coldiretti cremona informa 13/2011

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Le produzioni, l’ambiente, l’alimentazione

Coldiretti Cremona Informa, Anno VI NewsLetter

Informazione on line Venerdì 01/04/2011 – Anno VI, Numero 13 Editoriale. La strategicità del cibo, intervento a firma del Presidente Marini Sicurezza alimentare/1. Giappone, niente import di carne in Italia Sicurezza alimentare/2. Plauso all’attività di controllo del Corpo Forestale Made in Italy. Export a 28 miliardi (+ 13%), è record storico Territorio. Progetto Zero/18, incontro con l’Assessore De Capitani e la Scuola Coldiretti Lombardia. Cresce la rete delle “scuole in cascina” In agenda. Caf, campagna 730 / Tabella mercati / Agricoltura online e in tv …………………………………………………………………………

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La strategicità del cibo Riportiamo l’intervento del Presidente Sergio Marini tratto da “Il Punto Coldiretti” A volte i fatti aiutano a capire meglio ciò che dovrebbe essere ovvio. Abbiamo dovuto aspettare una catastrofe nucleare per accorgerci che scienza e tecnologia non sempre sono portatrici di verità assolute, ovvero, la verità rimane tale sino a prova contraria e la storia ci dimostra che è quasi sempre questione di tempo, poi la prova contraria arriva. Dovrebbe essere allora scontato che, quando le applicazioni della scienza, ovvero le tecnologie, sono di portata tale che eventuali errori avrebbero ricadute globali ed incontrollabili su salute e ambiente, spetti alla gente e non agli scienziati dire l’ultima parola. Questi ultimi da parte loro dovrebbero saper fare un passo indietro, caricandosi di quel pizzico di umiltà che non guasta. Insomma, per l’energia nucleare cosi come per gli Ogm è la gente che dovrebbe decidere e la precauzione serve, eccome se serve! Allo stesso modo sembra scontato che l’alimentazione e l’agricoltura siano settori strategici per qualsiasi Paese. Senza cibo, infatti, non si prova malessere o disagio sociale, più semplicemente si muore di fame e si generano rivoluzioni. Ma, anche qui, per ricordarsi della strategicità del cibo non sono bastati né le rivolte del Nord Africa, accese dai rincari alimentari, tantomeno il paradosso di un paese super sviluppato come il Giappone che si trova a fronteggiare una guerra primitiva, quella per l’acqua e il cibo divenuti radioattivi. È bastato, invece, lo spauracchio di un’industria francese che vuole comperarsi la “italianissima” Parmalat per ricordarci ciò che dovevamo già sapere.


La chiamo “italianissima” perché la Parmalat del nostro Paese rappresenta bene sia i vizi sia le virtù. Nata grazie al genio Italiano, fallita nel modo più italiano possibile e ora risorta e piena di soldi grazie anche a un marchio di latte venduto per italiano, ma comperato per buona parte all’estero. Sia chiaro, tutti siamo pronti a difendere l’italianità del nostro settore alimentare e, anche se con incolmabile ritardo, meno male che ci siamo accorti del suo valore strategico. Deve essere però altrettanto chiaro che strategici per un Paese sono il cibo e l’agricoltura e, soltanto dopo, il marchio e la trasformazione. Come dire: senza agricoltura puoi avere tutti i marchi e le industrie che ti pare. Ma sul piatto non metti niente lo stesso! Insomma, difendere l’italianità di Parmalat non può che significare “latte e agricoltura italiani”, diversamente “l’operazione” avrebbe poco di strategico se non la tutela degli interessi dei soliti “ladri di identità”, ma questo non ci piacerebbe affatto né come agricoltori né come cittadini.

