Coldiretti cremona informa n 38

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A CERNOBBIO IL XIII FORUM INTERNAZIONALE DELL’AGRICOLTURA E DELL’ALIMENTAZIONE Si è aperta oggi a Cernobbio, e proseguirà fino a domani, l’edizione 2013 del XIII Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este con la collaborazione dello studio Ambrosetti. Il Forum, giunto alla tredicesima edizione, costituisce l’appuntamento annuale che riunisce i maggiori esperti, opinionisti ed esponenti del mondo accademico nonché rappresentanti istituzionali, responsabili delle forze sociali, economiche, sindacali e politiche nazionali ed estere. La prima giornata ha preso avvio con la con la presentazione dell’indagine sulla “Vita degli Italiani in crisi, tra sacrifici e speranze”, illustrata dal direttore di IXE’ Roberto Weber e dal Presidente della Coldiretti Sergio Marini. Un’analisi che ha esaminato la situazione economica delle famiglie, i sacrifici, i comportamenti, la fiducia, le speranze e, in generale, gli effetti e le responsabilità da attribuire nella particolare congiuntura. Nel pomeriggio è stato presentato il drammatico dossier su “Le nuove povertà del Belpaese. Gli Italiani che aiutano nel 2013”. Per tutta la giornata un focus è stato dedicato al pane, quale prodotto simbolo della tavola, in un momento di difficoltà economica, con analisi esclusive su andamento degli acquisti, preferenze, risparmi, sprechi, ma anche con l’apertura della prima mostra dinamica “Pane quotidiano nel tempo delle rinunce”, con l’esposizione di tutti i pani tradizionali regione per regione, il boom del pane fai da te, ma anche il ritorno delle ricette con gli avanzi di un prodotto che è sempre più peccato buttare. I lavori del meeting nella giornata d’esordio hanno previsto un approfondito dibattito sullo scenario politico, economico ed occupazionale internazionale anche alla luce dei nuovi conflitti e dei flussi migratori e un’analisi sul contributo dei beni comuni allo sviluppo, dal turismo alla cultura fino all’alimentare. Domani a partire dalle ore 9,00 sarà presentato il nuovo rapporto 2013 “Agromafie”, sui crimini agroalimentari elaborato da Eurispes e Coldiretti con dati esclusivi sull’escalation delle infiltrazioni malavitose nell’agroalimentare e i pericolosi effetti sulle tasche e sulla salute degli italiani, con rincari anomali dei prezzi, frodi e contaminazioni dei terreni e del cibo. Nell’occasione sarà svelato il nuovo, incredibile e pericoloso inganno che colpisce i più prestigiosi prodotti tipici italiani alla presenza di rappresentanti delle forze dell’ordine, della magistratura e del Governo. Il pomeriggio dell’ultimo giorno sarà dedicato alle esperienze concrete ed innovative che hanno trasformato in opportunità le paure per i cambiamenti climatici, l’immigrazione, la scomparsa di animali e piante, i rifiuti o le diversità, con l’apertura a partire dalle ore 15,00, dell’open space su “Le paure trasformate in opportunità di lavoro” dove saranno esposti gli esempi più creativi di innovazioni che incontrano il cambiamento dell’Italia e degli italiani, ma anche la presentazione di una storica novità in arrivo che migliora l’alimentazione di milioni di italiani, soprattutto giovani. Gli incontri di approfondimento della giornata saranno dedicati alla riforma della Politica Agricola Europea e al ruolo dell’agroalimentare per la ripresa dell’economia e dell’occupazione in Italia.


XIII Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione

INDAGINE “La percezione della crisi e il Made in Italy” CRISI: CON L’AUTUNNO 7 ITALIANI SU 10 HANNO PAURA DI PERDERE IL LAVORO E DI NON RIUSCIRE A MANTENERE LA PROPRIA FAMIGLIA Ben sette italiani su dieci (70%) si sentono minacciati dal pericolo di perdere il lavoro e il 53% di non riuscire ad avere un reddito sufficiente per mantenere la propria famiglia. E’ quanto emerge dalla presentazione dei risultati della prima indagine su “La percezione della crisi e il Made in Italy” realizzata da Coldiretti-Ixe’ a ottobre 2013, e illustrata nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Cernobbio. Per più di una famiglia italiana su quattro (22%) sarà - sottolinea la Coldiretti - un autunno difficile di sacrifici economici. Per quanto riguarda la situazione generale, la percentuale di quanti “sono pessimisti per il futuro e pensano che la situazione peggiorerà” è del 35%. Al contrario, sono il 51% coloro che ritengono che non ci saranno cambiamenti mentre sono solo il 14% quelli convinti che ci sarà un miglioramento. “Emerge una forte preoccupazione e un senso di rassegnazione nei confronti sia della situazione generale del Paese che di quella personale in cui c’è bisogno di avere fiducia nel futuro”, ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini. I pericoli che si intravedono sono molto pragmatici, come il lavoro e il reddito e poco ideologici come l’immigrazione, citata solo dal 7% degli italiani.

CRISI: 16% DI ITALIANI COSTRETTI AL FURTO, IL 37% SALVATO DAI GENITORI

Oltre 2 milioni di famiglie non hanno reddito a sufficienza per l’indispensabile

La newsle er di Coldire

Cremona - Anno VIII

Il 16% degli italiani conosce personalmente qualcuno che per indigenza è stato costretto a rubare nel 2013 e tra questi ben due su tre (66%) hanno sottratto prodotti alimentari e il 22% oggetti per i propri figli. Anche questo emerge dall’indagine presentata a Cernobbio. Se il 42% degli italiani vive senza affanni, quasi la metà (45%) riesce a pagare appena le spese senza permettersi ulteriori lussi, mentre oltre 2 milioni di famiglie (10%) non hanno oggi reddito a sufficienza neanche per l’indispensabile a vivere. In questa situazione la famiglia - sottolinea la Coldiretti - è la principale fonte di welfare. Il 37% degli italiani è stato costretto infatti a chiedere aiuto economico per arrivare alla fine del mese ai genitori, il 14% a parenti e il 4% addirittura ai figli. Solo il 14% si è rivolto a finanziarie o banche mentre l’8% agli amici. Spesso considerata superata, la struttura della famiglia italiana si sta dimostrando, nei fatti, fondamentale per non far sprofondare nelle difficoltà della crisi moltissimi cittadini. La solidarietà tra generazioni – conclude Coldiretti - è dunque un modello vincente per vivere e stare bene insieme e non un segnale di arretratezza sociale e culturale come molti si ostinano ad affermare.

