Coldiretti cremona informa n 25 2013

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Le imprese, l’ambiente, l’alimentazione

Coldiretti Cremona Informa, Anno VIII NewsLetter

Informazione online Venerdì 05/07/2013 – Anno VIII, Numero 25 Assemblea Nazionale/1. “Pieno sostegno al patto per l’agricoltura italiana” Assemblea Nazionale/2. Stralci dalla relazione del Presidente Marini Assemblea Nazionale/3. In mani straniere i marchi italiani storici Latte. Coldiretti Lombardia: ricorso all’antitrust contro Parmalat e Italatte Iva. Coldiretti: bene il rinvio dopo il crollo delle vendite nel 2013 Appuntamenti. Festa dell’agricoltura a Ricengo // Campagna Amica, mercati Avvisi. Psr, Misura 112 “Giovani” // Epaca, infortuni e malattie professionali …………………………………………………………………………

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Il Presidente Sergio Marini: pieno sostegno al patto per l’agricoltura DALL’IMU AGLI OGM, DALLA POLITICA AGRICOLA ALLA BUROCRAZIA Gli impegni presi dal Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo nel patto per l’agricoltura davanti ai 15mila agricoltori presenti all’Assemblea della Coldiretti trovano il nostro pieno sostegno, perché li reputiamo fondamentali per l’agricoltura italiana. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini. Dire no agli Ogm in Italia per valorizzare la biodiversità - ha sottolineato - è stata una tesi sostenuta da tutti e tre i ministri interessati alla firma della clausola di salvaguardia per vietare la coltivazione di Organismi geneticamente modificati, dal Ministro delle Politiche Agricole De Girolamo a quello della Salute Beatrice Lorenzin che tra l’altro ha annunciato l’intenzione di “presentare presto in Parlamento un disegno di legge per valorizzare il km zero”, fino a quello all’Ambiente Andrea Orlando il quale ha affermato “noi non vogliamo gli Ogm perche non vogliamo che il nostro paese diventi troppo simile o uguale ad altri paesi”. L’abolizione dell’Imu agricola rappresenta - ha continuato Marini - un vero riconoscimento del ruolo ambientale, sociale e culturale del nostro settore agricolo, il riconoscimento di quei beni comuni che l’agricoltura produce e che nessuno paga, il riconoscimento di beni strumentali che nulla hanno a che vedere con una tassa che dovrebbe intaccare i patrimoni.


La semplificazione della burocrazia nel comparto sostenuta anche dal Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato e della Salute Beatrice Lorenzin è - ha precisato Marini - una priorità perché troppo spesso siamo abituati a semplificazioni e poi a semplificazioni delle semplificazioni che portano infine a delle complicazioni ingestibili”. Premiare gli agricoltori attivi ovvero quelli che vivono di agricoltura dopo il bel lavoro fatto dal Parlamento europeo e dal Presidente della Commissione agricoltura Paolo De Castro diventa oggi una possibilità degli Stati membri e - ha affermato Marini - non possiamo perdere questa occasione. L’internazionalizzazione vuol dire portare nel mondo l’Italia, ma un’Italia vera al 100 per 100 e a tal riguardo apprezziamo l’incoraggiamento del Ministro Zanonato che ha evidenziato che “l'agricoltura è un settore della nostra attività economica che funziona meglio in questo momento e crea occupazione”, sottolineando inoltre il valore di un’iniziativa come quella del marchio Fai, che garantisce prodotti firmati dagli agricoltori italiani. “E’ fondamentale – ha chiosato Zanonato – che questo marchio si affermi con grande efficacia”.

STRALCI DALLA RELAZIONE DEL PRESIDENTE SERGIO MARINI ALL’ASSEMBLEA COLDIRETTI + 9% GIOVANI ASSUNTI IN AGRICOLTURA NEL 2013 L’occupazione giovanile cresce solo in agricoltura, che fa segnare un aumento record del 9 per cento nelle assunzioni di giovani under 35 anni nel primo trimestre del 2013, nonostante gli effetti negativi sulle coltivazioni provocati dal maltempo e i segnali depressivi sui consumi che hanno interessato anche l’agroalimentare. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel corso dell’Assemblea nazionale, ieri al Palalottomatica, nel sottolineare che dal ricambio generazionale in agricoltura è possibile l’inserimento di 200mila giovani nelle campagne. L’agricoltura - ha sottolineato Marini - è l’unico settore che dimostra segni di vitalità economica con una variazione tendenziale positiva del Pil (+0,1%) e un aumento degli occupati dipendenti complessivi (+0,7%), in netta controtendenza rispetto agli altri comparti nel primo trimestre dell’anno.


Una conferma della validità e della modernità del modello di sviluppo agricolo Made in Italy, che è fondato sul valorizzazione dell’identità, della qualità, delle specificità e che – ha sostenuto Marini – può rappresentare un riferimento anche per gli altri settori per affrontare e vincere la competizione internazionale. Dentro l’agricoltura non c’è ancora un reddito adeguato, ma c’è legittimamente quella visione di futuro e di prospettive e di fiducia che non c’è negli altri settori: ecco perché aumenta l’occupazione giovanile, ecco perché le multinazionali arrivano invece che andarsene, ecco perché aumenta chi frequenta le scuole di agricoltura” ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “l’agricoltura non ha solo una funzione economica ma anche sociale ed ambientale che migliora la qualità della vita di tutti i cittadini in termini di sicurezza, coesione, relazioni, paesaggio ed in generale aiuta a stare bene. Una serie di funzioni pubbliche a vantaggio della collettività, componenti che in un momento di crisi valgono molto e che - ha concluso Marini - sono l’unica e vera motivazione per cui l’agricoltura merita una particolare attenzione sulle normative fiscali a partire dall’IMU. Oggi si registra un profondo cambiamento rispetto al passato quando la vita in campagna era considerata spesso sinonimo di arretratezza e ritardo culturale nei confronti di quella in città. Il contatto con la natura e i suoi prodotti è diventato premiante rispetto all’impegno negli strumenti finanziari di un istituto di credito o nei prodotti fortemente pubblicizzati di una grande multinazionale. Si tratta di una vera rivoluzione culturale con il 38% dei giovani che preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (28%) o fare l’impiegato in banca (26%), secondo una recente indagine Coldiretti/Swg. La crescita di opportunità nel settore agricolo è resa evidente dal boom del 29% delle iscrizioni negli istituti professionali agricoli e del 13% negli istituti tecnici di agraria, agroalimentare ed agroindustria, secondo un’analisi della Coldiretti sui dati relativi alle iscrizioni al primo anno delle scuole secondarie di II grado statali e paritarie per l’anno scolastico 2012/2013 divulgati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Si tratta ha sottolineato la Coldiretti - di una conferma del fatto che in agricoltura il lavoro c’è sia per chi vuole trovare un’opportunità di occupazione, magari stagionale, sia per chi vuole intraprendere. Circa il 70 per cento delle imprese giovani - ha continuato la Coldiretti opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alle fattorie didattiche fino agli agriasilo, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, agrigelati e addirittura agricosmetici. La domanda di lavoratori si registra infatti per figure professionali tradizionali che vanno dal trattorista al taglialegna fino al potatore, ma anche per quelle innovative all’interno dell’impresa agricola come l’addetto alla vendita diretta di prodotti tipici, alla macellazione, alla vinificazione o alla produzione di yogurt e formaggi.

NONOSTANTE LA CRISI, RECORD STORICO A 34 MILIARDI DI EXPORT PER IL CIBO ITALIANO NEL 2013 Volano le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani, che nel 2013 fanno segnare il record storico di 34 miliardi fatturati all’estero, se verrà mantenuto il trend di crescita del 7% realizzato nel primo trimestre rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge da una stima della Coldiretti presentata all’Assemblea nazionale, sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero. Dall’analisi si evidenzia che, se la crescita è debole (+3%) nei paesi dell’Unione Europea che sono il principale mercato, il Made in Italy va forte nelle Americhe (+9%) e soprattutto nei mercati emergenti come quelli asiatici, dove si è avuto un incremento del 13% in Africa, con un boom addirittura del 31%.


