il futuro dei programmi europei e la gestione aziendale

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ANCONA

IL FUTURO DEI PROGRAMMI EUROPEI E LA GESTIONE AZIENDALE



Pubblicazionefifinanziata nell’ambito 2014-2020 sottomisura Pubblicazione nanziata nell’ambito del del PSR PSR Marche 2014-2020 sottomisura 1.2. progetto id.39307 che prevede la partecipazione comunitaria 1.2.A



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INDICE

Premessa Budget comunitario e avanzamento della spesa a livello europeo nazionale e regionale Pac 2020 e 2021: il Regolamento transitorio Pagamenti diretti Pac Gestione del rischio Sviluppo rurale e Ngeu La Pac post 2020 Il New Delivery Model Il Primo Pilastro della futura Pac-Il sistema dei pagamenti diretti Il Secondo Pilastro della futura Pac-Lo sviluppo rurale Focus tematici Agricoltura biologica Benessere animale Agricoltura e cambiamenti climatici Il sistema della consulenza

p.01 p.04 p.06 p.07 p.09 p.10 p.12 p.12 p 13 p.14 p.18 p.18 p.19 p.20 p.21


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PREMESSA L’agricoltura italiana degli ultimi sessanta anni è stata influenzata da diversi fattori: l’uso di prodotti chimici, la meccanizzazione, l’innovazione tecnologica, la disponibilità di risorse, i mercati, i consumi e, tra essi, un ruolo chiave è da attribuire alla Politica agricola comune (Pac). La Pac, nel susseguirsi delle riforme adottate che hanno riguardato:  cambiamenti significativi in termini di sostegno al reddito (riforma Mac Sharry, 1992),  obiettivi e impianto della Pac (riforma Agenda 2000),  strumenti della Pac (riforma Fischler, 2003)  valutazione dello stato di salute della Pac riformata (Commissione Ce, 2007) ha contribuito a garantire agli agricoltori un tenore di vita adeguato, a modificare gli ordinamenti e le tecniche produttive e a mantenere la vitalità delle zone rurali, grazie allo sviluppo rurale. L’attuale Pac 2014-20, in linea con la strategia Europa 2020, cerca di perseguire congiuntamente tre obiettivi, produttività, sostenibilità e inclusione sociale, che si traducono in un cambiamento delle strategie delle imprese agricole e in azioni pratiche per gli agricoltori, che devono rispettare una serie di requisiti ambientali per ricevere gli aiuti. La PAC è organizzata in due pilastri. Il primo pilastro riguarda il sostegno al reddito e le politiche di mercato ed è finanziato al 100% dal Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) 1


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attraverso il bilancio dell’UE. Il secondo pilastro riguarda lo sviluppo rurale, comprese le misure agro-climatico-ambientali, ed è cofinanziato congiuntamente dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), attraverso il bilancio dell’UE, e dagli Stati membri. L’architettura dei Programmi di sviluppo rurale 2014-20 è impostata su sei priorità d’intervento e 18 focus area (aree d’intervento), con la possibilità di allocare liberamente le misure in più di una priorità (art. 5 Reg. 1305/2013). Le misure sono state ridotte nel numero, passando dalle quaranta della programmazione 2007-13 alle diciannove dell’attuale programmazione.

Il psr delle Marche, le priorità e le focus area

Misure simili sono state accorpate tra loro, altre sono state introdotte ex novo (es. gestione dei rischi, agricoltura biologica), altre ancora sono state ampliate nella portata, come la misura sulla cooperazione che potrà riguardare i progetti 2


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pilota, la filiera corta, la promozione delle produzioni locali. Oltre alle misure di sostegno per le aziende agricole, i programmi di sviluppo rurale 2014 - 20 prevedono, in via facoltativa, la possibilità di creare dei sottoprogrammi tematici relativamente a questioni che la Commissione Europea ritiene prioritarie (giovani agricoltori, piccole aziende agricole, aree montane, filiere corte, donne nelle aree rurali, agro-energie, ecc.). Descrizione Misura Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione 1 2 3 4 5 6 7 8

