il BARBARIGO marzo-aprile 2011

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IL

BARBARIGO

P u b b l i c a z i o n e i n f o r m a t i v a b i m es t r a l e d e l C o l l e g i o V es c o v i l e B a r b a r i g o d i P a d o v a

NUMERO 2 MARZO-APRILE 2011

SPECIALE Don Floriano pp. 77-9

RAGAZZI D’EUROPA Visite d’istruzione in Baviera, a Madrid, Vienna e Mauthausen, Roma, Trieste, Milano; scambi culturali con la Norvegia (splendidamente riuscito il soggiorno nordico) e con l’Olanda (a metà marzo); contatti con un prestigioso istituto della Carinzia per prossime collaborazioni; apertura al programma europeo Leonardo; incontri legati al circuito Elos: non mancano al Barbarigo opportunità per respirare largo, per sentirsi cittadini di una patria grande come l’Europa. Se ancora si discute molto – spesso oziosamente o in malafede – sul significato dell’unità d’Italia, al Barbarigo si punta a far crescere ragazze e ragazzi capaci di stare in Europa, attenti alla dimensione internazionale, aperti a orizzonti più ampi del campanile di paese o del proprio naso. E non è scontato! “Perché devo studiare inglese e spagnolo? – chiedeva qualche

In questo numero giorno fa un ragazzino delle prime classi – Io sono italiano, siamo in Italia!”. A parte il dovere primario di imparare bene l’italiano (senza massacrarlo con stilemi da sms o chat…), è necessario comprendere che la lingua straniera, l’inglese soprattutto, non è solo una “materia” da studiare sui libri: è strumento di comunicazione, è opportunità d’incontro, è mezzo di “sopravvivenza” quando si è ospiti all’estero… Se c’è un “ahimè” da dire sulla formazione scolastica dei miei anni giovanili, certamente riguarda la formazione linguistica, tanto che ora ci si trova magari capaci di leggere un testo ma sprovveduti di fronte a una conversazione, un servizio tv, un convegno: ahimè! Per studenti e studentesse di oggi non può essere così: li vogliamo ragazzi d’Europa! Al lavoro allora, tutti insieme, per appropriarsi bene delle lingue, magari raggiungendo qualche (Continua a pagina 2)

I Care… una Quaresima alla Scuola di Don Milani

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I “leoni” finanziari del Barbarigo

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1 e 2 aprile Giornate culturali autogestite

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In Norvegia “lavoro piacevole”

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Arrivano i podcast su Sant’Agostino

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L’impegno per una scuola basata sulla persona

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Il 24 marzo tutti al teatro

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Serata ampezzana per l’Ensemble Floriana

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Speciale Don Floriano

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P RI MO P IA N O

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QUARESIMA DI SP IRITUALITÀ

I CARE… UNA QUARESIMA ALLA SCUOLA DI DON LORENZO MILANI Comincia il tempo della Quaresima, che sentiamo anche per la nostra Comunità del Barbarigo come un’occasione preziosa di preparazione alla Pasqua. La Quaresima è anche tempo penitenziale che ci invita alla conversione del cuore: tutti abbiamo qualcosa che vorremmo cambiare e rendere migliore nella nostra vita, a partire da noi stessi, dal nostro rapporto con Dio e con i fratelli… anche nel nostro modo di “stare” a scuola c’è forse qualcosa da migliorare, perché lo “stare” possa diventare “vivere” non tanto “a scuola” ma “la scuola”. In quest’anno scolastico 2010-2011 al Barbarigo, siamo tutti impegnati a riscoprire il nostro vero volto, come singoli e come comunità. E in questo pensiamo possa esserci di grande aiuto la testimonianza di don Lorenzo Milani, prete fiorentino morto nel 1967, con una vicenda biografica e spirituale molto particolare, vero uomo di Dio dedito, fino all’ultimo giorno della sua giovane vita, all’avventura stupenda della formazione di tanti giovani che, nell’Italia del secondo dopoguerra, senza di lui sarebbero stati costretti a rimanere ai margini della società, perché privi di ogni forma di istruzione. Abbiamo scelto di farci accompagnare da lui nel nostro itinerario di conversione “scolastica”, sicuri che la sua esperienza e i suoi scritti hanno ancora molto da insegnare a tutti: alunni, docenti, genitori e l’intera Comunità scolastica intesa, nel suo complesso, come “soggetto educante”. A partire dallo slogan che campeggiava in tutte le aule della sua piccola Scuola di Barbiana:

SEGUE DALLA P RIMA

RAGAZZI D’EUROPA certificazione internazionale; per conoscere meglio la storia e la geografia “viva” dell’Europa, fatta anche di turismo consapevole, letture appropriate, informazioni d’attualità (non solo sui campionati di calcio…); per approfondire i valori attraverso cui l’Europa si identifica e si costruisce (pace, condivisione democratica, sana laicità, progresso economico…), comprendendo cosa tali valori significano per ciascuno (diritti e doveri); per maturare la capacità di fare scelte e prendere iniziative per lo studio e un lavoro futuro in contesto europeo e internazionale. La strada è lunga, bella, affascinante: il Barbarigo è già in cammino! don Cesare Contarini