GIAPPONE: NIENTE IMPORT DI CARNE IN ITALIA Sono pari allo zero le importazioni in Italia di carne bovina fresca, refrigerata o congelata provenienti dal Giappone dove sono stati riscontrati livelli abnormi di cesio radioattivo nella produzione di manzo proveniente dall'area di Fukushima. Lo rende noto la Coldiretti, dopo l’allarme lanciato dalla Tepco, nel sottolineare che sono peraltro nulle anche le importazioni di derivati del latte come formaggi e latticini e di vegetali freschi a foglia larga particolarmente sensibili alla radioattività. Nessun rischio quindi per gli italiani anche se la radioattività presente nella carne e nel latte conferma - precisa la Coldiretti l’allarme per la contaminazione della catena alimentare a partire dall’alimentazione degli animali. In generale l’importazione di prodotti alimentari dal Giappone è praticamente trascurabile per un importo che nel 2010 ha raggiunto solo i 13 milioni di euro, appena lo 0,03 per cento dell’import agroalimentare totale nazionale. Dal Giappone arrivano soprattutto fiori e piante per un importo di circa 3 milioni di euro nel 2010 ed a seguire quantità marginali di semi oleosi (1,6 milioni), bevande alcoliche (1,6 milioni), oli vegetali (0,9 milioni), di prodotti dolciari (0,9 milioni), pesce (0,7 milioni) e thè (0,3 milioni).

LAVORO, CRESCITA NEI CAMPI. UNO SU 4 E’ GIOVANE In controtendenza rispetto all’andamento generale torna ad aumentare l’occupazione nelle campagne dove è giovane addirittura un lavoratore dipendente su quattro e si registra il più elevato tasso di crescita nel 2010. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti in occasione della divulgazione dei dati Istat che evidenzia come per un numero crescente di giovani il lavoro nei campi sia diventata una valida alternativa alla disoccupazione. Nel 2010 si è verificato un aumento degli occupati in agricoltura dell’1,9% a fronte del calo generale dello 0,7%. Sono 891mila gli occupati agricoli in Italia nel 2010 dei quali 462mila indipendenti (+0,6%) e 429mila dipendenti (+3,3%) che fanno registrare il record della crescita tra tutte le attività produttive, secondo la Coldiretti che associa il maggior numero di imprese che assumono manodopera. Nei campi la crescita dell’occupazione riguarda sia le regioni del nord (+3,1%) che quelle del sud (+2%) mentre in flessione sono quelle del centro (-2%). Dopo anni - continua la Coldiretti - si registra dunque un ritorno al lavoro nei campi legato soprattutto alle campagne di raccolta di frutta, verdura e la vendemmia che riguarda anche studenti e giovani sotto i 40 anni. I dati dimostrano che l’agricoltura ha grandi potenzialità per battere la disoccupazione.


COLDIRETTI: PLAUSO ALL’ATTIVITÀ DI CONTROLLO DEL CORPO FORESTALE Marini: Teniamo alta la guardia contro le frodi, che fanno concorrenza sleale alle nostre imprese, in prima linea nella qualità e sicurezza alimentare Le frodi a tavola sono quelle più temute dagli italiani con sei cittadini su dieci che le considerano più gravi di quelle fiscali e degli scandali finanziari. E’ quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Swg in occasione della presentazione dell’attività operativa di controllo dei cibi del Corpo Forestale dello Stato con il Ministro delle Politiche Agricole Saverio Romano. Alla domanda su quali fossero le frodi più gravi - rileva Coldiretti - il 60% dei cittadini ha indicato quelle alimentari poiché possono avere effetti sulla salute, al secondo posto (40%) vengono quelle fiscali, mentre le truffe finanziarie sono lo spauracchio del 26% degli italiani, seguite a stretta distanza da quelle commerciali, come la contraffazione dei marchi (25%). L’attività operativa del Corpo Forestale nel 2010 ha messo in evidenza un cambio di marcia dell’industria della contraffazione alimentare che si avvale di internet attraverso le vendite online e colpisce soprattutto prodotti di alta qualità, dall’amarone alla mozzarella di bufala, dal gorgonzola all’extravergine di oliva. Gli ottimi risultati dell’attività del Corpo Forestale dello Stato confermano - sottolinea la Coldiretti - la necessità di tenere alta la guardia contro le frodi a tavola, che mettono a rischio la salute dei cittadini e fanno concorrenza sleale alle imprese, impegnate nel mantenere alti standard di qualità. “La credibilità conquistata dagli agricoltori italiani nel garantire la qualità delle produzione è un patrimonio da difendere nei confronti di quanti con le frodi e la contraffazione cercano di sfruttare la fiducia acquisita nelle campagne per fare affari”, ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che si tratta di “un crimine particolarmente odioso perché si fonda soprattutto sull'inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti”. Occorre diffidare ha precisato Marini - delle offerte esagerate come quelle per l’olio di oliva che viene venduto a prezzi stracciati sugli scaffali, che non riescono a coprire neanche i costi della raccolta delle olive. In Italia si scoprono le frodi perché si fanno i controlli. Fortunatamente - continua Marini - l’attività del Corpo Forestale dello Stato insieme a quella degli altri organismi pubblici e privati garantisce all’Italia una rete nazionale di controllo con oltre un milione tra le verifiche e le ispezioni effettuate sul Made in Italy alimentare nel 2010. Una garanzia che ha fatto conquistare nel 2010 all’Italia il primato nella sanità e nella sicurezza alimentare, con un record del 99% di campioni regolari di frutta, verdura, vino e olio, con residui chimici al di sotto dei limiti di legge. Nel nostro Paese si trova un terzo delle imprese biologiche europee e un quarto della superficie bio dell'Unione, superando il milione di ettari. L’agricoltura italiana vanta inoltre la leadership nei prodotti tipici con 223 prodotti a denominazione o indicazione di origine protetta riconosciuti dall'Unione Europea, senza contare le 4.511 specialità tradizionali censite dalle regioni. Il Made in Italy a tavola è anche l’emblema nel mondo della dieta mediterranea che è stata riconosciuta dall’Unesco anche per il modello nutrizionale ormai universalmente, fondamentale ai fini del mantenimento di una buona salute e che si fonda su un’alimentazione basata su prodotti locali, stagionali, freschi, di cui l’Italia è ricca. Per questo l’impegno dell’attività di controllo nei confronti dell’illegalità deve essere accompagnato da una stretta nelle maglie larghe della legislazione che permette tuttora di spacciare come Made in Italy quasi la metà della spesa fatta dagli italiani perché conclude la Coldiretti - non è ancora operativo l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima in tutti i prodotti alimentari in vendita.


