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Centro studi per l’Evoluzione Umana “Anagrafe Nazionale delle Ricerche” (D.P.R. 11/7/1980 n.382-art.64) n.A18909G2 Ente accreditato presso il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Dipartimento per lo Sviluppo dell'Istruzione - Decreto del 08.03.2006 Iscritto nel “Registro delle Associazioni e degli enti che svolgono attività nel campo della lotta alle discriminazioni” (d.lgs 215/2003) presso l’U.N.A.R. Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Diritti e Pari Opportunità Costituzione e scopi Istituzione di ricerca scientifica pluridisciplinare che adotta il metodo dell’integrazione delle Scienze per l’approccio alle problematiche sociali ed ambientali che limitano l’evoluzione umana. Costituzione: ente eminentemente scientifico, apartitico e senza scopo di lucro, aperto a studiosi di tutte le discipline al fine di rendere umana la scienza, sviluppando parametri dinamici integrati idonei a rimuovere gli ostacoli che attualmente limitano l’evoluzione umana. Scopi: il C.E.U. si propone di raggiungere i suoi obiettivi prevalentemente attraverso: - la formazione e l’aggiornamento del personale della scuola di ogni ordine e grado; - la formazione dei formatori nel campo dell’Educazione ai Diritti Umani; - la formazione, l’aggiornamento e l’orientamento professionale; - l’alfabetizzazione dei Diritti Umani attraverso corsi, seminari, convegni finalizzata alla prevenzione delle micro e macroviolazioni degli stessi all’interno dei diversi ambiti professionali ed istituzionali. Attività Il Centro opera attraverso iniziative conformi alle sue finalità quali: a) progetti, studi e ricerche multidisciplinari ed integrate nelle principali aree di intervento educazione, giustizia, sanità ed ambiente b) creazione di istituti di alta formazione nelle suddette tematiche; c) realizzazione di convegni, seminari e conferenze sulle suddette aree di intervento; d) consulenze e collaborazioni scientifiche con organismi ed istituzioni nazionali ed internazionali. Attività scientifiche Svolgimento di incarichi di studio per le Istituzioni nazionali e le Organizzazioni internazionali (ONU, UNESCO, Unione Europea, Consiglio d’Europa e OSCE) con gli strumenti forniti dagli studi integrati multidisciplinari; sviluppo di nuove metodologie educative integrate; studi scientifici sull’applicazione dei diritti umani; studi di sviluppo sociale integrato con particolare attenzione alla gestione funzionale fisiologica dei rapporti uomo-donna; studi e ricerche in campo psicologico, del benessere e della salute. Attività didattica Corsi, seminari e conferenze relativi alle metodologie applicative del C.E.U. indirizzate alle attività nel campo della salute, dell’educazione, dei diritti umani e dell’ambiente; progetti formativi per i formatori nei suddetti campi; corsi di aggiornamento per le scuole di ogni ordine e grado; corsi di formazione pre- e post laurea a livello nazionale ed internazionale. Attività di documentazione Raccolta di testi specializzati e stampa internazionale; divulgazione degli studi e delle attività del C.E.U. a livello nazionale ed internazionale. Periodici Cultura e Natura, periodico telematico a cadenza trimestrale a carattere tecnico scientifico. Nata nel 1985, Cultura e Natura seleziona ed attua una divulgazione educativo-scientifica finalizzata ad offrire a tutti, e a coloro che operano nel campo del sociale, del benessere e della salute, strumenti conoscitivi utili allo svolgimento delle proprie attività.


Sommario gennaio-marzo 2012 Periodico telematico trimestrale a carattere tecnico scientifico del Centro studi per l’Evoluzione Umana AnnoII Numero 7 - Gennaio – Marzo 2012

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Editoriale

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APPROFONDITAMENTE Dislessia, conoscere per capire...

Direttore Responsabile

di Maria Torlini e Enza Palombo

Maria Torlini Iscrizione al Tribunale civile di Roma n° 201/2010 – 13 maggio 2010

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I telefoni cellulari causano il cancro al cervello?

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La geotermia, il motore della Terra. a cura di Elisabetta Gatti

Per informazioni sulla pubblicità Tel. 06.8073420 - Fax 06.8077306 pubblicita@cnonline.it

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AFORISMI

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POESIA

Chi desideri sottoporre articoli a CN

Un’anima abitata (Wislawa Szymborska).

per eventuale pubblicazione può inviare il

a cura di Elisabetta Gatti

materiale alla redazione redazione@cnonline.it L’opinione espressa dagli autori non impegna la

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Sbucciare e non buttare 24

Direzione. I collaboratori assumono la piena re-

La riproduzione è consentita solo con precisa citazione della fonte,completa di indirizzo. Tutto il materiale ricevuto e non richiesto (testi e fotografie), anche se non pubblicato, non sarà

Giovanni Allevi da “ex strudente sfigato” a “Laureato dell’anno”.

sponsabilità delle affermazioni contenute nei loro scritti.

SPECIALE AMBIENTE

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L’agenda della Primavera più bella d’iItalia.

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La discriminazione legalizzata della donna.

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Water economy.

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NEWS

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EVENTI

restituito. Qualsivoglia forma di collaborazione a questa testata deve essere prestata a titolo esclusivamente gratuito, in quanto intesa come adesione spontanea alle iniziative etiche perseguite. Webmaster: Elisabetta Gatti

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Editoriale

Cari lettori, eccoci ad un altro appuntamento con CN. I giorni si susseguono a gran velocità e i mezzi mass mediali portano dentro le case di ognuno di noi valanghe di informazioni. Spesso il problema è che non c’è il tempo di seguirle tutte e, cosa ancor più rimarchevole, a volte quelle davvero più importanti o di spessore vengono “servite” in mezzo a preparati informazionali equivalenti ad un piatto mille gusti. Purtroppo la conseguenza è che il cervello mette in atto insidiosi meccanismi di assuefazione e così resta impresso solo quello che viene “urlato”. Urge costituirsi filtri informazionali sempre più efficienti, che trattengono le conoscenze e gli elementi utili a migliorare una condizione da quelle più subdolamente condizionanti che fanno leva su istinti e pulsioni difficili da gestire se non si è più che presenti a se stessi.

Buona lettura Il Direttore

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cultura e natura

···ApprofonditaMente···

Dislessia: conoscere per capire… In Italia si stima che la dislessia sia presente nel 4-6% della popolazione scolastica, nel mondo alcuni dati fanno riferimento al 20%. di Maria Torlini e Enza Palombo

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olto spesso la dislessia non è riconosciuta o la diagnosi avviene solo tardivamente. I bambini dislessici, perciò, vengono a lungo considerati dai loro genitori e dagli insegnanti come svogliati, pigri, se non, addirittura, poco intelligenti. Garantire il successo scolastico anche a questi bambini rappresenta una sfida importante ed un traguardo reso ormai possibile grazie alle conoscenze a nostra disposizione e al lavoro congiunto di operatori della salute, genitori e insegnanti. Fuori dalla scuola, questi bambini si comportano esattamente come gli altri: sono vivaci, socievoli, allegri. Il fatto che la dislessia non abbia una propria identità sociale fuori dalla scuola, invece che essere considerato la conferma della “specificità” del problema, viene utilizzato come rafforzativo della spiegazione semplicistica dell’evitamento dell’impegno (il bambino quando è ora di leggere e di scrivere diviene recalcitrante, oppositivo). Non ci sono marcatori biologici, né comportamentali o sociali che identifichino la dislessia in ambito extrascolastico. C’è bisogno di formazione, di cambiare atteggiamento culturale sul problema delle difficoltà di apprendimento della letto-scrittura, per scrostare lo scetticismo degli insegnanti. Per esempio, bisogna distinguere con chiarezza la dislessia e gli altri D.S.A. (Disturbi Specifici di Apprendimento) dalle difficoltà di apprendimento scolastico. I primi sono disturbi che ostacolano l’acquisizione di abilità strumentali che la stragrande maggioranza degli alunni conquista senza sforzo, mentre le difficoltà scolastiche riguardano le difficoltà e le fatiche di imparare, difficoltà e fatiche che tutti abbiamo sperimentato e che fanno parte dei processi di apprendimento.

discalculia quali Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).Il diritto allo studio degli alunni con DSA è garantito mediante molteplici iniziative promosse dal MIUR e attraverso la realizzazione di percorsi individualizzati nell’ambito scolastico (Piano scolastico individualizzato e personalizzato). Secondo il DSM IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) “i disturbi dell’apprendimento vengono diagnosticati quando i risultati ottenuti dal soggetto ai test standardizzati, somministrati individualmente, su lettura, calcolo o espressione scritta risultano significativamente al di sotto di quanto previsto in base all’età, all’istruzione e al livello di intelligenza”. Spesso queste difficoltà si presentano associate. Cause. Diversi studi evidenziano come vi siano architetture disfunzionali di zone specifiche della corteccia cerebrale nei soggetti con Disturbi di Apprendimento. Dati epidemiologici dimostrano che vi sia una percentuale di familiarità significativamente alta. Altri studi e ricerche di genetica e di epidemiologia confermano che tali Disturbi possono avere una base costituzionale.

Identikit del dislessico. I bambini e i ragazzi con tali caratteristiche sono per definizione persone intelligenti che, spesso, mostrano risorse intellettive inaspettate in settori non propriamente valorizzati dalla scuola. I bambini dislessici possono mostrare alcune difficoltà motorie fini, come allacciarsi le scarpe o i bottoni; possono evidenziare problemi di attenzione e/o di concentrazione e di conseguenza mostrare un alto tasso di vivacità. Generalmente hanno problemi di memoria a breve termine. La Disturbi Specifici di Apprendimento e legislazione lettura può apparire molto lenta o molto scorretta. La italiana. La Legge 8 ottobre 2010, nº 170 riconosce comprensione del testo letto è spesso ridotta a causa la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la delle difficoltà di decodifica fonologica che

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¡¡¡ApprofonditaMente¡¡¡

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incontrano. Spesso non riescono a memorizzare le sequenze dei giorni della settimana e dei mesi dell’anno; non ricordano la loro data di nascita, il Natale, le stagioni; a volte confondono la destra con la sinistra e non hanno un buon senso del tempo (non sanno leggere l’orologio) o possono avere difficoltĂ nell’organizzarlo. Le difficoltĂ di letto-scrittura possono ostacolare il normale cammino di scolarizzazione del giovane allievo, producendo problemi di natura psicologica: bassa autostima, scarsa motivazione, incomprensione dei familiari e degli amici, talvolta rifiuti e chiusure radicali a proposte di apprendimento e problemi di socializzazione con coetanei ed adulti (frustrazione, rabbia, depressione, ansia). A causa della non comprensione della loro condizione nell’ambiente in cui vivono, i dislessici rischiano pesanti incrinature sull’immagine di sĂŠ: durante i primi anni di scuola ogni bambino deve risolvere i conflitti tra un’immagine di sĂŠ positiva e i sentimenti di inferioritĂ , provocati dagli ostacoli che si incontrano durante l’apprendimento. I bambini dislessici, accumulando insuccessi e frustrazioni, si fanno l’idea di essere inferiori agli altri bambini e che i loro sforzi facciano poca differenza, strutturando dentro di sĂŠ un’idea di inadeguatezza ed incompetenza. Questo stato di cose può alla lunga produrre anche depressione a causa di intensi sentimenti di dolore e sofferenza. I bambini dislessici, per contro, sono persone piacevolissime e manifestano una grande ricchezza emozionale ed una accentuata sensibilitĂ nel saper “leggereâ€? le espressioni delle persone e tutto il comportamento non verbale, sono solari e, fuori dal

problema, aperti e disponibili, curiosi e molto attratti da tutto ciò che il mondo reale, soprattutto l’ambiente naturale, offre loro. I problemi della “letto-scritturaâ€? I bambini con D.S.A. non leggono in modo fluente, sono lenti a scrivere, copiano male dalla lavagna, non seguono la punteggiatura, saltano parole e righe, non utilizzano armoniosamente lo spazio del foglio; molti scrivono con caratteri troppo grandi e/o troppo piccoli. I bambini dislessici o disortografici possono sostituire lettere con grafia simile: p/b/d/g/q-a/o-e/a o con suoni simili: t/d-r/l-d/b-v/f ; omettere le doppie e la punteggiatura; imparare l’ordine alfabetico con difficoltĂ ; non riuscire ad usare il vocabolario; mostrare un lessico povero. Possono avere difficoltĂ a memorizzare termini difficili e specifici delle discipline; mostrare difficoltĂ nel ricordare gli elementi geografici, le epoche storiche, le date degli eventi, lo spazio geografico ed i nomi delle carte; avere difficoltĂ nell’espressione verbale del pensiero; nel riconoscere le caratteristiche morfologiche della lingua italiana. Tutti i bambini con D.S.A. hanno difficoltĂ nell’apprendere le lingue straniere, in particolare, la struttura grammaticale e la scrittura. Particolari problemi vengono evidenziati nell’apprendimento della lingua inglese a causa delle differenze tra la scrittura e la pronuncia delle lettere. Occorre dunque sfruttare modalitĂ che utilizzino maggiormente il role-playing e le tecniche di rinforzo orale. Non dimentichiamoci infatti che il fattore centrale è l’apprendimento/espressione/comprensione della lingua per poter comunicare. Un dislessico può

Il nostro cervello ha svariati accessi alla decodifica del testo scritto. Qui si possono notare due esempi chiarificatori. 1) L’accesso alla decodifica fonologica permette l’identificazione delle singole componenti di una parola per poi accedere secondariamente al significato (nel caso 1 si tratta di non-parole). 2) Se abbiamo già in memoria il significato dei termini che incontriamo, le mirabolanti capacità dei meccanismi cerebrali preposti alla ricerca di significato ci danno in pochi millisecondi la lettura riordinata del testo (provare per credere!).