I CARE, mi interessa, mi prendo cura, mi sta a cuore… un modo sintetico per dire che non ci può essere educazione se prima non c’è attenzione per chi mi vive accanto o mi viene affidato; se manca l’interesse e la curiositas per ciò che mi viene insegnato. Speriamo anche, con qualche classe, di poter raggiungere Barbiana per un giorno di scuola un po’ particolare, così da toccare con mano il metodo straordinario di questo piccolo grande prete educatore. Tutto questo ci verrà ricordato nelle prossime cinque settimane, attraverso il grande cartello preparato da alcuni studenti, esposto nell’atrio d’ingresso della nostra scuola; attraverso il “segnalibro” colorato che settimanalmente verrà consegnato a ciascun studente nel quale sarà proposto un passo del Vangelo di ogni domenica di Quaresima e una citazione degli scritti di don Milani. Aiutandoci, correggendoci, sostenendoci nelle difficoltà, ci eserciteremo a “prenderci cura” l’uno dell’altro e anche di chi è meno fortunato di noi: così, con i nostri “digiuni quaresimali” sosterremo un progetto di formazione promosso dai nostri missionari fidei donum a favore dei giovani della Diocesi di Chiang Mai in

Thailandia, per il quale servono circa 5.000 Euro. Siamo certi che, al termine di questo cammino, molti scopriranno che il primo a prendersi cura di noi è proprio Dio il quale, in Gesù, desidera incontrarci al pozzo della vita (Samaritana), ridonarci la capacità di vedere la luce (cieco nato), restituirci alla vita (Lazzaro) perché sempre più la nostra gioia sia piena, come è avvenuto in tanti secoli per i catecumeni che in questi quaranta giorni si preparavano a ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana... Con alcune classi incontreremo anche loro, immaginariamente, visitando il Battistero e la Cattedrale della nostra Città, così da riappropriarci del gusto della nostra fede. E allora sarà davvero Pasqua! don Lorenzo Celi - animatore spirituale


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SCUOLA

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STUDENTI

I “LEONI” FINANZIARI DEL BARBARIGO 20 gennaio 2011, vento di tramontana, probabili nevicate e -5°. Questa è una data memorabile per il gruppo H.S.L. (Hic Sunt Leones), non certo per le condizioni meteorologiche, ma per l’evento che si è svolto. Alle ore 16:30 si è tenuta la premiazione del concorso “Conoscere la Borsa – 2010”; nella sala conferenze della sede centrale della Sparkasse (Cassa di Risparmio di Bolzano per intenderci), sono stati premiati i primi cinque gruppi universitari e delle scuole superiori; noi, il gruppo H.S.L, ci siamo classificati primi nella seconda categoria. La cerimonia è stata aperta e presieduta dal presidente Norbert Plattner, che ha anche ascoltato le presentazioni dei vari gruppi. Arrivato il nostro turno, naturalmente emozionati, ci siamo presentati e l’esposizione della nostre strategie di mercato ha riscosso un notevole successo. Questo grande risultato ci ha permesso di essere conosciuti nel Triveneto - e non solo - come alunni dell’istituto Barbarigo di Padova, grazie ad alcune testate giornalistiche e anche a un’intervista televisiva rilasciata dal nostro capogruppo Matteo Fusaro. Terminata la premiazione, abbiamo preso parte ad un ricco simposio festeggiando questo evento per noi importante. Ed ecco come è nata la nostra partecipazione al concorso! Verso la fine di settembre uno di noi, casualmente, ha trovato un dépliant informativo riguardante un concorso, basato sulla compravendita di azioni, con un patrimonio iniziale di 50.000 euro virtuali: insomma il lavoro di un broker! Da principio è stato arduo guadagnare tut-

tavia, anche se privi di conoscenze specifiche nel campo finanziario, l’attenzione al “Ragionamento, caratteristico della formazione liceale” ci ha permesso di acquisire quel “modus operandi” indispensabile per vincere. Abbiamo vissuto il nostro primo approccio con il mondo economico come una sfida, senza perderci d’animo di fronte alle difficoltà e agli imprevisti, apprendendo utili conoscenze per acquisire un rapporto responsabile con il denaro e fare investimenti validi. La nostra strategia inoltre è stata di anticipare le scelte di mercato e di investire nei settori strettamente legati alla vita delle persone. Infatti, tra i titoli offerti dalla piattaforma virtuale della Banca, abbiamo investito nel settore automobilistico, tecnologico, bancario e nel mercato del lusso, monitorando costantemente il loro andamento finanziario e cercando sempre di vendere e

STUDENTI

1 E 2 APRILE GIORNATE CULTURALI AUTOGESTITE Come deliberato all'unanimità dal Consiglio d'Istituto, sono state fissate per venerdì primo aprile e sabato due delle Giornate culturali autogestite. Destinatari sono tutti gli studenti delle Superiori. Durante le giornate si osserveranno gli orari consueti e la presenza sarà obbligatoria; eventuali assenze andranno quindi giustificate come prassi nei giorni di lezione. Passiamo al programma: il 28 febbraio i rappresentanti degli studenti (tra i quali saranno individuati uno o due coordinatori) hanno presentato al preside una bozza del programma, che verrà pubblicizzato - salvo contrattempi - entro il

