Schede didattiche Parco Dora

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schede didattiche alla scoperta del Parco Dora

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Parco Dora | Laboratori didattici | Materiale per gli insegnanti Mappa e informazioni generali sull'area Il Parco Dora è per estensione il secondo parco cittadino di Torino dopo il Parco della Pellerina. La sua superficie è pari a circa 456.000 mq. Il Parco Dora è stato ricavato a conclusione di un intervento di riqualificazione urbana programmato nel Piano Regolatore Generale del 1995. Questo Programma di Riqualificazione, conosciuto con il nome di “Spina 3”, è stato uno degli interventi di rinnovamento urbano unitario più grandi d'Europa. Si tratta di un area semi-periferica, attraversata dalla Dora Riparia, su cui è documentata la presenza di cascine a partire dal sec. XII. Il suo utilizzo a fini agricoli venne però meglio strutturato a partire dalla seconda metà del sec. XV e poteva dirsi completato tra la fine del '600 e nel '700, quando tutta l'area compresa tra la Dora Riparia e la Stura era coltivata a grano o a pascolo. All'istituzione delle Barriere Daziarie nel 1853 l'area si presentava ancora totalmente agricola, ma a partire dal 1869 si trovò in una condizione estremamente favorevole per l'insediamento delle prime industrie tessili e meccaniche. L'area era infatti delimitata a Sud dalla Dora, a Est dal primo tratto di ferrovia Torino-Novara, a Nord dall'altra ferrovia, conclusa proprio nel 1869, che collegava Torino con Ciriè e poi Lanzo ed era attraversata dal Canale Ceronda, aperto anch'esso nel 1869, che scorreva in corrispondenza dell'attuale corso Brin. Era quindi una zona molto ben servita dai nuovi mezzi di trasporto e dotata di canali idrici in grado di fornire forza motrice. I Fratelli Galoppo costruirono per primi un opificio tessile nella zona prossima alla stazione ferroviaria della CirièLanzo. La loro avventura imprenditoriale però durò poco e nel 1882, al fallimento della loro azienda, cedettero lo stabilimento alla Società Alta Italia che si occupava di costruire e gestire linee ferroviarie, progettare e costruire treni ed anche produrre e distribuire energia elettrica. La Società Alta Italia venne poi acquisita dalle Officine Savigliano. Il 1906 fu l'anno in cui si impiantarono su questa area sia le Ferriere Piemontesi sia la fabbrica di pneumatici Michelin. Nessuna delle due aveva a capo un imprenditore torinese, ma scelsero Torino perchè lì stavano insediandosi la maggior parte dei loro clienti. In 6 anni, tra il 1900 ed il 1906 a Torino nacquero oltre 30 ditte produttrici di autovetture. Le Ferriere Piemontesi erano in origine di Monsieur Vandel, che dopo aver completato ogni ampliamento possibile nella fabbrica di Buttigliera Alta, vicino ad Avigliana, nel 1906 trasferì in questo nascente parco industriale le sue lavorazioni. La zona era così appetibile che anche Monsieur Michelin, dovendo localizzare la sua prima azienda in Italia, scelse negli stessi mesi questa zona, sulla stessa sponda della Dora, un poco più a Ovest. Nel 1917 le Ferriere Piemontesi vennero acquistate dalla FIAT. Da allora per quasi 100 anni le acciaierie, le industrie metalmeccaniche, quelle tessili ed in generale quelle legate all'auto occuparono ogni metro quadrato di superficie disponibile, costituendo 4 grossi lotti, separati dalla Dora e dagli assi stradali di via Borgaro e via Livorno. Ancora oggi li chiamiamo con i nomi con cui venivano identificati al tempo: Michelin (a Sud), Valdocco (a Est, tra la sponda della Dora e lo scalo ferroviario “Valdocco”, dove si impiantarono per prime le Ferriere Piemontesi, poi Ferriere FIAT, Vitali (a Nord, dove si ampliarono negli anni '30 le Ferriere FIAT, è il cuore del Parco ed era il cuore dell'acciaieria, con tutto il ciclo di lavorazione dal rottame al nuovo lingotto, alla produzione di lastre), Ingest (a Ovest, la zona di 2° ampliamento Fiat già prima della II guerra Mondiale, era la zona dei laminatoi).


