Coldiretti cremona informa n 20 2013

Page 1

Le imprese, l’ambiente, l’alimentazione

Coldiretti Cremona Informa, Anno VIII NewsLetter

Informazione online Venerdì 31/05/2013 – Anno VIII, Numero 20 Maltempo. Danni gravissimi all’agricoltura, Coldiretti chiede lo stato di calamità Pac. Marini: pressing sulla Riforma // Lo stato dell’arte, incontro a Cremona Quote latte. Niente multe quest’anno per gli allevatori italiani Imu. Prima rata sospesa anche per il fotovoltaico in agricoltura Dossier. “I rischi del cibo low cost”, 1° dossier presentato a Bruxelles Movimenti. Donne Impresa, incontro // Pensionati, formazione dirigenti In agenda. Mercato di Campagna Amica // Appuntamenti // Quotazioni …………………………………………………………………………

…………………

Maltempo, Coldiretti chiede lo stato di calamità naturale Stato di calamità per l’agricoltura lombarda. Il crollo delle temperature e la valanga d’acqua che continua ad abbattersi sulle nostre campagne stanno dando il colpo di grazia alle semine e al lavoro nei campi. Molti terreni della Pianura Padana sono ridotti a mezze paludi e si stimano perdite pesantissime per tutte le produzioni. A detta degli agricoltori cremonesi “una stagione così non si è mai vista”. Data la gravità della situazione, Coldiretti ha avanzato alla Regione Lombardia e al Governo la richiesta di stato di calamità. Oltre al problema dell’eccesso di acqua, c’è anche quello dei funghi e dei parassiti che con questo clima umido trovano il loro habitat ideale. Sui campi è un vero e proprio bollettino di guerra: la semina del mais è ormai in ritardo di due mesi e mezzo con stime di una riduzione delle rese di almeno il 50 cento, la semina della barbabietola da zucchero non è neppure cominciata ed è stato perso l’intero primo sfalcio di foraggio, quello che garantisce il 50% del prodotto alle stalle. Drammatica la situazione dei pomodori da industria, dove in molti casi non si è neppure entrati in campo, per mettere a dimora le piantine. Gravi perdite anche per l’ortofrutta, così come per i cereali autunno-verini (frumento, orzo, triticale), le cui radici di fatto sono state sempre in acqua. “Con una situazione del genere – ha affermato il Presidente Ettore Prandini – o si attiva lo stato di calamità naturale oppure il comparto riceverà un colpo dal quale sarà difficile riprendersi”.


Gravissimi danni a causa del maltempo

Coldiretti Cremona: Indispensabile e prioritario lo stato di calamità naturale La semina del mais in grave ritardo, ormai di due mesi e mezzo (ad oggi si può dire che è stato seminato solo il 30% del mais), con previsioni di una ingente riduzione delle rese. La semina della barbabietola da zucchero neppure cominciata, con la perdita del 100% del raccolto. Perso l’intero primo sfalcio di foraggi, quello che garantisce il 50% del prodotto, fondamentale in una provincia che ha un patrimonio zootecnico di 288.519 bovini, cui si aggiungono 941.079 suini (dati dicembre 2012), ed ha bisogno di massicce quantità per l’alimentazione del bestiame. Si aggiunga la previsione di ingenti cali produttivi per il pomodoro da industria: date le condizioni dei terreni, zuppi d’acqua, gli agricoltori non sono riusciti ad entrare nei campi per mettere a dimora le piantine. Si teme che più della metà del raccolto andrà perduto. Produzione ridimensionata anche per l’ortofrutta, con una previsione che va da –30% a –35% per meloni e angurie. Fortemente compromessa la produzione dei cereali a semina autunnovernina (frumento, orzo, triticale) ed oltre un mese di ritardo anche per la semina della soia (con difficoltà nel reperimento del seme, dacché chi in aprile ha rinunciato a seminare barbabietola o mais si è poi rivolto a questa coltura). E’ un bollettino di guerra, che segna gravi perdite, quello che emerge in provincia di Cremona dal monitoraggio messo in atto dalla Coldiretti, per verificare gli effetti delle continue ondate di maltempo. Azienda per azienda, Coldiretti Cremona sta stilando dei report pressoché quotidiani, nei quali evidenziare la situazione e calcolare le perdite subite da ciascuna impresa. Presso l’Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Cremona si sono riuniti i rappresentanti delle organizzazioni agricole, definendo il quadro generale dei danni alle coltivazioni causati dal maltempo. Anche in questa occasione, Coldiretti ha sottolineato la necessità di avviare le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità naturale. In una missiva inviata all’Assessore Provinciale all’Agricoltura, Coldiretti Cremona ha ribadito come “indispensabile e prioritaria” sia la richiesta da parte della Regione Lombardia al Governo Nazionale dello stato di calamità naturale. A tal fine, Coldiretti Cremona ha proposto la definizione “di un unico modello regionale di rilevazione del danno presso le Imprese agricole (cercando di semplificare al massimo le procedure e sfruttando come base le informazioni contenute nel fascicolo aziendale informatizzato, i cui dati sono certificati e già a disposizione della pubblica amministrazione) così da avere un quadro omogeneo sul territorio della Lombardia e quindi poter fornire al’Assessorato Regionale competente gli strumenti utili all’interlocuzione con i livelli nazionali”. Coldiretti Cremona, nella stessa missiva, ha indicato altre misure utili alle Imprese, in questa situazione di così grave difficoltà causata dal maltempo. Ha chiesto “attenzione prioritaria al comparto zootecnico, sia bovino che suino, dove il rischio è quello di non avere disponibilità in loco dei foraggi necessari ad affrontare l’intera annata agraria a causa dell’accentuarsi della competizione tra l’attività zootecnica e quella agro-energetica”. “Su questo versante – ha sottolineato Coldiretti Cremona – è necessario che vengano individuati dei giusti criteri di


priorità che salvaguardino l’attività agricola, supportati inoltre da processi di controllo amministrativo dell’utilizzo dei foraggi fra le due filiere (quella zootecnica e quella agroenergetica)”. E ancora si è proposta la “sospensione dei pagamenti dei contributi previdenziali e assistenziali sia degli autonomi che dei lavoratori dipendenti per almeno una annualità, diluendo il recupero su un periodo di almeno 5 anni” e una “moratoria di almeno un anno sul pagamento della quota capitale dei mutui e dei prestiti bancari, con restituzione del dovuto a fine del periodo contrattualmente convenuto”.