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cultura e natura imparare a parlare una lingua straniera con la stessa facilità di un non dislessico, mentre la scrittura della lingua straniera presenta difficoltà maggiori. Se un dislessico deve imparare una seconda lingua, meglio una con base latina. Ai sensi della circolare del 5 ottobre 2004, Prot. 40099/A/4, ove necessario, è possibile la dispensa dallo studio della lingua .

Come si valuta la capacitĂ di lettura La diagnosi. La diagnosi psico-educativa include l’anamnesi, il controllo della vista e dell’udito, la valutazione delle capacitĂ cognitive, dello sviluppo del linguaggio e il livello scolastico di lettura e scrittura. La diagnosi di D.S.A. è posta da un medico o da uno psicologo. Per poter diagnosticare un D.S.A. bisogna attendere generalmente il termine della seconda classe elementare. Nel caso in cui si ha un sospetto di difficoltĂ , è opportuno, comunque, valutare il bambino precocemente, per individuare gli indici di rischio ed iniziare anche in etĂ prescolare un intervento mirato.

Essere genitori di un bambino dislessico. Nella gestione quotidiana di un bambino con dislessia i genitori possono sviluppare sentimenti di inadeguatezza (legati alla percezione di non poter gestire le difficoltà del bambino), di colpa (pensano di essere responsabili delle sue difficoltà ) e di angoscia (legati alla paura che lo sviluppo del bambino possa essere irrimediabilmente compromesso). Occorre sostenere la famiglia nell’affrontare il problema. Rivolgersi ad un esperto consente di avere una diagnosi e programmare un percorso adeguato in collaborazione con le attività del team sia scolastico che terapeutico. Infatti, per quanto

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la scuola possa attrezzarsi per comprendere il disturbo prima, e attuare un cambiamento culturale della classe insegnante poi (per produrre una didattica piĂš rispondente alle caratteristiche neurofisiologiche di questi bambini/ragazzi), è innegabile che i maggiori aiuti al bambino dislessico arrivino dalla famiglia. Spesso la mamma è il fulcro portante di tutta l’attivitĂ di sostegno per il carico scolastico nella sua continuitĂ , ma anche di sostegno psicologico nel motivare e infondere fiducia nel figlio. Avere in classe un bambino dislessico. Al centro delle ultime normative scolastiche c’è il concetto dell’individualizzazione del percorso formativo, che deve portare verso l’uguaglianza degli esiti, non solo delle opportunitĂ . A sostegno di ciò, il MIUR (Ministero dell’Istruzione UniversitĂ e Ricerca) ha divulgato una circolare Prot. n° 4099/A/4 del 05.10.2004 e successivamente le linee guida sui DSA del 12 luglio 2011 in cui si invitano gli insegnanti all’uso di strumenti compensativi e dispensativi che colmino la discrepanza esistente tra un ragazzo normodotato e un ragazzo con D.S.A. I bambini con D.S.A. non rallentano il programma; non chiedono generalmente all’insegnante ulteriori spiegazioni bloccando l’intera classe. A volte può essere utile dare un compito su di un argomento per loro interessante, anche se al di fuori della materia, poichĂŠ comunque ci saranno lezioni di recupero nelle varie materie. Il recupero potrebbe essere organizzato in vari modi: Il tutoraggio: utilizzare i compagni di classe piĂš preparati e pazienti; ne trarrebbero vantaggio entrambi, poichĂŠ anche il bambino bravo acquisirebbe una maggiore sicurezza e consapevolezza nella materia. Organizzare le verifiche scritte e orali per i bambini con D.S.A. Prove scritte: Matematica: dare piĂš tempo nelle verifiche scritte o diminuire il numero di esercizi; far usare la calcolatrice; fornire formulari con assortimenti di figure geometriche, formule e procedure o algoritmi. Inglese: per le verifiche scritte somministrare esercizi di completamento o a risposte multiple. Italiano: per il compito di italiano far utilizzare, ove è possibile, il computer con il correttore automatico, nelle prove di grammatica fare consultare schede specifiche. Per tutte le altre materie, qualora si facciano delle verifiche scritte, dare piĂš tempo oppure un minor numero di domande e permettere l’uso del computer. Prove orali: Programmare le interrogazioni specificando gli argomenti che saranno chiesti e ridurre il numero delle pagine. Avvisare 10 minuti

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cultura e natura prima di interrogare, per dare il tempo di prepararsi psicologicamente e di ripassare. Durante l’interrogazione fare utilizzare sussidi cartacei quali: Tabelle (date, eventi, nomi, categorie grammaticali, ecc.). Linea del tempo, cartine geografiche fisiche, politiche, grafici e strumenti di calcolo come calcolatrice, linea dei numeri relativi, formulari di figure geometriche e algoritmi. La ricerca applicata alla terapia. La dislessia è una condizione che cambia espressione clinica a seconda delle fasi di sviluppo. Riferendosi al modello della lateralizzazione emisferica cerebrale, si è visto che in soggetti normali che apprendono la lettura vi è una prima fase in cui predominano strategie visuo-percettive (specialità dell’emisfero cerebrale destro) a cui subentra poi una fase in cui prevalgono strategie di tipo linguistico (specialità dell’emisfero cerebrale sinistro), il passaggio da un tipo di processo all’altro corrisponde ad un cambiamento della distribuzione dell’attività a livello emisferico. (Balance Model di Bakker, 1979) Questo permette di identificare due tipi di soggetti dislessici: i soggetti di “Tipo P” guidati da strategie visuopercettive caratterizzati da lettura molto lenta, lettera per lettera e sillaba per sillaba ma accurata con pochi errori, e i soggetti di “Tipo L” guidati da strategie linguistiche caratterizzati da lettura rapida ma inaccurata. Tutti i modelli teorici di riferimento considerano come possibili punti fragili i processi di codifica fonologica e le abilità di tipo visuo-percettivo confermando l’eterogeneità del disturbo. Le parole e il linguaggio, sia scritti che parlati, non sembrano giocare alcuna parte nei miei processi di pensiero. Le entità psicologiche che servono a costruire le fondamenta del mio pensiero sono certamente segni o immagini, più o meno chiare, che io posso riprodurre o combinare a volontà”. Albert Einstein

Approccio neuro psicofisiologico per favorire gli apprendimenti. Molti dislessici usano le componenti superiori visive ed emozionali come canali preferenziali di elaborazione delle informazioni, capacità peculiari delle strutture dell’emisfero destro del cervello. Come apprende l’Emisfero Destro del cervello (E.D.) a) L’E.D. pensa per immagini e concetti. E’ necessario capire che le lettere e i numeri sono molto astratti e per l’E.D. non rappresentano nulla; b) l’E.D. deve essere in grado di trasdurre immagini concrete in parole e numeri che sono i codici con cui lavora l’Emisfero Sinistro del cervello (E.S.). In altre parole l’E.D. è agganciato alla realtà e tutto

ciò che è rintracciabile in essa viene appreso facilmente, quindi il modo più efficace per l’apprendimento è affiancare al concetto astratto una esemplificazione pratica/reale (possibilmente facendo precedere l’esemplificazione pratica all’illustrazione del concetto). 1. Per stampare risposte o esercizi, occorre tenere conto di COME USARE LO SPAZIO nella pagina per soddisfare il compito e per stampare le lettere correttamente (sfondi colorati, grandezza dei caratteri, spazi tra le righe, correttore ortografico, ecc. Il computer assolve egregiamente a questo tipo di impostazioni, permettendo grande flessibilità e adattabilità relative alle esigenze dello studente); 2. associazione intera parola-concetto/immagine senza separare le parti della parola-concetto; 3. per comprendere e ricordare una lezione è meglio non spezzettarla ma impartirla in una unica soluzione o in sotto unità. In caso contrario il cervello non capirà che cosa è stato insegnato e lo scarterà o lo rifiuterà, in tal modo sarà totalmente dimenticato il giorno successivo; 4. per leggere in modo fluente e comprendere, il cervello deve avere un vocabolario di lettura decodificato globalmente per la maggior parte delle parole contenute nel passaggio; 5. I dislessici possono avere difficoltà a mettere in sequenza items, pensieri, idee, date, accadimenti di eventi in un ordine di importanza. La composizione di frasi e di paragrafi segue più un flusso emozionale piuttosto che una logica sequenziale e possono presentare carenze di un senso del tempo e di un ordine adeguati in tale direzione. à Per favorire un adeguato stile espressivo occorre insegnare allo studente un sistema di formulazione delle sequenze di parole e idee che possano fungere da chiave per una organizzazione di frasi e paragrafi. Facilitazioni scolastiche per i dislessici. Permettere agli studenti di lavorare con tranquillità senza essere stressati à permettere loro di fare meno compiti o dare più tempo per svolgerli e completarli tutti. Interrogarli oralmente se la loro grafia è lenta e difficoltosa à il canale preferenziale è uditivo e visivo. Permettere di usare un computer per svolgere il lavoro scritto se allo studente risulta più confortevole, anche se tale utilizzo non esclude elaborati a mano qualora lo studente lo desideri. Finalizzare le domande e i compiti intorno a una conclusione data o un fatto. à gli studenti dislessici pensano con strategie globali e concrete, cioè lavorano partendo dalle conclusioni finali o fatti

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cultura e natura completi in tutte le loro parti. Non marcare e sottolineare la punteggiatura o gli errori grammaticali. Gli errori nei compiti possono essere corretti. Questi sono concetti molto astratti per i dislessici. L’E.D. non può visualizzarli in immagini concrete, poiché essi rappresentano solo una ulteriore codificazione simbolica e non sono rintracciabili in una realtà concreta. Il linguaggio è una proprietà universale dell’essere umano, ma ogni lingua ha le sue regole grammaticali, ortografiche, sintattiche, fonetiche, ecc. e sono spesso molto diverse le une dalle altre. Una bimba cinese emigrata in America con la famiglia si rivelò essere dislessica soltanto quando utilizzava la lingua inglese e non la sua lingua madre, che essendo composta di ideogrammi, facilita proprio la comprensione del concetto espresso e non sganciato dalla realtà poiché ogni ideogramma ha un significato globale e inscindibile. Valutare le idee e non la forma non corretta. Produrre idee su un foglio è molto più importante che tormentare l’alunno per le sue inefficienze grammaticali. Rifiutare questi accomodamenti rallentano e demotivano gli studenti facendoli soffrire inutilmente e togliendo loro la libertà di pensare e di esprimere il loro potenziale. Se non acquisiscono un canale espressivo che li renda capaci di realizzare intellettualmente i loro apprendimenti, presto diventano depressi e rinunciatari. La loro abilità di usare correttamente la grammatica, la punteggiatura, ecc., può o meno essere

incrementata con l’età à dipende dalla comprensione e dai metodi di insegnamento che lo studente riceve durante l’apprendimento di queste competenze. (Molto spesso questi bambini presentano delle lacune ereditate purtroppo da una didattica totalmente inadeguata alle loro esigenze, che producono tutta una serie di elementi con cui fanno non poca fatica a confrontarsi). Non costringere questi studenti ad utilizzare il dizionario per correggere gli errori ortografici. È un lavoro sfinente e una frustrante perdita di tempo. Cercare prefissi, suffissi ecc., delle parole è per loro un inutile stress. La soluzione è stampare le parole ed eventualmente fargliele ricercare con thesaurus sul computer. E’ molto utile invece che all’interno di ogni unità didattica sia presente un glossarietto esauriente (parola/immagine associabile) dei termini contenuti nella lezione. Rispondere alle domande degli studenti il più spesso possibile, ma dare risposte molto chiare, sintetiche e specifiche. à Essere precisi, non ripetere la risposta finché il ragazzo non vi chiede di farlo. Spiegazioni lunghe, approcci differenti, definizioni di parole o pensieri astratti sono molto stancanti e difficili per questi studenti che vanno cercando un’immagine concreta per codificare e definire i contenuti della lezione. Cercare di completare la lezione in una volta. Una lezione incompleta viene completamente persa. Se questo non è possibile procurare un riassunto, anticipandone il contenuto in una sintesi. Non criticare gli studenti perché non prestano

La prima figura illustra il percorso cerebrale di un normolettore con i relativi movimenti oculari. La seconda figura illustra il percorso cerebrale nella dislessia.

