Emmaus Ottobre 2018

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Emmaus

Musile di Piave, Chiesanuova, Millepertiche, Passarella, S. Maria di Piave, Caposile, Croce

IL VALORE VERO DELL’ANZIANO

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uante volte ho ascoltato questa battuta pronunciata da qualche anziano: “nol stae mia deventar vecio,saeo!”… perciò, potremmo dedurne che è meglio morire da giovani! Oppure, ascoltata da un ultranovantenne: “ma mi, deve vivar tuta a vita co sti doeori”, … come se potesse aspettarsi di vivere altri novant’anni…… A volte sembra mancarci il senso della misura.

Sommario

An. XI n.3

Sono cambiate molte cose rispetto al passato, soprattutto nella relazione tra generazioni, nei rapporti tra vicinato, nel vissuto di solidarietà parentale e di coabitanti di una via, di un caseggiato, abbiamo poco tempo per ascoltarci, per conoscere la memoria (preziosa) del passato.

p.1: Il valore vero dell’anziano.

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p.3: Tempo di saggi bilanci.

p.5: Per invecchiare bene. p.7: Impegnarsi per gli altri? p.8: Il progetto sollievo. p.10: Il servizio prezioso de “I Musili”. p.11: I “trenini” dei Pedibus. p.12: Novant’anni e non dimostrarli. p.14: Grazie, d. Federico. p.15: Benvenuto, d. Giuseppe. p.16: Tempo di dire grazie.

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p.4: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale.


Emmaus Neghiamo la vecchiaia, la rifiutiamo, le diamo il valore di un peso, di una fragilità senza scampo, la fuggiamo, la releghiamo in ghetti. Ma gli anziani, ora come allora, cioè: nel nostro tempo, come nel passato conservano un ruolo di cui teniamo poco presente l’importanza: come dimenticare la gratuità con la quale accudiscono i loro nipoti, nostri figli? Come negare che spesso ci sostengono finanziariamente, ho ci donano il frutto delle loro fatiche? Siamo tutti responsabili, ma di che cosa?

An. XI n.3

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“E’ responsabile il comportamento di colui che agisce in modo che le conseguenze delle sue azioni siano compatibili con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra. Il fondamento di questo agire responsabile è il sentimento di paura, che non è da intendersi come elemento che para-

lizza e negativo, ma come un potente stimolo all’azione. Una paura altruistica, un farsi carico GRATUITO, necessario a ristabilire l’alleanza, il legame tra generazioni” (Hans Jonas, filosofo) DOTT. PAOLO DALLA POZZA


Emmaus

Quando l’età avanza...

TEMPO DI BILANCI

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giusta ragione posso definirmi ormai vecchio. Tra non molto avrò sessantadue anni.

LA “DOTE” DA LASCIARE

Prima di tutto vorrei parlarvi dei miei “errori”, non di quelli imprevisti, ma di quelli voluti. Tolta l’infanzia e parte della giovinezza per le quali si può

UN ATTO DI ONESTÀ Da anziano ho un bisogno urgente di chiedere perdono, un perdono, prima che Divino, umano; un perdono da chiedere a tutti gli esseri umani che ho offeso, ai quali ho fatto del male, che hanno ricevuto un danno non quantificabile a causa dei miei comportamenti. Beninteso, chiedere perdono non sarà mai sufficiente, né potrà riparare quei danni, ma è necessario che io lo faccia. Non posso, comodamente appellarmi alla sola misericordia Divina; nemmeno posso dare per scontato di ricevere quel perdono dagli essere umani offesi e feriti. Ma lo devo fare! Perché ? – per onestà; perché chi ascolta, chi viene dopo di me, riceva questo appello, sia vigilante evitando di ripeterli, dando il giusto valore (enorme) che ogni persona ha; perché queste persone sappiano che, con grave ritardo, ho compreso e riconosco la mia meschinità!

An. XI n.3

Ciò che vorrei fare e ciò che vorrei essere in questi ultimi anni/mesi/giorni.. (?) di vita che mi rimangono, ciò che vorrei lasciare in dote a chi è interessato, ciò che vorrei condividere con tutti voi, non sono le gesta positive, gli applausi che detesterei, i riconoscimenti alla mia persona, ..no, non sono queste le cose importanti!

ancora riconoscere una innocenza, il resto sono quarantacinque anni disseminati di comportamenti, atteggiamenti, azioni censurabili.

