www.cnonline.it - cn@cnonline.it edizioni C.E.U.
Numero 3 Gennaio - Marzo 2011 Periodico telematico trimestrale a carattere tecnico-scientifico del Centro studi per l’Evoluzione Umana - C.E.U. Iscrizione al Tribunale di Roma n° 201/13 maggio 2010
Centro studi per l’Evoluzione Umana “Anagrafe Nazionale delle Ricerche” (D.P.R. 11/7/1980 n.382-art.64) n.A18909G2 Ente accreditato presso il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Dipartimento per lo Sviluppo dell'Istruzione - Decreto del 08.03.2006 Iscritto nel “Registro delle Associazioni e degli enti che svolgono attività nel campo della lotta alle discriminazioni” (d.lgs 215/2003) presso l’U.N.A.R. Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Diritti e Pari Opportunità Costituzione e scopi Istituzione di ricerca scientifica pluridisciplinare che adotta il metodo dell’integrazione delle Scienze per l’approccio alle problematiche sociali ed ambientali che limitano l’evoluzione umana. Costituzione: ente eminentemente scientifico, apartitico e senza scopo di lucro, aperto a studiosi di tutte le discipline al fine di rendere umana la scienza, sviluppando parametri dinamici integrati idonei a rimuovere gli ostacoli che attualmente limitano l’evoluzione umana. Scopi: il C.E.U. si propone di raggiungere i suoi obiettivi prevalentemente attraverso: - la formazione e l’aggiornamento del personale della scuola di ogni ordine e grado; - la formazione dei formatori nel campo dell’Educazione ai Diritti Umani; - la formazione, l’aggiornamento e l’orientamento professionale; - l’alfabetizzazione dei Diritti Umani attraverso corsi, seminari, convegni finalizzata alla prevenzione delle micro e macroviolazioni degli stessi all’interno dei diversi ambiti professionali ed istituzionali. Attività Il Centro opera attraverso iniziative conformi alle sue finalità quali: a) progetti, studi e ricerche multidisciplinari ed integrate nelle principali aree di intervento educazione, giustizia, sanità ed ambiente b) creazione di istituti di alta formazione nelle suddette tematiche; c) realizzazione di convegni, seminari e conferenze sulle suddette aree di intervento; d) consulenze e collaborazioni scientifiche con organismi ed istituzioni nazionali ed internazionali. Attività scientifiche Svolgimento di incarichi di studio per le Istituzioni nazionali e le Organizzazioni internazionali (ONU, UNESCO, Unione Europea, Consiglio d’Europa e OSCE) con gli strumenti forniti dagli studi integrati multidisciplinari; sviluppo di nuove metodologie educative integrate; studi scientifici sull’applicazione dei diritti umani; studi di sviluppo sociale integrato con particolare attenzione alla gestione funzionale fisiologica dei rapporti uomo-donna; studi e ricerche in campo psicologico, del benessere e della salute. Attività didattica Corsi, seminari e conferenze relativi alle metodologie applicative del C.E.U. indirizzate alle attività nel campo della salute, dell’educazione, dei diritti umani e dell’ambiente; progetti formativi per i formatori nei suddetti campi; corsi di aggiornamento per le scuole di ogni ordine e grado; corsi di formazione pre- e post laurea a livello nazionale ed internazionale. Attività di documentazione Raccolta di testi specializzati e stampa internazionale; divulgazione degli studi e delle attività del C.E.U. a livello nazionale ed internazionale. Periodici Cultura e Natura, periodico telematico a cadenza trimestrale a carattere tecnico scientifico. Nata nel 1985, Cultura e Natura seleziona ed attua una divulgazione educativo-scientifica finalizzata ad offrire a tutti, e a coloro che operano nel campo del sociale, del benessere e della salute, strumenti conoscitivi utili allo svolgimento delle proprie attività.
Sommario gennaio-marzo 2011 Periodico telematico trimestrale a carattere tecnico scientifico del Centro studi per l’Evoluzione Umana
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Editoriale
Anno I Numero 3 - Gennaio – Marzo 2011
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APPROFONDITAMENTE Scienza e Natura.
Direttore Responsabile Maria Torlini Iscrizione al Tribunale civile di Roma
di Maria Torlini
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With a little help. di Federica Sgorbissa
n° 201/2010 – 13 maggio 2010
12 Per informazioni sulla pubblicità
Le merendine, il parquet, il biocarburante... e le “pazzie” del clima.
Tel. 06.8073420 - Fax 06.8077306 pubblicita@cnonline.it
di Elisabetta Gatti
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Sei nata paperina che cosa ci vuoi far. di Marta Picciulin
Chi desideri sottoporre articoli a CN per eventuale pubblicazione può inviare il
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AFORISMI
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POESIA
materiale alla redazione redazione@cnonline.it
Il bene e il Male a cura di Elisabetta Gatti
L’opinione espressa dagli autori non impegna la Direzione. I collaboratori assumono la piena re-
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sponsabilità delle affermazioni contenute nei
SPECIALE AMBIENTE Ridurre l’uso dei detersivi chimici
loro scritti.
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L’aggressività.
La riproduzione è consentita solo con precisa citazione della fonte,completa di indirizzo. Tutto il materiale ricevuto e non richiesto (testi e fotografie), anche se non pubblicato, non sarà restituito.
di Enza Palombo
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Quando l’Imprenditoria incontra la cultura, rinascono i valori.
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NEWS
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EVENTI
Qualsivoglia forma di collaborazione a questa testata deve essere prestata a titolo esclusivamente gratuito, in quanto intesa come adesione spontanea alle iniziative etiche perseguite. Webmaster: Elisabetta Gatti
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Editoriale
In questo primo scorcio di 2011 ci sono delle ricorrenze che ci riguardano molto da vicino. Festività che al di là dell’aspetto più o meno consumistico o retorico ci danno l’occasione per fare un po’ il punto della situazione. Festa della Donna: qual è l’identikit della donna del terzo millennio? Ovvero cosa mantenere di ciò che si è sin qui conquistato, cosa scremare e cosa c’è ancora da realizzare o raggiungere? 150° Anniversario dell’Unità d’Italia: che posto occupano, nella nostra quotidianità, valori come giustizia, libertà, senso dell’unità per un bene comune, che tanti giovani, giovanissimi, hanno sposato dando la loro vita per poterli realizzare, rendendo ben ragione di un fenomeno come il “Risorgimento”? 19 marzo. Com’è cambiato, oggi, il ruolo del padre, in una società che più che incrementare chiarezza rende, se possibile, ancor più confusiva la differenza tra ruolo e persona, valori e modelli? E’ con queste domande che lanciamo a voi, cari lettori, lo spunto per calarle ognuno nella propria personale condizione. Ci sembra un buon modo per partire con una sorta di bilancio “consuntivo e preventivo” per dare un ulteriore slancio ai propri progetti di vita. E’ giusto, infatti, fermarsi ogni tanto a considerare le nostre esperienze di Persone - costituenti basilari di ogni Società - a 360°, poiché spesso gli eventi che ci circondano ci distraggono da noi stessi ed invece il timone dei valori in cui ci riconosciamo va tenuto forte e in via continuativa…. La saggezza, ad esempio, è un valore concreto perché si basa sulla conoscenza profonda dell’esperienza umana in senso lato, per questo non ha scadenze temporali ma solo gradi evolutivi. E dunque ciascuno di noi rappresenta, con la propria spinta individuale, una ricchezza costante e perenne. Ognuno ha la propria pagina personale su cui scrivere: è meglio un’idea vera, magari da “sistemare”, piuttosto che un copiato perfetto della “vita degli altri” che ci renderebbe anonimi e senza identità.
Il Direttore
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cultura e natura
···ApprofonditaMente···
Scienza e natura. L’ evoluzione scientifica e tecnologica è sempre più rapida sebbene l’uomo abbia, in termini evoluzionistici, soltanto 150-200 mila anni. Ma cosa ci riserva il futuro e come affrontarlo? di Maria Torlini
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partire dagli anni Sessanta si stima che il sapere raddoppi ogni sette anni e gli scenari attuali ci pongono di fronte a situazioni impensabili fino a qualche decennio fa. I notevoli progressi dell’ intelligenza artificiale portano l’ipotesi di un sopravvento sull’uomo così come i rischi di insorgenza di una pandemia, che potrebbe verificarsi a causa della comparsa di un nuovo virus mutante. Le risorse energetiche creano oscillazioni di costo e produzione che causano pesanti ricadute sull’intera economia mondiale. E ancora: le minacce terroristiche – assistite dalla tecnologia – sono sempre più difficili da circoscrivere e possono prendere di mira qualsiasi obiettivo sia militare ma ancor più civile, senza contare zone politicamente instabili con lo spettro nucleare incombente e crisi climatiche e dissesti idrogeologici di vaste proporzioni e sempre più frequenti. Insieme agli indubbi progressi della scienza la globalizzazione ha, evidentemente, amplificato anche i rischi. Ma, mentre i rischi hanno un impatto immediato, non altrettanto accade per uno sviluppo della cooperazione scientifica finalizzato alla ricerca di soluzioni possibili. La scienza non è nient’altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità. Nikola Tesla
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La comunità scientifica dovrebbe rappresentare una grossa risorsa per la gestione delle enormi problematiche che ci troviamo di fronte. Tredici scienziati italiani, di rilievo internazionale, si sono cimentati in un saggio, cercando da una parte di definire l’idea di natura, con l’intento di superare una visione unilaterale che vede l’uomo e il progresso come contaminanti della natura, incuranti di mettere a rischio la stessa sopravvivenza del pianeta. Dall’altra cercando di dissolvere lo stereotipo del concetto di natura contrapposta all’uomo e alla sua natura, portando esempi concreti delle conquiste scientifiche e tecnologiche per il miglioramento delle condizioni di vita umana (Idea di Natura”, Marsilio Editore).
La Nuova Concezione della Scienza La scienza è un sapere sperimentale, matematico, intersoggettivo il cui fine è la conoscenza oggettiva del mondo e delle sue leggi per agire sulla natura. La Scienza è un sapere sperimentale: ricava dall’osservazione i suoi dati e ricorre all’Esperienza per verificare le sue ipotesi attraverso l’esperimento La Scienza è un sapere matematico: la scienza procede a matematizzare i dati sensibili: osservazione misurazione quantificazione trattamento matematico dei dati La Scienza è un sapere intersoggettivo: i suoi procedimenti e i suoi risultati sono pubblici. Le sue scoperte valide e controllabili da parte di tutti. Al contrario di altre forme di sapere elitarie, la scienza si pone come forma di sapere universale. Fine della Scienza è la conoscenza oggettiva del mondo: mira a scoprire le relazioni oggettive che regolano i fenomeni naturali e ad esprimerle in forma di leggi universali al fine di garantire il dominio dell’uomo sulla natura.
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···ApprofonditaMente···
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All’interno di questo stimolante lavoro ricco di profonde riflessioni, emerge quasi ineluttabilmente il dilemma tra l’approccio “duro e puro” del riduzionismo, portatore primario di “oggettività scientifica” e quello emergentista, che si contrappone mettendo in luce l’effettiva difficoltà di rendere ragione dei fenomeni multi variabili e complessi come ad esempio gli studi sul clima, che non possono entrare in laboratorio o essere replicati se non attraverso programmi sempre più sofisticati basati su simulazioni matematiche, che per quanto sofisticati sempre modelli restano… Così, ad esempio, la fisica ci dice che a determinati livelli e condizioni, i costituenti della materia rispondono o possono comportarsi in maniera diversa, aprendo ulteriori misteri (teoria della relatività, mec-
enormemente mentre la Terra è, a tutti gli effetti, un sistema chiuso, dove i processi produttivi e di rigenerazione sono più lenti della mole di scarti che l’uomo a sua volta produce. Nel mondo naturale tutto è in continua trasformazione… gli aggregati atomico-molecolari sono sempre in movimento e quando vengono a mancare le condizioni per mantenerli in un certo stato, lo stato cambia… di un sistema vivente potremmo dire morte, di un sistema “abiotico” diciamo trasformazione. L’essere umano è un’espressione della natura prima ancora di venire indagato attraverso il riduzionismo scientifico. Assistiamo affascinati al tentativo di riprodurne i vari componenti che però non sono certo all’altezza delle capacità emergenti che connotano i nostri pensieri, emozioni e comportamenti: causa e ragione della nostra diversità e unicità di esseri umani. La scienza è fatta di dati come una casa è fatta di pietre. Ma L’uomo infatti, a differenza delle specie animali e un ammasso di dati non è scienza più di quanto un mucchio vegetali è riuscito, in controtendenza, a colonizzare di pietre sia una vera casa. anche ambienti assolutamente inospitali “adattando” Jules- Henri Poincaré l’ambiente alle sue necessità. canica quantistica, teoria delle stringhe…). L’affermazione della società industriale ha suscitato Tutto questo porta, come è giusto che sia in campo critiche e ostilità di varia natura e di varia provenienza scientifico, ad un gran proliferare di ipotesi e teorie creando movimenti in aperto contrasto con le politiche che viste ognuna dalla propria angolazione spiegano qualcosa ma non sono sufficienti e così si lavora alacremente allo scopo di realizzare teorie “unificate” che possano essere più esaustive del mondo e degli elementi che ci circondano e di cui noi stessi siamo costituiti. Di fatto, però, la scienza è un pregevole prodotto culturale umano mentre la Natura obbedisce alle leggi dell’energia, molte delle quali ancora da scoprire e da capire, e ci precede sfidando continuamente il mondo della ricerca per la conoscenza dei fenomeni che produce e che ci vede osservatori ed interpreti di realtà sempre più complesse. I contributi scientifici, che sottolineano punti nodali ormai sotto gli occhi di tutti, sono numerosi ma non sempre entrano a far parte della consapevolezza collettiva per promuovere un corretto atteggiamento sociale. Così, proseguendo nell’approfondimento, ci si può rendere ben conto che la Natura è in grado di cambiare velocemente evidenziando di non essere al “servizio dell’uomo” e dimostrando di possedere delicati meccanismi che possono comprometterne gli equilibri portandola anche a rischio di risorse, affatto inesauribili. di produzione e di alcuni stili di vita. Oggi assistiamo Ad esempio, il riciclaggio dei materiali necessari per ad un nuovo paradigma ecologico, il quale ci ricorda l’esistenza è una funzione essenziale di tutti gli ecosistemi e degli altri processi fisici e chimici che avvenNella vita non c’è nulla da temere, solo da capire. gono sulla Terra. La popolazione mondiale è cresciuta Marie Curie
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che la vita umana è strettamente correlata con la vita del Macrocosmo – la Natura – nel quale è inserita e che le generazioni presenti hanno una precisa e ineludibile responsabilità nei confronti delle generazioni future. L’urgenza di intervenire sulle alterazioni ambientali, da tempo presenti su scala globale, spinse le Nazioni Unite ad organizzare, nel 1992 a Rio de Janeiro, la Conferenza mondiale su Ambiente e Sviluppo. In quella sede tre grandi istituzioni (IUCN, UNEP e WWF) presentarono un documento, “Caring for the Earth” (prendersi cura della Terra) in cui indicavano, come scopo principale dello sviluppo, il miglioramento della qualità della vita, cioè il “processo che permette agli uomini di realizzare le loro potenzialità, acquistare fiducia in se stessi e condurre una vita Ecologia Scienza che studia i rapporti tra gli organismi viventi e il proprio ambiente, ossia le condizioni fisiche, chimiche e biologiche in cui vivono. Secondo un’altra definizione, l’ecologia è la scienza degli ecosistemi in quanto studia l’ecosfera concepita, appunto, come un insieme ordinato di ecosistemi. L’ecologia si suddivide in vari settori, tra cui in particolare la paleoecologia che studia la situazione ambientale delle epoche passate; l’autoecologia che studia i rapporti tra gli organismi e i fattori abiotici del loro ambiente; la sinecologia che studia i rapporti tra organismi di specie diverse viventi in un dato ambiente ; l’ecologia applicata che è l’insieme di conoscenze e di pratiche rivolte a conoscere, affrontare e risolverei problemi posti dalla crescente antropizzazione del mondo naturale.