Maltempo, i danni nei campi salgono a un miliardo di euro Con l’ultima ondata di maltempo, che ha colpito dopo il nord anche il centro Italia, sale attorno al miliardo di euro il conto complessivo dei danni, dei maggiori costi e delle perdite produttive provocate all’agricoltura italiana da una primavera impazzita che ha già tagliato di oltre il 30 per cento i raccolti delle principali produzioni del nord Italia. E’ la Coldiretti, che chiede di avviare le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità naturale per territori più colpiti, a tracciare il primo bilancio degli effetti del maltempo nelle diverse regioni. La situazione di difficoltà è evidente dallo stato dei fiumi e dei laghi come quello di Garda che ha superato il livello massimo storico del periodo, dopo che anche nel mese di maggio al nord è caduta il 24% di pioggia in più e le temperature sono state più basse di 3,2 gradi nella seconda decade del mese, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ucea. In migliaia di aziende è andato perduto il lavoro di un intero anno e non c’è raccolto al nord che non sia compromesso, dal pomodoro al riso, dalle patate alla frutta, dalla soia al mais fino al fieno con gravi problemi per l’alimentazione degli animali. Il calo delle temperature fa aumentare i costi del riscaldamento delle stalle negli allevamenti di polli, suini e conigli. La più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense, neve fuori stagione e un maggiore rischio per gelate tardive sono alcuni degli effetti dei cambiamenti climatici che l’agricoltura deve affrontare. Con un contesto del genere, i terreni coltivati, grazie alla loro capacità di assorbimento, rappresentano un vero e proprio airbag naturale contro l’impatto dell’acqua. Purtroppo l’Italia ha perso negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione e dell’abbandono che ha tagliato del 15 per cento le campagne colpite da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso arco di tempo.

Testo

Le fotografie, scattate nei giorni scorsi, mostrano campi allagati a Pessina Cremonese (foto a sinistra) e a Crotta d’Adda. In tutta la provincia si vedono immagini analoghe.


PAC, il Presidente Marini: “DAL SUMMIT DEGLI AGRICOLTORI PRESSING SULLA RIFORMA” Confermiamo un percorso avviato con le maggiori organizzazioni agricole europee teso a rafforzare e rendere più efficace una PAC che deve soddisfare sempre meglio i bisogni dei cittadini e degli agricoltori europei. E’ quanto ha affermato il Presidente Sergio Marini, che ha promosso a Bruxelles il primo summit Europeo sulla riforma della Politica Agricola con la partecipazione dei presidenti delle principali organizzazioni agricole europee, Fnsea (Francia), Dbv (Germania), IFA (Irlanda) e NFU (Regno Unito) insieme al Presidente del Consiglio agricoltura e pesca, Consiglio dell’Unione europea Simon Coveney e Presidente della Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, Parlamento europeo Paolo De Castro. Serve una politica agricola che – ha sottolineato Marini – dia maggiori garanzie nell’autoapprovvigionamento alimentare, maggior sicurezza dei cibi, che dia risposte alle emergenze sociali, che promuova il ruolo di chi vive di agricoltura, di giovani impegnati nella difesa dei territori, dell’ambiente, della biodiversità, della coesione sociale, che promuova la cultura, la tradizioni e l’innovazione e che sappia, in una visione comune, valorizzare la distintività dei mille territori europei come patrimonio competitivo per l’intero continente. Dobbiamo saper portare l’UE in Italia e l’Italia in Europa affinchè Bruxelles – ha precisato Marini – sia sempre più il luogo delle visioni strategiche e delle scelte strutturali, dove non si ceda più agli egoismi degli Stati o alla maniacale intromissione su dettagli che intaccano le culture dei popoli e che spesso alimentano un antieuropeismo che non dovrebbe appartenerci. Difendere il budget nella riforma della politica agricola in una Europa che ha bisogno di più agricoltura, riequilibrare la ripartizione del bilancio considerando che al momento attuale l’Italia è il primo contribuente netto (in % del Pil) alle politiche comunitarie e adottare una Politica Agricola Comune che consenta ai singoli Paesi di premiare chi lavora e vive di agricoltura, chi produce in modo sostenibile e chi produce cibo” sono alcune delle richieste formulate dal Presidente della Coldiretti Sergio Marini che ha espresso un giudizio sui miglioramenti del Parlamento Europeo e del Consiglio dei Ministri dell’agricoltura su greening, convergenza, pagamenti aggiuntivi ai primi ettari ed in generale sulla maggiore flessibilità lasciata agli Stati Membri. Alla luce della forte differenziazione delle normative in Europa e in applicazione del principio di sussidiarietà, secondo la Coldiretti è necessario che la definizione di “agricoltore attivo” sia demandata allo Stato membro, affinché possano essere considerati tali gli imprenditori agricoli professionali, singoli o associati, sulla base dell’incidenza del tempo dedicato al lavoro agricolo sul tempo di lavoro complessivo e della incidenza del reddito agricolo sul reddito totale. Il superamento del criterio storico di calcolo dei pagamenti diretti e il processo di convergenza interno a ogni Stato membro necessita ha continuato la Coldiretti - di un periodo di tempo adeguato e della massima flessibilità, per consentire un adattamento progressivo dei settori produttivi, data la situazione fortemente differenziata da cui parte l’agricoltura italiana. La componente relativa all’inverdimento dei pagamenti diretti, così come proposta dalla Commissione europea, costituisce – ha detto la Coldiretti – una forte criticità per il sistema agricolo nazionale e rappresenta una contraddizione rispetto alle finalità della riforma, relative alla produzione e alla competitività. Per questo - ha precisato Marini - devono essere radicalmente riviste le modalità applicative mentre le somme non spese dell’inverdimento devono rimanere agli Stati membri, per finanziare misure altrettanto (o più) selettive sul versante ambientale.


La nuova Politica Agricola – ha continuato la Coldiretti – dovrà puntare a sostenere e rafforzare la competitività dell’agricoltura europea sulla base di un nuovo modello produttivo che combini sostenibilità economica, ambientale e sociale. Ciò pone l’esigenza di una caratterizzazione più “agricola” del complesso degli indirizzi e degli orientamenti programmatori nelle politiche di sviluppo rurale che devono essere quindi potenziate e prioritariamente finalizzate all’innovazione e alla competitività delle imprese agricole, in particolare per sostenere gli investimenti aziendali, promuovere il ricambio generazionale, sostenere la realizzazione di azioni di integrazioni di filiera e di progetti integrati territoriali, migliorare le relazioni fra imprese agricole e i servizi del processo produttivo e consolidare promuovendo e qualificando l’occupazione agricola. È necessario – ha concluso Coldiretti – approfondire la centralità e l’attenzione alla filiera corta, come la vendita diretta e il protagonismo dell’agricoltore lungo la filiera, che hanno trovato una particolare attenzione nei piani di sviluppo rurale.

INVITO AGLI IMPRENDITORI AGRICOLI Con l’intento di fare il punto sul percorso che sta definendo la nuova Pac Coldiretti Cremona organizza un incontro, rivolto a tutti gli imprenditori agricoli, dal titolo

“Lo stato dell’arte della Riforma della Pac” che si terrà

Lunedì 10 giugno 2013 ore 21.00 a Cremona presso il Seminario Vescovile (in via Milano, n. 5) Con il seguente programma: •

Saluto: dott. Gianluca Pinotti, Assessore provinciale all’Agricoltura

Relazione: dott. Pietro Sandali, Responsabile Economico Coldiretti Nazionale

Dibattito

Conclusioni: dott. Ettore Prandini, Presidente Coldiretti Lombardia e Delegato Confederale di Coldiretti Cremona.


