Emmaus
Musile di Piave, Chiesanuova, Millepertiche, Passarella, S. Maria di Piave, Caposile, Croce
Sospirate vacanze… Sommario
La vacanza è un grande privilegio, che i nostri antenati non hanno praticamente conosciuto. Chi dice che è un diritto, però, esagera. E’ piuttosto un grande dono, un talento, da trafficare bene.
COSÌ FAN TUTTI
1 luglio 2017
Siamo tutti rassegnati alle strade intasate dai turisti del mare estivi, che richiedono pazienza per i nostri spostamenti in paese. Tutavia è un’esperienza utile per riflettere sul conformismo di tante vacanze. Molti per le ferie cercano «un nido» che riproduca uno spazio simile a quello di casa (internet, wi-fi, antenne paraboliche ecc.); cercano una «tribù», per sentirsi parte di gruppo che non è più legato da valori forti come la religione, la politica, ma da interessi come lo sport, l’enogastronomia, l’arte. In altre parole si consuma la stessa esperienza per evadere insieme dalla stessa quotidianità, con un rischio direbbe Sigmund Bauman: «Durante la rappresentazione gli occhi e l’attenzione di tutti e l’attenzione di tutti sono fissi sul palcoscenico. Gioia e tristezza, risate e silenzi, scrosci di applausi, grida di
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p.1: Vacanze: un privilegio da usare bene. p.3: Caritas di collaborazione alla partenza. p.4: Casa della carità in diocesi. p.5: Clicca la tua salute. p.6: Riporto da Giò. p.7: La distribuzione viveri. p.8: Il centro di ascolto. p.9: Il cammino sinodale e la carità. p.11: Bis orat qui bene cantat. p.12: Vieni Spirito Santo. p.14: Una settimana santa speciale. p.15: Il papa vieta di lamentarsi. p.16: Intervista a Bono (U2)
VACANZE: UN PRIVILEGIO DA USARE BENE!
Emmaus approvazione e sussulti di sorpresa sono tutti perfettamente sincronizzati, quasi fossero sapientemente programmati e diretti. Una volta calato il sipario, tuttavia, gli spettatori ritirano i propri soprabiti dal guardaroba, e una volta indossati tornano repentinamente ai rispettivi ruoli ordinari».
E POI SI CORRE CORRE ANCHE IN VACANZA!
La titolare di una delle più note agenzie di viaggio di Roma qualche anno fa dichiarò: «Non capisco come la maggioranza dei miei clienti, abituati a sostenere ritmi lavorativi molto duri e stressanti durante l’anno, scelga vacanze ancora più dure e non riesca a fermarsi per riposare e riflettere». Insomma, ci si sposta per riposare, ma anche per incontrarsi e ascoltare.
INCONTRARE SE STESSI
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La vacanza è tempo favorevole per chiedersi come è andata l’anno passato e come programmare quello futuro pensando al bene della propria famiglia, e alla qualità del lavoro e del l’impegno sociale. Le vacanze possono diventare il tempo, in cui si rilegge con serenità la vita e si legge un buon libro.
INCONTRARSI IN FAMIGLIA
La velocità e l’intensità con cui svolgiamo i compiti durante l’anno lasciano delle ferite nelle nostre famiglie e nei nostri matrimoni. Durante l’anno non c’è nemmeno il tempo per guardarsi un po’ in faccia. Ma se poi arrivano le vacanze e i figli vanno da una parte, e i genitori dall’altra, quando la famiglia sta insieme? E chi l’ha detto che ognuno deve andare in vacanza solo dove ci sono i divertimenti adatti alla sua età,
sennò “che vacanza è?” Non conformarsi alla mentalità del tempo, come ammonisce San Paolo, significa anche spezzare questi luoghi comuni e re-imparare a stare insieme nel tempo delle ferie. È bene prendersi un momento di tranquillita per conversare, guarire quelle ferite e curarle reciprocamente.
CRISTIANI ANCHE IN VACANZA Durante l’anno diciamo sempre: non ho tempo. Di pregare, di confessarmi, di fare una visita in chiesa. In vacanza, approfittiamone! Andare due settimane in Patagonia non è un delitto per un cristiano. Ma lo diventa se uno nemmeno si pone la domanda: e la Messa? In tempi di turismo globale, e di pacchetti turistici che ci portano agevolmente ovunque, non dimentichiamoci l’essenziale: che non è il passaporto, ma Gesù Cristo. Che si incontra innanzitutto a Messa, almeno la domenica.