CRISI: LA TROIKA BENVENUTA PER 1 ITALIANO SU 3. IL 68% SOGNA MERKEL La fiducia dei cittadini: Papa superstar con il 74%, politici nazionali al 4% Per quasi un italiano su tre (31%) l’intervento della troika (Fondo Monetario, Commissione Europea, Bce) sui conti italiani sarebbe una salvezza, una percentuale nettamente superiore al 25% che la ritiene invece una sciagura. E’ quanto emerge dalla presentazione dei risultati della prima indagine su “La percezione della crisi e il Made in Italy” realizzata da Coldiretti. Non manca però una forte pattuglia di disillusi, con il 28% che ritiene non cambierebbe niente, mentre il 16% non risponde. La tanto spesso disprezzata Angela Merkel sarebbe vista con favore come premier in Italia dal 68% dei cittadini italiani, che dimostrano di credere maggiormente ad economisti e politici stranieri rispetto a quelli nostrani. Un dato che è confermato dal livello di fiducia riposto nei protagonisti nazionali della politica, dell’economia e del sociale. All’ultimo posto si posizionano i partiti nei quali appena il 4% ripone fiducia, superati di poco dalle banche che raggiungono il 9%, mentre svetta nella speciale classifica il Papa che è la vera superstar del momento con il 74% e le forze dell’ordine che raggiungono ben il 70%, seguite dalla magistratura (55%) e - conclude Coldiretti - dal Presidente della Repubblica al 52%. “Nella politica viene individuata una chiara responsabilità della difficile situazione, tanto che l’unico punto di riferimento sicuro è il Santo Padre e si è addirittura disposti a rinunciare alla democrazia per affidarsi a qualcuno che viene da fuori” ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini.


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2 ITALIANI SU 3 TAGLIANO SUGLI ABITI, LA META’ SU VIAGGI E TECNOLOGIE Con le difficoltà economiche, aumentano le rinunce nelle famiglie Più di due italiani su tre (il 68%) hanno ridotto la spesa o rimandato l’acquisto di capi d’abbigliamento riciclando dall’armadio per l’autunno gli abiti smessi nel cambio stagione, ma oltre la metà (53 per cento) ha detto addio a viaggi e vacanze e ai beni tecnologici (52 per cento). Abbigliamento e viaggi non solo si classificano al top dei tagli effettuati dalle famiglie, ma nel corso del 2013 sono anche i beni per i quali si è registrato il più rilevante aumento di persone che hanno fatto rinunce, cresciute rispettivamente del 13 per cento e del 10 per cento, rispetto allo scorso anno. A seguire nella classifica del cambiamento delle abitudini si colloca anche - sottolinea la Coldiretti - la frequentazione di bar, discoteche o ristoranti nel tempo libero, dei quali ha fatto a meno ben il 49 per cento. Il 42 per cento degli italiani ha rinunciato alla ristrutturazione della casa, il 40 per cento all’auto o la moto nuova e il 37 per cento agli arredamenti. Pesa l’addio alle attività culturali del 35 per cento degli italiani in un Paese che deve trovare via alternative per uscire dalla crisi, ma anche quello alle attività sportive (29 per cento) destinato ad avere un impatto sulla salute. Da segnalare sul lato opposto il fatto che, conclude Coldiretti, solo l’14 per cento degli italiani dichiara di aver ridotto la spesa o rimandato gli acquisti alimentari, una percentuale superiore solo alle spese per i figli (6 per cento), ma per entrambe le voci la percentuale è in calo rispetto allo scorso anno .

BOOM PER IL LOW COST, MA “TENGONO” DOC E BIOLOGICO Resta alta, nonostante la crisi, l’opposizione agli organismi geneticamente modificati Oltre tre italiani su quattro (77%) continuano ad acquistare regolarmente o qualche volta prodotti a denominazione di origine e quasi la metà (45%) prodotti biologici, ma il vero boom lo fanno registrare i prodotti low cost che il 47% degli italiani acquista più frequentemente del passato. Anche questo dato emerge dalla presentazione dei risultati della prima indagine su “La percezione della crisi e il Made in Italy” realizzata da Coldiretti-Ixe’ a ottobre 2013, e illustrata nel corso del Forum a Cernobbio. Si tratta di risultati che evidenziano una polarizzazione nei comportamenti, con una parte della popolazione che, preoccupata per la qualità dell’alimentazione, si rivolge a prodotti garantiti, ma una fetta consistente è purtroppo costretta ad acquistare prodotti low cost che non danno le stesse garanzie. Chi ha disponibilità di reddito ed è un consumatore attento alla qualità e alla tipicità consolida i propri stili, mentre chi si trova in difficoltà è spesso costretto a rinunciare. La situazione di crisi non fa abbandonare l’attenzione verso i più bisognosi ed aumentano gli acquisti di prodotti del commercio equo e solidale spesso provenienti da Paesi del terzo mondo che finiscono nel carrello del 38% degli italiani mentre sembra sgonfiarsi anche il boom nei consumi dei prodotti etnici acquistati solo dal 24% degli italiani forse a causa dei recenti allarmi sanitari, ma anche per la scelta di privilegiare acquisti di prodotti nazionali per sostenere l’economia e l’occupazione in un difficile momento di crisi. Resta alta, nonostante la crisi, l’opposizione agli organismi geneticamente modificati che sono considerati meno salutari da ben il 67% degli italiani.

NEGOZIO DI FIDUCIA ADDIO, SLALOM IN CITTA’ PER 1 ITALIANO SU 2 Con la crisi si dice addio al negozio di fiducia e quasi la metà degli italiani (47%) si reca in diversi esercizi commerciali per acquistare il prodotto che cerca dove costa meno, magari aiutati da internet e volantini sui quali è guerra nel pubblicizzare offerte speciali e sconti. Con il 71 per cento dei consumatori che dichiara di confrontare con più attenzione rispetto al passato i prezzi, gli italiani - sottolinea la Coldiretti sono costretti a trasformarsi in veri detective della spesa: il 62 per cento va a caccia delle offerte speciali 3 per 2 e degli sconti e il 42 per cento cerca sempre e comunque i prodotti che costano meno. Mai come nel passato - sottolinea la Coldiretti - fare la spesa è diventata una sfida alla ricerca della maggiore convenienza che richiede fatica e tempo, portando gli italiani a fare la spola tra diversi negozi per risparmiare. A cambiare sono anche le tipologie di prodotti che si mettono nel carrello con il 49 per cento degli italiani che preferisce acquistare prodotti locali e solo l’11 per cento quelli di una grande marca nazionale, mentre per il 32 per cento è indifferente e si guarda solo al prezzo o alla qualità. Da segnalare - precisa la Coldiretti - la tenuta degli acquisti diretti dal produttore al quale si rivolge regolarmente ben il 14 per cento degli italiani, il 45 per cento qualche volta, il 29 per cento raramente e solo il 12 per cento mai. Un’opportunità resa possibile dal fatto che in Italia sono oggi presenti 8.392 punti vendita di Campagna Amica gestiti direttamente dagli agricoltori rispetto ai 7.094 del 2012, tra mercati degli agricoltori, cascine, cantine, maghe e aziende, botteghe e ristoranti.


