graphic storytelling

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Sismocultura: complesso di successivi movimenti, azioni, a carattere culturale, della durata da pochi giorni ad alcuni mesi e/o persistenti nel corso degli anni, che investono una porzione più o meno ampia della superficie di un territorio, provocati dal contemporaneo agire di onde cerebrali (le idee) e concretizzazioni fisiche (i fatti) che si originano in seguito a un improvviso sommovimento di masse di soggetti attivi (ricercatori, artisti, studenti, gente comune) in un punto del contesto territoriale investito, e si manifestano con particolare intensità e con effetti virtuosi e di sviluppo sulla superficie attorno all’epicento (n.d.r. nel caso specifico il comune di Auletta). Nel termine vengono comprese anche le scosse preliminari che talora lo precedono (interventi di ricerca/azione preliminari) e le numerose altre dette scosse susseguenti (processi di partecipazione e condivisione locale) determinate da fenomeni di assestamento che seguono l’episodio principale.

Propagandosi dall’epicentro le onde sismoculturali provocano una serie di scosse superficiali (azioni di disseminazione degli interventi culturali posti in essere in Auletta) a carattere sussultorio (microprogetti in altri comuni/aree del più vasto contesto territoriale d’appartenenza) o ondulatorio (messa in rete con l’epicentro Auletta delle altre porzioni di territorio oggetto d’interventi sismoculturali) che talora, combinandosi, determinano anche movimenti vorticosi (azioni di guerrilla marketing per la pubblicizzazione su scala regionale e nazionale del modello alternativo di gestione dello spazio storico-pubblico-urbano di Auletta e del suo graduale tramutarsi in T.P.C.L. Territorio patrimonio culturale locale). Per la creazione, la diffusione e la valutazione dell’intensità delle scosse culturali, è richiesto l’attivo coinvolgimento di intelligenze esterne/interne al contesto territoriale e di portatori di cultura ed interessi locali, i quali, debitamente formati a pratiche e linguaggi partecipativi, vengono elaborando quelle scale sismiche (gruppi di conduzione/valutazione delle azioni poste in essere) basate sull’osservazione sul campo, in locale, interdisciplinare, non gerarchica, degli effetti prodotti dalle onde sismoculturali attivate sul territorio.


Non possono più sussistere iniziative di valorizzazione territoriale finalizzate alla mera tutela vincolistica del patrimonio culturale e paesaggistico posseduto e che non prevedano, fin dalla loro fase progettuale preliminare, anche gli strumenti e gli interventi necessari a rimborsare i costi pubblici di “startup” sostenuti, favorire la creazione di futura nuova ricchezza da investire nella gestione ordinaria del sistema di beni valorizzato, prevedere e monitorare la ricaduta in termini socioculturali ed economici per la comunità del territorio target. Un progetto di riqualificazione/valorizzazione/trasformazione qualitativamente elevato ed economicamente efficace dovrebbe dunque, per quel che è la nostra visione delle cose: essere progettato a partire da un conoscenza scientificamente definita dell’identità storico-culturale del contesto territoriale target; essere fondato sul coinvolgimento attivo di tutti gli attori del processo: residenti locali, istituzioni pubbliche, operatori economici privati, risorse esterne al territorio; essere animato dal sapiente equilibrio di tutte le diverse azioni utili: tutela, gestione, riconversione, promozione.


Per chi pianifica e progetta nuove visioni future di un territorio, di una città, o solo di una porzione di essi, esiste uno straordinario “strumento” a disposizione ed in grado di offrire un valido contributo nel tramutare le criticità in condizioni favorevoli e positive; uno strumento a costo zero, sempre localmente disponibile, troppo ancora sottovalutato e poco utilizzato ma dallo straordinario carattere democratico: la partecipazione delle popolazioni locali. Indagare il vissuto rispetto al patrimonio di beni posseduto, monitorare i molteplici bisogni esistenti, progettare il coinvolgimento diretto nella tutela e gestione del patrimonio territoriale, condividere pubblicamente le azioni e le strategie da intraprendere, sono questi i principali fattori in grado di innalzare significativamente le possibilità di successo di un progetto come quello per Auletta.