ALIMENTARE: EXPORT A 28 MILIARDI (+13 %). E’ RECORD STORICO Il valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari italiani è aumentato del 13% rispetto all’anno precedente e ha raggiunto il massimo di sempre a 27,7 miliardi di euro nel 2010. Questo il dato-record che emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat, nella quale si precisa che il risultato è frutto di esportazioni effettuate per la grande maggioranza nei Paesi dell’Unione Europea per un valore di 19,3 miliardi (+11,2%), ma anche negli Stati Uniti per 2,2 miliardi (+10%) e nei mercati emergenti come quelli asiatici con 1,8 miliardi dove si è avuto l’incremento maggiore con un + 20%. A crescere all’estero sono tutti i principali settori del Made in Italy, ma il prodotto più esportato è l’ortofrutta fresca che, con un aumento del 21% in valore, raggiunge i 4,1 miliardi di euro e sorpassa il vino diventando la principale voce positiva della bilancia agroalimentare. Aumenta anche il vino, che raggiunge il valore record di 3,9 miliardi con una crescita del 12%, mentre formaggi e latticini crescono del 15% per un valore di 1,7 miliardi e l’olio del 14% a 1,1 miliardi. Sostanzialmente stabili le esportazioni di pasta, con 1,8 miliardi. Tra i singoli prodotti, positive sono soprattutto le performance di quelli a denominazione di origine come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, che mettono a segno un aumento record del 26% sui mercati mondiali, ma anche il prosciutto di Parma che ha ottenuto nel 2010 il miglior risultato di sempre con un rilevante effetto traino per l’intero settore. In Cina il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano sono aumentati del 162%, nonostante la tradizionale opposizione al consumo di prodotti lattiero-caseari da parte dei cittadini asiatici. L'andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare da una più efficace tutela nei confronti dell’agropirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. All'estero - stima la Coldiretti - il falso Made il Italy a tavola fattura 50 miliardi di euro e sono falsi tre prodotti alimentari di tipo italiano su quattro. Le denominazioni Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono le più copiate nel mondo con il Parmesan diffuso in tutti i continenti, dagli Stati Uniti al Canada, dall'Australia fino al Giappone. In vendita c'è anche il Parmesao in Brasile, il Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesano nel Sud America, Pamesello in Belgio o Parmezan in Romania. Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali un falso Made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili. I risultati positivi delle esportazioni alimentari non si sono ancora adeguatamente trasferiti alle imprese agricole dove - sostiene la Coldiretti - si registrano ancora in molti settori quotazioni al di sotto dei costi di produzione, a conferma delle pesanti distorsioni che permangono nel passaggio degli alimenti lungo la filiera dal campo alla tavola. La Coldiretti sta promuovendo il progetto per una filiera agricola tutta italiana con l'obiettivo di tagliare le intermediazioni e arrivare ad offrire, attraverso la rete di Consorzi Agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole, prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo.


