San Biagio - Masseria

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LA MASSERIA “SANTU LASI” A SALVE


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on nostra grande soddisfazione la Masseria di Santu Lasi è stata di recente dichiarata “bene di interesse culturale particolarmente importante”, trattandosi - come si legge nel decreto ministeriale di vincolo - “di una delle masserie fortificate dell’Estremo Capo di Leuca che

testimonia, attraverso le sue stratificazioni architettoniche, le diverse vicende dell’utilizzo di un territorio produttivo sottoposto, per secoli, ai rischi di aggressioni e invasioni dal mare, ma che ha conosciuto, anche, un’altrettanto costante resistenza da parte degli uomini che l’hanno abitata”. La masseria e la cappella, insieme al paesaggio rurale circostante fatto di “forme, colori, prospettive, oliveti, pajare e muri a secco”, occupano una porzione di territorio dove un tempo sorgeva l’antico casale di San Biagio e costituiscono per la nostra comunità - e non solo - un bene prezioso che merita di essere tutelato e valorizzato. È per questa ragione che la masseria, grazie alla disponibilità dei proprietari e all’impegno del Comitato Feste della Parrocchia di San Nicola Magno di Salve, sarà aperta al pubblico in occasione dei festeggiamenti del 3 febbraio in onore di San Biagio, da tutti invocato per le malattie della gola; sarà questa - insieme ad altre iniziative che potranno svolgersi nel corso dell’anno anche d’intesa con l’Amministrazione Comunale - un’occasione per trascorrere importanti momenti di incontro, di spiritualità e di socialità, in un contesto bucolico lontano dall’ansiosa e frenetica quotidianità della società odierna.

Vincenzo Passaseo Sindaco di Salve


MASSERIA “SANTU LASI” (SAN BIAGIO): UN’ARCHITETTURA IN MINIATURA La masseria occupa il punto più elevato dell’estrema propaggine delle serre salentine - 102 metri sul livello del mare - ed è ubicata in una posizione intermedia fra la costa ionica e l’abitato di Salve. Dal un vialetto si accede in un primo recinto con alti muri a secco, alcune mangiatoie ricavate nello spessore murario, una rientranza per il ricovero del calesse; la vegetazione è costituita da mandorli, fichi d’India, melograni e piante aromatiche. In asse con il viale è il palmento, coperto con tetto a doppio spiovente; all’interno, lungo una parete, sono i resti di un apiario. Attraversato questo primo recinto si perviene nel cortile sul quale prospetta la masseria vera e propria. Perfettamente orientata secondo i punti cardinali, occupa uno dei lati dello spazio di forma pressoché quadrata sul quale si affaccia anche una piccola torre cilindrica. Al centro è una cisterna, rialzata rispetto al piano di calpestìo, il cui orientamento differisce di poco rispetto a quello dei muri di recinzione. Il fabbricato della masseria, in tufo e pietrame, databile al secolo XVI con aggiunte del XVIII, occupa un lato della corte; è a due piani con caditoie in corrispondenza degli ingressi. Al pianterreno due arcate, precedute da colonne in pietra destinate a un pergolato, sostengono un balcone continuo al quale si perviene mediante una scala esterna che occupa un altro lato della corte e che, ramificandosi, consente di raggiungere anche il primo piano della torre colombaia. Il piano inferiore era in origine destinato al massaro e alle funzioni produttive, quello superiore a residenza stagionale del proprietario. I due ambienti a pianterreno, entrambi voltati a botte al pari di quelli superiori - presentano una originale pavimentazione in pietrame, nicchie scavate nella muratura, un camino con mensole, un angolo per la lavorazione del formaggio. Il primo piano ripropone l’impianto planimetrico del pianterreno e ha una pavimentazione in battuto, un camino di fattura più raffinata, nicchie e finestre che si aprono su ampie visuali: da un lato verso il mare, dall’altro verso la campagna, i comuni limitrofi e la cappella di Santu Lasi. Una scala a una sola rampa dà accesso


PLANIMETRIA GENERALE 15

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Viale di accesso

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Ingressi

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Primo recinto

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Palmento

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Giardini chiusi

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Corte centrale

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Masseria (pianterreno)

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Mangiatoia

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Torre colombaia (pianterreno)

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Forno

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Recinto per le pecore

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Deposito e recinto

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Giardino

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Masseria (primo piano)

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Torre colombaia (primo piano)


al terrazzo sul quale è un monolite a terminazione piramidale, punto di riferimento trigonometrico e ora satellitare. La torre cilindrica (1577), in uno degli angoli del recinto, presenta in alto una fascia di archetti che si alternano a mensole con decorazioni a motivi geometrici. L’ambiente a pianterreno, di Maglie Otranto forma pressoché rettangolare, è a botte; quello al piano superiore, circolare, ha una copertura cupoliforme. La torre ha assolto nel Gallipoli tempo a varie funzioni: torre colombaia e torre di difesa. La prima Castro Casarano destinazione è denunciata dalla presenza all’interno di tufi dispoTricase sti in modo da consentire l’alloggiamento dei colombi; la seconda Ugento da tracce di una caditoia sul versante che guarda il cortile. Salve Su un altro lato del recinto è un ambiente adibito in origine a Morciano di Leuca mangiatoia, con pavimentazione a “chianche” di differenti forme S.M. Leuca e dimensioni, tetto a una falda con copertura a tegole. Sul retro della masseria sono altri ambienti destinati al ricovero degli animali con mangiatoie, una “porticina” per l’ingresso delle pecore, un forno. La muratura è costituita da pietrame a secco rafforzato da colonnine di tufo. Tutt’intorno sono vari recinti destinati al gregge e un frutteto, nel quale è un monolite; un vialetto bordato da grandi pietre si conclude con una cisterna nella quale confluiscono le acque del “chiancaro”, segnato da canali. In un terreno adiacente, accanto a una pajara, in un punto del Basso Salento particolarmente ventilato, sono due aie di forma circolare: una scavata nella roccia; l’altra posta su un terrapieno artificiale. Con decreto del Ministero per i beni e le attività culturali del 12 maggio 2008 la Masseria Santu Lasi è stata dichiarata “bene di interesse culturale particolarmente importante”. Lecce