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Servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole Regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari Investimenti in immobilizzazioni materiali Ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali e da eventi catastrofici e introduzione di adeguate misure di prevenzione Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste Costituzione di associazioni e organizzazioni di produttori Pagamenti agro-climatico-ambientali Agricoltura biologica Indennità Natura 2000 e indennità connesse alla direttiva quadro sull'acqua Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici Benessere degli animali 15. Servizi silvo-ambientali e climatici e salvaguardia delle foreste Cooperazione Sostegno al LEADER per lo sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD ) Assistenza tecnica Misura COVID

Totale complessivo

Articolazione delle misure nel PSR Marche

RISORSE 11M 5M

19M 165M 13M 54M 30M 38M

2M 24M 111M 2M

67M 28M 1M 33M 76M

13M 7M 697M

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BUDGET COMUNITARIO E AVANZAMENTO DELLA SPESA A LIVELLO EUROPEO NAZIONALE E REGIONALE Nella programmazione 2014-2020, la spesa complessivamente stanziata nei Programmi di Sviluppo Rurale dei ventotto Stati membri dell’Unione europea ammontano a 93,91 miliardi di euro al netto degli stanziamenti per la riserva di performance pari a 5,5 miliardi di euro accotonata fino al 31 dicembre 2018. Le risorse stanziate in Italia rappresentano circa il 10% rispetto al totale delle risorse accantonate a livello europeo (93.912,26 milioni di euro) e ammontano a 9.818,6 milioni di euro circa.

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I pagamenti effettuati in Italia seguono quelli della Francia, della Germania e della Romania. La Francia, con 4,3 miliardi, rappresenta il Paese che ha effettuato più pagamenti; la Germania e la Romania, con circa 3 miliardi di euro, rappresentano rispettivamente il 9% dei pagamenti complessivi.

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PAC 2021 E 2022 IL REGOLAMENTO TRANSITORIO Come si è detto, la gestazione della Pac post 2020 è andata avanti a rilento, a causa dei ritardi accumulati con le elezioni di maggio 2019, del conseguente insediamento del nuovo Parlamento europeo e della ritardata entrata in carica della nuova Commissione europea, avvenuta il 1° dicembre 2019. A ciò si è aggiunta l’emergenza coronavirus e il lungo dibattito sul Quadro finanziario pluriennale 2021-2027. Il 16 dicembre il Parlamento europeo ha formalmente approvato il regolamento transitorio che proroga le attuali norme della Pac fino al 31 dicembre 2022 e conferma la concessione di 8,07 miliardi di euro a livello Ue, tramite lo strumento di ripresa Ngeu, di risorse finanziarie addizionali a favore dello sviluppo rurale. Le risorse addizionali per lo sviluppo rurale saranno disponibili per gli impegni di bilancio per gli anni 2021 e 2022, per essere utilizzate a favore dello sviluppo economico e sociale nelle zone rurali, per la transizione all’agricoltura digitale come l’agricoltura di precisione, per migliorare l’accesso alle tecnologie di informazione e comunicazione (Ict) di alta qualità nelle zone rurali e per rafforzare i mercati locali. L’approvazione segue l’intesa raggiunta il 10 dicembre 2020 tra i Capi di Stato e di Governo dell’Unione europea sul bilancio pluriennale dell’Ue (Qfp 2021-27) e sul pacchetto Next Generation EU. L’accordo tra i Leader dell’Ue è stata possibile grazie al compromesso raggiunto dalla presidenza tedesca del Consiglio con Ungheria e Polonia, che hanno ritirato il veto posto all’approvazione dei testi legislativi sul Qfp 2021-2027 e Ngeu in seguito a un’intesa sull’applicazione 6


