesi membri dell’Unione Europea continuino a perdere posizioni nella classifica o a non migliorare…. (RSF: Press Freedom Index 2010) terreno adatto allo sviluppo di milioni di batteri.
Un ampio studio condotto da Ecoform, (Milano, nov. 2010) azienda leader nel settore della sanificazione e disinfezione degli ambienti, ha rilevato che le scrivanie degli uffici hanno una forte carica batterica, inoltre, i microrganismi presenti sono potenzialmente patogeni, vale a dire che sono in grado di provocare malattie nell’uomo. Su 4000 prelievi realizzati tra pc e telefoni, il dato più lampante è che i computer e i telefoni d’ufficio hanno percentuali significative di germi potenzialmente patogeni (67% sui telefoni e 69% sui pc). I ricercatori sostengono che la motivazione di tali risultati è da ricondurre ad una cattiva igiene personale: in troppi non si lavano le mani dopo essere andati al bagno. Mentre la sporcizia presente sulle tastiere dei pc e di conseguenza l’alta carica batterica deriva dal fatto che molti consumano cibi davanti ai computer e i resti alimentari sono il
lavaggI…. l’acqua calDa non pulIsce DI pIu’.. L’acqua calda non pulisce i tessuti meglio di quella fredda. L’acqua calda può aumentare la solubilità delle macchie sui tessuti ma questo significa scomporre la macchia in tante piccole parti che si diffondono in profondità nelle fibre rendendo più difficile la successiva asportazione con detersivi o lavaggi a secco. Questo avviene particolarmente con le macchie grasse sui tessuti sintetici. L’acqua calda inoltre stressa i tessuti e costituisce una spesa aggiuntiva del lavaggio (riscaldare costa!). Per pulire a fondo non è necessario posizionare la temperatura dell’acqua della lavatrice a 60 gradi. Si possono ottenere risultati migliori e minor spreco di denaro anche con un lavaggio a 30 gradi. (Fonte ADUC)
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vacanze: consigli aDuc su viaggi tutelati e accortezze di risparmio per i viaggiatori.
Per coloro che sceglieranno viaggi organizzati per le vacanze suggeriamo una serie di consigli quando si rivolgeranno alle agenzie. Leggere attentamente il depliant: oltre alla pubblicità ci devono essere scritte le condizioni generali del contratto. Se non ci sono, eliminate quel tour operator o agenzia di viaggi. Farsi rilasciare copia del contratto con timbro e firma. Se l'agenzia vuole rilasciare solo la ricevuta della caparra, non firmate il contratto. L'anticipo o caparra non può superare il 25% del prezzo totale. Se vi chiedono di più lasciate stare. Il saldo va effettuato 30 giorni prima della partenza, non prima. Nei casi invece in cui sia inadempiente il tour operator, il consumatore può recedere e pretendere il doppio della cifra. Controllare le ipotesi di aumenti previste dal contratto o dal depliant (variazioni del costo di trasporto, delle tasse aeroportuali e del cambio). Se non sono scritte, diffidate. In ogni caso gli aumenti non possono superare il 10% del valore del viaggio. Se improvvisamente non si può partire è possibile essere sostituiti, almeno quattro giorni prima del viaggio, o si può pagare la penalità. La penalità per i voli di linea è diversa dai voli speciali. L'agenzia o il tour operator devono avere un'assicurazione per la responsabilità civile verso l'utente, che deve essere indicata nel contratto. Se, prima del viaggio, ci sono delle variazioni significative della vacanza (es: cambio della categoria dell'albergo, slittamento di più giorni della partenza, ecc.), il contratto può essere annullato dal turista o si può scegliere una altra vacanza, anche più costosa, senza che questo comporti un aumento di prezzo. Se le variazioni avvengono durante il viaggio il tour operator deve rifondere la differenza di costo. In caso di contestazione documentare tutto e, al ritorno, inviare all'agenzia e al tour operator, entro 10 giorni, una
“liberare” internet dalle emissioni di co2 Il web ha già consentito di rendere il nostro stile di vita più sostenibile. Eppure la maggior parte dei server, su cui si appoggia la rete, consumano ancora molta energia da fonti fossili, producendo quindi CO2. Per ridurre queste emissioni, LifeGate lancia il nuovo progetto Zero Impact® Web, per una rete a Impatto Zero® Nasce ZeroImpactWeb.com, il nuovo progetto LifeGate che consente a webmaster di aziende, blogger e tutti coloro che gestiscono un sito di ridurre e com-