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CRISI: CIBO E MODA SONO I MOTORI DELLA RIPRESA ECONOMIA, GIU’ L’AUTO ACQUISIZIONI DALL’ESTERO PER 10 MILIARDI DALL’INIZIO DELLA CRISI La grande maggioranza degli italiani (54 per cento) considera la produzione di cibo il vero motore dell’economia, con un aumento dell’8 per cento rispetto allo scorso anno, e il 18 per cento punta sulla moda che rimane però stabile mentre crolla del 33 per cento l’automobile, che si ferma al 10 per cento. E’ quanto emerge dalla presentazione dei risultati della prima indagine su “La percezione della crisi e il Made in Italy” realizzata da Coldiretti-Ixe’ a ottobre 2013, e illustrata nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Cernobbio. Il cibo e la moda sono anche considerati trainanti per l’immagine dell’Italia all’estero rispettivamente dal 45 e dal 38 per cento degli italiani. “Una conferma della validità e della modernità del modello di sviluppo agricolo Made in Italy che è fondato sul valorizzazione dell’identità, della qualità, delle specificità e che può rappresentare un riferimento anche per gli altri settori per affrontare e vincere la competizione internazionale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “dentro l’agricoltura non c’è ancora un reddito adeguato ma c’è legittimamente quella visione di futuro e di prospettive e di fiducia che non c’è negli altri settori”. Il biglietto da visita dell’Italia è il cibo Made in Italy che puo’ contare sulla leadership in Europa con 254 prodotti tipici a denominazione di origine riconosciuti (Dop/Igp), il maggior numero di aziende agricole biologiche (48.269 operatori) e la maggiore biodiversità con 57.468 specie animali e 12mila specie di flora, ma anche nel valore aggiunto per ettaro di terreno ovvero la ricchezza netta prodotta per unità di superficie dall’agricoltura italiana è praticamente il doppio di quella di Francia e Spagna, il triplo di quella inglese e una volta e mezzo quello tedesco. L’Italia - ha continuato la Coldiretti - è il primo esportatore mondiale in quantità di vino, pasta, kiwi, pesche, mele e pere, ma anche il principale produttori di pasta e ortofrutta. Senza contare – continua la Coldiretti - il top di presenze per il turismo enogastronomico e quello ambientale, con 871 parchi ed aree protette che coprono il 10 per cento del territorio, ed il record di longevità, grazie alla dieta mediterranea e al fatto che l’Italia conquista il primato in Europa e nel mondo della sicurezza alimentare, con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite (0,3 per cento), risultati peraltro inferiori di cinque volte a quelli della media europea (1,5 per cento di irregolarità) e addirittura di 26 volte a quelli extracomunitari (7,9 per cento di irregolarità). Non è un caso - sottolinea la Coldiretti - che quest’anno le esportazioni agroalimentari raggiungeranno il record storico di 34 miliardi (+7 per cento) e le multinazionali straniere vengono in Italia per acquisire i nostri marchi piu’ prestigiosi.

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Ha infatti superato i 10 miliardi il valore dei marchi storici dell’agroalimentare italiano passati in mani straniere dall’inizio della crisi che ha favorito una escalation nelle operazioni di acquisizione del Made in Italy agroalimentare. L’ultima operazione quest’anno è stata la decisione della società Averna di cedere l'intero capitale dell'azienda piemontese detentrice dello storico marchio dei dolci Pernigotti al gruppo Toksoz in Turchia che è il maggior produttore mondiale di nocciole. Una operazione che segue da vicino l’acquisizione da parte della multinazionale del lusso LVMH di una partecipazione di maggioranza nel capitale sociale della Pasticceria Confetteria Cova proprietaria della societa' Cova Montenapoleone Srl, che gestisce la nota pasticceria milanese, mentre l’ultimo colpo nelle campagne toscane è stato messo a segno - sottolinea la Coldiretti - da un imprenditore cinese della farmaceutica di Hong Kong, che ha acquistato per la prima volta un’azienda vitivinicola agricola nel Chianti, terra simbolo della Toscana per la produzione di vino: l’azienda agricola Casanova - La Ripintura, a Greve in Chianti, nel cuore della Docg del Gallo Nero. Nel 2013 – continua la prima Organizzazione agricola del Paese – si è verificato il passaggio di mano del 25 per cento della proprietà del riso Scotti ceduto dalla famiglia pavese al colosso industriale spagnolo Ebro Foods. Nel 2012 la Princes Limited (Princes), una controllata dalla Giapponese Mitsubishi, ha siglato un contratto con AR Industrie Alimentari SpA (ARIA), leader italiana nella produzione di pelati, per creare una nuova società denominata "Princes Industrie Alimentari SrL" (PIA), controllata al 51 per cento dalla Princes, mentre il marchio Star passa definitivamente in mano spagnola con il gruppo Agrolimen che ha aumentato la propria partecipazione in Gallina Blanca Star al 75 per cento. Infine, è volata in Inghilterra la Eskigel che produce gelati in vaschetta per la grande distribuzione (Panorama, Pam, Carrefour, Auchan, Conad, Coop).