15 marzo. Sono comunque previsti momenti assembleari (distinti per bienni e trienni) con relatori esterni e laboratori misti, a numero programmato, con la conduzione affidata a studenti e/o ospiti che si assumeranno la responsabilità dei tempi e degli spazi loro affidati. Ogni studente o gruppo di studenti ha potuto portare proposte e richieste ai rappresentati d’istituto. È opportuno ricordare che le attività e iniziative proposte sono riservate, di mattina e di pomeriggio, ai soli studenti del Barbarigo: eventuali ospiti dovranno quindi essere autorizzati dal preside.

acquistare nei momenti più propizi. Oltre a ciò, abbiamo attivato alcuni investimenti ad alto indice di rischio (Unicredit, Renault, Porsche), ricordando la celeberrima frase di D’Annunzio: “Memento audere semper”. Il nostro risultato è quindi bipartito: accostando fortuna e strategia, siamo riusciti a vincere. Questo concorso ci ha offerto la possibilità di capire l’importanza di saper gestire il denaro e di collaborare insieme in un gioco di squadra vincente! Per il futuro siamo stati invitati al Meeting nazionale di "Conoscere la Borsa", organizzato dalle Casse di risparmio a Cuneo dal 24 al 26 marzo. Il programma prevede conferenze di argomento economico ma anche visite alla città. Giulio Bertolini, Prima Classico Francesco Fossato, Prima Classico Matteo Fusaro, Prima Classico Gianmaria Viero, Terza Scientifico


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SCAMBI INTERNAZIONALI

IN NORVEGIA “LAVORO PIACEVOLE” Alla fine sono tornati stanchi, felici e nemmeno troppo infreddoliti (se è vero che la temperatura non è mai scesa al di sotto dei -2°). La visita è durata dal 30 gennaio al 5 febbraio, e ha coinvolto un gruppo di dodici studenti, provenienti dal quarto anno dei licei: Veronica Barbiero, Miriam Buson, Luca Ceccato, Ludovica Fabris, Filippo Fornaro, Maria Francesca Fortunato, Mattia Marinello, Giorgia Mori, Angela Onisto, Sofia Pinato, Edoardo Sattin e Lucrezia Semenzato, accompagnati dalle professoresse Rita Baroni e Margherita Coeli. Dopo l’arrivo in aereo domenica sera, il primo giorno è stato dedicato alla condivisione del programma e alle presentazioni, seguite da un momento di aggregazione

con falò sulla neve (il programma raccomandava a caratteri cubitali di portare VESTITI CALDI). Il giorno dopo è stata la volta della visita a Oslo, mentre i successivi sono stati dedicati allo studio, alla socializzazione e allo scambio linguistico. Per i ragazzi del Barbarigo c’è stato poi anche un momento di soddisfazione agonistica, con la vittoria nel torneo di pallavolo. «Non si è trattato di una vacanza – ci ha detto la professoressa Coeli –; è stata una settimana di lavoro ‘piacevole’, pur sempre di lavoro però si è trattato». L’evento ha coinvolto circa un centinaio di persone provenienti da Olanda, Spagna, Slovenia e ovviamente dalla Norvegia, e rientra nel programma internazionale per le scuole superiori Comenius, al quale il

CULTURA E TECNOLOCIA

ARRIVANO I PODCAST SU SANT’AGOSTINO I termini “podcast” e “podcasting” derivano da iPod, il popolare riproduttore di file audio MP3, e broadcasting, la parola inglese che indica una trasmissione radiofonica o televisiva (BBC ad esempio esempio significa British Broadcsting Company). Pocasting significa quindi “tramettere direttamente sull’iPod”, e può essere definita come «registrazione digitale di una trasmissione radiofonica o simili, resa disponibile su internet con lo scopo di permettere il download su riproduttori audio personali» (Oxford 2005). In effetti una caratteristica del modo contemporaneo di vedere e vivere il web è rappresentata, oltre che dalla grande diffu-

sione dei cosiddetti social networks, anche da una spiccata propensione alla multimedialità. Anche il Collegio Barbarigo si sta muovendo su questa strada; un esempio viene da Agostino e le buone del vivere, il ciclo di letture agostiniane che si concluderà il prossimo mercoledì 7 aprile: sull’apposita pagina del sito sono già disponibili le registrazioni dei primi tre appuntamenti, a cui via via si aggiungeranno anche le altre. Un modo per condividere un’esperienza intellettuale interessante e un ottimo ausilio per la didattica, gratuitamente a disposizione di tutti gli internauti. Anche internet può aiutare la condivisione e la formazione di una comunità!