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Emmaus IMPIEGARE BENE IL TEMPO

TROVARE IL TEMPO PER...

Vorrei anche impiegare questo tempo: un tempo da utilizzare per esplorare la vita intorno a me, per conoscere, per ascoltare, per rispondere, per offrire una tenerezza pura, una passione viva e creativa, affinchè non accada di ripiegarmi in me stesso e mi chiuda in un mondo privo degli Altri, sprecando anche l’ultimo tempo rimastomi.

Cicerone diceva : “la vecchiezza è onorata e rispettata; a patto che si difenda essa stessa”.

Un tempo che vorrei utilizzare per trasmettere le esperienze, per comunicare ciò che nella mia pochezza posso aver capito di buono, soprattutto il Valore della Vita, di tutte le vite, nessuna esclusa.

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Vorrei utilizzare questo tempo per incoraggiare, per invitare a credere in un mondo migliorabile per tutti. Aveva ragione Hanna Arendt: “l’uomo è fatto per incominciare”; - vorrei aggiungere che è fatto anche per ri-cominciare, da ogni maceria….

DAVANTI AL TEMPO CHE PASSA L’idea comprensibilmente angosciante che il tempo davanti a sé si riduca, per la persona anziana inesorabilmente, drammaticamente, vorrei mi spingesse alla condivisione, alla ricerca dell’essenziale, ad uno sguardo rivolto sempre ad un altro essere umano. Occorre agire, occorre donare ciò che si è imparato!

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Ho paura del dolore, ho paura della morte! Comprensibile, ma vanno affrontate, con dignità. Vorrei curare il mio dolore e la mia fragilità fin quanto è possibile in modo di non essere di peso agli altri. Vorrei conservare l’autonomia, vorrei non ridurmi al solo conpiangermi, vorrei poter mostrare la dignità nel combattere la malattia e nell’accettare la mia morte. Vorrei che la morte mi cogliesse in pace con gli altri, con i miei cari, con gli amici, con gli sconosciuti, con gli offesi da me. Vorrei che ci potesse essere una riconciliazione, uno scambio di sguardi che si comprendono, che lascino lo spazio ad una possibile apertura futura.

Auguro a tutti gli anziani di avere un tempo per rimproverare, un tempo per perdonare, un tempo per un prezioso silenzio, un tempo per l’ascolto, un tempo per offrire parole sagge, per una preziosa tenerezza; un tempo di coraggio, un tempo per piangere, un tempo per condividere il lutto, un tempo per ammettere i propri sbagli, un tempo per offrirli;. Auguro un tempo di cammino, un tempo di attraversamento della vita in cui la loro sofferenza non sia solo lamento, ma sia anche insegnamento, trasmissione di dignità di fronte alla morte, in fin dei conti un nuovo rinascere. Grazie a tutti voi per esserci nella mia vita ed al di là di essa. PDP


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Esperienza di vita

PER INVECCHIARE BENE

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e persone che incontro, spesso mi chiedono il segreto dei novanta.

Vi sono poi delle norme morali impresse nel nostro DNA ed evidenziate nelle Tavole dei Dieci Comandamenti che ci chiedono di utilizzare al meglio le cose buone che il Creatore ci ha donato. E questo può essere ancora più impegnativo a motivo delle illusioni che spesso ci creiamo nella nostra presunzione di conoscere noi i confini tra il bene e il male. Ma vi sono soprattutto i luminosi traguardi che la fede cristiana ci propone per il nostro spirito. Allora bisogna trovare tempo per leggere la Parola di Dio, per sostare nel silenzio adorante e nella preghiera, per partecipare personalmente, almeno finchè ciò è possibile, all’Eucaristia nel Giorno del Signore o anche nei giorni feriali; per ripensare il nostro Battesimo che ci ha fatti figli di Dio, la Cresima che ci assicura i doni dello Spirito, il Matrimonio per gli sposati, l’incontro penitenziale che ci assicura il perdono di Dio e la pace.