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I bombardamenti del 1943 provocarono danni diffusi ai fabbricati. Nel dopoguerra la produzione ripartì a ritmo sostenuto. Per tutti gli anni del boom economico la FIATè stata in grado di produrre internamente tutto l'acciaio di cui ha bisogno per costruire le autovetture. Ma il boom economico finisce e “nel 1982 la FinSider acquisisce gli stabilimenti; l'attività, oramai in progressiva decrescita a causa della crisi che colpisce il settore metallurgico, si protrae fino al 1992, quando le Ferriere chiudono.”1 La trasformazione dell'area inizia nel 1998 con lo smantellamento e la bonifica di tutta l'area. Il progetto di riqualificazione ha previsto lo svuotamento da tutti i volumi industriali edificati per lasciare posto ad una grande area verde contornata da insediamenti residenziali di nuova concezione e sviluppati in altezza, al fine di lasciare libero la maggior quota di terreno possibile. Vengono conservate e “musealizzate” alcune preesistenze come la Torre Evaporativa del Lotto Michelin, la Tettoia di “strippaggio”, le vasche di decantazione, il muro del parco rottami, i pilastri e le torri delle cabine elettriche in cemento armato, e le 4 torri di raffreddamento con relative vasche di raccolta nel Lotto Vitali, alcuni pilastri che ora reggono la passerella, i plinti e le vasche dei treni di laminazione nel Lotto Ingest. Nel Lotto Ingest, lungo via Nole, resta anche un edificio che fu la sede dei servizi generali e di manutenzione del reparto Grandi Nastri delle Ferriere Fiat. Ora è privato della copertura ed ospita un “hortus conclusus” che ogni primavera si rinnova. I primi due interventi su cui però si incardina la riqualificazione dell'area sono le costruzioni dei 2 complessi d'avanguardia: a Sud Est l'Enviroment Park, costruito a partire dal 1998 quale esempio di architettura a basso impatto, ed a Nord-Ovest il centro spirituale diocesano del Santo Volto, prototipo di un’integrazione tra l’ingranaggio industriale e il fiore della spiritualità progettato da Mario Botta nel 2004. Entrambi effettivamente esterni all'area del Parco Dora; entrambi ne sono stati motore propulsore partendo da due punti, contrapposti non solo in senso geografico. L'Environment Park è stato progettato da Emilio Ambasz, Benedetto Camerana, Giovanni Durbiano e Luca Reinerio. E' compoisto da quattro blocchi paralleli sul tracciato delle strade di servizio che servivano lo stabilimento siderurgico preesistente. La continuità con il parco circostante è garantita dalle coperture verdi e rampicanti. L’esito è un’architettura dal basso impatto visivo, in cui la costruzione è compenetrata nella natura. Oggi Environment Park, oltre a ospitare oltre 60 imprese con un totale di 600 addetti, è un acceleratore dell’innovazione nel settore della nano-tecnologia e delle energie pulite ed è un laboratorio en-plein air dove si possono sperimentare sul campo soluzioni per l'edilizia sostenibile. Il complesso del Santo Volto è caratterizzato dalla ex ciminiera che diviene sostegno della croce, memoria di fatiche umane immani e inno al divino. La chiesa ha una struttura colossale composta da 7 torri alte 35 m alternate a 7 volumi più bassi, all'esterno tutti uguali. All'interno la pianta eptagonale indirizza l'attenzione verso un centro i cui trionfa la luce che scende dall'alto (si ricordi il Benedictus: “come Luce che viene dall'Alto”) e verso la parete alle spalle dell'altare dove trionfa l'immagine del Santo Volto che si produce per effetto della diversa rifrazione della luce sulle diverse superfici dei mattoncini in marmo rosso. Un virtuosismo simbolico, artistico ed 1

Da www.museotorino.it sito a cui si rimanda anche per ulteriori approfondimenti


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architettonico. Il complesso è stato inaugurato nel 2006. Tra il 1998 ed il 2006 sono stati costruiti i vari complessi residenziali (molti in edilizia convenzionata, anche di tipo economico e popolare). Nel 2006 una delle torri più alte è stata usata durante il periodo olimpico invernale come Media Centre e poi, a conclusione, trasformata in soli 2 mesi in circa 60 alloggi convenzionati. Nel 2008, nell'area a parco centrale, oramai bonificata e circondata da circa 30.000 nuovi abitanti, si sono avviate le opere di sistemazione paesaggistica secondo un progetto, non ancora totalmente realizzato, dei paesaggisti tedeschi dello studio Latz & Partner, vincitori del concorso internazionale bandito dalla Città di Torino nel 2004. Oggi il Parco Dora è un polmone verde a disposizione dei cittadini con un'ampia zona attrezzata per giochi di squadra,skaters e writers. Una pista ciclabile lo attraversa da Est ad Ovest evitando nodi congestionati di traffico veicolare. Il Parco Dora è anche un ricco calendario di eventi che fanno dello sport a corpo libero e della street art in genere il loro punto di forza. Dal 2011 il Parco ospita la festa per la fine del Ramadan (15.000 partecipanti) ed è la sede privilegiata per incontri di giovani impegnati nella fede cattolica. La sua grande area coperta, ma all'aperto è destinazione ideale per la localizzazione di grandi festival internazionali (della musica elettronica, e quest'anno anche sul tema dello Street Food e Birra,) e di interesse più locale. Dal 2006 al 2015 è stato attivo il Comitato Parco Dora, nato e gestito da un accordo tra la Città di Torino, le Circoscrizioni 4 e 5, i costruttori privati, la Curia Metropolitana e rappresentanti dei cittadini, quale strumento di azione strategica e di accompagnamento per la gestione del processo di trasformazione di quest’area. Da alcuni anni sul Parco sono state avviate iniziative volte a rafforzare e valorizzare l'identità quali la cura di spazi verdi, visite guidate, interventi e corsi di street art, attività di orticoltura urbana.