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attenzione. I dislessici lavorano duro per capire ciò che si sta dicendo. Se si parla troppo e non si usano immagini concrete, es. diagrammi, si distrarrà la capacità di concentrazione e di dare un senso a ciò che si sta dicendo. Il ragazzo ricorderà praticamente solo l’ultima parte del discorso che successivamente andrà perso. Rispondere alle loro domande, ma non criticarli per la non comprensione della lezione. à il problema potrebbe essere nel metodo di insegnamento usato. Trovare un altro approccio. Ci sono molti altri metodi. Lasciatevi dire qual è il metodo migliore per loro di lavorare, forse è discutere l’informazione oralmente o dimostrarla, piuttosto che leggerla o ripetere una spiegazione pedissequamente. Invece di lunghi compiti scritti, si possono trasformare questi compiti in progetti che coinvolgano tutti i sensi. à Questo potrebbe essere fatto su un grande foglio di carta colorata a cui loro possano aggiungere oggetti reali, foto, disegni, immagini, brevi sintesi esplicative o rapporti orali o utilizzare mezzi audiovisivi informatici, ecc. Gli studenti dislessici apprendono meglio facendo progetti che coinvolgono il vedere,

l’ascoltare, il discutere e l’uso delle loro mani. Facoltà visiva à Leggere l’informazione à Guardare un diagramma àGuardare una immagine Leggere i comportamenti dei docenti à i dislessici sono abilissimi nel cogliere le sfumature dei comportamenti non verbali e le espressioni del volto. Di conseguenza il tipo di segnale che il docente invia (a volte inconsapevolmente) incide moltissimo nel favorire o inibire la relazione o nel sottolineare l’importanza dei passaggi degli argomenti che sta insegnando. Per essere efficace la struttura in cui calare gli apprendimenti dovrebbe rispondere al: dove – quando – come – chi - perché Tutti noi siamo dotati di diverse strategie di memoria. La memoria emozionale e visuo-spaziale nei dislessici è assolutamente prevalente rispetto a quella verbale. Tecniche di memorizzazione: essendo l’immaginazione vivissima nei dislessici, è possibile aiutarli a visualizzare nella mente immagini ben definite, coloratissime, in movimento. Convertire l’informazione/contenuto da ricordare in immagine visiva significativa per lo studente (è un ottimo

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cultura e natura stimolo per tutta la classe ad esercitare la creatività per un rinforzo mnemonico della lezione). Tecnica associativa. 1. capire ciò che si vuole ricordare 2. Gli apprendimenti devono essere emozionalmente coinvolgenti per concatenare gli eventi 3. visualizzare ed enfatizzare le parole in questione 4. ripetere l’intera storia con tutte le sfumature

possono essere sia compensative (uso di correttore ortografico sul computer oppure della calcolatrice) o dispensative (evitare la lettura ad alta voce, a meno che non lo richieda lo studente, ridurre il carico di lavoro domestico e mnemonico, non far prendere appunti o copiarli dalla lavagna (magari fornirli dattiloscritti in maiuscolo come mappe concettuali o diagrammi di flusso). - incoraggiare la meta cognizione - dare il giusto feedback del successo Approccio emozionalmente positivo (à attiva ottenuto fortemente la componente emozionale che a sua volta - provocare e stimolare atteggiamenti positivi e è un potente strumento per incidere mnemonicamente incoraggiare gli sforzi. Un apprendimento attivo incrementa il successo e di l’informazione) conseguenza anche la motivazione. Verifica intesa come revisione RINNOVARE SEMPRE LA SPINTA Feedback e riassunto orale dei contenuti fatti MOTIVAZIONALE rendendo gli obiettivi più Mappe concettuali accattivanti e facilmente raggiungibili (Il Diagrammi di flusso cervello apprende senza sforzo tutto ciò che Nozione del tempo lo interessa = apprendimento fisiologico). Come più volte sottolineato i soggetti Il dislessico, come chiunque altro, deve dislessici hanno una capacità di cogliere la propria autoefficacia ossia elaborazione prevalentemente globale percepire la sua capacità di organizzare ed un pensiero di tipo non-verbale. È come se fossero pensatori “visivi” e e compiere un’azione, colmando le aspettative che, come persona, nutre nei confronti di se stesso. “multidimensionali”, poiché utilizzano tutti i sensi. Funzioni mentali più comuni. 1. identificare gli elementi rilevanti e riflettere sul loro BIBLIOGRAFIA: significato Torlini M., 1995; La plasticità encefalica nei disturbi dell’apprendimento: 2. evidenziarli con un criterio stabilito la riabilitazione neurocognitiva, in: “La rieducazione dei disturbi dell’apprendimento. Si, no, quando?”, Franco Angeli Ed., Milano, pp. 3. marcare la loro area di estensione 382-390 (); 382-390 (co-autore) Azioni Torlini M., 1998; Principi di intervento in neuropsicomotricità nei disturbi Scrivere alla lavagna in STAMPATELLO dell’apprendimento. (co-autore) In: Disturbi dell’apprendimento: dalla MAIUSCOLO LE PAROLE CHIAVE (e/o le mappe valutazione al trattamento. Domeneghini Ed. concettuali dell’argomento) Aiello G., 2003, “Neuropsicofisiologia clinica e riabilitazione delle funzioni cognitive” Centro Scientifico Editore, Torino; 4. registrare LA SINTESI della lezione 5. usare verifiche orali solo con domande Cornoldi C., 1999, “Le difficoltà di apprendimento a scuola”, Ed il Mulino, Bologna; CIRCOSCRITTE E UNIVOCHE (senza la doppia Stella G., 2003, “La dislessia: aspetti cognitivi e psicologici: diagnosi negazione) precoce e riabilitazione”, Ed. Franco Angeli; 6. fare verifiche programmate, non più di una volta al Vicari S, Marotta L, Meneghini D, Molinari M, Petrosini L., 2003, Implicit learning deficit in children with developmental dyslexia. giorno spiegando ampiamente le consegne 7. adottare verifiche strutturate e graduate con Neuropsychologia; 41: p.108-114. www.istruzione.it per normativa e linee guida domande divise per argomenti 8. fare sempre un fac-simile di verifica da portare anche a casa 9. attuare l’apprendimento cooperativo che facilita lo sviluppo cognitivo 10. L’intervento della classe è cruciale. L’insegnante può spiegare che ciascuno nella classe ha un suo stile di apprendimento e che la “diversità” e/o il pensiero divergente vanno premiati, perché creativi e motivo di arricchimento e di crescita per tutti. Le strategie da usare nel corso dell’azione educativa

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cultura e natura

Dislessici famosi Muhammad Ali (alias Cassius Clay) (pugile) Hans Christian Andersen (scrittore) Tim Armstrong (cantante)Harry Belafonte (cantante) Napoleone Bonaparte (generale) Richard Branson (imprenditore, ) George Burns (attore) Stephen J. Cannel (scrittore) Carlo XVI Gustavo di Svezia (attuale re di Svezia) Carlo Magno (imperatore del Sacro Romano Impero) Winston Churchill (primo ministro del Regno Unito) Tom Cruise (attore) Leonardo da Vinci (scienziato) Walt Disney (fondatore della The Walt Disney Company) Albert Einstein (scienziato) Henry Ford (imprenditore) Galileo Galilei (scienziato) Noel Gallagher (cantante) Danny Glover (attore) Alexander Graham Bell (fisico)A Anthony Hopkins (attore) Bruce Jenner (decatleta)

Lo sapevate che... Si parla per la prima volta di “cattivi lettori” negli anni ‘40 negli Stati Uniti. Nel 1949 saranno i primi a fondare un’Associazione Nazionale Dislessia. In Europa la Danimarca è il primo paese che ha avuto il primo intervento legislativo nel 1943 ed è danese Edith Norie, la prima fondatrice di un metodo per la rieducazione dei dislessici, basato sulla formazione di classi speciali interne all’ordinamento scolastico. In Gran Bretagna la prima associazione risale al 1973. In Italia l’A.I.D. è nata nel 1997. Stando ad una ricerca condotta dalla European Dyslexia Association nel 1993 a livello europeo, una legislazione specifica sui D.S.A. è presente in Belgio, in Danimarca, in Gran Bretagna, in Grecia, nei Paesi Bassi e in Spagna. In Francia

troviamo una “nota di servizio” del 1990 che riporta “raccomandazioni e misure in favore degli alunni che hanno difficoltà specifiche nel linguaggio orale e scritto” ma che non ha valore di legge. In Germania nella maggior parte dei Lander si applica una “nota” della Conferenza dei Ministri dell’Educazione che riguarda le difficoltà di lettura e scrittura, ma solo alcuni Lander hanno una legislazione specifica. Negli Stati Uniti, lo screening prescolare avviene per legge e deve essere somministrato a tutti i bambini nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia per assicurare che i bambini a rischio siano individuati precocemente e che possa essere iniziato il più presto possibile un programma di recupero nelle aree carenti.

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I telefonini cellulari causano cancro al cervello? C’è chi dice si, c’è chi dice no… ma è accertato che qualcosa fanno!.

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arlare al cellulare e inviare messaggini è parte integrante della vita di molti di noi, ma forse non tutti sanno che quando li usiamo per chiamare qualcuno, questi “ausili” mobili emettono radiazioni elettromagnetiche tipo quelle del forno a microonde, qualcuno li ha chiamati per l’appunto “scalda pizzette”. Gli scienziati hanno ritenuto i campi elettromagnetici delle radiofrequenze come «possibilmente cancerogeni per l'uomo» Nel maggio del 2011 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che i telefoni cellulari potrebbero essere “possibilmente cancerogeni”. Dal momento che teniamo i telefonini cellulari vicini al nostro orecchio quando si parla, gli scienziati temono che potrebbero danneggiare il nostro cervello fino ad aumentare le probabilità di sviluppare neoplasie. Le cellule normali del nostro corpo possono diventare cancerose se sono esposte ad elevati livelli di radiazioni perché la radiazione può danneggiare il DNA nelle nostre cellule e causare mutazioni. Ma non è tutto – gli scienziati sanno anche che la barriera ematoencefalica, che filtra e controlla ciò che va al cervello dal nostro sangue, può essere danneggiata da microonde e radiazioni. Ebbene, la radiazione elettromagnetica emessa dai telefoni cellulari è abbastanza potente da oltrepassare la barriera ematoencefalica ed è per questo che il cervello potrebbe essere esposto a seri danni. Un team di ricercatori in Danimarca ha condotto uno studio su un ampio gruppo di utenti di telefonia cellulare (circa 360mila adulti) per un periodo di 18 anni, per verificare l’ipotesi di correlazioni con sviluppi tumorali, affiancando questo gruppo ad uno di controllo che non utilizzava i telefonini. Hanno inoltre seguito un altro

gruppo di persone (gruppo di controllo) che non utilizzavano i telefoni cellulari per lo stesso arco di tempo. Alla fine dello studio, gli scienziati hanno scoperto che il numero di persone che hanno sviluppato tumori cerebrali era simile in entrambi i gruppi. Ciò significa che per la maggior parte delle persone, con un utilizzo di un telefono cellulare per un lungo periodo di tempo, l’insorgenza di un tumore cerebrale non è direttamente correlabile all’uso del cellulare. Questi risultati dovrebbero farci sentire molto meglio! Però… c’è sempre un però… Un altro gruppo di scienziati, tuttavia, ha scoperto che i bambini assorbono la radiazione dai telefoni cellulari due volte tanto rispetto agli adulti perché hanno una teca cranica più sottile e fino a tre volte di più, rispetto agli adulti, in regioni che risiedono in una parte più profonda del cervello: nell’ippocampo e nell’ipotalamo. Hanno inoltre rilevato un maggiore assorbimento delle radiazioni negli occhi dei bambini, e fino a 10 volte di più nel midollo osseo…. “A buon intenditor poche parole….”. Per maggiori informazioni. International Agency Research on Cancer (World Health Organization) – IARC: Report to the Union for International Cancer Control (UICC) on the Interphone Study -Dr Christopher Wild, Director - Lyon, 03 October 2011 Frei, P., Poulsen, A.H., Johansen, C. Olsen, J.H., Steding-Jessen, M. and Schuz, J. Use of mobile phones and risk of brain tumours: update of Danish cohort study. BMJ, 2011; 343 (oct19 4): d6387 DOI: 10.1136/bmj.d6387. Gandhi, O.P. , Morgan, L.L., de Salles, A.A., Han, Y.Y., Herberman, R.B. and Davis, D.L. Exposure Limits: The underestimation of absorbed cell phone radiation, especially in children. Electromagn Biol Med. 2011 Oct 14. Una vita al telefono. Sempre incollato al cellulare per lavoro. Setto ore al giorno per quasi vent'anni. Oggi si trova a combattere con un glioblastoma, tumore maligno al cervello: malattia insidiosa che in genere non lascia scampo. Si tratta di un uomo di 45 anni, imprenditore, in cura a Torino: il suo caso è stato segnalato alla Procura di Torino. Il procuratore Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo d'indagine per accertare eventuali correlazioni tra la malattia e la lunga esposizione alle onde elettromagnetiche sprigionate dagli apparecchi telefonici utilizzati dall'imprenditore.