Tra i principali settori del Made in Italy, il prodotto più esportato è l’ortofrutta fresca, che aumenta del 7%, seguita dal vino che però cresce di più (+10%). Aumenta peraltro anche la pasta che rappresenta una voce importante del Made in Italy sulle tavole straniere con un +7%, ma anche l’olio d’oliva, il cui balzo in avanti dell’11% è anche l’effetto dell’entrata in vigore della legge salva extravergine, fortemente voluta dalla Coldiretti, che tutela il vero made in Italy da tarocchi e concorrenza sleale. Analizzando le performance dei prodotti nei singoli stati si scoprono aspetti sorprendenti, ha evidenziato Coldiretti, con la crescita addirittura del 78% dei formaggi made in Italy in Cina (+62% degli acquisti di Grana Padano e Parmigiano Reggiano), nonostante la tradizionale opposizione al consumo di prodotti lattiero-caseari da parte dei cittadini asiatici. Ma nel paese presunto inventore degli spaghetti cresce anche la pasta tricolore le cui esportazioni sono incrementate del 9%. In Gran Bretagna, patria del whisky, cresce, invece, l’attenzione per la grappa italiana (+19%). Le esportazioni agroalimentari italiane potrebbero in realtà triplicare con una radicale azione di contrasto al falso Made in Italy alimentare nel mondo, che secondo un’analisi della Coldiretti vale infatti oltre 60 miliardi di euro e toglie circa 300mila posti di lavoro. Ad essere colpiti sono i prodotti più rappresentativi dell’identità alimentare: dai pomodori San Marzano coltivati in Usa al “Parma salami” del Messico, dal Parmesao del Brasile allo Spicy thai pesto statunitense, dall’olio Romulo con tanto di lupa venduto in Spagna al Chianti prodotto in California, ma anche una curiosa “mortadela” siciliana dal Brasile, un “salami calabrese” prodotto in Canada, un barbera bianco rumeno e il provolone del Wisconsin. ”La lotta alla contraffazione e alla pirateria internazionale rappresenta per le Istituzioni un’area di intervento prioritaria per recuperare risorse economiche utili al Paese e generare occupazione in un difficile momento di crisi” ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “bisogna agire nell’ambito degli accordi internazionali dove troppo spesso l’agroalimentare è stato svenduto sull’altare di interessi diversi”. Occorre fermare una concorrenza sleale nei confronti dei produttori nazionali con il rischio che, soprattutto nei Paesi emergenti come la Cina, si radichi tra i consumatori un falso Made in Italy che - ha precisato Marini - non ha nulla a che fare con il prodotto originale e toglie invece spazio di mercato ai prodotti autentici. Da anni di parla di internazionalizzare le imprese facendo massa critica, ma se il modello di sviluppo vincente è quello di portare le diversità nel mondo è evidente che - ha continuato Marini - dobbiamo sostituire per prima cosa il termine di massa critica con quello di rete di imprese e quello di piattaforma logistica con quello di piattaforma leggera che porta i territori nel mondo. Se applicassimo il concetto di massa critica della mozzarella non dovremmo vendere la squisita mozzarella di bufala della Campania ma un indistinto formaggio a pasta filata che chiunque nel mondo può imitare e produrre con costi più bassi. Dalla Simest all’Ice fino alle Camere di Commercio dobbiamo capire che per noi il vecchio modello di internazionalizzazione è completamente superato perché – ha affermato Marini – oggi abbiamo una rete di imprese che deve essere accompagnata nel mondo con una infrastruttura leggerissima, valorizzando e non omologando le particolarità che sono i veri punti di forza. Finalmente quasi tutti - ha concluso Marini hanno capito che il chilometro zero, oltre a creare economia e socialità, è stato uno strumento straordinario per riscoprire i nostri territori e valorizzare le distintività per conquistare il mondo che è il nostro mercato.

CRISI: L’ITALIA BATTE LA GERMANIA E LA FRANCIA NEI CAMPI IN PIL E QUALITÀ L’Italia conquista il primato in Europa e nel mondo della sicurezza alimentare con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite (0,3%) che sono risultati peraltro inferiori di cinque volte a quelli della media europea (1,5% di irregolarità) e addirittura di 26 volte a quelli extracomunitari (7,9% di irregolarità). E’ quanto emerge


dall’analisi della Coldiretti sui primati del Made in Italy alimentare presentata all’Assemblea nazionale, ieri al Palalottomatica a Roma. Il modello agricolo italiano - ha sottolineato la Coldiretti - sulla leadership in Europa con 249 prodotti tipici a denominazione di origine riconosciuti (Dop/Igp), il maggior numero di aziende agricole biologiche (48269 operatori) e la maggiore biodiversità con 57468 specie animali e 12mila specie di flora, ma anche nel valore aggiunto per ettaro di terreno, ovvero la ricchezza netta prodotta per unità di superficie dall’agricoltura italiana è praticamente il doppio di quella di Francia e Spagna, il triplo di quella inglese ed una volta e mezzo quello tedesco. L’Italia - ha continuato la Coldiretti - è il primo esportatore mondiale in quantità di vino, pasta, kiwi, pesche, mele e pere, ma anche il principale produttore di pasta e ortofrutta. Senza contare il record di longevità grazie alla dieta mediterranea, il top di presenze per il turismo enogastronomico e quello ambientale con 871 parchi ed aree protette che coprono il 10% del territorio. “In una fase di cancellazione delle distintività territoriali, la nostra agricoltura ha prosperato proprio saldandosi al capitale territoriale e inglobandone il valore aggiunto” ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “gli assets su cui il nostro Paese può e deve puntare sono di natura materiale e immateriale: patrimonio storico ed artistico, paesaggio, biodiversità, ricchissima articolazione territoriale, originalità e creatività, gusto e passione, intuito e buonsenso. Accanto a questi fattori, siamo stati capaci di sviluppare nel tempo un capitale sociale che - ha precisato Marini - rimane fortissimo; resta viva una forte capacità di relazionarci e di fare comunità, di innovare mantenendo in vita saperi antichi. Risorse che appartengono al Dna del Paese e che garantiscono quel valore aggiunto inimitabile e non delocalizzabile al “saper fare” italiano. L’Italia e il suo futuro - ha continuato Marini - sono legati alla capacità di tornare a fare l’Italia, imboccando intelligentemente la strada di un nuovo modello di sviluppo che trae nutrimento dai punti di forza. E’ nella capacità di trasferire nei prodotti e nei nostri servizi il valore materiale e immateriale della distintività italiana e nel rafforzare il nostro saper “fare rete” che troveremo la forza e l’autorevolezza per riconquistare la giusta capacità competitiva, anche nella dimensione globale.


L’idea che potessimo competere a livello internazionale solo in termini di economie di scala e sull’inseguimento del minor costo di produzione sta oggi dimostrando i suoi limiti, come testimoniano – ha concluso il Presidente Marini – i fenomeni di delocalizzazione, deindustrializzazione e perdita di posti di lavoro che stanno segnando fortemente la nostra epoca. Inoltre la sostenibilità di questi modelli produttivi viene messa sempre più in discussione dalla ‘finitezza’ delle risorse disponibili, dal costo ambientale che essi comportano, dai costi sociali altrettanto pesanti che ne derivano.

