Fondato 2013 - 7^ Edizione, Marzo 2016
La Gazzetta delle Battistella Istituto Comprensivo Statale "A. Battistella" - via Vercelli 1, 36015 Schio (VI) - tel. 0445.531539 - email:info@icsbattistella.it
Lasettimanadeilaboratori: impararedivertendosi. a cura della redazione
IncontroconSimoneeUrko,dueragazzispeciali di Matilde Martin, Giorgia Santacatterina e Sofija Lazic
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nche quest'anno, ai primi di marzo, si è svolta nella nostra scuola la settimana laboratoriale, con ben 19 proposte diverse. Alcuni laboratori sono stati presentati per la prima volta, altri sono stati riproposti per il grande successo riscontrato gli anni scorsi. Nell'organizzazione sono stati coinvolti non solo gli insegnanti, ma anche alcuni genitori e dei volontari. Le varie attività sono state pensate per dare agli alunni dell'istituto la possibilità di vivere la scuola in modo diverso, con momenti di svago e di libera creatività. Ogni fascia d'età ha potuto scegliere tra diverse tipologie di laboratorio. Scienze-ambiente, pallavolo, cultura locale, scacchi, origami, cartapesta e favola sono stati dedicati alle classi prime. Gli studenti delle seconde hanno lavorato per allestire lo spettacolo di fine anno, quindi hanno partecipato ai laboratori di recitazione, scenografia, coro, balletti e costumi. Dodici allievi di seconda, inoltre, hanno formato la redazione della Gazzetta delle Battistella scrivendo degli articoli sui vari laboratori e scattando molte fotografie per documentare tutte le attività. Gli allievi delle terze si sono divisi tra english-alive, enigmistica-arrampicata, prima guerra mondiale, decorazioni vetrate, pasticceria e impianti/fotografia. E’ stata per tutti, ragazzi e adulti, una settimana davvero speciale: ognuno si è messo in gioco in situazioni diverse dalla routine scolastica quotidiana e ha potuto scoprire un modo alternativo per lavorare insieme agli altri imparando ogni giorno qualcosa di nuovo. Buona lettura a tutti!
Laredazione I ragazzi:
Matilde Martin, Giorgia Santacatterina, Guido Sperotto, Emma Faccin, Mattia Trentin, Andrea Scalco, Rocco Cocco, Alex Faresin, Alessandro Arras, Giovanni Canale, Samuele Fontana, Sofija Lazic
Le prof:
Teresa Oriani, Maria Grazia Lavolpicella, Elena Visonà
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l 29 febbraio gli allievi delle classi terze hanno partecipato a un incontro con due ragazzi “speciali”, Simone Salvagnin, ipovendente, e Urko Carmona che all'età di sedici anni ha perso una gamba in un incidente. Ci hanno raccontato le loro storie e parlato delle difficoltà che hanno affrontato e devono affrontare nella loro vita quotidiana e nella pratica sportiva. Simone, un ex “battistellino”, è cresciuto in una famiglia di viaggiatori e di sportivi che gli hanno fatto amare fin da piccolo le loro passioni. Circa alla nostra età ha cominciato a perdere gradualmente la vista e oggi vede solo le ombre, lateralmente, in bianco e nero. Ci ha confidato che fin dagli esordi della malattia ha speso un sacco di energie per cercare di nascondere il suo problema, ma soltanto dopo ha capito che quelli che noi reputiamo difetti sono invece le particolarità che ci rendono unici. Pian piano ha iniziato ad essere autonomo e una prova di questa autonomia è che ha partecipato al progetto “VERSODOVENONSO”: ha percorso 11.000 chilometri, attraversando undici stati, in tandem con Dino Lanzaretti, scalatore e ciclista vicentino; prima della partenza molte persone lo deridevano, ad esempio quando andava a sbattere addosso alle porte trasparenti dei negozi oppure quando per camminare procedeva di traverso. Al suo ritorno, dopo essersi sparsa la notizia della sua impresa, nei negozi era accolto a porte aperte dalle persone e con un gentile “Buongiorno”. Un' altra avventura emozionante che ha