Raggiungere l'area con i mezzi pubblici: fermata “Mortara” in via Orvieto: autobus linea 60, 72, 72B fermata “Livorno” in C.so Mortara: autobus linea 52 fermata “Pier della Francesca” in via Borgaro: tram linea 3 e 9 fermata “Pier della Francesca” in C.so Svizzera: autobus linea 23


schede didattiche

laboratorio

STORICO ARCHITETTONICO

con il sostegno di

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L'area del Parco Dora nel tempo Il passato remoto: dalle origini al 1849 I Taurini furono i primi abitanti della città di Torino. La loro presenza è documentata a partire dal III-II secolo a.C. Probabilmente all'epoca dei Taurini l'area del Parco Dora non era abitata. I Taurini infatti occupavano una zona collinare più a Sud-Est, alla confluenza tra il Po e la Dora, l'attuale Vanchiglietta. L'area era boschiva ed incolta fino al 1460 circa. In tutta l'area che dalla Dora di estende fino al C.so Grosseto ancora fino al 1849 si trovavano solo poche cascine sparse, campi coltivati e boschi.

Il passato prossimo: dal 1850 al 2010

Incolla qui dentro gli elementi del tempo remoto (v. scheda 2)

Nel 1850 si costruì il primo tratto della ferrovia Torino-Novara e nel 1865 il primo tratto della Torino-Ciriè-Lanzo. Nel 1869 si aprì un canale per servire la zona di energia idro-elettrica. L'area pianeggiante compresa tra le due ferrovie ed il fiume Dora, attraversata dal canale, divenne luogo favorevole per i nuovi insediamenti industriali. Nel 1869 i fratelli Galoppo costruirono un opificio tessile. Nel 1882 la fabbrica Galoppo fallì e venne comprata prima dalla Società Alta Italia (costruzioni ferrovie e treni) e poi dalle Officine Savigliano. Da quel momento e per circa 100 anni l'area fu occupata da grandi fabbriche: oltre alle officine Savigliano, sorsero infatti le Ferriere Fiat e la fabbrica di pneumatici Michelin. Negli anni '70 del secolo scorso si costruì una strada sopraelevata perchè il traffico cittadino potesse scavalcare velocemente l'area. Dall'alto si vedevano un brulicare di ciminiere, torri evaporative, tettoie ed impianti industriali. Nel decennio successivo, a cavallo degli anni Ottanta e Novanta, vi fu una grande crisi economica. Alcune industrie trasferirono la loro

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attività altrove e vennero abbandonate.

ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 1 1


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Il presente: 2010 - 2015 A partire dal 2011 gran parte dell'area un tempo occupata dalle fabbriche è stata trasformata a Parco. Il Parco Dora è la seconda area verde più grande della città di Torino, circa 456.000 mq, come 55 campi di calcio. Le vecchie fabbriche sono state smantellate e trasformate in giardini di rose o aree gioco, e sono area privilegiata a Torino per l'espressione di Street Art. Tutt'intorno al Parco sono state costruite gallerie commerciali e case a torre, sviluppando in altezza le abitazioni e lasciando lo spazio verde al centro. Ad Est è stato costruito l'EnvironmentPark (centro per le ricerche ambientali), ad Ovest il complesso diocesano del Santo Volto. Alcuni elementi del tempo passato sono stati però conservati e riusati. Sotto alla tettoia dove venivano “strippati” i lingotti di metallo ci sono adesso le rampe per gli skaters e i campi per giocare con la palla. Il Monumento agli Skaters è un poco più in là. Una lunga serie di pilastri regge una passerella aerea. Il vecchio “muro del parco rottami” accoglie opere di writers. E le vecchie fabbriche hanno dato il nome ai 5 lotti in cui è diviso il Parco: Mortara, Vitali, Valdocco, Michelin, Ingest..

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ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 1 2


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Il futuro Scrivi tu come immagini il futuro dell'area e disegna nel riquadro a lato alcuni elementi che secondo te si potrebbero aggiungere: ….................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................. …..................................................................................................................................................................................

ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 1 3


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GLOSSARIO Le parole nuove Boschivo aggettivo

= di bosco (aggettivo determinativo di bosco); fiore boschivo o di bosco Ricco di boschi, piantato a boschi: terreno boschivo.

Incolto aggettivo

= Luogo o terreno non coltivato (anche come sostantivo maschile : è una pianta che cresce negli incolti); selvatico (spec. di piante lasciate crescere senza alcuna cura).

Opificio sostantivo maschile = Stabilimento industriale; fabbrica. [dal lat. opificium (che aveva solo sign. astratto: «fattura di un'opera, di un lavoro»), comp. di opus opĕris «opera» e -ficium «-ficio»] Brulicare verbo intransitivo = Muoversi confusamente in qua e in là, detto specialmente d’insetti Per estensione anche di persone. Spesso riferito anche al luogo su cui si muove e agita una moltitudine d’insetti, di persone, ecc.: la piazza brulicava di gente; carogna brulicante di vermi. Agitarsi facendo rumore o brusìo. In senso figurato: Pullulare, germogliare, di pensieri, idee e simili Smantellare verbo transitivo = Demolire, abbattere costruzioni in muratura, (specialmente di opere militari). Per estensione Rendere non più operativo un impianto, un complesso, ecc., rimuovendone o distruggendone attrezzature e macchinari; mettere in disarmo (smantellare una fabbrica o un ufficio). In senso figurato Dimostrare la falsità o l'infondatezza di una tesi; confutare, smontare (smantellare le argomentazioni dell'avversario). Deriva da mantello, con s- sottrattivo, sec. XVI. Strippaggio sostantivo maschile = adattamento in italiano dall'inglese stripping: Termine gergale qui usato per indicare una particolare operazione di “strappo” del lingotto metallico dal suo stampo. Skater sostantivo maschile (femminile invariato, pl. skaters) = termine inglese, equivale all'italiano “pattinatore”, ma usato anche per individuare chi va su skate-board (trad. “tavola da skate”) Writer sostantivo maschile (femminile invariato, pl. writers) = termine inglese, letteralmente traducibile come “scrittore”, ma in italiano usato per individuare il “graffitista” cioè chi esegue graffiti su muri o altre superfici pubbliche. ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 1 4