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piena e dignitosa”. La progressiva specializzazione delle discipline ha prodotto, da un lato, una conoscenza più approfondita dei meccanismi specifici dei fenomeni naturali ma, dall’altro, una divisione sempre più marcata tra le scienze; generando talvolta una conoscenza profonDietro ogni problema c’è un’opportunità. Galileo Galilei damente parcellizzata e disgiunta di sistemi funzionalmente e strutturalmente integrati (Capra 2004). Di fronte a questo stato di cose occorre superare l’idea di un conflitto tra scienza ed ambiente per gettare le basi di una ecologia rinnovata, che trovi il suo fondamento in una cultura scientifica orientata ad una profonda conoscenza dei processi per una ricaduta ad impatto consapevole sulla società. Dalla “patologia” dobbiamo passare sempre più alla comprensione e alla descrizione della “fisiologia” della Terra. Se quindi è sempre più evidente la necessità di un approccio interdisciplinare per comprendere una realtà che si dimostra sempre più complessa e difficile da gestire, l’altro passaggio focale è quello che ci deve portare dalla “conoscenza del funzionamento dei sistemi” alla coscienza. Purtroppo mentre da un lato la conoscenza di per sé è in aumento, essa si allontana sempre di più dalla saggezza.
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cultura e natura L’esperto è una persona che ha fatto in un campo molto ristretto tutti i possibili errori. Niels Bohr La cosa è di non poco conto visto che è comunque l’essere umano, con i suoi processi decisionali - e i suoi condizionamenti - a poter fare la differenza. Oggi le neuroscienze e le scienze del comportamento hanno messo in luce svariati meccanismi funzionali di elaborazione delle informazioni che possono condizionare pesantemente il processo di elaborazione di ipotesi scientifiche relativamente alla motivazione e ai disegni sottostanti la ricerca. Ambiente Come si ricava dal suo etimo (dal latino ambire, circondare , andare intorno) il termine significa letteralmente “ciò che sta attorno” e indica l’insieme delle condizioni fisiche (clima, luce, pressione, ecc.), chimiche (composti organici e inorganici), biologiche (altri esseri viventi), con cui uno o più organismi sono in rapporto. Nel linguaggio corrente il termine ambiente è usato antonomasticamente per indicare l’ambiente della specie umana, e coincide largamente con la biosfera.
nella prima infanzia, una gamma vastissima di potenzialità che gli attuali sistemi educativi stentano ancora ad esprimere appieno. E questo perché non si distinguono, in termini concettuali, le differenze tra educazione e istruzione. A tutt’oggi non si educa ma si istruisce e ciò crea all’interno dell’individuo gravi conflitti tra emozioni, razionalità e creatività. L’educazione (ex-ducere, trarre fuori) forma l’individualità sulla base delle pulsioni genetiche dell’essere umano che lo spingono ad acquisire consapevolezza dei valori della vita (come quello della dignità, del rispetto, della libertà, del senso di giustizia e della ricerca del piacere e dell’amore). L’istruzione dovrebbe fornire gli strumenti culturali (dati, codici, procedure, linguaggi) potenzialmente utili all’espressione della coscienza. Operando in tal senso è possibile rispettare pienamente l’integrità psicofisica dell’essere umano e con essa la massima espressione delle sue potenzialità per un corretto processo di apprendimento e sviluppo. Le gestione delle informazioni sottostà a precisi mec-
Se una ricerca finalizzata a risolvere un problema si concentra solo su focus ristretto e circoscritto può trovare notevoli applicazioni ma il problema è legato all’inserimento di queste nuove applicazioni in un ambiente umano-naturale-sociale precedente all’applicazione. E l’esperienza ci dice che non possiamo più agire solo in tale direzione perché volenti o nolenti la nostra è una realtà fortemente interrelata. Di questo anche il mondo scientifico sta gradualmente prendendo coscienza, ma continuiamo a settorializzare anche ciò che è parte imprescindibile dei valori universali della comunità umana e così stanno nascendo Non essere un mero registratore dei fatti, ma cerca di penetrare il mistero della loro origine. Ivan Pavlov filoni specifici dedicati all’etica: neuroetica, bioetica, fisica etica, finanza etica, ecc. ecc. MEtodologiA
EdUCAtivA sU bAsi sCiEntifiChE E
gEstionE dEllE inforMAzioni
E’ chiaro a tutti che l’avanzamento in campo scientifico a nulla serve se non viene opportunamente trasferito e metabolizzato per una consapevolezza sociale: pena abuso delle conoscenze ed uso strumentale delle stesse. Il nostro cervello presenta, soprattutto
Sii meno curioso della gente e più curioso delle idee. Marie Curie
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cultura e natura
Emergentismo In filosofia della mente è la corrente di chi ritiene che la mente sia un fenomeno emergente, ovvero che i fenomeni mentali siano proprietà emergenti del cervello. Le principali tesi sostenute dagli emergentisti sono: L’esistenza dell’emergenza come legittima categoria esplicativa del reale; L’applicabilità dell’emergenza a fenomeni come la vita, la mente, i fenomeni sociali; Il rifiuto del dualismo ontologico in ogni sua forma; Il rifiuto del riduzionismo, perlomeno in alcune sue accezioni. Inoltre, gli emergentisti (in genere) condividono: La teoria dell’evoluzione naturale; La (cosiddetta) teoria gerarchica del reale. Storicamente, l’emergentismo nasce dal tentativo di trovare una “via di mezzo” tra posizioni epistemologiche contrapposte: meccanicismo e vitalismo; monismo materialista e cartesiano dualismo; riduzionismo e olismo; oggettivismo scientista e soggettivismo umanistico. La convinzione che l’emergentismo possa risolvere tali annose “dispute” si basa sul fatto che il concetto di emergenza sembra in grado di precisare scientificamente l’antica idea secondo cui “una totalità è maggiore della somma delle sue parti”. Secondo gli emergentisti, quel qualcosa che fa sì che una totalità sia maggiore della somma delle parti è proprio ciò che «emerge» da essa. Dunque ci sono: le parti, la loro somma, il quid emergente. I riduzionisti di ogni luogo ed epoca, secondo gli emergentisti, vedono solo le parti o, al più, la loro somma; negano o misconoscono il quid emergente. Vitalisti, dualisti cartesiani e spiritualisti in genere, d’altra parte, confondono il quid emergente con una sostanza ontologicamente autonoma e, come tale, soprannaturale. Secondo l’emergentismo, la stagnante controversia tra queste epistemologie estremiste e fallaci si risolve riconoscendo l’esistenza e l’importanza del quid emergente ma negandone al contempo sia l’autonomia ontologica, sia la natura sostanziale. Tutti i fenomeni emergenti, compresa la mente, sono fenomeni spontanei, di natura processuale, naturalmente generati dall’insieme delle interazioni tra le parti della totalità da cui emergono.
percettiva, integrazione multimodale) e ad un ulteriore livello di ricerca nei propri data base per la verifica/associazione/acquisizione finalizzata all’attribuzione di significato e conseguente deliberazione, scelta operata dal coinvolgimento di regioni frontali e prefrontali (Gazzaniga 2000; Gazzaniga et al., 2005). Tutto il processo avviene simultaneamente in tempi rapidissimi (dell’ordine di millisecondi). Esso si realizza attraverso una complessa e dinamica rete neuronale associativa costituita da connessioni dendritiche e sinaptiche che vanno a modulare l’intero metabolismo cerebrale (Le Doux 2002, Stephan et al. 2007). L’approccio metodologico basato sull’integrazione delle scienze può promuovere l’interiorizzazione e l’espressione di principi naturali e di concetti universalmente riconoscibili in comportamenti concreti. Ciò è di fatto quello che fisiologicamente avviene nel nostro cervello quando vengono rispettati i delicati equilibri con cui si realizza l’integrazione degli aspetti principali dell’informazione: astratto e concreto, formale e sostanziale, razionale ed emozionale. L’eterna disputa tra l’approccio induttivo e quello deduttivo possono trovare, in questa metodologia educativa, una integrazione efficace poiché la comprensione scientifica dei fenomeni naturali passa sia attraverso il processo osservativo che quello di codifica. Ci sembra giusto concludere citando Einstein, il quale sosteneva che il sapere esiste in due forme: quello senza vita, racchiuso nei libri, e quello vivo, che risiede nella coscienza degli uomini.
Natura E’ l’insieme degli esseri viventi e inanimati considerato nella sua forma complessiva, nella totalità cioè dei fenomeni e delle forze che in esso si manifestano. Il termine deriva dal latino natura, participio futuro del verbo nasci (nascere) e letteralmente significa “ciò che sta per nascere”.
canismi di elaborazione da parte delle funzioni superiori cerebrali. Ogni informazione trasporta in sé un proprio contenuto da identificare. Nelle nostre strutture cerebrali ciò avviene ad un primo livello attraverso i recettori sensoriali (i cinque sensi), ad un secondo livello, di integrazione superiore (elaborazione
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Natura a sua volta deriva dalla traduzione latina della parola greca physis (φύσις). Secondo Heidegger questo termine greco è collegato alla parola phàos, phòs che vuol dire luce volendo significare una connessione tra la vita e la luce.
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cultura e natura bibliografia
ESSEnzialE:
Idea di Natura. Tredici scienziati a confronto. Saggio a cura di Elio Cadelo, prefazione di Corrado Clini. Marsilio Editore. Venezia 2008 Multidisciplinary approach, integrazion f sciences and prospects for a human evolution in tune with te environment. Torlini M. et. al. XVI Congresso della Società Italiana di Ecologia. Civitavecchia 2006. La scienza della vita – le connessioni nascoste fra la natura e gli esseri viventi. Capra F. Rizzoli Editore 2004. Interdisciplinary studies in science, technology and society: “New directions: Science, Humanities, Policy”. Frodeman R. et al. Tecnology in Society, 29: 145-152 - 2007 Cerebral specialization and interhemispheric communication. Does the corpus callosum enable the human condition? (Review). Gazzaniga M. S. Brain, 123: 1293-1326 - 2000. Neuroscienze cognitive. Gazzaniga M.S. et al. Zanichelli Editore 2005. Il Sé sinaptico.Come il nostro cervello ci fa diventare quello che siamo. Joseph Le Doux. Raffaello Cortina Editore, 2002. Il rispetto della dignità come indicatore della qualità della vita. Torlini et al. Tratto da:Atti del convegno “ecosistemi urbani”, organizzato dal Consiglio Nazionale delle Scienze e dall’Accademia Nazionale dei Lincei. Roma 2002.
L’uomo vitruviano di Leonardo Il rapporto tra l’uomo e la natura è visto nel Rinascimento come impostato ad una sostanziale somiglianza. L’uomo è un microcosmo sostanzialmente affine all’universo che è il macrocosmo. Leonardo da Vinci disegna nell’ uomo vitruviano una figura umana inserita in un cerchio che simboleggia la perfezione del corpo dell’uomo inscritto nella circonferenza che rappresenta l’universo: l’uomo con la naturale perfezione geometrica del suo corpo riempie l’universo di se stesso. « odo. Il centro del corpo umano è per natura l’ombelico; infatti, se si sdraia un uomo sul dorso, mani e piedi allargati, e si punta un compasso sul suo ombelico, si toccherà tangenzialmente, descrivendo un cerchio, l’estremità delle dita delle sue mani e dei suoi piedi. » Nella natura, c’è una trama segreta di influssi misteriosi che l’uomo, proprio perché microcosmo che riflette in sé il macrocosmo, può penetrare poiché egli è sostanzialmente affine alla natura.
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With a little help… Gli elefanti sanno quando è il caso di chiedere una mano. Uno studio sugli elefanti asiatici dimostra che questi animali sono in grado di capire quando falliranno in un compito, a meno di non essere aiutati da un compagno. di Federica Sgorbissa
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ubblicata su PNAS la ricerca dimostra che i pachidermi, come gli scimpanzé, le iene e le cornacchie sono animali in grado di cooperare. Nell’esperimento è stato usato un procedimento classicamente utilizzato per gli scimpanzé e adattato agli elefanti, dove la ricompensa viene vinta solo se due animali cooperano, altrimenti non ottengono nulla. Due tazze di mais erano poste su una piattaforma in grado di scivolare avanti e indietro, ma gli elefanti potevano raggiungerle solo se tiravano insieme una corda. Per capire se erano coscienti di aver bisogno di aiuto gli elefanti venivano lasciati avvicinare alla tavola in tempi consecutivi, per cui il primo – se avesse capito correttamente – avrebbe aspettato il secondo prima di iniziare a tirare.