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del meccanismo della condizionalità di bilancio che lega l’erogazione dei fondi Ue al rispetto dello stato di diritto. Per l’Italia, le risorse a disposizione della Pac ammontano a 38,6 miliardi di euro a prezzi correnti (di cui: 37,7 miliardi di euro del Qfp e 910,6 milioni di euro del Ngeu). Di quest’ultime risorse addizionali, 269,4 milioni saranno allocate al 2021 e 641,2 milioni per il 2022. Complessivamente, le risorse Pac 2021-27 a livello Ue ammontano a 386,6 miliardi di euro a prezzi correnti (di cui: 378,5 miliardi di euro del Qfp e 8,07 miliardi di euro del Ngeu). Di seguito una sintesi degli elementi principali del Regolamento n. 2020/2220 che stabilisce disposizioni transitorie e assicura il proseguimento delle attuali norme della Politica agricola comune e la continuità dei pagamenti agli agricoltori per il 2021 e il 2022, fino alla data di applicazione del nuovo quadro giuridico Pac che inizierà il 1° gennaio 2023. PAGAMENTI DIRETTI PAC

Gli agricoltori potranno mantenere l’assegnazione degli attuali titoli della Pac anche per gli anni 2021 e 2022. Il regolamento transitorio dispone che gli Stati membri possano continuare a utilizzare, anche negli anni 2020, 2021 e 2022, il meccanismo di convergenza interna che l’attuale regolamento 1307/2013 aveva previsto fino al 2019. Pertanto, la convergenza per il 2020 potrà essere applicata retroattivamente e il processo di convergenza potrà proseguire per gli anni 2021 e 2022. Ocm unica

Per quanto riguarda l’Ocm unica (Reg. 1308/2013), il regolamento transitorio autorizza la proroga di tutti i regimi di 7


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sostegno (olio di oliva, ortofrutta, vitivinicolo, apicoltura) fino all’entrata in vigore della nuova Pac. Olio di oliva – i programmi di attività in vigore per il periodo compreso tra il 1° aprile 2018 e il 31 marzo 2021 saranno seguiti da nuovi programmi di attività applicabili dal 1° aprile 2021 al 31 dicembre 2022. Ortofrutticolo – i programmi operativi che non hanno raggiunto la durata massima di cinque anni possono essere prorogati fino al 31 dicembre 2022. È opportuno approvare nuovi programmi operativi nel settore degli ortofrutticoli solo per una durata massima di tre anni. Settore vitivinicolo – i regimi di aiuto sono prolungati fino al 16 ottobre 2023. Gli Stati membri che hanno consentito ai produttori di presentare richieste di conversione dei diritti di impianto fino al 31 dicembre 2020, non ancora utilizzati, possono essere autorizzati a prorogare il termine per la presentazione di tali richieste al 31 dicembre 2022. L’ultima data per la validità di tali autorizzazioni convertite dovrebbe essere adattata di conseguenza e dovrebbe pertanto concludersi al più tardi entro il 31 dicembre 2025. Apicoltura – i programmi nazionali elaborati per un periodo compreso tra il 1° agosto 2019 e il 31 luglio 2022 possono essere prorogati fino al 31 dicembre 2022. Sviluppo rurale – Proroga dei Psr attuali Gli attuali Psr possono essere prorogati sino al 31 dicembre 2022 e le misure da essi previste si baseranno sulle norme e sugli strumenti attuali. Tuttavia, l’estensione dei Psr contempla la possibilità di presentare una richiesta di modifica di un programma di 8


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sviluppo rurale per gli anni 2021 e 2022, mantenendo invariata la quota complessiva del contributo di spesa del Feasr. Dal punto di vista finanziario ci sono due opzioni: • i Psr che a causa della mancanza di risorse finanziarie non sono in grado di assumere nuovi impegni giuridici, possono prorogare i loro programmi di sviluppo rurale fino al 31 dicembre 2022, finanziandoli con la corrispondente dotazione di bilancio del nuovo Qfp per l’anno 2021 e 2022; • i Psr che invece hanno ancora diponibilità di fondi degli anni precedenti o che decidono di non avvalersi della possibilità di estendere i loro programmi di sviluppo rurale, possono trasferire la dotazione di bilancio per il 2021 e 2022 alle dotazioni finanziarie per gli anni dal 2023 al 2025.  Le spese a favore dei beneficiari relative a impegni pluriannuali continueranno ad essere ammissibili anche dopo il 2021, con due possibili modalità: • i Psr possono aprire nuovi bandi e nuovi impegni per un periodo più breve di 1-3 anni; i Psr possono anche stabilire un periodo più lungo sulla base della natura degli impegni; • i Psr possono prevedere una proroga, non superiore a un anno, degli impegni dopo la scadenza del periodo iniziale, a decorrere dal 2022. GESTIONE DEL RISCHIO