Barbarigo aderisce fin dal 2000: un’esperienza giudicata molto positiva sotto tutti gli aspetti, didattici ed educativi. Il fatto di soggiornare presso famiglie del posto permette di venire a contatto con le abitudini e gli stili di vita di un altro paese: un’occasione per confrontarsi e per aprirsi al mondo, ma anche per focalizzare i propri punti di forza e quelli dei nostri amici europei. I popoli nordici sono ad esempio apprezzati per la dimestichezza con l’inglese, per altro facilitata dalla vicinanza linguistica; degli alunni italiani invece piacciono all’estero soprattutto la preparazione e la vivacità intellettuale. Padova, come grande città e culla di cultura, è poi amatissima dai partner stranieri, sia per la sue qualità di città d’arte che per l’efficienza dell’organizzazione targata Barbarigo. E proprio a Padova avrà luogo il prossimo appuntamento; l’incontro si terrà tra il 13 e il 19 aprile, a cavallo della Domenica della Palme. Una occasione per incontrare amici vecchi e nuovi.


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P E R SO N E

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MARINA MONTECCHIO BARBATO , NUOVA PRESIDENTE DELL’AGESC DI ISTITUTO

L’IMPEGNO PER UNA SCUOLA BASATA SULLA PERSONA

Lo scorso 16 febbraio 2011 l'assemblea elettiva Agesc di Istituto ha rinnovato gli organi dell'associazione. Al termine delle votazioni, il nuovo comitato risulta così composto: Presidente: Marina Montecchio Barbato; Vicepresidente: Marina Procidano Semenzato; Segretaria: Antonella Arengi Bentivoglio Nicolini; Tesoriera: Maria Beatrice Ravagnan Mason. Sono stati poi designati i delegati all'Assemblea provinciale, a cui di diritto partecipa la presidente Montecchio: danno disponibilità le signore Procidano e Ravagnan, la signora Fiorella Andretta Sgrò (presidente uscente), la signora Alessandra Maragno Notaro (rappresentante Agesc in Consiglio d'Istituto) e il signor Fabio Argenti.

L’Associazione Genitori Scuole Cattoliche è sorta nel 1975, come "strumento" che le famiglie si sono date per aiutarsi ad approfondire i rapporti con la scuola, la Chiesa e la società civile: un compito che oggi assume un significato particolare, da un lato con la crisi che sembra coinvolgere ogni istituzione educativa (compresa la famiglia), dall’altro con la continua diminuzione delle risorse, private e statali, da ultimo tagliate anche nella finanziaria regionale. Ne abbiamo parlato con la nuova presidente da poco eletta al suo primo mandato: ex studentessa del Barbarigo e laureata in economia, Marina Montecchio lavora attualmente come analista finanziaria presso un istituto di credito ed è madre di tre figli, due dei quali frequentano il Barbarigo. Signora Montecchio, gli impegni sicuramente non le mancano: come mai ha accettato questo nuovo incarico? «Spero che l’impegno con l’Agesc mi porti a seguire ancora di più i miei figli, e allo stesso tempo a dare un contributo alla scuola cattolica. Si tratta per me di un’esperienza nuova, a cui mi avvicino con molto interesse. Penso che la scuola sia fondamentale per i nostri ragazzi poiché, al di là dello studio e dell’apprendimento delle nozioni, pur necessari, li coinvolge nello loro totalità di persone. È quindi necessario investire sull’educazione, anche in termini di tempo e di impegno». Perché trova giusto impegnarsi per la scuola cattolica? «Per gli stessi motivi per cui ho scelto il

Barbarigo per i miei figli: perché è una scuola attenta alla persona, che può aiutare i ragazzi, in collaborazione con la famiglia, a crescere e a sviluppare il loro senso critico, coltivando al contempo anche i valori umani e cristiani. Penso che sia questo il ruolo della scuola paritaria, che non deve per forza essere vista in contrapposizione con la scuola pubblica. Si tratta anzi due realtà complementari». Quali sono i propositi e le speranze per il suo mandato? «Credo molto nella collaborazione delle famiglie con la scuola, mi auguro quindi di fare il possibile perché queste si sentano sempre più coinvolte nella vita dell’Istituto. In questo senso vedo già il Barbarigo molto aperto, ma vogliamo comunque dare voce ai genitori, tenere l’orecchio aperto alle loro necessità. In questo senso penso che il ruolo dell’Agesc sia un po’ quello di essere un ponte tra famiglie e la scuola. Anche per quanto riguarda il rapporto con il territorio e le istituzioni che lo rappresentano ci sono spazi per migliorare. Il mondo della scuola sta purtroppo attraversando un periodo di tagli generalizzati, non solo per gli istituti paritari: un problema particolarmente grave, a mio avviso, è ad esempio quello del trattamento degli alunni con disabilità. A questo riguardo mi pare che l’Agesc si stia dando molto da fare, in collaborazione con gli altri istituti, anche pubblici, per far sentire la propria voce per una scuola migliore e più giusta». www.agesc.it