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La geotermia, il motore della Terra. “Quale del Bulicame esce ruscello che parton poi tra lor le peccatrici, tal per la rena giu` sen giva quello. Lo fondo suo e ambo le pendici fatt' era 'n pietra, e ' margini dallato; per ch'io m'accorsi che 'l passo era lici.”(Inferno XIV) a cura di Elisabetta Gatti

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’energia geotermica è il calore contenuto all’interno della Terra ed è alla base di molti dei fenomeni geologici del pianeta. Tale energia è considerata inesauribile e si propaga per conduzione, nelle rocce compatte ( attraverso lo scambio di calore che avviene per contatto diretto) e per convezione in quelle permeabili e fratturate (dove i liquidi più caldi emergono e quelli più freddi scendono). Il materiale geotermico così affluisce in superficie con un gradiente di temperatura medio di +3,3 °C ogni 100 metri. La Terra è quindi un immenso serbatoio di calore: si calcola che l'energia termica contenuta entro i primi 5 km sia equivalente a quasi 500.000 volte gli attuali fabbisogni mondiali. Tuttavia questo tipo di energia è caratterizzata per la sua ampia dispersione e per la difficoltà nello sfruttamento, dati gli attuali limiti tecnologi. La potenza media alla superficie è infatti di appena 0,063 watt/metro

quadrato, cioè circa 5.000 volte inferiore a quella dell'energia solare (1,35 kW/mq). Tra i vantaggi che offre invece c’è la continuità nel tempo, essendo questo tipo di energia priva di fluttuazioni meteorologiche (diurne o stagionali) e, cosa rilevante da un punto di vista economico, può concentrarsi in zone caratterizzate da anomalie termiche raggiungendo livelli di temperatura industrialmente sfruttabili. Parole Chiave Gradiente geotermico dà la misura dell’aumento di temperatura con la profondità. Convezione Gli elementi fluidi si riscaldano e si dilatano, diventano più leggeri e salgono in superficie dove cominciano a raffreddarsi. Dopodiché ridiscendono verso il basso, e si hanno così i cicli convettivi, tramite i quali il calore viene trasportato dalle zone più calde a quelle più fredde ridistribuendo la temperatura, ed in questo modo avviene il meccanismo di trasporto del calore tipico dei mezzi fluidi. Conduzione La trasmissione di calore avviene per contatto diretto tra elementi solidi, liquidi o gassosi dalle zone con temperatura maggiore verso quelle con temperatura minore.

L’energia termica della Terra è quindi enorme, ma soltanto una parte di essa può essere sfruttata. Secondo l’ultimo rapporto riguardante il settore geotermico stilato dell’IEA (International Energy Agency) risulta che vi è stato un progressivo aumento nello sfruttamento di questa risorsa, infatti: “Nel 2009, la capacità globale di energia geotermica è stata del 10,7 GWe e ha generato circa 67,2 TWhe/anno di energia elettrica, ad un tasso di rendimento medio del 6,3 GWh / MWe (Bertani, 2010)”.

La temperatura del mantello della terra è scesa di 300°-350°C in tre miliardi di anni e, alla sua base, è di circa 4000°C. E’ stato stimato che il calore totale contenuto nella Terra, assumendo una temperatura superficiale media di 15°C, sia dell’ordine di 12,6 x 1024 MJ e che quello contenuto nella crosta sia dell’ordine di 5,4 x 1021 MJ (Armstead, 1983). Mary H. Dickson and Mario Fanelli - Istituto di Geoscienze e Georisorse, CNR , Pisa, Italia

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cultura e natura Italia nel 1904 a Lardarello, presso una industria per l’estrazione dell’acido borico. Nel 1827 Francesco Larderel, proprietario di un’industria per l’estrazione di acido borico, ideò un sistema per sfruttare il calore degli stessi fluidi borici nel processo di evaporazione, invece di bruciare il legname dei boschi, che si andavano esaurendo rapidamente.

Tabella produzione elettrica della geotermia 2009 Franco Berberi Dipartimento di Scienze Geologiche Università di Roma Tre

Malgrado i progressi del settore, a causa della relativa scarsità di siti naturali con caratteristiche idonee alla produzione elettrica, la geotermia gioca un ruolo modesto su scala planetaria, coprendo non più dello 0,4% della produzione elettrica mondiale (1,7% di quella da fonti rinnovabili). Mentre a livello locale può svolgere un’importante funzione di approvvigionamento energetico e termico. Infatti come riportato nel rapporto IEA: “L’energia elettrica geotermica soddisfa una quota significativa del fabbisogno energetico dell’Islanda (25%), di El Salvador (22%), del Kenya, e delle Filippine (17%ciascuno) e Costa Rica (13%). In cifre assolute, gli Stati Uniti rappresentano il paese in cui viene maggiormente prodotta l'elettricità geotermica. Nel 2010 ha prodotto 16.603 GWhe/anno con una potenza installata di 3093 MWe. Il totale della capacità installata di calore geotermico (escludendo le pompe di calore) è pari a 15 347MWt nel 2009, con una produzione di calore annua di 223 petajoule (PJ). La Cina mostra il più alto impiego di calore geotermico (escluse le pompe di calore), totalizzando 46,3 PJ/anno di utilizzo nel 2009 (Lund et al., 2010). Circa gli sviluppi futuri, allo stato attuale, la comunità scientifica non è ancora in grado di quantificare le riserve geotermiche industrialmente sfruttabili e non sono ancora disponibili valutazioni attendibili.

Grazie al principe Piero Ginori Conti, che fece collegare un generatore elettrico ad una motrice a vapore alimentata da un soffione, si riuscirono ad accendere, per la prima volta, 5 lampadine. Nel 1913, sempre a Larderello, fu installata la prima centrale geotermoelettrica del mondo, con una turbina da 250 kW, che negli anni successivi fu potenziata con tre gruppi da 2,5 MW ciascuno. L'esempio italiano portò il Giappone e gli Stati Uniti a eseguire perforazioni sperimentali alla ricerca di soffioni utili per la produzione elettrica. Per quasi 50 anni quelle di Larderello (che nel 1939-40 furono potenziate a 126 MW ) rimasero le centrali geotermiche predominanti al mondo, fino al 1959-60, quando entrarono in servizio le centrali di Wairakei, in Nuova Zelanda, e di The Geysers, negli USA. Da un punto di vista economico, la produzione geotermoelettrica, in presenza di bassi prezzi delle fonti convenzionali, presenta scarse attrattive per l'industria privata, a causa dell'investimento di capitale necessario (il fatto che il "combustibile", cioè il fluido geotermico, sia quasi gratuito può non giustificare l'investimento iniziale). I maggiori sviluppi geotermici sono pertanto attesi soprattutto in quei Paesi con rilevanti anomalie termiche del sottosuolo, soprattutto in regioni isolate, nelle quali sarebbe oneroso trasportare l'elettricità prodotta con altre fonti. Un caso esemplare è costituito dall’Islanda, che grazie alle risorse geotermiche, soddisfa il 100% del suo fabbisogno energetico. La maggior parte della potenza geotermica, anche in una stessa area, è stata realizzata in passato con più centraline di piccola potenza (fino a 10 MW). Sono anche state realizzate centrali di potenza unitaria rilevante (fino a 150 MW), ma si tende oggi a utilizzare macchinari standard, ottimizzando il rapporto costi-benefici.

Classificazione delle risorse geotermiche Come parametro generale per la classificazione di una risorsa geotermica viene considerato il grado di entalpia, ossia il valore approssimativo dell’energia termica contenuta da un fluido. In base a questo fattore e alla temperatura delle risorse, comunemente possiamo distinguerle in alta (superiore a 150°C), media (90-150°C), bassa (al di sotto di 90°C) e bassissima (12-14°C) entalpia. Risorse ad alta entalpia (produzione energia elettrica uso industriale). L’energia geotermica fu utilizzata per la prima volta in

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1904, Lardarello - Piero Ginori Conti - Primo impianto geotermico per la produzione di energia elettrica

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USA, California, The Geysers, impianto geotermico per la produzione di energia elettrica a vapore dominante

Le tipologie di centrale dipendono dalle caratteristiche del fluido disponibile, che può essere a vapore dominante (o addirittura vapore secco o surriscaldato) oppure ad acqua dominante. Nel primo caso, più raro, il vapore proveniente dal pozzo viene convogliato direttamente nelle turbine e quindi scaricato nell'ambiente, se necessario dopo processi di depurazione. Gli impianti a vapore dominante attualmente sfruttati sono una decina nel mondo, oltre quelli già citati di Larderello e The Geysers ve ne sono anche in Giappone e nel Nuovo Messico. Nel secondo caso, molto più frequente, di impianti ad acqua dominante, viene utilizzata l’acqua ad alta pressione, con temperatura di ebollizione superiore a 100°C. Quando l’acqua risale lungo la colonna del pozzo, la pressione diminuisce e l’acqua vaporizza parzialmente: il vapore viene quindi utilizzato per la produzione di energia elettrica, mentre l’acqua calda può essere sfruttata ad esempio negli impianti di dissalazione. Nel corso del tempo si sono tuttavia perfezionate macchine bifasi che utilizzano direttamente il fluido (acqua + vapore) endogeno e comunque l’innovazione nel settore è molto attiva. Ai fini della generazione elettrica, i tradizionali impianti geotermici possono sfruttare esclusivamente risorse (sia a vapore che ad acqua dominante) a temperatura elevata, superiore ai 180°C. Da alcuni anni sono in fase di accelerato sviluppo impianti a ciclo binario in grado di generare elettricità da fluidi geotermici di media e anche bassa entalpia (da 90 a 160°C), cioè di temperatura di per sé non sufficiente a produrre direttamente il vapore idoneo al funzionamento delle turbine. Tali impianti utilizzano un circuito secondario a ciclo chiuso, ove circola un fluido a basso punto di ebollizione (ammoniaca, isobutano) che, scaldato dal calore geotermico,

vaporizza in turbina. Sono già numerosi gli impianti in esercizio o in costruzione, ed è evidente che la diffusione di questi impianti binari accrescerà notevolmente il potenziale di sviluppo della risorsa.

Schema di un impianto a ciclo binario per generazione di elettricità. In rosso il circuito del fluido geotermico, in verde il circuito del fluido secondario, in blu il circuito di raffreddamento. Mary H. Dickson and Mario Fanelli - Istituto di Geoscienze e Georisorse, CNR , Pisa, Italia

È opportuno ricordare che i fluidi geotermici ad acqua dominante contengono spesso sostanze corrosive o incrostanti che rendono onerosa la manutenzione delle apparecchiature e che costringono a specifici accorgimenti e scelte progettuali ad hoc quasi per ogni singolo campo, con conseguenze sui costi e sui tempi di realizzazione. I rischi di insuccesso in geotermia sono peraltro maggiori che in altre attività di esplorazione del sottosuolo, a causa della maggiore difficoltà di conoscere, prima della trivellazione, il grado di fertilità del pozzo e la composizione chimica del fluido.

Schema di un isistema geotermico Mary H. Dickson and Mario Fanelli - Istituto di Geoscienze e Georisorse, CNR , Pisa, Italia

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cultura e natura Usi diretti dei fluidi geotermici (media e bassa entalpia) Il calore geotermico a media e bassa entalpia viene direttamente usato per il riscaldamento di edifici, per attività termali, di floricoltura, orticoltura, itticoltura e per numerose altre attività produttive. Va detto, al riguardo, che le statistiche sono difficili da effettuare con precisione, sia per la mancanza di una metodologia comune di calcolo, sia perché sono innumerevoli le applicazioni non contabilizzate. La maggior parte degli usi termali infatti, ma anche gran parte degli usi per serre e climatizzazione di edifici isolati,

Stima degli usi diretti dell’energia geotermica - Sulla colonna 1 è indicata l’impressionante crescita tra il 1995 e il 2010 delle pompe di calore. Direct Utilization of Geothermal Energy 2010 Lund et al.

sfuggono alle statistiche. Secondo il World Geothermal Congress gli usi diretti del calore geotermico sono presenti in 78 Paesi, per una capacità equivalente a 50583 MWt (termici) nel 2010. Un valore comunque notevole, che consente un risparmio di alcune decine di milioni di tonnellate di petrolio l’anno. E che appare suscettibile di ulteriori forti sviluppi in relazione al dinamismo del mercato: nel periodo 20052010, ad esempio, gli usi diretti dei fluidi geotermici sono quasi raddoppiati. L’Islanda è un caso a parte, date le particolari condizioni ambientali: oltre il 90% del riscaldamento domestico dell’intera isola è, infatti, geotermico. Ma significative sono le cifre anche in Cina (quasi 9 milioni di metri cubi di abitazioni riscaldati), in Austria, Svizzera, Germania e altri Paesi europei e non, come la Turchia. Uso dei fluidi geotermici a bassissima entalpia (condizionamento abitazioni private). Alle cifre indicate dal World Geothermal Congress vanno poi aggiunte quelle relative agli usi a “bassissima entalpia”. In molti paesi si sta sviluppando l’uso di pompe di calore geotermiche utilizzate per la climatizzazione, tramite l’impiego di scambiatori di calore posti nel sottosuolo a piccole profondità. Soprattutto per questi usi i dati sono di difficile calcolo, poiché gli impianti sono prevalentemente per abitazioni private. Nell’Unione Europea – che è l’area per cui sono disponibili i dati più attendibili –da una decina di anni il