velocemente degli scimpanzé. Le osservazioni sono coerenti con quanto osservato in natura. Per esempio si sono visti elefanti collaborare per aiutare a rialzare un compagno caduto. fonti
http://oggiscienza.wordpress.com/ http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Eiena
Così è successo, gli elefanti imparavano addirittura più
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Le merendine, il parquet, il biocarburante... e le “pazzie” del Clima. Nonostante il gelo siberiano che nello scorso inverno ha colpito l’Europa, nel 2010 si sono registrate temperature record, ben al di sopra della media, in Asia Africa e Artico. di Elisabetta Gatti
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econdo i dati diffusi alla conferenza sui cambia- ● tErzo rECord nEgAtivo di ridUzionE dEllA CAlottA menti climatici di Cancùn, l’alterazione della tem- glACiAlE dEll’ArtiCo; peratura ha fatto classificare l’anno 2010 tra i più ●AnoMAlA fEnoMEnologiA di El niño E lA niñA caldi dal 1850, con una temperatura media globale nEll’oCEAno PACifiCo CEntro-oriEntAlE; di 14,65 C°, riscontrando un aumento di 0,53° rispetto al ● Attività dEi CiCloni troPiCAli Molto Al di sotto dEllA norMA Ad ECCEzionE dEl nord AtlAntiCo. periodo medio di riferimento 1961-1990. La “malignità” della natura centra davvero poco e niente. Infatti da molto tempo è noto che una delle cause principali dell’effetto serra sono le attività determinate dall’uomo. Joseph Fourier lo aveva già intuito 200 anni fa, individuando il meccanismo dell’effetto serra, in base al quale l’immissione di anidride carbonica (CO2) nell’aria impedisce al calore di diffondersi, provocando il surriscaldamento. Da allora sembra che non sia stata ancora raggiunta la piena consapevolezza di una relazione tra il sistema di produzione e consumo dell’umanità e le gravi alterazioni del clima. Secoli di studi e ricerche non sono stati sufficienti per sciogliere gli indugi riguardo all’origine antropica dei cambiamenti del clima e portare l’umanità ad assumere degli stili di vita più sostenibili dal pianeta. Infatti se da un lato le nazioni emergenti, tendono a rivendicare il loro diritto allo sviluppo e al “progresso”, senza tenere Mezzo grado, sembra ben poco ai nostri occhi, ma quanto conto dei fattori ambientali, dall’altro l’Occidente, ancora basta per aver generato eventi climatici estremi come non vuole rinunciare agli standard di vita raggiunti riportato dal World Metereological Organization (WMO): nonostante la gravità degli impatti sul cambiamento climatico. ● PioggE ECCEzionAli dEtErMinAtE dAi Monsoni Estivi in vAriE ArEE dEll’AsiA; ● EstrEMA siCCità ovUnqUE, in PArtiColArE in rUssiA (Con 10/12°sUPEriori AllA MEdiA), in MoltE rEgioni dEll’EUroAsiA E in AMAzzoniA; ● tEMPErAtUrE invErnAli Al di sotto dEllE MEdiE stAgionAli in tUtto l’EMisfEro nord (EsClUsA l’ArEA dEl MEditErrAnEo) Con rAggiUngiMEnto d PiCChi rECord di frEddo Al di sotto di 4C°risPEtto AllA norMA in AlCUni PAEsi qUAli l’irlAndA, lA sCoziA, lA rUssiA oriEntAlE E lA MongoliA; ● PrECiPitAzioni PiovosE AnoMAlE E AllUvioni in grAn PArtE dEll’indonEsiA, dEllA’AUstrAliA E AnChE in divErsi PAEsi EUroPEi;
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cultura e natura Oltrea alla combustione di combustibili fossili, la deforestazione è un importante fattore di natura antropogena che risulta essere particolarmente micidiale per il clima. La sconsiderata attività di distruzione delle foreste pluviali e torbiere tropicali, che garantiscono anche la biodiversità sul nostro pianeta, ha fatto sì che l’enorme quantitativo di carbonio immagazzinato fosse rilasciato nell’atmosfera terrestre. Come risultato, l’UNFCC (United Nations Framework Convention on Climate Change) ha rilevato che un quinto delle emissioni dei gas serra, proviene proprio dalla distruzione delle foreste. Una parte davvero rilevante se si considera che è equivalente al carbonio emesso da tutti i mezzi di trasporto circolanti sul pianeta (automobili, camion, aerei e navi). Uno dei paesi chiave riguardo ai fattori climatici del globo, è l’Indonesia, che con i suoi 22,5 milioni di ettari di torbiere e 88 milioni di foreste pluviali, contribuisce sensibilmente all’equilibrio dell’ecosistema.
Indonesia Situata nel sud-est asiatico è una nazione davvero particolare. Composta da un arcipelago di circa 17.000 isole e popolato da 222 milioni di abitanti è ricca di foreste pluviali e poco industrializzata. Si pensi solo al fatto che 30 milioni di persone traggono i loro mezzi di sussistenza proprio dalle foreste.
torbiere tropicali indonesiane:
Il sistema messo in atto per la deforestazione in Indonesia può essere preso come esempio per illustrare il modus operandi delle multinazionali del legno operanti anche in altri continenti. Grazie alla corruzione dilagante e alla violenza usata contro le popolazioni inermi, le foreste sono illegalmente e sistematicamente rase al suolo. Il legno pregiato, molto richiesto per la fabbricazione di parquet, è venduto a basso costo alle industrie. La deforestazione selvaggia determina l’estinzione di molte specie di alberi (in Indonesia ad esempio è estinto il Merbau e il Ramin) e minaccia l’habitat della fauna autoctona (sempre in Indonesia sono a rischio le tigri, gli oranghi e gli elefanti). Successivamente, le aree disboscate, vengono ripopolate con altre piantagioni più affini al core business delle multinazionali. In particolare le foreste pluviali indonesiane, come anche quelle maleysiane e di altri paesi, sono state soppiantate da piantagioni di acacia, più adatta alla produzione di carta, e di palme da olio, fortemente richiesto dalle industrie alimentari (gli oli vegetali contenuti nelle merendine), cosmetiche e dai produttori di
Ebbene, riguardo a questo paese, un dato che appare allarmante, è che per via della deforestazione risulta essere al terzo posto tra i paesi con maggiori emissioni di carbonio dopo Stati Uniti e Cina. Sul territorio indonesiano, infatti, operano liberamente alcune multinazionali nei settori della carta, del legno e dell’olio di palma. Sono questi, i responsabili dell’abbattimento annuale di quasi 2 milioni di ettari di foreste. Nell’immagine che segue, appare evidente la devastazione, tutt’ora in atto, che ha già distrutto il 72% delle foreste e
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biocarburante (biodiesel). A questo proposito va detto che alcuni ricercatori danesi, della Denmark’s Nordic Agency for Development and Ecology (nordECo), hanno rilevato che occorrerebbero dai 75 ai 93 anni prima di vedere qualche effetto benefico sul clima in seguito all’uso del biocarburante ottenuto dalla conversione delle foreste tropicali in piantagioni. Afferma Finn Danielsen , uno dei ricercatori, che: “Fino ad allora, ci sarà il rilascio di carbonio nell’atmosfera dovuto proprio alla deforestazione, oltre alla perdita di numerose specie animali e vegetali.” Rispetto invece al settore della carta, secondo quanto riportato dall’associazione Terra! il mercato è sempre più aggressivo. Anche in Italia vi è una grossa attività di importazione derivante dalla deforestazione dell’Indonesia e, malgrado alcune aziende più sensibili abbiano rinunciato ad acquistare carta derivante dalla distruzione di foreste pluviali, la domanda e l’offerta si sta sempre più espandendo nel nostro paese. Tuttavia, sebbene la situazione dell’Indonesia e di altri paesi continui ad essere preoccupante, il Global Forest Resources Assessment 2010 (FRA 2010) della FAO ha rivelato che in Asia, negli ultimi 10 anni, c’è stato un recupero delle aree forestali, pari a 2,2 milioni di ettari annui, grazie all’opera di rimboschimento portata avanti soprattutto in Cina, India e Vietnam. Al contrario in Sud America e Africa è stato calcolato che nell’ultimo decennio 2000-2010 si sono perse rispettivamente 4 e 3,4 milioni di ettari di foreste e il trend continua ad essere negativo. Anche l’Oceania ha subìto una forte riduzione delle zone verdi a causa della grande siccità che l’ha colpita e dei vasti incendi che si sono verificati in Australia. La
situazione è considerata stabile per il Nord e Centro America, mentre in Europa c’è una lenta espansione delle zone forestali. In occasione della presentazione del rapporto FRA 2010 Eduardo Rojas, Vice Direttore Generale della FAO, del
Dipartimento Foreste ha rilevato che ci sono stati alcuni miglioramenti rispetto al passato e ha dichiarato: “Per la prima volta, siamo in grado di mostrare che il tasso di deforestazione è diminuito a livello globale grazie ad interventi concertati fatti sia a livello locale che internazionale… I Paesi non solo hanno fatto passi avanti per quanto riguarda le politiche e le leggi forestali, ma hanno anche messo a disposizione delle comunità locali e delle popolazioni indigene l’uso delle foreste, anche per la conservazione della diversità biologica e per altre funzioni ambientali… Va però detto che in molti paesi il tasso di deforestazione è ancora molto alto e l’area di foresta primaria - foreste indisturbate dall’attività umana
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cultura e natura - continua a diminuire. I paesi devono dunque rafforzare il proprio impegno per meglio salvaguardarle e gestirle”.
PAESI
Usd All’Anno Entro il 2020 DA PARTE DEI
INDUSTRIALIZZATI PER SOSTENERE LE AZIONI DI
MITIGAZIONE E ADATTAMENTO NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO;
Anche nell’ultima Conferenza delle Parti (Conference of the Parties – COP) della Convenzione quadro delle nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change - UNFCCC) e della Conferenza delle Parti del Protocollo di Kyoto (Conference of the Parties serving as the Meeting of the Parties to the Kyoto Protocol – CMP), svoltasi a Cancùn in dicembre 2010 si sono fatti dei passi molto importanti. Grazie alle capacità diplomatiche e al polso di tre donne che l’hanno coordinata e diretta (Patricia Espinosa, Presidente COP, Christiana Figueras, Segretario Esecutivo UNFCCC e Margaret Mukahanana-Sangarwe chairwoman dell’ AWG-LCA), la conferenza è riuscita a formalizzare impegni per combattere il cambiamento climatico, stabilendo un “Pacchetto di decisioni bilanciate” condivise da tutti i partecipanti, con la sola eccezione della Bolivia, che mirano a contenere il riscaldamento del pianeta entro il limite di 2 gradi. In breve i punti salienti degli Accordi di Cancùn (Cancùn Agreements) riportati dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici:
●LA CREAZIONE DEL “GrEEN CLIMaTE FuNd” E IL LANCIO DI UN PROCESSO PER DEFINIRLO NELL’AMBITO DELLA CONVENZIONE;
●IL
La “Riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado forestale” un sistema per fornire incenivi e ricompense ai Paesi a non tagliare le foreste, riconoscendo più valore economico agli alberi radicai rispeto a quelli abbatui, perchè assicurano: la catura di carbonio, la funzione idrografica, la regolazione del clima la biodiversità
RICONOSCIMENTO
UFFICIALE
NEL
PROCESSO
MULTILATERALE DEGLI obiEttivi di ridUzionE dEllE EMissioni di gAs sErrA dEi
(PROMESSI
CON
PAEsi
L’ACCORDO
indUstriAlizzAti
DI
COPENAGhEN),
ACCOMPAGNATO DAL RAFFORZAMENTO DEL rEPorTINg DA PARTE DI qUESTI
PAESI
E LA RIChIESTA DI VALUTARE ED
ELABORARE RELATIVI PiAni E strAtEgiE di svilUPPo A bAssE EMissioni di CArbonio, ANChE ATTRAVERSO MECCANISMI DI MERCATO;
●IL
RICONOSCIMENTO
UFFICIALE
DELLE
Azioni
di
●L’ISTITUZIONE DI UN qUAdro d’AzionE PEr l’AdAttAMEnto (“CaNCùN adaPTaTIoN FraMEwork”), DI UN CoMitAto PEr l’AdAttAMEnto (“adaPTaTIoN CoMMITTEE”), E DI UN ProgrAMMA di lAvoro sUllA qUEstionE dEllE PErditE E dEi dAnni DOVUTI AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
(“loss AND DAMAgE”);
●L’ISTITUZIONE DI UN MECCAnisMo PEr il trAsfEriMEnto tECnologiCo, CON UN RELATIVO CoMitAto EsECUtivo (“TECHNoLoGy ExECuTIvE CoMMITTEE”), Un CEntro Ed UnA rEtE PEr il CoordinAMEnto (“CLIMaTE TECHNoLoGy CENTrE aNd NETwork”); ●IL rAfforzAMEnto dEl rEdd+, OVVERO DELLE AZIONI DI
MITIGAZIONE
DELLE
EMISSIONI
DERIVANTI
DA
DEFORESTAZIONE E DEGRADO FORESTALE E DELLE AZIONI DI CONSERVAZIONE DELLE FORESTE NEI
PAESI
IN VIA DI
SVILUPPO, CON L’ADEGUATO SUPPORTO TECNOLOGICO E FINANZIARIO.
REDD (Reducing Emissions from Deforestaion and Forest Degradaion)
SOSTEGNO DEI PAESI PIù VULNERABILI;
Molti osservatori hanno rilevato che negli accordi di Cancùn, al di là del generico impegno di ridurre le emissione del 25-40% entro il 2020, sono mancati obiettivi concreti e vincolanti che costringano i paesi ad assumere iniziative fattive per la riduzione delle emissioni. Tuttavia per la prima volta sono stati introdotti principi e strumenti molto importanti per il futuro: - il cambiamento climatico è inequivocabile e dovuto all’uomo - la deforestazione è causa di questo cambiamento e va combattuta con misure di riforestazione - costituzione di un fondo per contrastare i cambiamenti climatici
●IL RICONOSCIMENTO DELL’IMPEGNO DI 30 MiliArdi di Usd PEr il finAnziAMEnto rAPido (“FaST STarT FINaNCE”) Entro il 2012, E DELL’INTENZIONE DI MOBILIZZARE 100
E’ innegabile che molto debba essere ancora fatto, ma il risultato espresso dalla conferenza di Cancùn può essere considerato positivo anche se ancora insufficiente per un
MitigAzionE dEi
PAEsi in viA di svilUPPo, L’ISTITUZIONE
DI Un rEgistro PEr doCUMEntArE E ConfrontArE tAli Azioni Con il sUPPorto FINANZIARIO, TECNOLOGICO E DI CAPACITy-bUIlDINg FORNITO DAI
PAESI
INDUSTRIALIZZATI, E
LA PUBBLICAZIONE DI UN rAPPorto biEnnAlE DELLE AZIONI SOTTOPOSTO AD ANALISI E CONSULTAZIONE INTERNAZIONALE;
MECCAnisMi di svilUPPo PUlito (ClEAN DEVEloPMENT MEChANIsMs - CDM) NELL’AMBITO DEL PROTOCOLLO;
●IL
rAfforzAMEnto dEi
●IL lAnCio
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MiliArdi di
di UnA sEriE di iniziAtivE E istitUzioni A
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cultura e natura efficace lotta ai cambiamenti climatici. Certo sarà un ottimo viatico per la prossima sessione della Conferenza che avverrà a dicembre 2011 a Durban in Sud Africa, su cui poggiano molte aspettative, in occasione della quale si dovrà tentare di sciogliere i molti nodi rimasti aggrovigliati.