Una presenza importante
CARITAS DI COLLABORAZIONE ALLA PARTENZA Nei nostri paesi, le attività caritative nei confronti delle persone bisognose, hanno sempre avuto una grande tradizione e sostegno da parte di tutte le comunità. Con l’avvio della collaborazione pastorale, è emersa l’esigenza di riorganizzare queste attività, creando nuove sinergie, che superino i confini delle singole parrocchie. Ecco allora l’idea di una Caritas di collaborazione.
LA CARITAS NON È…
MA È…
IL METODO DI LAVORO
La Caritas non è fornita di bacchetta magica dallo Spirito Santo o dal vescovo… Cerca di conoscere i bisogni delle comunità, raccoglie la disponibilità delle risorse umane, economiche e civili, le mette in rete per soddisfare le necessità con le risorse disponibili. Mentre tenta di intervenire nell’immediato vuole portare ad un cambiamento nel futuro per le persone che aiuta. In questo senso per entrare nella Caritas di collaborazione non serve una specializzazione particolare, ma solo buona volontà e buon senso.
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La Caritas non è un gruppo di volontariato specifico che agisce in proprio. Non è nemmeno un gruppo di delegati scelti dalle diverse comunità parrocchiali, perché svolgano azioni caritative a nome di tutti… Ma è l’organismo pastorale a cui la Collaborazione Pastorale affida il compito di sensibilizzare, promuovere, coordinare il servizio della carità delle diverse comunità, nei territori in cui esse sono inserite. In questo senso, la Caritas della Collaborazione ha il compito di evidenziare i bisogni del nostro territorio, di proporre occasioni di impegno, di individuare disponibilità e valorizzare competenze perché possano dare risposte alle necessità perché la sofferenza di alcuni diventi un problema e un impegno per tutti.
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L’OBIETTIVO
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L’obiettivo è di aiutare tutti i credenti a vivere la carità, non solo come fatto privato, ma come un’esperienza comunitaria, di Chiesa di modo che sempre più si passi • dalla carità come elemosina, alla carità come disponibilità abituale all’ascolto, all’accoglienza e alla condivisione; • dalla occasionalità e frammentarietà degli interventi caritativi, alla costanza nell’attenzione e nel servizio ai poveri; • dalla delega a persone volenterose, al coinvolgimento di tutta la Parrocchia, delle famiglie e dei singoli.
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Da un’idea del vescovo per la Diocesi
LA CASA DELLA CARITÀ
Grazie alla volontà del nostro Vescovo Gianfranco Agostino, al progetto Agape, finanziato dall’8x1000, e all’impegno di tanti volontari, da qualche anno la nostra Diocesi ha una grande casa (ex istituto Emiliani) in cui la carità e l’accoglienza è al centro di tutte le preoccupazioni quotidiane.
PER PROMUOVERE LE PERSONE NEL BISOGNO
La promozione della persona segnata da molteplici bisogni e il primato della relazione rendono questo luogo speciale. Alcuni numeri ci raccontano quanto si è potuto fare, senza contare i tanti servizi delle parrocchie o quelli strutturati nei nostri vicariati: la casa è rimasta aperta 365 giorni; 13.416 pasti erogati nel 2016; 274 persone hanno usufruito del servizio; 50 volontari coinvolti; 1167 docce erogate nell’anno; 541 lavaggi di lavanderia; 94 ospiti hanno vissuto per mesi nelle stanze a loro disposizione in vista di un loro reinserimento lavorativo.
zione e tempo. Il Centro di ascolto è una porta aperta sul territorio e sul mondo. Questa grande casa, che tanto fa per i poveri, vuole essere uno spazio in cui maturi e si fortifichi la capacità di vivere la solidarietà in senso cristiano, scoraggiando quelle dinamiche che riducono la carità a beneficenza o si prestano a strumentalizzazioni. Un’opera segno che vuole stimolare e consapevolizzare le varie istituzioni e i servizi pubblici, per far si che sempre più persone
UN SEGNO IN LINEA CON IL VANGELO
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E’ un segno che permette a tutti i cristiani di ascoltare le parole di Gesù e di farle proprie: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato o assetato? Quando ti abbiamo visto forestiero, o nudo? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere? Rispondendo, il re dirà loro: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25, 34-40).