affrontato è stata l’attraversamento dello Hielo Continental, il terzo ghiacciaio di terra più esteso al mondo, ma è convinto che sarà sempre la prossima la spedizione più entusiasmante Urko, invece, è un arrampicatore di livello 8A su una scala da 3 a 9. Ha vinto moltissime competizioni mondiali d'arrampicata e per questo la sua fama è internazionale. E' allo stesso livello di altri scalatori o alpinisti normodotati, pur avendo una disabilità. Urko è nato in Spagna e all'età di due anni si è trasferito in India, poi nelle Canarie e in seguito è tornato nel suo Paese natale, per questo si definisce un cittadino del mondo. A sedici anni, mentre guidava la sua motocicletta, è stato travolto da un camion e dopo quattro giorni di coma si è risvegliato con la gamba destra amputata. Ci ha raccontato che è stata molto dura quando ha ripreso ad arrampicare e che non era più la stessa cosa. Urko ha scalato lo Ojos del Salado, una parete rocciosa spagnola molto nota e difficile, è riuscito a raggiungere la cima solo dopo una ventina di tentativi e ciò indica che si è spinto al limite e ha realizzato un sogno. Simone e Urko ci hanno presentato molti video delle loro esperienze che ci hanno aiutato a capire la pienezza della loro vita, che molti pensano, a torto, essere malinconica e noiosa a causa della disabilità. Credo che tutti i ragazzi della nostra scuola abbiano apprezzato i loro consigli riassunti in queste due frasi: ”Chi prova riesce” e “Live your dreams”.
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LABORATORIODI Pasticceria
a cura di Giovanni Canale e Samuele Fontana
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er la prima volta quest'anno è stato proposto agli alunni di terza un laboratorio di pasticceria organizzato dalla professoressa Elena De Rizzo. Realizzare dolci e torte è una delle sue passioni, infatti ha seguito anche dei corsi amatoriali. Secondo lei la pasticceria è un' arte perché ti permette di creare leccornie di tutti i tipi e quindi dare libero sfogo alla fantasia. Per realizzare dolci perfetti bisogna anche essere molto precisi nei procedimenti e nel dosaggio degli ingredienti, non lasciando nulla al caso. La bilancia è infatti uno strumento essenziale per ogni bravo pasticcere.
LABORATORIO Coro
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Quello gestito dalla prof De Rizzo è un minicorso in cui vengono insegnate ai ragazzi le quattro basi principali della pasticceria, con le quali potranno realizzare ogni tipo di dolce. Si inizia dalla pasta frolla per proseguire con il pan di spagna, la crema pasticcera e la crema chantilly. La prof De Rizzo sostiene che, oltre ad un laboratorio divertente, il suo è anche un corso orientante e formativo per le classi terze dato che i ragazzi possono scoprire il loro talento nella pasticceria e decidere di iscriversi all' istituto alberghiero. I dodici studenti partecipanti sono stati divisi in quattro gruppi, che realizzeranno un
impasto ciascuno. L' obiettivo di questo laboratorio è quello di insegnare ai ragazzi ad usare gli strumenti culinari, a pesare con accuratezza gli ingredienti, a seguire i vari passaggi della ricetta, ma soprattutto a lavorare insieme dividendosi i compiti. Abbiamo chiesto ad alcuni ragazzi perché avessero scelto proprio questo laboratorio e ci hanno risposto che hanno da sempre questa passione, ma non avevano mai avuto modo di coltivarla e quindi hanno colto al volo l'occasione offerta dalla scuola.
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LABORATORIODI Primo soccorso di Alessandro Arras e Andrea Scalco
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uesto laboratorio è una novità assoluta per il nostro Istituto in quanto è la prima volta che viene organizzato per gli studenti. Proposto dalla professoressa Maria Grazia Merlo, una delle insegnanti di musica della nostra scuola, esperta in materia per avere frequentato dei corsi specifici, è finalizzato ad insegnare ai ragazzi come agire nel modo opportuno per effettuare un'azione adeguata di primo soccorso in una situazione di emergenza. E' fondamentale, infatti, intervenire in modo corretto per evitare di provocare danni ulteriori quando una persona ha un malore o un incidente. L'insegnante prima di tutto dà agli allievi delle indicazioni teoriche, ma la parte più importante dell'attività è l'applicazione pratica delle tecniche e delle manovre di soccorso sui compagni. In particolare i ragazzi imparano a medicare ferite e ustioni, verificare lo stato di coscienza, mettere la persona in posizione laterale di sicurezza, tamponare un'emorragia e disostruire le vie aeree. Tutti i partecipanti sono entusiasti del laboratorio che fornisce indicazioni utilissime per la vita pratica di tutti noi. Spesso, infatti, un intervento di soccorso tempestivo e corretto può salvare una vita!