RICONOSCERE LE OMBRE

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Ma amo andare oltre a quello che ammiro e portarmi a riflettere sull’incontro che verrà con Colui che “Ha fatto bene

L’arte di invecchiare bene? Vi sono delle regole da rispettare per la salute nel nostro corpo. Il medico ci sa consigliare bene, ma è personale il coraggio di saper ascoltare.

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...RIFLETTERE

LE REGOLE

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Amo contemplare le meraviglie dell’universo, sostare davanti ai sorprendenti tramonti lungo via Piave vecchia che si riflettono sulle placide acque del sacro fiume; osservo i fiori e i frutti della tenuta Tonus, respiro il profumo dei prodotti della terra in via Casebianche, ammiro il sorgere del sole in via Stanga, il cielo trapunto di stelle lontane migliaia di anni luce ma così vicine nel prato verde dell’Oratorio. E’ la tavolozza di un Pittore che non ha mai finito di mescolare i colori! Questa per me è la premessa più bella per invecchiare bene!

ogni cosa”. Se il presente è così bello, come sarà il futuro che il Padre ha preparato per me e che il Crocifisso risorto mi ha meritato? Me lo domando spesso lungo il mio cammino di novantenne.

Bisognerà anche renderci conto delle ombre che rischiano di rendere triste la vita, come: il senso di solitudine di chi sopravvive al marito o alla moglie con figli e amici lontani o dimentichi; l’amarezza di non vedere riconosciuto il bene fatto; l’impatto con una malattia incurabile; i limiti dell’autosufficienza;


Emmaus DAVANTI ALLE

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GRANDI DOMANDE

la necessità di una persona estranea per gestire la casa; il ritrovarsi in una struttura di accoglienza dove sempre meno si fanno presenti i propri cari… Sono situazioni che bisogna imparare a gestire bene per non morirci dentro!

GESTIRE LE OMBRE

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E come? Il più grande aiuto ci viene dalla nostra buona coscienza quando ci attesta di avere sempre amato, aiutato, fatto del bene. Poi bisogna avere il coraggio di liberarci da ogni eventuale rancore e cercare sempre di comprendere, di compatire, di perdonare. Ci vorrà poi la saggezza di saper vedere i lati positivi anche degli eventi che ci sembrano negativi, valorizzare i momenti belli che il giorno ci offre; ringraziare il Signore di esserci ancora; prendere atto che la vera gioia e la pace non vengono mai dalle cose o dalle persone ma dal porre la nostra speranza nel Signore della vita. Anche la TV usata bene può riempire i vuoti delle nostre giornate di preghiere, di aggiornamenti e di cultura.

Dinanzi a una strada che sta per terminare, emergono con più evidenza le domande esistenziali: qual è il senso della vita? Per chi e per che cosa vivo? Dove sto andando? Sono interrogativi che danno forza nell’età adulta, che ci aiutano a capire che siamo amati e che un traguardo di festa piena ci è stato preparato. Viandanti e pellegrini verso la giusta direzione, giorno dopo giorno, senza mai perdere di vista il Viandante e il Pellegrino che ci precede, il Signore Gesù. “La nostra Patria è nei Cieli” ci ricorda San Paolo. Forse è proprio questo il segreto per invecchiare bene. Non dobbiamo arrenderci! La vita è più forte della morte! D.

PRIMO ZANATTA


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Un’idea per la terza età

IMPEGNARSI PER GLI ALTRI?

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STESSO

Partecipare alla vita degli altri ci rende consapevoli che l’uomo non vive per se stesso. Intorno a noi si moltiplicano associazioni di ogni genere, sostenute da volontari che mettono a disposizione il loro tempo, le loro capacità e spesso anche sostegno economico.

CON IL CUORE E LA MENTE Il volontario lavora con il cuore e con la mente, capace di sacrifici e rinunce, ma felice ed appagato per aver contribuito a soddisfare necessità di un suo simile.

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L’UOMO NON VIVE PER SE

Sono associazioni che interessano tutti i settori della vita umana; sono preziosissime e tutte lavorano per valorizzare e dare dignità all’uomo indipendentemente dallo stato sociale, dalla razza, dallo stile di vita, dalla religione, dagli errori commessi.