IL CENTRO DI ASCOLTO
Come in ogni casa esiste un luogo prevalentemente dedicato all’accoglienza, anche per la Casa della Carità c’è un posto prescelto a tale scopo, ed è il Centro di ascolto, dal momento che l’ascolto stesso è la dimensione privilegiata per accogliere l’altro, facendogli spazio e dedicandogli atten-
si coinvolgano e superino il pericolo della delega. Unite alla nostra diocesi, tutte le comunità cristiane possono diventare questo luogo in cui la carità può diventare il marchio delle nostre opere e relazioni quotidiane. Piccoli gesti, gratuiti, possono dare forza e sostenere persone in crisi. Insieme come chiesa in cammino, come vero “Ospedale da campo”.
Anche l’innovazione digitale ha bisogno del contatto umano
“CLICCA LA TUA SALUTE”… Avvicinare i cittadini di un territorio all’utilizzo dei servizi di sanità online, in particolare anziani e persone in difficoltà che non dispongono di strumenti tecnici e/o culturali per farlo autonomamente, è l’obiettivo sociale più importante del progetto “Clicca la tua salute”; un’iniziativa promossa dalla Regione Veneto che ha coinvolto l’Azienda ULSS e i Comuni del Veneto Orientale.
QUANDO È ATTIVO IL SERVIZIO
Da circa due anni infatti, presso i locali della Biblioteca Comunale di Musile di Piave, il giovedì dalle ore 10.00 alle 12.00, alcuni volontari della Caritas della Collaborazione continuano ad offrire la propria disponibilità e il proprio impegno nell’assistere coloro che si rivolgono a questo servizio per prenotare visite specialistiche, esami diagnostici e/o scaricare referti, utilizzando l’apposita sezione del sito web
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Scriveva in una lettera il card. Carlo Maria Martini, già arcivescovo di Milanoi: “oggi le persone hanno più bisogno di ascolto che di parole. Solo quando diamo ascolto all’altro con attenzione e non distratti, con pazienza e non di fretta, con meraviglia e non annoiati, acquistiamo il diritto e l’autorevolezza di parlargli al cuore…..Un ascolto attento diventa un grande servizio e un effettivo aiuto che si offre al fratello. La gente ha bisogno di raccontare i propri problemi……I problemi personali, quando non si trova a chi manifestarli, possono diventare giganteschi, paurosi, affievoliscono il senso della vita, soffocano la speranza.”
OLTRE LA PRESTAZIONE PER UN BISOGNO
Perché abbiamo scelto di essere presenti come Caritas in questa attività? Vorremmo, oltre che rispondere ad un bisogno, creare una relazione di fiducia basata sull’ascolto attivo e sul rapporto umano. Incontrare le persone, chiacchierare e dedicare loro del tempo permette di aprire una finestra anche su eventuali situazioni particolari di disagio e sofferenza e di sperimentare insieme l’accoglienza, la condivisione, la partecipazione e della fraternità.
Questo servizio diventa quindi anche un’opportunità educativa per vivere la carità, dove l’attenzione e l’ascolto rappresentano uno stile, un modo di essere, come il vangelo ci insegna. Rappresenta infine un sostegno ad un servizio di prossimità al cittadino, che si realizza attraverso una collaborazione tra enti ed istituzioni presenti nel nostro territorio: l’ULSS, il Comune e la Parrocchia, ciascuno con i propri collaboratori.
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dell’Azienda Socio Sanitaria n. 4 (ex ULSS n.10) o semplicemente per spiegare come è possibile farlo in modo concreto anche da casa, evitando code ed attese agli sportelli CUP. Fino ad ora circa un centinaio di persone hanno usufruito di questo servizio, per la maggior parte donne e pensionati.
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ESPERIENZA DI CARITÀ
Gli operatori della Caritas della Collaborazione
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Un’iniziativa originale della carità
“ RIPORTO DA GIO’“
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Aperti dal 2014 Riporto da Giò continua la sua attività con grande entusiasmo! L’idea è nata un paio di anni fa per rispondere alle necessità di vestiario, giochi o libri per i bambini di famiglie in difficoltà. Non voleva essere però un centro di distribuzione qualsiasi, bensì un luogo di “scambio di abito”: una famiglia porta dei vestiti o scarpine in buono stato, e gli vengono dati in cambio altri indumenti più adatti a lui. Partita per soddisfare le necessità dei bambini, si è poi allargato anche alle necessità degli adulti.
LA DIMENSIONE DELLE ATTIVITÀ
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Sono circa 200 le famiglie che con più o meno regolarità vengono a trovarci. Molte altre famiglie, invece, contribuiscono all’iniziativa portando vestiti, scarpe e altre cose che non usano più, ma che diventano utili a molti altri. L’aspetto bello dell’iniziativa è che in questi anni abbiamo avuto la possibilità di conoscere persone splendide, provenienti da tutta Italia e da tutto il mondo.