Vincenzo Cazzato Bibliografia: C. Daquino, P. Bolognini, Masserie del Salento, Capone, Cavallino di Lecce 1994; A. Costantini, Le masserie del Salento: dalla masseria fortificata alla masseria-villa, Congedo, Galatina 1995; A. Costantini, Guida alle masserie del Salento, Congedo, Galatina 1999; Masserie: living & hosting, fotografie di Walter Leonardi, Congedo, Galatina 2007.


1. GLI INGRESSI E IL PRIMO RECINTO


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2. LA CORTE CENTRALE



3. IL NUCLEO PRINCIPALE

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4. LA TORRE COLOMBAIA



5. GLI INTERNI



6. IL GIARDINO



7. L’AIA E LA PAJARA



8. LE VISUALI



SANTU LASI E IL RESTAURO “LEGGERO” Masseria Santu Lasi è un cantiere aperto di “pratica” di restauro rurale, per le continue cure di manutenzione ordinaria e straordinaria che periodicamente richiede, necessarie alla sua salvaguardia. L’ampio e vario repertorio di forme, di materiali e di tecniche costruttive si lega strettamente al paesaggio circostante e alle trasformazioni antropiche di cui il luogo è stato oggetto nei vari periodi sino al giorno d’oggi. Questa simbiosi ha agevolato il recupero di ogni sua parte; a partire dai muri a secco che, ove diruti, sono stati ricostruiti da mani sapienti con le stesse pietre informi che l’aratro ha rimosso per bonificare il terreno vegetale e con le stesse tecniche costruttive che ne assicurano la statica, mediante la sovrapposizione a incastro del pietrame e la rastremazione della sezione verso l’alto. La “pratica” del muretto a secco ha consentito non solo il recupero dei recinti, ma anche quello dei paramenti murari - alcuni dei quali in materiale informe sistemato con malta a base di bolo argilloso (voliu), calce, coppi frantumati e paglia - risarciti nei giunti (dopo aver scarnito, rinzeppato con scaglie di pietra e sigillato le connessure con malta di tufina e calce) e poi scialbati, a tre passate di calce, che, come nel passato, assicura, all’interno come all’esterno, protezione, igiene e pulizia degli ambienti. Solo pochi elementi in pietra sono stati lasciati a vista: fasce di coronamento, antiche caditoie e alcuni motivi decorativi. Frequente è stato il reimpiego di materiali - conci di tufo, pietrame informe e piromafu (pietra calcarea refrattaria) allettati con malta di calce stilata sottosquadro nei giunti, senza ausilio di cemento. In alcuni ambienti, come le stalle e l’ovile, particolare attenzione è stata riservata al recupero, funzionale alle

attuali necessità abitative, di nicchie e mangiatoie; nel palmento l’antico apiario è stato trasformato in una semplice e discreta fonte di luce naturale. Se per le coperture a falda delle stalle e del palmento la manutenzione ha richiesto inevitabilmente la rimozione e la sostituzione di puntoni e arcarecci e la riparazione del manto di copertura, per quelle a volta della torre e della masseria ci si è limitati alla revisione dei lastrici solari. Con la stessa attenzione si è guardato alle pavimentazioni, mediante la posa in opera nelle stalle di basolato calcareo di recupero, il mantenimento del coccio pesto nel corpo principale, la ricerca all’esterno delle quote originarie di calpestìo in pietra affiorante, integrata con terreno vegetale o con ghiaia di varia pezzatura. Per gli impianti si è optato per soluzioni e materiali rispondenti alle esigenze odierne ma, al tempo stesso, non invasivi; per il riscaldamento degli ambienti sono stati recuperati gli antichi camini. Per gli infissi, ove possibile, si è proceduto al restauro di quelli esistenti. Masseria Santu Lasi è un piccolo, semplice ma chiaro esempio dell’amore e del rispetto che bisogna avere per la cultura di un luogo, specie se è la propria Terra. Sentire il dovere di proteggerla; osservarla, in ogni momento, di notte e di giorno, con la pioggia e con il sole, con la tramontana e lo scirocco, in ogni stagione... Riconoscente, con la sua antica saggezza, questa Terra ricambierà le attenzioni e si prodigherà per aiutare quanti sono interessati a quelle azioni di tutela e di salvaguardia di un territorio, che conferiscono dignità a una comunità e ne arricchiscono la sua storia. Corrado Cazzato



Masseria Santu Lasi Strada Provinciale Salve-Posto Vecchio di Salve, contrada Santu Lasi e-mail: vinceca@tiscali.it tel.: 339-2773248

Referenze fotografiche: Giorgio Aguglia, Gabriele Cazzato, Vincenzo Cazzato e Walter Leonardi. Si ringraziano Corrado Cazzato, Giacomo Grande, Luigi Fortis, Luigi Torelli, Antonio Monte e quanti hanno contribuito con il loro lavoro, le loro idee, il loro entusiasmo e il loro amore a ridare vita a Santu Lasi.


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