L’applicazione dello strumento di stabilizzazione del reddito (Ist) e dei fondi di mutualizzazione, prevede la possibilità per lo Stato membro di attivare il sostegno in seguito al calo del 9


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20% del reddito o della produzione media aziendale (e non il 30% come attualmente). SVILUPPO RURALE E NGEU

Lo strumento dell’Unione europea per la ripresa (Ngeu) ha previsto 8,07 miliardi di euro a prezzi correnti per la politica di sviluppo rurale per le annualità 2021 e 2022. Le risorse addizionali Ngeu sono attribuite agli Stati membri con destinazione specifica e contabilizzate separatamente dalle risorse Feasr ordinarie con la seguente ripartizione: – almeno il 37% deve essere riservato da ciascuno Stato membro a Misure ambientali, climatiche e gestione dell’acqua, benessere animali e cooperazione Leader. – almeno il 55% deve essere utilizzato da ciascuno Stato membro per il sostegno Giovani agricoltori; investimenti (in particolare in filiere corte e mercati locali; efficienza delle risorse, Agricoltura di precisione, innovazione; sicurezza sul lavoro; energie rinnovabili, bioeconomia; ITC nelle zone rurali). Il regolamento transitorio prevede anche l’aumento del massimale per gli aiuti all’avviamento di imprese da parte di giovani agricoltori da 70.000 a 100.000 euro. Inoltre, l’accordo prevede che gli investimenti effettuati da agricoltori e trasformatori alimentari che contribuiscono a una ripresa economica sostenibile e digitale possono essere sostenuti fino a un livello del 75% dei costi sostenuti. Le risorse Ue della dotazione Ngeu possono essere utilizzate senza l’obbligo di cofinanziamento che, in un periodo di carenza di risorse nazionali, potrebbe ritardare l’uso dei fondi messi a disposizione dall’Ue, rendendo vani tutti gli sforzi per anticipare al 2021 (tramite il regolamento transitorio) l’uso 10


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delle risorse che erano inizialmente previste con l’applicazione dei piani strategici dal 2023. Implicazioni per gli agricoltori Il regolamento transitorio, in sintesi, garantisce continuità nella concessione del sostegno, con qualche adattamento, fino all’entrata in vigore della nuova Pac nel 2023. Esso si configura come una proroga della Pac 2014-2020 per gli anni 2021 e 2022, che implica alcune importanti conseguenze per gli agricoltori: - gli attuali titoli e gli attuali pagamenti diretti si utilizzeranno anche per la domanda della Pac 2021 e 2022 e saranno soggetti alla convergenza interna; - il sostegno alle Ocm vitivinicolo, ortofrutticolo, olio di oliva e apicoltura prosegue anche nel 2021 e 2022; - le misure della politica di sviluppo rurale saranno valide anche nel 2021 e 2022; I Psr potranno aprire nuovi bandi e nuovi impegni agroambientali. Per quanto riguarda la politica di sviluppo rurale, le Regioni avranno la possibilità di assumere nuovi impegni ed emanare nuovi bandi per il 2021 e 2022 sulla base delle misure “vecchie” dei Psr esistenti; inoltre avranno la possibilità di utilizzare le risorse del Ngeu per conseguire gli obiettivi delle nuove strategie dell’Ue (Green deal, Farm to fork, Biodiversità)