PERSONE DIETRO IL SERVIZIO
Il punto fermo per le nostre aperture è sicuramente il sig. Bruno. Sempre presenti, poi, il mercoledì Sabine e il venerdì Iriana ed Eliana. Marta, Mariagrazia, Viola,Gianna e Chiara partecipano in base alla loro possibilità.
COLLABORAZIONI ALLARGATE
Continua la nostra collaborazione con varie associazioni tra cui il Gruppo che accoglie i bambini di Cernobyl, il Centro Aiuto alla vita di San Donà e la Croce Rossa …. Pensiamo sia importante fare rete per collaborare ed essere d’aiuto il più possibile, a più persone possibili. Ci piace conoscere sempre gente nuova: lo scambio dei vestiti è diventata un’ottima scusa per scambiare due chiacchere con il” mondo” per imparare ed insegnare cose nuove… QUESTO E’ LO SCOPO PRINCIPALE! Non è sempre semplice ma le soddisfazioni sono molto più delle delusioni!!
I NOSTRI ORARI
Se qualcuno vuole venire a divertirtirsi con noi siamo aperti il mercoledì mattina dalle 8.30 alle 10.30 ed il venerdì pomeriggio dalle 14.30 alle 17. Nel periodo estivo l’orario è un po’ diverso ma da settembre si riparte a tempo pieno!! Siamo a disposizione per qualsiasi domanda. Gianna 348 705 7749 ed Eliana 347 1566081. Speriamo che in molti verrete a trovarci per poter crescere ancora!!!
Per le famiglie in difficoltà
LA DISTRIBUZIONE VIVERI
Emmaus C’è anche la raccolta di viveri in occasione delle festività natalizie e pasquali da parte dei ragazzi della catechesi, che esprimono la loro generosità con doni, frutto dei loro piccoli risparmi e rinunce Infine ci sono delle donazioni, anche corpose, di privati.
ALIMENTI PIÙ RICHIESTI
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Gli alimenti hanno diverse provenienze. In primo luogo essi sono forniti dalla raccolta permanente di viveri non deperibili che è in atto nelle Chiese parrocchiali della collaborazione. Diverse borse di spesa che distribuiamo hanno tale origine. C’è poi la raccolta di alimenti fatta in occasione della giornata del Ringraziamento per i prodotti della terra, di fine novembre. Aggiungiamo la grande raccolta solidale che si organizza nel mese di marzo (il 25 quest’anno) alle porte del supermercato Maxì di Musile.
In attesa di poter creare un Centro di Ascolto (vedi articolo successivo) a servizio delle persone in difficoltà, la giornata dedicata alla distribuzione viveri diventa un momento di dialogo confidenziale dove ciascuno esprime con semplicità e naturalezza le proprie difficoltà singole e famigliari. Noi operatori Caritas ci impegnamo, nei limiti delle nostre conoscenze ed esperienza, ad offrire suggerimenti o proposte nel tentativo di offrire il nostro sincero aiuto.
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L’ORIGINE DEGLI ALIMENTI
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Da poco più di un anno, presso l’ratorio Giovanni XXIII di Musile viene effettuata la distribuzione di alimenti per le famiglie più bisognose, non solo di Musile, ma anche quelle appartenenti alle parrocchie della collaborazione. La distribuzione viene fatta ogni 15-20 giorni, stabilendo ogni volta la data successiva ed in funzione della quantità di alimenti disponibili.
Cosa gradiscono maggiormente le famiglie? Gli alimenti più richiesti sono: olio, latte, zucchero, farina, scatolame, riso e pasta. Se poi si aggiungono biscotti, marmellata e cioccolato è sempre cosa gradita, per le famiglie con la presenza di bambini.
Graziella
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Un progetto ambizioso
IL CENTRO DI ASCOLTO COS’È
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Il centro di ascolto è uno strumento pastorale espressione della Caritas di collaborazione inserito all’interno di un progetto pastorale che intende farsi prossimo all’altro. E’ un modo di vivere la solidarietà come cultura condivisa, sollecitando la corresponsabilità e l’impegno di tutta la comunità nel servizio di carità. E’ un punto di riferimento per l’accoglienza, l’ascolto, l’orientamento e l’accompagnamento delle persone all’utilizzo delle risorse disponibili nel territorio, per rispondere ad un loro bisogno. È, inoltre, un bacino di raccolta dati per la conoscenza delle situazioni di emarginazione presenti in un gruppo di paesi.