QUOTE LATTE: NIENTE MULTE QUEST’ANNO PER GLI ALLEVATORI Scongiurato il rischio multe per le quote latte nella campagna 2012-2013, con la produzione nazionale che è rimasta sotto il fatidico tetto dei 10 milioni e 883mila tonnellate assegnato dall’Unione Europea all’Italia, oltre il quale scatta il cosiddetto splafonamento e le sanzioni conseguenti. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Agea dai quali si evidenza che il quantitativo consegnato, rettificato in base al tenore di materia grassa, è inferiore alla quota di consegne nazionale, adeguata con le mobilità temporanee, pari a 10871559 tonnellate. Dopo le maggiori produzioni del primo trimestre della campagna lattiera, in cui si è assistito a un notevole aumento delle consegne di circa il 3-4 per cento rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno che aveva provocato un diffuso allarme tra gli allevatori, c’è stata - continua la Coldiretti - una lenta regressione dei livelli produttivi nei mesi da luglio ad ottobre, che ha avuto una decisa accelerata dal mese di dicembre. Il trend di calo è quindi proseguito anche a gennaio, febbraio e marzo. Sono le regioni del Centro Sud, assieme a Veneto, Friuli ed Emilia Romagna, ad aver garantito il contenimento della produzione, mentre Lombardia, Piemonte e Trentino Alto Adige, pur diminuendo la produzione in questi ultimi mesi, sarebbero ancora - precisa la Coldiretti fuori dalla propria quota di produzione di latte. Questa - rileva la Coldiretti - è la terz'ultima campagna lattiera in cui vige il regime delle quote che secondo l’Unione Europea sparirà nel 2015. La questione quote latte - ricorda Coldiretti - è iniziata 30 anni or sono, nel 1983 con l’assegnazione ad ogni Stato membro dell’Unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa tra i propri produttori. All’Italia fu assegnata una quota molto inferiore al consumo interno di latte. Il 1992, con la legge 468, poi il 2003, con la legge 119, e infine il 2009, con la legge 33, sono state le tappe principali del difficile iter legislativo per l’applicazione delle quote latte. Per ultimo con la legge di stabilità è stata introdotta una efficace norma per la riscossione coattiva, che prevede di affiancare all'Agea (Agenzia per l’erogazioni in agricoltura) l'esperienza e la capacità operativa di Equitalia e della Guardia di Finanza. Dei quasi 4.000 milioni dovuti complessivamente per la multa, 1.700 milioni sono stati versati dallo Stato per sanare il periodo 1984-1996. Il prelievo complessivamente richiesto ai produttori per il periodo successivo ammonta a 2.264 milioni di euro, di cui ne sono stati riscossi solo 246 e altri 346 milioni sono in rateizzazione con la legge n. 119/2003. Ormai 175 milioni sono irrecuperabili per fallimento, per incapacità definitiva di versare, per sentenza di annullamento. Restano quindi da riscuotere circa 1.500 milioni, di cui 700 non sono al momento esigibili a causa di sospensive giurisdizionali mentre 800 sono esigibili. L'Agea ha intimato il pagamento del prelievo esigibile ai circa 2.000 produttori coinvolti. 600 di loro devono pagare somme superiori a 300.000 euro, cioè la gran parte del debito. La stragrande maggioranza dei circa 40mila allevatori presenti in Italia, nel corso degli ultimi anni - conclude la Coldiretti - si è invece messa in regola acquistando o affittando quote.


Imu, prima rata sospesa anche per il fotovoltaico in agricoltura Il decreto legge approvato il 17 maggio scorso dal Consiglio dei Ministri che ha sospeso il pagamento della prima rata dell’Imu per i terreni agricoli e fabbricati rurali, in scadenza il 17 giugno, riguarda anche gli impianti fotovoltaici connessi alle attività agricole. Secondo quanto stabilito dalla Nota dell'Agenzia del Territorio n. 3189 del 6 giugno 2012, infatti, "agli immobili ospitanti le installazioni fotovoltaiche, censiti autonomamente e per i quali sussistono i requisiti per il riconoscimento del carattere di ruralità, nel caso in cui ricorra l'obbligo di dichiarazione in catasto (...) è attribuita la categoria D/10 - fabbricati per funzioni produttive connesse a attività agricole". Si può, dunque, dedurre che gli impianti fotovoltaici connessi ad attività agricole, accatastati nella categoria D/10 (immobili strumentali per le attività agricole), rientrino tra le categorie di immobili ammessi alla sospensione della rata Imu di giugno. Ricordiamo che la norma non prevede l’annullamento dell’imposta ma soltanto la sospensione con rinvio; infatti il pagamento è fissato al 16 settembre 2013 nel caso in cui il Governo non adotti una complessiva riforma della disciplina fiscale sul patrimonio immobiliare entro il prossimo 31 agosto. Per maggiori informazioni, è possibile consultare il sito http://www.fattoriedelsole.org/.

Sbloccati i pagamenti per i Piani di sviluppo rurale Via libera allo sblocco dei pagamenti dei Programmi di sviluppo rurale. E’ stato, infatti, firmato il decreto ministeriale con cui si dà piena attuazione alla delibera CIPE n. 82/201 che “libera” i fondi precedentemente sospesi per l'esaurimento della quota di cofinanziamento regionale. Un atto che rappresenta una risposta concreta ai problemi di liquidità del comparto e contribuisce ad accelerare le procedure di spesa dei fondi comunitari a rischio disimpegno. Per arrivare alla firma di questo provvedimento è stato necessario portare a termine le procedure di rimodulazione finanziaria di tutti i Programmi di sviluppo rurale, sottoposti ad approvazione della Commissione europea, a seguito del contributo di solidarietà in favore delle Regioni Emilia Romagna ed Abruzzo, colpite dal terremoto nel 2012 e nel 2009. Con lo stesso decreto si è reso operativo il fondo speciale Iva istituito presso gli organismi pagatori, a beneficio delle Regioni che hanno dato ampio spazio a investimenti realizzati da soggetti pubblici nell’ambito della programmazione dello sviluppo rurale 2007-2013 e si semplificano le procedure di riprogrammazione dei fondi comunitari.


DOSSIER COLDIRETTI “I RISCHI DEL CIBO LOW COST”

COLDIRETTI: ALLARMI CIBO + 26% CON IL BOOM LOW COST NEL 2013 Nel 2013 sono aumentati del 26% gli allarmi alimentari in Italia, dove quello del cibo low cost è l’unico settore a registrare un aumento delle vendite per effetto della crisi. E’ quanto emerge dal primo dossier sui “Rischi dei cibi low cost” presentato dalla Coldiretti a Bruxelles, dal quale si evidenzia nel primo trimestre dell’anno un balzo record nel numero di notifiche nazionali al sistema di allerta comunitario per la prevenzione dei rischi alimentari, rispetto allo stesso periodo di cinque anni fa, prima dell’inizio della crisi. A differenza di quanto è accaduto per tutti gli altri settori - sottolinea la Coldiretti - dall’abbigliamento alle automobili, in cui gli italiani hanno rinunciato agli acquisti, per l’alimentare, che va in tavola tutti i giorni, questo non è possibile, almeno oltre un certo limite, ma si è verificato un sensibile spostamento verso i prodotti a basso costo per cercare comunque di risparmiare. Nel primo trimestre del 2013 le vendite sono aumentate solo nei discount alimentari, che hanno fatto segnare un incremento del 2%, mentre sono risultate in calo tutte le altre forme distributive fisse al dettaglio. Una tendenza frutto del cambiamento dei consumi delle famiglie italiane che per gli alimentari e bevande nel 2012 sono scesi a 117 miliardi, con un calo del 6,3% dal 2008. Una storica inversione di tendenza provocata - precisa la Coldiretti dall’aumento degli acquisti di “cibo low cost” con oltre sei famiglie italiane su dieci (62,3%) che hanno tagliato quantità e qualità degli alimenti, privilegiando nell’acquisto prodotti offerti spesso a prezzi troppo bassi per essere sinceri, che rischiano di avere un impatto sulla salute. “Dietro questi prodotti spesso si nascondono ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi” ha affermato il Presidente Sergio Marini nel sottolineare che “verificare sempre gli ingredienti e la provenienza in etichetta, preferire l’acquisto di prodotti freschi o comunque poco elaborati e che non devono aver subito lunghi trasporti, diffidare dei prodotti che costano troppo poco come certi extravergini che non coprono neanche il costo della raccolta, sono alcuni consigli da seguire”.