LE CIFRE DEL RECORD PER L’EXPORT DEL MADE IN ITALY ALIMENTARE 2010 miliardi Totale export agroalimentare Totale export agroalimentare nella Ue Totale export agroalimentare negli Usa Totale export agroalimentare in Asia

27,7 19,3 2,2 1,8

Aumento % sul 2009 + 13 +11,2 +10 + 20

Fonte : Elaborazioni Coldiretti su dati Istat

I PRODOTTI ALIMENTARI MADE IN ITALY PIU’ ESPORTATI miliardi Ortofrutta fresca Vino Pasta Formaggi e latticini Olio

4,1 3,9 1,8 1,7 1,1

Aumento % sul 2009 + 21 + 12 = + 15 + 14

Fonte : Elaborazioni Coldiretti su dati Istat

COLDIRETTI LOMBARDIA

Cresce la rete delle “scuole in cascina”: la Lombardia raggiunge quota 180 Cresce la “scuola in cascina” con la rete regionale delle fattorie didattiche. Dal 2008 a oggi il numero delle aziende che fanno educazione ai bambini è aumentato di oltre il 16 per cento passando da 150 a 180. I percorsi educativi vanno dalla scoperta della filiera del latte (c’è ancora qualche bambino – dice Coldiretti Lombardia – che crede che le mucche siano viola come in una pubblicità televisiva) al cammino del pane dal campo alla pagnotta, oppure ci sono corsi per il riconoscimento delle piante spontanee, laboratori sensoriali o lezioni sulla riscoperta degli attrezzi agricoli. Si tratta di una realtà partita nel Duemila con le prime esperienze pionieristiche e che adesso celebra il proprio compleanno con il concorso fotografico indetto dalla Regione Lombardia in collaborazione con un pool di associazioni agrituristiche guidate da Terranostra Coldiretti. Il concorso punta a trovare l’immagine più bella e significativa legata all’agricoltura e alla didattica rurale dalle Alpi al Po. Tema, aperto a tutti i maggiorenni, è illustrare l’attività didattica in una fattoria approfittando delle visite delle scolaresche oppure di famiglie con bambini in 50 aziende agricole lombarde. Entro il 15 maggio 2011 i partecipanti dovranno trasmettere alla segreteria organizzativa un massimo di tre immagini. Oltre a quelle premiate, una selezione delle più belle formerà una mostra che sarà allestita nel palazzo della Regione. Per scoprire tutte le 180 Fattorie Didattiche della Lombardia visita il sito www.buonalombardia.it.


Progetto Zero/18, tavola rotonda con l’Assessore Regionale De Capitani Il valore dell’agroalimentare made in Italy e la difesa dei prodotti del territorio nell’intervento del Direttore Solfanelli Il valore dell’agroalimentare made in Italy, l’impegno per tutelare e valorizzare i prodotti del territorio, la battaglia di Coldiretti sul tema dell’origine in etichetta (una battaglia vinta a livello nazionale, con l’approvazione definitiva della legge che prevede l’indicazione dell’origine in etichetta, ed ora da proseguire sul piano comunitario, con una decisa azione a presidio della norma italiana, vero atto di democrazia economica e di trasparenza dell’informazione, da difendere rispetto agli ‘interessi particolari’ delle lobbies). Questi i temi toccati dal Direttore di Coldiretti Cremona Simone Solfanelli nell’intervento proposto ieri nell’ambito della tavola rotonda sull’agricoltura svoltasi in Comune a Cremona, promossa dall’Assessorato alle Politiche Educative e dall’Istituto Agrario Stanga, a conclusione del primo ciclo di incontri organizzato nell’ambito del progetto Zero/18 (il progetto, promosso dall’Assessorato alle Politiche Educative, con la collaborazione delle Associazioni e le Categorie economiche e produttive, nato per offrire la possibilità agli studenti e agli alunni delle nostre Scuole di conoscere settori, categorie e ruoli professionali che il nostro territorio offre). Al tavolo dei relatori, accanto ai rappresentanti del Comune (il Vice Sindaco Carlo Malvezzi e l’Assessore alla partita Jane Alquati) e delle realtà economiche cremonesi, sedeva l’Assessore Regionale all’Agricoltura Giulio De Capitani, che ha sottolineato il valore dell’agricoltura lombarda e l’esigenza di promuovere e far conoscere – anche attraverso progetti come “Zero/18” – le tante eccellenze presenti in tutte le filiere nelle quali si articola il settore primario. Questo impegno, ha evidenziato l’Assessore De Capitani, può partire anche dall’incontro con le Scuole, con alunni e studenti, con le famiglie. Un’argomentazione pienamente sposata dalla Coldiretti, in prima linea con le sue aziende non solo nei percorsi “Zero/18” (promosso dall’Amministrazione Comunale) e “Lo Spaventapasseri” (promosso dall’Amministrazione Provinciale), ma protagonista soprattutto con Agribenessere …a Scuola di Salute”, il progetto didattico che sta conducendo gli imprenditori agricoli negli Istituti scolastici della provincia, per incontrare alunni e studenti, guidandoli alla conoscenza dell’agricoltura, al rispetto dell’ambiente e naturalmente a un’alimentazione corretta ed equilibrata, tutta nel segno dell’eccellenza made in Italy.