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lettera di protesta (raccomandata con ricevuta di ritorno), chiedendo il rimborso o il risarcimento dei danni. In caso di risposta insoddisfacente si può ricorrere al giudice di pace. Nella sezione http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_m ostra.php?Scheda=40182 c'è un modulo predisposto per la richiesta di rimborso e risarcimento. Per ulteriori informazioni si veda la scheda di approfondimento: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_ mostra.php?Scheda=40738 Per chi invece decidesse di spostarsi motu proprio, dato che a tutt’oggi la tassazione sulle spese di carburante (che continua inesorabilmente salire…), incide per il 66% del prezzo, il viaggiatore può adottare alcuni accorgimenti utili a ridurre i costi. Scegliere il fai da te nel rifornimento fa risparmiare, anche se è scomodo; mantenendo la velocità a 2/3 di quella massima consentita dalla propria auto si risparmia fino al 30%; con un carico di bagagli non eccessivo, evitando carichi esterni, si risparmia fino al 30%; con una conduzione dolce della guida si risparmia fino al 10%; con una corretta pressione dei pneumatici si risparmia fino al 10%; spegnendo il motore in caso di lunghe file si risparmia fino al 10%. Per coloro i quali sceglieranno viaggi last minute da prenotare in agenzia o tramite internet fate attenzione ed evitate le solite bufale! La ricerca telematica è certamente più agevole e consente di valutare più offerte rispetto alle agenzie, ma non sempre costa meno. Occorre fare attenzione ad eventuali spese non messe in evidenza nei contratti, come le commissioni, i costi per i trasferimenti, le iscrizioni, le tasse aeroportuali, i supplementi. E’ necessario inoltre che i siti dove si effettua la prenotazione siano riconoscibili ovvero che sia indicata la denominazione sociale, l’indirizzo, il telefono e il fax. Si consiglia di stampare il contratto, la prenotazione e la risposta del venditore. Qualora si effettui il pagamento con carta di credito verificate che il sito sia dotato di un sistema di sicurezza. Buon viaggio!! pensare le emissioni di CO2 generate dalla navigazione in internet. Per aderire è sufficiente collegarsi a www.zeroimpactweb.com e selezionare, in base al numero mensile di pageview del sito, i mq di foreste necessari per compensare le emissioni di CO2 generate. Con un piccolo contributo in denaro si partecipa alla creazione e tutela di foreste in crescita.
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premio“comunicazione per l’orientamento” di universita.it
Il portale on line che da sempre risponde alle esigenze dello studente ha celebrato il lavoro svolto dai dipartimenti di Orientamento e Comunicazione delle Università degli Studi di Milano e Università IULM. E’ un riconoscimento importante per questi Istituti che hanno basato sulla chiarezza, sulla semplicità e sulla trasparenza verso lo studente, il loro approccio alla comunicazione per l’orientamento. “Comunicazione per l’Orientamento all’Università da parte del team di Universita.it.
sicurezza informatica, l’università di verona capofila nella ricerca europea Mettere a punto una tecnologia in grado di garantire la sicurezza informatica dei servizi distribuiti in rete nell’ambito della comunicazione, della finanza, del commercio elettronico, e dei mezzi di trasporto di massa. È questo l’obiettivo di SPaCIoS (“Secure Provision and Consumption in the Internet of Services”, ovvero “Sicurezza della fornitura e dell’utilizzo nell’Internet dei Servizi”), un progetto europeo coor-
overbooking aerea. I diritti del passeggero L’overbooking (sovraprenotazione) e' un sistema che praticamente tutte le compagnie aeree adottano: vendono cioe' piu' biglietti di quanti siano i posti a disposizione. Saltano viaggio e nervi percio' abbiamo voluto elencare le opzioni alle quali ha diritto il malcapitato turista (1). In caso di overbooking la compagnia aerea deve offrire al passeggero una delle seguenti scelte: * Rimborso del prezzo del biglietto per la parte di viaggio non usufruita oppure, in alternativa, ad un nuovo volo (riprotezione) con partenza il prima possibile o in data successiva piu' conveniente per il passeggero, a condizioni comparabili. * Assistenza, ovvero: - pasti e bevande in relazione alla durata dell'attesa; - adeguata sistemazione in albergo nel caso in cui siano necessari uno o piu' pernottamenti; - trasferimento dall'aeroporto al luogo di sistemazione e viceversa; - due chiamate telefoniche o messaggi via telex, fax o e-mail. (l'assistenza va data in precedenza alle persone con mobilita' ridotta e ai loro eventuali accompagnatori nonche' ai bambini non accompagnati). * Compensazione pecuniaria di: - euro 250 per i voli, intracomunitari o internazionali,
dinato da Luca Viganò, professore associato di “Ingegneria del software” e “Sicurezza delle reti” alla Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’Università di Verona. Gli acquisti in internet, le transazioni bancarie on line, l’utilizzo di social network sono alcuni servizi che una fascia sempre più ampia della popolazione sfrutta con il rischio di esporre il proprio computer a pericolosi attacchi informatici. Spacios vuole garantire alle aziende, alle istituzioni e ai cittadini di poter utilizzare queste applicazioni in completa sicurezza.