LABORATORIO Vetrate di Alessandro Arras, Andrea Scalco e Guido Sperotto
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a professoressa di educazione artistica Sandra Tessari, quest'anno, ha deciso di proporre agli alunni di terza media un nuovo laboratorio perché il suo intento è quello di coinvolgere gli studenti in attività sempre diverse. Naturalmente i ragazzi non utilizzano vetro e intelaiature di metallo, ma carta e cartoncino. Il lavoro consiste nel fare un progetto (una forma astratta o concreta) su un foglio da disegno, la figura viene poi riportata su un cartoncino nero con l’aiuto di una quadrettatura, poi si usano le forbici e si riempiono gli spazi vuoti di carta velina colorata. L'obiettivo è quello di abituare i ragazzi ad utilizzare con precisione la carta, le forbici e la colla e di stimolare la loro creatività. Questo laboratorio è stato scelto dai ragazzi prevalentemente per il piacere di disegnare e di fare nuove esperienze artistiche.
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LABORATORIODI Cartapesta di Emma Faccin e Mattia Trentin
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uesto laboratorio è stato proposto da alcune mamme (Laura, Sabrina, Elena e Cristina) e dalla professoressa Roberta Meneghini che, data la loro abilità nei lavori manuali, hanno deciso di collaborare alla realizzazione di manufatti che verranno utilizzati nello spettacolo di fine anno (sei pianeti, alcune maschere da volpe e la corona per il re), ma non solo. Essendo coinvolti i ragazzi di prima, si è deciso di far fare loro degli oggetti da portare a casa e come tema è stato scelto quello degli insetti creando api, bruchi e ragni. Ma cos'è la cartapesta? E' una tecnica povera che utilizza carta di giornale o stracci, acqua e colla vinilica per realizzare forme ed oggetti di vario tipo. Famose sono le creazioni dei cartapestai italiani che realizzano i carri per il Carnevale di Putignano e Viareggio.
Dai quotidiani si ricavano delle strisce che vengono immerse in acqua e applicate su una base che può essere un palloncino o una maschera di plastica. Poi vengono fissate con una miscela di colla vinilica e acqua. L'operazione deve essere ripetuta per dieci volte consecutive. Il passo successivo è l'asciugatura che dura ben 24 ore. Viene poi stesa ancora colla mischiata a colore a tempera. Infine si completa il lavoro con l'applicazione del colore a tempera, operazione che richiede precisione e gusto artistico. I ragazzi hanno dimostrato interesse nelle attività pratiche e hanno dichiarato la loro passione per questo genere di lavori. Cosa avete imparato da questo laboratorio? “Per lavorare la cartapesta bisogna avere molta pazienza, voglia di fare, ma soprattutto molta precisione” Avete scelto voi il laboratorio? Se sì,
LABORATORIODI Scenografia di Emma Faccin e Mattia Trentin
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uesto laboratorio è il più numeroso dell'istituto, infatti è frequentato da ben venti ragazzi delle seconde. Per questo c'è bisogno che i ragazzi ascoltino con attenzione le indicazioni degli insegnanti rispettando i compiti assegnati : disegnare, colorare, ritagliare... Intervista al professor Mirio Piazza e alla professoressa Maria Concetta Badolato. Dove si svolge il laboratorio? Come si lavora? Le scenografie vengono realizzate nell'aula di tecnologia, utilizzando vari materiali possibilmente riciclati, come vecchi cartoni da imballaggio. Perché si svolge questo laboratorio? Il laboratorio é collegato allo spettacolo di fine anno. Vengono preparate le scene e gli oggetti da utilizzare durante la rappresentazione.