CRISI: LA SPESA ALIMENTARE TORNA INDIETRO DI 20 ANNI La spesa alimentare delle famiglie italiane è tornata indietro di vent’anni per effetto del crollo che si è verificato dall’inizio della crisi nel 2007, provocando un’inversione di tendenza mai accaduta dal dopoguerra. Nel 2012 i consumi delle famiglie italiane per alimentari e bevande a valori concatenati sono stati pari a 117 miliardi, di mezzo miliardo inferiori a quelli del 1992. La crisi - ha sottolineato la Coldiretti in occasione dell’Assemblea al Palalottomatica - ha fatto retrocedere il valore della spesa alimentare, che era sempre stato tendenzialmente in crescita dal dopoguerra, fino a raggiungere l’importo massimo di 129,5 miliardi nel 2007, per poi crollare oggi al minimo di ben quattro lustri fa. La situazione - ha continuato la Coldiretti - si è aggravata nel 2013 in cui prosegue il drammatico crollo storico della spesa che non è mai stato così pesante con le famiglie italiane che hanno tagliato gli acquisti per l’alimentazione, dall’olio di oliva extravergine (-12%) al pesce (-11%), dalla pasta (-9%) al latte (-6%), dall’ortofrutta (-4%) alla carne (-1%), per una contrazione media nell’agroalimentare del -3,4%, sulla base dell’analisi della Coldiretti su dati Ismea relativi al primo quadrimestre. Il clima di depressione nei consumi ha costretto ben sette famiglie su dieci (71%) a modificare la quantità e la qualità dei prodotti. Lo dimostra il fatto che le vendite alimentari sono calate ad aprile del 4,5 per cento in media con una riduzione del 2,1 per cento nel primo quadrimestre con punte del 4,4% nei piccoli negozi e dell’1,2% nella grande distribuzione mentre sono aumentati dell’1,3% solo nei discount. Ma a fare un vero balzo in avanti è la spesa a chilometri zero, che ha raggiunto il fatturato record di 3 miliardi di euro grazie - evidenzia la Coldiretti - alla crescita del 40% delle imprese agricole accreditate a Campagna Amica, che commercializzano ai consumatori nei mercati ambulanti e nei punti vendita organizzati. Nei mercati degli agricoltori fanno regolarmente la spesa 7 milioni di italiani mentre altri 14 lo hanno fatto almeno una volta durante l’anno. Un’opportunità resa possibile dalla Fondazione Campagna Amica della quale fanno parte 6.566 aziende agricole, 1.179 agriturismi, 330 cooperative, 1.125 mercati, 146 botteghe ai quali si aggiungono 254 ristoranti e 128 orti urbani, per un totale di oltre 8.200 punti vendita (www.campagnamica.it). “Acquistare prodotti a chilometri zero non è solo conveniente ma è anche un segnale di attenzione al proprio territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, oltre che un sostegno all’economia e all’occupazione locale”, ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “si tratta di una responsabilità sociale che si diffonde tra i cittadini nel tempo della crisi. Quando noi siamo faticosamente andati contro corrente nel riaffermare il valore del chilometro zero, della vendita diretta e del concetto di filiera corta abbiamo di fatto - ha sottolineato Marini - riaffermato un nuovo modello economico e un nuovo stile di consumo che coniugasse il valore economico ed occupazionale con una prospettiva di futuro. Un modello più adeguato ai nostri tempi in cui l’elemento relazionale, di conoscenza, di fiducia, che si instaura tra produttore e consumatore è stato il fattore di un successo economico, ma anche - ha concluso Marini - sociale, ambientale e culturale che guarda al territorio come miniera di opportunità e luogo da tutelare e al mondo come mercato.


CRISI: PAURA A TAVOLA PER 7 ITALIANI SU 10 NEL PRIMO TRIMESTRE 2013 SEQUESTRI PER 112 MILIONI DI EURO Il moltiplicarsi degli episodi sempre di alterazioni, falsificazioni e contraffazioni di prodotti alimentari mette in allerta quasi 18 milioni di famiglie italiane, pari al 71% del totale. Il dato è emerso dall’analisi della Coldiretti illustrata nel corso dell’Assemblea nazionale. Anche per effetto della crisi - sottolinea la Coldiretti - nel primo trimestre del 2013 sono stati effettuati sequestri di prodotti alimentari per un valore di 112,6 milioni di euro secondo i dati del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute (Nas). “La lotta alla contraffazione e alla pirateria rappresenta per le Istituzioni un’area di intervento prioritaria per recuperare risorse economiche utili al Paese e generare occupazione” ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “la politica italiana deve avere il coraggio di difendere i valori distintivi, che tutti insieme danno luogo al Made in Italy, e che hanno a che fare con l’articolo uno della Costituzione perché sono le nostre future opportunità di lavoro. In paesi come il nostro – ha precisato Marini – la Commissione parlamentare anticontraffazione non dovrebbe essere oggetto di dibattito in Parlamento ma prevista per legge, anzi, se possibile, nella Costituzione stessa. La distintività è il nostro punto di forza e non si può accettare – ha sottolineato Marini – che venga minata a livello nazionale, europeo o nei rapporti internazionali”. Le preoccupazioni, secondo la Coldiretti, riguardano anche il fatto che l'Italia è un forte importatore di prodotti alimentari, con il rischio concreto che nei cibi in vendita vengano utilizzati ingredienti di diversa qualità come il concentrato di pomodoro cinese, l'extravergine tunisino, la cagliata di latte della Lituania o il prosciutto olandese spacciato per nazionale. I prodotti alimentari più colpiti dalle frodi, secondo i carabinieri dei Nas, sono stati nel 2013 quelli della carne e degli allevamenti (52 per cento), con il caso della carne di cavallo spacciata per manzo, farine, pane e pasta (12 per cento in valore del totale sequestrato) e le conserve alimentari (7 per cento), ma va precisato peraltro che ben l’8% del valore dei sequestri riguarda la ristorazione con la chiusura dei locali. Gli ottimi risultati dell’attività investigativa confermano - ha sostenuto la Coldiretti - che tra Agenzie delle Dogane, Nas dei Carabinieri, Istituto Controllo Qualità, Capitanerie di Porto, Corpo Forestale e Carabinieri delle Politiche Agricole, Asl, ai quali si aggiunge l’attività degli organismi privati, l’Italia può contare sul primato comunitario in materia di scurezza alimentare grazie alla più estesa rete di controlli. Un impegno che va sostenuto - ha continuato la Coldiretti - stringendo le maglie troppo larghe della legislazione comunitaria con l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti per garantire trasparenza negli scambi commerciali, agevolare l’attività ispettiva e difendere i consumatori e i produttori dal rischio di frodi ed inganni con circa la metà della spesa che è anonima. Ad oggi, infatti in Europa è in vigore l’obbligo di indicare l’origine della carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza mentre dal 2003 è d'obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca, dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova, a partire dal primo agosto 2004 l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto e dal primo luglio 2009 l’obbligo di indicare anche l’origine delle olive impiegate nell’olio. Ma l’etichetta - precisa la Coldiretti - resta anonima oltre che per gli altri tipi di carne anche per i salumi, i succhi di frutta, la pasta ed i formaggi. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti è all’avanguardia in questo percorso: il 7 giugno 2005 è scattato l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco; dal 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy per effetto dell'influenza aviaria; a partire dal 1 gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.


“OGM, CHIUDERE DEFINITIVAMENTE LA QUESTIONE” “La difesa della distintività italiana deve essere una priorità della politica perché da essa dipende la prospettiva di futuro del Made in Italy, nell’alimentare e non”. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini all’Assemblea nazionale nel sottolineare che “ci sono tutte le condizioni perché i Ministeri interessati possano a questo punto concordare sulla firma del decreto sulla clausola di salvaguardia, unico strumento di cui disponiamo per risolvere definitivamente e rapidamente la questione”. Sulla richiesta al Governo di esercitare la clausola di salvaguardia c’è stato un pressing trasversale da parte dei rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari, ma soprattutto - ha affermato Marini - c’è l’attesa di quasi otto italiani su dieci (76%) che sono contrari all’utilizzo di organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura, con un aumento del 14% rispetto allo scorso anno, secondo l’indagine Ipr Marketing svolta pochi giorni fa. Con il crescere dell’opposizione degli italiani agli Ogm in agricoltura si riducono ad appena il 10% i favorevoli ma - ha sottolineato la Coldiretti - diminuiscono anche coloro che non hanno un’opinione o non rispondono, scesi al 14%. Bastano questi dati per spiegare le ragioni della richiesta al Governo di esercitare la clausola di salvaguardia che vieterebbe la messa a coltura di piante biotech, formulata dalla task force a cui partecipa la Coldiretti. Sono già 8 i Paesi europei che hanno adottato la clausola di salvaguardia (Francia, Germania, Lussemburgo, Ungheria, Grecia, Bulgaria, Polonia, Austria). Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura - ha sostenuto Marini non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy. In Europa sono rimasti solo cinque paesi (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania) a coltivare Ogm, con 129mila ettari di mais transgenico piantati nel 2012, una percentuale irrisoria della superficie agricola comunitaria pari a molto meno dello 0,001% della superficie totale di 160 milioni di ettari coltivati in Europa, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati ISAAA.