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Parco Dora: elementi del passato e del presente La ciminiera

Ogni fabbrica ne aveva almeno una. Serviva per smaltire i fumi. Venivano realizzate in mattoni. Hanno forma circolare in pianta ed in genere sono altissime. Una vecchia ciminiera è stata trasformata in campanile e si trova vicino alla chiesa del Santo Volto.

La torre evaporativa

Non tutte le fabbriche avevano una torre evaporativa, solo quelle che per il loro ciclo produttivo dovevano raffreddare dell'acqua per poterla riutilizzare. Sono torri a base circolare e dalla forma caratteristica. La vecchia torre evaporativa della fabbrica di pneumatici Michelin è stata conservata. Fu costruita tra il 1940 ed il 1950. Ha un diametro alla base di circa 21 m ed è alta circa 30 m. Anche i cilindri in cemento nel lotto Vitali, ora dipinti come se fossero dei “cappelli a tuba”, sono delle torri evaporative.

Le ferrovie ed i treni

Oggi la loro presenza è solo intuibile. I treni corrono interrati lungo il corso Principe Oddone, a Est del Parco. In passato vi erano dei binari che consentivano di deviare i treni merci dalla linea storica all'interno dell'area per portare i rottami di ferro da trasformare.

La tettoia ed i lingotti

La tettoia di strippaggio è chiamata così perchè in quel luogo avveniva lo “strippaggio” dei lingotti metallici grezzi, ovvero la rimozione del lingotto dal suo stampo. I rottami di acciaio erano stati in precedenza fusi negli altiforni ed il metallo liquido era stato colato nelle forme. Una volta raffreddato diventava solido e poteva essere “strippato” dalla forma.

ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 2 1

Le fabbriche

Una buona parte dell'area del Parco era coperta da edifici destinati alla produzione delle lamiere di acciaio e alla loro lavorazione. Avevano sede in questa zona le Acciaierie della FIAT, composte da più capannoni, le Officine Savigliano, la Michelin .

Le “ganasce”

Le “ganasce” contengono gli impianti industriali di filtraggio per depurare l'aria prima di immetterla in atmosfera. Si trovano sempre sulle coperture degli stabilimenti industriali, soprattutto quelli che hanno al loro interno lavorazioni ad alte temperature e con formazione di polveri. Quelle sulla copertura della tettoia sono state conservate e tuttora visibili.


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Parco Dora: elementi del passato e del presente Il vecchio ponte Amedeo IX

Il vecchio ponte, ora pedonale, collega via Livorno con via Orvieto, scavalcando il fiume Dora. La sua costruzione fu decisa nel 1910 dal Comune per collegare la borgata Valdocco con la nuova borgata Vittoria e tutta l'area industriale che si stava sviluppando a Nord del fiume.

Il fiume Dora

Il fiume Dora è sempre stato lì. Non esattamente sempre con lo stesso tracciato, perchè un fiume scorrendo erode le sponde spostandosi di un poco ogni anno. In occasione di alluvioni poi può cambiare anche di molto la posizione del suo “letto”. Ma a volte può essere l'opera umana a cambiare il corso del fiume. In questa zona è successo intorno al 1485-1490, quando il proprietario delle cascine “Bianchina” e “Scaravella”, per difendere i propri terreni dell'erosione del fiume, fece realizzare una nuova ansa a Ovest.

La ex sopraelevata

Inaugurata nei primi anni Settanta del Novecento per migliorare il traffico cittadino di collegamento est-ovest superando la ferrovia Torino-Milano e la Stazione Dora, la sopraelevata viene abbattuta a partire dal 2005 in concomitanza con la realizzazione del Passante Ferroviario.

Le cascine

La più antica si chiamava “Bianchina” ed è documentata dall'inizio del sec. XIII. A fianco sorse dalla metà del 1400 la “Scaravella”. Estendevano i loro campi nella zona denominata “pianoalto” della Dora, a Nord del lotto Vitali. Entrambi gli edifici furono distrutti intorno al 1935. Si sarebbero trovati nei pressi dell'incrocio tra le attuali via Verolengo e via Assisi, dove è ancora visibile un'edicola votiva.

ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 2 2

I pilastri

I pilastri in acciaio alti oltre 30 m sono ciò che resta oggi di un primo capannone industriale dentro il quale i rottami di ferro entravano trasportati da carrelli. I rottami venivano poi innalzati fino alla quota dell'attuale passerella e “versati” dentro i forni per essere fusi e trasformati in lingotti

Il bosco

Prima che l'uomo occupasse quest'area con le cascine ed i campi coltivati, tutta la zona era probabilmente un fitto bosco incolto. Il toponimo “boscaglia” si trova ancora applicato ad una cascina, collocata molto più a Nord, tra via Reiss Romoli e la Stura. Ultima cascina rimasta ancora funzionante posta al limite della città.