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ra tante attività che movimentano la nostra giornata, possiamo trovare il tempo da dedicare a persone che hanno bisogno delle nostre attenzioni.

MA NON SOLO... Ma il cristiano, dice papa Francesco in una sua omelia, non è solo l’uomo del “fare”, ma nel suo impegno sociale deve vedere nel volto dell’uomo che soffre, che chiede aiuto, il volto di CRISTO UOMO. LUISA CARDINALI


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Un progetto de “I Musili”

PROGETTO SOLLIEVO •

pratichiamo anche attività motoria dolce con l’ausilio di palline morbide per la mobilità di mani e braccia e palloncini leggeri gonfiati ad aria per coordinare i movimenti e stimolare i riflessi. Quando il tempo lo permette poi una breve camminata all’aria aperta si fa sempre volentieri.

seguono poi tempi dedicati ai giochi di società;

non mancano, inoltre, i momenti di ascolto. Basta, infatti, iniziare un qualsiasi discorso su argomenti che spaziano dalla cucina al lavoro, dall’infanzia alla scuola e molti di loro colgono l’occasione per raccontare le proprie esperienze con aneddoti e ricordi.

tra un’attività e l’altra

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’Associazione di Volontariato “i Musili” da 4 anni ha aderito al Progetto Sollievo, tale progetto è nato, come dice la parola stessa, per dare sollievo alle famiglie laddove ci siano problemi di demenza.

IL SERVIZIO

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Il lavoro si svolge nei locali de centro anziani di Musile di Piave in Via Milano per due volte alla settimana, il martedì mattina e venerdì mattina dalle ore 8,30 alle ore 11,30 e coinvolge 16 nostri volontari e vengono utilizzati 2 mezzi per il trasporto degli assistiti che in media sono 14. La giornata tipo si svolge così: • agli ospiti viene offerto il servizio di trasporto da casa al centro dove vengono accolti con calore e allegria; • dopo l’appello e la preghiera si iniziano le varie attività finalizzate alla stimolazione cognitiva ma anche al divertimento; • le attività vengono differenziate in base alle preferenze dell’ospite e alle sue capacità. Le proposte sono molteplici: dal colorare un disegno semplice o più complesso, all’indovinare proverbi e frasi scoprendo man mano vocali e consonanti che compongono le parole, dal fare dei lavoretti manuali di facile attuazione con la pasta di sale, la carta crespa ecc. oppure individuare il cantante di una canzone famosa e molto altro ...


Emmaus condividiamo anche il momento, da loro molto atteso, della merenda seguendo le indicazioni che ci vengono fornite per una dieta corretta. Non manchiamo di festeggiare anche i compleanni con torta, candeline e foto e di questo loro sono molto felici.

LE PICCOLE VITTORIE

UN LEGAME CHE RESTA E CARICA Capita poi casualmente di incontrarsi per strada (fuori cioè dal contesto abituale) e che ci riconoscano. Noi li salutiamo con molto calore e questo fa piacere a loro ma solleva il morale anche ai familiari che vedono una reazione di interesse nel proprio caro. Tutto ciò ci dà la carica e ci spinge a svolgere con passione l’impegno che ci siamo assunti cercando di fare sempre di più e meglio, nella speranza che ci sia sempre qualcuno che desideri aggiungersi a noi.

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Nell’arco di questi tre anni, si sono unite al gruppo dei volontari, compatibilmente con i loro studi, due studentesse universitarie che hanno portato una ventata di gioventù ed energia vitale e sono state accolte con entusiasmo da tutti.

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Con grande soddisfazione, dei volontari, tutti prendono parte alle varie attività proposte e il loro umore e la voglia di comunicare migliora sempre più col tempo (cosa che ci viene confermata anche dai familiari) . Quando qualcuno di loro da una situazione di chiusura totale comincia a poco a poco ad aprirsi, parlare e sorridere per noi è una grande vittoria.