L’UE RISPONDE A LOBBY SU COME APPARECCHIARE LA TAVOLA E’ STATO NECESSARIO RINAZIONALIZZARE LA POLITICA AGRICOLA “Ci piacerebbe un’Europa con una visione su come risolvere i grandi problemi dall’economia all’occupazione, dal commercio internazionale alle speculazioni finanziarie e ci ritroviamo quella che risponde alle lobby anche su come apparecchiare la tavola, con il rabbocco delle oliere” ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini all’Assemblea nazionale, nel sottolineare che “l’Europa la vogliamo grande per trattare nelle giuste dimensioni i temi globali invece di questioni che vanno a toccare le culture, le tradizioni, gli stili di vita dei cittadini, non cogliendo le diversità dei tanti territori e Paesi diversi che per noi sono ricchezza”.


Alcuni chiamano questo rinazionalizzazione – ha precisato Marini – ma per noi è una forma intelligente di sussidiarietà. Se ci sono minori risorse bisogna darle agli agricoltori professionali, ai giovani, a chi fa qualità e sicurezza. E’ giusto considerare sostenibile dal punto di vista ambientale anche il vigneto, l’uliveto e il frutteto e non soltanto prato e pascolo. L’accordo sulla riforma della Politica Agricola (PAC) premierà chi vive e lavora di agricoltura escludendo per la prima volta in una black list i soggetti che non hanno nulla a che fare con l’agricoltura e soprattutto - ha continuato Marini - prevedendo la possibilità per l’Italia di destinare risorse ai soli agricoltori attivi. Sensibili miglioramenti sono stati ottenuti anche per l’inverdimento a tutela dei vigneti, frutteti ed uliveti italiani, sulla convergenza e per i giovani agricoltori”. Nei vari passaggi, dal nostro Summit a Roma con il Commissario all’agricoltura Dacian Ciolos agli incontri con i colleghi di tutte le principali Organizzazioni agricole europee, fino al meeting di poche settimane fa a Bruxelles con il Presidente del Consiglio agricoltura e pesca del Consiglio dell’Unione europea Simon Coveney e il Presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro, la proposta – ha concluso Marini – è andata migliorando. Certamente rimane un taglio importante ai finanziamenti destinati all’agricoltura ma l’applicazione nazionale demandata al nostro Governo e al Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, che ha chiuso positivamente per l’Italia il negoziato, potrà compensare il disagio nell’orientare le risorse - conclude Marini - verso i veri agricoltori.

Nella foto: il Presidente Sergio Marini ricorda al Ministro per le Politiche agricole Nunzia De Girolamo gli impegni assunti durante l’Assemblea. Sono intervenuti anche il Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e il Ministro all’Ambiente Andrea Orlando

Il saluto del Presidente della Coldiretti Sergio Marini all’Assemblea Nazionale ieri al Palalottomatica a Roma. Erano presenti oltre 15mila imprenditori agricoli, in arrivo da tutte le province e regioni d’Italia


CRISI

COLDIRETTI: IN MANI STRANIERE MARCHI ITALIANI STORICI PER DIECI MILIARDI Dall’Orzo Bimbo a Gancia, da Parmalat a Star, dai salumi Fiorucci al Chianti Sono passati in mani straniere marchi storici dell’agroalimentare italiano per un fatturato di almeno 10 miliardi di euro dall’inizio della crisi, che ha reso più facili le operazioni di acquisizione nel nostro Paese, dall’Orzo bimbo agli spumanti Gancia, dai salumi Fiorucci alla Parmalat, dalla Star al leader italiano dei pomodori pelati finito alla giapponese Mitsubishi, ma nel 2013 è stato ceduto anche il 25 per cento del riso Scotti, mentre per la prima volta la produzione di vino Chianti nel cuore della Docg del Gallo Nero è divenuta di proprietà di un imprenditore cinese. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini sulla base di uno studio presentato all’Assemblea nazionale dove è stato allestito “Lo scaffale del Made in Italy che non c’è più” dal quale si evidenzia che nel mondo c’è fame d’Italia con una drammatica escalation nella perdita del patrimonio agroalimentare nazionale. “I grandi gruppi multinazionali che fuggono dall’Italia della chimica e della meccanica investono invece nell’agroalimentare nazionale perché, nonostante il crollo storico dei consumi interni, fa segnare il record nelle esportazioni grazie all’immagine conquistata con i primati nella sicurezza, nella tipicità e nella qualità” ha affermato il Presidente della Coldiretti. “Il passaggio di proprietà - ha denunciato Marini - ha spesso significato svuotamento finanziario delle società acquisite, delocalizzazione della produzione, chiusura di stabilimenti e perdita di occupazione. Si è iniziato con l’importare materie prime dall’estero per produrre prodotti tricolori. Poi si è passati ad acquisire direttamente marchi storici e il prossimo passo è la chiusura degli stabilimenti italiani per trasferirli all’estero. Un processo di fronte al quale occorre accelerare nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana che veda direttamente protagonisti gli agricoltori per garantire quel legame con il territorio che ha consentito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi”. Se la settimana scorsa la multinazionale del lusso LVMH ha acquisito una partecipazione di maggioranza nel capitale sociale della Pasticceria Confetteria Cova proprietaria della società Cova Montenapoleone Srl, che gestisce la nota pasticceria milanese, l’ultimo colpo nelle campagne toscane è stato messo a segno - sottolinea la Coldiretti - da un imprenditore cinese della farmaceutica di Hong Kong, che ha acquistato per la prima volta un’azienda vitivinicola agricola nel Chianti, terra simbolo della Toscana per la produzione di vino: l’azienda agricola Casanova - La Ripintura, a Greve in Chianti, nel cuore della Docg del Gallo Nero. Nel 2013 – continua la Coldiretti – si è verificato il passaggio di mano del 25 per cento della proprietà del riso Scotti ceduto dalla famiglia pavese al colosso industriale spagnolo Ebro Foods. Nel 2012 la Princes Limited (Princes), una controllata dalla Giapponese Mitsubishi, ha siglato un contratto con AR Industrie Alimentari SpA (ARIA), leader italiana nella produzione di pelati, per creare una nuova società denominata "Princes Industrie Alimentari SrL" (PIA), controllata al 51 per cento dalla Princes, mentre il marchio Star passa definitivamente in mano spagnola con il gruppo Agrolimen che ha aumentato la propria partecipazione in Gallina Blanca Star al 75 per cento.


Infine, è volata in Inghilterra la Eskigel che produce gelati in vaschetta per la grande distribuzione (Panorama, Pam, Carrefour, Auchan, Conad, Coop). Nel 2011 la società Gancia, casa storica per la produzione di spumante, è divenuta di proprietà per il 70 per cento dell'oligarca Rustam Tariko, proprietario della banca e della vokda Russki Standard; la francese Lactalis è stata invece protagonista dell’operazione che ha portato la Parmalat a finire sotto controllo transalpino; il 49 per cento di Eridania Italia Spa operante nello zucchero è stato acquisito dalla francese Cristalalco Sas e la Fiorucci salumi è passata alla spagnola Campofrio Food Group, la quale ha ora in corso una ristrutturazione degli impianti di lavorazione a Pomezia che sta mettendo a rischio numerosi posti di lavoro. Nel 2010 il 27 per cento del gruppo lattiero caseario Ferrari Giovanni Industria Casearia S.p.A fondata nel 1823, che vende tra l’altro Parmigiano Reggiano e Grana Padano, è stato acquisito dalla francese Bongrain Europe Sas e la Boschetti Alimentare Spa, che produce confetture dal 1981, è diventata di proprietà della francese Financière Lubersac che ne detiene il 95 per cento. L’anno precedente, nel 2009 - prosegue la Coldiretti -, è iniziata la cessione di quote della Del Verde industrie alimentari spa che è divenuta di proprietà della spagnola Molinos Delplata Sl, la quale fa parte del gruppo argentino Molinos Rio de la Plata. Nel 2008 la Bertolli era stata venduta all’Unilever per poi essere acquisita dal gruppo spagnolo SOS, è iniziata la cessione di Rigamonti salumificio spa, divenuta di proprietà dei brasiliani attraverso la società olandese Hitaholb International, mentre la Orzo Bimbo è stata acquisita dalla francese Nutrition&Santè S.A. del gruppo Novartis. Lo stesso anno è stata ceduta anche Italpizza, l’azienda modenese che produce pizza e snack surgelati, all’inglese Bakkavor acquisitions limited. Con l’inizio della crisi - informa la Coldiretti - si è dunque verificata una accelerazione nel processo di cessione dei marchi storici del Made in Italy che nell’agroalimentare era già in fase avanzata. Nel 2006 la Galbani era entrata in orbita Lactalis, ma nello stesso anno gli spagnoli hanno messo le mani pure sulla Carapelli, dopo aver incamerato anche la Sasso appena dodici mesi prima. Nel 2005 - continua la Coldiretti - la francese Andros aveva acquisito le Fattorie Scaldasole, che in realtà parlavano straniero già dal 1985, con la vendita alla Heinz. Nel 2003 hanno cambiato bandiera anche la birra Peroni, passata all'azienda sudafricana SABMiller, e Invernizzi, di proprietà dal 1985 della Kraft e ora finita alla Lactalis. Negli anni Novanta erano state Locatelli e San Pellegrino ad entrare nel gruppo Nestlè, anche se poi la prima era stata “girata” alla solita Lactalis (1998). Nel 1995 la Stock, venduta alla tedesca Eckes A.G, è stata acquisita nel 2007 dagli americani della Oaktree Capital Management, che lo scorso anno hanno chiuso lo storico stabilimento di Trieste per trasferire la produzione in Repubblica Ceca. La stessa Nestlè - conclude la Coldiretti - possedeva già dal 1993 il marchio Antica gelateria del Corso e addirittura dal 1988 la Buitoni e la Perugina.