NO
ALLA
LOGICA
attivino le sue capacità e stimolino un cambiamento del suo stile di vita. Si cerca infine di coinvolgere altre realtà in grado di offrire una risposta.
COSA SERVE?
Vorremmo formare una équipe di persone con differenti competenze, che
DEL
SACCHETTO!
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Spesso la carità è ridotta a elemosina, vissuta in termini assistenzialistici anziché promozionali. Il centro di ascolto vorrebbe superare la semplice azione del fare, dell’offrire, dell’organizzazione per far crescere la persona, per motivare e sostenere il suo sforzo di migliorare la propria situazione attraverso l’ascolto e l’accompagnamento. Certamente si avvale anche dei servizi di distribizione dei viveri e del vestiario, ma il suo obiettivo resta sempre quello di promuovere la persona lavorando insieme per un percorso di autonomia. Come? Facendosi carico: formulando un progetto con la persona che, partendo dalla concretezza del bisogno, valuti le risorse personali e territoriali disponibili. Divenendo mediatori: creando un collegamento tra le persone e i servizi promuovendo forme di collaborazione.
I PASSAGGI
Si tratta di accogliere la persona e metterla a proprio agio. Cerco di comprendere la storia, il problema nel suo complesso per poi ipotizzare soluzioni che la coinvolgano,
offrano un contributo stabile e garantiscano accoglienza, ascolto, orientamento e accompagnamento. Tutte le situazioni che si presenteranno al Centro di Ascolto dovrebbero essere condivise, valutate e discusse da tutta l’équipe, come forma di un sostegno reciproco. Cerchiamo perciò delle figure volontarie, perché questo progetto, ormai attivo in tante collaborazioni della Diocesi, possa nascere anche nel nostro territorio.
Notizie dal sinodo diocesano
IL CAMMINO SINODALE E LA CARITÀ
Da qualche mese la nostra chiesa diocesana è impegnata a realizzare il cammino sinodale (dal greco sun-odèo, camminare insieme) che il nostro vescovo ha indetto con l’obiettivo di aiutarci a vivere una fede adulta in un nuovo stile di chiesa. Dopo aver individuato i vari delegati e definito tre macro aree su cui interrogarci, i vari gruppi di lavoro si sono messi in ascolto agli appelli dello Spirito per poter giungere nel prossimo autunno a possibili scelte concrete per le nostre comunità parrocchiali, focalizzando delle “scelte ecclesiali”.
Emmaus cui la discussione si sta concentrando.
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Tali scelte ecclesiali non dovrebbero essere solo immediatamente “pragmatiche” o “operative”, ma dovrebbero comportare una conversione pastorale, cioè un cambio di atteggiamenti e di attenzioni che non si esauriscano in un solo anno. Importante per ogni ambito il riferimento all’annuncio di Gesù e l’attenzione al mondo degli adulti. Queste scelte devono esseere capaci di suscitare sinodalità e vanno portate avanti con cammino comune, per più anni - con la disponibilità a verificarle;
Si parla di “scelte ecclesiali”, anziché di “scelte pastorali” perché l’espressione dà l’idea di una maggiore ampiezza nel tempo. Il desiderio è che le indicazioni che emergeranno, • possano modificare lo stile della nostra Chiesa (in questo senso è significativo il titolo del Cammino Sinodale: “Discepoli di Gesù verso un nuovo stile di Chiesa”); • ed individuano alcune prassi pastorali nuove o rinnovate nei tre ambiti o situazioni su
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COSA S’INTENDE PER SCELTE ECCLESIALI
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- con la possibilità di rivederle.
Emmaus IN RAPPORTO ALLA POVERTÀ
Una delle tre grandi aree riguarda il rapporto delle nostre comunità con i poveri e in assemblea sono stati individuati due appelli dello Spirito:
PRIMO APPELLO RIGUARDO L’ASPETTO DELLA CARITÀ
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Nei poveri Gesù rivela il suo volto e si identifica con la loro condizione. Viviamo un tempo caratterizzato dalla cultura dello scarto e dell’emergenza; dove però si supera l’atteggiamento del delegare ad altri, si realizza un’autentica esperienza evangelica. Riconosciamo l’appello a convertire il nostro sguardo e il nostro agire, sia in ambito ecclesiale che sociale e politico, imparando a riconoscere Gesù, presente nei fratelli e nelle sorelle più poveri. Con essi siamo chiamati a vivere delle relazioni autentiche e di reciproco arricchimento.
