Riga, qualche anno fa…
Forse è stupido parlare di amore per una città… eppure io avevo amato Riga.
No… l’amavo ancora, incondizionatamente.
L’avevo scoperta per caso e tutto di lei, dalle piccole vie acciottolate fino ai sobborghi più desolati mi aveva affascinato.
Si apriva silenziosamente davanti a me, non mi chiedeva nulla e nulla voleva darmi.
Io, dell’amore, non ho capito mai niente.
Ehi, ciao! …di merda, ora non ho tempo di spiegarti, ho il volo tra un’ora… Non so cosa dirti, dovevi avvertirmi prima di comprare il biglietto… no, non mi sono fatto vivo perché non ci stavo con la testa…
Non ne hai idea…
Sì, torno… è successa una cosa brutta…
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…lei non c’è più!
Nove mesi prima‌
Buono Muris, adesso non ho tempo per le coccole‌
sono in ritardo.
Quest’anno non ne vuol proprio sapere di nevicare.
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Ma dove sono finiti?
Ah, eccoli.
Ciao micione, a stasera.
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Ah ah! Davvero?! Non me l’aveva mai detto nessuno.
Ciao!
Non ti piace come sto?
No, al contrario, mi piace un sacco!
Ehi… sicura che non ti abbia seguito nessuno?
Il microfilm me lo consegni qui?
…Come?
Eh eh! Sono quegli occhiali da sole e la custodia… hai un’aria misteriosa, da spia.
Seguimi e cerca di non dare nell’occhio…
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Eccoci!
È il mio angolo preferito.
Dopo la scuola, quando c’è bel tempo o non c’è troppo freddo, vengo a suonare al Vermanes Park.
Come mai proprio qui? Quando sono arrivata a Riga per studiare non è stato facile… e questo grande albero mi dava un senso di protezione.
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