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Qual é il suo obiettivo? L'obiettivo è quello di sviluppare l'operatività e la creatività dei ragazzi, che devono impegnarsi a lavorare in gruppo rispettando i tempi. Come è strutturato? Sulla base dei disegni, con il cartone vengono realizzati i vari elementi, che in un secondo momento verranno colorati. Abbiamo sentito anche le opinioni di alcuni ragazzi. Valentina : Ho scelto questo laboratorio perché mi ispirava molto creare le scenografie dello spettacolo, un altro motivo è la mia grande passione per il disegno. Paola : Io l'ho scelto perché sono molto creativa e mi piaceva l'idea di abbellire il palco per lo spettacolo. Denis : L' ho scelto perché mi sembrava bello. Questo laboratorio mi piace molto e sono felice di parteciparvi.
perché? Giada : Ho scelto io il laboratorio perché volevo sperimentare cose nuove e ora mi sto divertendo molto. Gaia : Ho scelto il laboratorio perché mi piacciono i lavori manuali e mi sto divertendo molto, anche se è un po' faticoso e complesso. Isacco : Sì, ho deciso io di venire qui a fare questa esperienza perché mi piace costruire oggetti. Emmanuel : Sì, perché mi piace costruire gli oggetti con le mani. Ecco il parere di una mamma. Perché ha deciso di partecipare a questa attività? Laura : Per vedere come si comportano i ragazzi dell'età di mia figlia e cercare di interessarli in qualcosa di diverso dalle loro solite attività scolastiche.
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LABORATORIODI Costumi di Guido Sperotto e Sofija Lazic
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uesto laboratorio ha lo scopo di realizzare i costumi per lo spettacolo di fine anno. Viene riproposto da più anni agli alunni sia perchè è molto divertente, ma soprattutto necessario per la rappresentazione teatrale. Il laboratorio è tenuto dalla professoressa Carla Lazzarin e da Ilenia, Sabrina e Marija, delle mamme disponibili a dedicare alle Battistella un po’ del loro tempo e molto abili con ago e filo. I costumi da confezionare sono per i personaggi principali del capolavoro di Antoine de Saint Exupèry “Il Piccolo Principe”: il protagonista, la Volpe, la Rosa, il Re, il Serpente e le Stelle. Per la realizzazione dei costumi i ragazzi hanno cominciato progettando il lavoro, hanno poi riportato i vari disegni sul tessuto, quindi si sono dedicati al taglio della stoffa e infine alla cucitura. I ragazzi hanno trovato alcune difficoltà nel cimentarsi nei primi lavori: il taglio delle stelle, dei petali e delle foglie. E’ un’operazione delicata che richiede
precisione e pazienza. In particolare Alexander, mancino, non riusciva a tagliare i vari pezzi, ma dopo un po' di pratica è diventato abilissimo. Abbiamo scoperto che i ragazzi useranno anche la macchina da cucire, lo strumento essenziale di una sarta, ma del tutto sconosciuto agli allievi che partecipano al laboratorio. Ma come mai Ilenia, Sabrina e Marija hanno deciso di aiutare gli studenti in questo progetto? Ilenia: “Intanto mi piace molto creare oggetti con la stoffa e poi adoro insegnare ai ragazzi un’attività pratica”. Sabrina: “Viste la passione per il cucito e la creatività che ci contraddistinguono, abbiamo deciso di aiutare i ragazzi nell'impresa di creare i costumi di scena”. Marija: ”Mi diverto molto a cucire e adoro lavorare con i ragazzi” La professoressa Lazzarin ha confermato queste parole dicendo: ”Anche se non sono responsabile del laboratorio perchè resonsabili sono le “mamme”,
quando c'è bisogno di una mano non mi tiro mai indietro, infatti mi piacciono molto i lavori manuali.” E come mai i ragazzi hanno scelto questo laboratorio? Alcuni hanno risposto così: ”Mi piace cucire ed è il laboratorio che mi permette di fare una cosa che mi appassiona”. “E' una bella idea per passare il tempo.” “Volevo migliorare nella tecnica del cucito.” “Credo che non avrò mai occasione di provare un’esperienza del genere.” “Penso che grazie a questo laboratorio imparerò a cucire.” “Già da piccolo cucivo insieme alla nonna e volevo provare la stessa sensazione che provavo a quel tempo.” “Sono venuta grazie all'incoraggiamento della mia amica.” “E' veramente un laboratorio molto divertente.” “Il laboratorio più bello di tutti!”