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mercato delle pompe di calore ha registrato una rapida crescita, e nel 2009 il numero di pompe di calore geotermiche censite in Europa è stato di 903.012, con una potenza termica complessiva di 10.661,9 MWt. Negli ultimi anni, anche in Italia il mercato delle pompe di calore ha subito un indicativo incremento: nel 2009, infatti, la stima del numero di PCG installate è stata di 12.000 unità, per una potenza termica di 231 MWt (fonte ENEA). Il settore recentemente sta crescendo a ritmi del 4-5% l’anno, con ottime prospettive di ulteriore sviluppo. Sono infatti numerosi i progetti che mirano a potenziare questi usi: la Francia, ad esempio, ha in programma di triplicare entro il 2015 i 307 MWt attualmente installati nel Paese. Come funziona un impianto geotermico A pochi metri di profondità dalla superficie terrestre il sottosuolo mantiene una temperatura costante per tutto l’anno e questo permette di estrarre calore d’inverno per riscaldare un ambiente e di cederlo durante l’estate per rinfrescarlo. Sfruttando questo principio, lo scambio di calore viene realizzato con pompe di calore abbinate a sonde geotermiche che permettono di riscaldare e rinfrescare gli edifici con un unico impianto e assicurano un alto grado di rendimento sull’arco dell’intera stagione, con un fabbisogno di energia elettrica contenuto rispetto alle prestazioni. Non è neppure necessario alcun apporto termico esterno (per esempio una caldaia a metano) per coprire le punte invernali. Un impianto geotermico è costituito principalmente da: 1) un sistema di captazione di calore dal sottosuolo o da acqua di falda, costituto dalle sonde geotermiche. Nel caso di calore captato dal sottosuolo all’interno delle tubature circola, a circuito chiuso, una soluzione di acqua e antigelo detta “salamoia”. La cattura del calore geotermico avviene con tubature in polietilene che svolgono la funzione di scambiatore di calore attingendo all’energia termica presente nel sottosuolo o nell’acqua. Le sonde possono essere a rete orizzontale o verticale:

a. le sonde a rete orizzontale sono interrate a circa 1-2 metri per evitare il rischio di congelamento con una temperatura media compresa tra 5-20 °C. Questo tipo di sonde richiedono una superficie pari a quella dell’edificio da riscaldare moltiplicato per 1,3 e sono in

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Fonte: http://www.impiantigeotermici.it

parte dipendenti dall’irraggiamento solare; b. le sonde a rete verticale sfruttano il principio che al di sotto 15-20 metri dal suolo la temperatura non è influenzata dalle variazioni climatiche. A una profondità di 100-200 metri la temperatura raggiunge 10-15 °C rimanendo costante tutto l’anno. A seconda delle caratteristiche geologiche del terreno le tubature sono istallate a profondità che vanno tra 70-130 metri. Lo spazio richiesto da questa tipologia di sonda è notevolmente ridotto. 2) un generatore di calore elettrico, detta pompa di calore, è una macchina frigorifera a ciclo inverso in grado di generare acqua calda (fino a 55 °C) o acqua più fresca (18°C). L’acqua può essere utilizzata per il riscaldamento o il raffrescamento. Infatti durante l’inverno la pompa di calore estrae il calore del sottosuolo, mentre in estate cede al terreno il calore estratto dall’edificio; 3) un sistema di accumulo e distribuzione del calore. Al fine di immagazzinare il calore e distribuirlo all’edificio è indispensabile la presenza di un serbatoio di accumulo per l’acqua calda. Mentre per la distribuzione ottimale del calore o del raffrescamento la soluzione ottimale è data da pannelli radianti o ventilconvettori che consentano la circolazione di acqua calda a 30-35 °C d’inverno e di acqua fredda a 18-20 °C d’estate.

Inoltre è possibile estrarre calore anche dalle acque di superficie, (fiumi laghi o stagni), dalle acque di falda o dalle sorgenti termiche. Per quanto riguarda le acque di sorgenti termiche è possibile utilizzare impianti a circuito chiuso, all’interno del quale può circolare sia il fluido termovettore, salamoia, o semplicemente dell’acqua. Negli altri casi sono utilizzati degli impianti a circuito aperto che prelevano acqua direttamente dalla risorsa idrica. L’acqua viene inviata alla pompa di calore che scambia l’energia termica con la sorgente e quindi la restituisce. Questo tipo di impianto poiché potrebbe compromettere l’equilibrio idrogeologico, richiede una perfetta conoscenza delle eventuali problematiche che potrebbero sorgere. In termini economici un impianto geotermico per uso abitativo richiede un investimento di circa 20.000 € e consente un risparmio annuo del 50 % sulla bolletta. Il

tempo di ritorno dell’investimento è di circa 10 anni. La durata media della pompa di calore è circa di 15-20 anni, quella dei pannelli radianti 20-30 anni, mentre quella delle sonde è di circa 80-100 anni. Esclusi i vantaggi economici, determinati anche dagli ecoincentivi, il geotermico presenta una valida alternativa alle altre fonti rinnovabili, perchè: ● non ha impatti visivi ● e indipendente dalle temperature esterne ● i costi di esercizio sono inferiori di circa il 60% rispetto al metano ● offre un unico sistema sia per riscaldare che raffrescare ● contribuisce alla riduzione delle emissioni di inquinanti e di CO2 in atmosfera ● non inquina i terreni, essendo i liquidi frigoriferi antigelo completamente atossici ● è silenzioso. Inoltre, per quanto riguarda il nostro Paese, la risorsa geotermica è presente su tutto il territorio nazionale, tanto che, al pari del sole, in molti la definiscono come il vero “petrolio” d’Italia. Una ulteriore opportunità per “il paese del sole” che energeticamente è ancora dipendente dall’ oro nero. BIBLIOGRAFIA www.enel.it; wikipedia; www.nextville.it; fasancult.org; Mary H. Dickson and Mario Fanelli Istituto di Geoscienze e Georisorse, CNR IEA Technology Roadmaps Geothermal heat and power IGA - International Geothermal Association http://www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com/ http://www.geohp.it/ Consorzio Italiano per la Geotermia

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Certe volte le persone pagano con la vita il fatto di dire ad alta voce ciò che pensano. Anna Politkoskaja

Io sono qui per provare qualcosa in cui credo: che la guerra è inutile e sciocca, la più bestiale prova di idiozia della razza terrestre. Oriana Fallaci

Come donne dobbiamo imparare a diventare leader della società, non tanto per il nostro bene quanto per il bene di tutti. Dobbiamo coltivare e conservare la nostra affinità con l’ambiente a favore delle generazioni future. C. Calland

Bisogna imparare a stare da soli: senza telefonino, senza computer, senza televisione, senza messaggini, senza giornali e riviste, almeno perun’ora o qualche ora al giorno. Imparare a pensare, da soli. Susanna Agnelli

L’esser gentili non dovrebbe mai venire confuso con l’essere deboli. Non è un segno di debolezza ma di cortesia, di buone maniere, di grazia; una capacità tipicamente femminile di far sentire chiunque a casa propria e non dovrebbe mai essere interpretato come debolezza. Gli uomini si sentono a loro agio nell’intimidire; una donna non si sente a proprio agio al pensiero di intimidire, e quindi cercherà di essere un pochino informale; ma ciò non significa che la donna non sia in grado di essere dura quando il momento lo richiede. Benazir Bhutto A mano a mano che avanzi nella vita, impari che se in canoa non usi la pagaia non ti muovi. Katharine Hepburn In una società in cui vengono negati i diritti e il potenziale delle donne, nessun uomo può essere veramente libero. Potrà avere potere, ma non avrà libertà. Mary Robinson Le donne comprendono i problemi della nazione meglio degli uomini, in quanto hanno risolto i problemi della vita umana dall’embrione alla nascita e dalla nascita alla maturità. Le donne sono dotazione di sopravvivenza della razza umana. Mandzividza


Poesia

Un’anima abitata. La poesia di Wislawa Szymborska è come un’autostrada per l’anima. Veloce, diritta, puoi “sorpassare” con grande scioltezza alcune dell’impasse tipicamente umane. E’ un aeroplano in volo da cui puoi guardare non solo la tua vita ma anche quella degli altri, perchè in fondo, gli esseri umani condividono gli stessi dubbi, le stesse ansie, le stesse emozioni. a cura di Elisabetta Gatti Milioni di persone lo cercano, milioni di persone ce l'hanno ma hanno paura di perderlo. E' il lavoro ovviamente, ed è questo che assilla tragicamente il nostro globo nel ventunesimo secolo. Ed il lavoro è visto e declinato in versi liberi da una poetessa. “Scrivere un curriculum” è una lama che taglia a fettine il nostro modello produttivo, che sempre più tende a spossessare l'essere umano di se stesso in nome di un sistema economico disumano. Con abilità Wislawa Szymborska coniuga la cruda realtà con una leggera ironia. Riesce a mettere in rilievo ciò che del "candidato" non è detto, quello che è sottaciuto perché del tutto "impresentabile" al datore di lavoro. La vita, in altre parole. Ovvero il meglio dell'essere umano, o forse quello che più lo caratterizza. Le vicessitudini di ogni singola esistenza, dalle più dolci alle più amare sono tagliate via di netto. Non sarebbero "qualificanti" pertanto vanno occultate e sottratte fino a quando il curriculum non coinciderà con il profilo richiesto. Titoli, onoreficienze, riconoscimenti, conoscenze, per pesare il valore e le potenzialità di una persona e decidere quindi, se idoneo, di metterla nel "tritacarne" aziendale. E così il fragore dell'esistenza diminuisce e quello del tritacarte aumenta. Resta l'apparenza ma l'anima è andata via.

osservato, nella poesia intitolata “Ad alcuni piace la poesia” (Niektorzy lubią poezje), che la poesia piace a non più di due persone su mille. E’ una buona notizia, calcolando che la Terra ha ormai 7 miliardi di abitanti, siamo sicuri che almeno 14 milioni leggono poesia!!! Fonte: Wikipedia

Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1 febbraio 2012) poetessa e saggista è stata premiata con il Nobel nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti. E’ generalmente considerata la più importante poetessa polacca degli ultimi anni. Ma per l’universalità degli argomenti che affronta e per la profondità della sua opera è conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. In Polonia, i suoi volumi raggiungono cifre di vendita che rivaleggiano con quelle dei più notevoli autori di prosa, nonostante in un'occasione Szymborska abbia ironicamente

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Poesia Scrivere un curriculum Che cos'è necessario? È necessario scrivere una domanda, e alla domanda allegare il curriculum. A prescindere da quanto si è vissuto è bene che il curriculum sia breve. È d'obbligo concisione e selezione dei fatti. Cambiare paesaggi in indirizzi e malcerti ricordi in date fisse. Di tutti gli amori basta quello coniugale, e dei bambini solo quelli nati. Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu. I viaggi solo se all'estero. L'appartenenza a un che, ma senza perchè. Onorificenze senza motivazione. Scrivi come se non parlassi mai con te stesso e ti evitassi. Sorvola su cani, gatti e uccelli, cianfrusaglie del passato, amici e sogni. Meglio il prezzo che il valore e il titolo che il contenuto. Meglio il numero di scarpa, che non dove va colui per cui ti scambiano. Aggiungi una foto con l'orecchio in vista. È la sua forma che conta, non ciò che sente. Cosa si sente? Il fragore delle macchine che tritano la carta.

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cultura e natura

SPECIALE AMBIENTE

Sbucciare e non butare Le bucce di frutta e verdura possono prendere strade alternative prima di trasformarsi in scarti o, nei comuni dove si raccoglie l'organico, in compost. Nel caso abbiate a disposizione frutta e verdura non trattata chimicamente direttamente dal vostro orto di casa, destinare le loro bucce alla spazzatura sarebbe davvero un peccato, soprattutto ora che avrete l'occasione di arricchire le vostre conoscenze in merito ai loro numerosi impieghi alternativi in cucina, nelle faccende domestiche, per le cure di bellezza e non solo.

CUCINA

● Chips di bucce di patate. In una ciotola mischiate le bucce con dell’olio d’oliva, sale e aglio in polvere, e mettetele in forno per almeno 20 minuti. Sono una bontà!

● Bucce di agrumi grattugiate. Prima di procedere con la spremuta di agrumi, grattugiarne le bucce e surgelarle. Si potranno utilizzare in futuro nel momento in cui nella ricetta vi saranno tra gli ingredienti scorze di arance, mandarini o limoni.

