Andragogia: principi generali

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ELEMENTI DI EDUCAZIONE DEGLI ADULTI: PRINCIPI GENERALI


Obiettivi della risorsa di apprendimento

Conoscere i modelli e gli strumenti didattici da utilizzare in e oltre l’aula

La formazione degli adulti: principi generali • Approccio tradizionale • Dispositivi metodologici oltre l’aula

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Principi generali

Il lavoro con gli adulti presuppone un’attenzione educativa che abbia come presupposto di fondo il rispetto dell’autonomia e della capacità autoformativa e decisionale del soggetto.

Tutti i tipi di formazione che favoriscono la passività, la delega e che pongono l’adulto in uno stato di dipendenza sono scarsamente efficaci e si definiscono con il termine formazione apparente

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Coerenza tra obiettivi e strumenti

REGOLA GENERALE PER L’UTILIZZO DEI DISPOSITIVI DIDATTICI

Rispetto a queste aree esistono metodi e tecniche privilegiati, ossia più adatti per arrivare all’obiettivo nel modo più diretto possibile

Sceglierli in relazione agli obiettivi che si intendono raggiungere per operare un cambiamento

Cognitivo

Personale

Operativo

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L’approccio tradizionale: strumenti didattici per la conoscenza

OBIETTIVO DIDATTICO Trasmissione di conoscenze teoriche e/o pratiche in forma strutturata

LEZIONE

Per raggiungere questo obiettivo, relativo all’area cognitiva, l’approccio tradizionale utilizza prevalentemente 3 tipi di strumenti di dattici

ESERCITAZIONE NOZIONISTICA ESERCITAZIONE ADDESTRATIVA

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La lezione

Si individuano 4 sequenze di successione logica per quanto riguarda la presentazione degli argomenti: • Percorso deduttivo • Premessa iniziale: scopo della lezione e presentazione del tema • Principi generali della teoria • Sviluppo degli argomenti • Conseguenze pratiche, esempi concreti, casi

Percorso induttivo • • • •

• •

Caso particolare o situazione specifica Riflessioni su possibili spiegazioni e conseguenze Formalizzazione delle conseguenze in concetti teorici Applicazione in altri casi concreti

Percorso per problemi Percorso storico-temporale

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Percorso deduttivo e induttivo a confronto Percorso deduttivo Adatto per:

Rischi:

Trasmettere definizioni

No comprensibilitĂ della parte iniziale

Trasmettere informazioni in tempi brevi

I partecipanti potrebbero annoiarsi

Lezioni di approfondimento per addetti

Scarso coinvolgimento dei partecipanti

Veicolare una sensazione di competenza

Linguaggio e taglio tecnici

Percorso induttivo Adatto per:

Rischi:

Spiegare concetti complessi

Banalizzare (esempi iniziali di introduzione al tempa troppo semplici)

Pubblico neofita che affronta quel tipo di argomento per la prima volta

Tempi lunghi: le prime due fasi se svolte seriamente richiedono parecchio lavoro 7


Percorso per problemi

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Domande/Stimoli iniziali

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Perché è importante/utile conoscere l’argomento

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Ripresa di ogni domanda con lo sviluppo dei concetti più significativi per trovare una risposta

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Implicanze, conseguenze nella propria professione

Adatto per:

Rischi:

Collocare fin da subito alcuni concetti teorici all’interno di un contesto di utilizzabilità e di impiego

Non cogliere gli stimoli/domande iniziali coerenti con gli interessi dei partecipanti

Pubblico neofita e abituato professionalmente ad un pensiero pratico

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Percorso storico-temporale

Un avvenimento

Adatto per:

Rischi:

Argomenti che si prestano ad essere trattati secondo una sequenzialità

Eccessiva analiticità del formatore Comprensibilità e memorizzazione da parte dei partecipanti

ESPOSIZIONE DELE TAPPE STORICHE IN CUI SI E’ SVILUPPATO L’iter procedurale di un determinato flusso

Le fasi di processo di un determinato ciclo

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Le esercitazioni nozionistiche

Comprendono test e questionari, strumenti da utilizzare con attenzione nella formazione degli adulti a scopo di rinforzo delle conoscenze e non con finalità valutative Caratteristiche: •Non troppo lunghi, meglio brevi su singole lezioni •Essere compilati individualmente ma in aula con la possibilità di consultare testi, appunti •Non essere ritirati e corretti dal docente, ma commentati in aula per fissare i contenuti

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Esercitazioni addestrative

Lo scopo di queste esercitazioni è di far acquisire capacità per svolgere in modo operativo un’attività, manuale o intellettuale Elementi da considerare: Il grado di difficoltà: non devono essere né troppo facili, né troppo difficili. Se ci sono livelli di preparazione diversi meglio diversificarle L’alternanza tra teoria e pratica: breve esposizione iniziale, dimostrazione pratica, sperimentazione L’uso del metodo induttivo: far iniziare direttamente il gruppo e poi riflettere sulla procedura. Da usare con persone disponibili a mettersi in gioco e se non c’è pericolo nell’uso delle attrezzature

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Dispositivi metodologici oltre l’aula

IL CICLO ESPERENZIALE Analisi Definizioni Obiettivi

Problem Solving Attività strutturata

Questi dispositivi metodologici nascono, nell’ambito della formazione degli adulti, per rispondere ad una esigenza organizzativa di utilità visibile dell’azione formativa

In seguito all’azione formativa, una volta che i partecipanti riprendono a svolgere il loro lavoro, è importante che si producano cambiamenti migliorativi, altrimenti l’apprendimento si estingue rapidamente e l’attività svolta si rivela scarsamente efficace