Dimostrano inoltre di accorgersi quando uno dei volontari è assente facendocelo notare. Ci motiva molto sapere che attendano anche con impazienza l’apertura del centro Sollievo dopo le ferie natalizie o estive e che tengano conto dei giorni che passano aspettando il momento per ritrovarci tutti insieme. Il fatto di avere questo appuntamento costante li stimola anche ad aver più cura della propria persona e di prestare maggior attenzione nel prepararsi per l’occasione.

I MUSILI

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Un’associazione da sostenere

IL SERVIZIO DE “I MUSILI”

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’associazione di volontariato “I Musili” è un’associazione apartitica e senza scopi di lucro. La nostra opera è destinata allo svolgimento delle attività sociali in collaborazione con le altre associazioni e con i gruppi parrocchiali per promuovere lo sviluppo e la partecipazione attiva di tutti i cittadini e in particolare riguardo alle persone svantaggiate per disabilità o di emarginazione.

UN’ASSOCIAZIONE RICONOSCIUTA

Il 13 gennaio 2009 abbiamo costituito il Settore Volontariato del Comitato Cittadino “I Musili”, e il 27 settembre 2009 abbiamo costituito l’Associazione di Volontariato “I Musili” continuando a svolgere il servizio e gli impegni del Comitato verso il Comune per i cittadini. Dal 2009 l’associazione è iscritta all’Albo Regione Veneto.

Dal mese di giugno 2008 è attivo un servizio di trasporto di persone con difficoltà motorie totalmente gratuito svolto con l’utilizzo di due veicoli Fiat Doblò attrezzati con piattaforma elevabile, un Ford Transit Custom con 8 posti e il nuovo veicolo acquistato nel mese di giugno 2018, il Citroen Berlingo 5 posti con pianale ribassato adatto per il trasporto di un passeggero in sedie a ruote e 4 passeggeri; I veicoli sono acquistati con le sponsorizzazioni sui mezzi da parte delle aziende del nostro comprensorio, con le donazioni dei privati, dalle donazioni delle cene di beneficenza per la promozione dell’attività e dai rimborsi alle promozioni di articoli per la salute.

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IL SERVIZIO TRASPORTO

L’amministrazione comunale di Musile si prendere carico delle spese per i rifornimenti dei mezzi, e ci riconosce un contributo spese per l’attività di volontariato.

QUANTI SIAMO

I soci volontari iscritti sono 50, organizzati per il trasporto in turni giornalieri. I trasporti si svolgono nei comuni di Musile di Piave, Mestre, Padova, Treviso, Monastier, Pieve di Soligo, Motta di Livenza, Portogrua-

ro, Aviano, Jesolo e naturalmente San Donà di Piave. I chilometri percorsi nel 2017 sono 34.906.

UN NUOVO SERVIZIO

Dal 2018 ha avuto inizio il nuovo progetto di trasporto “su chiamata” per cittadini residenti in località sprovviste di esercizi pubblici o senza una rete di trasporto pubblico del territorio di Musile. Per l’anno in corso è in programma lo svolgimento dei servizi di trasporto, le attività sociali previste dallo statuto, la raccolta di fondi per il rinnovo e la manutenzione dei veicoli in uso e per la corrente gestione dell’attività. Ringraziamo per ogni contributo donato, perché oltre all’opera dei volontari sono necessari i giusti mezzi per svolgere questo importante e ormai insostituibile servizio.


Emmaus IL “TRENINO” DEL PEDIBUS

Una testimonianza

PICCOLI “PASSEGGERI”

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a alcuni anni da settembre e giugno è facile, a determinate ore della giornata, imbattersi in colorati “trenini” di bambini che, chiacchierando fitto fitto raccontandosi chissà quali segreti, ridendo e gesticolando vanno o tornano da scuola a piedi.

DIVENTARE GRANDI Questo servizio da un lato aiuta i genitori dall’altro permette ai bambini di vivere, in una sorta di autonomia gestita, il percorso casa scuola e viceversa. L’ufficio collocamento per nuovi assistenti e capotreno è sempre aperto! UN VOLONTARIO

I “CAPITRENO”

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A fare da “capotreno” o “assistenti” a questi allegri “viaggiatori” sono mamme, papà, nonni (circa una quarantina di persone) … che dedicano un po’ di tempo a questi piccoli “passeggeri” accompagnandoli ed andandoli a riprendere a scuola.