Ogni spazio ha la sua storia, ogni luogo la sua identità, conoscerla è preambolo indispensabile di qualunque intervento o politica territoriale. Ma a stratificarsi nel corso del tempo, sostanziando così l’identità di un luogo e delle persone che lo abitano, non sono solo gli elementi materiali (edifici, strade, piazze, mura, ecc.), sono anche gli elementi immateriali, un insieme di ritualità del quotidiano, simbologie urbane e rurali, memorie di comunità, tradizioni popolari che contribuiscono anch’essi a delineare il volto del territorio, a renderlo allo stesso tempo unico ma riconoscibile a se stesso ed al contesto a lui straniero.


Il fine diviene dunque la ricostruzione del senso d’identità di un contesto territoriale, a partire da una rinnovata capacità di lettura della storia impressa sulla sua pelle di terra e pietra, così come di ascolto delle idee e dei bisogni di coloro i quali quei luoghi vivono. Ma ridare “identità” ad un territorio è ridare “identità” alle esistenze dei cittadini che lo abitano e che su relazioni quotidiane con i luoghi, fatte di gesti semplici, quasi meccanici, apparentemente scontati, vengono poi costruendo la base del loro più profondo rapporto con il mondo.


PER TUTTI E DA TUTTI potrebbe essere il claim ideale di questa nostra proposta, come di qualsiasi azione di sviluppo locale che è tale ed ha possibilità di svilupparsi solo se il patrimonio culturale locale, quei “giacimenti”, sono riconosciuti dalla comunità e quest’ultima è posta nelle condizioni di partecipare attivamente ed in prima persona alla sua tutela ed alla sua gestione economica.


TERRARTETECA TERRA – ARTE - TECA

intesa nelle sue componenti fisicogeografiche e socio-culturali, che divengono oggetto di riflessione/ interpretazione/c omunicazione dell’ Arte

declinata nelle varianti della musica, della parola scritta e narrata, dell’immagine fotografica ed audiovisuale, delle arti figurative graficopittoriche e plastiche

spazio espositivo permanente e archivio di ricerca specializzato, nei quali raccogliere, custodire e diffondere i segni, le memorie, i documenti attestanti il complesso rapporto uomocultura-ambiente di vita


TERRARTETECA “Teng’ Teng’ arteteca” arteteca”

richiamo di una condizione fisico-mentale, un senso di irrequietezza vissuto da un territorio (con il terremoto ed il post-terremoto), dalla comunità che lo abita (che deve muoversi, andar via, abbandonare i suoi luoghi), dall’arte che rimette in agitazione il contesto e le persone al fine di far emergere ed affermare un nuovo “senso dei luoghi”.


Se l’Arte è il linguaggio da adottare per comunicare il contesto territoriale, le Scienze Sociali divengono il pensiero con il quale rifletterlo.

un luogo di sperimentazione di pratiche e di idee nascenti dall’incontro fra le scienze sociali (Antropologia, Sociologia), con il loro ricercare, comprendere e spiegare il modo in cui l’uomo si è mosso e si muove nello spazio e nel tempo, dunque nei diversi suoi luoghi, con le diverse sue creazioni, alimentando le diverse sue storie, e l’arte, quella particolare attività umana tesa a creare, attraverso forme, colori, immagini, suoni e parole, prodotti culturali ai quali riconoscere valore estetico e comunicativo. Scienze sociali per sviluppare pensiero critico. Arte per sviluppare azione creativa. Insieme per alimentare una lettura consapevole del “reale”, unite per la progettazione responsabile di un suo radicale miglioramento.


3 MACROBIETTIVI La nostra proposta progettuale assume il processo di (ri)costruzione e ridefinizione dell’identità locale come parametro base e viene perseguendo a tal fine tre macrobiettivi: caratterizzare e distinguere il contesto locale di Auletta e del territorio circostante, nella moltitudine omologata globalizzata; acquisire un modello organizzativo del territorio stesso centrato su senso d’appartenenza, partecipazione, coesione sociale; tramutare le ritrovate “specificità” del contesto locale in un vero e proprio “vantaggio competitivo” capace di generare processi di crescita economica e sociale.