● olio aromatizzato agli agrumi. PULIzIE ECoLoGIChE ● Scorze di limone. Utilissime, anche grazie al succo ancora trattenuto dalla polpa rimasta, per lucidare fornelli, posate e stoviglie, oggetti in rame. Volendo mettere a nuovo il fondo della caffettiera, versare acqua, sale grosso e scorze di limone tritate. Lasciare riposare per alcune ore e risciacquare.

Servirà per condire le insalatone estive. Lasciare riposare al buio per quindici giorni un barattolo di vetro ben chiuso contenente 500 ml d'olio extravergine d'oliva e quattro cucchiai di scorze tritate di arancia o limone. Agitare il barattolo una volta al giorno. Trascorso il tempo stabilito filtrare l’olio con un colino e travasarlo in bottiglie di vetro scuro.

● Bucce di banana. Lucidare le scarpe. La buccia di banana contiene oli e potassio che non solo faranno brillare le scarpe, ma contribuiranno a preservarle da usura e agenti atmosferici. Strofinare l’interno della buccia contro la superficie della scarpa, lucidare con un panno di cotone morbido. Buttare quel che rimane della buccia nell’apposito secchio per “l’umido” (oppure utilizzarla tritata come compost per le piante).

● Polvere di limone o di arancia. Le scorze degli agrumi possono essere conservate dopo averle lasciate essiccare ed averle ridotte in polvere con un tritatutto. Possono essere utilizzate come condimento in varie pietanze o come tocco in più per dolci e macedonie. Conservare in barattoli di vetro ben chiusi.

● Sale aromatico al limone. Tritare finemente delle scorze di limone dopo averle lasciate essiccare all'aria o nel forno, a bassa temperatura e mescolare con del sale grosso. Trasferire il tutto in barattoli di vetro e lasciare riposare per alcuni giorni affinché l'aroma del limone si diffonda.

● Bucce di carote, cipolle e patate.

IN

Tritarle finemente ed aggiungerle ad altre verdure nella preparazione del brodo o del dado vegetale fatto in casa.

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ETNEIBMA ELAICEPS ● Bucce di mela.

BELLEzzA

Essiccate possono essere utilizzate per la preparazione di un ottimo infuso.

● Le bucce di patata applicate sul contorno occhi vi potranno aiutare a ridurre eventuali gonfiori causati dalla stanchezza o dallo stress e le antiestetiche "borse".

● Le bucce di banana vi potranno aiutare nel compiere un massaggio esfoliante sulla pelle del corpo. Vi basterà versare un pochino di zucchero sulla loro parte interna e strofinarle delicatamente sulle zone da levigare.

● Buccia d'arancia o di melograno. Strofinarne dei

FAI-DA-TE

pezzetti delicatamente sulla pelle per un delicato scrub del viso.

● Bucce di melograno.

Tintura naturale per i tessuti (toni tendenti al giallo o all'arancio chiaro). Immergere le bucce di più melograni ● Bucce di cipolla. Riflessi dorati per i capelli. Prein una pentola in acciaio inossidabile contenente parare un infuso da utilizzare per l'ultimo risciacquo. acqua bollente. Lasciare riposare per una notte, Lasciare asciugare i capelli preferibilmente al sole. portare nuovamente ad ebollizione e rimuovere ● Bucce di patata, grazie all'amido in esse dunque le bucce. E' il momento contenuto, sono il rimedio più rapido da applicare di immergere la stoffa che si desulla pelle per alleviare il dolore ed il rossore sidera tingere e lasciar riposare causati da una scottatura. almeno per un giorno intero fino ad ottenere la sfumatura che si preferisce.

● Le scorze di agrumi. Essiccate e tritate possono essere impiegate come ingredienti per la preparazione di profumatissimi potpourri insieme a petali di fiori e spezie come la cannella o i chiodi di garofano.

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Giovanni Allevi da “ex studente sfigato” a “Laureato dell’anno”. È così che il grande pianista marchigiano di fama internazionale si definisce a Universita.it, il sito di informazione universitaria, che lo ha intervistato in occasione del premio che l’artista ha ricevuto dall'Università degli Studi di Macerata.

«

Laureato dell'anno, ne sono più che onorato!» Afferma Allevi, «eppure», rispondendo alle ultime polemiche del viceministro al Lavoro e alle Politiche sociali, Michel Martone che ha definito “sfigato” chi a 28 anni ancora non si è laureato,« anche io lo sono stato, ma evidentemente anche un ex studente "sfigato" come me, può ricevere il Premio Laureato dell'anno!» Allevi ha poi consigliato ai giovani di affrontare la crisi con mentalità aperta e creatività. Per il musicista è fondamentale avere una nuova visione del mondo ed “entrare presto in contatto con le proprie aspirazioni per usare la propria creatività senza cedere alla tentazione di aspettarsi che qualcosa cada dall'alto”. Nell’intervista ad Universita.it il pianista ricorda gli anni dell’università: «non sostenevo agli esami se non ero preparatissimo, forse oggi affronterei l'Università con meno preoccupazione, perché la vita vera inizia dopo.» Ha poi aggiunto che in Italia il diritto allo studio non è sufficientemente rispettato, e che spesso i giovani sono scoraggiati nell’inseguire i loro sogni “ci vuole molta determinazione per realizzare i propri desideri, io facevo otto ore di treno per andare a lezione, non penso possano esserci ostacoli reali alla volontà di realizzare un sogno, come lo è stato per me il pianoforte” Allevi si sofferma infine sulle difficili condizioni attuali dello studente italiano, che molto spesso è costretto ad andare all'estero in cerca di lavoro e opportunità «due anni fa, il giorno prima del mio concerto a Zurigo, incontrai per

caso un ragazzo molto timido e mingherlino- racconta Allevi - quando gli chiesi cosa facesse, mi rispose che la sua sfida quotidiana nel laboratorio di ricerca in cui lavorava era quella di trovare il modo di far comunicare un cip elettronico e una cellula nervosa perché dalla loro interazione potevano nascere progressi importanti in campo medico. “E’ la mia ossessione”, mi disse. Capiì che anche il sacrificio di stare lontano da casa per lui aveva un senso, tuttora mi auguro che il suo sogno possa diventare realtà!”.

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L’agenda della Primavera più bella d’Italia. Dopo un inverno tra i più freddi degli ultimi anni, che ha imbiancato tutta la penisola dalle Alpi fin giù alle Regioni più “insospettabili”, ecco che puntuale come sempre è in arrivo la Primavera, con la sua esplosione di fiori, profumi, e voglia di aria aperta.

L

a stagione più fiorita e più colorata dell’anno è alle porte, prepariamoci allora a goderla nel suo massimo splendore visitando uno degli oltre 400 tra Parchi e Giardini del network dei Parchi Più Belli d’Italia,che si stanno preparando al meglio per la grande riapertura primaverile. Numerosissimi saranno gli eventi organizzati nei più bei Parchi e Giardini d’Italia, ecco quindi una nostra selezione delle manifestazioni da segnare nell’agenda, per rifarsi gli occhi, le narici e riscaldare i cuori con quanto di più bello la natura ha da offrire. A Marzo prende il via un classico della Primavera italiana: il Festival dei Narcisi a Villa La Pescigola presso Fivizzano (Massa Carrara), che per il settimo anno consecutivo saluta l’avvento della bella stagione con il suo stuolo di narcisi. Dal 25 Marzo fino al 1 Maggio sarà infatti possibile godere della straordinaria bellezza della più grande raccolta botanica di narcisi esistente in Italia, oltre 400 varietà tra le più colorate, giocose e profumate che aleggiano nella brezza del magnifico parco di Villa La Pescigola e si rispecchiano nelle acque del romantico lago dei cigni. Un altro appuntamento ricorrente è quello con Messer Tulipano al Castello di Pralormo nel cuore del Piemonte, dove dall’ormai lontano 2000, una straordinaria fioritura di oltre 75.000 tulipani e narcisi olandesi annuncia la Primavera. Dal 31 Marzo al 1 Maggio sarà possibile ammirare un nuovo piantamento, completamente rinnovato nelle varietà e nel progettocolore, anche con alcune varietà rare e sconosciute. Messer Tulipano trasforma ogni primavera il suo parco all’inglese in un vero giardino incantato che,

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accanto all’incredibile fioritura, accoglie mostre ed esposizioni a tema. Scendiamo verso il Lazio per l’imperdibile spettacolo di “Sbocciano le Peonie al Centro Botanico Moutan” presso Vitorchiano (Viterbo). Nei mesi di Aprile e Maggio il giardino apre le porte a migliaia di visitatori che rimangono incantati dall’eleganza, dalla bellezza e dall’armonia di migliaia di peonie in fiore: splendide corolle variopinte in una scala cromatica dalle infinite sfumature. Luogo unico e originale, un giardino monotematico dedicato alla peonia, accoglie su una superficie di circa 15 ettari la collezione più importante al mondo con più di 220.000 piante appartenenti ad oltre 600 varietà riconducibili a tutte le specie botaniche esistenti. Altro clima e altra vegetazione, quella che troviamo all’evento florovivaistico “Dove fiorisce la Jacaranda” presso la Tenuta Cardinale dell’Azienda Agricola La Trinità di Catania. Dal 7 al 9 Aprile si terrà la prima mostra mercato di piante per il giardino mediterraneo, un’assoluta novità per il territorio etneo, anche un’occasione per visitare la Sicilia in un momento speciale quale la fioritura degli aranceti, un’opportunità di incontro per tutti gli appassionati e cultori del florovivaismo, nonché una coincidenza imperdibile per scoprire alcuni meravigliosi e meno conosciuti Giardini presenti sull’isola. Al Nord e in particolare alla Fondazione di Villa Raimondi a Vertemate con Minoprio (Como), che come da tradizione festeggia la bella stagione con la manifestazione Fiori e Colori di Primavera al Parco Minoprio in programma dal 9 Aprile al 1 Maggio. Un’occasione per piacevoli passeggiate nella natura

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Villa Carlotta, Tremezzo (Como)

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cultura e natura per imparare i segreti del giardinaggio. I visitatori potranno ammirare colorate e splendide fioriture di tulipani, bulbi minori e viole. Sempre affascinanti da visitare la serra tropicale, il giardino mediterraneo e l’orto primaverile, oltre naturalmente alle collezioni arboree e arbustive del Parco, uno dei più ricchi patrimoni botanici lombardi. Altro appuntamento irrinunciabile di ogni Primavera, la mostra-mercato di giardinaggio che inaugura la bella stagione sul litorale romano, Primavera alla Landriana, un lungo weekend dedicato ai fiori più belli d’Italia. Dal 20 al 22 Aprile oltre centro espositori provenienti da tutta Italia presenteranno le eccellenze nel settore del florovivaismo. Durante la manifestazione sarà possibile visitare i dieci ettari di parco, soffermandosi negli angoli più suggestivi: la Valle delle Rose, il Viale Bianco, il Giardino degli Ulivi e il quieto lago circondato dalle rose antiche che in Primavera regalano un magico scenario. Chiudiamo la nostra rassegna degli eventi della Primavera più bella d’Italia con un evento diverso, Ortinparco – Festa degli Orti a Levico Terme in Valsugana (Trentino) nella suggestiva cornice dello storico Parco delle Terme. Dal 21 Aprile al 1 Maggio si terrà la nona edizione della festa dedicata a tutto quanto fa orto, con l’intento di portare l’orto su un piano di nobiltà proponendolo non solo come elemento agricolo e spazio verde coltivato, ma anche come una grande occasione di socialità e cultura. Tirate fuori l’agenda allora, e se questa selezione non ha saziato la vostra voglia di Primavera, o se anzi l’ha stimolata, allora non vi resta che visitare il sito www.ilparcopiubello.it per la lista completa di tutti gli eventi negli oltre 400 tra Parchi e Giardini italiani del network Il Parco Più Bello, e iscrivervi alla pagina Facebook “Il Parco Più Bello” per restare aggiornati su tutte le nostre attività. Nel sito troverete anche tutte le informazioni per la visita, i percorsi tematici nonché una guida di facile consultazione per trovare tutti i Parchi e Giardini più vicini a voi. Buona Primavera a tutti dal Parco più Bello d’Italia!

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Villa La Pescicola, Fivizzano (Massa Carrara)

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Castello di Pralormo, Pralormo (Torino)

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La discriminazione legalizzata delle donne. Una ricerca dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) evidenzia che il trattamento discriminatorio delle donne all’interno delle leggi sulla cittadinanza è un fenomeno presente in quasi tutti i continenti del mondo e tra le cause dell’apolidia in almeno 25 paesi..