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LA PAC POST 2020

Il New delivery model Con la proposta sulla riforma del giugno 2018, la Commissione europea ha presentato di fatto un modello di governance della Pac del tutto nuovo rispetto al passato, più flessibile e orientato ai risultati, con meno regole di dettaglio e più attenzione alle performance: con questo approccio, viene data agli stati membri maggiore libertà d’azione, ma anche maggiore responsabilità. È questo il cosiddetto New delivery model che nella proposta della Commissione, rappresenta un elemento chiave della nuova Pac di cui costituisce la novità più importante e il principale fattore di modernizzazione e semplificazione. Il New delivery model, infatti, dovrebbe favorire il passaggio da un approccio focalizzato sulle regole da rispettare (compliance) ad uno più orientato ai risultati, con un conseguente riequilibrio delle responsabilità tra Unione europea e Stati membri. L’espressione utilizzata dalla Commissione è “passare da un approccio unico per tutti a soluzioni maggiormente calibrate sulle specifiche caratteristiche dello Stato membro” L'attenzione all'ambiente, l'azione per i cambiamenti climatici e la tutela dei paesaggi e della biodiversità sono tre dei nove obiettivi della futura Pac. Più in particolare, la futura Pac intende supportare la gestione sostenibile e l'uso efficiente dei suoli attraverso un approccio basato su prove e prestazioni, sostenuto dalla digitalizzazione. A partire dai tre obiettivi generali, sono stati identificati nove obiettivi specifici, che riflettono l'importanza economica, sociale e ambientale della nuova Politica agricola comune: 12


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Il primo pilastro della futura Pac -Il sistema dei pagamenti diretti I pagamenti diretti sono destinati a mantenere un ruolo fondamentale nella futura Pac, con un peso predominante in termini di budget (71,3% del plafond agricolo nel Qfp 20212027), con molte conferme (spacchettamento, convergenza, sostegno agli agricoltori attivi) e molte novità (superamento dei titoli storici, soppressione del greening, rafforzamento della condizionalità, nuovi pagamenti ambientali, rafforzamento del capping). I pagamenti diretti sono chiamati a garantire un equo sostegno al reddito degli agricoltori, con l’obiettivo di promuovere un settore agricolo resiliente e smart. La loro importanza era chiaramente emersa anche nella Comunicazione della Commissione del novembre 2017 (Commissione europea, 2017), come strumento per colmare il divario tra il reddito degli agricoltori e quello di coloro che sono impegnati in altri settori. Poiché rimane il consueto squilibrio che vede il 20% degli agricoltori detenere l’80% dell’ammontare complessivo dei pagamenti diretti, nella proposta legislativa del 1° giugno 2018, la Commissione ha previsto una serie di misure per cercare di garantire una loro distribuzione più equa ed efficace: - la conferma dello “spacchettamento” dei pagamenti per un sostegno più mirato agli obiettivi della Pac; - il superamento dei pagamenti storici verso un pagamento uniforme su tutta le superficie ammissibile, 13


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da raggiungere fin dal 2023 (primo anno della riforma) o, in alternativa, una robusta convergenza verso il pagamento uniforme; un pagamento ridistributivo a favore delle aziende agricole di piccole e medie dimensioni; il livellamento (capping) dell’ammontare complessivo dei pagamenti diretti per beneficiario, pur tenendo conto del lavoro per evitare effetti negativi sull'occupazione; il sostegno agli agricoltori attivi, cioè a coloro che esercitano un’attività agricola per “guadagnarsi da vivere” (che ripropone, in altra forma, il principio dell’agricoltore “attivo” già presente nella Pac 20142020).

Il secondo pilastro della futura Pac -Lo sviluppo rurale Lo sviluppo rurale nella futura programmazione subirà importanti rivisitazioni. In linea con quanto previsto per l’intera Politica agricola comune, anche il secondo Pilastro dovrà innestarsi nel cosiddetto New delivery model, ossia un modello non più incentrato sulla compliance e quindi sulla conformità a dettagliate regole, ma sui risultati. Congiuntamente al primo pilastro, anche lo sviluppo rurale sarà parte unica del piano strategico nazionale (Psn), ma non è esclusa la possibilità di attivare piani regionali coerenti con il Psn. In questi mesi i singoli Stati membri stanno lavorando all’impostazione del piano strategico nazionale. La definizione delle strategie di intervento richiede preliminarmente l'analisi del contesto di riferimento che si concretizza nelle analisi Swot (Strengths, Weaknesses, Opportunities end Threats) volte proprio a sintetizzare i punti di forza, di debolezza, le 14


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opportunità e le minacce, e l'individuazione dei principali fabbisogni su cui si ritiene che la Pac debba intervenire