CLUB LOBACEVSKIJ

IL 24 MARZO TUTTI AL TEATRO Il Barbarigo è lieto di presentare, dopo i successi dello scorso novembre, una nuova edizione del dramma “Noi... Lobacevskij”, messo in scena dalla “Compagnia Ricerca Relativa”, formata da studenti e docenti del Collegio. Nikolaj Ivanovich Lobacevskij (1792 1856), matematico russo, è considerato il padre delle geometrie non euclidee; attraverso la rivisitazione drammatica di alcuni aspetti della sua vita e della sua famiglia Giorgia Mazzucato e il professor Antonio Da Re hanno costruito un'opera complessa e coinvolgente, che ha l'obiettivo dichiarato di mettere in crisi i luoghi comuni e i pensieri unici, conducendoci ad esplo-

rare le più verità della nostra esistenza. Rispetto alla messa in scena di fine 2010 si tratta non di una replica, bensì di un'edizione completamente rinnovata, contenente molti temi nuovi e un diverso adattamento di regia. L'appuntamento è per giovedì 24 marzo presso il teatro Don Bosco, in via De Lellis 4 (quartiere Forcellini). L'ingresso è ad offerta libera e gli incassi saranno devoluti ad Emergency. “Adulti e ragazzi stretti nel canovaccio del coraggio, quello di osare ed usare tutto quello che possono per essere migliori. Opera di grande interesse creativo, educativo e psicologico nello stesso tempo...” (Vera Slepoj, psicologa e psicoterapeuta).


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A P P U N T A M E NT I

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APPUNTAMENTI

SERATA AMPEZZANA PER L’ENSEMBLE FLORIANA Venerdì 4 marzo 2011, alle ore 19, l'Ensemble d'Arpe Floriana si esibisce assieme alla "Schola Cantorum" nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, in Corso Italia a Cortina d'Ampezzo (Belluno). L'Ensemble d'Arpe Floriana è una straordinaria formazione orchestrale composta da 25 ragazze che frequentano il Corso d'Arpa presso l'Istituto Barbarigo. Le giovani arpiste, dagli 8 ai 24 anni (allieve/ diplomate), suonano su arpe celtiche e classiche. Il gruppo è stato costituito ed è diretto dall'anno 2000 dalla Professoressa Maria Chiara Bassi e ha partecipato a diversi scambi, manifestazioni culturali e tournèe in Italia e all'estero, riscuotendo sempre numerosi consensi di pubblico e di critica. www.ensembledarpefloriana.com

DAL WEB

CALENDARIO

Cosa significa per te il Barbarigo?

MARZO 3-5 Visite di istruzione

Geremia Ceretta «Quello che sono adesso e come affronto la vita, nel bene e nel male».

7-9 Vacanze di Carnevale

Donatella Verderi «Stile di vita e valori». Rossana de Gaetano «Spero sarà il futuro scolastico di mio figlio. Ci ho visto valori, armonia, passione, opportunità di crescere in un ambiente sano e protetto. La palestra nella quale mio figlio possa lasciarsi alle spalle la fanciullezza e l'adolescenza per affacciarsi alla vita».

10 Incontro Agostino e le buone domande del vivere

APRILE 1-2Giornate culturali autogestite (v. pag. 3) 7 Ultimo incontro del ciclo Agostino e le buone domande del vivere 13 Collegio Docenti Unitario

10-11 Consigli di Classe ultimi anni Licei 21-25 Consigli di classe.

15 Ricevimento Genitori (ore 16-19)

23 Incontro Agostino e le buone domande del vivere

21-26 Vacanze di Pasqua

24 Rappresentazione teatrale "Noi... Lobacevskij" (v. pag. 3)

24 Pasqua di risurrezione

L’ARCHIVIO DI DON FLORIANO

I L B A R B A RI G O

pubblicazione informativa bimestrale del Collegio Vescovile Barbarigo, scuola paritaria (Scuola Media, Ginnasio Liceo Classico, Liceo Scientifico, Liceo Musicale, Istituto Tecnico Economico e Istituto Tecnico Commerciale). Direttore: Don Cesare Contarini Coordinamento di redazione: Daniele Mont D’Arpizio Via dei Rogati 17, 35122 Padova Tel. 049-8246911 Fax 049-8246950 Hanno collaborato a questo numero: Giulio Bertolini, don Lorenzo Celi, Piero Cioffredi, Margherita Coeli, Antonio Da Re, Francesco Fossato, Matteo Fusaro, M. Federica Rigobello, Gianmaria Viero.

I “Cameristi di Venezia” al Barbarigo, primo violino Paolo Ceccaroli.1973

comunicazione@barbarigo.edu


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S P E C IA LE

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DON FLORIANO FA 90 Lo scorso 11 gennaio 2011 monsignor Floriano Riondato ha compiuto 90 anni, di cui oltre 65 spesi nel nostro Istituto. Con lui e per lui abbiamo ringraziato il Signore in una concelebrazione eucaristica nella chiesa di San Tomaso (Padova). Sabato 22 gennaio ha poi avuto luogo un concerto in suo onore nel teatro del Barbarigo, cui è seguito un incontro conviviale. Riportiamo di seguito alcuni degli auguri e dei pensieri che ci sono giunti via internet, ringraziando tutti per il pensiero e la vicinanza. Sempre viva don Floriano! Andrea Cecconi Mitico Don Floriano, è rimasto sempre uguale e pieno di energia!!!! Sono stati anni fantastici, ricordi bellissimi e indimenticabili. Straordinaria persona, che mi ha trasmesso e insegnato il linguaggio e le sensazioni della musica prima ancora della tecnica. Lunga vita a lui, benessere e felicità!!!! Adolfo Bellini Un grosso abbraccio e Don Floriano Maestro di Musica e Vita. Grazie Don Floriano, grazie! Alessandro Penzo Sinceri auguri a Don Floriano per i suoi primi 90 anni, buona giornata. Andrea Gottardo Grazie Don Floriano per tutto quello che ci hai trasmesso. Un abbraccio. David Pignotti Quanti anni.....