Coldiretti Cremona - Impresa Verde Cremona SEDE PROVINCIALE Via Ala Ponzone, 8 III piano Tel. 0372.499811 Fax 0372.499899 cremona@coldiretti.it

UFFICIO ZONA DI CREMONA Via Ruffini, 28 Tel. 0372.732930 - Fax 0372.732940

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UFF. ZONA DI CASALMAGGIORE Via Cairoli, 3 Tel. 0372.732960 - Fax 0372.732970

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www.cremona.coldiretti.it il sito di Coldiretti Cremona Www.cremona.coldiretti.it è l’indirizzo del sito di Coldiretti Cremona. Uno strumento di informazione e comunicazione, aggiornato in tempo reale, rivolto agli imprenditori agricoli e a tutti i cittadini attenti ai temi della difesa e valorizzazione dell’agricoltura e alimentazione made in Italy, alla promozione del territorio, alla tutela dell’ambiente.

Agricoltura e Ambiente sono in tv W l’Agricoltura, la trasmissione tv proposta da Coldiretti Cremona, va in onda: - ogni giovedì, ore 20.15 circa, su TeleColor e PrimaRete - in replica la domenica, ore 13, su Telecolor.


Mercato di Campagna Amica, il calendario Ricordiamo il calendario del Mercato di Campagna Amica degli agricoltori di Coldiretti in provincia di Cremona. Questi gli appuntamenti con la genuinità, la freschezza, la salubrità e la convenienza dei prodotti a km zero: CREMONA. Al Foro Boario ogni venerdì, dalle ore 8 alle 13 CASALMAGGIORE. In Piazza Turati, il sabato mattina SORESINA. Il lunedì, ore 8-13, davanti al Palazzo Comunale PANDINO. Il 2° e il 4° lunedì del mese, in via Umberto I VESCOVATO. Tutti i sabati, in piazza Roma CASTELLEONE. La mattina del sabato in via Garibaldi BAGNOLO CREMASCO. In piazza Aldo Moro, la seconda domenica del mese CREMA. In via Terni, prossimo appuntamento domenica 3 aprile.

Caf Coldiretti, si è aperta la “Campagna 730” Caf Coldiretti è il Centro di Assistenza Fiscale costituito dalla Coldiretti. Opera dal 1993 garantendo assistenza qualificata nell’intero arco dell’anno a tutti i Cittadini che ne fanno richiesta. Siamo a disposizione di tutti i Cittadini per la compilazione e la presentazione del Modello 730. Gli uffici del Caf Coldiretti sono a:

CREMONA. Ufficio Zona di via Ruffini, 28 Tel. 0372.732930 - Fax 0372.732940 ♦

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MERCATI – DA VENERDI’ 25 A GIOVEDI’ 31 MARZO 2011

PRODOTTO

Unità di misura

CREMONA

MILANO

MANTOVA

MODENA

Tonn.

232 – 235

n.q.

263,0-266,0

(fino) 257,0-261

Tonn.

228,5 – 229,5

240,5-241,5

235-237

243,0-244

FRUMENTO tenero buono mercantile

GRANOTURCO ibr. naz. 14% um.

SEMI di SOIA Nazionale

n.q.

398,0-400,0

Tonn.

n.q. n.q.

n.q. n.q.

n.q. n.q.