8 ITALIANI SU 10 CERCANO PRODOTTI 100% ITALIANI Più di otto italiani su dieci (82%) cercano di riempire il carrello della spesa con prodotti italiani al cento per cento e di questi ben il 53% li preferisce anche se deve pagare qualche cosa di più. E’ quanto emerge da un sondaggio online condotto sul sito www.coldiretti.it i cui risultati sono stati resi noti all’Assemblea nazionale dell’Organizzazione. La tendenza degli italiani a preferire prodotti Made in Italy si scontra tuttavia - sottolinea la Coldiretti - con la cessione di marchi storici nazionali a gruppi stranieri, ma anche con la mancanza di trasparenza dell’informazione che consente di spacciare come nazionali prodotti che non hanno nulla a che vedere con la realtà produttiva agricola della penisola. Secondo uno studio Coldiretti/Eurispes, il risultato è stato che oggi circa un terzo (33%) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati deriva da materie prime agricole straniere, trasformate e vendute con il marchio Made in Italy, per un fatturato stimato in 51 miliardi.


Negli ultimi anni, con la mobilitazione a favore della trasparenza dell'informazione, la Coldiretti è riuscita a ottenere l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele, latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva, ma ancora molto resta da fare e l’etichetta resta anonima per circa la metà della spesa dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta. Da qui è nato il progetto per una filiera agricola tutta italiana promosso da Coldiretti e da Campagna Amica con il marchio valoriale FAI (Firmato dagli agricoltori Italiani) per garantire in Italia e all’estero tutti quei prodotti provenienti al 100 per 100 dai campi e dagli allevamenti italiani che rispettano l’etica nei processi produttivi e assicurano per contratto una equa ripartizione del valore tra i vari attori della filiera. A poco più di un anno dalla costituzione, numerose e diversificate sono le filiere produttive che hanno ottenuto il riconoscimento e possono fregiarsi del marchio FAI, dalla pasta al riso nelle varietà Arborio, Carnaroli e Baldo, dall’olio Extra Vergine all’ortofrutta, dal latte UHT ai salumi fino alle carni provenienti da razze autoctone bovine (Chianina, Marchigiana, Romagnola e Piemontese) e suine come la Cinta Senese e il suino bianco dell’Appennino. L’Assemblea è stata l’occasione per presentare il progetto VOI - Valori Origine Italiana, di Iper, La grande i, che nasce in collaborazione con Coldiretti e FAI (Firmato Agricoltori Italiani). Pasta di semola di grano duro, riso Carnaroli e Arborio, Latte UHT, olio extra vergine e presto una selezione delle migliori monocultivar italiane, nel rispetto di valori etici, sociali e ambientali a un prezzo giusto, per chi compra e per chi produce, tutto al 100 per 100 italiano garantito da FAI. Prezzo giusto significa che del prezzo di vendita – altamente competitivo – è riconosciuto al produttore un valore equo, più alto rispetto al mercato. Un prezzo garantito dalla filiera cortissima che Iper e Coldiretti sono riusciti insieme a realizzare, razionalizzando tutti i passaggi intermedi e i relativi costi di trasformazione e di distribuzione.

MARCHI DEL MADE IN ITALY CHE NON C’E’ PIÙ 2013 • •

2012 •

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2011

CHIANTI CLASSICO (per la prima volta un imprenditore cinese ha acquistato un’azienda agricola del Gallo nero) RISO SCOTTI (il 25% è stato acquisito dalla società alla multinazionale spagnola Ebro Foods) PELATI AR - ANTONINO RUSSO (nasce una nuova società denominata "Princes Industrie Alimentari Srl", controllata al 51% dalla Princes controllata dalla giapponese Mitsubishi) STAR (passata al 75% nelle mani spagnole del Gruppo Agroalimen di Barcellona (Gallina Blanca) ESKIGEL (produce gelati in vaschetta per la grande distribuzione - Panorama, Pam, Carrefour, Auchan, Conad, Coop) (ceduta agli inglesi con azioni in pegno di un pool di banche).

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PARMALAT (acquisita dalla francese Lactalis) GANCIA (acquisita al 70% dall’oligarca russo Rustam Tariko) FIORUCCI – SALUMI (acquisita dalla spagnola Campofrio Food Holding S.L.) ERIDANIA ITALIA SPA (la società dello zucchero ha ceduto il 49% al gruppo francese Cristalalco Sas)

BOSCHETTI ALIMENTARE (cessione alla francese Financière Lubersac che detiene il 95%) FERRARI GIOVANNI INDUSTRIA CASEARIA SPA (ceduto il 27% alla francese Bongrain Europe Sas)

2010 •


2009 •

DELVERDE INDUSTRIE ALIMENTARI SPA (la società della pasta è divenuta di proprietà della spagnola Molinos Delplata Sl che fa parte del gruppo argentino Molinos Rio de la Plata)

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BERTOLLI (venduta a Unilever, poi acquisita dal gruppo spagnolo SOS) RIGAMONTI SALUMICIO SPA (divenuta di proprietà dei brasiliani attraverso la società olandese Hitaholb International) ORZO BIMBO (acquisita da Nutrition&Santè S.A. del gruppo Novartis) ITALPIZZA (ceduta all’inglese Bakkavor acquisitions limited)

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GALBANI (acquisita dalla francese Lactalis) CARAPELLI (acquisita dal gruppo spagnolo SOS) SASSO (acquisita dal gruppo spagnolo SOS) FATTORIE SCALDASOLE (venduta a Heinz, poi acquisita dalla francese Andros)

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PERONI (acquisita dall’azienda sudafricana SABMiller) INVERNIZZI (acquisita dalla francese Lactalis, dopo che nel 1985 era passata alla Kraft)

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LOCATELLI (venduta a Nestlè, poi acquisita dalla francese Lactalis) SAN PELLEGRINO (acquisita dalla svizzera Nestlè)

STOCK (venduta alla tedesca Eckes A.G., poi acquisita dagli americani della Oaktree Capital Management)

ANTICA GELATERIA DEL CORSO (acquisita dalla svizzera Nestlè)

• •

BUITONI (acquisita dalla svizzera Nestlè) PERUGINA (acquisita dalla svizzera Nestlè)

2008

2006

2003 1998 1995 1993 1988

Fonte: Elaborazioni Coldiretti

OGM. COLDIRETTI:

Nella foto: All’assemblea Coldiretti lo scaffale del “Made in Italy che non c’è più”.