Edoardo Maretto La la si do do si la sol fa fa sol fa mi re re... grazie don Floriano!!!!!! Elena Ginevra Cipresso Spero di poterci essere, devo molto a questo prodigioso maestro... don Floriano, sei speciale!!! Enrico ed Edoardo Feltrin Auguri, auguri e ancora auguri. Filippo De Angeli Mi ricordo di Don Floriano ancora negli anni ‘60 del passato secolo. Insieme ad altri professori della mia classe, Talami, Raffin, Beghin Pozzo, Apolloni e Il mitico Muggia, il Rettore Zanoni, Mortin e tanti altri: per noi ragazzi sono stati un esempio di vita. Filippo De Angeli Allievo 64-69. Filippo Polo Le mie dita non erano "FONFE" !!!! Luca Borile Neanche le mie!!! Viva Don Floriano

Maria Leonelli Buzzaccarini Tantissimi auguri! Mauro Carrai Mitico professore di Musica. Mery Betto Tanti auguri di buon compleanno! Poggio Filippo Don Floriano è come il buon vino: più invecchia e più migliora! buon compleanno e grazie per i tuoi insegnamenti! Rinaldo Brega Tanti auguri!! Roberto Fabris Grande Don Floriano, cercherò di venire. Ruggero Nangeroni Il frustino e gli zeretti con 25 meno... Indimenticabili... Auguro altri 90 anni a don Floriano! Salvatore Antonio Non ci sarò ma tanti auguri e tante grazie per quello che ha fatto...

Lino Ravazzolo Tantissimi auguri don Floriano! mitico! Lisa Zanardo Grandissimo Don Floriano, cercherò di partecipare. Marco Schiavon Grande Don Floriano! E' stato il mio professore di musica alle medie. Congratulazioni!

Auguri inoltre da… Alessandro Elardo, Annamaria Cristofanon, Antonella Fioraso, Chiara Albertin, Chiara Pegge, Cristiana de Bastiani, Federico Torresin, Filippo Costa, Filippo Stoppa, Loris Gasparini, Moreno Sforza, Pier Ferdinando Zezi, Ruggero Cherubini... E tanti altri!

Visualizza l’album completo cliccando questo indirizzo: http://www.facebook.com/album.php?aid=24885&id=100001550419763&l=657004ec86


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« L’ANZIANITÀ È UN DONO» DONO » Riproduciamo di seguito un ampio stralcio dell’omelia di don Floriano: “Buon compleanno” è l'augurio che ogni ragazzo riceve gioiosamente, perché ha fretta di diventare adulto, perché ha fretta di realizzare il sogno della sua vocazione e attuare il progetto che genitori o educatori gli hanno proposto come ideale di vita. Ma per chi compie 90 anni ed è un prete, che significato ha I'augurio? Per chi non ha fede come gli antichi romani la vecchiaia è la “Turpis senectus”. È la tenibile malattia che termina con la morte. Ma per un credente e in particolare per un sacerdote, l'augurio di buon compIeanno è un invito a rallegrarsi per il dono dell'anzianità. È un invito a tener vive le forze intellettuali, morali e spirituali; un invito a valorizzare la stagione dell’anzianità. Per un sacerdote il primo valore da vivere è la celebrazione della santa messa. Nell'anzianità il Signore mi fa dono di vivere la mia messa come I’azione più grande, più bella, più importante della mia giornata. Nessuna azione è più grande e più santa. Al Sanctus, dopo la consacrazione, in ginocchio esclamo: “Mistero della fede”. Con quella frase annuncio due misteri: il Mistero della transustanziazione, cioè il cambiamento del pane e del vino in corpo e sangue di Cristo, e il mistero che anch'io prete che faccio la consacrazione, sono un mistero di fede. I fedeli non potrebbero credere al mistero dell’eucaristia se non credessero che il sacerdote è un mistero della fede. È arduo capire che Cristo prende possesso dell’umanità del sacerdote e la fa diventare tutta sua, e anche il sacerdote prende possesso della realtà divina di Cristo così da farla diventare tutta sua; io dicendo Messa divento Cristo, di una cialda di pane, faccio un Dio. E fare un Dio è più che creare dei mondi. Il prete capirà il suo mistero soltanto in cielo. Il secondo valore è la sapienza. L’esperienza della vita insegna la sapienza e a scegliere ciò che veramente vale in un mondo in cui il piacere vale più del dovere. La sapienza cristiana è un dono dello Spirito Santo. Le cose che ci piacciono, ci attirano per una inclinazione interiore. Ma cosa può attirarci in un crocefisso? Un’immagine sconcertante di Dio, tanto da scandalizzare i giudei, che cercavano i miracoli, e i greci che cercavano la sapienza. La croce attira perché trovo Dio dove mai avrei immaginato, appeso ad una croce. Là capisco come è fatto Dio, capisco la debolezza di Dio. Quando I’amore ci incanta, ci affasci-