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Emmaus

d. Primo, 7 settembre...

90 ANNI E NON DIMOSTRARLI!

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ra l’estate del 2014 quando si è saputo che le parrocchie di Musile di Piave e Chiesanuova avrebbero accolto don Prima Zanatta, dopo 44 anni di ininterrotto ministero a Croce. Trattandosi di un sacerdote ultra ottantenne e non conoscendolo, sebbene provenisse da una parrocchia vicina, mi ero immaginata un sacerdote tranquillo, che avrei visto spesso nella penombra della chiesa intento a sgranare il suo rosario, sempre pronto a fare quattro chiacchiere magari soffermandosi su aneddoti del passato, poco incline alle “modernità” … diciamo un sacerdote anziano in una sorta di pre-pensionamento. Ecco quel sacerdote che mi ero immaginata non è mai arrivato! Infatti don Primo, classe 1928, si è dimostrato, fin da subito, un terremoto di positività e di cose da fare.

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UNA PERSONALITÀ VITALE Attento, curioso, arguto, acuto e, non da ultimo, testardo … non ha visto nel suo arrivo nelle nuove parrocchie una sorta di “tempo di riposo” o “una preziosa occasione per fare un po’ di bilanci” bensì si è messo nuovamente e diversamente in gioco.

E allora ben vengano le sue omelie ricche di spunti e mai ripetitive, scandite da cambiamenti del tono della voce per mantenere viva l’attenzione e da uno sguardo all’orologio per non essere eccessivamente prolisso; ben vengano le ore passate nel confessionale ad aspettare se qualcuno ha bisogno di un sacerdote e se non viene nessuno? Scrivere, leggere, informarsi! Non è raro, infatti, entrare in chiesa e vedere don Primo nel “suo” confessionale intento a fare una di queste cose in attesa dei penitenti.

ENERGIA Ma il tempo e soprattutto le energie di don Primo sembrano mai finire … e allora te lo trovi in bicicletta, anche nelle ore

più strane, che va a trovare questa o quella famiglia, o lo incontri che gira per la canonica intento a fare la fotocopia di questo o quel passo del libro che sta leggendo perché, come dice lui, “sarie bel che a zente a capisse …” o ancora impegnato a fare “copia, incolla e salva” utilizzando il computer che don Primo, negli ultimi anni, ha imparato a usare egregiamente. E sarebbero innumerevoli gli esempi degli impegni che scandiscono le giornate del caro don Primo, impegni


Emmaus e non da ultimo i viaggi, viaggi da affrontare sempre seduto accanto all’autista per vedere tutto ma proprio tutto, con la voglia di raggiungere proprio quei punti che la guida, vista l’età, gli sconsiglierebbe e il tutto affrontato con la curiosità e l’entusiasmo di un ragazzino tanto che, appena torna a casa, mentre sfoglia l’album delle sue foto accompagnate dalle dettagliate didascalie la domanda di rito è “e la prossima volta?”

TANTE PASSIONI

UNA PASSIONE SU TUTTE

Ovviamente non si possono dimenticare le sue passioni: la fotografia… Quel tramonto DEVE essere immortalato, quel paesaggio NON PUO’ essere dimenticato... Il mare… quei 15 giorni con gli amici di sempre sono un appuntamento immancabile

Ma la vera passione di don Primo sono le persone: conoscerle, scoprirle, farsi raccontare la loro vita con le gioie e le difficoltà e allora… ogni volta che incontra qualcuno di nuovo o che non ha, ancora, ben inquadrato ecco appuntarsi nome, cognome, indirizzo e, immancabilmente, il suo “vegne trovarte”. Questo è il nostro caro don Primo nato il 7 settembre 1928 poco dopo mezzogiorno, e queste poche righe sono un modo per augurargli buon compleanno! BARBARA FORNASIER

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affrontati sempre con il suo passo svelto, lo sguardo vispo affinché nulla e nessuno gli scappi e con il cellulare sempre a portata di mano anche se un cellulare più moderno, a suo dire, gli sarebbe maggiormente utile.