CRISI: IN UE 8 ALLARMI SU 10 DA CIBI EXTRACOMUNITARI L’80% degli allarmi alimentari è stato provocato da prodotti a basso costo provenienti da Paesi fuori dall’Unione Europea. E’ quanto emerge dal primo dossier sui “Rischi dei cibi low cost”, dal quale si evidenzia che nel 2012, in base al sistema di allerta comunitario per la prevenzione dei rischi alimentari, a salire sul podio sono stati nell’ordine la Cina, l’India e la Turchia. Nazioni dalle quali provengono ingredienti e alimenti che possono essere offerti a basso prezzo anche per le diverse regole sanitarie e ambientali in vigore, oltre che per lo sfruttamento della manodopera. La relazione sul sistema di allerta rapido sui rischi alimentari nell’Unione Europa - sottolinea la Coldiretti - ha registrato allarmi sull’importazione di nocciole e pistacchi dalla Turchia, contaminati per la presenza di muffe e aflatossine e spesso utilizzati per snack low cost. Ma nel 2012 sono anche aumentate del 38% le importazioni in Italia di miele naturale dalla Cina per un totale di 1,7 milioni di chili, a fronte di una produzione nazionale stimata in 8 milioni di chili. Dopo che la scoperta di antibiotici nella produzione cinese aveva di fatto azzerato gli arrivi in Europa, adesso un nuovo allarme informa la Coldiretti - riguarda il rischio della contaminazione da organismi geneticamente modificati (Ogm) che non sono autorizzati nel Vecchio Continente. Un problema che riguarda pure il riso importato dalla Cina, ma anche dagli Usa, che ha aumentato l’export verso l’Italia del 12% nel 2012, dopo che nel passato era scoppiato lo scandalo dell’importazione illegale in tutto il mondo di riso geneticamente modificato non autorizzato. Se si vanno poi ad analizzare i singoli paesi, l’ultimo Rapporto annuale sui residui dei pesticidi negli alimenti elaborato dall’Efsa (Agenzia europea per la sicurezza alimentare) evidenzia risultati particolarmente negativi - precisa la Coldiretti - per il pepe indiano (irregolare il 59% dei casi),


per il pomodoro cinese (irregolare il 41%), per le arance egiziane (irregolare il 26%), per l’aglio argentino (irregolare il 25%) e per le pere slovene (irregolare il 25%). La maggioranza del succo di arancia consumato in Europa poi proviene dal Brasile sotto forma di concentrato al quale viene aggiunta acqua una volta arrivato nello stabilimento di produzione, a differenza di quanto avviene per la spremuta. Nel 2012 gli Stati Uniti hanno bloccato le importazioni di succo di arancia concentrato proveniente dal Brasile, a causa di residui sugli agrumi di un antiparassitario, il carbendazim, vietato negli Stati Uniti, ma anche in Europa. “Se l’Europa vuole difendere la salute dei propri cittadini,e tutelare l’ambiente e il territorio comunitario deve investire sulla propria agricoltura” ha affermato il Presidente Marini, nel sottolineare che “la politica agricola è l’unica politica veramente integrata dell’Unione Europea e occorre far sì che con la riforma si premi chi lavora e vive di agricoltura, chi produce in modo sostenibile, chi produce cibo. Un’esigenza per l’Italia dove occorre un piano strategico nazionale per aumentare del 10%, entro 5 anni, la copertura del fabbisogno alimentare nazionale, anche con politiche di salvaguardia del suolo agricolo e delle risorse naturali”.

IL LOW COST CONTAMINA LA DIETA MEDITERRANEA Secondo l’ultimo Rapporto annuale sui residui dei pesticidi negli alimenti elaborato dall’ Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, nei prodotti alimentari provenienti da Paesi extracomunitari sono stati individuati residui chimici sopra il limite nel 7,9% dei campioni, una percentuale di oltre 5 volte superiore a quella dei prodotti dell’Unione Europea, dove gli “irregolari” sono l’1,5%, e ben 26 volte superiore a quelli italiani dove appena lo 0,3% dei campioni è risultato contaminato oltre i limiti di legge. Nel dossier presentato dalla Coldiretti a Bruxelles si evidenzia che la produzione alimentare Made in Italy è la più sicura a livello planetario per quello che riguarda la presenza di residui chimici irregolari. Tuttavia l’Italia – sottolinea la Coldiretti – importa dall’estero circa il 25% del proprio fabbisogno alimentare e il flusso riguarda anche prodotti fuori stagione per i quali la produzione nazionale sarebbe sufficiente. Sono infatti - precisa la Coldiretti - quasi 227 milioni i chili di frutta e verdura giunti nel 2012 in Italia dall’Africa: dai fagiolini del Marocco (irregolari nel 15% dei casi) alle fragole etiopi (irregolari nel 16% dei casi), ai piselli del Kenya (irregolari nel 38% dei casi) o ancora i peperoni dell’Uganda (irregolari addirittura nel 48% dei casi). In quattro bottiglie di olio extravergine su cinque in vendita in Italia è praticamente illeggibile la provenienza delle olive impiegate, nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario N.182 del 6 marzo 2009. Il rischio è che olio importato dalla Tunisia, con un minor contenuto di antiossidanti, venga spacciato per italiano. Sulle confezioni - continua la Coldiretti - è praticamente impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. Inoltre, spesso bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini, frasi o nomi fortemente ingannevoli che richiamano all’italianità. In alcuni biscotti e merendine low cost ingredienti di qualità come l’olio extravergine di oliva e il burro sono spesso sostituiti da grassi di bassa qualità e di basso prezzo come l’olio di palma e l’olio di cocco, spesso utilizzati in forma idrogenata. Accanto al pane artigianale venduto nei forni in Italia si assiste, segnala la Coldiretti, all’arrivo di milioni di chilogrammi di impasti semicotti, surgelati, con una durata di 24 mesi, grazie ad additivi e conservanti, provenienti dall’est europeo, destinati ad essere poi cotti e diventare pane nelle strutture commerciali a basso costo. Peraltro oltre la metà del grano duro utilizzato nella produzione di pasta in Italia è importato da Paesi dove si registrano spesso problemi di aflatossine che hanno anche portato a sequestri di importanti partite di prodotto. La crisi porta a cercare di contenere i costi risparmiando sull’ingrediente base, la cui origine non è purtroppo obbligatorio indicare in etichetta. Nell’Unione Europea è possibile acquistare pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che – sostiene la Coldiretti – promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose come Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Verdicchio, Lambrusco o Montepulciano.