SECONDO APPELLO RIGUARDO L’ASPETTO DELLA CARITÀ
L’avvio e l’esperienza delle Collaborazioni Pastorali sta facendo emergere la necessità di una maggiore condivisione
delle competenze e delle risorse delle nostre comunità parrocchiali. Riconosciamo la necessità di dover incidere maggiormente come cristiani adulti nella società, nell’impegno a favore di una più equa distribuzione delle risorse. Riconosciamo l’appello a rivedere i criteri di gestione dei beni delle nostre comunità cristiane, perché siano maggiormente a servizio dell’annuncio del Vangelo. Ci mettiamo tutti in cammino con la consapevolezza che la nostra credibilità si gioca sulla carità! Don Michele
Rassegna delle corali domenica delle Palme
BIS ORAT QUI BENE CANTAT Lo scorso 8 aprile la nostra comunità di Passarella ha vissuto un momento particolarmente importante nell’ambito della collaborazione: la rassegna corale delle Palme.
UN APPUNTAMENTO TRADIZIONALE
La rassegna delle corali delle parrocchie della collaboazione di Musile è un evento che si ripete ormai da anni e che vede la partecipazione delle corali delle nostre parrocchie. Tema della serata una frase di S. Agostino” bis orat qui bene cantat” ovvero chi canta prega due volte.
NON SOLO ASCOLTO DI (BUONA) MUSICA
L’occasione è stata propizia oltre che per ritrovarci assieme anche per poter riflettere su quale sia il ruolo del canto e quindi della musica sacra all’ interno delle nostre celebrazioni.
LA PARROCCHIALE
La serata ha inoltre visto l’inaugurazione del nuovo organo. E’ uno strumento che proviene dalla Germania. Di marca xxx è stato acquistato da una parrocchia che lo dismetteva. L’organaro Gianluigi Maras della ditta Organaria Isontina ha curato il trasporto e l’installazione del grande nuovo strumento, che fa bella mostra di sé sulla parete sinistra della navata. Gianluigi Maras ha quindi eseguito un pezzo musicale facendoci ascoltare per la prima volta le varie sonorità dello strumento e le sue capacità espressive.
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SEGNO DI COMUNIONE ECCLESIALE
IL NUOVO ORGANO DEL-
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La musica sacra è preghiera ordinata a far elevare i cuori e le menti verso Dio. Al di la delle sfide rappresentate dalle preferenze personali o culturali, lo scopo della musica sacra è sempre la lode a Dio. La partecipazione attiva dell’ assemblea dovrebbe essere ordinata a questo fine, in modo che non venga né compromessa la dignità della liturgia, né vengano oscurate le possibilità per una effettiva partecipazione al culto.
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La musica sacra perciò nelle sue espressioni di fede religiosa, fedeltà testuale e misurata dignità, deve diventare un simbolo di comunione ecclesiale.
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Eucarestia di collaborazione
VIENI, SPIRITO SANTO
nel cuore di ogni uomo, dal più giovane al più anziano.
CON I RAGAZZI DI SE-
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CONDA E TERZA MEDIA
Nel proemio della costituzione conciliare “Gaudium et spes” si legge: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore. La loro comunità, infatti, è composta di uomini i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il regno del Padre, ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti.”
SIAMO COMUNITÀ GUIDATA DALLO SPIRITO SANTO!
Siamo comunità guidata dallo Spirito Santo! Non si potrebbe spiegare in miglior modo quanto abbiamo vissuto alla vigilia della solennità di Pentecoste celebrando l’Eucarestia all’aperto sul piazzale della chiesa di Croce. Una comunità riunita per vivere pienamente il dono e la potenza dello Spirito che non si stanca mai di soffiare nella Chiesa, che non si stanca mai di soffiare
In quell’Eucarestia con la presenza della comunità e dei ragazzi di seconda e terza media abbiamo vissuto attraverso alcuni simboli e alcuni gesti la dinamicità a cui siamo chiamati, proprio come è avvenuto duemila anni fa per i discepoli rinchiusi nel Cenacolo. Siamo chiamati ad illuminare, a perdonare, a edificare e soprattutto ad annunciare . Annunciare che cosa? LA GIOIA di un Signore Risorto e che ha vinto la morte ed il peccato.
RIMETTERE I PECCATI
Nell’omelia, Don Michele ha sottolineato come il “rimettere i peccati” non riguarda solo il sacerdote o Dio , ma la stessa comunità animata dallo Spirito Santo può far passare questa grazia.