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Parco Dora: elementi del passato e del presente I giardini di rose

Al progetto del Parco ha dato il suo contributo il paesaggista tedesco Peter Latz. Il progetto è stato realizzato per lotti a partire dal 2008. Non tutto è concluso e, come è tipico delle aree verdi, alcune cose saranno modificate nel tempo. I piccoli giardini di rose, costruiti nell'area Vitali, però fioriscono già.

La passerella

L'area del Parco Dora è attraversata lungo l'asse EstOvest da una passerella sopraelevata. Il percorso parte dal terrazzo retrostante le case su via Orvieto, passa a lato della tettoia di strippaggio sostenuto da pilastri in acciaio e blocchi scala in cemento (un tempo sede di centraline elettriche). Prosegue scavalcando via Borgaro, fiancheggiando la chiesa del Santo Volto e finisce al centro dell'area Ingest.

Il ponte nuovo

Il nuovo ponte sulla Dora di via Livorno è stato inaugurato nel luglio 2011, ma non ha ancora un nome ufficiale. Da qualcuno è stato intitolato a Mauro Rostagno (giornalista ucciso dalla mafia nel 1988). La grande struttura a V è un segno costruttivo importante, all'interno di un contesto in grande trasformazione.

Le case-torri

In questa parte di città si sono concentrate le edificazioni di case a torre, alte tra i 50 ed i 70 metri, e destinate a residenza. Nel 2006 hanno ospitato i giornalisti delle Olimpiadi Invernali e poi sono state destinate a residenza. La scelta di sviluppare in altezza gli edifici è stata fatta per aumentare lo spazio verde a disposizione a parità di numero di abitanti insediati.

Il monumento allo skater

Il monumento è stato realizzato dai progettisti dello skatepark CTRLZ e di Giovanni Zattera - icona skate torinese - e rappresenta una grande porta, ispirata alle 'porte' Maya, intesa come passaggio e comunicazione tra i due mondi (quello cittadino e quello skate) con una parte bassa che raffigura la sua ombra. Sul frontone in metallo è inciso un palindromo del XII secolo presente sul battistero di Prato: en giro torte sol ciclos et rotor igne (il sole e il fuoco fanno girare le ruote). Una rampa skateabile in cristallo blindato è punto privilegiato per realizzare foto e video eccezionali, in sicurezza. ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 2 3

I campi coltivati

L'apertura nel 1460 di due bealere (canali d'acqua artificiali) consentì lo sviluppo agricolo della zona denominata “Pianalto della Dora”, a nord del fiume. I campi erano coltivati a grano e granturco, ma vi erano anche molti terreni a pascolo. Già dal 1680 è documentata l'attività di bachicoltura con alberi di gelso piantumati lungo i confini e le strade.


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Parco Dora: elementi del passato e del presente L'Environment Park

Fu il primo intervento realizzato nella riqualificazione dell'area. Oggi l'Environment Park può ospitare 60 aziende attive nel settore delle tecnologie pulite (nel campo chimico, edilizio, bio e nanotecnologie). E' stato progettato seguendo i principi bioclimatici e di contenimento dei consumi energetici, con una struttura parzialmente ipogea (interrata).

La Chiesa Santo Volto

La chiesa del Santo Volto, progettata dall'architetto svizzero Mario Botta, si compone di sette torri alte 35 m, di una sala polivalente sotterranea e di una serie di locali nei quali trovano posto gli uffici della curia torinese. Alle spalle dell'altare si staglia il Santo Volto della Sindone, ottenuto con il gioco di riflessione della luce su mattoncini in marmo rosso con diversa finitura di superficie. Accanto alla chiesa è rimasta la vecchia ciminiera trasformata in campanile.

ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 2 4

La Street-Art

Arte di strada (in inglese "street art") è il nome dato a quelle forme di arte che si manifestano in luoghi pubblici, nelle tecniche più disparate: bombolette spray, adesivi artistici, proiezioni video, sculture ecc. I “graffiti” (un ramo della street art) sono opere vincolate all'uso della vernice spray ed allo studio della lettera. Per questo fatto i suoi artisti esponenti sono detti “writers”.


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A spasso nel Parco Dora Osserva gli elementi, ritrovali nell'area e scrivi di fianco dove sono collocati

La ciminiera

La torre evaporativa …........................................

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Le “ganasce”

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La tettoia ed i lingotti

Le case-torre

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Il monumento allo skater

Il fiume Dora

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La passerella

I giardini di rose …........................................

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ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 3 1


Learning Parco Dora 2015

un'aDorabile Parco

ASPETTO STORICO-ARCHITETTONICO – scheda 4

2015

1

Con un grande progetto di riqualificazione dall'area industriale nacque un parco.

2010

Tra il 1980 ed il 1990 a Torino vi fu una grande crisi industriale, e le fabbriche si svuotarono.

1980

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Linea del tempo del Parco Dora

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Dalla metà del XIX secolo, per circa 100 anni, nell'area si insediarono le maggiori industrie torinesi.

1850

Dall'età dei Taurini alla metà del XIX secolo l'area era un bosco.

III sec. a.C.