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Nel 2011 la società Gancia, casa storica per la produzione di spumante, è divenuta di proprietà per il 70 per cento dell'oligarca Rustam Tariko, proprietario della banca e della vokda Russki Standard; la francese Lactalis è stata, invece protagonista – sottolinea la Coldiretti – dell’operazione che ha portato la Parmalat a finire sotto controllo transalpino; il 49 per cento di Eridania Italia Spa operante nello zucchero è stato acquisito dalla francese Cristalalco Sas e la Fiorucci salumi è passata alla spagnola Campofrio Food Group, la quale ha ora in corso una ristrutturazione degli impianti di lavorazione a Pomezia che sta mettendo a rischio numerosi posti di lavoro. Nel 2010 il 27 per cento del gruppo lattiero caseario Ferrari Giovanni Industria Casearia S.p.A fondata nel 1823 che vende tra l’altro Parmigiano Reggiano e Grana Padano è stato acquisito dalla francese Bongrain Europe Sas e la Boschetti Alimentare Spa, che produce confetture dal 1981, è diventata di proprietà della francese Financière Lubersac che ne detiene il 95 per cento. L’anno precedente, nel 2009 - prosegue la Coldiretti -, è iniziata la cessione di quote della Del Verde industrie alimentari spa che è divenuta di proprietà della spagnola Molinos Delplata Sl, la quale fa parte del gruppo argentino Molinos Rio de la Plata. Nel 2008 la Bertolli era stata venduta all’Unilever per poi essere acquisita dal gruppo spagnolo SOS, è iniziata la cessione di Rigamonti salumificio spa, divenuta di proprietà dei brasiliani attraverso la società olandese Hitaholb International, mentre la Orzo Bimbo è stata acquisita dalla francese Nutrition&Santè S.A. del gruppo Novartis. Lo stesso anno è stata ceduta anche Italpizza: l’azienda modenese che produce pizza e snack surgelati è diventata proprietà dell’inglese Bakkavor acquisitions limited. Con l’inizio della crisi - ha ribadito la Coldiretti in occasione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione organizzato a Villa d’Este a Cernobbio - si è dunque verificata una accelerazione nel processo di cessione dei marchi storici del Made in Italy che nell’agroalimentare era già in fase avanzata. Nel 2006 la Galbani era entrata in orbita Lactalis, ma lo stesso anno gli spagnoli hanno messo le mani pure sulla Carapelli, dopo aver incamerato anche la Sasso appena dodici mesi prima. Nel 2005 - continua la Coldiretti - la francese Andros aveva acquisito le Fattorie Scaldasole, che in realtà parlavano straniero già dal 1985, con la vendita alla Heinz. Nel 2003 hanno cambiato bandiera anche la birra Peroni, passata all'azienda sudafricana SABMiller, e Invernizzi, di proprietà dal 1985 della Kraft e ora finita alla Lactalis. Negli anni Novanta erano state Locatelli e San Pellegrino ad entrare nel gruppo Nestlè, anche se poi la prima era stata “girata” alla solita Lactalis (1998). Nel 1995 la Stock, venduta alla tedesca Eckes A.G, è stata acquisita nel 2007 dagli americani della Oaktree Capital Management, che lo scorso anno hanno chiuso lo storico stabilimento di Trieste per trasferire la produzione in Repubblica Ceca. La stessa Nestlè conclude la Coldiretti - possedeva già dal 1993 il marchio Antica gelateria del Corso e addirittura dal 1988 la Buitoni e la Perugina.

Venerdì 18 ottobre 2013 - Anno VIII, Numero 38 ♦ In primo piano. XIII Forum internazionale dell’agricoltura e alimentazione ♦ Cernobbio. Presentata l’indagine “La percezione della crisi e il Made in Italy” ♦ Caso Ferrero. Coldiretti: Nestlè possiede già San Pellegrino, Buitoni e Perugina ♦ Giornata Mondiale Alimentazione. Ogni persona butta 76 kg di cibo ♦ Avvisi. Servizi Tecnici, avvisi // Fiscale, avviso // Epaca, avviso ♦ Appuntamenti. Campagna Amica, mercati // Incontri // Pensionati, iniziative


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Voci sull’interesse della multinazionale elvetica per l’italianissima Ferrero

COLDIRETTI: LA NESTLE’ POSSIEDE GIA’ SAN PELLEGRINO, BUITONI E PERUGINA Dalla Perugina alla Buitoni fino all’Antica Gelateria del Corso e alla San Pellegrino: sono i pezzi più pregiati del Made in Italy che sono da anni nelle mani della multinazionale svizzera Nestlè. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti, in relazione alle voci sull’interesse del colosso elvetico per l’italianissima Ferrero, dalla quale si evidenzia che è già pari ad oltre 10 miliardi il valore dei marchi storici dell’agroalimentare italiano. Marchi passati in mani straniere dall’inizio della crisi, che ha favorito una escalation nelle operazioni di acquisizione del Made in Italy agroalimentare. Negli anni Novanta – sottolinea la Coldiretti – erano state Locatelli e San Pellegrino ad entrare nel gruppo Nestlè, anche se poi la prima era stata “girata” alla solita Lactalis (1998). La stessa Nestlè possiede già dal 1993 il marchio Antica gelateria del Corso e addirittura dal 1988 la Buitoni e la Perugina. Nel 2013 rischia così di accelerare ulteriormente il fenomeno che sta vedendo pezzi pregiati del made in Italy agroalimentare, e non solo, finire in mani straniere. Nel luglio scorso era stata annunciata la decisione della società Averna di cedere l'intero capitale dell'azienda piemontese detentrice dello storico marchio dei dolci al gruppo Toksoz in Turchia che è il maggior produttore mondiale di nocciole. Un’operazione che segue da vicino l’acquisizione da parte della multinazionale del lusso LVMH di una partecipazione di maggioranza nel capitale sociale della Pasticceria Confetteria Cova proprietaria della società Cova Montenapoleone Srl, che gestisce la nota pasticceria milanese, mentre l’ultimo colpo nelle campagne toscane è stato messo a segno - sottolinea la Coldiretti - da un imprenditore cinese della farmaceutica di Hong Kong, che ha acquistato per la prima volta un’azienda vitivinicola agricola nel Chianti, terra simbolo della Toscana per la produzione di vino: l’azienda agricola Casanova - La Ripintura, a Greve in Chianti, nel cuore della Docg del Gallo Nero. Nel 2013 – conclude l’analisi della Coldiretti – si è verificato il passaggio di mano anche del 25 per cento della proprietà del “riso Scotti” ceduto dalla famiglia pavese al colosso industriale spagnolo Ebro Foods.