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Lo Spirito rinnova i cuori e le relazioni, crea comunione e condivisione, scaccia dubbi e paure. Dovremmo far nostre le parole pronunciate nella sequenza di Pentecoste. Sin dall’inizio recitando “Vieni Santo Spirito , manda a noi un raggio della tua luce…” possiamo comprendere la grandezza del dono che stiamo invocando. Lo Spirito è già dentro di noi, è già dentro a quei ragazzi che riceveranno la Cresima il prossimo anno, è già dentro ai ragazzi che l’hanno ricevuta quest’anno.. Lo Spirito è già nei nostri cuori dal giorno del nostro Battesimo e aspetta solo di trovare terreno fertile per compiere i suoi prodigi.
UN MOMENTO BELLO
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E’ stato bello sentirsi ancora una volta una comunità allargata... che supera i confini della parrocchia. E’ stato bello sentire un’Eucarestia animata dall’unione di più cori giovanili della collaborazione. E’ stato bello vedere catechisti e animatori che “vegliano” insieme ai loro ragazzi. E’ stato bello preparare insieme per il Signore!
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Che questi momenti non vengano mai a mancare nella vita di una comunità guidata dallo Spirito Santo! Non stanchiamoci mai di invocare i suoi santi doni e la sua Luce per poter essere sempre di più testimoni credibili e instancabili nel nostro cammino di cristiani.
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Monica
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Giovedì e sabato santo
UNA SETTIMANA SANTA SPECIALE Il triduo pasquale è, centro della fede e centro dell’anno liturgico è un tempo che ci fa entrare sempre più nel grande mistero della nostra fede. Usando le parole di papa Francesco è: “il memoriale di un dramma d’amore che ci dona la certezza che non saremo mai abbandonati nelle prove della vita”.
“AVENDO
AMATO I SUOI CHE ERANO NEL MONDO, LI AMO’
FINO ALLA FINE”
(GV.13,1)
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Quest’anno, le nostre parrocchie di Croce e Millepertiche hanno vissuto assieme il tempo forte della settimana santa, unendosi assieme nelle celebrazioni del giovedi santo e del sabato santo. La proposta era già un po’ che veniva discussa nei gruppi liturgici e nei consigli parrocchiali (vecchi e nuovi) di entrambi le parrocchie. Quest’anno finalmente si è realizzata. Dapprima con qualche perplessità: ogni parrocchia, infatti, ha la propria personalità per cui sembrava difficile (ma non impossibile) la comunione tra le due parrocchie.
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GIOVEDÌ SANTO
Si è vissuto il giovedì santo con la S. Messa “in coena Domini” a Millepertiche, condividendo alcuni atteggiamenti significativi:
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• la festa di Gesù in mezzo ai suoi, annunciata dalla campane e dai campanelli.
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• La carità, intesa come accoglienza verso tutte le famiglie, a prescindere dall’origine, e l’umiltà di alcune di esse nel farsi lavare durante il rito della lavanda dei piedi. Vi hanno partecipato anche “ famiglie diverse”, che sono lo specchio di una realtà sociale mutata rispetto al modello tradizionale a cui siamo abituati. L’esperienza ha reso vera la realizzazione di una chiesa aperta alla realtà di incontro con il prossimo nella vita quotidiana). La comunione tra di noi insieme a Gesù eucarestia con il quale abbiamo sostato alla fine della celebrazione.
LA VEGLIA PASQUALE
La veglia pasquale del sabato santo con la be-
nedizione del fuoco e dell’acqua e’ stata, invece, vissuta a Croce. L’occasione di vivere il triduo pasquale e la bellezza di questa condivisione e’ stata quella di unire risorse, tempi e spazi come quella comunione che ha contraddistinto gli apostoli, prima nel cenacolo con Gesù, poi sulle strade di Gerusalemme per andare, infine, sulle strade del mondo. Siamo certi che quest’esperienza ha segnato l’inizio del cammino che le due parrocchie hanno intrapreso, consapevoli che il Signore non ci abbandona nelle prove della vita Per questo ci siamo affidati al suo abbraccio amorevole che ci ha resi una unica grande famiglia.
Un cartello sulla porta del papa
IL PAPA VIETA DI LAMENTARSI Il Papa è in vacanza, ha sospeso le udienze e gli impegni, e si gode un po’ di tranquillità pur nell’afosa estate romana. Il pontefice, a differenza dei predecessori, non usa mai la pausa estiva per andare in villeggiatura, non usa Castel Gandolfo – dove pure avrebbe una residenza – né si apparta in qualche baita di montagna. Prosegue la sua vita col solito tocco di umorismo che lo contraddistingue.