227,0-232,0 234,0-239,0

167,0-170

158,0-159,0

Magg. 1° taglio in cascina

Medica fienata 1° t.

ORZO naz. p.spec. 55-60 p.spec. 66-68

CRUSCA alla rinfusa

Tonn.

165 – 167

160,0-161,0

Tonn.

130 – 150

111,0-125,0 113,0-123,0

FIENO Magg. ’10 Agostano

377,0-382,0

Sorgo nazionale

Tonn.

125,0 -130 da mietitrebbia in cascina

229,0-232

130.0-150,0

PAGLIA press. (rotoballe) ’10

Tonn.

SUINI lattonzoli locali

15 kg

3,560

3,600

3,520

3,560

SUINI lattonzoli locali

25 kg

2,590

2,590

2,540

2,620

SUINI lattonzoli locali

30 kg

2,370

2,420

2,310

2,440

SUINI lattonzoli locali

40 kg

1,960

2,000

1,950

2,020

SUINI da macello

156 kg

1,210

n.q.

n.q.

1,222

SUINI da macello

176 kg

1,270

n.q.

n.q.

1,276

1,240

n.q.

n.q.

1,246

MONTICHIARI

da macello 1,110-1,210

SUINI da macello VACCHE FRIS. 1° qualità (p.v.)

VACCHE FRIS. 2° qualità (p.v.)

MANZE scott. 24 mesi

130 – 140

114,0-126,0

100-105

Oltre 176 kg kg.

2,15-2,45

kg.

1,90-2,05

kg.

2,10-2,60

1,00-1,15 MONTICHIARI

0,65-0,80 Vitelloni da macello 24/30 mesi

1,30-1,40

Paglia di frumento press. 100-105

0,87-0,97

Vitelloni femm. da macello pezz. nere (kg. 450-500)

1,04-1,210

1,26 – 1,41


PRODOTTO

Unità di misura

VITELLI baliotti

50-60

fris. (p.v.)

kg.

VITELLI baliotti

50-60

pie blu belga p.v

kg.

BURRO pastorizzato

kg.

3,30-3,35

past. 2,90 centr. 3,80

2,90

kg.

(dolce) 4,85-5,05

5,05-5,20

n.q.

kg.

(piccante) 5,05-5,35

5,25-5,50

n.q.

PROVOLONE VALPADANA fino a 3 mesi

PROVOLONE VALPADANA oltre 3 mesi

GRANA scelto stag. 9 mesi

kg.

CREMONA 1,20-1,50 3,20-4,20

8,15-8,45

MILANO

MANTOVA

MONTICHIARI

(da 46 a 55 kg)

(50 kg)

1,10-1,40

1,95-2,25

1,70-2,20

MONTICHIARI

4,00-4,30

4,15-4,55

MODENA

(pregiate 70 kg)

3,46-4,50 Zangolato di creme X burrificaz. 2,55

-PARM. REGGIANO 12 mesi

11,10-11,40

8,10-8,35

8,35-8,60

PARMIGIANO REGGIANO fino a 24 m

12,30-12,60 GRANA scelto stag. 12-15 mesi

kg.

8,70-8,90

8,70-9,10

8,85-9,10

PARMIG. REGG. 30 mesi e oltre

13,40-13,80

N.B. Le quotazioni del bestiame bovino e del foraggio sul mercato di Cremona avvengono il primo e terzo mercoledì del mese. Questo dato, conseguentemente, va letto ed interpretato con la dovuta attenzione rispetto agli altri dati pubblicati. Non è escluso che in futuro venga ripristinato il mercato settimanale. Le quotazioni del mercato di Milano avvengono in due giorni separati: il martedì per il comparto dei cereali e derivati, il lunedì per quello zootecnico che fa riferimento a Montichiari. Anche questo aspetto va tenuto in considerazione nel confronto dei dati qui riportati. Il mercato di Mantova avviene in un solo giorno e cioè il giovedì. Modena il lunedì.

TUTTI GLI AGGIORNAMENTI DELLA TABELLA MERCATI - INSIEME AI COLLEGAMENTI ALLE PRINCIPALI BORSE SONO SUL SITO www.cremona.coldiretti.it W l’Agricoltura – Coldiretti Cremona Informa Vi dà appuntamento alla prossima settimana

La newsletter di Coldiretti Cremona è nel sito www.cremona.coldiretti.it E


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