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GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE Coldiretti: Ogni persona in Italia ha buttato nel bidone della spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari durante l’anno Ogni persona in Italia ha buttato nel bidone della spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari durante l’anno, anche se con una tendenza positiva alla riduzione provocata dalla crisi, che negli ultimi cinque anni ha tagliato di circa il 25 per cento gli avanzi da gettare. Il dato emerge da un’analisi che la Coldiretti ha diffuso in occasione della “Giornata mondiale dell’alimentazione” proclamata dalla Fao. Il contenimento degli sprechi - sottolinea la Coldiretti - è forse l’unico aspetto positivo della crisi che ha determinato una maggiore attenzione degli italiani alla spesa, ma anche alla preparazione in cucina e alla riutilizzazione degli avanzi. Restano comunque quasi 5 milioni le tonnellate di cibo che ogni anno - precisa la Coldiretti - vengono gettate nelle case degli italiani. Un problema etico con effetti sul piano economico ed anche ambientale per l’impatto negativo dello smaltimento nei confronti del quale è giusto intervenire sia nei Paesi sviluppati che in via di sviluppo. Un terzo del cibo prodotto nel mondo viene infatti sprecato per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate, delle quali 670 milioni di tonnellate nei paesi industrializzati e 630 milioni di tonnellate in quelli in via di sviluppo. E’ necessario intervenire per una più attenta gestione e distribuzione della produzione agricola ed alimentare per combattere la povertà e la fame. La politica e l’economia - denuncia la Coldiretti - hanno pensato che fosse possibile la globalizzazione senza globalizzare anche le regole fino ad arrivare a trattare il cibo come una merce qualsiasi. Il risultato contraddittorio è stato il diffondersi dell’obesità e dello spreco di cibo nei Paesi ricchi e il furto delle terre fertili, il cosiddetto land grabbing (71 milioni di ettari dal 2000 ad oggi), e il dramma della fame in quelli poveri. E’ necessario ora - conclude la Coldiretti - che i decisori politici ne tengano conto mettendo ai vertici della loro agenda la strategicità del cibo e promuovendo politiche che a livello globale definiscano una regia di regole per i beni comuni come il cibo, l’acqua e il suolo.


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Pac, taglio del 4% ai pagamen dire oltre i 2mila euro Gli importi dei pagamenti diretti superiori a 2.000 euro, da erogare agli agricoltori per le domande di aiuto presentate relativamente all'anno civile 2013, dovranno essere ridotti del 4 per cento. E’ quanto stabilito dal regolamento recentemente pubblicato che stabilisce il taglio per gli aiuti delle domande Pac 2013 (che ricadono nell’esercizio finanziario 2014). Nella sua proposta iniziale la Commissione proponeva di applicare il taglio sugli importi superiori a 5.000 euro. Nell'accordo politico sulla riforma della Pac, del 26 giugno 2013, è stato deciso che la disciplina finanziaria si applica ai pagamenti diretti di importo superiore a 2.000 euro. A fini di coerenza la Commissione ha ritenuto di proporre la stessa soglia per tutti gli anni secondo modalità analoghe per l'anno civile 2013, e pertanto propone che il tasso di adeguamento si applichi solo agli importi superiori a 2.000 euro. In caso di nuove informazioni, la Commissione proporrà l'aggiustamento del tasso di adeguamento in autunno, nel contesto della lettera rettificativa del progetto di bilancio 2014, tenendo conto delle nuove informazioni disponibili. Il Consiglio potrà quindi aggiustare il tasso di adeguamento entro il 1° dicembre 2013. Inoltre, nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea è stato anche pubblicato il regolamento che consente di poter anticipare al 16 ottobre 2013 il pagamento degli aiuti Pac sino al 50 per cento degli importi. Per quanto riguarda i pagamenti per i bovini (per gli Stati membri che prevedono tale pagamento) l'importo dell'anticipo può essere incrementato sino all'80 per cento. Il versamento anticipato degli aiuti, che viene eseguito normalmente il 1° dicembre, potrà essere effettuato a condizione che le amministrazioni nazionali abbiano proceduto alla verifica abituale delle domande.

SERVIZI TECNICI

Il saldo dei pagamenti sarà erogato in data successiva considerando il tasso di riduzione che è stato stabilito a titolo della disciplina finanziaria per l’anno 2014 (domande Pac 2013).

L’articolo è tratto da www.ilpuntocoldiretti.it Il giornale online per le imprese del sistema agroalimentare


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Disposi vi an blackout, sca!a l’obbligo anche per gli impian in bassa tensione Sca a l’obbligo di adeguamento degli impian anche per i produ ori di energia ele rica da fon rinnovabili di potenza compresa tra i 6 e i 50 kW, il mancato adeguamento comporta il rischio della sospensione degli incen vi. L’AEEG con la Delibera n. 243/2013/R/EEL, che modifica ed integra la delibera 84/2012/R/EEL con la quale l’obbligo di adeguamento era rivolto agli impian che superavano i 50 kW di potenza, ha disposto che i produ ori debbano adeguare alle prescrizioni di cui al paragrafo 5 dell'Allegato A70 al Codice di rete di Terna:

entro il 30 giugno 2014, gli impian di potenza superiore a 20 kW già connessi alla rete di bassa tensione ed entra in esercizio prima del 31 marzo 2012 e gli impian di potenza fino a 50 kW già connessi alla rete di media tensione ed entra in esercizio prima della medesima data;

entro il 30 aprile 2015, gli impian di potenza superiore a 6 kW e fino a 20 kW già connessi alla rete di bassa tensione ed entra in esercizio prima del 31 marzo 2012

e che, in deroga a quanto previsto dal paragrafo 5 dell'Allegato A70, ques impian debbano rimanere connessi alla rete almeno all'interno dell'intervallo di frequenza 49 Hz - 51 Hz (anziché 47,5 Hz - 51,5 Hz). Dagli adeguamen sono sta esclusi gli impian di potenza fino a 6 kW connessi alle re di bassa tensione poiché tali impian , molto numerosi, sono poco rappresenta vi in termini di potenza complessivamente installata (circa 600 MW); nel medio termine, tali impian saranno comunque ogge o di adeguamento automa co alla Norma CEI 0-21 per effe o delle progressive sos tuzioni degli inverter e dei sistemi di protezione d'interfaccia. I primi a dover ado are i sistemi di protezione di interfaccia (anche de sistemi an black-out) sono sta gli impian connessi in media tensione di potenza superiore ai 50 kW, che hanno avuto tempo fino al 31 marzo 2013 (Delibera 8 marzo 2012, n. 84/2012/R/EEL). Una volta adeguato l'impianto, "il produ ore è tenuto a so oscrivere il nuovo regolamento di esercizio trasmesso dall'impresa distributrice e reinoltrarlo alla medesima allegando una dichiarazione sos tu va di a o notorio reda a, ai sensi del Dpr 445/2000, da un responsabile tecnico di impresa installatrice abilitata o da un professionista iscri o all'albo professionale secondo le rispe ve competenze, a estante che l'impianto è in grado di rimanere connesso alla rete all'interno dell'intervallo di frequenza 49 Hz-51 Hz". Se gli impian non vengono adegua , l'impresa di distribuzione ne dà comunicazione al GSE che provvederà a sospendere gli incen vi, nonché i servizi di scambio sul posto e di ri ro dedicato. Il ripris no dell’erogazione degli incen vi e delle agevolazioni potrà avvenire solo a seguito di una successiva comunicazione delle imprese distributrici che a es l’avvenuto adeguamento degli impian di produzione.