E’ sconvolgente che anche in Europa siano stati addirittura aperti degli stabilimenti di lavorazione come in Svezia dove opera una fabbrica a Lindome, vicino a Goteborg, che produce e distribuisce in tutto il continente, e del tutto indisturbata, oltre 140mila wine kit all’anno dai quali si ottengono circa 4,2 milioni di bottiglie. I wine kit della società Vinland, conclude la Coldiretti, vengono venduti con i marchi Cantina e Doc’s che fanno esplicito riferimento alla produzione italiana, ma anche ad un marchio di qualità tutelato dall’Unione Europea, e promettono in soli 5 giorni di ottenere in casa imitazioni dei vini italiani più noti per i quali vengono addirittura fornite le etichette da apporre sulle bottiglie.

CON LA CRISI RADDOPPIA L’IMPORT DI FALSI PRODOTTI TIPICI LOW COST I rischi del low cost riguardano anche le imitazioni dei nostri prodotti più tipici, come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, che soffrono la concorrenza sleale dei similgrana le cui importazioni in Italia sono raddoppiate negli ultimi dieci anni. E’ quanto emerge dal primo dossier sui “Rischi dei cibi low cost” dal quale si evidenzia che le importazioni italiane di formaggi duri di latte bovino non Dop hanno raggiunto i 27,3 milioni di chili nel 2012, con un aumento dell’88% in dieci anni. I similgrana - rileva la Coldiretti - sono arrivati in Italia soprattutto dall’Europa a partire dalla Germania (8,3 milioni di chili) e dalla Repubblica Ceca (8,1 milioni di chili) anche se in forte crescita risulta essere l’Ungheria dalla quale sono giunti ben 2,7 milioni di chili, pari al 10% del totale delle importazioni. Ma volumi addirittura superiori di questi formaggi, che spesso hanno anche un’assonanza fonetica con quelli nazionali, sono purtroppo destinati a Paesi diversi dall’Italia, in Europa e fuori, togliendo spazio di mercato al Parmigiano e al Grana. Si tratta di formaggi di diversa origine e qualità che non devono rispettare i rigidi disciplinari di produzione approvati dall’Unione Europea. Il rischio è che vengano scambiati dai consumatori come prodotti Made in Italy perché vengono spesso utilizzati nomi, immagini e forme che richiamano all’italianità, ma anche perché appare il bollo Ce con la “IT” di Italia se il formaggio viene semplicemente confezionato in Italia. Un problema analogo riguarda i prosciutti che, in quattro casi su cinque tra quelli venduti in Italia, provengono da maiali allevati in Olanda, Danimarca, Francia, Germania, Spagna senza che questo venga chiaramente indicato in etichetta e con l'uso di indicazioni fuorvianti come “nostrano” che ingannano il consumatore sulla reale origine. Il problema riguarda sia il prosciutto crudo che quello cotto, per il quale si stima la provenienza straniera del coscio in una percentuale superiore al 90%. Le caratteristiche di questi prodotti sono profondamente diverse da quelli a denominazione di origine come il Parma e il San Daniele che sono ottenuti da allevamenti italiani regolamentati sulla base di rigidi disciplinari di produzione approvati dall’Unione Europea. Almeno una mozzarella su quattro tra quelle in commercio - afferma la Coldiretti - non è stata realizzata a partire direttamente dal latte, ma da cagliate straniere, anche se non è obbligatorio indicarlo in etichetta. Ogni anno decine di milioni di chili di cagliate provenienti soprattutto da Lituania, Ungheria, Polonia e Germania diventano mozzarelle Made in Italy, dietro il nome di marchi con nomi italiani, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta. Oltre ad ingannare i consumatori, si tratta di una concorrenza sleale nei confronti dei produttori che utilizzano esclusivamente latte fresco, perché rispetto alla mozzarella genuina fatta dal latte quella “tarocca” costa attorno alla metà e può essere venduta sullo scaffale a prezzi molto bassi. “Per questo occorre recuperare al più presto i ritardi accumulati nel rendere applicativo un sistema di etichettatura trasparente che consenta di far riconoscere la reale origine degli alimenti” ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “purtroppo dobbiamo constatare che spesso in Europa i gruppi di pressione vincono nei confronti degli interessi dei cittadini”.

9 ITALIANI SU 10: SÌ AI DAZI SALVA MADE IN ITALY Piu’ di 9 italiani su 10 (91%) si dicono favorevoli all’introduzione dei dazi alle importazioni per difendere le produzioni italiane e salvare i posti di lavoro. E’ quanto emerge dal sondaggio online condotto sul sito www.coldiretti.it, divulgato in occasione della presentazione a Bruxelles del dossier su “I rischi dei cibi low cost”.


Oltre un terzo degli italiani (34%) è favorevole ai dazi per tutti i prodotti provenienti da fuori dell’Italia, mentre il 29% solo per le merci che provengono da paesi che non rispettano norme sul lavoro, sull’ambiente e sulla salute simili a quelle nazionali. Inoltre - continua la Coldiretti il 15% li chiede solo sui prodotti "spacciati" per Made in Italy, ma fatti all’estero, e il 13% per tutti i prodotti provenienti da Paesi extracomunitari. Se quella dei dazi è una proposta provocatoria è anche vero che esprime un “sentiment” diffuso nei confronti della difesa dell'identità territoriale delle produzioni e della necessità di investire sui valori distintivi del territorio”, ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “nell'agroalimentare occorre intervenire subito per garantire la trasparenza delle informazioni con l'obbligo di indicare la provenienza in etichetta per dare la possibilità ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli”. La crescente attenzione alla difesa del tessuto produttivo legato al territorio nazionale è confermata dal crescente numero di italiani che acquista prodotti locali anche per favorire l’economia e l’occupazione in un difficile momento di crisi.

LE TRAPPOLE DEL CIBO LOW COST Mozzarella Limoni Similgrana Wine kit Pomodori

Aglio Extravergine d’oliva Nocciole Miele Prosciutto cotto Riso Pane Pasta Succo d’arancia

Una mozzarella su quattro non è realizzata con il latte, ma partendo da cagliate straniere spesso provenienti dall’Est europeo Proviene dall’Argentina quasi la metà dell’import sul quale sono stati riscontrati problemi di trattamenti chimici Raddoppiate le importazioni in Italia di imitazioni del Parmigiano Reggiano e il Grana Padano Dop, che non rispettano però i rigidi disciplinari Promettono prestigiosi vini italiani ottenuti da polveri miracolose. 140.000 confezioni vengono addirittura realizzate in una fabbrica svedese Nel 2012 sono stati importati in Italia 85 milioni di chili di pomodori “irregolari” per presenza di residui chimici, conservati in fusti che vengono rilavorati e diventano concentrato o sughi miracolosamente italiani. Nel 25% dei casi quello argentino che giunge in Italia è irregolare per la presenza di residui chimici In quattro bottiglie di olio extravergine su cinque in vendita in Italia è praticamente illeggibile la provenienza delle olive impiegate Vi sono allarmi per l’importazione in Italia di nocciole e pistacchi dalla Turchia contaminati per la presenza di muffe e aflatossine Nel 2012 sono aumentate del 38 per cento le importazioni di miele naturale dalla Cina. L’Ue ha lanciato un allarme sul rischio di contaminazione da organismi geneticamente modificati Il 90% dei cosci venduti in Italia proviene da animali che giungono da Olanda, Danimarca, Francia, Germania e Spagna, senza che questo venga indicato in etichetta In Italia nel 2012 sono aumentate del 12 per cento le importazioni di riso dagli Stati Uniti: rischio Ogm In Italia arriva un flusso di milioni di chilogrammi di impasti semicotti, surgelati, con una durata di 24 mesi, grazie ad additivi e conservanti, provenienti dall’Est europeo Oltre la metà del grano duro utilizzato nella produzione di pasta è di importazione, con problemi di aflatossine Nel corso del 2012 sono stati importati in Italia quasi un milione di chili di succo d’arancia dal Brasile. Problemi per la presenza dell’antiparassitario carbendazim