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Quattro anni, “cresciuti” insieme

GRAZIE, D. FEDERICO

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on Federico, dopo solo quattro anni, domenica 16 settembre, con i parrocchiani di Passarella, Santa Maria e Caposile ci siamo trovati per salutarti e ringraziarti. Quattro anni sono davvero un tempo troppo breve per un parroco e per le sue parrocchie, ma, come dite voi sacerdoti, l’obbedienza al Vescovo è uno dei vostri voti, e anche se con difficoltà, hai ed abbiamo accettato questo “cambio “.

UN CAMMINO DI CAMBIAMENTO RECIPROCO

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Sono stati anni “vissuti” nel segno del cambiamento e arricchimento per noi parrocchiani. Sei arrivato con idee e proposte ben chiare e delineate, pronto a concretizzare i tuoi progetti di rinnovamento. Il primo periodo non è stato facile né per te né per noi. Tu eri pronto a iniziare con i cambiamenti e noi restii e convinti che fosse opportuno mantenere salde le nostre tradizioni. E’ stato un percorso in salita, ma costruttivo per entrambi. Pian piano ti sei fatto conoscere e apprezzare, hai modificato la tua opinione su alcune cose e ci hai convinti ad accettare i cambiamenti, aiutandoci ad aprirci per iniziare ad accogliere le novità che ci proponevi. Novità necessarie per vivere al meglio e in pienezza il nostro far parte di una Collaborazione Pastorale. Segno dei nostri tempi!

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PER ESSERE PIÙ PROTAGONISTI Hai fatto in modo che iniziassimo ad essere più autonomi come gruppi parrocchiali, invitandoci ad essere maggiormente responsabili, a credere più in noi stessi e nelle nostre capacità di lavorare insieme. Alle riunioni non sempre partecipavi, e questo le prime volte ci spiazzava, semplicemente per stimolarci a “crescere e imparare a organizzarci”. Sempre pronto però ad intervenire e ad aiutarci con qualche “dritta”, quando ci si accorgeva che da soli non riuscivamo ad “arrivare al dunque”.

GRAZIE PER... Grazie per aver condiviso con noi questi pochi anni. Grazie per il tuo servizio come nostro Pastore, per esserti preso cura delle nostre tre parrocchie, per averci aiutato e stimolato a migliorare. Ci piace pensare che il crescere sia stato reciproco, tu ci hai sostenuto e incoraggiati, noi ci auguriamo di averti aiutato a “crescere” non nella Fede, che già

hai grande, ma nell’esperienza di Pastore condividendo con te la nostra quotidianità, i nostri problemi, le nostre esperienze e soprattutto il nostro percorso di Fede. Per questo e per molto altro ti diciamo: grazie don Federico per il tuo Servizio, per la tua presenza, per la tua testimonianza di Fede e per aver accettato e condiviso con noi questi 4 anni. Ti assicuriamo che continueremo a esserti vicini con la preghiera, certi che anche tu continuerai a pregare per noi. Con riconoscenza e gratitudine.. BUON CAMMINO DON FEDERICO. EMANUELA FORTUNATO


Il nuovo parroco di Passarella e Caposile

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BENVENUTO, D. GIUSEPPE Il nome, lo sappete già, di cognome faccio Danieli. Terzo di otto fratelli, sono nato il 30 ottobre 1963 in provincia di Vicenza. Dal 1975 con la mia famiglia risiediamo a Spinea – parrocchia di S. Bertilla – e, se nel vicentino ci sono le mie radici, Spinea è stata la “culla” della mia vocazione sacerdotale.

ESPERIENZE PASTORALI

Delle altre realtà invece si potrebbero raccontare molte cose circa lo scoperto e conosciuto. La presentazione si farebbe lunga e i luoghi cederebbero il posto a nomi, volti, incontri, esperienze. Presentarsi, poi, è ritornare sui passi fatti e, facendolo, mi rendo conto che ogni esperienza di vita, di ministero è servita a preparare quella che sarebbe venuta dopo. Questo mi ricorda che sono e devo cercare di rimanere sempre discepolo. Ogni esperienza - soprattutto quella vissuta in Paraguay - è stata un mettersi in ascolto di quella Parola di Gesù: “Andate in tutto il mondo... annunciate ad ogni creatura...” Una Parola, una chiamata che via via mi diventava familiare, ma che ogni volta assumeva un volto nuovo: il volto di quelle Comunità, di quella parte di Popolo di Dio a cui ero mandato. Non mi è sempre stato facile, ma non mi sono mai tirato indietro nel dire il mio “Eccomi!”, anche perché già era stato pronunciato anni prima, nell’Ordinazione Sacerdotale. Si trattava di rinnovarlo di fronte ad ogni nuova chiamata. Ora, a venire qui tra voi.