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LABORATORIODI Cultura locale: cibo e territorio di Samuele Fontana e Giovanni Canale
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uest'anno, per la prima volta, le professoresse Elena Tessari e Cinzia Casacci hanno proposto il laboratorio di cultura locale, che permette ai ragazzi di conoscere la storia e l'origine delle abitudini alimentari del nostro territorio, nel rispetto dell'ambiente che ci circonda. Il laboratorio è diviso in tre fasi. Nei primi tre giorni i dodici ragazzi andranno in alcuni negozi biologici per imparare a riconoscere i prodotti a chilometro zero, che sono i più sani e genuini. Visiteranno la Bottega degli Scalzi, il mercato di Schio e un supermercato che offre prodotti biologici di stagione. Al mercato sosteranno ad osservare alcune bancarelle di alimentari,
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tra le quali quella dell’azienda “Tre Archi” di Malo dove compreranno dei salumi prodotti localmente. L'obiettivo è quello di confrontare i cibi naturali con quelli che mangiamo frequentemente, così da indurre i partecipanti ad adottare una dieta sana. I ragazzi, nel negozio biologico, faranno delle domande ai gestori per capire l'importanza di acquistare prodotti a chilometro zero, non dannosi per l'ambiente dato che non devono essere trasportati per lunghi tragitti per arrivare a destinazione. Inoltre verrà spiegata loro la coltivazione senza prodotti chimici, che sono dannosi non solo per l'ambiente, ma anche per la salute di tutti noi. Nei restanti due giorni, gli studenti, con i
prodotti acquistati (farina integrale biologica, lievito madre e farina di mais) prepareranno del pane e dei biscotti al mais. Nella parte conclusiva del laboratorio, i partecipanti faranno una riflessione sull'esperienza vissuta con l'augurio che le abitudini alimentari sbagliate possano essere dimenticate. Abbiamo chiesto ad alcuni ragazzi perché avessero scelto proprio questo laboratorio e loro ci hanno risposto che pensano sia molto interessante scoprire i prodotti tipici del nostro territorio per mangiare bene guadagnando in salute e rispettando l’ambiente.
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LABORATORIODI Arrampicata di Giorgia Santacatterina, Matilde Martin, Sofija Lazic e Guido Sperotto
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er il laboratorio di arrampicata abbiamo intervistato il professor Gimmy Pozzan con gli alunni Matteo Cavasso di 3^B e Moira Zanandrea di 3^F che partecipano a questo laboratorio “ sportivo”. Iniziamo con le domande fatte all'ideatore di questa proposta rivolta agli alunni più grandi della nostra scuola. COME E' NATA L'IDEA DI QUESTO LABORATORIO? Questa esperienza è già stata fatta gli anni precedenti, è piaciuta molto e gli alunni vi hanno partecipato con entusiasmo. Proprio per la motivazione e l’ interesse dimostrati da tutti abbiamo deciso di riproporla ed anche quest'anno la partecipazione è stata consistente. DA QUANTI ANNI PROPONETE QUESTO LABORATORIO? Da ben tre anni. Il primo anno abbiamo utilizzato la palestra del Palacampagnola, poi ci è stata offerta la sede del C.A.I., dove si può usufruire di una palestra di roccia. QUANTI ALUNNI PARTECIPANO? Abbiamo raccolto l'adesione di trenta alunni che dobbiamo dividere in due gruppi per le ridotte dimensioni della palestra che non riesce a contenere tanti ragazzi. CHE OBIETTIVO VOLETE OTTENERE CON QUESTO LABORATORIO?