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rifErimEnti bibliografic E iconografici: http://www.ecologiae.com/piantagioni-biocarburanti-nocive-perforeste-tropicali/ http://www.fao.org/news/story/it/item/40893/icode/ http://www.climalteranti.it/2010/12/17/il-passo-avanti-di-cancun/ www.salvaleforeste.it/ http://www.wmo.int/ http://unfccc.int/ http://www.terraonlus.it/ http://it.wikipedia.org/wiki/Indonesia http://www.ecoo.it/s/deforestazione/page/2/ http://www.progettogea.com/gea/ambiente/foreste.htm http://www.cmcc.it/ipcc-focal-point/notizie/11-dicembre-2010-unfccckp-principali-conclusioni-della-cop16-cmp6-cancun-messico http://www.genitronsviluppo.com/ http://www.terraemadre.com http://it.wikipedia.org/
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cultura e natura
Sei nata paperina che cosa ci vuoi far. Moby Duck. Avete letto bene, non è un errore di battitura. Si tratta invece del titolo di un libro-inchiesta recentemente pubblicato, che narra l’epopea di decine di migliaia paperelle da bagno e altri simili giocattoli gommosi alle prese con i flutti dell’immenso Oceano Pacifico invece delle ben più quiete sponde di una vasca da bagno casalinga.
di Marta Picciulin
L
chi insegue il viaggio delle papere sull’atlante… così egli stesso decide di avventurarsi sulle orme (si fa per dire) delle pennute di plastica per raccontare i luoghi dove i giocattoli son stati recuperati, le persone che li hanno cercati, i motivi per cui l’hanno fatto. Non bastasse Donovan descrive, a chi non lo sapesse o se ne fosse Tutto inizia nel gennaio 1992, quando a causa di una scordato, come gran parte delle circa 200 milioni di tempesta un cargo carico di animaletti di plastica appena tonnellate prodotte ogni anno finiscano per costituire immense distese marine di immondizia, usciti da una fabbrica di hong Kong perde tre tristemente note come ‘vortici dei rifiuti’. containers, che si rovesciano in mare e liberano il loro contenuto (29mila pezzi!). Da Scrive Donovan “Non importa che il allora, tante papere, tartarughe, castori, rane attualmente il 5% della plastica venga e altri colorati animali “nuotano” tra le onde, riciclata. Non importa che l’industria restii ad affondare e resistenti alla della plastica stampi sulle bottigliette quei degradazione da parte di micro-organismi piccoli triangoli che suggeriscono un batterici, come purtroppo avviene per gran metodo di riciclo che non è attualmente parte della plastica. disponibile in massa. Non importa che la plastica consumi circa 400 milioni di queste loro caratteristiche ne fanno un tonnellate di petrolio ogni anno, petrolio magnifico e immenso esperimento che non durerà a lungo. Non importa che oceanografico, in grado di svelare i percorsi la cosiddetta ‘plastica verde’ sia costruita delle correnti marine attorno al globo; la cosa con sostanze chimiche che richiedono non sfugge all’oceanografo Curtis carburante fossile e che producono gas Ebbesmeyer che quindi decide di monitorane serra. La cosa peggiore della plastica è il gli spostamenti per anni, ricostruendo attraverso opportune elaborazioni il percorso compiuto da modo in cui pretende di cancellare un dato di fatto, cioè allora ad oggi. Secondo Ebbesmeyer dopo il naufragio due che è stata ‘creata’ per essere gettata via, ma terzi delle paperelle avrebbe puntato verso Sud, facendo la strutturalmente pensata per restare, offrendo una falsa gioia di bambini australiani, indonesiani e sud americani promessa di disponibilità, di utilizzo privo di costi, che ha che si son visti recapitare in spiaggia una mare di piccoli portato alla cultura del consumismo, all’economia della giocattoli, onde come babbo natale; un terzo sarebbe invece dimenticanza”. stato portato verso climi più freddi e sarebbe giunto all’Oceano Atlantico dopo aver attraversato lo Stretto di Bering e l’Alaska (!). queste ad altre scoperte sono state già raccontate dall’oceanografo in un interessante libro dal fonti : titolo ‘Floatsametrics’. ’ha scritto l’americano Donovan hohn, insegnante di letteratura inglese, affascinato da una storia che ha il variopinto sapore della tragedia ambientale ma anche dell’esplorazione avventurosa, della scoperta scientifica e dell’indagine sociologica.
Ma secondo Donovan l’avventura delle papere galleggianti non è solo un pezzo (interessante) di scienza, ma anche una narrazione vera e propria, che ciclicamente appare sui giornali, diventa la trama di libri e stuzzica la fantasia di
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http://oggiscienza.wordpress.com/ http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Eiena
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Aforismi
Cammina con qualunque tempo: il grano matura con il sole e con la pioggia. Anonimo
Acquista cosa nella tua gioventù, che ristori il danno della tua vecchiezza. E se tu intendi la vecchiezza aver per suo cibo la sapienza, adoprati in tal modo in gioventù, che a tal vecchiezza non manchi il nutrimento. Leonardo da Vinci
E’ meglio impiegare la nostra mente a sopportare le sventure che ci capitano, che a prevedere quelle che ci possono capitare. F. De la Rochefoucauld
Anche il sole entra nelle pozzanghere, ma non ne è contaminato. Santa Caterina
Fu un giorno fatale quello nel quale il pubblico scoprì che la penna è più potente del ciottolo e può diventare più dannosa di una sassata. Oscar Wilde
Se tu pagare come dici tu, io lavorare come dico io. Se tu pagare come dico io, io lavorare come dici tu. Antico proverbio orientale
Chi possiede coraggio e carattere, è sempre molto inquietante per chi gli sta vicino.
Una bugia fa in un battibaleno a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe.
Herman Hesse
Mark Twain
Il treno, diversamente dall’aereo, è ancora un mezzo di trasporto relativamente civilizzato. Non ci sono perquisizioni, non bisogna allacciare le cinture di sicurezza, si può guardare fuori dal finestrino. Enzensberger
Gli stupidi, ovviamente, son sempre gli altri. G. Soriano
Poesia
Il Bene e il Male Nella celeberrima opera di Gibran Kahlil Gibran, “Il Profeta”, pubblicata nel 1923, vi sono significati e simboli universali che possono aiutarci anche oggi a ritrovare il senso più alto della nostra esistenza. a cura di Elisabetta gatti Nasce nel 1833 a bisharri in libano da una famiglia modesta, di religione cristiano maronita. Costretti ad emigrare in America, a boston, per ragioni economiche nel 1894, Kahlil continua la sua formazione scolastica frequentando le scuole del posto. Il desiderio di conoscere meglio le sue origini e la sua cultura araba, lo porta a ritornare in libano dove completerà la sua educazione scolastica e viaggerà per un periodo anche in siria. Nel 1902 rientra in America a causa delle precarie condizioni di salute della madre. A boston nel 1904 gibran fa l’incontro più importante della sua vita, Mary haskell che sarà sua sostenitrice, finanziatrice e amica. grazie al sostegno di Mary nel 1908 è a Parigi dove studia arte all’accademia delle belle arti e amplia i suoi orizzonti letterari. Al ritorno in America apre uno studio insieme ad un suo amico e inizia un intensa attività artistica e di impegno intellettuale. Apprezzato e stimato da molte persone è considerato come un punto di riferimento spirituale a cui guardare e da cui trarre saggezza. Muore a 48 anni a New york lasciando i diritti di autore al suo paese natale bisherri per opere di bene pubblico.
Gibran kahlil Gibran: Life is Flame
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R
omanzo, racconto, saggio, sermone, poesia… non è importante il genere letterario a cui può appartenere Il Profeta. Il valore di quest’opera è che in poche pagine si interroga e spiega le sofferenze e i dubbi che da sempre hanno tormentato e tormentano l’animo umano. In questo brano de il Profeta, l’autore fa sintesi del sapere umano che attinge dall’esperienza vissuta, da oriente a occidente, svelandoci cos’è il bene e che cos’è il male. Trascende l’eterna dicotomia dei due fronti “nemici” e ne rivela l’essenza. Ma che cos’è il bene, se non l’essere in armonia e in unione con se stessi, con le persone,con la natura? E che cos’è il male, se non essere divisi, frammentati, disperati? Gibran riconosce anche a quest’ultimo aspetto della nostra esistenza una sua dignità e una sua collocazione nell’ampio disegno della vita. Perciò non esiste disfatta o fallimento neanche nei momenti più bui, di smarrimento, confusione, deprivazione emotiva, sentimentale o spirituale. Tutto è parte integrante di noi, viandanti talvolta ciechi, sordi o zoppi, pellegrini di noi stessi, alla ricerca di un porto sicuro dove riposare ovvero la nostra anima.
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Poesia E un anziano della città disse: Parlaci del Bene e del Male. E lui rispose: Io posso parlare del bene che è in voi, ma non del male. Poiché il cattivo non è che il buono torturato dalla fame e dalla sete. In verità, quando il buono è affamato cerca cibo anche in una caverna buia e quando è assetato beve anche acqua morta. Siete buoni quando siete in armonia con voi stessi. Tuttavia, quando non siete una sola cosa con voi stessi, voi non siete cattivi. Una casa divisa non è un covo di ladri, è semplicemente una casa divisa. E una nave senza timone può errare senza meta tra isole pericolose senza fare naufragio. Siete buoni nello sforzo di donare voi stessi, Tuttavia non siete cattivi quando perseguite il vostro vantaggio. Quando cercate di ottenere, non siete che una radice avvinghiata alla terra per succhiarne il seno. Certo, il frutto non può dire alla radice: "Sii come me, maturo e pieno e sempre generoso della tua abbondanza". Poiché come il frutto ha bisogno di dare, così la radice ha bisogno di ricevere. Siete buoni quando la vostra parola è pienamente consapevole. Tuttavia non siete cattivi quando nel sonno la vostra lingua vaneggia. E anche un discorso confuso può rafforzare una debole lingua. Siete buoni quando procedete verso la meta, decisi e con passo sicuro. Tuttavia non siete cattivi quando vagate qua e là zoppicando. Anche chi zoppica procede in avanti. Ma chi è agile e forte, non zoppichi davanti allo zoppo stimandosi cortese. Voi siete buoni in molteplici modi e non siete cattivi quando non siete buoni. Siete soltanto pigri e indolenti. Purtroppo il cervo non può insegnare alla tartaruga ad essere veloce. Nel desiderio del gigante che è in voi risiede la vostra bontà, e questo è un desiderio di tutti. In alcuni è un torrente che scorre impetuoso verso il mare, trascinando con sé i segreti delle colline e il canto delle foreste. In altri è una corrente placida che si perde in declivi e indugia prima di raggiungere la sponda. Ma chi desidera molto non dica a chi desidera poco: "Perché esiti e indugi?". Poiché, in verità, chi è buono non chiede a chi è nudo: "Dov'è il tuo vestito?", né a chi è senza tetto: "Cos'è accaduto alla tua casa?". CN n. 3 2011
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SPECIALE AMBIENTE
Ridurre detersivi chimici rEgolE pEr riSparmairE i dEtErSivi ♦utilizzare prodotti idonei ed evitare il sovradosaggio per macchie semplici ♦utilizzare panni in microfibra efficaci nello spolverare e se inumiditi nello sgrassare ♦utlizzare l’acqua calda come potenziatore dei detersivi ♦occorre solo un minuto ai detersivi fai-da-te per agire comE utilizzarE l’acEto
L’aceto è un detersivo, un anticalcare quando riscaldato e uno smacchiatore. Composto da varie sostanze tra le quali l’acido acetico che gli conferisce il caratteristico odore. Gli aceti da tavola – che si trovano comunemente nei supermercati – presentano una concentrazione di acido acetico variabile tra il 5% e l’8%. L’acido acetico, per le sue proprietà chimiche, può sciogliere molecole molto diverse fra loro, per questo l’aceto si rivela un ottimo detergente. Il suo ampio spettro di usi, però, necessita di alcune precauzioni: non bisogna usare l’aceto sul marmo, sul travertino e sulle altre pietre a componente calcarea, sui parquet oliati, e non bisogna mescolarlo con sostanze alcaline: bicarbonato, soda, detersivi per la lavatrice e la lavastoviglie e naturalmente, per chi la usa, candeggina o detergenti alla candeggina. Si può usare in aggiunta al detersivo per i piatti a mano – che è neutro – anche per pretrattare lo sporco difficile e nell’ultimo risciacquo di lavatrice e lavastoviglie, quando ormai i detersivi sono stati sciacquati. Mescolato al sale da cucina fa brillare come nuove le pentole in rame. Attenzione: è sconsigliabile, per gli usi domestici, usare l’acido acetico puro, specialmente se in concentrazione superiore al 25%, perché può provocare danni alla pelle, agli occhi, alle mucose e ai metalli.
comE utilizzarEil bicarbonato
frigoriferi, armadi, automobili, ecc. L' alcalinità è indicata da un pH tra 7 a 14. Una soluzione ottenuta da 50 g di bicarbonato sciolti in 1 litro di acqua ha un pH compreso tra 8,1 e 8,6 (a temperatura ambiente). Ciò significa che rende debolmente alcalino l'ambiente; quindi impedisce la sopravvivenza di quei batteri che vivono in ambiente neutro o debolmente acido. Per avere un potere igienizzante superiore, bisogna usare una soluzione concentrata, ricordando che la solubilità massima è 96 g in 1 litro. Il bicarbonato ha un potere igienizzante , variabile a seconda della concentrazione con cui viene diluito in acqua e a seconda della temperatura dell'acqua. Una soluzione di 50 gr di bicarbonato sciolto in un litro di acqua ha una modesta azione igienizzante. Una soluzione più concentrata, fino 96 g per litro, aumenta il potere igienizzante. Non va usato con acqua troppo calda, perchè si scompone a temperature superiori a 60°C comE utilizzarE il limonE
Il limone contiene: Citrato di Calcio - Citrato di Potassio Acido Malico - Glucosio e fruttosio (assimilabili direttamente) Calcio - Ferro- Silice - Fosforo - Manganese - Rame Gomme - Mucillagine - Albumine Terpeni - Linalolo Aldeidi - Canfora di limone Vitamine: B - B1 -B2 - Bs - A C - PP. Una caratteristica quasi unica del limone è che esso ha la proprietà di fiorire in continuazione perciò è presente tutto l'anno, con un rallentamento durante i mesi più freddi. A differenza degli altri agrumi il limone può giungere a maturazione anche una volta staccato dalla pianta. Il limone è un grande alleato per chi vuole pulire e disinfettare la casa senza aggredire l’ambiente. Anticalcare, sgrassante, antitarme, può essere usato come detersivo per tutta la casa (tranne per le superfici delicate come il marmo e il granito), in lavanderia, in giardino e come deodorante per ambienti. E’ un disintossicanti dell'organismo umano e il suo olio essenziale viene impiegato per favorire concentrazione e memoria.