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PARATUBERCOLOSI BOVINA, piano di controllo regionale Si riporta di seguito il comunicato del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria di Cremona, relativo al Piano di Controllo della Paratubercolosi bovina. Nel ribadire l’importanza per ciascun allevamento bovino dell’adesione (se pur volontaria) al piano, si rimanda a un’attenta lettura del seguente comunicato. Gli uffici Coldiretti sono a disposizione degli imprenditori agricoli per ogni ulteriore informazione, e per consegnare il modulo relativo alla domanda di adesione al piano.

REGIONE LOMBARDIA

ASL CREMONA - Dipar mento Prev. Veterinaria

COMUNICAZIONE IMPORTANTE: PIANO REGIONALE DI CONTROLLO E CERTIFICAZIONE NEI CONFRONTI DELLA PARATUBERCOLOSI BOVINA Si comunica che a seguito della pubblicazione sul Bolle no Regionale n.30 del 24/07/2013 è in vigore il Piano Regionale di Controllo e Cer ficazione per la PARATBC. Di conseguenza potranno essere cer fica per l’esportazione verso taluni paesi terzi solo prodo la ero caseari derivan da la e prodo o in aziende aderen al piano con qualifica di base PTEX1. La qualifica sanitaria PTEX1 è valida ai fini della cer ficazione di “assenza di casi clinici di paratubercolosi negli ul mi 12 mesi” per l’esportazione di la e e prodo a base di la e verso taluni paesi terzi. Tale qualifica viene a!ribuita dal DPV previa domanda di adesione e verifica del rispe o delle seguen condizioni minime, sogge e a verifica annuale: visita clinica di tu o l’effe vo, per escludere la presenza di animali con sintomatologia clinica; assenza di no fica di casi clinici negli ul mi 12 mesi. Si evidenzia che i sospe1 clinici di paratubercolosi bovina devono essere segnala al Dipar mento di Prevenzione Veterinario (DPV) dell’ASL, da parte di: • medici veterinari, pubblici e priva • proprietari/detentori degli animali. A seguito della domanda di adesione al Piano, il Dipar mento Veterinario procederà ad effe uare gli accertamen sanitari u li ad a ribuire all’allevamento la qualifica sanitaria per la cer ficazione ai fini dell’esportazione del la e e dei prodo deriva verso paesi terzi (PTEX1).

SERVIZI TECNICI

Con l’adesione al piano quindi l’allevatore: • può o enere per il proprio allevamento il livello sanitario di base (qualifica PTEX1) u le per l’esportazione del la e e dei prodo deriva verso paesi terzi • dispone di strumen u li per conseguire livelli sanitari progressivi di garanzia di indennità nei confron della paratubercolosi. Si precisa che comunque l’adesione al “piano regionale di cer ficazione della paratubercolosi bovina” è volontaria e si intende tacitamente rinnovata ogni anno, a meno di formale comunicazione di rinuncia all’Asl con apposito modulo.

ATTENZIONE: Gli allevamen che non aderiscono al piano e quelli che, pur avendo aderito, hanno avuto casi clinici conferma in allevamento nei 12 mesi preceden , si intendono con qualifica sanitaria PT0 con esclusione della possibilità di cer ficazione per l’export verso taluni paesi terzi dei prodo derivan dal loro la e.


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Si riporta il modulo predisposto dal Dipar mento di Prevenzione Veterinaria per la presentazione della domanda di adesione al piano di controllo della Paratubercolosi bovina. Il modulo può essere richiesto presso i nostri uďŹƒci, e può essere stampato dal sito di Coldire Cremona ( www.cremona.coldire .it).


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Perdita agevolazioni sull’acquisto di terreni agricoli dal 2014 Nel Decreto legge n.104 del 12 settembre 2013 recante “Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca” sono contenute alcune disposizioni che recano modi"iche alle imposte di registro, ipotecaria e catastale. In particolar modo il decreto in oggetto anticipa al 1° gennaio 2014 gli effetti già stabiliti dall’articolo 10 del D.Lgs. n.23 del 14 marzo 2011 (decreto sul “Federalismo Municipale”). Tale D.Lgs. prevede la modi"ica dell’art.1 della tariffa, parte prima, allegata al Dpr n. 131/1986 (Testo unico dell’imposta di registro) nel seguente modo:

Gli atti di compravendita a titolo oneroso dei beni immobili (sia terreni che fabbricati) vengono assoggettati all’aliquota del 9%, con l’eccezione per l’acquisto dell’abitazione principale non di lusso per la quale è prevista l’aliquota agevolata del 2%.

Gli stessi atti transattivi sono esenti da tutte le imposte di trascrizione immobiliare (imposta di bollo, imposta ipotecaria, imposta catastale tasse ipotecarie e tributi speciali).

Vengono eliminate tutte le esenzioni e le agevolazioni tributarie, comprese quelle previste da leggi speciali.

FISCALE

Quindi dal 1° gennaio 2014, data l’eliminazione di tutte le esenzioni e di tutti i bene"ici, non si potranno più invocare le agevolazioni attualmente in vigore per l’acquisto di terreni agricoli effettuati da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali (IAP) destinati all’esercizio delle attività di cui all’articolo 2135 c.c.. Vengono meno tutte le tipologie di agevolazioni, compresa perciò la cosiddetta piccola proprietà contadina e il compendio unico. Se non interverranno modi"iche alle suddette norme, non sarà più determinante la quali"ica di professionalità del coltivatore diretto o dell’imprenditore agricolo professionale, per l’acquisto di fondi rustici. Anzi saranno avvantaggiati coloro che acquisteranno terreni e fondi rustici non destinati all’agricoltura, infatti questi soggetti fruiranno di un abbassamento dell’aliquota di imposta di registro di 6 punti (dall’attuale 15% al prossimo 9%).


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Questo può produrre diverse conseguenze negative per il settore agricolo; si pensi al possibile impoverimento del patrimonio fondiario tolto al campo agricolo e alla coltivazione. Da notare anche come vengono in particolar modo colpiti gli aiuti per l’insediamento di giovani nel settore agricolo attuati dall’Ismea, infatti in questo caso dato il duplice passaggio attraverso l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare si arriverà ad un’imposta complessiva del 18% (9 per cento in sede di acquisto e 9 per cento al termine del patto di riservato dominio).