LE ORIGINI DEL CARTELLO
Lo scorso 14 giugno, al termine dell’udienza in piazza San Pietro, Noè aveva potuto salutare per alcuni istanti Francesco: gli aveva donato il libro, un braccialetto e il cartello immediatamente apprezzato dal Papa che aveva replicato: «Lo metterò alla porta del mio ufficio dove ricevo le persone». Ora, l’«ufficio» del Papa dove avvengono solitamente le udienze è nel palazzo apostolico, la cui austerità e bellezza non si sarebbero certo sposate bene con quel divieto un po’ goliardico. Così Francesco ha deciso di appenderlo fuori dalla porta del suo appartamento. Forse dovremmo usarlo anche noi...
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Quel cartello è un’invenzione dello psicologo e psicoterapeuta dal nome biblico Salvo Noè, autore di libri e di corsi motivazionali. Nell’ultimo dei suoi volumi ha dedicato alcune
pagine proprio a Bergoglio.
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Vatican Insider infatti riporta che da qualche giorno sulla porta del suo appartamentino a Santa Marta è apparso un eloquente quanto ironico cartello, che recita: «Vietato lamentarsi». Vi si legge che «i trasgressori sono soggetti da una sindrome da vittimismo con conseguente abbassamento del tono dell’umore e della capacità di risolvere i problemi». Che «la sanzione è raddoppiata qualora la violazione sia commessa in presenza di bambini». E conclude così: «Per diventare il meglio di sé bisogna concentrarsi sulle proprie potenzialità e non sui propri limiti quindi: smettila di lamentarti e agisci per cambiare in meglio la tua vita».
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Un’intervista con Bono degli U2
“L’UNICO PROBLEMA CHE segnato i salmi, è che “Dio DIO NON PUÒ RISOLVEascolta“. E a coloro che non RE È QUELLO CHE PROhanno esperienza, raccomanda il Salmo 81: “È un VIAMO A NASCONDERE” buon inizio. Dice: ‘Difendete
“Ero a Gerusalemme in pellegrinaggio con la mia famiglia, e andai sul Golgota. Trascorsi lì un po’ di tempo, da solo, dove la morte è morta. Pensavo proprio questo: ‘Qui la morte è morta’”, ha ricordato Bono, il cantante degli U2, in una serie di interviste che ha rilasciato parlando dei salmi e della fede cristiana. L’artista irlandese riconosce che “la morte non ha più potere su di me come ne ha avuta a 14 anni, quando è morta mia madre. Una parte della nostra psicologia si basa sulla paura della morte. La Scrittura dice che ora vediamo come in uno specchio, ma allora vedremo faccia a faccia. Sapendo ciò, la vita è più facile. Io non vedo l’ora di vederci chiaro, su tutto!”
An. X n.2
16
luglio 2017
AD UNA TRASMISSIONE TELEVISIVA
Bono ha partecipato alla videoserie “Bono & David Taylor: Beyond the Psalms“, prodotta dalla Fuller Theological Seminary, un’istituzione evangelica con sede in California. Bono ammette che “la cosa più difficile che richiedono i salmi è l’onestà. Leggo la Sacra Scrittura e vi trovo adulteri, assassini, egomaniaci… come molti dei miei amici! Quella che David fa al marito di Betsabea è incredibile… È un passaggio così buio. Ma nei salmi successivi si riflette tutta la grazia e la redenzione. È l’onestà a caratterizzare questi versi. Non possiamo piacere a Dio se non essendo brutalmente onesti. Questa è la radice del nostro rapporto con Dio. L’unico problema che Dio non può risolvere è quello che proviamo a nascondere“. Bono dice anche che se c’è qualcosa che gli hanno in-
il debole e l’orfano, al misero e al povero fate giustizia. Salvate il debole e l’indigente‘. Questa non è carità, questa è giustizia”. A tal riguardo afferma che “è incredibile che quando Gesù inizia la sua missione, quando inaugura il tempo della grazia del Signore, quando dice che è venuto a dare la vista ai ciechi, ecc… in realtà tutto ciò è giustizia. Non è carità. Mi piace ricordare il Salmo 9: ‘Il Signore sarà un riparo per l’oppresso, in tempo di angoscia un rifugio sicuro’, o il Salmo 11: ‘Per l’oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, io sorgerò’. Questo è Cristo. Questa è la ragione di Cristo. È il suo manifesto. E dovrebbe essere anche il nostro manifesto”