Daniela Valente
vita da Somaro Una
illustrato da Flavia Sorrentino
A Pasquale e al suo amico Giardino. A Brunella e i suoi nonni speciali.
Giardino Sei un somaro! Ecco cosa mi ha detto oggi la maestra, solo perché non ho messo l’accento sulla E. Un piccolo segno è capace di fare una così grande differenza… È di essere, diversa da E congiunzione. Come se esistere contasse più di unire! E se anche qualcosa c’è, poi da sola cosa fa? A che serve esserci se poi non hai compagnia? Quell’accento rende questa vocale così presuntuosa… quasi antipatica. Chi si crede di essere per farmi dare del somaro dalla maestra! SOMARO… come se poi fosse un’offesa. Non credo che la mia maestra conosca dav vero i somari, non credo neanche che ne abbia mai visto uno. Io invece si! Sono sempre felice quando vado da mio nonno. Ma come al solito corro troppo. Ho così fretta di dire le cose che mi mangio le virgole, gli 3
accenti e, certe volte, pure le parole. Mio nonno si chiama Pasquale e ha un mulo che si chiama Giardino, lavorano sempre insieme loro due, sono inseparabili come due vecchi amici, a volte dormono insieme sotto le stelle. Fanno un lavoro che quasi non c’è più: sono mulattieri, o meglio, Pasquale è il mulattiere e Giardino è il mulo. Aiutano i tagliaboschi, le squadre di uomini che tagliano gli alberi, a trasportare i tronchi fino alle strade. Poi i camion li porteranno lontano, nelle grandi falegnamerie, dove saranno tagliati, misurati, verniciati per diventare i tetti delle nostre case, i mobili delle nostre stanze. Fanno un mestiere antico Pasquale e Giardino. – Nonno dove sei stato? – Ciao Bruno, questa settimana sono stato su una montagna molto lontana da casa e molto lontana da tutto. Abbiamo dormito nelle baite. – E avete trascinato molti alberi? – Centinaia direi… – Ma non è che ne tagliate troppi! Come faremmo senza?! 5
– Stai tranquillo… se ne possono tagliare solo alcuni, giusto un po’ per far respirare meglio il bosco, dove ce ne sono tanti, ma così tanti che non fanno passare neanche l’aria. È come quando vai dal barbiere e il tuo papà dice: oggi diamo una sfoltita, che significa taglia un po’ qua un po’ là, senza accorciare troppo. Mettimi in ordine insomma!! – Ah… ecco! Quindi i taglialegna mettono in ordine il bosco e tu e Giardino raccogliete tutto quello che è tagliato e lo trasportate fuori dalla foresta. – Bravo! Ma facciamo anche di più… mentre Giardino trascina i tronchi, muove tutta la terra, come se la zappasse e così nel sottobosco, dove lui passa rinascono le piantine. Ecco perché si chiama Giardino: dove lavora lui, crescono i fiori… Giardino è bellissimo, ha un manto marrone scuro, zampe forti e due occhi che sembrano leggerti il cuore. Io guardo sempre mio nonno quando lo mette a riposo nella stalla: toglie la sella, lo spazzola, lo fa bere, non va mai via 6
senza avergli dato una buona razione di biada. Mentre fa tutte queste cose gli parla: – Allora Giardino, anche per oggi abbiamo finito. Domani sarò qui prestissimo, dobbiamo arrivare di nuovo in montagna, ci aspettano i castagneti. Giardino sembra annuire con la testa, si lascia accarezzare, lo segue con lo sguardo. Ascolta mentre nonno parla. Sembra capire quello che dice. Quando nonno esce dalla stalla gira la testa, lo segue e mastica. Mastica sempre. Giardino ha sempre fame…
Il vecchio non è il mio padrone, io ho fiducia in lui. So che non mi farebbe mai del male, si vede dai suoi occhi. Così obbedisco, ma so già quello che devo fare: è facile. Tirare i tronchi fino alle cataste. Oggi è arrivato il bambino e allora la voce del vecchio è diventata felice. Le sue rughe sorridono quando lo vede e gli racconta di me. Il bambino mi accarezza la pancia e guarda i 7
miei zoccoli duri, i miei muscoli forti. I suoi occhi brillano come la sua voce. Ride! E cosĂŹ rido anche io dopo il lavoro. Con lui il tempo diventa dolce.