Come cambiano le imposte per le compravendite di terreni agricoli: Fino al 31.12.2013 acquirente

CD o IAP

Dal 01.01.2014

Imposta di registro

8%

CD o IAP con agevolazione PPC €. 168,00

Altri

Tutti

15 %

9%

Imposta Ipotecaria

2%

€. 168,00

2%

€. 50,00

Imposta Catastale

1%

1%

1%

€. 50,00

Nel contempo il D. Lgs. 23 del 2011 stabiliva che tutti gli atti immobiliari dovessero essere esenti da ogni altra imposta (imposta ipotecaria, imposta catastale e imposta di bollo), mentre l’attuale provvedimento stabilisce invece che saranno comunque dovute le imposte ipotecaria e catastale nella misura "issa di 50 euro ciascuna. A tal proposito cambiano anche le imposte "isse di registro, ipotecaria e catastale, che da Euro 168,00 vengono elevate a Euro 200,00, nei casi diversi da quelli sopra citati.

Come cambiano le imposte per le compravendite di fabbricati: Fino al 31.12.2013

Dal 01.01.2014

Prima casa

Altri casi

Prima casa

Altri casi

Imposta di registro

3%

7%

2%

9%

Imposta Ipotecaria

€. 168,00

2%

€. 50,00

€. 50,00

Imposta Catastale

€. 168,00

1%

€. 50,00

€. 50,00


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Invalidi civili, dichiarazioni all’Inps entro il 31 ottobre Gli invalidi civili avranno tempo fino al 31 ottobre 2013 per presentare la dichiarazione di responsabilità all’Inps. L’annuncio viene da una nota dell'Istituto di previdenza dello scorso 10 luglio in cui si sottolinea che il termine di scadenza per la trasmissione dei modelli di dichiarazione dovute dai titolari di prestazioni di invalidità civile per accertare la permanenza dei requisiti di Legge è stato prorogato al 31 ottobre 2013. Vediamo chi è interessato alla scadenza e cosa è necessario presentare. La proroga dei termini riguarda la dichiarazione che deve essere resa: dagli invalidi civili parziali, titolari di assegno mensile, ai fini dell’accertamento della permanenza del requisito relativo al mancato svolgimento di attività lavorativa; dagli invalidi civili titolari dell'indennità di accompagnamento, tenuti a presentare annualmente la dichiarazione di responsabilità relativa alla sussistenza o meno di uno stato di ricovero a titolo gratuito in istituto; dagli invalidi civili titolari dell’indennità di frequenza per la dichiarazione relativa all’eventuale sussistenza di uno stato di ricovero incompatibile con la prestazione assistenziale; dai titolari di pensione e assegno sociale per la dichiarazione relativa alla permanenza del requisito della residenza stabile e continuativa in Italia e per i soli titolari di assegno sociale anche per la sussistenza dello stato di ricovero o meno in istituto. Le dichiarazioni non vengono richieste ai titolari di prestazioni di invalidità civile disabili intellettivi e minorati psichici che hanno presentato il certificato medico ai sensi dell’articolo 1, comma 254, della citata legge n. 662 del 1996. Per informazioni sulle procedure dirette ad ottenere il riconoscimento dell’invalidità civile, raccomandiamo a tutti gli interessati di rivolgersi al Patronato Epaca.

PATRONATO EPACA

Gli operatori Epaca forniranno tutta l’assistenza necessaria gratuitamente. Per conoscere l’ufficio Epaca più vicino, gli interessati possono telefonare al numero verde 800.667711 o visitare il sito Internet http://www.epaca.it/. Nella pagina a lato si riportano indirizzi e numeri telefonici degli Uffici del Patronato Epaca presenti in provincia di Cremona. (www.cremona.coldiretti.it, vedi pag. Epaca)


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APPUNTAMENTI

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

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CREMONA Coordinamento Unitario Pensionati Lavoro Autonomo

LA FAMIGLIA IL MALATO E I TAGLI ALLA SANITÀ Venerdì 25 Ottobre 2013 – ore 9:30 Sala Riunioni CONFARTIGIANATO – IMPRESE CREMONA Via Rosario, 5 – CREMONA


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ASSOCIAZIONE PROVINCIALE PENSIONATI COLDIRETTI

GITA D’AUTUNNO alla CERTOSA DI PAVIA Venerdì 8 novembre 2013

L’Associazione Provinciale Pensionati Coldiretti Cremona organizza la “gita d’autunno”, fissata per venerdì 8 novembre 2013. Il programma prevede la visita alla Certosa di Pavia, straordinario capolavoro artistico e architettonico, di storia e di fede.

La giornata include la visita all’Azienda agricola Carenzio, produttrice di riso, con possibilità di effettuare acquisti presso lo spaccio dell’Azienda stessa. Pranzo presso l’Agriturismo “Granai Certosa”, un’oasi di relax ad un passo dalla Certosa di Pavia. A conclusione della giornata: visita all’Azienda agricola Chierico, che alleva razze bovine di pregio. Per consentire la partecipazione, abbiamo organizzato un servizio pullman, con partenza da:

CREMONA, ore 6:45 - P.zza Libertà – (P.ta Venezia) davanti al comando dei Vigili Urbani, ex Caserma Vigili del Fuoco PIZZIGHETTONE, ore 7:15 - (Piazzale davanti al cimitero)

APPUNTAMENTI

CREMA, ore 7:45 - Via del Macello, 34

La quota di partecipazione è fissata in € 45,00. Le prenotazioni e la quota di partecipazione dovranno pervenire entro e non oltre giorno lunedì 4 novembre p.v. a Maria Luisa Parmigiani, Tel. 0372/499811, presso la Segreteria Provinciale dell’Associazione Pensionati, oppure presso gli Uffici di Zona. Adesioni fino ad esaurimento dei posti disponibili.


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Unità di misura

CREMONA

MILANO

MANTOVA

BOLOGNA

16 o obre

15 o obre

17 o obre

17 o obre

FRUMENTO Tenero buono mercan le

Tonn.

179-186

198-200

189-193

193-198

GRANOTURCO Ibrido naz. 14% u.

Tonn.

184-186

198-199

183-186

187-191

SEMI DI SOIA Nazionale

Tonn.

n.q.

413-418

410-415

ORZO NAZ. P. spec. 55-60 P. spec. 66-68

Tonn.