Il bicarbonato è solubile in acqua, delicatamente abrasivo, impedisce la formazione dei funghi. Ha la grande proprietà di assorbire gli odori anche per i nostri piedi e le nostre ascelle. Può essere utilizzato: ♦in soluzione acquosa negli spruzzini detergenti fai da te ( attenzione alle miscele di prodotti che si annullano, vedi aceto e acido citrico + bicarbonato ) ♦come coadiuvante nella sgrassatura delle stoviglie e facilita l'azione dei tensioattivi presenti nel detersivo piatti ♦in pasta acquosa per pulire superfici: frigo, microonde, taglieri cucina, lavabi, ecc. ♦lasciato in scatola aperta negli spazi dove vogliamo assorbire gli odori o cosparso puro su lettiere per gatti,
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ETNEIBMA ELAICEPS lavEllo E altrE SupErfici lavabili a contatto con gli ali- dEtErgEntE univErSalE all’acEto mEnti
E’ ottimo per quasi tutti i tipi di sporco. Può essere utilizzata una pasta composta da acqua e biRicetta per 500 ml carbonato di sodio, passandola direttamente sulla superfiDiluire a scelta: cie utilizzando una spugnetta e risciacquare. Il bicarbonato 1) 100 ml di aceto in 400 ml di acqua distillata (diluizione igienizza senza rilasciare residui chimici. al 20%) 2) 150 ml di aceto in 350 ml di acqua distillata (diluizione al 30%) pulizia dEi vEtri 3) 200 ml di aceto in 300 ml di acqua distillata (diluizione Il metodo più semplice, veloce ed efficace per pulire i vetri al 40%) è utilizzare acqua calda e aceto o lo spruzzino con acqua Procedimento: e aceto. Non bisogna risciacquare. Se le prime volte che Prendere tutti gli ingredienti e miscelarli in uno spruzzino. userete l’aceto avrete l' impressione che sul vetro siano riAccorgimenti: masti degli aloni, questi sono i residui Per risparmiare, se l’acqua di casa non è troppo calcarea siliconati dei prodotti chimici precedenti che scompariranno potete sostituire l’acqua distillata con quella del rubinetto ai successivi lavaggi; inoltre noterete che vetri e specchi si (se l’acqua è molto dura rischia di lasciare aloni) Se dà faappannano molto meno in caso di umidità. stidio l’odore dell’aceto si può usare quello di mele. N.B. Non utilizzare su pietre, legno, cotto e su tutte le supulizia dEl tagliErE di lEgno perfici per cui è sconsigliato l’uso di sostanze acide. Passarli con una pasta fatta di acqua e bicarbonato (1 parte acqua e 3 parti bicarbonato) e sciacquare dopo qual- dEtErgEntE univErSalE al bicarbonato che minuto (ha effetto igienizzante, sgrassante e toglie gli 48 g di bicarbonato 500 ml di acqua distillata odori). Procedimento: Sciogliere al massimo 48 g di bicarbonato in 500 ml dEtErgEntE pEr il forno a microondE d’acqua il bicarbonato aumenta l’efficacia sgrassante del Mezzo bicchiere di acqua e succo di limone (o acqua e detersivo piatti “classico”. aceto) in parti uguali nel microonde. Accorgimenti:Agitare sempre prima dell’uso. Farlo partire a potenza massima per 5-6 minuti e poi N.B. l’aceto e l’acido citrico (acidi) non vanno mescolati al aspetta un paio di minuti prima di togliere il bicchiere e pas- bicarbonato (basico); in quanto chimicamente opposti si sare con una spugna morbida inumidita. invalidano a vicenda. dEtErSivo pEr StovigligliE
dEtErgEntE univErSalE al limonE
E’ indicato per quando non c’è molto unto da asportare e offre il grande vantaggio di non lasciare residui chimici. Ricetta 3 limoni 400 ml di acqua 200 g di sale 100 ml di aceto bianco Procedimento: Tagliare i limoni in 4-5 pezzi (meglio ancora a rondelle) buccia compresa, togliendo solo i semi. Frullarli in un mixer insieme ad un po’ di acqua e sale Mettere la poltiglia in una pentola, aggiungere l’aceto e tutta l’acqua rimanente e far bollire per circa 10 minuti girando con una frusta per non farlo attaccare. Quando si è addensato ed un po’ raffreddato mettere il tutto in vasetti di vetro. Dosi consigliate: due cucchiai da minestra. Accorgimenti: N.B. Non usare il detersivo fai da te insieme al detersivo classico, in quanto hanno una composizione chimica opposta e si annullano a vicenda.
500 ml di alcool succo di 2 o 3 limoni 500 ml di acqua 2 cucchiai circa di detersivo per piatti* Dovete premere i limoni per estrarre il succo, poi in uno spruzzino (barattolo), mettete il succo, l’alcool, il detersivo e per ultimo l’acqua. Agitate bene ed è pronto. N.B.: Non utilizzare su marmo e granito
rifErimEnti bibliografici http://biodEtErSivi.blogSpot.com/ http://www.ErboriStEriadElborgo.it/ http://www.zoES.it/ http://www.limmi.it/ http://www.tErraEmadrE.com/
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cultura e natura
l’aggressività. Aspetti positivi e negativi sulla vita dei bambini. di Enza Palombo
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er quel che concerne il temine aggressività, questi deriva dal termine latino aggredior che significa “avanzare verso”. quindi è legato al concetto di movimento. Anche “aggressione” e “aggredire” hanno la stessa radice, ma nella nostra lingua hanno assunto il valore di “attacco violento”, di offesa che danneggia qualcun’altro. Si comprende, quindi, come da un differente utilizzo di termini simili abbiano avuto origine interpretazioni ambigue del comportamento detto “aggressivo”. In questo modo, i termini simili sfumano l’uno nell’altro, come se fossero sinonimi, tutti accomunati dalla lotta per il potere e la sopravvivenza, cui ci costringe anche la nostra società i cui valori si riassumono spesso nel principio secondo cui “il pesce grosso mangia il pesce piccolo”. Per fortuna valori quali la dignità, il rispetto dell’altro, la solidarietà, l’aiuto reciproco senza tornaconto esistono! Dal punto di vista psicologico l’aggressività è considerata una manifestazione positiva, una componente fondamentale della personalità, nel senso che un bambino che ha dell’aggressività è un bambino che si espone, che ha rapporti con altri bambini e che rivolge la parola alle persone senza problemi legati all’inibizione eccessiva. L’aggressività, dunque, potrebbe entrare in gioco quando ci muoviamo dal nostro ambito personale per incontrare gli altri. I meccanismi biologici dell’aggressività sono innati e sono fisiologicamente funzionali al programma genetico di conservazione e di difesa dell’individuo e della specie.
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L’aggressività è il motore della competitività che può essere positiva o negativa: è positiva quando è finalizzata al confronto e non alla prevaricazione delle idee degli altri. E’ negativa quando si usano mezzi indiretti e subdoli o violenze di vario tipo per imporre le proprie idee e i propri modelli senza integrare quelli altrui. Nei bambini l’aggressività è una modalità comunicativa e di crescita che si trasforma ed evolve in relazione alle tappe evolutive dello sviluppo e pertanto deve essere valutata in relazione all’età. L’aggressività, quando non è controllata volitivamente, può degenerare in comportamenti patologici non finalizzati all’evoluzione dell’individuo. Per aggressività nei bambini si intende una modalità di comportamento distruttiva per il bambino e le persone che gli stanno intorno che si può manifestare attraverso comportamenti quali: picchiare i compagni, picchiare i genitori, reagire con scatti di ira, a volta incontrollabile, ad ogni “no” o ad ogni “critica”…. Oltre a questo il comportamento aggressivo comprende una vasta gamma di condotte quali: esplosioni d’ira, aggressione fisica, risse, minacce e tentativi di far male agli altri, crudeltà verso gli animali, inclinazione ad appiccare incendi, distruzione intenzionale delle cose (proprie e altrui), atti di vandalismo. Le prime condotte chiaramente aggressive cominciano alla fine del secondo anno e durante il terzo, mentre prima si manifestano soltanto reazioni di violenta agitazione, fino a che il bambino non ottiene ciò che
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cultura e natura vuole. Verso i 2-3 anni, il bambino adotta spesso un comportamento oppositivo, a volte collerico, nei confronti dei bambini della sua età, e talvolta anche in famiglia assume atteggiamenti aggressivi verso genitori e adulti. Verso i quattro anni queste reazioni sfumano e il bambino esprime la sua aggressività verbalmente, non più solo a gesti. Tra i comportamenti problematici che portano ad una diagnosi di aggressività i più comuni sono: atti autolesionistici, ipersensorialità, iperattività, reazioni emozionali eccessive, aggressività verbale. lE CAUsE Possono provocare condotte aggressive patologiche anche diverse condizioni mediche generali quali: neoplasie del sistema nervoso centrale, trauma cranico, malattie cerebro-vascolari, epilessia, affezioni infettive con coinvolgimento del snc (sistema nervoso centrale), affezioni endocrine, affezioni autoimmuni con coinvolgimento del snc, condizioni tossiche croniche. La ricerca in questo campo ha dimostrato che alla base dell’aumentato rischio di comportamenti violenti nei bambini vi è tutta una serie complessa di interazione di fattori che comprendono: storia personale di comportamenti aggressivi o violenti; esperienze pregresse come vittima di abusi fisici e/o sessuali; esposizione reiterata alla violenza domestica e sociale; gravi esperienze di frustrazione (cc.dd. abuso psicologico); genitore con problemi giudiziari (carcerazione); genitori alcoolisti o tossicodipendenti; famiglie composte da un solo genitore; fattori genetici (ereditarietà familiare); basso quoziente intellettivo (nel caso di condotte aggressive continuate); scarsa capacità di espressione verbale e di autocontrollo, legata ad un disturbo dell’attenzione e ad impulsività (vedi sotto); schemi di attaccamento di tipo insicuro; esposizione alla violenza trasmessa dai media (tv, film, videogiochi, ecc.); combinazione di condizioni familiari svantaggiate (povertà, grave deprivazione, conflitti coniugali, mancanza di un genitore, disoccupazione, assenza della famiglia allargata); lesioni o epilessia del lobo temporale.
sEgnAli di AllArME Per quanto riguarda i segnali d’allarme, occorre porre attenzione ai seguenti atteggiamenti nei bambini, perché sono spesso precursori di comportamenti apertamente violenti: rabbia intensa, perdita frequente del controllo con esplosioni d’ira, facile irritabilità, grande impulsività, sensibilità alla frustrazione. AltErAzioni nEUrobiologiChE Le alterazioni neurobiologiche che sono state individuate utilizzando tecniche di brain imaging in persone affette da sintomatologie aggressive sono: diminuzione nel metabolismo dei lobi frontali e prefrontali,(PET) (funzioni cerebrali legate alla volitività, progettazione, autodeterminazione, perseveranza), ipotrofia del corpo calloso, asimmetrie del nucleo caudato. Le alterazioni neurobiologiche dimostrano come un deficit della volitività e una mancanza di sinergismo tra i due emisferi cerebrali possano essere la causa prima del disturbo. CoME intErvEnirE? Ad un sentimento aggressivo, che evolutivamente può essere normale, oggi si sente sempre più spesso parlare in termini di aggressività, prepotenza, di violenza, di abusi, di sopraffazione, di massacri, di estinzione… .. A comunicarlo quasi sempre sono i media tramite la cronaca, i documentari oppure i film. Ma allora quelle dei bambini sono solo reazioni aggressive volte ad affermarsi - e di paura - volte a blocco - o piuttosto sono reazioni al fatto di sentirsi, costantemente e impercettibilmente aggrediti? E da chi? Le manifestazioni delle condotte aggressive possono essere molteplici ma alla base di tali condotte vi è una conflittualità tra la ricerca di armonia da parte del bambino e ciò che ha subito come disarmonia per condizionamento. Alcuni comportamenti apparentemente asociali non sono altro che la difesa da tutto ciò che disarmonizza il bambino. Per condizionamento si intende l’adattamento imposto al bambino alle nostre regole, ai nostri modelli mentali, ai nostri comportamenti escludendo nel bambino la possibilità di scegliere ciò che è giusto e utile per la sua crescita e ciò che è sbagliato. Genitori e insegnanti dovrebbero dare la giusta importanza ai comportamenti aggressivi nei bambini identificando il problema che il bambino sta vivendo ponendo particolare attenzione ed ascolto al suo vissuto. Un’azione educativa adeguata dovrebbe intervenire a monte e preventivamente per stimolare il
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cultura e natura bambino a verificare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato nel suo comportamento. Imporre al bambino regole e nozioni fine a se stesse lo dissociano dalla realtà oggettiva. Prendiamo l’esempio del bambino che picchia i compagni, o addirittura i genitori. questi dovrà imparare a rispettare i genitori e gli altri, non tanto per il principio: “non si deve fare”, poiché per un bambino che soffre questo non vuol dire nulla. Occorre fargli capire il perché dimostrandogli che con altre strategie di comportamento i problemi si possono risolvere con conseguenze positive per la propria vita con gli altri. Per aiutare il bambino a conoscere e a controllare la propria aggressività occorre in pratica: non colpevolizzare, non giudicare o fare critiche negative sul comportamento errato del bambino, non rispondere con minacce o punizioni (questo costituisce un rinforzo negativo al suo comportamento) ma aiutare il bambino a rasserenarsi, a calmarsi e a ritrovare il rispetto di sé. E’ importante inoltre aiutare il bambino ad esprimere rabbia e frustrazione in modi più appropriati, provando a verbalizzarne le cause. Occorre dare coscienza al bambino delle proprie azioni portandolo ad accettare le conseguenze, senza mai penalizzare la sua dignità (ad es. far capire al bambino che si può sbagliare, l’importante è capire l’errore e le sue conseguenze ed andare avanti). Ecco che, se per un genitore educare un figlio è già difficile, diventa un’ impresa ancora più ardua se lasciamo che informazioni non costruttive quali la svalutazione di se stessi e delle proprie capacità, l’attaccamento al denaro, la ricerca di potere sugli altri, la prevaricazione, interferiscano sulla loro crescita con la conseguente perdita di fiducia in sé stessi e nei propri genitori. Aiutare il bambino a riconoscersi in se stesso e nei propri valori può avere un impatto profondo nel suo futuro migliorando l’immagine che ha di sé ed il senso di autostima. L’esperienza dei clinici ed altri esperti indica inoltre che è necessario modificare quelli che possono essere “esempi” di condotte violente in famiglia, ossia procedere alla riduzione dell’esposizione del bambino alla violenza tra le mura domestiche. Secondariamente, il bambino va meno esposto a informazioni che rendono conto della violenza sociale e, ultimo ma non meno importante, va assolutamente considerato il ruolo dei media, tv e videogames in testa: ore e ore di
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passiva esposizione a programmi o giochi violenti conducono facilmente i bambini (e non solo) alla violenza attivamente agita.
rifErimEnti bibliografici: De Leo G., 2002, “La devianza minorile”, Ed. Carocci, Roma LOSITO G. , “Il potere dei media”, Ed. Carocci, Roma, 1998, pp. 102-108 Monografia “Le condotte aggressive metodologie di intervento educativo e preventivo” – C.I.S. - Il Cervello e l’integrazione delle Scienze, 2002, Ed. A. D.E.-C.E.U., n. 40, II° semestre, Roma
Enza Palombo, Psicologa, docente in corsi e seminari per le attività di formazione e aggiornamento in campo psicologico con particolare attenzione all’età evolutiva e all’adolescenza. Membro del Comitato Esecutivo dell’Associazione Internazionale I.P.V.- Ius Primi Viri con statuto Consultivo presso l’ECosoC dell’oNU. + enzapalombo@libero.it
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cultura e natura
Quando l’imprenditoria e la cultura si incontrano, rinascono i valori. ROSSOPOMODORO in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II hanno salvato e archiviato in digitale 700 antichi dipinti di preziose varietà ortofrutticole conservati negli archivi della Facoltà.