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Al suo futuro puoi contribuire anche tu!


schede didattiche

laboratorio

AMBIENTALE

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Elementi Naturali ed Elementi Antropici (al Parco Dora) Elementi naturali

Elementi antropici

il fiume

il ponte

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…............................................ Sono elementi antropici le opere fatte dall'uomo, come le case, le fabbriche, gli argini, i ponti, le strade, ma anche le aiuole fiorite (se sono state fatte dall'uomo!).

Per elementi naturali si intende tutto ciò che è stato creato dalla natura. Sono elementi naturali: i fiumi, le montagne, la pianura, ma anche gli alberi, i boschi, i prati, l'acqua.

ASPETTO AMBIENTALE – scheda 1 1


Mappa sensoriale del Parco Dora – lotto Vitali

Incolla nelle forme degli elementi naturali materiali diversi che li rappresentino. Per esempio pezzetti di carta argentata per il fiume (freddo), pezzetti di tovaglioli di carta per il prato (morbido), piccoli coni di spugna per gli alberi (morbidi, ma alti). Puoi mettere una goccia di profumo dove ci sono i fiori. Poi usa solo gli elementi antropici della scheda 3, ritagliali e posizionali sulla mappa.

ASPETTO AMBIENTALE – scheda 2

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I confini del Parco Dora - lotto Vitali Osserva gli elementi, ritrovali nell'area e scrivi di fianco dove sono collocati distinguendo tra quelli di confine e quelli al centro dell'area; poi ritaglia solo quelli antropici ed incollali al loro posto sulla mappa del Parco

ll nuovo Ponte

Le case-torre

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I giardini di rose

altre case …........................................

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La chiesa del Santo Volto

La tettoia

La passerella

Il muro della street-art

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ASPETTO AMBIENTALE – scheda 3 1

Le torri evaporative

Il fiume


MAPPA SENSORIALE PARCO DORA – lotto Vitali


MAPPA SENSORIALE PARCO DORA – lotto Vitali


MAPPA SENSORIALE PARCO DORA – lotto Vitali


MAPPA SENSORIALE PARCO DORA – lotto Vitali


schede didattiche

ERBARIO

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Nome comune: EDERA Nome scientifico: HEDERA HELIX Famiglia: ARALIACEE Luogo di origine e clima: zona tropicale Tronco: legnoso, rampicante, ramoso. Ha la caratteristica di attaccarsi a muri e su altri tronchi per mezzo di appendici radiciformi. Dimensioni della pianta: fino a 30 m Foglie: sono picciolate, coriacee, persistenti. Hanno forme diverse: alcune sono palmatinervie a tre-cinque lobi largamente triangolari, presenti nei rami sterili; altre, in genere quelle dei rami fertili, sono ovato-rombiche ed acuminate. Il colore è verde cupo sopra, con venature biancastre e verde-chiaro sotto Fiori: piccoli, di colore verdastro sono raccolti in ombrelle quasi globose, con numerosi raggi. Frutto: è una drupa (bacca con semi ), prima verde poi nerastra, globosa, con 3-5 semi. Altre note: Tutte le parti della pianta, ma soprattutto i frutti sono TOSSICI. L'EDERA era conosciuta fin dai tempi più antichi. In Egitto era considerata simbolo di Osiris. Con la vite era l'emblema di Dionisio,

(Spazio per incollare il frottage del fusto o della foglia)

dei poeti e dell'immortalità. ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale


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Classe ….................

Luogo di raccolta: ................................ Data di raccolta: .................................

(Spazio per incollare la foglia o il fiore)

ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale


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Nome comune: GLICINE Nome scientifico: WISTERIA (in origine WISTARIA) Famiglia: PAPILIONACEE Luogo di origine e clima: Asia Orientale Tronco: arbusto rampicante, liscio Dimensioni della pianta: fino a 25-30 m Foglie: rami volubili, grigio-bruni e glabri, portano un numero dispari di foglioline (da 7 a 13) lanceolate ad apice acuminato e margine liscio, imparipennate (disposte a coppia ai lati della nervatura centrale e terminante all’apice con una sola fogliolina). Fiori: raccolti in racemi penduli (grappoli), lilla, “glicine” o bianchi, profumati. Frutto: talvolta il fiore porta un frutto legumoso di 10-15 cm, finemente peloso e verde chiaro poi ambrato. Altre note: Il GLICINE è forse il più appariscente arbusto rampicante. Originario della Cina è conosciuto in Europa fin dal 1825. Fiorisce in maggio-giugno. I suoi fiori sono commestibili.

(Spazio per incollare il frottage del fusto o della foglia)

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Luogo di raccolta: ................................ Data di raccolta: .................................

(Spazio per incollare la foglia o il fiore)

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Nome comune: IRIS o GIAGGIOLO ACQUATICO Nome scientifico: Iris Pseudoacorus Famiglia: IRIDACEE Luogo di origine e clima: Europa, pianta acquatica e da clima umido Tronco: erbacea dal fusto eretto alto 40150 cm, cilindrico e compresso, che porta foglie lineari-allungate, ensiformi su più livelli, con le foglie basali lunghe quanto il fusto. Dimensioni della pianta: fino a 1-1,5 m Foglie: foglie lunghe erette fino a 90 cm, strette cm 3, verdi Fiori: raccolti in un'infiorescenza che termina con un fiore apicale, sono d'un giallo brillante, composti da sei lacinie (petali), di cui tre esterne grandi, con venature giallorossicce, e tre interne piccole ed erette. Frutto: è una capsula a sezione triangolare, lunga 4-7 cm, contenente semi marrone chiaro. Altre note: È in primo luogo una pianta acquatica, ma i suoi rizomi possono sopravvivere a lungo all'asciutto. In Italia è comune in fossi, paludi, risaie,