178-184 186-190

n.q. 208-210

(Fino a 65) 203-207 (Fino a 70) 208-213

CEREALI MINORI

Tonn.

CRUSCA alla rinfusa

Tonn.

FIENO Maggengo Agostano

Tonn.

PAGLIA press. (rotoballe)

Tonn.

Unità di misura

PRODOTTO

MERCATI AGGIORNATI 18.10.2013

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PRODOTTO

Tri cale 198 Sorgo 193-196 127-129

115-116

(62/64) 201-205 Sorgo: 177-181

128-131

133-163 Fieno di erba medica 200-210

Medica fienata 2° t. in campo 170-175

100-110

98-105

Paglia di frumento (rotoballe) 60-65

CREMONA 16 o obre

MILANO 14 o obre

MANTOVA 17 o obre

165-185 loie o 165-185

(58/60) 193-195

120-121

MODENA 14 o obre

SUINI la onzoli locali

15 kg

3,730

3,790

n.q.

3,720

SUINI la onzoli locali

25 kg

2,700

2,760

n.q.

2,690

SUINI la onzoli locali

30 kg

2,490

2,500

n.q.

2,440

SUINI la onzoli locali

40 kg

2,120

2,11

n.q.

2,090

SUINI da macello

156 kg

(da 145 a 160 kg) 1,405

1,475

n.q.

(da 144 a 156 kg) 1,425

SUINI da macello

176 kg

(da 160 a 180 kg) 1,475

1,475

n.q.

(da 156 a 176 kg) 1,475

SUINI da macello

Oltre

(oltre 180 kg) 1,435

1,440

n.q.

(da 176 a 180 kg) 1,459

176 kg


ANNO VIII -

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PRODOTTO

Unità di misura

CREMONA 16 o obre

NUMERO

36

MONTICHIARI 18 o obre

MANTOVA 17 o obre

MODENA 14o obre

VACCHE FRIS. 1° qualità (p.v.)

Kg

P.v. 0,99-1,13 P.m. 2,25-2,45

0,90-1,00

Da macello 1,03-1,13

VACCHE FRIS. 2° qualità (p.v.)

Kg

P.v. 0,74-0,86 P.m. 1,75-2,00

0,65-0,75

0,81-0,91

VACCHE FRIS. 3° qualità (p.v.)

Kg

P.v. 0,45-0,55 P.m. 1,15-1,35

0,40-0,50

0,57-0,67

MANZE sco one 24 mesi

Kg

P.m. 2,30-2,85

1,15-1,25

1,31-1,48

Vitelloni femm. da macello pez. nere (450-500) P.v. 1,40-1,55 P.m. 2,70-3,00

50-60 Kg

0,80-1,00

(1° q. 56/60 kg) 1,00-1,00

(da 46 a 55 kg) 1,20-1,40

(45-55 kg) 1,25-1,50

VITELLI balio1 Pie blu belga (p.v.)

50-60 Kg

3,00-4,00

3,00-4,00

3,40-4,00

(pregiate 70 kg) 3,79-4,38

PRODOTTO

Unità di misura

CREMONA 16 o obre

MILANO 14 o obre

MANTOVA 17 o obre

MODENA 14 o obre

BURRO pastorizzato

Kg

3,85

Pastorizzato 3,40 Centrifuga 3,95

3,10

Zangolato di creme per burrificazione 2,90

PROVOLONE VALP. Fino a 3 mesi

Kg

(dolce) 5,40-5,55

5,30-5,45

n.q.

PROVOLONE VALP. Oltre 3 mesi

Kg

(piccante) 5,60-5,85

5,50-5,75

n.q.

PARMIGIANO REG. 12 mesi 8,85-9,15

GRANA scelto stagionato 9 mesi

Kg

7,30-7,50

7,05-7,30

7,30-7,50

PARMIGIANO REG. 24 mesi 10,20-10,65

GRANA scelto stag. 12-15 mesi

Kg

7,90-8,10

7,95-8,65

8,20-8,40

PARMIGIANO REG. 30 mesi 11,55-12,45

VITELLI balio Frisona (p.v.)

CUN SUINI - PREZZI CIRCUITO TUTELATO (se embre 2013 - o obre 2013) CATEGORIA

QUOTAZIONE 12.09.2013

QUOTAZIONE 19.09.2013

QUOTAZIONE 26.09.2013

QUOTAZIONE 03.10.2013

QUOTAZIONE 10.10.2013

QUOTAZ. 17.10.13

Dal 16.09.13 al 20.09.13

Dal 23.09.13 al 27.09.13

Dal 30.09.13 al 04.10.13

Dal 7.10.13 al 11.10.13

Dal 14.10.13 al 18.10.13

Dal 21.10.13 al 25.10.13

144/152 kg

1,725

n.q.

1,555

1,487

1,385

1,390

152/160 kg

1,755

n.q.

1,585

1,517

1,415

1,420

160/176 kg

1,815

n.q.

1,645

1,577

1,475

1,480


www.cremona.coldire1.it il sito di Coldire1 Cremona Ricordiamo che tu gli appuntamen promossi da Coldire Cremona vengono puntualmente comunica anche a raverso il nostro sito, all’indirizzo www.cremona.coldire .it. In par colare, per gli avvisi e gli appuntamen rivol agli imprenditori agricoli, c’è lo spazio “avvisi alle imprese”. Il sito è rivolto agli imprenditori agricoli e a tu i ci adini a en ai temi della difesa e valorizzazione dell’agricoltura e alimentazione made in Italy, alla promozione del territorio, alla tutela dell’ambiente. Sul sito sono presen i comunica stampa diffusi da Coldire Cremona, i nostri video, le pagine dedicate ai servizi garan dai vari uffici, tu e le inizia ve sul territorio, accanto a una serie di link e di indirizzi u li. E’ inoltre possibile sfogliare tu i numeri del Col vatore Cremonese, il periodico di Coldire Cremona, della nostra newsle er se manale W l’agricoltura e di tu e le pubblicazioni e guide edite da Coldire Cremona.

TUTTE le SETTIMANE l’AGRICOLTURA è in TV

Segnaliamo a tu i le ori che W l’Agricoltura, la trasmissione dedicata al vero Made in Italy a cura di Coldire Cremona, va in onda ogni se mana, su Telecolor e Primarete. Appuntamento tu1 i giovedì alle ore 19.50 (subito dopo il tg) e in replica la domenica, ore 13 circa, su Telecolor.

W l’Agricoltura -coldiretti cremona informa Vi dà appuntamento alla prossima settimana


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