na? Quando rende talmente innamorata una persona, da renderla debole di fronte a chi ama. Questo è capitato a Dio... è diventato un Dio debole, si è lasciato inchiodare a una croce... Nei momenti di prova, di malessere, di acciacchi, guardando il crocefisso nessuno può dirgli: “taci Dio, tu non l’hai provato”. La sapienza della croce ci fa dire con S. Paolo “completo ciò che manca alla passione di Cristo nella mia carne per il suo mistico corpo, che è la Chiesa”. La Chiesa è il corpo misterioso di Cristo. Un altro valore che il sacerdote anziano è chiamato a vivere e a testimoniare, è il dono della speranza. La speranza si fonda su Gesù Cristo risorto, che è la più bella notizia del mondo. Perché risponde alla più brutta notizia, da cui ogni uomo è vinto: la morte. Di fronte alla morte si scatena una valanga di misteri: perché Ia morte? Cosa c’è dopo la morte? In faccia alla morte l’enigma della condizione umana diventa sommo; l’uomo si affligge per l’avvicinarsi del dolore e della dissoluzione del proprio corpo, ma ancor più per il timore che tutto finisca per sempre. L’enigma del dolore e della morte, che al di fuori del vangelo tanto ci opprime, per Cristo e in Cristo trova piena luce. Cristo con la sua morte ha distrutto la nostra morte e con la sua risurrezione ha fatto a noi il dono della vita. Urge recuperare la prospettiva della vita, e la prospettiva della vita è l’eternità, della quale la vita è il preludio. La morte è la nascita all’altro mondo, che ha stupenda analogia con la nascita a questo mondo. Quando il bambino entra in questo mondo, quasi scorrendo dall’acqua all’aria, dal buio alla luce, vagisce, ed è un dramma venire alla luce. Il maggior dramma che possa essere vissuto passando da un mondo all’altro, da un tipo di esistenza ad altro tipo di esistenza. Ed è necessario che il bambino venga alla luce per accorgersi in quale mondo meraviglioso è stato chiamato a vivere, chiamato dall’amore di Dio e dei genitori. Un Dio che l’ha pensato e voluto fin dall’eternità. La morte è traumatica come la nascita perché la morte è esattamente la nuova nascita. È il passaggio ad un altro mondo che non è più acqua né aria, ma è ciò che noi non siamo in grado di capire: occhio non vide, orecchio non udì, cuore d’uomo non sospettò, ciò che Dio ha preparato per quelli che lo amano. La Chiesa è come la madre che nel suo grembo materno fa la mediazione tra questo e l’altro mondo. Qui sta il mistero

profondo della Chiesa. Io chiedo al Signore che dia a voi e a me il dono di dare non solo tanti anni alla vita, ma anche tanta vita agli anni. Nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo. Io credo alla promessa di Gesù: vado a prepararvi un posto e quando sarò andato e vi avrò preparato il posto tornerò e vi prenderò con me, perché dove sono io, là siate anche voi... Questa è la luminosa speranza che auguro a voi e a me. Vieni, Signore, e rimani compagno nelle ore solitarie di questa sera della vita. Riempile con il tuo amore, che non conosce il tramonto. Amen. don Floriano Riondato


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S P E C IA LE

I L BA R B A R IG O

DON FLORIANO 3

UNDICI CONIGLI PER UN MANDOLINO La celebrazione del compleanno di Don Floriano è stata anche l’occasione per la presentazione di un libro dedicato alla sua vita, di cui pubblichiamo qui il primo capitolo. Note di vita, Don Floriano e la musica al Barbarigo, scritto da Pietro Cioffredi, è il frutto di decine di incontri e di uno scrupoloso lavoro di archivio ma allo stesso tempo, col suo stile gradevole e a tratti ironico, mira a rendere in maniera semplice e coinvolgente la straordinarietà di una vita dedicata agli altri, tramite l’educazione della gioventù e la musica. Il libro, edito dalla Gregoriana di Padova, ha 70 pagine, illustrate da molte, foto e costa 10 euro. Diverse copie sono disponibili presso la portineria del Barbarigo. Sull'origine di don Floriano circolano numerose leggende, che gli attribuiscono un'età compresa tra parecchie migliaia e svariati miliardi di anni (ammesso e non concesso, ovviamente, che un'origine esista, e non si tratti invece di un classico caso di eternità). Gli appassionati di mitologia troveranno nel capitolo conclusivo – dedicato per l'appunto a tali storielle – un po' di pane per i loro denti. Fino ad allora, dovranno pazientare con quanto affermano le fonti storiche riconosciute come attendibili. Queste ultime certificano che Floriano Riondato è nato l'11 gennaio 1921 a Rivale di Pianiga – provincia di Venezia ma diocesi di Padova – da Giulio e Albina Semenzato. Contemporaneamente, giorno più, giorno meno, è venuta al mondo anche la sua passione per la musica: «In paese era attiva una formidabile corale che animava le principali liturgie. In