I

n almeno 25 Paesi infatti sono in vigore leggi sulla cittadinanza che non consentono alle donne di trasmettere la propria nazionalità ai figli. “Un bambino che nasce apolide oggi affronterà un futuro incerto ed insicuro”, ha affermato Erika Feller, High Commissioner dell’UNHCR. “quando la discriminazione è insita nella trasmissione della cittadinanza, i bambini nascono già apolidi”. La maggior parte degli Stati che negano alle madri il diritto di trasmettere la propria nazionalità ai figli si trova in Medio Oriente e Nord Africa (dodici Stati) o nell’Africa subsahariana (nove Stati), mentre i rimanenti sono in Asia (quattro Stati) o nelle Americhe (due Stati). In alcuni casi, i bambini diventano apolidi in questi paesi perché non possono acquisire la cittadinanza di nessuno dei due genitori. Questo può avvenire, ad esempio, se anche il padre è apolide oppure se la legge non permette la trasmissione della cittadinanza da parte dei padri ai figli nati all’estero. Inoltre, alcuni bambini si trovano in un pantano burocratico se il padre muore o li abbandona, lasciandoli senza documenti che possano certificare la propria nazionalità. Lo studio dell’UNHCR dimostra che gli stati si stanno impegnando sempre di più per correggere gli aspetti discriminatori verso le donne contenuti nelle proprie leggi sulla cittadinanza. Negli ultimi anni, diversi Stati, tra cui lo Sri Lanka, l’Egitto, l’Iraq, l’Algeria, l’Indonesia, il Marocco, il Bangladesh, lo Zimbabwe, il Kenya, la Tunisia e il Principato di Monaco, hanno riformato la propria legislazione in materia. Tutti questi paesi hanno emendato le proprie leggi, dando eguali diritti alle donne in fatto di trasmissione della cittadinanza ai figli. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati sta inoltre collaborando con diversi altri Stati che intendono mettere in atto ulteriori riforme. “In passato, la discriminazione di genere era diffusa in

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tutto il mondo”, ha dichiarato Feller. “Ora, tuttavia, vi è una tendenza globale a riformare le leggi sulla cittadinanza in modo da eliminare questa causa dell’apolidia. L’UNHCR loda gli Stati che si sono impegnati in questo senso”. A livello globale, gli apolidi, ovvero le persone che non posseggono la nazionalità di alcuno Stato, sono circa12 milioni, di cui addirittura la metà potrebbero essere bambini. Dalla ricerca dell’UNCHR emerge come siano necessari ulteriori studi che quantifichino in maniera più precisa il numero di bambini resi apolidi dalle leggi sulla cittadinanza che discriminano le donne. Gli apolidi sono tra le persone più povere ed emarginate al mondo, spesso sono popolazioni invisibili che risultano difficili da censire. A dicembre del 2011, l’UNHCR ha convocato una riunione dei ministri competenti degli stati che hanno aderito alla Convenzione internazionale del 1951 relativa allo status di rifugiati ed alla Convenzione del 1961 sulla riduzione dell’apolidia. Nel corso dell’incontro, numerosi Paesi si sono impegnati ad eliminare la discriminazione di genere dalla propria legislazione sulla cittadinanza. Lo studio è disponibile al seguente link: http://www.unhcr.org/4f5886306.html

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APoLIDIA Calcolare con precisione il numero effettivo degli apolidi è un’operazione complessa, poiché molti governi non hanno censito gli apolidi che risiedono entro i propri confini. Secondo il diritto internazionale è apolide una persona che "nessun Stato considera come suo cittadino in applicazione della legislazione (art. 1, Convenzione del 1954 relativa allo Statuto degli apolidi). L'art. 1 della citata Convenzione assicura la protezione agli apolidi secondo il principio enunciato dall'art. 15 della dichiarazione dei diritti dell'uomo del 1948 che garantisce a tutti la cittadinanza e fa divieto di toglierla. Tale definizione nella sua brevità non esaurisce tutte le ipotesi e le problematiche che si presentano nella pratica. Essa non comprende i cosiddetti apolidi di fatto, ossia persone che non possono provare la loro nazionalità, o la cui cittadinanza è contestata da uno o più Paesi. oggi la nozione di apolidia si intende anche nel suo senso esteso, per comprendere anche le persone che non possiedono una condizione di una "nazionalità effettiva" e che di conseguenza non possono godere dei diritti legati alla cittadinanza. Si parla di apolidia originaria quando una persona è nata priva di cittadinanza, di apolidia derivata quando l'ha persa senza averne riacquistata un'altra, di apolidia di fatto quando, pur senza aver perduto la cittadinanza, non fruisce della protezione che il proprio Stato garantisce agli altri cittadini (es. il rifugiato). In Italia la condizione dell'apolide è regolata, per quanto concerne i diritti civili, dall'art. 29 delle disposizioni sulla legge in generale che recita: "Se una persona non ha cittadinanza, si applica la legge del luogo dove risiede in tutti i casi nei quali dovrebbe applicarsi la legge nazionale". Ai sensi dell’articolo 1 del Testo Unico Immigrazione “Il presente testo unico, in attuazione dell'articolo 10, secondo comma, della Costituzione, si applica, salvo che sia diversamente disposto, ai cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea e agli apolidi, di seguito indicati come stranieri.” A livello pubblicistico quindi l'apolide viene equiparato allo straniero ed è pertanto soggetto a permessi e limitazioni per quanto riguarda il suo soggiorno e se del caso, ad espulsione pur essendone vietata l'estradizione nei casi in cui non è consentita per i cittadini stranieri. “La situazione in cui vive un apolide - che non gode della protezione legale di nessuno stato - è molto simile a quella di un rifugiato perché entrambi necessitano di protezione internazionale. L'UNHCR pertanto protegge frequentemente gli apolidi, benché all’Agenzia non sia riservato espressamente alcun ruolo in materia dalla Convenzione del 1954. Comunque, per la vicinanza concettuale dello status dell'apolide e dello status di rifugiato, l'UNHCR ha assunto il ruolo primario di promuovere l'adesione degli stati alla Convenzione del 1954.” (dal sito ufficiale dell’ UNhCR- Alto Commissariato delle Nazioni Unite per I Rifugiati).

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Water Economy. 1 miliardo di persone non ha accesso a risorse idriche sufficienti. 1 persona su 6 ha meno di 20 litri d’acqua dolce al giorno, fabbisogno minimo giornaliero pro capite per assicurare i bisogni primari legati all’alimentazione e alle condizioni igienico-sanitarie. 2000-5000 litri: quantità di acqua necessaria per produrre il cibo che una persona mangia tutti i giorni (fonte FAO).

Q

uanta acqua è contenuta in ciò che mangiamo? consiglia un consumo moderato risultano essere quelli con

E quale quantità ne è servita per produrre gli ali- la più alta impronta idrica. menti che quotidianamente mettiamo sulla no- Adottare abitudini alimentari maggiormente “idrovore”, ad

stra tavola?

esempio troppo ricche in grassi e zuccheri, risulta essere

Per misurare il reale impatto dei singoli alimenti, il Barilla negativo non soltanto in termini di salute per l’uomo, ma Center for Food & Nutrition ha ideato il modello della dop- anche per il benessere del pianeta. pia piramide alimentare e idrica, che mette in relazione la La Doppia Piramide alimentare e ambientale e la Piramide tradizionale piramide alimentare con il relativo impatto dei alimentare e idrica, elaborate dal BCFN, sono state selesuoi componenti: questa comparazione mostra come gli ali- zionate ed esposte dal Comitato del World Water Forum menti della dieta mediterranea, per i quali si consiglia un (Marsiglia, 12-17 marzo 2012) tra i migliori modelli aliconsumo alto e regolare, abbiano il minore impatto in ter- mentari per la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse mini di consumo di risorse idriche.

idriche.

Allo stesso tempo, quei cibi per cui la piramide alimentare

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cultura e natura L’impronta idrica Per misurare l’impatto di ciascun prodotto (commodity, bene o servizio) sulle risorse idriche del pianeta è stato realizzato un indicatore complessivo e multidimensionale chiamato water footprint (impronta idrica), che prende in considerazione il contenuto d’acqua virtuale di un prodotto, costituito dal volume d’acqua dolce consumata direttamente o indirettamente per realizzarlo, e calcolato sommando tutte le fasi della catena di produzione.

L’impronta idrica offre una più ampia e migliore visione dei consumi idrici da parte di un consumatore o di un produttore, mostrando i volumi d’acqua consumati per fonte e quelli inquinati per tipo di contaminante. Ad esempio, produrre un pomodoro richiede 13 litri di acqua, una fetta di pane 40 litri, 100 grammi di formaggio 500 litri, un hamburger 2400 litri d’acqua, una T-shirt 2000 litri d’acqua, un paio di scarpe di cuoio 8000 litri. Più in generale, il consumo d’acqua virtuale giornaliero per alimentarsi varia da circa 1500-2600 litri nel caso di una dieta vegetariana a circa 4000-5400 litri per una ricca di carne.

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Telemedicina Italia-Iraq, un sostegno a distanza oltre l'emergenza ha compiuto 6 anni il progetto di telemedicina “Together” in favore di 4 centri ospedalieri in Iraq, a Bassora, Bagdad, Erbil e Dohuk, voluto da INTERSoS ed in collaborazione con il Dipartimento di Ematologia Pediatrica del Policlinico “Umberto I” di Roma. 'ToGEThER' è una rete di telemedicina tra l’Italia e l’Iraq in grado di garantire un supporto medico/scientifico costante, sotto forma di teleconsulti e formazione a distanza. Grazie a questa collaborazione, in tutto l'Iraq in questi primi 6 anni, il tasso di sopravvivenza di pazienti affetti da APL (leucemia acuta promierocitica) è incrementato di oltre il 50%. Al di la dei numeri, stimolo comunque importante per migliorarsi e andare avanti nelle attività, riteniamo che questo progetto rappresenti un modello virtuoso di collaborazione che può essere replicato sia in altre operazioni di telemedicina che oltre. I risultati positivi dei protocolli di cura utilizzati in questa collaborazione sono stati pubblicati anche in importanti riviste scientifiche di settore. L’azione di supporto si concentra nel settore dell’onco-ematologia pediatrica con lo scopo di migliorare le condizioni dei centri ospedalieri coinvolti attraverso videoconferenze settimanali e la formazione dei medici iracheni in Italia. Grazie alla collaborazione tra i medici italiani ed i colleghi iracheni, è stato possibile mettere a punto protocolli di cura e raggiungere importanti risultati pubblicati sulle più autorevoli riviste scientifiche del settore. Il progetto è stato realizzato con il contributo di Regione Lazio e di MEDIAFRIENDS. Fonte: Intersos

A Jesi primo Eco-Store In Italia Energy Resources ha aperto a Jesi (An) lo zero Emission Way Store (zew Store). Veicoli elettrici, impianti ad energia rinnovabile, ma anche prodotti per la casa e alimenti bio. “L’idea è quella di creare una piattaforma che accolga tutto il mondo della sostenibilità – ha detto l’amministratore delegato di Energy Resources, Enrico Cappanera – offrendo soluzioni per alimentare la casa o l’azienda con energia pulita e per muoversi con mezzi elettrici, ma anche per informarsi e acquistare prodotti in linea con questa filosofia: l’area zew Food ad esempio accoglierà le eccellenze del territorio, con prodotti a filiera corta. Problemi come il crescente costo dei carburanti e l’inquinamento si possono risolvere, le soluzioni ci sono, e lo zew Store le porterà vicino ai cittadini”. Lo zew Store è anch’esso ad emissioni zero: come ha spiegato Alessandro Giuricin, amministratore delegato di Energy Resources Green Mobility, i 400 metri quadrati di esposizione sono climatizzati grazie ad un impianto geotermico, mentre l’energia elettrica è fornita da un impianto fotovoltaico integrato su pensiline e tetto dell’edificio. Il decalogo del ciclista in città Per gli amanti della dueruote, ecco un decalogo per muoversi in città in sicurezza nel rispetto di sé, dei pedoni, degli automobilisti e degli altri cicloamatori. Manutenzione - Controlla lo stato della tua bicicletta periodicamente: luci (bianche o gialle davanti e rosse dietro, catadiottri sui pedali e ai lati della bici), freni, camere d'aria, catena, campanello. Trova una ciclofficina e fanne la tua seconda casa: potrai imparare a manutenere la tua bicicletta e a ripararla in caso di guasti. Sicurezza - Sii visibile sempre, soprattutto di sera, con luci funzionanti e giubbotto catarifrangente. Anche i caschetti protettivi moderni sono dotati di luce lampeggiante posteriore. Se trasporti bambini usa il caschetto (obbligatorio sotto i 14 anni) per te e per loro, scegli seggiolini a norma e percorri strade dotate di pista ciclabile. Monta anche uno specchietto retrovisore sul manubrio per prevenire i pericoli da tutte le direzioni. Strade - Usa la massima prudenza agli incroci, non ti fidare mai degli automobilisti ma rispettali. Evita bruschi cambi di direzione, segnala sempre con il braccio se devi spostarti a destra o a sinistra; rispetta i pedoni, lasciali attraversare: sei un veicolo a tutti gli effetti e non puoi passare su strisce pedonali o su marciapiedi ma solo su attraversamenti ciclabili. Scegli vie secondarie che ti piace percorrere e che trovi sicure, esplora la tua città, segnala al tuo comune le buche nelle strade perché vengano sistemate. Parcheggio - Posteggia la bicicletta nei luoghi adibiti o dove non crei intralcio per pedoni, auto o carrozzine. Usa una catena robusta e non te la prendere se ti rubano il campanello ultimo modello di design.