Cerchiamo di far vivere ai ragazzi una nuova esperienza, perché non tutti hanno già provato ad arrampicare. Speriamo di riuscire a far arrivare emozioni uniche, come divertimento e gioia ma anche brivido, terrore e panico. Passiamo ora alle domande fatte agli alunni partecipanti. COME MAI AVETE SCELTO QUESTO LABORATORIO? Moira: Avevo già provato ad arrampicare in passato, mi sono molto divertita e, data l'opportunità offerta dalla scuola, l'ho presa al volo e mi sono iscritta. Matteo: Sono un ragazzo iperattivo e vivace, quindi ho deciso di aggregarmi a questo gruppo per potermi sfogare e allo stesso tempo divertire. E' LA PRIMA VOLTA CHE ANDATE AD ARRAMPICARE? Moira: No, la prima volta ho provato con degli amici in montagna. Matteo: Sì, non ho mai arrampicato prima, quindi è proprio una nuova esperienza. LO PRATICHERESTI COME SPORT AL DI FUORI DELLA SCUOLA? Moira: No, non penso che lo praticherò in modo continuativo. Matteo: Sì, non mi dispiacerebbe, mi prenderei questo impegno, ma preferirei arrampicare in montagna, perché solo in mezzo alla natura si
possono provare delle sensazioni forti. QUANTE LEZIONI FARETE IN QUESTO LABORATORIO ? Moira e Matteo: Noi siamo nel gruppo “fortunato”, infatti andremo ad arrampicare tre volte, gli altri, invece, solo due . QUANTO ALTE SONO LE PARETI CHE SCALATE? Moira e Matteo: Circa 10-15 metri . E' GRANDE ED ATTREZZATA LA SALA IN CUI ARRAMPICATE? Moira e Matteo: No, non è molto ampia, infatti ci dividono in due gruppi, ma è ben attrezzata ed accogliente. L'IMBRAGATURA VI FA SENTIRE PIU' SICURI? Moira: Sì, diciamo che sono molto più sicura e so che se anche dovessi cadere riuscirei a salvarmi ed evitare di farmi male. Matteo: Penso la stessa cosa, l'imbragatura mi dà sicurezza. CHE COSA STATE IMPARANDO A LIVELLO PERSONALE? Moira: A superare le mie paure. Il primo giorno avevo davvero paura e mi sono venute le vertigini. Nel corso della settimana ho preso confidenza con la parete e l’altezza. Matteo: Ho scoperto che l’arrampicata mi può aiutare a liberare un po’ della mia energia in eccesso e a controllare le mie emozioni.
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LABORATORIODIRecitazione di Giorgia Santacatterina, Matilde Martin, Rocco Cocco e Alex Faresin
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LABORATORIODIINGLESE: English Alive di Sofija Lazic
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English Alive” viene proposto agli alunni di terza da ben quattordici anni. Durante la settimana dei laboratori i ragazzi possono fare un approfondimento della lingua inglese grazie alla presenza nella nostra scuola di due insegnanti madrelingua: Malisa e Hilda. Il progetto si propone di far crescere l’entusiasmo dei ragazzi per l’inglese e abituarli ad un accento e una cadenza appropriati mediante un approccio diverso rispetto alle lezioni tradizionali, con attività ludico - didattiche. In particolare si cerca di arricchire il vocabolario e di introdurre strutture grammaticali attraverso l’uso “in campo” di frasi nuove e nuove situazioni. Concretamente, nel corso della settimana di English alive i ragazzi preparano uno spettacolino che permette loro di rafforzare le abilità linguistiche all’insegna del divertimento. Quest’anno gli studenti presentano ai compagni una scenetta ispirata alla storia di Cenerentola ed un’altra che vuole essere la parodia della cerimonia della consegna degli Oscar. Per i ragazzi realizzare questo progetto è molto difficile dovendo parlare e recitare solamente in inglese. Ma i calorosi applausi che accompagnano ogni anno le loro esibizioni fanno dimenticare ansia e fatica e riempiono i giovani attori di grande soddisfazione! 8
l laboratorio di recitazione, tenuto dalle professoresse Paola Fileppo ed Emma Santacatterina, è rivolto ai ragazzi di seconda media. Questa attività è finalizzata allo spettacolo di fine anno, che si terrà a giugno, nel cortile della scuola. Lo rappresentazione teatrale si ispira a “Il Piccolo Principe”, un libro conosciuto in tutto il mondo per la sua semplicità e per il messaggio sull’amicizia che trasmette ai lettori, sia giovani che adulti. L’idea è nata perché alla scuola media proprio l'amicizia è uno dei temi più trattati durante l'anno scolastico. Tutte le classi seconde stanno leggendo Il Piccolo Principe ed alcune hanno visto anche il film sotto forma di cartone. I ragazzi che frequentano il laboratorio imparano a costruire i dialoghi e a recitare. Molti di loro hanno scelto questo laboratorio perché il loro sogno è quello di diventare attori, altri solo per la curiosità di provare questa nuova esperienza. Inizialmente i ragazzi erano timidi e imbarazzati, ma poi, pian piano, si sono sciolti e hanno iniziato a recitare con una certa disinvoltura. Questo progetto non si concluderà alla fine dei laboratori, ma gli attori dovranno incontrarsi un pomeriggio a settimana per potersi presentare a giugno sul palcoscenico preparati e sicuri come dei veri artisti!