Coldiretti Lombardia: Latte, ricorso all’Antitrust contro Parmalat e Italatte

“Pratiche sleali sul prezzo a danno degli allevatori” Prezzo del latte, ricorso all’Antitrust. La Coldiretti Lombardia ha presentato un esposto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato per segnalare “il comportamento di ITALATTE S.p.A., Gruppo Lactalis Italia, e PARMALAT S.p.A., Groupe Lactalis, di cui si lamenta che pongano in essere condotte commerciali sleali, ai sensi dell’art. 62 (la norma che regola i rapporti commerciali nella filiera agroalimentare, ndr.) proponendo un prezzo per la campagna 2013/2014 palesemente al di sotto dei costi di produzione medi del latte destinato alla trasformazione”. L’esposto, a firma del Presidente della Coldiretti Lombardia Ettore Prandini, sottolinea che “gli animali producono il latte quotidianamente, che non può essere stoccato, ma va ritirato giornalmente e destinato immediatamente alla lavorazione e trasformazione e di conseguenza gli allevatori non sono nella condizione di interrompere le consegne alle imprese di trasformazione e si trovano praticamente costretti ad accettare condizioni contrattuali unilateralmente determinate, in particolare i prezzi”. Le società Parmalat e Italatte (entrambe nell’orbita del gruppo francese Lactalis) hanno infatti inviato una comunicazione ai loro fornitori offrendo 40 centesimi al litro contro un costo totale lordo medio in Italia per il latte alimentare in zone di pianura (fonte C.R.P.A.) che ha ormai sfondato la soglia dei 55 centesimi al litro. Differenza negativa confermata anche da una recente indagine di Ismea dalla quale risulta che le imprese di medie dimensioni (fra 100 e 300 capi), che sono le più numerose in Lombardia, hanno costi medi di oltre 49 centesimi al litro e quelle con più di 300 capi riescono a scendere poco sotto. “E’ evidente come i 40 centesimi offerti da Parmalat e Italatte non siano affatto proporzionati al valore del latte che ritirano dalle stalle – afferma il Presidente della Coldiretti Lombardia, Ettore Prandini – si tratta di uno squilibrio sanzionato dalla legge che vieta pratiche che determino prezzi palesemente al di sotto del costo di produzione medio dei prodotti oggetto delle relazioni commerciali e delle cessioni da parte degli imprenditori agricoli”. In pratica – spiega la Coldiretti Lombardia – Italatte e Parmalat stanno approfittando della loro posizione di forza nei confronti degli allevatori, visto che sono rispettivamente il primo e il quinto acquirente di latte italiano con circa 9 milioni di quintali totali all’anno di cui quasi 7 milioni ritirati proprio dalle stalle in Lombardia.


IVA: BENE IL RINVIO DOPO IL CROLLO DELLE VENDITE DEL 3,4% NEL 2013 Il rinvio dell’aumento Iva era atteso per evitare ulteriori effetti depressivi sulle vendite che al dettaglio sono già crollate del 3,5% nel primo quadrimestre dell’anno, con un calo del 2,1% per gli alimentari e del 4,2% per i non alimentari. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente la decisione del Governo di rinviare per ora di soli tre mesi l'aumento dell'Imposta sul valore aggiunto previsto per il primo luglio. Una necessità di fronte al crollo del potere di acquisto delle famiglie italiane che – sottolinea la Coldiretti hanno svuotato il carrello dei prodotti base per l’alimentazione dalla frutta (-4%) al pesce (-5%), dalla carne bovina (-6%) al vino (-7%) fino all’olio di oliva (-8%), secondo le elaborazioni Coldiretti sulla base dei dati Ismea del primo trimestre. Il rinvio dell’aumento dell’ imposta di valore aggiunto dal 21 al 22% salva – conclude la Coldiretti – anche il vino, le cui vendite sul mercato nazionale sono scese al minimo storico dall’Unità d’Italia. Una buona notizia per i 5 milioni di enoturisti che colgono l’occasione delle vacanze estive per gustare il nettare di bacco in Italia.

234MILA IMPRESE AGRICOLE GUIDATE DA DONNE, 1 SU 3 DAGLI AGRIASILI AL PET THERAPY FINO ALLE FATTORIE DIDATTICHE Sono 234.228 le imprese agricole guidate da donne in Italia dove ormai nelle campagne quasi una azienda su tre (29,1%) è rosa. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Unioncamere relativi al primo trimestre del 2013. Dopo il commercio è infatti proprio il settore agricolo quello in cui la presenza femminile è maggiore. L’ingresso progressivo delle donne nell’agricoltura italiana sottolinea la Coldiretti - ha certamente dato un forte impulso all’innovazione che ha caratterizzato il settore, con l'ampliamento delle attività ad esso connesse come la trasformazione dei prodotti, la nascita del settore dell'agribenessere, il recupero di antiche varietà, le fattorie didattiche, gli agriasilo, la pet-therapy, l’adozione di piante e animali online e tante altre innovazioni. “Questa multifunzionalità, che è la caratteristica principale delle aziende agricole condotte da donne, genera più occupazione perche sviluppa attività particolari che si affiancano a quella principale per fornire un prodotto o un servizio particolare” afferma Lorella Ansaloni, responsabile nazionale di Donne Impresa Coldiretti. La capacità di coniugare la sfida con il mercato, il rispetto dell'ambiente e la qualità della vita a contatto con la natura sembra essere - precisa la Coldiretti - una delle principali ragioni della presenza femminile nelle campagne. Un impegno che è infatti particolarmente rilevante nelle attività più innovative e multifunzionali come dimostra il protagonismo delle donne nei mercati di Campagna Amica, negli agriturismi o nelle associazioni per la valorizzazione di prodotti tipici nazionali come il vino e olio.


Grande successo per la “festa del melone” a Crema Proposta dagli agricoltori di Coldiretti in occasione del “mercato straordinario di Campagna Amica”. Degustazione di melone e di un salame di 15 chili Un vero successo, con un incessante andi-rivieni di buongustai, interessati alla degustazione e all’acquisto di melone e salame (i prodotti ai quali è stata dedicata la domenica), ma anche di tutti gli altri frutti dell’agricoltura Made in Crema e Made in Cremona. Questa è stata la “Festa del melone”, uscita speciale del Mercato di Campagna Amica a Crema, che domenica 30 giugno ha raccolto centinaia di persone presso i portici di via Terni, per un nuovo appuntamento con la bontà, la tipicità e la convenienza dei prodotti a km zero. Condotta al Mercato dall’azienda agricola Bredina di Alberto Soragni (“punto Campagna Amica” di Costa Sant’Abramo), c’era una gustosa “invasione” di meloni, messi in vendita ma anche proposti in degustazione sotto i gazebi gialli di Campagna Amica, abbinati a dell’ottimo salame nostrano, offerto dall’azienda Corte dei Monaci di Crema, che per l’occasione ha presentato – e gratuitamente affettato – un salame di ben 15 chili, che ha conquistato i presenti per bontà e dimensioni. Numerosissimi sono stati i cremaschi che hanno colto questa ulteriore occasione di gustare i prodotti a km zero. “Abbiamo voluto dedicare l’iniziativa alle tante persone che, ormai da anni, vengono al Mercato di Campagna Amica e dimostrano di apprezzare i nostri prodotti – ha detto Soragni –. E’ una giornata dedicata a tutti loro, da un lato per ringraziarli del loro apprezzamento, e dall’altro per rinnovare l’invito a scegliere sempre prodotti di stagione, e del territorio. La grandissima partecipazione di oggi non può che riempirci di soddisfazione”. E se melone e salame sono stati i primi protagonisti della giornata, anche gli altri frutti dell’agricoltura sono stati apprezzati e acquistati: dai prodotti lattiero-caseari (con latte di vacca, bufala, capra) alla verdura e frutta (con ciliegie, pesche, albicocche), dalle carni al pane, dalle marmellate al vino in arrivo dall’Oltrepò Pavese. Il Mercato di Campagna Amica promosso da Coldiretti nel segno del progetto per una filiera agricola tutta italiana si tiene regolarmente in nove importanti ‘piazze’ del territorio: accanto a Crema ci sono Cremona, Casalmaggiore, Soresina, Pandino, Vescovato, Castelleone, Bagnolo Cremasco e Pizzighettone. E’ un “filo diretto” tra l’impresa agricola e le famiglie. Un vantaggio per gli agricoltori, che evitano le intermediazioni commerciali, e per i cittadini, che trovano prodotti genuini, dall’origine garantita, ad un giusto rapporto qualità-prezzo. Ricordiamo le prossime ‘uscite’ del Mercato degli agricoltori a Crema: domenica 7 e 21 luglio, con uscita speciale il 28 luglio per la domenica dedicata al frutto di stagione, con L’Anguriata.