(Colora questo disegno)

nella fascia planiziale. ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale


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(Incolla qui sopra la tua fotografia dell'IRIS) Luogo di raccolta: (attenzione: in molte Regioni è specie protetta di cui è vietata la raccolta) Luogo di scatto fotografia: …................................... data: ….................................... ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale


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Nome comune: NINFEA BIANCA Nome scientifico: Nymphaea Alba Famiglia: NYMPHAEACEE Luogo di origine e clima: Europa e Asia, pianta palustre Tronco: erbacea dal fusto sommerso, carnoso, rizomatoso quasi tuberoso e poco ramificato. Questo fusto non deve sostenere nessun peso, di conseguenza le parti legnose sono minime a favore della presenza di ampi canali aeriferi (per assicurare il galleggiamento) Dimensioni della pianta: fino a 1-1,5 m Foglie: sono ampie e di consistenza coriacea, con picciolo inserito a 1/3 della lamina in una insenatura stretta e profonda. Sono galleggianti, la forma è più o meno rotonda. La lunghezza del picciolo è in funzione della profondità dell'acqua. La lamina superiore è protetta da uno strato ceroso per non essere bagnata. Fiori: grandi fiori natanti, polipetali, bianchi, generalmente solitari, si aprono durante il giorno, a cielo sereno, dalle 11 alle 15. Frutto: bacca globosa, coriacea e spugnosa a deiscenza irregolare. La sua maturazione avviene sott'acqua, nel fango.

(Colora questo disegno)

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(Incolla qui sopra la tua fotografia della NINFEA) Luogo di raccolta: (attenzione: in Piemonte è specie protetta di cui è vietata la raccolta) Luogo di scatto fotografia: …................................... data: ….................................... ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale


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Nome comune: ROBINIA Nome scientifico: Robinia pseudoacacia “casque rouge” Famiglia: LEGUMINOSAE Luogo di origine e clima: Nord America Tronco: rugoso, grigio marrone Dimensioni della pianta: fino a 8-10 m Foglie: foglie pennate, caduche, verde medio, lunghe fino a 20 cm, composte da 15-20 foglioline ovate. Fiori: fiori simili a quelli del pisello, profumati, rosa porpora scuro (da cui il nome) composti in grappoli pendenti. Fiorisce a maggio-giugno. Frutto: è un baccello prima verde poi marrone lungo circa 10 cm, deiscente a maturità. Altre note: per la sua capacità di fissare l'Azoto nel terreno e per la velocità di crescita viene indicata come “pianta pionera” in grado cioè di insediarsi per prima su frane o colate laviche, dune costiere o terreni in cui la vegetazione sia stata distrutta da incendi.Molto resistente, si adatta a suoli poveri di sostanze nutritive. Per l'alto potere nettarifero inoltre è molto importante nell'apicoltura.

(Spazio per incollare il frottage del fusto o della foglia)

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Luogo di raccolta: ................................ Data di raccolta: .................................

(Spazio per incollare la foglia o il fiore)

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Nome comune: TRIFOGLIO Nome scientifico: TRIFOLIUM Famiglia: FABACEAE Luogo di origine e clima: regioni temperate e sub-tropicali Tronco: pianta erbacea campestre, steli striscianti, stoloniferi, generalmente violacei, solo talvolta cespugliosi Dimensioni della pianta: fino a 25-30 cm Foglie: formate da 3 lobi uniti insieme, con picciolo allungato. Fiori: bianchi, rosa, rossi, violacei, raramente gialli sono riuniti in infiorescenze a capolino, solitarie, globose, composte da 40-80 elementi all'apice di peduncoli eretti, posti più in alto delle foglie. Frutto: un piccolo legume uniseminato. Altre note: Il TRIFOGLIO è pianta foraggera. Esistono varie specie che raggiungono l'altezza fino ad 1 m. Il TRIFOGLIO si trova rappresentato anche in araldica. Simboleggia il mistero e l'incertezza. Il quadrifoglio è un'anomalia della pianta che presenta 4 foglie anziché 3. Trovarlo si dice porti fortuna. (Colora questo disegno)

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Luogo di raccolta: ................................ Data di raccolta: .................................

(Spazio per incollare la foglia o il fiore)

ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale


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Nome comune: TYFA, STIANCIA Nome scientifico: Typha Latifolia Famiglia: TYPHACEAE Luogo di origine e clima: Europa, pianta palustre Tronco: erbacea dal fusto eretto su rizoma (fusto sotterraneo) Dimensioni della pianta: fino a 2,5 m Foglie: verde bluastro, lineari, guainanti e larghe 8-25 mm, le superiori possono raggiungere la sommità dell'infiorescenza. Fiori: formata da due spighe sovrapposte e contigue: quella femminile (15-25 cm), bruna, inferiore, cilindrica, e quella maschile superiore, più stretta, biancastra e conica, più corta della femminile. Frutto: spighe cilindriche marroni ed a forma di salsiccia, lunghe fino a 30 cm. Altre note: Anticamente venivano usate le foglie per farne panieri. È utilizzata come specie vegetale nei sistemi di fitodepurazione delle acque reflue. Nel Ferrarese i "sigari" venivano accesi in modo che il fumo scacciasse le zanzare. Il suo rizoma veniva utilizzato già nel Paleolitico Superiore come pane; sono state ritrovate macine in pietra risalenti a 30.000 anni

(Disegna qui la Typha)

a.C. che riportavano tracce di amido di thypa. ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale


ERBARIO di …...........................................