Piani d’azione

Azienda

Si sono ideati quindi metodi, tecniche, strumenti che, a partire dall’agire concreto, si propongono di sviluppare apprendimenti coniugando l’esperienza con l’analisi e la razionalizzazione di modelli di comportamento efficaci che, in quanto esplicitati e focalizzati, si trasformano in apprendimento individuale e collettivo trasferibile e applicabile in azienda Questi dispositivi si basano sul presupposto dell’”imparare facendo” e prendono avvio da esperienze concrete legate ai compiti e alle responsabilità lavorative proponendosi di raggiungere la seguente finalità: •A partire da esperienze concrete e da attività di gruppo, aiutare gli adulti a ripensare e a riflettere sui propri comportamenti, individuando elementi utili e trasferibili nel contesto lavorativo

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Metodologie: l’action learning

Presupposto di fondo dell’Action learning: non esiste apprendimento senza azione concreta, né azione intenzionale senza apprendimento L’Action learning si realizza alternando, fase per fase, momenti di operatività a momenti di riflessione per razionalizzare, socializzare, “solidificare” l’apprendimento ricavabile dall’esperienza pratica effettuata individualmente, in gruppi, collettivamente. L’action learning è alla base di pratiche utili per facilitare l’apprendimento sul lavoro come: •il tutoring •il mentoring •il coaching

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Il project work

E’ un dispositivo didattico tipicamente applicativo, finalizzato a far sperimentare al partecipante, in situazione di lavoro, conoscenze, abilità, competenze, acquisite durante il percorso formativo. Esiste un linguaggio d’aula più teorico, e uno lavorativo più pratico: il project work può essere utilizzato come “ponte” tra questi due linguaggi attraverso una sperimentazione attiva e strutturata Il project work si applica quindi a contesti e a problemi reali e consiste in un’attività di analisi di una problematica aziendale che viene affrontata mettendo a punto un progetto strutturato di intervento

Le fasi: •descrizione della situazione in cui sono indicate le condizioni di lavoro e il problema da affrontare •elaborazione del progetto, come risposta al problema posto, guidata da alcuni scaffold: obiettivi, attività, tempi, spazi, strumenti, modalità di verifica e valutazione •riflessione metacognitiva sulle strategie progettuali 14


L’Outdoor training

Fare formazione outdoor significa far vivere ai partecipanti situazioni reali concrete, realizzate in sessioni prolungate in mezzo alla natura (bosco, montagna, torrente, barca,..) in condizioni ambientali difficili e poco confortevoli, assumendo l’idea che “imparare a cavarsela” in queste situazioni insegni a fare altrettanto in situazioni aziendali. Lo scopo è quello di sperimentare il controllo del proprio coinvolgimento emotivo e la capacità di risolvere i problemi magari in gruppo e aiutandosi reciprocamente, come si dovrebbe fare anche nelle situazioni di lavoro

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La formazione a distanza

• •

L’evoluzione tecnologica accompagna i cambiamenti dei modi di apprendere. Attraverso la tecnologia digitale e telematica le pratiche di costruzione dei saperi cambiano passando da una modalità logica, lineare, consequenziale (lezioni, testi) ad una forma aperta, flessibile, asincrona, modulare, ipertestuale senza un nucleo centrale perché è policentrica, i testi sono plurimediali, il soggetto può seguire diverse “piste” di apprendimento.

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Si distinguono 3 modelli di FaD

Fad di prima generazione

Fad di seconda generazione

Fad di terza generazione

Basati sull’autoistruzione con distribuzione di materiali di studio via posta

Basati sull’uso integrato di tecnologie e linguaggi con distribuzione di materiali multi e ipermediali via posta o telematica

L’apprendimento è personalizzato, modulare e flessibile, realizzato mediante ambienti integrati di formazione

In questi sistemi l’interazione è unilaterale, lo scambio interattivo è inesistente o ininfluente ai fini del percorso formativo

Questi sistemi garantiscono l’assistenza telefonica o via mail ma l’interazione è ancora scarsa

In questi sistemi l’interazione è circolare, lo scambio avviene tra partecipanti e con il docente/tutor attraverso forum, chat, blog, diari di bordo telematici

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Il blended learning

Il soggetto in apprendimento si motiva se si sente coinvolto e responsabilizzato rispetto ad un progetto formativo che lo riguarda

Per questo si sono sperimentate modalità formative blended learning che si svolgono in parte a distanza e in parte in presenza con l’obiettivo di creare community di apprendimento nelle quali l’adulto può confrontarsi, avvalersi delle potenzialità del gruppo, contribuire al suo ulteriore sviluppo

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ESERCITAZIONE

Pensi alla sua esperienza di formatore e prenda in esame i dispositivi oltre l’aula che sono stati presentati Ha già sperimentato, in veste di partecipante alcuni di questi dispositivi? • action learning (o forme tipo tutoring, coaching, mentoring) • project work • outdoor training • FaD

Provi a elencarne, sulla base della sua esperienza, potenzialità e limiti (individua motivazioni di vario genere: didattiche, organizzative, relazionali, temporali)

Pensa di poter utilizzare con i suoi utenti alcuni di questi dispositivi? Quali e perché?

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APPROFONDIMENTI

Formazione a distanza (video): http://bit.ly/formazione_distanza Formazione a distanza – eLearning (video): http://bit.ly/e_learning_formazione Nativo digitale: http://it.wikipedia.org/wiki/Nativo_digitale Project work: http://bit.ly/projectwork_definizione


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