IL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA IN PROVINCIA DI CREMONA Eccellenza a km zero. Ecco il calendario degli appuntamenti CREMONA. Al Foro Boario, tutti i venerdì mattina. CASALMAGGIORE. In Piazza Turati, ogni sabato mattina. SORESINA. Tutti i lunedì, davanti al Palazzo Comunale. VESCOVATO. Tutti i sabati, in piazza Roma. CASTELLEONE. La mattina del sabato in via Garibaldi. PIZZIGHETTONE. Tutti i giovedì, presso il “Torrione del guado”. BAGNOLO CREMASCO. In piazza Aldo Moro la 2° domenica del mese. PANDINO. In via Umberto I, il 2° e il 4° lunedì del mese (+ alcuni eventi). CREMA. In via Terni, la 1° e la 3° domenica del mese (+ alcuni eventi). Domenica 28 luglio ‘Uscita speciale’ a Crema: “L’Anguriata”

LA BOTTEGA DI CAMPAGNA AMICA è a Cremona, in via Buoso da Dovara, n. 29

Segnaliamo che il calendario di tutti i Mercati di Campagna Amica proposti nella provincia di Cremona (con iniziative ed eventuali aggiornamenti) è sul sito di Coldiretti Cremona all’indirizzo online www.cremona.coldiretti.it


APPUNTAMENTI

Festa dell’Agricoltura a Ricengo con la partecipazione di Coldiretti Cremona

APPUNTAMENTI


APPUNTAMENTI

FESTA REGIONALE FEDERPENSIONATI COLDIRETTI MORIMONDO (MI) - 19 LUGLIO 2013 PROGRAMMA DELLA GIORNATA h. 9,30: arrivo partecipanti. h. 10,00: celebrazione S. Messa presso l’Abbazia di Morimondo. h.11,15: visita guidata alla Abbazia. h. 13,00: pranzo presso Agriturismo “Antica Cascina Pietrasanta” – Magenta F.ne Pontevecchio. h. 15,00 Pomeriggio con “Festa sull’Aia.” Prenotazioni e quota di partecipazione da versare in segreteria.

Si fa riserva di organizzare un bus in base al numero di partecipanti APPUNTAMENTI


PSR: Misura 112 "Insediamento di giovani agricoltori" Tra gli ultimi bandi aperti nell’ambito della vecchia programmazione PSR 2007-2013, un modesto budget finanziario ha permesso di riaprire la Misura del “primo insediamento di giovani agricoltori” (Misura 112). La misura 112 concede un aiuto all’insediamento dei giovani agricoltori attraverso l’attivazione di un piano di sviluppo aziendale e l’utilizzo di uno specifico pacchetto di misure, con l'obiettivo di valorizzare i giovani imprenditori agricoli e forestali incentivandone l'insediamento. Chi può presentare domanda? Il giovane agricoltore che al momento della presentazione della domanda: 1. ha età compresa tra i 18 anni compiuti e i 40 anni non ancora compiuti; 2. ha la competenza e la conoscenza professionale: 3. presenta un Piano aziendale per lo sviluppo dell’attività agricola, 4. conduce, per la prima volta, in qualità di titolare/legale rappresentante una: - impresa individuale - società agricola - società cooperativa La singola decisione in merito all’erogazione del premio di primo insediamento deve essere presa entro i 18 mesi successivi all’insediamento stesso. Quale data di insediamento si considera la data della prima movimentazione della partita IVA. A quanto ammonta il contributo? Il premio è erogato in conto capitale come premio unico e ammonta a: • €15.000 in area svantaggiata di montagna; • €10.000 in tutte le altre zone. L'importo del premio è aumentato a: • € 38.000 in zona svantaggiata di montagna; • € 26.000 in tutte le altre zone nel caso in cui il richiedente aderisca alla misura, presentando un Piano aziendale comprendente investimenti che siano riconducibili alle tipologie di intervento ammissibili ai sensi delle Misure 121 e/o 311 e da realizzare senza il contributo ai sensi di queste ultime Misure. L'aumento del premio viene concesso se sussistono determinate condizioni. Per conoscerle consulta il bando in allegato. Quando presentare la domanda? Le domande possono essere presentate ininterrottamente fino al 15 ottobre 2013. Tuttavia, al fine dell’istruttoria delle domande e della redazione delle graduatorie, quest’arco temporale viene suddiviso in due periodi, di seguito elencati: 

 Presentazione delle domande: Periodo I

Data inizio Dal giorno di pubblicazione

Data fine 31.05.2013

Periodo II

Data inizio 01.06.2013

Data fine 15.10.2013

La domanda, corredata della documentazione indicata nel bando, deve essere presentata alla Provincia sul cui territorio avviene l’insediamento. Segnaliamo che il bando può essere richiesto ai nostri Uffici, o stampato direttamente dal sito di Coldiretti Cremona (www.cremona.coldiretti.it), nella sezione “avvisi alle imprese”.


IL “BOLLETTINO DIABROTICA” SUL SITO DI COLDIRETTI CREMONA E’ possibile stampare anche le “Istruzioni tecniche” e la “scheda per il monitoraggio aziendale”, a cura del Servizio fitosanitario regionale Prosegue, sul sito di Coldiretti Cremona, la pubblicazione del “Bollettino Diabrotica”, redatto e puntualmente aggiornato a cura del Servizio fitosanitario regionale. Il “Bollettino Diabrotica”, che viene pubblicato dalla comparsa delle prime larve al termine del periodo, utile per effettuare i trattamenti contro gli adulti, vuole essere un documento informativo nel quale vengono riportate le seguenti informazioni principali: a. previsione del momento di comparsa delle larve di I età; b. evoluzione delle popolazioni larvali; c. comparsa dei primi adulti; d. comparsa delle prime femmine gravide; e. periodo ottimale per effettuare i trattamenti contro gli adulti; f. indicazioni sulle strategie di gestione di larve e adulti.

Su www.cremona.coldiretti.it (pagina “Bollettino diabrotica”) sono presenti:

- tutti i “bollettini diabrotica” redatti a cura del Servizio fitosanitario regionale. Ultimo aggiornamento: 24 giugno 2013 - il documento “Diabrotica del mais: istruzioni tecniche per la gestione aziendale” - la scheda per effettuare il monitoraggio aziendale dell'insetto (Anno 2013) Tutti gli imprenditori agricoli che preferissero ricevere il “bollettino” (come pure le “istruzioni tecniche” o la scheda per il monitoraggio) direttamente a casa, tramite e.mail, possono rivolgere tale richiesta all’Ufficio stampa Coldiretti Cremona (mail: ilcoltivatorecremonese@coldiretti.it // marta.biondi@coldiretti.it // tel. 0372 499819).


PATRONATO EPACA

Dolori dovuti all’uso de trattore? Visita gratis con il Patronato Epaca Coldiretti Circa 5.000 € è l’indennizzo una tantum riconosciuto dall’Inail di Varese ad un agricoltore affetto da Discopatia lombare con dolori ricorrenti e continui alla schiena. Ma perché questo risarcimento ? Perché molto spesso dolori che sono molto frequenti tra i lavoratori dei campi quali il tunnel carpale, la discopatia, la ipoacusia, solo per citare i più frequenti, possono avere origine lavorativa e di conseguenza se raggiungono una certa gravità possono essere indennizzati dall’INAIL. Per tale motivo il patronato Epaca della Lombardia vuole portare allo scoperta i molti casi di MALATTIA PROFESSIONALE che possono riguardare i nostri agricoltori. È quindi nato un servizio di visita gratuita per le malattie professionali che sarà possibile svolgere con i consulenti medici del patronato Epaca. “Osserviamo che, in molte situazioni, gli agricoltori sono affetti da patologie che possono essere di origine lavorativa e quindi indennizzabili dall’INAIL – dicono i responsabili del Patronato – per questo motivo invitiamo i nostri associati, ma non solo loro, a rivolgersi presso gli sportelli del Patronato Epaca per fissare un appuntamento con i consulenti medici di Epaca, che in maniera del tutto gratuita potranno verificare se sussistono i presupposti per una malattia professionale”. Occorre quindi verificare, anche attraverso gli uffici del Patronato, che le patologie di cui si soffre siano di origine lavorativa e possano essere indennizzate dall’INAIL.

