IL
BARBARIGO
Pubblicazione informativa bimestrale del Collegio Vescovile Barbarigo di Padova
NUMERO 0 NOVEMBRE-DICEMBRE 2010
EDITORIALE Il Barbarigo, noto e sconosciuto, famoso e inesplorato: che cosa si sa, in genere, del nostro istituto? Che si dice in giro della vita di una scuola, delle tante persone che la “abitano”, ci girano intorno, vi tornano volentieri, trovano motivi d’interesse personali e lavorativi? E delle iniziative e attività che la popolano? Ecco perché nasce questo “foglio” informativo, tendenzialmente bimestrale (ma poi speriamo anche mensile), diffuso contando sulla rete internet e sull’amichevole “passaparola” di chi lo riceve. Vogliamo farci conoscere meglio, presentare la viva attualità della nostra scuola, interessare di più genitori e studenti, tenere collegati gli ex allievi, arrivare sullo schermo di tante persone della nostra città e territorio... Parte con l’umiltà di alcune semplici idee, con la disponibilità di chi riesce a stendere qualche articolo o condividere foto, con la grinta di chi ha realtà e valori “grandi” da condividere e comunicare: il Barbarigo è
stato ed è esperienza preziosa per molte persone, di tutte le età; è un segno di libertà e qualità educativa; è tradizione e apertura al futuro; è emozione... In mezzo ai giorni che scorrono in via Rogati 17, vorremmo cogliere notizie, sensazioni, domande; dagli incontri con diverse persone, ci piacerebbe riportare impressioni ed emozioni ma anche suggerimenti, critiche (costruttive) e indicazioni per crescere. Speriamo di dar voce ai diversi “attori” della vita scolastica, nella libertà espressiva concessa dall’essere strumento informale, senza l’aplomb della carta (“scripta manent”). Affrontiamo questa nuova (semplice) avventura con una speranza: che anche un semplice strumento come un notiziario via internet possa servire a costruire comunità, a condividere racconti e storie di vita vissuta, ad aprire orizzonti. A far (ri)scoprire il Barbarigo come realtà preziosa. don Cesare Contarini, rettore
IN PRIMO PIANO
SANTO DA 50 ANNI… PER NOI! «Questo nostro San Gregorio Barbarigo fu un prelato moderno, nel senso più giusto e ampio del termine. […] ma sotto il velo prezioso della sua modernità, egli coltivò innanzi tutto uno spirito squisitissimo di santità autentica». Con queste parole Giovanni XXIII, il 26 maggio 1960, canonizzava San Gregorio Barbarigo, insigne Vescovo di Padova, fondatore del Seminario diocesano e patrono del nostro Istituto che, sin dalla fondazione, porta il suo nome. A cinquant’anni da quel memorabile evento la nostra Scuola, in collaborazione con il Seminario, desidera onorarne la memoria, non per un semplice atto di devozione, quanto perché convinti della effettiva “modernità” di questo illustre pastore del ’600, che ha saputo non solo riportare la chiesa diocesana alle radici della vita cristiana. Spronati anche dalla recente pubblicazione delle linee pastorali dell’Episcopato italiano per il prossimo decennio dedicate alla sfida educativa, vorremmo tentare di rileggere il progetto pedagogico del Barbarigo, recuperando quegli aspetti e quelle indicazioni che ancor oggi possono essere di grande utilità per chi è protagonista dell’avventura straordinaria dell’educare: in primis le famiglie, insieme alla Scuola e alla Comunità cristiana.