Fonte: Dossier Coldiretti su “I rischi del cibo low cost”

DOSSIER COLDIRETTI “I RISCHI DEL CIBO LOW COST”


UE: BOLLETTE IN CALO NEL 2013 IN ITALIA

COLDIRETTI: “MA NON BASTA, LA SPESA PER L’ENERGIA HA SUPERATO QUELLA PER IL CIBO” Il divario con gli altri Paesi rimane anche nel 2013 nonostante il fatto che da aprile le bollette elettriche siano diminuite dell'1 per cento (che si aggiunge al -1,4 per cento di gennaio) e quelle del gas del 4,2 per cento. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’analisi Eurostat sul dato che in Italia c’è stato per gas e luce uno dei maggiori aumenti registrati nell'Ue. La positiva decisione di tagliare le bollette è avvenuta però dopo che, nel 2012, i prezzi dei beni non regolamentati come l'energia elettrica e il gas naturale hanno subito – sottolinea la Coldiretti – un rincaro record del 13,4%, più che raddoppiato rispetto a quello del 2011 quando l’aumento è stato comunque del 6,3%. Il risultato è che, per effetto dei rincari delle bollette, la spesa per energia elettrica, combustibili e trasporti delle famiglie italiane nel 2012 ha superato – conclude la Coldiretti – quella per gli alimentari e le bevande.

www.ilpuntocoldiretti.it Il giornale online rivolto alle imprese del sistema agroalimentare E’ il giornale online rivolto alle imprese del sistema agroalimentare, creato dalla Coldiretti, la prima Organizzazione degli imprenditori agricoli del Paese. Il Punto Coldiretti assicura un costante aggiornamento su economia e settori produttivi, fisco, ambiente, lavoro, credito, energia, previdenza, formazione, qualità, innovazione e ricerca, scadenze e prezzi, previsioni meteo. L’indirizzo è: www.ilpuntocoldiretti.it.

www.cremona.coldiretti.it, il sito Ricordiamo che notizie, avvisi, appuntamenti promossi da Coldiretti Cremona vengono comunicati anche attraverso il nostro sito, all’indirizzo www.cremona.coldiretti.it (in particolare, per gli avvisi e gli appuntamenti rivolti agli imprenditori agricoli, c’è lo spazio “avvisi alle imprese”). Il sito è rivolto agli imprenditori agricoli e a tutti i cittadini attenti ai temi della difesa e valorizzazione dell’agricoltura e alimentazione made in Italy, alla promozione del territorio, alla tutela dell’ambiente. Sul sito sono presenti tutti i comunicati stampa diffusi da Coldiretti Cremona, i nostri video, le pagine dedicate ai servizi garantiti dai vari uffici, tutte le iniziative sul territorio, accanto ad una serie di link e di indirizzi utili.


IL “BOLLETTINO DIABROTICA” SUL SITO DI COLDIRETTI CREMONA A cura del Servizio fitosanitario regionale Segnaliamo che, con il mese di maggio, ha preso nuovamente avvio sul sito di Coldiretti Cremona la pubblicazione del “Bollettino Diabrotica”, redatto e puntualmente aggiornato a cura del Servizio fitosanitario regionale. Il “Bollettino Diabrotica”, che viene pubblicato dalla comparsa delle prime larve al termine del periodo, utile per effettuare i trattamenti contro gli adulti, vuole essere un documento informativo nel quale vengono riportate le seguenti informazioni principali: a. previsione del momento di comparsa delle larve di I età; b. evoluzione delle popolazioni larvali; c. comparsa dei primi adulti; d. comparsa delle prime femmine gravide; e. periodo ottimale per effettuare i trattamenti contro gli adulti; f. indicazioni sulle strategie di gestione di larve e adulti. L’obiettivo è quello di contribuire ad una migliore conoscenza dell'insetto, ma soprattutto agevolare gli agricoltori nelle operazioni di campagna. Il “Bollettino Diabrotica”, per il quarto anno, è sul nostro sito www.cremona.coldiretti.it. Per accedervi basta cliccare la voce “bollettino diabrotica”, sul banner del sito. Tutti gli imprenditori agricoli che preferissero ricevere il “bollettino” direttamente a casa, tramite e.mail, possono rivolgere tale richiesta all’Ufficio stampa Coldiretti Cremona (mail: ilcoltivatorecremonese@coldiretti.it // marta.biondi@coldiretti.it).

Il bollettino diabrotica (aggiornamento più recente: 21 maggio 2013) è su www.cremona.coldiretti.it


ASSOCIAZIONE REGIONALE PENSIONATI COLDIRETTI Giornata Regionale dedicata ai Quadri Dirigenti Promossa dall’Associazione Regionale Pensionati Coldiretti, si è tenuta a Rodengo Saiano (Brescia), venerdì 24 maggio, la “Giornata Regionale” dedicata ai Quadri Dirigenti della Federpensionati. Aperta dalla Santa Messa concelebrata da Mons. Paolo Bonetti, Consigliere Ecclesiastico Nazionale e Don Claudio Vezzoli, Consigliere Ecclesiastico Regionale, nella Chiesa parrocchiale di Rodengo Saiano, l’intensa giornata dedicata all’incontro e alla formazione, è proseguita con il convegno “Etica, produzione e lavoro: le nuove frontiere della speranza”, tenuto presso il Centro culturale San Salvatore ed avviato dal saluto del Presidente Giovanni Rota, alla guida dell’Associazione Regionale Pensionati Coldiretti Lombardia e dell’Associazione Provinciale cremonese.

Dopo l’introduzione affidata a Monsignor Paolo Bonetti (che ha proposto un’attenta relazione sul tema “Giovani Donne ed anziani, soggetti vitali di speranza per una nuova cittadinanza attiva”), sono seguiti gli interventi, con la partecipazione di Donne Impresa, Giovani Impresa e Federpensionati. La ‘tavola rotonda’ è stata moderata da Massimo Bocci, Responsabile regionale del Patronato Epaca e Segretario della Federpensionati regionale. Tutti i movimenti di cui si compone la Coldiretti hanno portato la loro esperienza ed il proprio “punto di vista”: le imprenditrici agricole hanno parlato di “Etica e lavoro” (con l’intervento di Selene Possenti, Vice Delegata di Donne Impresa Brescia, che ha approfondito il tema “Impresa femminile: lavoro, cultura e sviluppo sostenibile”), mentre i giovani imprenditori hanno sviluppato l’aspetto “Etica e rinnovamento” (con il Delegato Provinciale di Giovani Impresa Giancarlo Piccolo, intervenuto sull’argomento “Giovani, mercato e lavoro: l’etica e il profitto”).