In contesti come quello dello sviluppo rurale queste analisi possono contribuire ad individuare la strategia più appropriata e le azioni prioritarie per migliorare la competitività del settore agricolo, agroalimentare e forestale regionale. In tal senso, la Swot può essere assunta come parte di un processo di conoscenza a supporto delle decisioni. Su tali basi dovranno innestarsi gli interventi dello sviluppo rurale volti a perseguire gli obiettivi prefissati dalla nuova Politica agricola comune. Dunque, partendo dalle analisi elaborate, i 9 obiettivi specifici della Pac (competitività, reddito, riequilibrio delle filiere, cambiamenti climatici, tutela ambiente, paesaggio e biodiversità, ricambio generazionale, aree rurali, salute e qualità del cibo) dovranno integrarsi con le misure previste negli 8 gruppi di intervento definiti per lo Sviluppo rurale su cui si dirà meglio nel seguito (competitività, inserimento di giovani, ambiente, gestione del rischio, cooperazione, innovazione, conoscenza, consulenza e informazione). Nel quadro descritto, la politica di sviluppo rurale non sarà più caratterizzata da regole stringenti definite a livello comunitario,

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ma su un impianto normativo europeo caratterizzato da maggiore flessibilità e responsabilità per gli Stati membri ed incentrato sul raggiungimento degli obiettivi prefissati. Più in particolare, il conseguimento degli obiettivi della futura Pac sarà valutato sulla base di una serie comune di indicatori che include: indicatori di contesto (relativi alla situazione di partenza, baseline); indicatori di output (realizzazioni degli interventi sostenuti); indicatori di risultato (obiettivi specifici); indicatori di impatto (obiettivi generali e specifici). Questo nuovo orientamento attribuisce un ruolo importante al raggiungimento dei “risultati” e richiama l’attenzione sulla relativa congruità nella loro misurazione: sia in un’ottica exante (ovvero, “da dove partiamo?”) che finale (“dove siamo giunti?”). In tale direzione è necessario uno sforzo per evitare che errori di misurazione e sottovalutazioni degli indicatori si traducano in limiti per lo sviluppo dell’agricoltura e generino un ulteriore appesantimento burocratico per le aziende agricole. Dovranno, inoltre, essere presi in considerazioni anche dei correttivi per evitare che il mancato raggiungimento degli obiettivi causato da fattori esterni abbia conseguenze sugli agricoltori che hanno eseguito correttamente la buona pratica. Le novità per lo sviluppo rurale nella futura Pac non si fermano qui. Dalle proposte avanzate dalla Commissione nel giugno 2018 emerge un approccio allo sviluppo rurale imperniato su 3 obiettivi generali e 9 obiettivi specifici integrati con il I Pilastro A loro volta, i 3 obiettivi generali sono declinati in 9 obiettivi specifici che focalizzano l’attenzione sui seguenti aspetti: la competitività delle imprese ed i rapporti di filiera, la mitigazione dei cambiamenti climatici, lo sviluppo sostenibile ambientale e la tutela del paesaggio, il sostegno all’occupazione e l’inclusione sociale. Questi obiettivi devono essere integrati con il tema trasversale della modernizzazione del settore attraverso la promozione e la 16


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condivisione della conoscenza, della innovazione e della digitalizzazione in agricoltura e nelle zone rurali. Effettuando un confronto tra l’attuale programmazione e la proposta dalla Commissione per il periodo 2021 - 2027, emerge un significativo snellimento del numero di misure. Si passa, infatti, delle 20 misure (compresa l’Assistenza tecnica) definite nella programmazione 2014-2020 e ulteriormente declinate in sotto-misure e tipologie di operazioni, agli 8 gruppi di interventi previsti nell’articolato della proposta della Commissione:

Confronto misure/interventi tra la programmazione attuale e quella futura

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FOCUS TEMATICI Agricoltura biologica Per il periodo di programmazione 2021-2027 la Commissione europea, con la proposta di regolamento sul sostegno ai Piani strategici che gli Stati membri devono redigere nell’ambito della PAC, ha previsto l’istituzione di nuovi strumenti. Si tratta del sistema per la fornitura di servizi di consulenza aziendale, della nuova condizionalità rafforzata, che include gli attuali impegni del greening e dei regimi ecologici, sostenuti nell’ambito del I Pilastro per favorire l’adozione volontaria di pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente, tra cui l’AB. Accanto a questi strumenti, permangono il sostegno all’AB che è possibile attivare nell’ambito di alcune OCM, quali, ad esempio, ortofrutta e olio d’oliva, e per gli impegni agro-climatico-ambientali, in cui ricade anche l’AB, questi ultimi rientranti nella nuova architettura verde della PAC insieme a condizionalità rafforzata e regimi ecologici. A dicembre 2019, infine, è stato pubblicato il Green Deal europeo, la comunicazione della Commissione che prelude alla definizione di una strategia composita, finalizzata a rendere l’Unione europea una società giusta, inclusiva e prospera, dotata di un’economia moderna, efficiente nell’utilizzo delle risorse, competitiva, senza emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050 e a proteggere il capitale naturale dell’UE e la salute e il benessere dei cittadini dai rischi di natura ambientale. L’AB ricoprirà un ruolo rilevante nell’ambito di specifici piani e strategie che saranno definiti nel giro di un anno come la strategia “dal produttore al consumatore”, quella sulla biodiversità e il Piano d’azione per l’inquinamento zero di aria, acqua e suolo, contribuendo a favorire la riduzione significativa di pesticidi, fertilizzanti e antibiotici di sintesi 18


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(zootecnia), così come quella dei nutrienti, lo sviluppo dell’economia circolare, la promozione di un consumo alimentare sostenibile. Benessere animale: Per quanto riguarda la prossima programmazione, nella comunicazione della Commissione «Il futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura» [COM(2017) 713] cioè il documento che nel novembre 2017 ha avviato il processo di definizione della PAC dopo il 2020, il benessere degli animali si trova nel paragrafo 3.5: “Rispondere alle preoccupazioni dei cittadini per quanto concerne la produzione agricola sostenibile, compresa la salute, l’alimentazione, gli sprechi alimentari e il benessere degli animali”. Nello stesso paragrafo viene introdotta un’altra tematica che interessa gli animali da produzione cioè quella dell’antimicrobico resistenza che sta diventando un argomento sempre più rilevante a livello mondiale. La Commissione sottolinea come «la PAC dovrebbe rispondere meglio ai problemi sanitari gravi come quelli legati alla resistenza antimicrobica causata dall’uso inadeguato degli antibiotici». La resistenza agli antimicrobici è il fenomeno per il quale un microrganismo risulta resistente all’attività di un farmaco antimicrobico, originariamente efficace per il trattamento di infezioni da esso causate. Il fenomeno può riguardare tutti i tipi di farmaci antimicrobici: antibatterici (detti anche antibiotici), antifungini, antivirali, antiparassitari (Ministero della Salute - Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR) 2017-2020). Esistono comprovate sinergie tra benessere degli animali e impiego di antimicrobici, nel senso che elevati standard di benessere in allevamento e di biosicurezza aziendale si riflettono in un minor impiego di antimicrobici. Infatti, è provato che il rispetto delle condizioni di benessere degli animali gioca un ruolo 19


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importante nella prevenzione delle malattie, così come un buon livello di benessere animale favorisce una riduzione dello stress cronico e una buona risposta immunitaria che, a sua volta, riduce il rischio di patologie e il connesso impiego di farmaci. In definitiva, si può affermare che la consapevolezza dell’importanza del benessere animale è cresciuta e il tema ha acquisito ormai una collocazione consolidata nell’ambito della PAC per la sua capacità di dare risposte a esigenze di carattere diverso, in particolare sanitarie e ambientali, nonché alle istanze crescenti dei consumatori e dei cittadini dell’Unione. Agricoltura e cambiamenti climatici La futura politica agricola sarà tenuta a svolgere un ruolo di primo piano per incrementare la sostenibilità del settore agricolo, attraverso una serie di strumenti che, contestualmente allo sviluppo sociale delle aree rurali e alla competitività delle aziende agricole, siano in grado di contribuire, tutti insieme e in modo sinergico e coordinato al raggiungimento degli obiettivi ambientali e climatici. Infatti, occorre consolidare il ruolo di custode dell’ambiente da parte dell’agricoltura nel perseguimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi e dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile. I punti cardine che dovranno essere sviluppati nella futura programmazione della PAC sono: la riduzione della pressione esercitata dalle attività agro-forestali sulle risorse naturali e sul clima; il rafforzamento dei servizi ecosistemici garantiti dalle attività agro-forestali, come ad esempio il sequestro di carbonio nel suolo, la conservazione della biodiversità e del paesaggio, ecc…); l’innesco di nuove dinamiche di sviluppo e consumo basate su un nuovo e centrale ruolo del sistema agroforestale, quali la bioeconomia, l’agroecologia, la valorizzazione dei sottoprodotti come gli effluenti zootecnici, i residui vegetali in campo e le colture). 20