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i tratta di una preziosa collezione di opere realizzate a scopo didattico e di ricerca tra gli inizi del 1900 e il 1960. Sono la memoria di varietà di frutta e ortaggi presenti in Italia nel secolo scorso. Di grande valore culturale e artistico, testimoniano la tradizione agraria e alimentare della regione campana, la stessa che ROSSOPOMODORO ogni giorno salvaguarda portando in tavola prodotti a rischio di estinzione e Presidi Slow Food. Esprimono soddisfazione per l’iniziativa la prof.ssa Stefania De Pascale, docente di Sistemi Ortofloricoli e curatrice dell’archivio della Biodiversità dell’ortofrutticoltura, responsabile del progetto per l’ateneo, il Preside della Facoltà prof. Paolo Masi e il Presidente della Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana - SOI prof. Paolo Inglese.
convEgno 'biodivErSità in ortofrutticoltura: immagini E racconti Da sinistra: Onorevole Paolo Russo, Presidente Commissione Agricoltura alla Camera Dott. Franco Manna Presidente VESEVO SPA cui fa capo la SEBETO Italia Dott. Paolo Masi Preside Facolta’ di Agraria di Napoli Dott. Francesco Giulio Crescimanno Presidente Sezione Sud-Ovest Accademia dei Georgofili Prof.ssa Stefania De Pascale, Responsabile del progetto per l’ateneo I relatori mostrano le tovagliette in distribuzione nei locali ROSSOPOMDORO e ANEMA E COZZE, con i temi tratti dalle 700 antiche tavole ortofrutticole recuperate proprio grazie al sostegno di SEBETO Italia e che saranno esposte nel Museo per essere finalmente condivise con tutta la comunità.
IL PROGETTO Il 2010 è stato proclamato dall’ONU “Anno Internazionale della Biodiversità” per sottoporre all’attenzione del mondo la questione dell’inesorabile impoverimento ambientale del pianeta, a seguito della distruzione degli ecosistemi e dell'erosione del patrimonio genetico. Tale patrimonio di “diversità” include molte specie di piante, di animali e di microrganismi, ma anche le differenze genetiche all’interno di ogni specie, cioè le varietà.
Da sempre attento alla salvaguardia del patrimonio agroalimentare italiano e in particolare campano, ROSSOPOMODORO, insegna del Gruppo SEBETO Italia, celebra l’anno della Biodiversità sostenendo il recupero di 700 tavole dipinte a mano e di grande valore artistico e culturale, che raffigurano le varietà di ortaggi e frutta presenti in Italia nel secolo scorso, di cui alcune ormai scomparse, testimonianza della storia agraria e alimentare della regione campana e del nostro Paese. Le tavole fanno parte di una preziosa collezione, unica per numerosità e contenuti, conservata negli archivi della Facoltà di Agraria dell’Università di Napoli Federico II e che rischiavano di deteriorarsi irreparabilmente a causa dell’usura del tempo. Oggi, grazie a ROSSOPOMODORO, le illustrazioni sono state riprese con fotocamera digitale, ridefinite con l’ausilio di programmi per il fotoritocco e catalogate. L’archivio elettronico potrà essere pubblicato sul web e i dipinti andranno ad arricchire il Museo della Biodiversità dell’ortofrutticoltura, che sarà allestito, con il contributo di ROSSOPOMODORO, nella stessa Facoltà di Agraria dell’Università di Napoli Federico II, affinché possano essere conosciuti e ammirati da tutti.
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cultura e natura incrementati da altri docenti, in particolare dal prof. Domenico Casella, titolare della cattedra di Arboricoltura, direttore dell'Istituto di Coltivazione Arboree della Facoltà di Agraria dell'Università di Napoli negli Anni ‘60, illustre studioso di ‘frutta antica’ e noto pomologo. A inizio 1800, il Conte Giorgio Gallesio riportò in dipinti e disegni ‘le varietà più squisite degli alberi da frutto coltivati in Italia’ in un’opera pomologica monumentale ‘La pomona italiana’. Era la prima e più importante raccolta di immagini e descrizioni di frutta al tempo in Italia. La raccolta messa in salvo oggi da ROSSOPOMODORO – conclude la prof.ssa De Pascale – si inserisce nel solco di Gallesio, rappresentando un lungo periodo della storia dell’ortofrutticoltura italiana”. “Cercavamo aiuti pubblici da anni, sollecitati anche dall’Accademia dei Georgofili di Firenze - dichiara la responsabile del progetto per l’Università di Napoli, prof.ssa Stefania De Pascale, docente di Sistemi Ortofloricoli e curatrice dell’archivio della Biodiversità dell’ortofrutticoltura dell’ateneo -. Grazie al contributo di ROSSOPOMODORO, potremo ammirare una grande raccolta di immagini sulla ‘ortofrutta antica’ attraverso la realizzazione di un’edizione elettronica e ipertestuale e, successivamente, attraverso l’allestimento di un Museo della Biodiversità dell’ortofrutticoltura presso la Facoltà di Agraria, destinato a preservare nel tempo un patrimonio unico della cultura scientifica del secolo scorso. Si tratta, infatti, di immagini molto accurate che costituiscono un’attenta rappresentazione del germoplasma ortofrutticolo italiano del ‘900 e, oltre ad avere un eccezionale valore documentario nella storia della nostra agricoltura, costituiscono un importante riferimento per coloro che guardano con attenzione alle ‘antiche varietà’, nell’intento di preservare il grande patrimonio varietale italiano dall’erosione genetica e di recuperare le varietà della nostra tradizione”.
Il Presidente del Gruppo SEBETO Italia, Franco Manna, spiega la decisione di sostenere l’iniziativa, denominata dall’azienda ‘Le Tavole di Natale’: “ROSSOPOMODORO ha l’obiettivo di conservare e rendere fruibili da tutti antiche conoscenze legate all’agricoltura e all’alimentazione. Un impegno che nei nostri locali realizziamo mettendo in tavola le eccellenze della tradizione gastronomica e dei prodotti campani, in gran parte Presidi Slow Food, e comunque sempre provenienti da una filiera controllata, che produce quasi in esclusiva per noi. Pertanto, quando siamo venuti a conoscenza del progetto della prof.ssa De Pascale, non potevamo che condividerlo pienamente e con entusiasmo”. Sottolinea il Presidente della SOI, Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana, prof. Paolo Inglese: “E’ davvero straordinario questo incontro tra l'impresa privata, fortemente impegnata nell'agroalimentare di qualità, e l'Università, con uno stesso obiettivo. Trovare imprenditori di tale sensibilità non è comune, soprattutto al Sud”. DIPINTI ChE RACCONTANO STORIE MILLENARIE
“Alla raccolta delle 700 tavole concorsero diversi disegnatori e pittori professionisti e dilettanti tra gli inizi del 1900 e il 1960. – spiega la docente. - Le illustrazioni avevano scopo didattico e di ricerca. Le prime 154 opere sono relative all’orticoltura. Le commissionò il prof. Francesco De Rosa, primo titolare della cattedra di Orticoltura istituita nel 1901 e tenuta dallo stesso De Rosa fino al 1927. La collezione fu successivamente incrementata da altri lavori durante il periodo di docenza del prof. Ferruccio Zago, che subentrò al prof. De Rosa dal gennaio 1928. Oltre 550 tavole sono, invece, relative alla frutticoltura. I disegni furono realizzati inizialmente sotto la guida del prof. Luigi Savastano, docente di Arboricoltura dal 1884 al 1910, e poi furono
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I soggetti delle tavole digitalizzate da ROSSOPOMODORO comprendono numerose specie già raffigurate a Pompei e varietà quasi scomparse. “Le 700 tavole – spiega la prof.ssa De Pascale - rappresentano l’agro/biodiversità in ortofrutticoltura da preservare nel tempo, per mantenerne la conoscenza per le generazioni future. Basti pensare che negli anni 1964-65, il prof. Domenico Casella, allora direttore dell'Istituto di Coltivazione Arboree della Facoltà di Agraria dell'Università
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cultura e natura di Napoli Federico II, in collaborazione con gli archeologi della Soprintendenza, studiò la frutta rappresentata negli affreschi di Pompei, contribuendo al riconoscimento di specie e varietà di frutta e ortaggi che erano già coltivate in provincia di Napoli nel 79 d.C. e fece riprodurre molti di questi affreschi in una delle stanze di quello che allora era l’Istituto di Coltivazioni Arboree (attuale Dipartimento di Arboricoltura, Botanica e Patologia vegetale), nota come sala Pompeiana. Tra le specie individuate, ad es., il limone antenato dei nostri limoni di Sorrento e di Amalfi, che fino a qualche decennio fa si pensava introdotto in Campania dagli Arabi nel XII sec. Di molti frutti esistevano già numerose varietà perché si tendeva a migliorare la qualità della specie. Del melo, ad es., sono state censite a Pompei tre varietà, tra le quali la “mela annurca” rappresentata negli affreschi e che Plinio chiama mala orcula in quanto coltivata in epoca romana intorno a Pozzuoli (Inferi: Orco, da cui Orcula – Annorcola – Annurca). Le albicocche, di cui l’area vesuviana è così ricca, costituivano nel 79 d.C. una
ticoltura campana ha pertanto una storia antica che andrebbe tu-
telala, perché per innovare e migliorare non si può prescindere da una accurata conoscenza del passato. E la nostra storia ci racconta che, entrando a Pompei, ci si accorgeva che le piante venivano coltivate anche su balconi e ballatoi, talvolta in maniera così fitta da dare, secondo Plinio il Vecchio, l’impressione di una foresta. I numerosi orti, che decoravano anche le case dei quartieri meno ricchi, erano utilizzati in modo molto sapiente e funzionale, a dimostrazione della perfetta integrazione dell’uomo del tempo nella natura e nel
importazione recente (una trentina d’anni prima) dall’Armenia ed erano vendute a caro prezzo in quanto specie esotica. Il pesco, l’albero da frutto di più antica introduzione, importato dalla Persia, era caratterizzato da un alto costo legato all’estrema
paesaggio. La dipendenza dal mondo vegetale era totale: cibo, tessuti, prodotti cosmetici e medicine, materie prime per le costruzioni. Oggi, troppo spesso, ci si dimentica che l’agricoltura è la fonte primaria dell’alimentazione e una buona alimentazione è alla base della qualità della vita e della salute umana. Inoltre, la storia dell’agricoltura, essendo connessa al bisogno fondamentale dell’umanità di nutrimento, è anche la storia dell’evoluzione tecnologica, ovvero dell’ingegno umano al servizio della sopravvivenza e non delle catene dei supermercati”.
deperibilità del prodotto. Del ciliegio, introdotto nel 74 a.C., particolarmente pregiata era ritenuta la ciliegia campana detta ‘duracina’ assimilabile alla varietà oggi chiamata “durone”. Tra gli ortaggi, i cavoli erano considerati i re delle verdure e ne erano coltivate parecchie varietà. La zucca e il cetriolo erano coltivati sin dai tempi più antichi (l’imperatore Tiberio era ghiotto di cetrioli che venivano coltivati in ceste dotate di ruote, che nei giorni freddi erano ritirate dentro strutture coperte di mica); carciofo, lattuga e indivia erano molto apprezzati. Sono stati ritrovati a Pompei anche alcuni semi di cocomero, frutto che appariva esclusivamente sulle mense imperiali. L’ortofrut-
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cultura e natura ROSSOPOMODORO, insegna della ristorazione servita al tavolo, specializzata nella cucina campana tradizionale, è un marchio del Gruppo SEBETO Italia controllato dalla holding VESEVO Spa. ROSSOPOMODORO nasce a Napoli, circa 11 anni fa, dall’esperienza dei tre fondatori, già aivi nel setore con altri marchi. Il primo ROSSOPOMODORO, fuori dalle mura della cità natale, è a Parma, dove giocava Fabio Cannavaro, che solo per quella locaion diventa socio/franchisee. Seguono poi le aperture di Milano e Roma, quindi, nel giro di poco tempo, ROSSOPOMODORO si diffonde in tuta Italia e all’estero. I puni vendita oggi sono 84 in Europa, Asia e Sudamerica; in gennaio ha aperto negli Stai Unii a Naples (Florida) e da agosto è anche a New York, dove la rivista Time Out New York ha classificato la pizza San Marzano di ROSSOPOMODORO tra i “100 best dishes and drinks”, i migliori 100 piai e drink, da gustare nella Grande Mela. Tui i locali sono in franchising, con un contrato vincolante riguardo la scelta delle materie prime. Le ricete ROSSOPOMODORO sono, infai, realizzate con materie prime selezionate dall’azienda e commercializzate con marchio ROSSOPOMODORO: sono prodoi rigorosamente genuini, in moli casi Presidi Slow Food o fornii in esclusiva per l’insegna, che iene al controllo totale della filiera e che è impegnata a tutelare prodoi rari e a rischio di esinzione. Fruta e verdura sono sempre di stagione. ROSSOPOMODORO può dichiarare di offrire la versione autenica della vera pizza napoletana, quella che ha otenuto dall’Unione Europea il marchio STG - specialità ipica garanita. I prodoi a marchio ROSSOPOMODORO sono disponibili anche per i clieni nei corner A’Puteca in tui i ristorani. Nel setore della ristorazione servita casual, dove il 97% dei locali è rappresentato da indipendeni, con marchi e insegne diverse e con esercizi spesso a conduzione familiare, ROSSOPOMODORO è senz’altro il leader del comparto. L’insegna reinventa la ‘vecchia’ pizzeria napoletana anche nell’ambientazione dei locali, dove gli arredi creano atmosfere ipiche, ma reinterpretate secondo un design atuale e d’autore, a parire dal forno a legna nell’esclusiva versione ‘Fornodoro’ brevetata da Riccardo Dalisi, arista presente in numerose collezioni private e nei più presigiosi Musei del mondo. Il recupero della tradizione, alla base dei menu, ispira anche l’uso di materiali naturali, sopratuto legno e rame. Paricolare cura è dedicata al rapporto con il cliente, che viene accolto in ogni ROSSOPOMODORO da un Diretore “padrone di casa”. La strategia di sviluppo ha visto l'apertura di circa 15 nuovi ristorani l'anno, una tendenza che negli ulimi tre ha portato ad una crescita tra il 22 e il 25% per anno del faturato, trascinato dalle nuove aperture, ma anche da una crescita like for like sui singoli puni vendita. Per il 2011/2015 si prevede di incrementare il trend di sviluppo. L’affiliato ROSSOPOMODORO solitamente è un cliente affascinato dall’esperienza e dalla forza del conceto. Atraverso la scuola di formazione interna di SEBETO Italia “Accademia dell’Eccellenza”, che si trova a Roma, segue un percorso di almeno tre mesi e alla fine, pur non avendo esperienze alle spalle, è nella condizione di poter gesire perfetamente un ristorante del Gruppo. A capo della Accademia dell’Eccellenza, dove viene formato anche il personale di ANEMA E COZZE, è Clelia Marino, alla guida dei progei di espansione di SEBETO Italia con i tre soci fin dalla prima ora. Il punto vendita ROSSOPOMODORO è selezionato in cità capoluogo di provincia, in strade o piazze non necessariamente principali, ma comunque frequentate, caraterizzate dalla presenza di uffici e zone commerciali, che garaniscono un discreto bacino di utenza. Si privilegia la possibilità di creare poli di eccellenza per l’intratenimento con aperture in prossimità di sale cinematografiche, teatri etc.