PATRONATO EPACA


PATRONATO EPACA

In caso di infortunio si deve fare subito la segnalazione agli Uffici del Patronato EPACA I lavoratori autonomi, in caso di infortunio, devono prestare particolare attenzione. Se non si provvede a fare tutte le comunicazioni e denunce previste, entro il termine di due giorni, si rischia di perdere l’indennità giornaliera dell’INAIL. Se poi a subire l’infortunio è un familiare coadiuvante dell’azienda oppure un dipendente, l’INAIL, in caso di mancata corretta comunicazione, applica anche pesanti sanzioni. Per evitare qualsiasi rischio, basta presentarsi subito al proprio Ufficio EPACA – Coldiretti, dove si provvederà a fare tutti gli adempimenti previsti dalla normativa.

Le sedi del Patronato Epaca in provincia di Cremona: CREMONA - Via Ruffini, 28 Tel. 0372.732930 - Fax 0372.732940 SORESINA - Via Lombardia, 3 Tel. 0372.732990 - Fax 0372.732980 CASALMAGGIORE - Via Cairoli, 3 Tel. 0372.732960 - Fax 0372.732970 CREMA - Via del Macello, 34/36 - Tel. 0372.732900 - Fax 0372.732925

www.cremona.coldiretti.it - e.mail: epaca.cr@coldiretti.it PATRONATO EPACA


MERCATI – AGGIORNATI 5 LUGLIO 2013 PRODOTTO

Unità di misura

CREMONA 3 luglio

MILANO 2 luglio

MANTOVA 4 luglio

(fino) 209-214

FRUMENTO tenero buono mercantile

BOLOGNA 4 luglio

Tonn.

n.q.

n.q.

n.q. buono m. n.q.

GRANOTURCO ibr. naz. 14% um.

SEMI di SOIA Nazionale

Tonn.

220-222

234-235

223-226

227-231

Tonn.

n.q.

n.q.

n.q.

n.q.

198-202 207-209

192-196

(p.spec. 58-60)

Tonn.

177-183 185-189

Fino a 70

(p.spec. 62-64)

Fino a 65

ORZO naz. p.spec. 55-60 p.spec. 66-68

197-202 Triticale n.q.

CEREALI MINORI

Tonn.

CRUSCA alla rinfusa

Tonn.

163–165

155–156

Tonn.

140–160 loietto: 140–160

110-125 n.q.

196-200

Sorgo nazionale

n.q.

Sorgo n.q.

FIENO Magg. 2012 Agostano

186-190

159-162

151-152

Mag. 1° t. 2013 in campo

n.q.

PAGLIA press. (rotoballe)

Tonn.

90-100

85-95

PRODOTTO

Unità di misura

CREMONA 3 luglio

MILANO 1 luglio

MANTOVA 4 luglio

MODENA 1 luglio

SUINI lattonzoli locali

15 kg

3,740

3,79

3,71

3,740

SUINI lattonzoli locali

25 kg

2,710

2,77

2,64

2,730

SUINI lattonzoli locali

30 kg

2,500

2,55

2,43

2,490

SUINI lattonzoli locali

40 kg

2,090

2,14

2,05

2,120

SUINI da macello

156 kg

1,430

n.q.

n.q.

SUINI da macello

176 kg

1,490

n.q.

n.q.

1,460

n.q.

n.q.

SUINI da macello

Oltre 176 kg

Paglia di frum.

rotob. 45-50

(da 144 a 156 kg)

1,434 (da 156 a 176 kg)

1,484 (da 176 a 180 kg)

1,468


CREMONA

MONTICHIARI

MANTOVA

MODENA

3 luglio

5 luglio

4 luglio

1 luglio

kg.

p.v. 1,17-1,33 p.m 2,65-2,90

1,25-1,32

da macello 1,20-1,30

kg.

pv 0,92-1,05 pm 2,20-2,45

0,85-1,00

0,99-1,09

kg.

pv 0,60-0,76 pm 1,55-1,85

0,65-0,75

0,84-0,94

PRODOTTO

Unità di misura

VACCHE FRIS. 1° qualità (p.v.)

VACCHE FRIS. 2° qualità (p.v.)

VACCHE FRIS. 3° qualità (p.v.)

MANZE scott. 24 mesi

kg.

VITELLI baliotti

50-60

fris. (p.v.)

kg.

VITELLI baliotti

50-60

pie blu belga p.v

kg.

PRODOTTO

Unità di misura

CREMONA 3 luglio

BURRO pastorizzato

kg.

3,65

kg.

(dolce) 5,10-5,25

kg.

(piccante) 5,30-5,55

PROVOLONE VALPADANA

oltre 3 mesi

GRANA scelto stag. 9 mesi

1,27-1,37

1,33-1,50

p.v. 1,44–1,59 pm 2,78-3,08

fino a 3 mesi

PROVOLONE VALPADANA

pm 2,55-3,05

Vitelloni femm. da macello pez. nere (kg. 450-500)

1,60-1,90

MONTICHIARI (1° q. 56/60 kg)

1,60-1,80 3,00-4,00

MONTICHIARI

3,85-4,10

MILANO 1 luglio

(da 46 a 55 kg)

(45-55 kg)

1,60-2,00

1,75-2,15

3,60-4,20

MANTOVA 4 luglio

past. 3,35 centr. 3,85

3,05

5,05-5,20

n.q.

5,25-5,50

n.q.

(pregiate 70 kg)

4,16-4,75

MODENA

1 luglio Zangolato di creme X burrificaz. 2,70

-PARM. REGGIANO 12 mesi

8,45-9,00

kg.

6,60-6,95

6,55-6,95

6,50-6,70

PARMIGIANO REGGIANO fino a 24 m

9,90-10,50 GRANA scelto stag. 12-15 mesi

kg.

7,70-7,95

7,65-8,55

7,60-7,80

PARMIG. REGG. 30 mesi e oltre

11,25-12,30

N.B. Le quotazioni del bestiame bovino e del foraggio sul mercato di Cremona avvengono il 1° e il 3° mercoledì del mese. Le quotazioni del mercato di Milano avvengono il martedì per il comparto dei cereali e derivati, per gli altri comparti il lunedì. Per la zootecnia da latte si fa riferimento a Montichiari, che quota il venerdì. Il mercato di Mantova avviene il giovedì. Modena il lunedì. Il mercato di Bologna, che riportiamo come riferimento per i cereali, quota il giovedì.

TUTTI GLI AGGIORNAMENTI DELLA TABELLA MERCATI - INSIEME AI COLLEGAMENTI ALLE PRINCIPALI BORSE SONO SUL SITO www.cremona.coldiretti.it


CUN SUINI – Commissione Unica Nazionale Suini da macello PREZZI CIRCUITO TUTELATO (Giugno 2013 – Luglio 2013) CATEGORIA

QUOTAZIONE

QUOTAZIONE

QUOTAZIONE

QUOTAZIONE

13.06.2013

20.06.2013

27.06.2013

04.07.2013

Dal 17.06.13 al 21.06.13

Dal 24.06.13 al 28.06.13

Dal 01.07.13 al 05.07.13

Dal 08.07.13 al 12.07.13

144/152 kg

1,295

1,360

1,392

1,405

152/160 kg

1,325

1,390

1,422

1,435

160/176 kg

1,385

1,450

1,482

1,495

TUTTE le SETTIMANE l’AGRICOLTURA è in TV

Segnaliamo che W l’Agricoltura, la trasmissione dedicata al vero Made in Italy a cura di Coldiretti Cremona, va in onda su Telecolor e Primarete tutti i giovedì alle ore 19.50 (subito dopo il tg) e in replica la domenica, ore 13 circa, su Telecolor. Coldiretti Cremona Informa Vi dà appuntamento alla prossima settimana l’Agricoltura – Coldiretti Cremona Informa Vi dà appuntamento alla prossima settimana

se vadhttp://ec.europa.eu/agriculture/rurdev/index_it.htm È

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