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Il sistema della consulenza In ciascuno Stato membro, le linee guida promosse dalla UE si tradurranno in un piano strategico nazionale per la Pac che riguarderà la gestione dei pagamenti diretti, dei pagamenti settoriali (attualmente nell’Ocm unica) e dello sviluppo rurale. Al fine di assecondare tale passaggio, non certo di poco conto, la Commissione riconosce e rilancia il trasferimento delle conoscenze come presupposto per un efficace utilizzo delle risorse della Pac per favorire il perseguimento degli obiettivi del settore agricolo. In concreto, la proposta riconosce il ruolo strategico del “sistema di conoscenza e innovazione in campo agricolo” (meglio noto come Akis, dall’inglese Agricultural Knowledge and Innovation System) come catalizzatore di azioni virtuose da parte di ciascuno Stato membro per gestire i piani strategici nel reale interesse dell’agricoltura e degli operatori del mondo rurale La proposta della Commissione va oltre, ipotizzando che l’operatività dell’Akis in ciascuno Stato membro poggi sull’inserimento, all’interno dei piani strategici, di un apposito sistema di consulenza aziendale per fornire servizi di consulenza agli agricoltori e agli altri beneficiari del sostegno della Pac. In pratica, ciascuno Stato membro dovrà prevedere nel piano strategico un sistema di consulenza per gli agricoltori e per gli altri beneficiari del sostegno Pac che riguardi gli aspetti economici, ambientali e sociali e fornisca informazioni scientifiche e tecnologiche aggiornate, sviluppate mediante la ricerca e l’innovazione. Tale servizio di consulenza dovrà fungere da cinghia di trasmissione fra i contenuti dei piani strategici (e i loro obiettivi) e l’attuazione delle misure previste per l’ottenimento dei risultati individuati. Il fine ultimo sarà dunque quello di ottimizzare l’attuazione della Pac per realizzare un’agricoltura smart, orientata al futuro, sostenibile e competitiva. 21


IL FUTURO DEI PROGRAMMI EUROPEI E LA GESTIONE AZIENDALE

Il nuovo approccio prevede l’Akis come un sistema integrato di consulenza e innovazione al servizio delle aziende agricole in cui opereranno attori chiave, quali i consulenti, i ricercatori, le imprese di comunicazione, ma anche le Organizzazioni degli agricoltori

L’impresa agricola al centro dell’Akis Fonte: Commissione europea Inoltre, la proposta della Commissione prevede un supporto finanziario ai servizi di consulenza nell’ambito di una specifica misura del secondo pilastro della Pac (articolo 72 della bozza delle proposte normative) Nel caso della creazione di servizi di consulenza aziendale, infatti, gli Stati membri potranno concedere un sostegno limitato nel tempo, sotto forma di un importo fisso di 200.000 euro per lo scambio di conoscenze e di informazioni tra aziende agricole, silvicole e rurali. Nell’ambito di questo tipo di interventi gli Stati membri potranno coprire fino al 75% dei costi sostenuti per azioni intese a promuovere l’innovazione, l’accesso alla formazione e alla consulenza e lo scambio e la diffusione delle conoscenze e delle informazioni. 22


IL FUTURO DEI PROGRAMMI EUROPEI E LA GESTIONE AZIENDALE

NOTE

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