inferiori o pari a 1.500 Km; - euro 400 per i voli intracomunitari superiori a 1.500 km e per quelli internazionali tra i 1.500 e i 3.500 km; - euro 600 per i voli internazionali superiori a 3.500 km. Se al passeggero viene offerta la possibilita' di viaggiare su un volo alternativo il cui orario di arrivo non superi , rispetto al volo prenotato, rispettivamente le due, le tre o le quattro ore, la compagnia puo' ridurre queste compensazioni del 50%. La compensazione va pagata in contanti, con assegno bancario o con bonifico oppure, in accordo col passeggero, con buoni viaggio e/o altri servizi. Ovviamente il pagamento della compensazione non impedisce al viaggiatore di avanzare una richiesta di rimborso del danno ulteriore, soggettivo, subito a causa del disservizio. Il passeggero ha diritto alla differenza di prezzo se viaggia in una classe inferiore a quella prenotata. Il passeggero non e' tenuto a chiedere i risarcimenti e i servizi elencati perche' devono essere erogati dalla compagnia aerea che deve informare i passeggeri dei loro diritti.
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1861 I pittori del risorgimento Roma, Scuderie del Quirinale 6 ottobre 2010 – 16 gennaio 2011
In occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, le Scuderie delQuirinale presentano una grande mostra per illustrare come la pittura italiana abbiarappresentato gli eventi che tra il 1859 e il 1861 portarono il nostro Paese alla conquistadell'indipendenza e dell'unità nazionale. L'esposizione presenterà le opere dei maggiori artisti dell'epoca ed evidenzierà come la loro lettura degli accadimenti di quegli anni abbia privilegiato unacommossa rappresentazione dell'adesione popolare a dispetto di una più scontata e retoricacelebrazione.
Iv eDIzIone DI “pollIcIno verDe” Il progetto didattico lanciato da Viridea Educational – in collaborazione con la rivista dedicata al mondo scolastico Okay! – per stimolare la conoscenza e l’amore per la natura tra bambini e ragazzi. La quarta edizione di Pollicino Verde si articola in tre attività, completamente gratuite e rivolte contemporaneamente alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I grado di tutta Italia: - distribuzione Kit didattici Pollicino Verde Per ricevere il kit è necessario compilare e spedire il coupon pubblicato sulla rivista Okay! e sul sito www.viridea.it, sezione Educational, o richiederlo via e-mail all’indirizzo virideaeducational@viridea.it
- Laboratori di Natura Laboratori, completamente gratuiti, si svolgeranno anche quest’anno su prenotazione da ottobre a maggio, dal mercoledì al venerdì, sia al mattino che al pomeriggio presso i Viridea Garden Center di Rho e Rodano in provincia di Milano, San Martino Siccomario in provincia di Pavia, Collegno in provincia di Torino e Torri di Quartesolo in provincia di Vicenza. Per iscriversi è necessario scaricare l’apposito modulo dal sito www.viridea.it, all’interno della sezione Educational.
- Gara di disegno “Il giardino che vorrei” I disegni dovranno essere inviati dagli insegnanti entro il 18 marzo 2011, all’indirizzo riportato su Okay! e nella sezione Educational del sito www.viridea.it.