Cercheremo di concretizzare questo nostro intento, attraverso un momento ufficiale al quale sono invitati in particolare gli allievi con i loro genitori e i docenti del Collegio vescovile. Mercoledì 1° dicembre, ci ritroveremo alle 18.00 nella chiesa del Seminario Maggiore per celebrare insieme l’Eucaristia in onore del nostro Patrono. Alla celebrazione seguirà un convegno di studio su San Gregorio Barbarigo e il suo progetto educativo. Quali provocazioni per noi? che vedrà gli interventi dello storico don Stefano Dal Santo e della docente di Pedagogia speciale dell’Università di Padova prof. Rinalda Montani. Sarà poi possibile visitare i locali del Seminario Maggiore, in particolare la preziosissima Biblioteca monumentale. La serata si concluderà con un momento di convivialità nel Refettorio grande. Auspichiamo che, sotto la paterna protezione di San Gregorio, questo evento possa significare un recupero della nostra storia e promuovere il nostro cammino di crescita. Siamo grati a quanti ci hanno permesso di realizzare questo momento e siamo fiduciosi che tutti cercheranno di essere presenti! don Lorenzo Celi animatore spirituale
Via dei Rogati 17 35122 Padova Tel. 049-8246911 Fax 049-8246950 comunicazione@barbarigo.edu www.barbarigo.edu
In questo numero Il nuovo Liceo Musicale 2 Imparare l’arabo al Barbarigo
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Corsi di finanza e leadership
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Open Day 2010
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Incontro con il Cardinal Ruini
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I disegni di Padre Lele
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Calendario e Comunità 4 Come si pone oggi la domanda su Dio
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NOVEMBRE-DICEMBRE 2010
ILB AR B A R I G O SCUOLA
IL NUOVO LICEO MUSICALE Da quest’anno il Collegio ospita il nuovo Liceo Musicale, attivato in convenzione col Conservatorio Pollini. Il nuovo corso di studi nasce sulla scia di una lunga e apprezzata tradizione musicale, incentrata sull’opera e la figura di Mons. Floriano Riondato, da 65 anni impegnato a far scoprire la bellezza della musica a generazioni intere di ragazzi. Negli anni al Barbarigo sono sorti e cresciuti complessi strumentali come l’Orchestra e la Banda dei ragazzi e l’Ensemble Floriana, il più numeroso gruppo di arpe al mondo. Dall’inizio del 2010 inoltre il Collegio Vescovile ospita anche la Scuola diocesana di Musica sacra.
Pur senza tralasciare gli insegnamenti fondamentali, quali lo studio dell’italiano, della matematica e delle lingue straniere, il Liceo Musicale nasce per favorire l’apprendimento tecnicopratico della musica da parte degli studenti, accompagnato dallo studio del suo ruolo nella storia e nella cultura. A questo scopo il Collegio mette a disposizione un ampio parco di circa un centinaio di strumenti, raccolti negli anni da Mons. Floriano, disponibili per le ore di esercitazione in classe e per il noleggio. Al termine si conseguono il diploma liceale e una serie di crediti aggiuntivi per l’eventuale iscrizione al Conservatorio. SCUOLA
IMPARARE L’ARABO AL BARBARIGO
Il docente Adnan Jasser e la classe durante una lezione
Perché una scuola cattolica organizza un corso di lingua araba? Innanzitutto non è sempre vera l’equazione arabo=musulmano: pochi sanno che in principio la lingua di Maometto è stata codificata proprio da autori cristiani, e che ancora oggi sono circa 30 i milioni di arabi seguaci di Gesù, per lo più di origine mediorientale. L’intento perseguito dal Collegio è innanzitutto quello di fornire uno strumento utile, anche da punto di vista professionale, e in secondo luogo di contribuire alla conoscenza reciproca e alla convivenza rispettosa con le persone di cultura diversa. L’esempio viene
SCUOLA
CORSI DI FINANZA E LEADERSHIP Accanto alle materie fondamentali negli ultimi anni hanno acquisito sempre più importanza anche i corsi che mirano a trasmettere competenze specifiche, spesso direttamente spendibili nel mondo del lavoro. Il Barbarigo persegue le sue finalità educative tramite un’ampia scelta di corsi integrativi; tra le ultime novità ci sono anche le serie di lezioni di leadership e di educazione finanziaria. Pensati in particolare per l’ITE e l’ITC, questi corsi stanno registrando anche una discreta affluenza da parte degli iscritti agli altri percorsi di studio. L’esigenza dello studio dei metodi della leadership parte dalla constatazione di quanto sia importante al giorno d’oggi la
collaborazione creativa ed efficace nell’ambiente di lavoro. Sul versante dell’economia proprio in questo periodo si sta tenendo Economic@mente, organizzato insieme alla Associazione nazionale promotori finanziari (www.anasf.it): in esso viene trattato il tema del valore della pianificazione finanziaria per raggiungere i propri obiettivi, spiegando gli strumenti messi a disposizione dal mercato per soddisfare le esigenze della vita. L’innovatività del progetto consiste nel partire dalle reali esigenze dei ragazzi per sviluppare attitudini che consentano di perseguire obiettivi definiti sulla base delle proprie priorità.
proprio dal santo vescovo Gregorio Barbarigo, che oltre tre secoli fa fece stampare il Corano a Padova. Il mondo arabo è oggi una realtà di oltre 400 milioni di persone, sempre più importante sotto tutti i punti di vista. Un “universo” dal quale ci separano appena poche centinaia di chilometri di mare, ma che negli ultimi anni è sempre più venuto “a casa nostra” (sono migliaia ormai gli arabofoni residenti in Veneto). Ecco perché lo scorso 24 ottobre, per il quinto anno consecutivo, il corso base di lingua araba, che si protrarrà fino a marzo 2011, per un totale di 40 ore.