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Le bici degli altri - Se incroci una bicicletta legata a un palo ma caduta in terra, non lasciarla abbandonata: tirala su e rimettila a posto. Segnala al servizio di pulizia stradale o a chi recupera e ricicla biciclette quelle che trovi abbandonate e fatte a pezzi sui marciapiedi: migliorerai l'aspetto della tua città e potrai aiutare a trovare risorse preziose da riciclare. Se devi comprare una bicicletta, sceglila usata per non sprecare nuove risorse. Community - Partecipa a iniziative collettive che promuovono l'uso della bici: i raduni di Critical Mass o la Giornata nazionale della bicicletta sono occasioni per farti conoscere tante persone che come te amano la dueruote e vogliono città più pulite e ciclabili. Bike Sharing - Sfrutta il bike sharing nella tua città anche per tragitti brevi, segnala malfunzionamenti del servizio e partecipa attivamente al rispetto delle regole: se qualcuno usa male o vandalizza questo servizio, faglielo notare o denuncialo. Lavoro - Quando hai bisogno della consegna di un pony express, chiama gli Urban bike messengers: aiuterai a inquinare meno e a promuovere la mobilità sostenibile anche nell'ambito lavorativo. Se sei appassionato di bicicletta cerca un lavoro che ti permetta di usarla. Niente distrazioni - Il cellulare, gli auricolari con la musica, i pensieri volatili possono farti perdere il pieno controllo del tuo mezzo: sii sempre presente a te stesso quando usi la bici. Fonte: avoicomunicare.it

Dallo studio della fotosintesi, nuove prospettive nel campo dell’energia solare Pubblicato sulla rivista scientifica “Nature Chemistry” uno studio condotto da ricercatori delle Università di Verona e di Berkeley che misura per la prima volta l’efficienza della cattura biologica dell’energia solare Progettare sistemi fotovoltaici più efficaci misurando già in fase di progettazione l’efficienza che essi avranno nel trasferire la luce assorbita all’elemento che la trasformerà in voltaggio. Sarà possibile grazie ad una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “Nature Chemistry” condotta da Matteo Ballottari e Roberto Bassi del dipartimento di Biotecnologie diretto da Giovanni Vallini dell’Università di Verona in collaborazione con Gabriela S. Schlau-Cohen e Graham R. Fleming dell’Università di Berkeley. La scoperta apre la via alla progettazione di nuovi sistemi più efficienti nello sfruttamento della luce solare, sia alghe ingegnerizzate che pannelli fotovoltaici nei laboratori di biologia molecolare e di nanotecnologie. L’efficienza nella cattura della luce è la capacità di trasferire l’energia assorbita senza dissiparla in calore e potrà ora essere misurata durante le molte fasi di studio e progettazione di nuovi sistemi, evitando di procedere alla cieca per tutto il processo in attesa di poter verificare la performance del prodotto finale.

Accordo strategico di ricerca Whirlpool - Politecnico di Milano La multinazionale e l’Ateneo siglano una collaborazione scientifica sotto l’egida della Regione Lombardia per sviluppare connettività, reti intelligenti, efficienza energetica e nuove tecniche per la cottura. Politecnico e Whirlpool collaboreranno inoltre alla costituzione di un futuro distretto tecnologico nel settore agroalimentare. L’accordo tra Whirlpool EMEA e Politecnico di Milano, che ha come oggetto la ricerca e lo sviluppo di soluzioni di innovazione tecnologica nell’ambito degli elettrodomestici, ha come termine il 31 dicembre 2014 e individua, in prima battuta, cinque aree di collaborazione scientifica: connettività/reti intelligenti: la nuova frontiera degli elettrodomestici, che in un futuro molto prossimo dovranno essere connessi alla rete e in grado di interagire con la reti elettriche intelligenti (smart grid), quindi di captare gli input che da questa provengono per individuare il momento più economico per entrare in funzione o quello in cui si può fare uso di energia da fonti alternative; efficienza energetica: tecnologie applicate agli elettrodomestici che permettono di consumare meno energia a parità di servizi offerti; nuove tecnologie per la cottura degli alimenti: ricerca avanzata finalizzata ad abbattere drasticamente i tempi di cottura in alternativa ai sistemi oggi in uso; nuovi materiali: finalizzati a impieghi ad alte temperature e per offrire migliori prestazioni in termini di resistenza e pulizia; open innovation: studio di metodologie/strumenti/competenze da applicare nell’ambito dell’innovazione collaborativa fra aziende ed enti di ricerca

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EV EN TI

L'IMMAGINE DEL SUONO I EDIZIONE

L’ANGOLO DEL DANDY

fino al 15 luglio 2012

Roma, Musei di Villa Torlonia, Casina delle Civette 4 aprile – 6 maggio 2012

Dagli storici archivi musicali della Cinevox Record nasce un ambizioso progetto che darà la possibilità ai giovani film maker di talento di realizzare dei cortometraggi utilizzando, senza limiti di diritto, alcune delle più belle colonne sonore del passato, presenti . L'IMMAGINE DEL SUoNo, è un contest internazionale che vedrà autori e registi cinematografici, ma anche documentaristi e animatori creare delle opere originali abbinando le proprie immagini ad alcune delle musiche più celebri di Maestri quali Ennio Morricone, Nino Rota, Nicola Piovani, Armando Trovajoli, Keith Emerson, Goblin, Piero Umiliani, Giorgio Gaslini, Enrico Simonetti, BixioFrizzi-Tempera, Riz ortolani e molti altri. Il contest rivolto ai giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. I corto metraggi dovranno aver una durata non superiore ai 10 minuti e dovranno essere caricati sulla piattaforma internet dedicata alla manifestazione e saranno selezionati da una giuria popolare attraverso il canale You Tube del Contest, che determinerà la graduatoria dei 24 corti più votati per la semifinale.

Inaugurazione: 3 aprile 2012 ore 15.30 La Casina delle Civette, espressione dei gusti raffinati ed esclusivi del principe Giovanni Torlonia (1873-1938), ospita dal 4 aprile al 6 maggio 2012 Karen Blixen, Luigi ontani, Erik Satie, Luchino Visconti, quattro grandi personalità europee del mondo delle arti che per la loro opera, le loro scelte e soprattutto il loro stile di vita rientrano nella categoria dei Grandi Dandies. La mostra”L’angolo del dandy” - promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico-Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale e dall’Associazione Culturale La coda dell’occhio -ricostruisce il profilo dei quattro personaggi con particolare attenzione ad alcuni aspetti meno noti della loro personalità/attività/produzione e prevede settimane “monografiche” con eventi ispirati a ciascun personaggio e al linguaggio artistico che lo caratterizza (Letteratura, Arti figurative, Musica, Cinema). L’angolo del dandy propone anche una riflessione sul dandismo come filosofia esistenziale e gesto estetico-etico.

INFINITAMENTE 2012- Mostre al Museo di Storia Naturale di Verona Verona fino al 30 giugno

KERNEL FESTIVAL 012 Desio 29 giugno- 1 luglio La seconda edizione del festival di arti digitali, a Desio dal 29 giugno all'1 luglio, lancia una call under 35 su: architettura temporanea, arte digitale e interattiva, mapping audiovisivo e musica elettronica. Anche quest'anno, il Festival lancia una open call internazionale indirizzata a giovani talenti under 35, a cui dare visibilità accanto ad artisti già affermati durante le tre giornate dell'evento. La scadenza del bando è fissata per il 30 aprile 2012. La partecipazione è gratuita. Gli artisti saranno chiamati a presentare una proposta in una delle quattro sezioni del Festival: Electronic Music, Audiovisual Mapping, Interactive & Digital Art, Temporary Architecture.

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- Viaggio nel tempo: immagini dall'universo. Ciò che noi osserviamo potrebbe essere scomparso e, al contempo, migliaia di altre stelle potrebbero aver preso vita Mostra fotografica trattada From Earth to Universe. - Il mondo di Cecelia Webber Meraviglie dell'arte digitale Cecelia Webber affascina per le sue opere digitali in cui, come in un magico puzzle, riproduce con precisione scientifica la meraviglia delle forme e dei colori della natura colti in fiori e farfalle. ogni dettaglio è realizzato componendo con straordinaria abilità l’immagine fotografica di corpi umani nudi, in varie pose. L’artista rivela la sua creatività applicandola all’osservazione scientifica, proponendo con una visione originale una nuova armonia naturale, dimostrando che fra l’uomo e la natura vi è una perfetta sintonia, rivelata dalla bellezza.

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EV EN TI

“RADICI, TUBERI & Co. – IL PRODIGIOSO MONDO INVISIBILE”

BUON COMPLEANNO PARCO

Parco Nazionale Gran Paradiso dal 20 maggio fino a dicembre 2012. 1922-2012 Il parco compie 90 anni e festeggia con un calendario ricchissimo di appuntamenti nuovi ed originali.

90 anni durante i quali l’impegno e le energie di molti sono serviti a proteggere un ambiente unico, selvaggio e ricco, a tutelare, censire e monitorare la biodiversità, a produrre ricerche di altissimo livello, riconosciute in ambito internazionale, che rendono il Parco Nazionale Gran Paradiso non solo il primo parco nazionale in Italia, ma anche il più importante dal punto di vista scientifico e della conservazione. L’Ente Parco non si è lasciato sfuggire l’occasione e, per questa ricorrenza, ha messo a punto un calendario di iniziative interessanti che, a partire dall’apertura delle celebrazioni, prevista per il 20 maggio, e fino a dicembre, sapranno coinvolgere davvero tutti per festeggiare nel migliore dei modi un traguardo così importante.

Merano, 28 aprile, 14 luglio, 20 ottobre Il tema del “mondo sommerso”, l’esplorazione di tutto quello che non si vede, che si trova sottoterra, quello delle radici e dei tuberi, il vero focus dei Giardini di Trauttmansdorff a Merano. La mostra “Radici, tuberi & Co. – Il prodigioso mondo invisibile” che verrà inaugurata nel mese di aprile, avrà sede nella rimessa e in varie location del parco. La mostra temporanea in tre lingue, dal carattere interattivo e multisensoriale, condurrà i visitatori alla scoperta dei segreti dei tuberi e delle radici: patate, carote e rape, rafano, zenzero, ginseng e molto altro, insieme a tutto l’apparato radicale che tiene in vita le piante e dove i visitatori scopriranno aneddoti storici sorprendenti. Anche per i più piccini vi sarà Tre tappe fondamentali segneranno questo percorso di scoperta: - Sabato, 28 aprile 2012: Gesine Wischmann, massima esperta tedesca in materia di Ginseng, - Sabato, 14 luglio 2012: avrà luogo il workshop “Radici e Colori” - Sabato, 20 ottobre 2012: Siegfried de Rachewiltz, presenterà i suoi pensieri sul significato della patata nella cultura contadina altoatesina.

FIORINELLAROCCA Lonato del Garda (Brescia) Rocca Visconteo-Veneta, 14-15 aprile 2012 Mostra mercato di piante rare Grazie all’idea del Garden Club di Brescia, il complesso monumentale della Fondazione Ugo Da Como – all’interno del quale si trova la Rocca - accoglierà i più importanti vivaisti italiani e stranieri, appassionati coltivatori e ricercatori di essenze rare, tra cui i più noti produttori di erbacee perenni, rose, peonie, piante aromatiche, medicinali e orticole particolari, agrumi, ulivi e palmizi, pelargoni a foglia profumata, imperiali e miniatura, iris e lavande. Fra i molti eventi che animeranno la manifestazione, “ Floreali follie - L’arte del far di cappello con i fiori” ( singolare mostra di fantasiosi copricapo ridisegnati in chiave floreale da Giusy Ferrari Cielo, nota insegnante dell’Istituto Italiano Floreale Amatori) e “Un Bouquet per la mia casa”, lezioni gratuite di composizione floreale, “ ogni giardino racconta una storia”.

PRIMAVERA SLOW NEL PARCO DEL DELTA DEL PO EMILIA-ROMAGNA dal 24 marzo al 3 giugno Torna la Primavera Slow nel Parco del Delta del Po Emilia-Romagna, e con essa la possibilità di scoprire un territorio e le sue eccellenze, le suggestioni, i paesaggi e i colori attraverso le tantissime iniziative in programma dal 24 marzo al 3 giugno, per un totale di 11 settimane di eventi che si svolgeranno in diversi luoghi del Parco del Delta, all’interno delle province di Ferrara e Ravenna.Una segnalazione a parte meritano i molti laboratori didattici che arricchiscono il programma di due dei principali “Eventi speciali” della Primavera Slow: i “Green Days” nel Parco I maggio, Fosso Ghiaia, Ravenna (proprio in avvio della manifestazione, sabato 24 e domenica 25 marzo) e la Fiera Internazionale del Birdwatching e del Turismo naturalistico a Comacchio, dal 27 al 29 aprile. Entrambi gli eventi durano solo pochi giorni, ma hanno un programma articolatissimo, che comprende anche numerose attività didattiche dedicate ai più giovani.

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Viterbo, Le Ragazze dell’Istituto Magistrale S.Rosa.

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