Ulteriori informazioni sul progetto sono disponibili sui siti www.viridea.it, sezione Educational, e www.scuolaokay.org.
cafÉ phIlo un momento di scambio e di dialogo per promuovere una nuova forma di dibattito pubblico su filosofia e vita . roma, 20 ottobre 2010 - 24 giugno 2011 Il multiforme rapporto fra filosofia e vita esaminato in nove date - dal 20 ottobre 2010 al 24 giugno 2011 - un incontro al mese alla Sala Santa Rita di Roma, occasione di scambio e di dialogo per promuovere una nuova forma di dibattito pubblico sulla complessità delle esperienze umane e sui grandi interrogativi dell’esistenza. L’iniziativa è presentata dall’Associazione culturale Vivere con Filosofia a cura della professoressa Rosanna Buquicchio ed è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione di Roma Capitale con la colla- b o razione di Zètema Progetto Cultura. Collegandosi all’esperienza delle ‘Pratiche Filosofiche’ largamente diffuse in Europa e in Italia, obiettivo principale di Cafè-philo è avvicinare la filosofia al grande pubblico, anche di non addetti ai lavori, e avviare in luoghi pubblici forme di riflessione con
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modalità di confronto civile e democratico. Nella rassegna di quest’anno la parola chiave è Vita e ciascun filosofo ospite è invitato a declinare il tema secondo i propri interessi e profili accademici approfondendolo sotto diversi punti di vista, da quello sociale a quello politico, artistico, emotivo, ambientale ecc. Al termine di ogni conferenza - preceduta da una breve introduzione e dalla presentazione dell’ospite d’onore – è auspicato un dibattito tra pubblico e relatore, ma anche tra tutti i presenti. Alcuni degli incontri saranno accompagnati da intermezzi musicali con lo scopo di offrire sinergie fra il piano della riflessione teorica e quello del piacere dell’ascolto. Sala Santa Rita Via Montanara (ad. P.zza Campitelli) Ingresso libero Tutti gli incontri si svolgono alle ore 18,00 Info: 06.58.06.829 - 329.62.51.892 vivere@confilosofia.it - www.confilosofia.it
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“l’artista, il poeta” “I disegni della resistenza della collezione ada e mario De micheli”
I grandi veneti da pisanello a tiziano da tintoretto a tiepolo roma, dal 15/10/2010 al 30/01/2011
Milano,
Al Chiostro del Bramante, una selezione di dipinti della Accademia Carrara di particolare importanza: la mostra è stata pensata per proporre ai visitatori un percorso nella pittura veneta come è rappresentata nella Accademia Carrara, dal Quattrocento al Settecento, cioè da Pisanello a Tiepolo.
11 novembre - 9
gennaio 2011 La mostra propone un percorso parallelo fra arte e poesia, attraverso le opere di alcuni tra i maggiori artisti italiani del Novecento che più o meno continuativamente si sono espressi anche attraverso la parola poetica, indagando forme e cadenze della stessa o, più semplicemente, utilizzando la scrittura come uno studio preparatorio, un bozzetto. Venticinque artisti per una straordinaria rassegna che spalanca le porte alla produzione lirica e non solo pittorica. Tra temi storici, allegorici e poetici la rassegna ripercorre in modo attento e affascinante la dimensione inesplorata dell’inconscio poetico dei maggiori artisti italiani, pittori e scultori del secolo scorso, che hanno attinto non solo al sentimento e all’estro artistico ma anche all’intelletto della poetica letteraria.
premIo sIf 2011 per lo svIluppo sostenIbIle Bando con la nuova sezione dedicata ai giovani. Novembre 2010 -1 giugno 2011 La missione del SIF è di mettere in contatto Istituzioni, Università e Aziende allo scopo di creare le condizioni per un proficuo scambio di idee e di esperienze, e aiutare così lo Sviluppo Sostenibile". La Commissione giudicante, dopo aver ricevuto copia di tutte le schede di partecipazione, valuterà i contenuti di merito per i progetti presentati, prendendo in considerazione i risultati attesi dal progetto secondo quattro criteri: riduzione dell'impatto ambientale, innovazione tecnologica o di contenuti, sostenibilità sociale del progetto, diffusione e riutilizzo del progetto in diversi contesti territoriali.
Febbraio - Maggio 2011 II edizione del master di geopolitica della rivista Limes, in modalita' completamente e-learning, in collaborazione con la rivista Limes, Oltreillimes, AlmaChannel e la Sioi. Il costo del master è di 800 euro, ma sono previste facilitazioni per Enti e per studenti universitari. AlmaChannel srl<.: manuela.colin@almachannel.it www.almachannel.it Tel. +39 328 4110429 www.sioi.org Tel. +39 06 6920781
KlImahouse 2011 6a Fiera internazionale specializzata per l’efficienza energetica e la sostenibilità in edilizia Bolzano, 27 – 30 gennaio 2011 Il programma prevede congressi, visite guidate e momenti d’incontro per presentare le novità tecnologiche e di prodotto nel settore dell’edilizia verde.
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