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E’ nata la prima pEn drivE uSb italiana complEtamEntE biodEgradabilE
Quibio.it presenta ufficialmente la prima pen drive usb italiana e completamente biodegradabile. Prodotta da Quiservice srl, l’azienda che gestisce le attività di Quibio.it, la Bio Pen Drive è il primo prodotto italiano del genere e unisce due aspetti fondamentali della nostra epoca: la tecnologia e l’attenzione verso le tematiche ambientali. La Bio Pen Drive è la prima chiave usb prodotta in Italia ricavata dal mais, ossia derivante dalla fermentazione dell’amido del granoturco e rappresenta un ulteriore passo avanti nel campo dello sviluppo sostenibile. Completamente biodegradabile, non inquina l’ambiente e anzi lo protegge: le molecole di glucosio presenti nelle fibre vegetali, infatti, fermentano diventando acido lattico che, dopo un processo di polimerizzazione, si trasforma in PLA, polimero che ha il doppio vantaggio di essere biodegradabile ma anche molto resistente quanto la plastica. Dopo l’utilizzo, il PLA viene sintetizzato dai microorganismi presenti in natura per essere poi trasformato in anidride carbonica e acqua. www.quibio.it un nuovo Sito pEr migliorarE la Qualità dEll’informazionE Pochi mesi fa è nato il primo polo editoriale italiano che adotta il modello di wikipedia: ognuno può contribuire a migliorare la qualità dell’informazione in piena libertà. Il sito offre a chiunque la possibilità: di poter disporre di una panoramica di tutti i principali mezzi di informazione italiani e stranieri; di poter accedere a tutti i contenuti del sito per poter usufruire di un’informazione il più possibile libera da condizionamenti politici o da interessi economico-finanziari; di pubblicare liberamente contenuti (notizie, opinioni, articoli, studi, interviste, testimonianze, casi emblematici) e di commentarli. Contenuti che possono consistere in contributi di servizio, di denuncia, di conoscenza, di stimolo alla crescita del paese, etc. I principi ispiratori che sono alla base dell’iniziativa vertono sul fatto che la “notizia” é patrimonio di tutti e quindi tutti sono chiamati a contribuire alla sua formazione e al suo controllo. www.siamotuttigiornalisti.org cEllulE Staminali: nuovi orizzonti di ricErca
Le cellule staminali sono cellule il cui destino non è ancora “deciso”. Possono originare vari tipi di cellule diverse, attraverso un processo denominato “differenziamento”. Nelle fasi iniziali dello sviluppo umano, le cellule staminali, situate nell’embrione, sono diverse da tutti i tipi di cellule esistenti nell’organismo, ovvero da quelle cerebrali, ossee, cardiache, muscolari, epidermiche... La possibilità di controllare lo spettacolare potere di queste cellule staminali embrionali, allo scopo di curare vari tipi di malattie, entusiasma gli studiosi. Per esempio, il morbo di Parkinson e l’Alzheimer sono il risultato di lesioni in gruppi determinati di cellule cerebrali. Con la realizzazione di un trapianto di cellule staminali derivate da un embrione alla parte del cervello colpita, gli scienziati sperano di sostituire la parte di tessuto cerebrale danneggiata. In un futuro prossimo, la ricerca sulle cellule staminali potrà rivoluzionare il modo di curare tante altre “malattie mortali” come l’ictus, il diabete, le malattie cardiache e, addirittura, le paralisi. Gli atteggiamenti verso l’uso di cellule staminali a fini di ricerca o di cure mediche variano da un paese all’altro. In Germania, per esempio, l’estrazione di cellule staminali da un embrione umano è considerata illegale, mentre in Gran Bretagna è perfettamente legale, ma le leggi in materia sono rigorose: gli scienziati britannici possono utilizzare embrioni umani a fini di ricerca fino a quattordici giorni dopo la fecondazione dell’ovulo. In questo momento, l’embrione è un insieme di cellule, grande più o meno come un quarto della testa di uno spillo (0,2 mm). In molti paesi non esistono ancora leggi esplicite atte a disciplinare la ricerca sulle cellule staminali umane. Essendo l’utilizzo di embrioni una questione di grande controversia in termini etici, gli scienziati di tutto il mondo cercano altre fonti di cellule staminali. Il tipo di cellule staminali che si trova nel midollo osseo degli adulti sembra essere una possibilità. Queste cellule staminali sono potenzialmente già capaci di differenziarsi in una gran varietà di globuli rossi nell’arco del ciclo vitale. In futuro, gli scienziati sperano di manipolare queste cellule staminali adulte affinché, invece di produrre soltanto globuli rossi, possano dare origine a cellule cerebrali, epatiche, cardiache e nervose. In Francia si continua la ricerca sulle cellule staminali embrionali visto che per questo tipo di terapia cellulare, procede sempre più velocemente la preparazione del primo esperimento sull’essere umano. Un gruppo di ricercatori ha come obiettivo quello di trattare l’insufficienza cardiaca mettendo nel cuore una pellicola di collagene colonizzato con cellule cardiache derivate da cellule ES (embrionali totipotenti). Sempre in Francia un gruppo di ricercatori ha scoperto che nel tessuto adiposo c’è una produzione di cellule staminali ematopoietiche (cellule che compongono il sangue)
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superiori a quelle del midollo osseo. Queste possono contribuire alla produzione dei mastociti, cellule la cui produzione è sempre più importante nella risposta del sistema immunitario essenzialmente nelle reazioni allergiche e infiammatorie. In America le autorità sanitarie hanno autorizzato GlaxoSmithKline(GSK) ad avviare esperimenti clinici per un vaccino umano contro l’influenza basandosi su una tecnologia che prevede l’estrazione di cellule staminali di origine aviaria; un procedimento più rapido rispetto a quello tradizionale di sviluppo che parte dalle uova embrionali. La commercializzazione è prevista per il 2015. La Food and Drug Administration ha autorizzato un’azienda americana ad avviare una sperimentazione clinica con una propria terapia a base di cellule staminali embrionali umane per curare un’alterazione irreversibile della vista dei bambini. La società italiana di medicina trasfusionale di immunoematologia si dichiara a favore della donazione del sangue estratto dal cordone ombelicale è invece contraria alla conservazione per uso privato. Ha specificato che quando il bambino si ammala ha bisogno di cellule staminali di un altro bambino sano, non delle proprie. (Fonte ADUC) lEd E lampadinE a baSSo conSumo EnErgEtico: QualE coSto pEr la SalutE? L’AFSSA (Agenzia francese per gli alimenti, l’ambiente e la sicurezza) ha effettuato uno studio sui possibili rischi derivanti dall’uso di particolari lampade Led (Lampade a basso consumo di energia e con alte prestazioni) a forte intensità e con una notevole componente blu della luce. Secondo tale studio l’effetto negativo sulla retina della componente blu della luce può provocare danni soprattutto ai bambini. Lo studio rileva anche il rischio di abbagliamento a causa della forte intensità (1000 volte superiore alla luce tradizionale) e direzionalità della luce stessa. L’Agenzia ha sconsigliato l’utilizzo di fonti di luce “blu” in luoghi frequentati dai bambini e ritiene che queste particolari lampade debbano essere usate solo professionalmente e in condizioni che permettano la sicurezza dei lavoratori. Entro settembre 2012 inoltre saranno messe al bando in tutta l’Unione Europea le lampadine a incandescenza per fare spazio a quelle a minor consumo energetico. Ma a quale costo? Le lampadine fluorescenti compatte -LFC-(note come lampadine a basso consumo energetico) possono infatti provocare invece ulteriori gravi danni a fasce di popolazione affette da patologie quali il Lupus, forme di dermatite o eczema, elettrosensitivita’, autismo, epilessia, emicrania, alcuni tipi di porfiria, e molte altre ancora che possono soffrire gravi e dolorose reazioni all’illuminazione a basso consumo. Queste beneamate lampadine, distribuite a destra e manca da associazioni ambientaliste e da fornitori di energia elettrica (già questo dovrebbe far pensare), presentano purtroppo tre principali problemi: le radiazioni elettromagnetiche emesse e dannose fino ad un metro di distanza, il mercurio, contenuto in una quantità che può variare dai 3 ai 5 mg e le radiazioni UV per le LFC senza il doppio guscio protettivo che emettono radiazioni UV-B e tracce di UV-C. E’ ben noto che questo tipo di radiazioni è dannoso per la pelle (i.e. tumore della pelle) e per gli occhi (i.e. cataratta). La luce migliore rimane la luce naturale, che potremmo sfruttare al massimo anche all’interno delle nostre abitazioni! Per il resto potremmo continuare ad usare le lampadine fluorescenti con maggiore coscienza e parsimonia, ricordandoci di smaltirle in modo corretto. Una vecchia lampada ad incandescenza se accesa con moderazione potrà darci sicuramente una luce più calda e gradevole. (Fonte ADUC)
conSigli utili pEr il riSparmio EnErgEtico dEl riScaldamEnto E dEll’acQua Con il freddo e le crisi energetiche arrivano anche maggiori spese per il riscaldamento e l’acqua calda. Come fare per ridurre al minimo gli sprechi e risparmiare? Ecco alcuni consigli utili. Gas per riscaldamento e cucina * Manutenzione annuale dell’impianto di riscaldamento. * Il termostato deve essere fissato su 20 gradi. * Abbassare le tapparelle quando fa buio e verificare la tenuta delle finestre. * I termosifoni non devono essere coperti o nascosti dietro tende o mobili. * Sfiatare l’impianto di riscaldamento. * Spegnere il riscaldamento un’ora prima di andare a letto. * Chiudere i termosifoni dove non serve (es. cucina) e/o dotarli di valvole termostatiche. * Regolare il forno di cucina su 180 gradi. * Non far debordare la fiamma oltre la base delle pentole. * Fare la doccia piuttosto che il bagno, chiudere l’acqua quando ci si insapona.
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Elettricita’ per illuminazione e riscaldamento dell’acqua * Effettuare i lavaggi con lavatrici e lavastoviglie a pieno carico e regolare il termostato a 40 gradi, pulire filtro e vaschette. * Istallare lo scaldabagno vicino al luogo di utilizzazione dell’acqua e regolare il termostato a 60 gradi d’inverno e 45 gradi d’estate. * Limitare l’uso dei lampadari e dei faretti. * Pulire le lampadine. * Nei pianerottoli, scale, negli androni e nelle cucine utilizzare lampade a risparmio. * Disporre i frigoriferi lontani dalle fonti di calore (cucina e termosifoni), regolare il termostato sulla posizione intermedia, riporre cibi già freddi, lasciare uno spazio di 10 cm tra frigo e parete, pulire annualmente la serpentina e controllare lo stato delle guarnizioni. * Spegnere completamente tv, hi-fi e registratore (risparmio di 46 milioni di euro/anno). * La luce indiretta rende meno e costa di più. * Guardare la televisione con una luce bassa e diffusa. * Spegnere la luce quando non serve. (Fonte ADUC) nuovE normE pEr l’agricoltura biologica Il 1° luglio 2010 sono entrate in vigore le nuove norme europee sull’etichettatura degli alimenti biologici, che prevedono anche l’uso del nuovo logo biologico europeo – la cosiddetta “eurofoglia” dovrà essere apposta sugli alimenti biologici confezionati prodotti negli Stati membri nel rispetto degli standard fissati. Accanto al logo europeo continueranno ad apparire altri marchi privati, regionali o nazionali, mentre il logo europeo sarà opzionale per i prodotti biologici non confezionati o importati. Le nuove norme in materia di etichettatura prevedono inoltre l’indicazione obbligatoria del luogo di coltivazione o allevamento degli ingredienti e il codice identificativo dell’ente responsabile dei controlli. Gli operatori del settore dispongono di un periodo di transizione di due anni per conformarsi alle nuove norme. Un’altra novità riguarda l’introduzione delle prime norme europee in materia di acquacoltura biologica. Le nuove norme riguardano anche l’acquacoltura biologica di pesci, molluschi e alghe e stabiliscono condizioni relative all’ambiente di produzione acquatico che devono essere rispettate in tutta l’UE, impongono la separazione di unità biologiche e non biologiche e indicano condizioni specifiche per il benessere degli animali, compresa la densità massima degli stock (un indicatore misurabile del benessere degli animali). Le norme impongono inoltre il rispetto della biodiversità, il divieto di indurre la riproduzione utilizzando ormoni artificiali e l’impiego di mangimi biologici integrati da prodotti ittici provenienti da attività di pesca gestite in modo sostenibile. Sono previste disposizioni specifiche per la produzione di molluschi bivalve e alghe. I primi cinque Stati membri in termini di produzione sono Regno Unito, Irlanda, Ungheria, Grecia e Francia, mentre la specie più allevata è il salmone. Sul sito europeo per l’agricoltura biologica sono disponibili ulteriori informazioni sulle nuove norme: www.organic-farming.europa.eu
inQuinamEnto: lE auto ElEttrichE Sono davvEro coSi’ utili? Le auto elettriche sono state progettate appositamente per muoversi in città e per le strade suburbane, sono silenziose e facili da guidare, possono essere tranquillamente caricate a casa. Ma sono davvero così utili? Nonostante l’eleganza e la guidabilità le avvicini alle auto convenzionali, quelle a zero emissioni presentano alcuni svantaggi. Innanzitutto il rifornimento di energia. L’autonomia dell’auto elettrica è limitata e per i viaggi lunghi, come nel caso degli spostamenti che avvengono durante le vacanze, si prevedono problemi nella percorrenza di lunghe distanze. E il treno o altri mezzi non sembrano valide alternative, soprattutto se si è alle prese con bagagli e in compagnia di altre persone. Si tratta solo dell’1% degli spostamenti, certo. E’ su questo infatti che fanno leva i venditori, ma si tratta pur sempre di un limite non sottovalutabile. Soprattutto se consideriamo che il rifornimento può essere problematico anche nel caso dell’altro 99% degli spostamenti. In una notte fredda e umida, quando molti impianti elettrici sono accesi, una macchina elettrica piena di passeggeri e bagagli, si può perdere un terzo della sua autonomia. Sono in arrivo microvetture a soli due posti con un autonomia di soli 50 km per ridurre i tempi di ricarica, ma non sembrano essere affatto attraenti. Un auto alimentata col carburante è difficile da battere. Sovvenzioni inefficaci. In molti paesi sono previsti incentivi per l’acquisto di auto elettriche, 5.000 sterline in Gran Bretagna, e fino a 7.500 dollari in America. Ma sono gli stessi produttori a considerare questo un buon metodo per riCN n. 3 2011