Salve ragazzi, scopriamo insieme le caratteristiche di questo straordinario animale!
IL MULO, un incrocio speciale Con il termine somaro si indicano tutti gli animali da soma, cioè utilizzati per il trasporto, e tra questi, in primo luogo, l’asino e il mulo. È proprio il mulo, dal latino mulus, il protagonista di questa storia, ed è guardando i suoi genitori che scopriamo subito che si tratta di un incrocio tra una cavalla e un asino. Essendo un ibrido, non ha la capacità di riprodursi cioè è sterile. Quindi, per questo motivo e anche per l’ormai ridotto uso di questo animale nell’agricoltura e nel trasporto, questo simpatico quanto forte animale rischia di scomparire. Dall’incrocio di un cavallo e di un’asina nasce invece il bardotto. Il mulo ha una grande forza muscolare, è resistente alla fatica ed è capace di lavorare molto di più di asini e dei cavalli, cioè le razze dalle quali deriva. Fisicamente somiglia più ad un cavallo anche se non riesce a raggiungerne l’altezza. Il mulo rispetto all'asino ha dimensioni maggiori, mentre rispetto al cavallo ha testa e zampe più grandi e massicce,
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le orecchie sono più allungate. Il suo colore è spesso baio scuro. Il mulo ha un raglio differente da quello dell’asino e non nitrisce come fa il cavallo. Ma esistono anche muli completamente muti. Vive fino a 20-30 anni. I muli e i bardotti sono erbivori mangiano: erba, fieno e cereali. Il mulo riesce a dormire anche in piedi. Le ragioni della sua diffusione erano la costituzione forte e robusta, la resistenza alle malattie, l'adattabilità ad ambienti sfavorevoli. Nasce dalla selezione dell’uomo, a cui in passato serviva la forza dell'asino e la velocità del cavallo. Il temperamento del mulo è la proverbiale e caratteristica grande ostinazione, che si trasforma, spesso, in una volontà di ferro. Il mulo non sopporta di essere spinto, incitato con foga, colpito, ma richiede garbo, gentilezza, persuasione e ragionamento calmo. I muli sono considerati più intelligenti e riflessivi dei cavalli. Sono inoltre molto coraggiosi e non si fanno spaventare facilmente in una situazione di pericolo. Il mulo ha una spiccata sensibilità nel capire l'uomo. Questa dote è superiore negli ibridi rispetto ai cavalli. Come l'asino, ha un'innata disposizione a servire l'uomo e lo rispetta se a sua volta è rispettato.
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N E L L A S T E S S A CO L L A N A : L’ombra del lupo di Anselmo Roveda Nei panni di una lontra di Fulvia Degl’Innocenti Sorriso di squalo di Elisa Mazzoli Cara tartaruga di Elisa Mazzoli Buon compleanno ape! di Carolina D'Angelo
UNA VITA DA SOMARO
Scritto da Daniela Valente Illustrato da Flavia Sorrentino ©2015 Coccole books S.r.l. Seconda ristampa, aprile 2015 Stampato presso GLF Stampa - Castrovillari (CS) - tel.0981.483001 Questo libro è stampato su carta certificata proveniente da fonti rinnovabili
ISBN: 978–8898346-37-0 www.coccolebooks.it
Professo r U li s s e
Cari ragazzi, sono un esperto di animali, e voglio farvi conoscere quelli da proteggere. Ce ne sono di tante specie: solitari o in branco, amici dell’uomo o feroci predatori. Questa volta vi parlerò del mulo, ma prima leggete la storia di Bruno e del suo amico Giardino.
Bruno ha un nonno che lavora nei boschi con il suo somaro Giardino.Trasportano i tronchi dalla montagna, fanno un lavoro duro che ormai non esiste più. Giardino è un animale forte e coraggioso, ma il nonno ormai è stanco di lavorare, non ha più la forza... e il suo animale cosa farà? Troverà un altro lavoro? E Bruno continuerà a vederlo? Scoprirete che la vita di un somaro può essere più avventurosa di quanto si possa immaginare…
€ 10,00