Ai pensionati Coldiretti, rappresentati in primis dal Presidente nazionale Antonio Mansueto, è stato affidato il tema “Etica e tradizione”, nella relazione “La storia, la cultura e le tradizioni: le radici per l’albero del futuro”. Le conclusioni – a partire dallo spunto “Etica e produzioni” – sono state tratte da Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia, che ha evidenziato tutto il valore del progetto per il Paese messo in campo dalla Coldiretti, ribadendo “la strada maestra indicata da Coldiretti per uscire dalla crisi”, che punta sulla tutela, promozione e valorizzazione dell’Italia che fa l’Italia, e dunque su ciò che ci rende unici e migliori, dunque inimitabili, a partire dalle eccellenze dell’agroalimentare Made in Italy. Terminato il convegno, la giornata è proseguita all’insegna degli impareggiabili sapori del territorio, con il pranzo presso il ristorante Abbazia di Rodengo Saiano. “Abbiamo condiviso un’importante giornata, che ha consegnato a tutti i quadri dirigenti di Federpensionati preziosi spunti per la riflessione e per la loro azione sul territorio” ha detto il Presidente Rota, che aveva accanto, partita da Cremona, la delegazione più folta, con quindici partecipanti affiancati dal Segretario provinciale Maria Luisa Parmigiani e dal Responsabile provinciale del Patronato Epaca Damiano Talamazzini. Numerosi, importanti, appuntamenti attendono ora i pensionati Coldiretti, in una fitta “agenda di lavoro” che vede l’Associazione sempre presente ed attiva in tutte le azioni messe in campo dalla Coldiretti, nonché nelle varie iniziative e battaglie rivolte in particolare alla tutela dei diritti dei pensionati e di tutti gli anziani. “Foto di gruppo” per una parte dei partecipanti alla “gita di primavera” organizzata dall’Associazione Provinciale Pensionati Coldiretti Cremona, con mete Montisola e Franciacorta.


DONNE IMPRESA COLDIRETTI CREMONA

Imprenditrici agricole in preghiera e in festa al Santuario dedicato a Nostra Signora della Graffignana (San Vito di Casalbuttano) Il Santuario dedicato a Nostra Signora della Graffignana, piccolo scrigno di devozione e d’arte che saluta l’arrivo dei fedeli nella frazione di San Vito a Casalbuttano, ha accolto ieri pomeriggio le imprenditrici agricole della Coldiretti, datesi appuntamento, secondo tradizione, per vivere insieme la chiusura di maggio, il mese dedicato a Maria. Il consueto incontro di preghiera e di festa – ormai una tradizione per le donne impegnate in agricoltura, riunite in Donne Impresa – ha preso avvio intorno alle ore 15,30, con l’arrivo a Casalbuttano delle imprenditrici e delle loro famiglie. La giornata si è aperta in preghiera, intorno all’altare, con la Santa Messa celebrata da don Emilio Garattini, consigliere ecclesiastico di Coldiretti Cremona, che ha sottolineato il valore dell’affidare le proprie vite e le proprie preoccupazioni – che certo in agricoltura non mancano – nelle mani della Vergine, confidando nella sua materna intercessione.


Sotto il gazebo di Campagna Amica, “issato” nel prato che affianca il santuario in una cornice di bandiere gialle, è seguito il consueto momento conviviale, con un’autentica (apprezzatissima da tutti i presenti) “gara di bontà” fra le signore, che hanno portato numerose e squisite torte, dolci e salate, fatte in casa. Un’occasione per condividere un’ora di amicizia e relax, per confrontarsi sul proprio lavoro, sulle prospettive ed istanze dell’agricoltura, e sulle iniziative di Donne Impresa.

“La chiusura del Mese Mariano, con un momento di preghiera comune promosso dalle imprenditrici, è una bella tradizione che volentieri ogni anno rispettiamo. E’ per noi importante invocare la protezione della Madonna, sul nostro lavoro e sulle tante famiglie che vivono del lavoro in campagna – ha detto Paola Paietta, Responsabile provinciale di Donne Impresa Coldiretti Cremona –. Oggi più che mai abbiamo bisogno di una preghiera e di un aiuto. L’agricoltura sta vivendo giornate di grande difficoltà, i campi sono flagellati da una pioggia continua, che impedisce agli agricoltori di entrarvi per fare il nostro lavoro. L’auspicio è che questo maltempo possa finalmente terminare, e che la primavera, con il sole, inizi veramente”. Anche il Presidente dell’Associazione Provinciale Pensionati Coldiretti Cremona Giovanni Rota, da sempre presente alla chiusura del mese Mariano con la moglie Piera e con altri amici dell’Associazione, ha rimarcato il valore dell’iniziativa: “Per noi agricoltori – ha detto – questo è un significativo momento di incontro e di festa, con l’augurio che la nostra preghiera possa contribuire a far tornare il sole sui nostri campi”.


IL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA IN PROVINCIA DI CREMONA Eccellenza a km zero. Ecco il calendario degli appuntamenti CREMONA. Al Foro Boario, tutti i venerdì mattina. CASALMAGGIORE. In Piazza Turati, ogni sabato mattina. SORESINA. Tutti i lunedì, davanti al Palazzo Comunale. VESCOVATO. Tutti i sabati, in piazza Roma. CASTELLEONE. La mattina del sabato in via Garibaldi. PIZZIGHETTONE. Tutti i giovedì, presso il “Torrione del guado”. BAGNOLO CREMASCO. In piazza Aldo Moro la 2° domenica del mese. PANDINO. In via Umberto I, il 2° e il 4° lunedì del mese (+ alcuni eventi). CREMA. In via Terni, la 1° e la 3° domenica del mese (+ alcuni eventi). Domenica 30 giugno ‘Uscita speciale’ a Crema: “Festa del Melone”.

LA BOTTEGA DI CAMPAGNA AMICA è a Cremona, in via Buoso da Dovara, n. 29

Segnaliamo che il calendario di tutti i Mercati di Campagna Amica proposti nella provincia di Cremona (con iniziative ed eventuali aggiornamenti) è sul sito di Coldiretti Cremona all’indirizzo online www.cremona.coldiretti.it


Presso gli Uffici del Caf Coldiretti prosegue la “Campagna 730” Prorogata fino al 10 giugno la scadenza per la dichiarazione dei redditi tramite Modello 730. Caf Coldiretti è il Centro di Assistenza Fiscale costituito dalla Coldiretti. Garantisce assistenza qualificata nell’intero arco dell’anno a tutti i Cittadini che ne fanno richiesta I nostri uffici sono a: CREMONA. Via Ruffini, 28 Tel. 0372.732930 SORESINA. Via Lombardia, 3 Tel. 0372.732990 CASALMAGGIORE. Via Cairoli, 3 - 0372.732960 CREMA. Via del Macello, 34/36 Tel. 0372.732900

Siamo a disposizione di tutti i Cittadini per la compilazione e la presentazione del Modello 730

PEC Si ricorda che entro il 30 giugno prossimo tutte le ditte individuali dovranno attivare e comunicare alla Camera di Commercio un indirizzo di Posta Elettronica Certificata. Nel contempo sono in scadenza anche le p.e.c. già attivate a suo tempo per le società. Nell’occasione della consegna della documentazione delle dichiarazioni dei redditi Unico si provvederà a disbrigare i relativi adempimenti. Per questo è necessario consegnare ai nostri Uffici una copia della carta d’identità (del titolare o del rappresentante legale) e fornire il numero di un telefono cellulare. Gli Uffici di Impresa Verde Cremona sono a disposizione delle imprese agricole per ogni ulteriore informazione e per l’attivazione e comunicazione della Pec.