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OPEN DAY 2010 Appuntamento il 28 novembre e il 15 gennaio per far conoscere sempre più e sempre meglio il Barbarigo
Si terranno domenica 28 novembre, giornata della scuola cattolica, dalle 16 alle 18.30, e sabato 15 gennaio 2011 (16- 18.30), i prossimi Open Day del Collegio Vescovile. Il programma del primo incontro prevede di iniziare con un concerto dell’orchestra musicale del Collegio, seguito dalla presentazione del rettore, nella quale verranno illustrati brevemente gli obiettivi generali e le peculiarità dell’Istituto. Verrà quindi spiegato ciascuno dei corsi di studio attivati (Scuola Media, Ginnasio Liceo Classico, Liceo Scientifico, Liceo Musicale, Istituto Tecnico Economico e Istituto Tecnico Commerciale). Infine i genitori avranno la possibilità di visitare
gli ambienti e le strutture del Collegio e di parlare direttamente con i docenti. Le due giornate di Open Day, come suggerisce la stessa espressione, rappresentano un’occasione preziosa per aprirsi alla città, dando la possibilità ai ragazzi e alle famiglie di conoscere l’offerta formativa del Barbarigo, assieme ai suoi punti di forza e ai valori perseguiti. Per questa ragione tutti sono chiamati a collaborare all’iniziativa, in primo luogo diffondendone la notizia: alunni, famiglie, ex allievi e collaboratori, e in generale tutti gli amici del Collegio. Ovviamente la direzione è disponibile a incontri di presentazione anche in altre occasioni.
FEDE E CULTURA - EX ALLIEVI
INCONTRO CON IL CARDINAL RUINI Si è tenuto lo scorso martedì 26 ottobre, presso il teatro dell’Istituto Don Bosco, l’incontro con il Cardinal Camillo Ruini, a lungo presidente della Conferenza Episcopale Italiana e attualmente responsabile del Progetto Culturale della Cei. Lo spunto è stato offerto dal libro “Dio Oggi. Con Lui o senza di Lui cambia tutto”, che raccoglie i principali interventi dell’omonimo convegno internazionale, svoltosi a Roma nel dicembre 2009 (vedi lo speciale allegato). Di fronte a un Occidente che sembra rinnegare ogni giorno le sue radici, anche per la Chiesa si pone l’esigenza di non dare più nulla per scontato e di rimettere al centro la riflessione su Dio. FEDE E CULTURA
I DISEGNI DI PADRE LELE A 25 anni dal suo assassinio in terra di missione, il 24 luglio 1985, il ricordo di Ezechiele Ramin invece di diminuire aumenta sempre più, non solo nella mente di chi lo ha conosciuto, bensì anche nelle nuove generazioni. L’esigenza di non dimenticare la figura e la testimonianza di Padre Lele, definito “martire della carità” da Giovanni Paolo II, trova espressione in iniziative come la mostra Frammenti di un mosaico, dedicata ai suoi disegni, che si è tenuta dal 9 al 26 settembre nelle scuderie di Palazzo Moroni, registrando l’afflusso di un pubblico numeroso. Padre Lele non ha mai smesso di dise-
gnare, fin dagli anni di scuola trascorsi al Barbarigo: dai primi soggetti familiari alle immagini su temi religiosi, fino ai meninhos de rua e agli indios brasiliani, le sue opere ci mostrano passo dopo passo la sua sensibilità e la sua crescita interiore, fino al sacrificio estremo del martirio. Interessante anche il catalogo delle opere, curato da Fabiano Ramin e da M. Cristina Ferin, pubblicato da Imprimenda. Un’occasione anche per gli allievi e gli amici del Barbarigo per scoprire e tenere viva la figura di un umile ma grande testimone dei nostri tempi.