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durre l’emissione di anidride carbonica nell’aria. I biocarburanti producono emissioni molto più pulite di quelle della benzina, ma tardano ad entrare sul mercato. E c’è da considerare le emissioni che derivano per via indiretta dalla circolazione delle auto elettriche, le emissioni che derivano dalla produzione di quella energia che fa muovere le piccole vetture. Un’auto elettrica in Gran Bretagna, ad esempio, produce solo il 20% di emissioni in meno di un’auto a benzina, e, per di più, è molto più costosa la sua produzione. E’ scettico Richard Pike, della Royal Society of Chemistry. Secondo Pike sostituendo tutte le vetture della Gran Bretagna sovvenzionando l’acquisto di quelle elettriche ci sarebbe un costo da sostenere per le casse pubbliche di 150 miliardi di sterline col risultato di ridurre le emissioni di un piccolo 2%. Con gli stessi soldi la Gran Bretagna potrebbe sostituire tutta la sua rete di energia con celle solari e ridurre le emissioni di un terzo. L’unico modo efficiente per ridurre le emissioni sembra essere imporre una carbon tax. Se davvero le auto elettriche sono un buon metodo per ridurre le emissioni una carbon tax dovrebbe dare loro la possibilità di decollare. Le tasse non sono popolari come sovvenzioni, ma i sussidi quasi sempre si rivelano come uno spreco di risorse pubbliche. E in questo periodo sprecare risorse nel settore automobilistico sembra una scelta davvero sciocca! (The Economist October 9th 2010) addio allE buStE di plaStica SEnza iStruzioni: alti i coSti dEllE buStE EcologichE 250 miliardi di microframmenti di plastica contaminano il Mediterraneo, rifiuti minuscoli ingoiati dal plancton che, a sua volta, viene mangiato dai pesci che potrebbero poi finire nei nostri piatti. A livello mondiale si è aperto da tempo un fronte nell'emergenza inquinamento: i rifiuti di plastica (centinaia di milioni di tonnellate) finiti a galleggiare in fondo agli oceani in tutto il mondo, rilasciano sostanze tossiche in grado di danneggiare seriamente la vita in fondo al mare. E' l'allarme lanciato da uno studio condotto dalla più grande università del Giappone, la Nihon University, che per la prima volta associa le buste di plastica non solo al rischio di soffocamento per gli animali che le ingeriscono, ma anche alla possibilità concreta del lento rilascio di sostanze tossiche in mare. La plastica si decompone nel mare emettendo una serie di sostanze chimiche, come il bisfenolo A e sostanze a base di polistirolo (PS), che non si trovano in natura. In particolare il bisfenolo A è già noto per causare uno squilibrio del sistema ormonale degli animali. Inoltre, la plastica in mare rilascia monomeri cancerogeni. Ben venga, quindi, il bando per le buste di plastica dal 1 gennaio di quest'anno, arrivato dopo l'ennesima proroga. Se ai consumatori verranno spiegati i motivi di tale decisione saranno ben contenti di rinunciare alle buste di plastica per tornare (cioè per andare avanti) a quelle di tela o ai carrelli. Addio quindi alle shopper, ma solo virtualmente! I negozianti infatti potranno esaurire le scorte, senza però far pagare i sacchetti ai clienti. Occhio allo scontrino: non dovrà più comparire la voce "Shopper". Il ministero dell'Ambiente e quello dello Sviluppo economico hanno già annunciato che saranno effettuati controlli per verificare "il rigoroso rispetto della normativa". I negozi potranno dare ai clienti il sacchetto di plastica della spesa ancora per qualche mese. I supermercati avranno tempo fino al 30 aprile, le grandi strutture fino al 31 agosto e i negozi minori ancora per un anno, fino al 31 dicembre 2011. I clienti, invece, potranno riusare lo stesso sacchetto di plastica portandolo da casa. Vengono banditi tutti i sacchetti non rispondenti ai criteri fissati dalla norma tecnica comunitaria EN 13432. Lo stop alle shopper di plastica consentirà di mettere al bando le buste realizzate in polietilene, un materiale i cui tempi di degradazione vanno dai cento ai mille anni. Via libera a tutti i materiali biodegradabili. Uno dei brevetti è italiano: si tratta delle shopper realizzate con l'amido. «Le buste biodegradabili, brevettate da un'azienda di Novara e prodotte ad oggi in 200mila tonnellate a Terni consentono il riutilizzo per più volte, reggono differenze termiche fino a 50 gradi, e quelle di ultima generazione sono così impermeabili da superare anche la prova-pioggia! Tuttavia, dopo circa sei mesi, sono a rischio strappo. «La normativa non lo prevede al momento ma sulle buste biodegradabili andrebbero indicate data di fabbricazione e di scadenza, per garantire il consumatore, che tenderà a riutilizzarle. Incertezza delle imprese e dei consumatori sulla messa al bando dei sacchetti di plastica per la spesa. Il cosiddetto "milleproroghe" non sembra parlare della questione dei sacchetti non biodegradabili, lasciando in sospeso la messa al bando che in teoria dovrebbe partire dal 1° gennaio. Non ci sono i decreti applicativi, non le norme tecniche. Non le sanzioni. Non c'è alcun criterio per stabilire che cosa è biodegradabile e che cosa no: dal punto di vista tecnico, perfino il sacchetto di plastica è biodegradabile, ma con tempi decisamente lunghi. Non ci sono state le sperimentazioni per le quali era stato stanziato un miliardo di euro. Ci sono dubbi sui sacchetti d'importazione, come aveva detto anche l'Unione Europea quando aveva bocciato una normativa simile introdotta dalla
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Francia. Così negozianti, consumatori e produttori di sacchetti di plastica e di carta sono incerti su quello che potrà accadere. Che cosa faranno i supermercati? Come consegneranno i prodotti i farmacisti, i lattai, i fruttivendoli e tutti gli altri negozianti? Potrebbe essere un cambiamento forte nelle abitudini di tutti gli italiani. Oppure potrebbe non accadere niente. I vantaggi per l'ambiente sono altrettanto ambigui: secondo le ricerche condotte in Francia, i sacchetti biodegradabili hanno il vantaggio che si dissolvono senza lasciare traccia, mentre quelli di plastica tradizionale hanno il vantaggio di essere inerti e stabili, senza rilasciare nulla nell'ambiente. Però quando sono gettati senza criterio sono orrendi, e in mare possono nuocere ai cetacei come delfini, orche e balene, che li scambiano per cibo. Se non ci saranno i sacchetti di plastica della spesa – questo è certo – i cittadini avranno una risorsa in meno per racchiudere la spazzatura, uno dei modi più comuni di riusarli. Invece di ricorrere al riuso, compreranno al supermercato i sacchetti neri da immondizia, che sono usa-e-getta. I sacchetti biodegradabili (di carta o delle tecnoplastiche come il mater bi, un ritrovato tutto italiano che piace nel mondo) non si prestano all'immondizia generica, poiché si rompono e si aprono con facilità. Quattro anni fa, governo Prodi, il parlamento aveva deciso dal 2010 il divieto progressivo di usare i sacchi per "l'asporto di merci" di materiale non biodegradabile. La transizione sarebbe anticipata da decreti attuativi (mai decretati). Così nel dicembre 2009 si decise di rimandare di un anno una norma inapplicabile. Inapplicabile un anno fa, e inapplicabile oggi. Secondo la Federazione gomma plastica, che raccoglie i produttori di manufatti come i sacchetti, in Italia si usano "shopper" per 200mila tonnellate, con un fatturato sugli 800 milioni di euro e 4mila dipendenti impegnati in un centinaio di fabbriche. I sacchetti di plastica «vantano quantità riciclate pari a circa 65mila tonnellate» e – osservano i produttori – i costi stimati per cambiare i macchinari e adeguarli alla plastica biodegradabile «sono mediamente pari a 30-50mila euro per impianto, in relazione alla dimensione». Perplesse anche le catene di supermercati, come fa osservare la Federdistribuzione, che ricorda come «in questo quadro di riferimento confuso appare irrealistica l'abolizione dei sacchetti di plastica dall'inizio del prossimo anno, senza che questa decisione generi caos e si rifletta in minor servizio al consumatore». Le catene di supermercati, sia chiaro, sono prontissime a cambiare il tipo di sacchetti, come fanno già alcuni colossi, ma chiedono certezza per sé, per i loro fornitori e soprattutto per i clienti. Nessun limite quindi alle buste di carta oppure ai sacchetti di acido polilattico o soprattutto di mater bi con plastica all'amido. Ma ci domandiamo perchè i nuovi sacchetti ecologici devono costare così cari. Alcuni negozi li vendono anche a 10 centesimi l'uno. Il motivo lo conosciamo ed è l'abituale speculazione che i commercianti fanno su un prodotto che, in quanto molto pubblicizzato, è più richiesto dai consumatori. I commercianti speculino pure come credono, ma è bene che sappiano che oggi il consumatore è un cittadino consapevole e informato che di fronte all’inutile speculazione, non solo può portarsi la borsa da casa, ma anche decidere di fare spese altrove che non nei negozi! Fonte: Il Sole 24 ore – Aduc.
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primavEra Slow 2011: vivi la natura con guSto parco del delta del po Emilia-romagna dal 26 marzo al 5 giugno 201.
brianza film corto EdizionE 2011 .
11 weekend con eventi speciali capaci di regalare emozioni uniche all'insegna della scoperta della natura e dei sapori del Delta emiliano-romagnolo. Escursioni, fotografia, degustazioni, birdwatching, gite in barca, biciclettate, passeggiate a cavallo, golf e sport ecosostenibili. Molti gli appuntamenti di questa edizione, tra cui: ● 26-27 marzo e il 2-3 aprile “Green Days: Ravenna profuma di Parco e... di tartufo”; ●1° maggio, nella Pineta di Classe, in occasione della Sagra del Tartufo di Pineta ed in Piazza Garibaldi nel centro di Ravenna;
Moni Ovadia, attraverso un breve monologo in video, registrat, presenta la nuova edizione del festival che si concluderà il 7 ottobre 2011 al Binario 7 di Monza. L’acqua come bene pubblico è il tema della terza edizione del festival . L'acqua - spiega Moni Ovadia - fonte di vita, bene primario universale, non sia privatizzata. Per questo dobbiamo opporci, con la rete, i social networks ed ogni mezzo di comunicazione, al mercantilismo che vuole ridurre tutto a merce". Per conoscere il regolamento e partecipare al Brianza Film Corto (iscrizione gratuita): www.brianzafilmcorto.it entro il 1 giugno 2011.
● 29 aprile al 1° maggio weekend speciale “Comacchio: emozioni tra valli e mare” , con iniziative speciali, escursioni, workshop, mostre di fotografia e molte altre attività; ●7-8 maggio e il 14-15 maggio verranno proposti nuovi itinerari lungo il Po di Volano con lo speciale “Navigare e pedalare è speciale”.
l'albEro dElla vita l’EvoluzionE attravErSo gli occhi di charlES darwin
btobio EXpo: “2010, tavola SEmprE più bio” Milano 8-11 MAGGIO 2011 L’importante appuntamento del mercato biologico si svolge in contemporanea e sinergia con TuttoFood, la rassegna B2B dell'agroalimentare. Il bilancio 2010 dei consumi alimentari biologici in Italia conferma la crescita continua di un comparto che vale circa 3 miliardi di Euro, conta più di 48 mila addetti, è il primo esportatore al mondo (circa 900 milioni di Euro), tra i primi Paesi al mondo per superficie coltivata bio (oltre 1milione e 100mila ettari), è ai vertici per numero di aziende votate al bio e per la produzione di ortaggi, cereali, agrumi, uva, olive bio. Anche i ristoranti con menù biologico sono aumentati del 24% (da 199 a 246), gli agriturismi bio dell’11% (da 1178 a 1302), le mense scolastiche del 10% (da 791 a 872) e i negozi di alimenti bio, passati da 1132 a 1163.
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Gorizia, Palazzo Attems Petzenstein, 12 febbraio – 19 giugno 2011 Per la prima volta in Friuli Venezia Giulia una grande esposizione per scoprire l’evoluzione attraverso gli occhi di Charles Darwin e conoscere gli antenati delle bellissime forme di vita presenti oggi sul nostro pianeta. La mostra intreccia i linguaggi della storia, della filosofia e della scienza per accompagnarci sulle tracce dell'avventura di Darwin: un viaggio attorno al mondo a bordo del brigantino Beagle, ma anche un avvincente viaggio della mente, animato dalla curiosità. Informazioni:www.alberodellavitadarwin.orgTelefono: 0481 547541/ 547499
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right/rightS viaggio tra i diritti milano, 1/8/ 20 aprile 2011
a SpolEto pEr rivivErE i faSti dEl fEStival dEi 2mondi .
Dal 25 giugno prossimo in occasione dell’apertura della 54esima edizione del Festival dei 2Mondi la Fondazione Monini regalerà a coloro che visiteranno la splendida Spoleto una ragione in più per innamorarsi della cittadina umbra e della sua storia, attraverso un viaggio nelle 53 edizioni della kermesse artistica creata e diretta a lungo dal Maestro Gian Carlo Menotti, ed attualmente sotto la direzione artistica di Giorgio Ferrara. Grazie alla Fondazione Monini, infatti, la casa del maestro, sita in Piazza del Duomo, diverrà la sede del Centro Documentazione del Festival dei 2Mondi e permetterà di scoprire il patrimonio di testimonianze, immagini e memorabilia legati agli spettacoli r a p - presentati e agli artisti che si sono esibiti negli oltre cinquant’anni del Festival.
I diritti delle donne, i diritti dei migranti, i diritti del lavoro, il diritto all’amore, alla cultura, alla dignità e alla felicità. Un viaggio intenso e profondo, attraverso spettacoli, narrazioni, dibattiti che con linguaggio nuovo e avvincente. Ingresso 10 euro. ●Venerdì 1 aprile ore 21 PETROLIO, CAMBIAMO DI NUOVO VITA ●Venerdì 8 aprile ore 18.30 e ore 21.00 Il mare di mezzo, presentazione del libro di Gabriele Del Grande, giornalista e curatore del blog http://fortresseurope.blogspot.com/ Un'esplorazione sulle due sponde del Mare Mediterraneo lungo le rotte dei viaggiatori che cercano un futuro alla mercè di mercanti di esseri umani Intervengono gli operatori del Centro diurno Belleville che lavorano con i giovani migranti homeless ●Mercoledì 20 aprile Ore 21.00 Nome di battaglia Lia Testo e regia di Renato Sarti Con Marta Marangoni, Rossana Mola, Renato Sarti Musiche di Carlo Boccadoro. Una storia milanese, una storia di donne, una storia partigiana.
moStra di radio d’Epoca “l’ha Scritto la radio…” Roma, 15 aprile – 14 maggio 2011 “L’ha scritto la radio…” è una mostra dedicata alle radio d’epoca che l’AIRE, Associazione Italiana Radio d’Epoca – Gruppo locale di Roma & Lazio, propone alla Casa della Memoria e della Storia di Roma dal 15 aprile al 14 maggio 2011. La sezione più ampia dell’esposizione è riservata alle radio d’epoca del periodo 1920-1950 mentre altre due parti sono dedicate rispettivamente alle riproduzioni di apparecchiature scientifiche (1800-1900), che segnarono le tappe fondamentali della scoperta della radio, ed alla storia della spedizione al Polo Nord del Dirigibile Italia (1928) con le riproduzioni delle radio di bordo. Una piccola, ma speciale, appendice è costituita da una coppia di trasmettitori del padre della Radio, Guglielmo Marconi.
italian pv Summit 3° EdizionE Verona, 2-3 maggio 2011 Conferenza sul futuro del mercato fotovoltaico, a livello sia globale sia nazionale. In pochissimi anni il fotovoltaico ha profondamente mutato natura. Si è passati dal percepire il fotovoltaico come un impianto tecnologico da progettare e costruire su misura a una commodity, cioè un bene fortemente standardizzato e commercializzato a piena scala mondiale Per maggiori informazioni sull’evento: www.italianpvsummit.com
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