4 PRINCIPI SOSTENIBILI Tutti gli interventi e le azioni pianificate non dovranno in nessun modo alterare l’ambiente. Le attività di valorizzazione non dovranno mai ed in nessun modo ostacolare ma anzi essere stimolo per lo sviluppo di altre iniziative ed attività a ricaduta sociale. Parte delle risorse derivanti dalle iniziative economiche che saranno avviate sul territorio, dovranno essere reinvestite per garantire la graduale autosufficienza del sistema e preservare il patrimonio culturale e le condizioni di equilibrio ambientale. Le attività poste in essere sul territorio devono offrire una risposta “integrata” sia alle esigenze dei turisti che ai bisogni della comunità locale.


TERRARTETECA: che fare? Un contesto territoriale: Auletta.

Una specifica area del Centro Storico: Parco a Ruderi.

Un obiettivo: elaborare una nuova visione per il futuro di Auletta fondato su principi partecipativi/cooperativi fra risorse locali e non.

Una proposta di rifunzionalizzazione dello spazio: Terrarteteca. Sismocultura per lo sviluppo locale.

Un nuovo volto e una nuova vita per il Parco a Ruderi: i “Rioni e le stanze della cultura� (Immagine, suono, parola, arti figurative).

Risultati attesi: trasformazione del Parco a Ruderi di Auletta in un laboratorio culturale stabile aperto, riferimento regionale e nazionale per la ricerca e documentazione del rapporto uomo-cultura-territorio per lo specifico dell’ interpretazione elaborata e sperimentata dalle diverse forme espressive artistiche.


TERRARTETECA: che fare? creazione di un sistema inedito, innovativo, sostenibile e remunerativo di rifunzionalizzazione degli spazi interni/esterni del Centro storico di Auletta che per il tramite della cultura, declinata/interpretata/comunicata secondo molteplici e variegati canoni e linguaggi antropologici ed artistici, mette a sistema, valorizza e rielabora in chiave contemporanea le diverse componenti che vengono costituendo il complesso rapporto sussistente fra comunitĂ -cultura-territorio.


TERRARTETECA: che fare? recupero e valorizzazione delle memorie individuali e collettive; tutela e difesa del sistema ambientale rurale-urbano; rifunzionalizzazione storico;

e

rivitalizzazione

del

Centro

sperimentazione di un modello di gestione partecipato e sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale ed economico; messa in rete locale, regionale, nazionale di Auletta con soggetti pubblici e privati, istituzionali e informali, individuali e collettivi, che operano e promuovono cultura (UniversitĂ , Centri di Ricerca, Musei, Accademie, Associazioni, Ong, Fondazioni, ricercatori, studenti, ecc.).


TERRARTETECA: che fare? L’area del Parco a Ruderi viene idealmente e fisicamente suddivisa in quattro diverse zone, quattro “Rioni” ognuno dei quali a sua volta suddiviso in “Stanze”; ad ogni Rione corrisponde una specifica modalità di ricerca/analisi/rielaborazione del rapporto Uomo-Cultura-Ambiente secondo una delle quattro discipline artistico-antropologiche assunte a riferimento: Rione 1 e 2: “Archivio del Territorio Narrante” (la parola; l’immagine) Rione 2: “VideoGrafie” (l’immagine) Rione 3: “Tracce sonore” (il suono) Rione 4: “Poetiche figurative dello spazio” (le arti figurative)


TERRARTETECA: che fare? Cuore centrale del progetto è l’ “Archivio del territorio narrante”, contenitore di segni, tracce, documenti che testimoniano in maniera diretta il complesso legame che la comunità, per il tramite della cultura declinata nelle sue forme locali, viene intessendo con i propri ambienti di vita: foto e cinema di famiglia, cinema amatoriale/documentario, cinematografia a tema, diari, memorie scritte, lettere, cartoline, manifesti, fonti scritte e orali, oggetti del quotidiano, tutto quanto culturalmente prodotto “dal basso e per la gente” viene costituendo il “contenitore” (l’archivio) che preserva e ricorda il “contenuto” (la memoria) il quale diviene oggetto da comunicare/reinterpretare/attualizzare per gli altri “Rioni” e le altre discipline coinvolte.


