EUGENIA Storia di una lavagna

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Aldo Ferraris

illustrazioni di Francesca Assirelli


A Nino, che mi ha sempre incoraggiato. Alla maestra Marilena, che mi ha generosamente donato le sue storie.


Uno Mi chiamo Eugenia e sono una lavagna. Sì, proprio una lavagna, grande e nera, con una bella cornice di legno color azzurro cielo. Di quelle che se ne stanno nelle scuole, silenziose, accoglienti, pazienti, appese ai muri delle aule. Di quelle che osservano tutto e giudicano senza dare giudizi, né voti, né punizioni o lodi. Che offrono la loro faccia alla cipria del gesso, per far nascere la bellezza del sapere. Mi chiamo Eugenia e voglio raccontarvi la mia storia. Non ci crederete, ma prima di essere una lavagna ero solo una roccia. Proprio così. In quel periodo della mia vita mi chiamavano Ardesia e me ne stavo tranquilla e felice nel fianco di una montagna affacciata sul mare. Il sole mi scaldava d’estate, la pioggia mi lavava d’inverno, i gabbiani si posavano su di me per 3


riposare dopo i loro lunghi voli. Ascoltavo il mare, parlavo con il mare. Mi raccontava storie antiche di viaggi e animali fantastici. Di naufragi e pesche miracolose. Di bonacce e tempeste. Mi regalava, complice il vento, il suo sale, il suo profumo. Vivevo immersa nella bellezza della natura, quieta, viva, ignorando quale sarebbe stato il mio destino. Un destino che mi avrebbe portata lontano dal mare per regalarmi altre ricchezze. Infatti arrivò l’uomo che mi rapì da quel paradiso. Un giorno l’acciaio perforò la roccia. Un battere ritmico mi fece tremare e sfaldare. Così mi staccai e la mia liscia lastra abbandonò il promontorio di fronte al mare. Mi sollevarono, con altre lastre e mi portarono via su un camion. Fu un lungo viaggio, colmo di cieli e rumori nuovi, di sobbalzi, vertigini e attese. Poi conobbi le mani dell’uomo. Mi scaricarono dal camion, pulita, lisciata, ta4


gliata. Incontrai nuovi attrezzi, sperimentai sulla mia superficie il contatto con materiali mai conosciuti. Alla fine, perfettamente squadrata, mi abbandonarono, in attesa, nel buio di un magazzino. Tornai alla luce solo per farmi abbracciare dal fratello legno. Altre mani esperte mi regalarono una cornice azzurra e divenni una lavagna. Un nuovo viaggio mi aspettava. Mi ricoprirono di un materiale per proteggermi, morbido ma insensibile. Mi oscurarono e portarono via. Quando tolsero l’imballaggio, che mi soffocava, mi ritrovai in un’aula luminosa e piena di piccoli banchi. Una giovane donna dal bel sorriso mi guardava. — Bellissima lavagna, e che cornice allegra! — I bambini saranno felici, — disse, rivolgendosi a due uomini accanto a lei. — Ora appendetela a questo muro, ma non troppo in alto, altrimenti i bambini non ci arrivano. Ecco.. a questa altezza. 5


Quattro braccia robuste mi sollevarono e il muro mi accolse. Mi sentii a mio agio, sicura e serena. Quello era il mio posto, lo sentivo. Era l’inizio di una nuova vita.



EUGENIA STORIA DI UNA LAVAGNA Scritto da Aldo Ferraris Illustrato da Francesca Assirelli

©2015 Edizioni Coccole Books srl Finito di stampare nel mese di Febbraio 2015 presso GLF Stampa – Castrovillari (CS) – tel.0981.483001

Questo libro è stampato su carta certificata proveniente da fonti rinnovabili

ISBN: 978-88-98346-25-7 www.coccolebooks.com



€ 9,90


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