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LABORATORIODI Origami di Rocco Cocco e Alex Faresin
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ragazzi di prima media hanno partecipato al laboratorio di origami, tenuto dalla prof Licia Boragine, un’insegnante di matematica oggi in pensione che ha lavorato fino a pochi anni fa nella nostra scuola. L'idea è nata quando la professoressa Boragine propose l'attività alla sua classe. Gli alunni realizzarono con la carta le decorazioni per l'albero di Natale della scuola ricevendo complimenti e grandi soddisfazioni. Naturalmente la prof Boragine si è appassionata all’ origami perché quest’arte è strettamente legata alla geometria, la materia che ha insegnato a tante generazioni di studenti. L'origami aiuta a sviluppare pazienza e precisione, è l'arte di piegare la carta per creare decorazioni. La storia della carta è cominciata in Cina, ma è in Giappone che l'origami si è sviluppato ed è divenuto parte integrante della società stessa. Secondo la tradizione l'invenzione della carta sarebbe avvenuta in Cina
agli inizi del ll secolo d.C., ma nel 610 d.C. la tecnica di produzione della carta giunse in Giappone. La parola giapponese origami è formata da due termini: ori che vuol dire piegare e kami che significa carta. All’inizio gli origami venivano impiegati per realizzare figure astratte con un significato simbolico e rituale, ma intorno al Mille si passò ad un uso più profano creando modelli figurativi che riproducevano animali, insetti, fiori e altre forme della natura. Proprio in quel periodo nacque il modello più conosciuto al mondo, diventato simbolo internazionale dell’origami: la gru. Verso il Cinquecento la disciplina dell’origami si diffuse in strati sempre più ampi della società giapponese, nelle famiglie nobili ma anche in quelle popolari. Alla fine dell’Ottocento, per il Giappone cominciò un periodo di contaminazione con la cultura occidentale e gli origami iniziarono ad essere conosciuti anche all’estero. Inizialmente in Europa gli origamisti venivano considerati maghi o
prestigiatori, nessuno qui piegava la carta, mentre era diffuso l’uso di piegare i tovaglioli di stoffa per ottenere figure di ogni tipo. Friedrich Frobel, un insegnante dell’epoca, intuì le enormi potenzialità dell’origami in campo educativo per sviluppare la creatività dei bambini e insegnare alcune regole di geometria elementare. Proprio lo studio della geometria ha ricevuto notevole impulso dall’arte dell’origami. Tutti gli assiomi della geometria euclidea sono infatti dimostrabili mediante l’origami che permette addirittura di risolvere alcune equazioni di terzo grado irrisolvibili con riga e compasso. Ecco spiegata la passione della prof Boragine per l’origami! (Le informazioni contenute nell’articolo sulla storia dell’origami sono tratte da: “Origami tradizionali giapponesi” di Francesco e Vanda Battaglia)
LABORATORIOScacchi
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LABORATORIOScienze-Ambiente
LABORATORIOPallavolo
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