Classe ….................

(Incolla qui sopra la tua fotografia della TYPHA) Luogo di raccolta: (attenzione: in molte Regioni è specie protetta di cui è vietata la raccolta) Luogo di scatto fotografia: …................................... data: ….................................... ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale


ERBARIO di …...........................................

Classe ….................

Nome comune: …................................. Nome scientifico: ….............................. Famiglia: …......................................... Luogo di origine e clima: ….................... Tronco: ….......................................... …...................................................... Dimensioni della pianta: …....................... Foglie: …............................................ …...................................................... …...................................................... …...................................................... …...................................................... Fiori: ….............................................. …...................................................... …...................................................... Frutto: …............................................. …......................................................... …........................................................ Altre note: …....................................... …...................................................... …...................................................... …...................................................... …...................................................... …...................................................... …...................................................... (Spazio per incollare il frottage del fusto o della foglia)

ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale


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Luogo di raccolta: ................................ Data di raccolta: .................................

(Spazio per incollare la foglia o il fiore)

ASPETTO NATURALISTICO – Erbario personale


schede didattiche

laboratorio

ARTISTICO

con il sostegno di

cofinanziato da


1


1


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Selvaggio ROSSO

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Street Art al Parco Dora – lotto Ingest

Completa l'opera iniziata da un altro artista. Usa la palette di colori indicata. Confronta poi la tua idea con quella dell'artista che l'ha realizzata.

ASPETTO ARTISTICO – scheda 2 – Selvaggio ROSSO 1


Nome ….......................................................

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Taste of wild world by ERASE – Torino, Parco Dora, 2012

ERASE, al secolo Georgi Dimitrov, vive a Sofia in Bulgaria. Inizia a dipingere nel 2000. Nelle sue opere inserisce sempre dei dettagli “pazzi”. Il suo obbiettivo non è raccontare una storia, ma dare una dose di energia positiva a chi casualmente entra in contatto visivo con la sua arte. “All'inizio cercavo di prepararmi prima di dipingere un muro, definendo bene l'idea. Con l'esperienza ho imparato a non pormi limiti e, veramente, non so mai quale sarà il risultato finale”.

ASPETTO ARTISTICO – scheda 2 – Selvaggio ROSSO 2


Street Art al Parco Dora – lotto Ingest Intervista al writer Georgi DIMITROV, in arte ERASE (intervista completa su: http://skin-artists.com/interview-with-georgi-dimitrov-erase.htm)

Q: Would you say graffiti art is a form of self-expression? Do you feel powerful as an artist to bring some message to the people or you just simply enjoy painting? A: Yes, I certainly think that the graffiti itself can be a form of protest or carry another provocative form to society. For example, there are artists who show anti-political vision and affect a lot of themes and issues with them. But in my graffiti there are no such deep and hidden messages or protest forms. I just do what I like and have fun. Q: Graffiti artists love to travel a lot and discover new, cool places to paint, do you travel a lot? How do you pick your locations? A: In the last couple of years, travels and calls for many different festivals around the world getting more frequent and this is a wonderful reason to be able to travel and meet many different Artists from all around the world. In most cases, destinations depends on the invitation we receive. Q: Any favorite place you would love to put some of your crazy artworks on wall? A: Тhere are too many places where I would like to draw and paint, and at this stage I like to go to all the countries in which I’ve never been. Q: You're from Bulgaria, how much your country loves graffiti art? How's the graffiti scene there? A: Yes, I am from Bulgaria and unfortunately the people here still believe that graffiti are all political and football slogans scrawled on residential buildings, but of course there are people who like this art and it’s getting used more often for advertising purposes. It’s clear to see that, there is a downfall in the graffiti scene in the recent years in overall aspect, but there are a few remaining artists who are trying to do their best and push the things forward. ... Q: Painting everywhere is impossible, since the laws are so harsh, have you ever been caught by the cops? What are some of the craziest experiences while painting? A: Yes, in the early years we had small confrontations with the police, but many years have passed and we turned our back on the illegal painting and we are fully focused on the professional development as artists. Honestly when your art is on the streets there are too many strange and funny situations and that’s why now it's a little difficult to point out one particular. Q: Do you prefer to paint as an independent artist or you (sometimes) join in some graf.gangs? A: Sometimes I paint alone, but most of the times I’m a part of a duo and we are better knows as Arsek & Erase. Q: What are some of your plans for the near feature? A: My next plan is concentrated in the next 5 minutes and it is to eat something sweet, after that only time will tell. Q: What would you say to all the kids wanting to get through the graffiti scene? A: To have patience and to use their free time to draw more sketches, that's the way to success. Also always use masks when you paint with sprays, no matter whether it is in outdoor or an indoor space. And everyone else make Art not war. Erase, Thanks so much for the interview. All my best. Iva Kancheska ASPETTO ARTISTICO – scheda 2 bis – Intervista in Inglese 1


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