Un’esigenza sentita con particolare urgenza da Papa Benedetto XVI quando dice che “si tende a ridurre l’uomo ad una sola dimensione, quella ‘orizzontale’, ritenendo irrilevante per la sua vita l’apertura al Trascendente”. L’incontro con il Cardinal Ruini, figura centrale del dibattito politico e culturale nell’Italia degli ultimi anni, è stato organizzato dall’Associazione degli ex-allievi del Barbarigo, con l’intervento del presidente Alberto Franceschi e di Don Giancarlo Battistuzzi, ex rettore del Collegio. L’evento ha registrato un grande successo di pubblico ed è stato anche trasmesso da Telechiara. gli Ex-Allievi
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NOVEMBRE-DICEMBRE 2010
CALENDARIO NOVEMBRE 1-2 Vacanza festività Tutti i Santi
13 Spettacolo teatrale "Noi... Lobacevskij" (ore 20.45; repliche il 14, il 19 e il 20, stesso orario)
17 Consiglio di Istituto (ore 16.30) 22-23 Consigli di classe SS1G (ore 16.00)
24 Ricevimento generale Genitori (ore 15.00 – 18.00)
DICEMBRE 1 50° anniversario della canonizzazione di S. Gregorio Barbarigo (ore 18.00 – 21.30)
2 Collegio Docenti Unitario 9 Celebrazione eucaristica per l’80° compleanno di don Alberto Gonzato (ore 18.30, chiesa di San Nicolò)
6-8 Vacanze dell’Immacolata 16 Celebrazione della Parola con il Vescovo in cattedrale (ore 9.00)
San Gregorio Barbarigo (Venezia 1625 – Padova 1697)
28 Open Day (ore 16.00 – 18.30)
21 Concerto di Natale (ore 21.00)
COMUNITÀ
L’ARCHIVIO DI DON FLORIANO
ILBARBARIGO
nasce non solo per informare, ma anche per essere uno spazio di condivisione di idee ed esperienze tra quanti compongono la comunità del Collegio Vescovile, a partire dagli studenti e dalle loro famiglie, per arrivare agli ex allievi. Se avete notizie o idee da proporre, ricorrenze felici come compleanni, matrimoni e battesimi, oppure meno felici come funerali e memori, non esitate a scrivere al nostro indirizzo di posta elettronica: saremo lieti di rispondervi e, se possibile, di soddisfare le vostre richieste.
LA NOSTRA STORIA
Concerto di Natale, 2008 Il Barbarigo pubblicazione informativa bimestrale del Collegio Vescovile Barbarigo, scuola paritaria (Scuola Media, Ginnasio Liceo Classico, Liceo Scientifico, Liceo Musicale, Istituto Tecnico Economico e Istituto Tecnico Commerciale) Direttore: Don Cesare Contarini Coordinamento di redazione: Daniele Mont D’Arpizio Via dei Rogati 17, 35122 Padova Tel. 049-8246911 Fax 049-8246950 comunicazione@barbarigo.edu
Classe delle elementari, 1945 circa.
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Speciale
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COME SI PONE OGGI LA DOMANDA SU DIO LA PRIMA PARTE DELLA RELAZIONE DEL CARD. CAMILLO RUINI ALL’INCONTRO “DIO OGGI. CON LUI O SENZA DI LUI, CAMBIA TUTTO”,TENUTOSI A PADOVA IL 26 OTTOBRE 2010
Inizio con una domanda: la gente oggi crede ancora o non crede più in Dio? La risposta prevalente tra i sociologi della religione qualche decennio fa era che molta gente ci crede ancora ma la fede in Dio sta diminuendo ed è difficilmente compatibile con lo sviluppo moderno della cultura e della società, almeno in Occidente. Perciò la fede in Dio sarebbe destinata praticamente a scomparire, o a sopravvivere in qualche gruppo che si isoli in se stesso e rifiuti la modernità. Grosso modo, era questa la tesi della “secolarizzazione” come esito fatale della modernità. Oggi questa tesi è molto contestata e per lo più abbandonata, di fronte al fatto evidente della ripresa delle grandi religioni – in particolare della loro nuova rilevanza sulla scena pubblica – e anche del rinnovato vigore del senso e della ricerca religiosa tra la gente in Occidente. Ma come stanno realmente le cose? Per rispondere faccio riferimento soprattutto all’opera imponente del filosofo, storico e sociologo canadese Charles Taylor L’età secolare (A Secular Age), pubblicata nel 2007 e tradotta da Feltrinelli nel 2009. Egli nega che esista un rapporto automatico tra modernità e perdita o diminuzione della fede in Dio. Ciò può essere vero per alcuni paesi, come ad esempio quelli del NordEuropa, ma non per tutti: ad esempio non è vero per gli Stati Uniti d’America. La netta distinzione tra politica e religione, come anche tra la religione e le altre dimensioni dell’esistenza (economiche, scientifiche, artistiche, ricreative…), è ormai una caratteristica comune delle attuali società democratiche, che può restringere la presenza di Dio nella nostra esperienza di vita ma non contrasta necessariamente con la fede in lui. Il cambiamento