Illustrazioni di Ilaria Guarducci
Illustrazioni da Ilaria Guarducci
A chi sa apprezzare le coccole
I 23 maggio Il cortile tra i due palazzi in fondo a via Santa Brigida può diventare la cucina di un ristorante superlusso, la corsia di un ospedale di guerra, un castello di principesse e cavalieri, un campo da calcio, la passerella di una boutique, un pianeta alieno o l’oceano dei pirati. Dipende dal gioco. Alice, Anita, Irene, Edoardo e Jacopo si vedono lì in cortile - una specie di piazza con le macchine posteggiate in mezzo - tutti i pomeriggi, dopo la fine della scuola. Ma adesso è sera e in cortile non c’è nessuno. La cena è finita da poco e le finestre che si affacciano sullo spiazzo si accendono in un silenzio rotto solo dal rumore acciottolante dei piatti lavati nell’acquaio e dal telegiornale a tutto volume del signor Egidio, quello del 3
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terzo piano, che è un po’ sordo. Da una delle finestre del palazzo giallo spunta un foglio:
Meno quattordici. Sul grande foglio da disegno Jacopo ha scritto col pennarello rosso, di quelli a punta spessa, proprio così: -14, in cifre. Non è la temperatura, anzi. Questa sera c’è già quasi un caldo da estate. Meno quattordici sono i giorni che mancano alla fine della scuola. Jacopo conta quelli, intanto di fare la gita in montagna per cercare i lupi prima della fine 6
della scuola proprio non se ne parla. Le mamme, non solo la sua, ma pure quelle dei suoi amici, sono state chiare. Hanno detto tutte, più o meno, così: – Se ne parla dopo la scuola e solo se sarete promossi. Nel frattempo Anita, dalla sua finestra del palazzo di fronte, quello rosa, risponde con un altro foglio scritto con il pennarello:
Anita è più scientifica, sa che non sono solo i giorni che li separano dalla fine della scuola a fare la differenza. La differenza vera, la differenza grossa, la fa la luna. 7
– Per andare a caccia di lupi, beh, sì.. a caccia.. della loro presenza, mica a caccia con il fucile, beninteso, ci deve essere la luna piena o quasi. Non solo per i lupi, ma anche per noi, così vediamo il sentiero senza bisogno di tenere sempre le torce accese, altrimenti i lupi, mica scemi loro, scappano via silenziosi –, lo aveva detto Enrica, la guida del Parco amica di mamma. Così Anita, armata dell’agenda di papà, da settimane controlla, giorno per giorno, i movimenti della luna nel cielo: cresce? Cala? È nera? Un quarto? È piena? Dall’altra parte del cortile, dalla sua finestra al sesto piano, però Jacopo sembra non capire il riferimento alla luna piena. Scuote la testa, agita le mani a dire embé? Anita è un piano più sotto e oltre lo spiazzo, guarda in su verso la finestra di Jacopo, sbuffa in modo plateale muovendo anche le mani, che lui la possa vedere bene. Quindi gira il foglio e con il pennarellone verde scrive:
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Per i ragazzi del quartiere Santa Brigida sta finalmente per arrivare il momento tanto atteso: un’escursione notturna per ascoltare l’ululato del lupo. Dal vivo! Anita, Edoardo e gli altri però non sanno ancora che ad attenderli in montagna c’è anche un mistero. In valle, infatti, trovano agitazione, rabbia e paura. Ma sono stati davvero i lupi a sbranare le pecore del vecchio Fernando? Saranno i ragazzi a scoprire il vero colpevole.
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