Avvento, la corale percorreva l'intero borgo cantando la chiarastella: quando passava davanti a casa mia, diventavo tutto orecchie. Ad appena quattro anni ero già in grado di ripetere, subito dopo averlo ascoltato, il canto “O dolce felice notte” meravigliosamente intonato da uno dei tenori. Il direttore, sentendomi, esclamò che sarei di sicuro diventato musiDon Floriano cista. A dieci anni chiesi in regalo ai miei genitori un mandolino. Papà disse che se avessi avuto cura della coniglia e dei suoi dieci coniglietti, sarei stato accontentato. Accudii gli animali con grande zelo e, non appena raggiunsero una dimensione adeguata, li vendetti: guadagnai esattamente le 5 lire necessarie a comprare un mandolino napoletano, che fu il mio primo strumento. In breve, imparai da autodidatta a riprodurre molte delle più famose melodie dell'epoca». Nel 1933, a dodici anni, Floriano entra nel ginnasio del seminario minore di Padova – allora ospitato nel “Barcon” di Sarcedo, presso Thiene – dove continua a coltivare la passione per la musica. «Il mio professore di canto, don Luca Candiotto, mi spiegò i fondamenti della teoria musicale e mi insegnò ad eseguire diversi brani, tra cui la celebre Ave Maria di Gounod. Evidentemente pensava avessi del talento, perché presto manifestò il desiderio che imparassi anche a dirigere. A quattordici, quindici anni me la cavavo già piuttosto bene, sebbene non riuscissi a padroneggiare del tutto i movimenti a tempo in "battere" e in "levare" della mano. Quando passai in seminario maggiore, a Padova, il mio apprendistato proseguì con il direttore della schola cantorum don Guglielmo Zaggia. Diventai un beniamino pure di quest'ultimo, tanto che a vent'anni cominciai ad insegnare ai seminaristi canto gregoriano per la liturgia. All'epoca in seminario si dedicavano quotidianamente 15

assieme al giornalista Piero Cioffredi minuti allo studio del gregoriano, curando in particolare il solfeggio e la pronuncia delle sillabe». Il 29 giugno 1944 Floriano viene ordinato sacerdote dal vescovo di Padova mons. Carlo Agostini. Il successivo 20 luglio riceve la nomina a cooperatore nella parrocchia veneziana di Camponogara: «Al pari di Rivale, anche Camponogara possedeva una magnifica corale: nonostante fossero tutti comunisti, gli abitanti del paese partecipavano egualmente alla messa per ascoltare le sue esecuzioni. Talvolta mi cimentavo io stesso nella direzione del coro, venendo però rimproverato dal maestro titolare perché non ero abbastanza preciso nel dare i famigerati attacchi in "levare", che sono davvero complicati1. Grazie ai suoi consigli, provando e riprovando, alla fine imparai anche quelli. Studiavo di notte, esercitandomi prevalentemente sulle complesse partiture delle messe di don Lorenzo Perosi». Quella camponogarese sarebbe stata un'esperienza pastorale breve – durò infatti poco più di due anni – ma tutt'altro che ininfluente per la professionalizzazione del novello prete, che già allora si distingueva per la tenacia e il rigore con cui affrontava, di norma superandoli, gli scogli più ostici. Si tratta di qualità che nel corso della sua lunga carriera scolastica non avrebbero mai abbandonato don Floriano, divenendo anzi probabilmente le “conoscenze” che con maggiore impegno egli avrebbe cercato di trasmettere a ciascuno dei propri alunni. E che alunni! Piero Cioffredi


Giovedì 24 Marzo ore 21 Teatro Don Bosco (via De Lellis-Forcellini)

una serata per Emergency la “Compagnia Ricerca Relativa” studenti e docenti del Liceo Barbarigo di Padova, ha il piacere di presentarvi

“Noi … Lobacevskij” scritto da

Giorgia “Gigia” Mazzucato e Antonio “Toni” Da Re Dramma in atto unico che, attraverso scorci di Vita in casa Lobacevskij, ci condurrà ad esplorare le“più verità” della nostra esistenza …

Regia: “Gigia” Mazzucato - Aiuto regia e responsabile del progetto: “Toni” Da Re

“… scrittura scenica puntuale e coinvolgente portata sul palco da un gruppo di giovani affiatati, sebbene alcuni alla prima esperienza, che non temono di confrontarsi con passato terribilmente attuale … finale teatralmente perfetto …” B. Ammanati, autrice, attrice e regista “… una porta che si apre su un ricevimento di gala … poi la storia ha inizio e all'allegria subito succede il dramma, la complessità emotiva di una pièce ben strutturata, solida, molto umana …” F. Chiamulera, Presidente di “Una Montagna di Libri”, associazione culturale di Cortina D’Ampezzo “… adulti e ragazzi stretti nel canovaccio del coraggio, quello di osare ed usare tutto quello che possono per essere migliori. Opera di grande interesse creativo, educativo e psicologico nello stesso tempo …” V. Slepoj, psicologa e psicoterapeuta OFFERTA LIBERA INTERAMENTE DEVOLUTA AD EMERGENCY www.emergencypadova.altervista.org


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