MERCATI – AGGIORNATI 31 MAGGIO 2013 PRODOTTO

Unità di misura

CREMONA 29 maggio

MILANO 28 maggio

MANTOVA 30 maggio

(fino) 252-255

FRUMENTO tenero buono mercantile

BOLOGNA 30 maggio

Tonn.

229-233

n.q.

n.q. buono m. n.q.

GRANOTURCO ibr. naz. 14% um.

SEMI di SOIA Nazionale

Tonn.

221-223

234-235

224-227

230-234

Tonn.

n.q.

n.q.

n.q.

n.q.

Tonn.

n.q. n.q.

n.q. n.q.

Fino a 65

ORZO naz. p.spec. 55-60 p.spec. 66-68

n.q.

(p.spec. 62-64)

Fino a 70

(p.spec. 66-67)

n.q. Triticale n.q.

n.q. n.q.

CEREALI MINORI

Tonn.

CRUSCA alla rinfusa

Tonn.

176–178

169–170

Tonn.

175–195 loietto: 170–185

n.q. 145-150

PAGLIA press. (rotoballe)

Tonn.

90-100

80-92

PRODOTTO

Unità di misura

CREMONA 29 maggio

MILANO 27 maggio

MANTOVA 30 maggio

MODENA 27 maggio

SUINI lattonzoli locali

15 kg

3,940

4,000

3,895

3,960

SUINI lattonzoli locali

25 kg

2,910

3,000

2,845

2,930

SUINI lattonzoli locali

30 kg

2,700

2,790

2,635

2,710

SUINI lattonzoli locali

40 kg

2,220

2,280

2,185

2,240

SUINI da macello

156 kg

1,235

1,300

n.q.

SUINI da macello

176 kg

1,295

1,300

n.q.

1,265

1,275

n.q.

FIENO Magg. 2012 Agostano

SUINI da macello

Sorgo nazionale

263-267

Sorgo 270-273

Oltre 176 kg

176-179

169-170

Mag. 1° t.

n.q.

Paglia di frum.

rotob. 45-50

(da 144 a 156 kg)

1,240 (da 156 a 176 kg)

1,295 (da 176 a 180 kg)

1,279


CREMONA

MONTICHIARI

MANTOVA

MODENA

22 maggio

31 maggio

30 maggio

27 maggio

kg.

p.v. 1,21-1,40 p.m 2,75-3,05

1,37-1,47

da macello 1,22-1,32

kg.

pv 0,95-1,10 pm 2,30-2,55

1,00-1,10

1,06-1,16

kg.

pv 0,66-0,82 pm 1,70-2,00

0,75-0,85

0,91-1,01

PRODOTTO

Unità di misura

VACCHE FRIS. 1° qualità (p.v.)

VACCHE FRIS. 2° qualità (p.v.)

VACCHE FRIS. 3° qualità (p.v.)

MANZE scott. 24 mesi

kg.

VITELLI baliotti

50-60

fris. (p.v.)

kg.

VITELLI baliotti

50-60

pie blu belga p.v

kg.

PRODOTTO

Unità di misura

CREMONA 29 maggio

BURRO pastorizzato

kg.

3,50

kg.

(dolce) 5,05-5,20

kg.

(piccante) 5,25-5,50

PROVOLONE VALPADANA

oltre 3 mesi

GRANA scelto stag. 9 mesi

1,37-1,47

1,44-1,61

p.v. 1,45–1,60 pm 2,80-3,10

fino a 3 mesi

PROVOLONE VALPADANA

pm 2,65-3,15

Vitelloni femm. da macello pez. nere (kg. 450-500)

1,50-1,80

MONTICHIARI (1° q. 56/60 kg)

1,60-1,90 3,00-4,00

MONTICHIARI

3,85-4,15

MILANO 27 maggio

(da 46 a 55 kg)

(45-55 kg)

1,45-1,85

1,75-2,15

3,45-4,05

MANTOVA 30 maggio

past. 3,20 centr. 3,70

2,90

5,05-5,20

n.q.

5,25-5,50

n.q.

(pregiate 70 kg)

4,16-4,75

MODENA

27 maggio Zangolato di creme X burrificaz. 2,60

-PARM. REGGIANO 12 mesi

8,60-9,50

kg.

6,75-7,10

6,60-7,00

6,65-6,85

PARMIGIANO REGGIANO fino a 24 m

10,25-10,90 GRANA scelto stag. 12-15 mesi

kg.

7,90-8,15

7,75-8,65

7,85-8,05

PARMIG. REGG. 30 mesi e oltre

11,35-12,30

N.B. Le quotazioni del bestiame bovino e del foraggio sul mercato di Cremona avvengono il 1° e il 3° mercoledì del mese. Le quotazioni del mercato di Milano avvengono il martedì per il comparto dei cereali e derivati, per gli altri comparti il lunedì. Per la zootecnia da latte si fa riferimento a Montichiari, che quota il venerdì. Il mercato di Mantova avviene il giovedì. Modena il lunedì. Il mercato di Bologna, che riportiamo come riferimento per i cereali, quota il giovedì.

TUTTI GLI AGGIORNAMENTI DELLA TABELLA MERCATI - INSIEME AI COLLEGAMENTI ALLE PRINCIPALI BORSE SONO SUL SITO www.cremona.coldiretti.it


CUN SUINI – Commissione Unica Nazionale Suini da macello PREZZI CIRCUITO TUTELATO (Maggio 2013) CATEGORIA

QUOTAZIONE

QUOTAZIONE

QUOTAZIONE

QUOTAZIONE

QUOTAZIONE

2 maggio 2013

9 maggio 2013

16.05.2013

23.05.2013

31.05.2013

Dal 06.05.13 al 10.05.13

Dal 13.05.13 al 17.05.13

Dal 20.05.13 al 24.05.13

Dal 27.05.13 al 31.05.13

Dal 3.06.13 al 7.06.13

144/152 kg

1,210

1,205

1,210

1,203

1,205

152/160 kg

1,240

1,235

1,240

1,233

1,235

160/176 kg

1,300

1,295

1,300

1,293

1,295

TUTTE le SETTIMANE l’AGRICOLTURA è in TV

Segnaliamo che W l’Agricoltura, la trasmissione dedicata al vero Made in Italy a cura di Coldiretti Cremona, va in onda su Telecolor e Primarete tutti i giovedì alle ore 19.50 (subito dopo il tg) e in replica la domenica, ore 13 circa, su Telecolor. Coldiretti Cremona Informa Vi dà appuntamento alla prossima settimana l’Agricoltura – Coldiretti Cremona Informa Vi dà appuntamento alla prossima settimana

se vadhttp://ec.europa.eu/agriculture/rurdev/index_it.htm È

La newsletter di Coldiretti Cremona è nel sito www.cremona.coldiretti.it


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.