TERRARTETECA: che fare? 0gnuna delle quattro zone nelle quali viene suddivisa l’intera area del Parco a Ruderi, utilizzerà alcuni degli spazi edificati presenti dando vita alle “stanze della cultura”. Nello specifico ogni “Rione” è fisicamente e funzionalmente così articolato: SPAZIo FISSO: dove vengono ad insediarsi le attività continuative di programmazione/organizzazione, raccolta ed elaborazione dati e documenti (sezioni Archivio, centro documentazione, settore studi e ricerca, segreteria operativa). SPAZIO SPERIMENTALE: sono gli ambienti, interni ed esterni, dentro i quali nei diversi “Rioni” vengono realizzandosi le attività laboratoriali e di workshop programmate nel corso dell’anno, di durata variabile (giornaliere, weekend, settimane, attività mensili e/o bimestrali e comunque articolabili sulla base anche delle esigenze poste dalle Istituzioni o dai gruppi partecipanti alle iniziative proposte) ed attraverso le quali vengono producendosi “segni e documenti” che concretizzano in forme tangibili, per il tramite del “fare artistico”, la ricerca/azione sui temi del rapporto uomo-cultura-territorio avanzata dal “sapere antropologico”. La documentazione prodotta in ambito laboratoriale viene poi conservata e diffusa sia per il tramite di pubblicazioni editoriali (i “quaderni del Borgo”), sia attraverso una piattaforma web aperta, riferimento virtuale per tutto quanto accade e viene prodotto nel corso del tempo dentro il territorio reale. SPAZIO TEMPORANEO: gli oggetti artistico-culturali prodotti dalle iniziative promosse nei workshops diventano anche parte essenziale nella fase di realizzazione delle “installazioni temporanee” allestite a conclusione dei diversi cicli laboratoriali realizzati in ciascun’area del Parco a Ruderi. Lo spazio temporaneo è così costituito da installazioni ambientali interne/esterne mutevoli nel corso del tempo in forma, sostanza e contenuto, metafora della mutevolezza di forme, sostanza e contenuti della stessa città, delle sue dinamiche, dei segni che essa viene definendo.


TERRARTETECA: che fare? Uno spazio storico-urbano cosĂŹ rifunzionalizzato diviene potenziale meta di turismo culturale e di studio per diverse tipologie di fruitori/visitatori: -studioso (UniversitĂ , centri ricerca, scolastiche, musei, ecc,) per lo SPAZIO FISSO;

istituzioni

-sperimentatore (tipologie sopraindicate, associazioni, gruppi formali e informali locali, singoli cittadini,ecc.) per lo SPAZIO SPERIMENTALE; - viaggiatore (gruppi organizzati di turismo culturale, scolastico e di studio, gruppi turistici informali, singoli visitatori, ecc.) per lo SPAZIO TEMPORANEO.


"La comunitĂ incarna il tipo di mondo che non sembra possibile ora avere, ma nel quale desidereremmo tanto vivere e che speriamo un giorno di poter conquistare" Zygmunt Bauman


Terrarteteca sismocultura per lo sviluppo locale idea progettuale a cura di: Luigi D’Aponte

con il supporto operativo di: Associazione Articolonove Napoli

e con il supporto progettuale di: Barbara de Dominicis, Dominicis, Elena Ezechielli, Ezechielli, Davide Lonardi, Lonardi, Giancarlo Moscato, Ilaria Moscato per: “Co/Auletta “Co/Auletta. Auletta. Le tue idee abitano qui”. qui”. concorso di idee per la riqualificazione, valorizzazione, trasformazione, del parco a ruderi di Auletta e del suo territorio. febbraio 2012

contatti: ontatti: Luigi D’Aponte 3387991753 luigi.daponte@yahoo.it


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