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IL CAMMINO CONTINUA. La preghiera quotidiana, il paziente ascolto della Parola, la celebrazione dell’Eucaristia: da questi luoghi di incontro con il Signore sempre riparto carico di fiducia e di speranza, carico del Suo amore per me. E il ripartire si fa quotidiano andare ai fratelli e fare di quanto gratuita mente ricevuto una gratuita condivisione. Con questo e altro ancora sono arrivato qui tra voi: non per mia iniziativa, ma ancora una volta in risposta ad una chiamata e ad un invio. Come affrontare e portare avanti questa nuova “missione” cercheremo di capirlo insieme. Un cordiale e reciproco: buon cammino!

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Per sei anni, nell’Unità Pastorale di Meolo, Losson e Marteggia, poi tre anni nella Collaborazione Pastorale di

ESPERIENZE RICCHE

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Sono prete dal 27 maggio 1995. Ho svolto il mio servizio a Mogliano Veneto prima e a Galliera Veneta poi, come vicario parrocchiale. Sono stato nominato parroco a Catena di Villorba. Di seguito missionario “Fidei Donum” in Paraguay. Rientrato in Italia, la missione è continuata.

Arcade-Povegliano ed ora qui, con don Flavio, don Michele, don Primo e don Giancarlo, in questa Collaborazione Pastorale di Musile di Piave. Realtà, quest’ultima, non del tutto sconosciuta, ma comunque da scoprire e conoscere.

DON GIUSEPPE


Emmaus

D. Mario e d. Olindo ci lasciano

TEMPO DI DIRE GRAZIE

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n questo numero di Emmaus in cui, tra le altre cose, parliamo di arrivi e partenze permetteteci di dedicare qualche riga per dire grazie.

In questo ultimo anno, soprattutto nelle parrocchie di Musile di Piave e di Chiesanuova, abbiamo potuto beneficiare della preziosa presenza di don Mario Marostica e di don Olindo Furlanetto.

DON MARIO

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Don Mario è giunto nella nostra collaborazione in un momento di emergenza: don Flavio si era infortunato durante il campo famiglie e c’era bisogno di un supporto a lungo termine. Per dire chi è stato, ci piace ricordare i segni che, proprio lui, ha utilizzato durante la sua omelia di ingresso ad Arcade, dove dal 6 ottobre è parroco. Un cappello di paglia: “perché - ha detto - mi avvicino a voi con il cappello in mano, non calcato in testa, per dire il rispetto dovuto al popolo di Dio che mi è stato affidato”; Un mattone: “perché - ha continuato - ognuno, nella comunità che è la chiesa porta il proprio contributo alla sua edificazione”.

Il modello in legno di un ponte costituito da due arcate “perché le arcate sono gli elementi che sostengono il ponte e lo rendono capace di unire le sponde, quindi come impegno a creare unità e armonia”.

Anche tra noi è stato un sacerdote attento e presente come un pastore deve esserlo con il suo gregge sebbene fosse tra noi solo temporaneamente. Ha contribuito con discrezione al consolidamento del nostro essere Chiesa; ha costruito amicizie e legami.

D. OLINDO Per don Olindo Furlanetto il discorso è un po’ diverso. Nato a Musile, il suo legame con questa terra e i cittadini, non è mai venuto meno nonostante i moltissimi anni in missione. Dopo un anno sabbatico, rientra nel servizio attivo, prendendo la parrocchia di Gaggio, nella collaborazione che annovera anche S. Liberale e Marcon. Grazie don Olindo e don Mario di aver camminato con noi! LA REDAZIONE


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