decisivo avvenuto in questo campo può invece riassumersi così: dalla metà dell’800, quindi ormai da più di 150 anni, siamo passati da una società nella quale era “virtualmente impossibile non credere in Dio, ad una in cui, anche per il credente più devoto, credere in Dio è solo una possibilità umana tra le altre”. Il vero nucleo della secolarizzazione, secondo Taylor, sta proprio qui: nel considerare la fede in Dio come un’opzione tra le altre. Personalmente mi ritrovo in questa analisi e anche nelle indicazioni di massima che Taylor ricava da essa. Secondo lui si è affermata in Occidente, non solo tra le persone di cultura ma ormai anche tra la gente comune, la convinzione di un “fiorire dell’uomo”, cioè di un ideale di pienezza della vita, che sarebbe possibile senza Dio. E’ questa oggi per la fede la sfida decisiva, una sfida chiaramente non solo intellettuale ma spirituale, morale, esistenziale, alla quale non si può rispondere limitandosi a criticare la sensibilità attuale e a mettere in evidenza i suoi indubbi limiti, ma piuttosto attingendo alla ricchezza della proposta cristiana su Dio e sull’uomo per offrire a questa sensibilità una possibilità di realizzazione ben più piena e ben più grande. Alla base sta la certezza, confermata anche dagli sviluppi attuali della storia, che il rapporto dell’uomo con la religione e con Dio è tanto profondo che, quando cambiano
anche radicalmente i contesti sociali e culturali, la domanda religiosa non si estingue, ma si ricompone in forme più adatte alla nuova situazione. All’interno di questo quadro vorrei precisare, in modo un po’ più organico, l’atteggiamento con il quale va posta la questione di Dio. Anzitutto dobbiamo rinunciare alla pretesa di un approccio “neutrale”, puramente oggettivo o scientifico. La questione di Dio, infatti, coinvolge inevitabilmente la persona, il soggetto che la pone, poiché ha a che fare con il senso e la direzione della nostra vita e con il modo in cui interpretiamo noi stessi e tutta la realtà. Non è esagerato, dunque, affermare che “con Dio o senza Dio cambia tutto”. Come ha osservato l’allora Cardinale Ratzinger (L’Europa di Benedetto nella crisi delle culture, 2005), non esiste, riguardo a Dio, nemmeno uno spazio di neutralità che ci consenta di rifugiarci in una posizione agnostica: l’agnosticismo, cioè l’astenersi dal prendere posizione riguardo all’esistenza di Dio, può infatti essere sostenuto teoricamente ma è molto più difficile da vivere praticamente. Nella pratica siamo costretti a scegliere tra le due alternative già individuate da Pascal: o vivere come se Dio non esistesse, oppure vivere come se Dio esistesse e fosse la realtà decisiva della nostra esistenza. Se ci comportiamo secondo la prima alternativa adottiamo di fatto una posizione atea, e non soltanto agnostica. Se invece ci decidiamo per la seconda alternativa adottiamo una posizione credente: in concreto la questione di Dio non è dunque evitabile. Bisogna subito aggiungere però che, per quanto importante e decisiva possa essere la questione di Dio per la nostra vita e per l’interpretazione di tutta la realtà, non possiamo tuttavia arrestarci a questo aspetto. Dobbiamo affrontare in maniera diretta anche la domanda riguardo alla realtà di Dio, cioè alla sua esistenza o non esistenza. Se infatti Dio non esistesse ogni riconoscimento della sua importanza per noi rimarrebbe inevitabilmente sospeso nel vuoto, anzi sarebbe illusorio. Quindi la domanda a cui la vita stessa rimanda è in ultima analisi quella se Dio ci sia o non ci sia (e, inseparabilmente, chi o che cosa egli sia). A questa domanda bisogna dedicare tutto l’impegno e il rigore della nostra intelligenza, pur rimanendo sempre consapevoli che non si tratta di una questione puramente intellettuale e teoretica. Inoltre, la stessa impossibilità di un approccio neutrale alla questione di Dio non costituisce soltanto un nostro limite. Al contrario, racchiude un significato fortemente positivo, che consiste proprio nel totale coinvolgimento di noi stessi, della nostra esperienza di vita, della libertà e degli affetti, insieme all’intelligenza e alle sue capacità critiche. E’ vera specialmente a questo riguardo la parola di S. Agostino (De diversis quaestionibus, 85,35,2): “si conosce veramente solo ciò che si ama veramente”. Specialmente quando si tratta di Dio è sbagliato dunque rinchiudersi in una prospettiva razionalistica. Card. Camillo Ruini
“Non c’è un rapporto automatico tra modernità e perdita o diminuzione della fede in Dio”